ALIQUOTA IRES 50 o 100%? Relatore: Dott. Renzo Gangai Alberton Convegno CNEC Roma, 18 ottobre 2017
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1 ALIQUOTA IRES 50 o 100%? Relatore: Dott. Renzo Gangai Alberton Convegno CNEC Roma, 18 ottobre 2017
2 Legislazione di riferimento D.P.R. 601/73 - TITOLO I AGEVOLAZIONI DI CARATTERE SOGGETTIVO - Riduzione sul reddito delle persone giuridiche - art. 6, Comma 1 L imposta sul reddito delle persone giuridiche è ridotta a metà nei confronti: a).. b) c) di enti il cui fine è equiparato per legge a fini di beneficienza o istruzione. Per i soggetti di cui al comma 1) la riduzione compete a condizione che abbiano la personalità giuridica. 1
3 Concordato tra Chiesa e Italia del 1929 Art. 29 lett. h) Fermo restando le agevolazioni tributarie già stabilite a favore degli enti ecclesiastici dalle leggi italiane fin qui vigenti, il fine di culto e religione è, a tutti gli effetti tributari, equiparato ai fini di beneficienza e istruzione 2
4 Legge 121/1985 Ratifica accordo firmato nel 1984 che apporta modifica al concordato del 1929 Art. 7 1) 2) 3) Agli effetti tributari gli enti ecclesiastici aventi fine di religione o di culto, come pure le attività dirette a tali scopi sono equiparati a quelli aventi fine di beneficenza o istruzione Le attività diverse da quelle di religione o di culto, svolte dagli enti ecclesiastici sono soggette, nel rispetto della natura e delle finalità di tali enti, alle leggi dello Stato concernenti tali attività al regime tributario previsto per le medesime. 3
5 Legge 222/1985 nuovo concordato tra S. Sede e Stato Italiano Art. 2 Sono considerati aventi fini di religione o di culto gli enti che fanno parte della costituzione gerarchica della Chiesa, gli istituti religiosi ed i seminari. Per le altre persone giuridiche canoniche, per le fondazioni ed in genere per gli enti ecclesiastici che non abbiano personalità giuridica nell ordinamento della Chiesa, il fine di culto e religione è accertato di volta in volta in conformità delle disposizioni dell art. 16. L accertamento di cui al comma precedente è diretto a verificare che il fine di religione o di culto sia costitutivo ed essenziale dell ente, anche se connesso a finalità di carattere caritativo previste dal diritto canonico. 4
6 Art. 15 Gli enti riconosciuti possono svolgere attività diverse da quelle di culto e religione previste dall art. 7 n. 3 secondo comma della Legge 121/85 Art. 16 Agli effetti delle leggi civili, si considerano comunque: a) attività di religione o di culto quelle dirette all esercizio del culto ed alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, alla catechesi, all educazione cristiana; b) attività diverse da quelle di religione o di culto quelle di assistenza e beneficienza, istruzione, educazione e cultura, e, in ogni caso, le attività commerciali o a scopo di lucro 5
7 TUIR Art. 149 Perdita della qualifica di ente non commerciale 1.c- Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo di imposta. 2.c. 3.c.. 4.c le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche. 6
8 ORIENTAMENTO DELL AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA E DELLA GIURISPRUDENZA Secondo l amministrazione finanziaria Agenzia delle Entrate - (Risoluzione n. 91/E del 19/07/2005) l agevolazione non è di natura soggettiva, come sembra dal titolo in cui è inserita nel TUIR e dal tenore letterale della norma, bensì oggettiva o meglio non basta i requisiti soggettivi (ente religioso personalità giuridica) ma è necessario anche il requisito oggettivo : esaminare le singole attività svolte. La tesi dell amministrazione finanziaria, condivisa da alcune posizioni giurisprudenziali del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione, ritiene che potrebbero eccezionalmente rientrare nel regime agevolato soltanto quelle attività diverse esercitate in maniera non prevalente e non esclusiva, e se sono in rapporto di strumentalità immediata e diretta con il fine del culto o religione. (richiamando l art. 7 punto 3 della Legge 121/85) e non la lett. b) dell art. 16 della Legge 222/85 7
9 Secondo la cassazione il nesso di strumentalità tra attività e fine e da escludere tutte le volte che un'attività di procacciamento di mezzi finanziari è estranea a fine di religione e di culto e quindi non può godere dell'agevolazione. 8
