Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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1 Penale Sent. Sez. 6 Num Anno 2017 Presidente: PAOLONI GIACOMO Relatore: GIANESINI MAURIZIO Data Udienza: 25/01/2017 SENTENZA sul ricorso proposto da: PANCIONE GIUSEPPE nato il 20/10/1960 a SAN MARTINO VALLE CAUDINA PARRELLA PELLEGRINO nato il 05/05/1962 a ROCCABASCERANA D'ADDONA ANTONIO avverso l'ordinanza del 15/07/2016 del TRIB. LIBERTA' di BENEVENTO sentita la relazione svolta dal Consigliere MAURIZIO GIANESINI; lette/s9atfte le conclusioni del PG i.. viliz chée. ì idi 4W;c5i4) slf/va 44g Udit i difensor Avv.;

2 RITENUTO IN FATTO 1. I Difensori di Giuseppe PANCIONE, Pellegrino PARRELLA e Antonio D' ADDONA hanno proposto ricorso per Cassazione contro l'ordinanza con la quale il Tribunale di Benevento, aveva rigettato le richieste di riesame proposte contro un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. 2. Il Difensore di Giuseppe PANCIONE e di Pellegrino PARRELLA ha articolato tre motivi di ricorso, tutti per violazione di legge e vizi di motivazione. 2.1 Con il primo motivo il ricorrente ha lamentato che il Tribunale non avesse effettuato quell'analisi approfondita circa la sussistenza dei requisiti di cui all'art. 321 cod. proc. pen. richiesta da recente giurisprudenza di legittimità e che in ogni caso non si fosse confrontato con i rilievi critici difensivi che dimostravano l'inesistenza del "fumus commissi delicti". 2.2 Con il secondo motivo il ricorrente ha lamentato che il Tribunale avesse confuso il profilo del profitto con quello del prezzo del reato e non avesse quantificato l'entità di quanto effettivamente soggetto a confisca, tanto più poi che il PARRELLA non aveva conseguito alcun vantaggio e quindi alcun profitto dato che l'appalto oggetto della corruzione era stato assegnato al secondo in graduatoria e che, trattandosi di appalti aggiudicati in regime ATI, era necessaria la verifica della effettiva quota spettante alla società del PANCIONE e alla ditta del PARRELLA. In merito specifico al prezzo del reato, il ricorrente ha censurato l'applicazione, erroneamente ed asetticamente calcolata dal Tribunale, del 7% del valore di aggiudicazione degli appalti e osservato che il principio solidaristico cui si era richiamata l'ordinanza impugnata non poteva operare nel caso in esame dato che era possibile, per ciascun destinatario del provvedimento di sequestro, individuare l'effettiva quota parte spettante. 2.3 Con il terzo motivo, il ricorrente ha lamentato che si fosse proceduto al sequestro preventivo finalizzato ad una confisca per equivalente senza aver previamente