10 Il Consiglio di Stato (8/10/91) afferma che per l'applicazione dell'agevolazione non basta l'elemento soggettivo dato dalla natura dell'ente ma è necessario il concorso di un elemento oggettivo dato dal tipo di attività ; in questo modo le attività diverse da quelle di culto e di religione non concorrerebbero a formare il presupposto di operatività dell'agevolazione e ciò sarebbe testualmente indotta dall'espressione "in ogni caso" relativa alle attività commerciali o a scopo di lucro (art. 16 lett. b) L 222/85) Sempre dal Consiglio di Stato dallo stesso testo normativo si ricava che le attività commerciali o a scopo di lucro sono "in ogni caso" assoggettate al regime tributario proprio di tale attività se svolte da soggetti diversi. Il fatto che in astratto o in concreto tali attività possano essere strumentali al fine di religione e di culto è inidoneo a ricondurre qualsiasi di tali attività alla agevolazione. Sempre secondo il Consiglio di Stato, mentre era pacifica nel concordato del 1929 la natura solo soggettiva dell'agevolazione tributaria (il fine di culto e di religione è a tutti gli effetti tributari equiparato ai fini di beneficienza e di istruzione) con la modifica del concordato ed in particolare l'art. 16 lett. b) L 222/85 non è più pacifico che la natura soggettiva della norma sia rimasta come quella originaria e si sia trasformata in " mista" : soggettiva per il fine di culto e di religione e oggettiva per le attività. 9
11 In sostanza l orientamento generale che emerge da quanto sopra è il seguente: a) se l'ente svolge in modo esclusivo o prevalente attività commerciale non è configurabile la agevolazione b) se lente svolge attività commerciale in via non esclusiva o prevalente è la stessa si pone in rapporto di strumentalità diretta ed immediata con il fine di culto o religione, allora spetta l agevolazione. Da ultimo vi segnalo che anche la C.E. ha chiesto allo stato Italiano se nel trattamento fiscale di favore di all art. 6 del TUIR non sfocia in «aiuto di Stato» 10
12 Visto il poco tempo a disposizione e la vastità dell argomento limito il mio intervento ad un paio di considerazioni. Occorre innanzitutto ricordare che gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti sono fiscalmente enti NON COMMERCIALI e ciò è stabilito per legge Italiana (art. 149 TUIR) e per legge concordataria (anche se il Consiglio di Stato sostiene il contrario: l art. 29 lett. h del concordato del 29 non rientra tra quelli aboliti). Mentre gli altri Enti diventano Enti Commerciali se svolgono attività esclusivamente o prevalentemente commerciali, ciò non può MAI accadere per gli Enti ecclesiastici civilmente riconosciuti. La norma in sostanza introduce una presunzione ex lege ai fini tributari di non commercialità dell Ente Ecclesiastico anche se svolge attività commerciale e ciò è ribadito anche dall art. 2 comma 2 della Legge 222/85 che impegna lo Stato al riconoscimento giuridico degli enti religiosi e dispone che gli stessi nel caso dovessero svolgere attività diverse dal loro status non perdono lo status. 11
13 Quanto sopra riguarda oltre al TUIR anche norme di diritto internazionale (precedenti al TUIR) e mai abrogate e quindi la questione non può essere risolta con sentenze e circolari sia pur autorevoli, ma forse è necessaria la partecipazione dei firmatari gli accordi per le modifiche. Una seconda veloce riflessione. Seguendo il concetto espresso dalla circolare e della giurisprudenza di Cassazione e del Consiglio di Stato, che possono godere dell agevolazione soltanto le attività di culto o religione (art. 16,lett. a) Legge 222/85), per il fatto che queste sono equiparate a quelle di beneficienza o istruzione (art. 7 c. 3 L. 121/85) a loro volta ricomprese tra le attività diverse (che non potrebbero godere dell agevolazione), si arriva alla conclusione che all Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto non è applicabile in pratica l agevolazione. IL CHE NON E CERTAMENTE CIO CHE IL TUIR E SOPRATTUTTO LE NORME CHE REGOLANO I RAPPORTI TRA STATO E CHIESA ESPRIMONO. 12
14 GRAZIE PER L ATTENZIONE 13
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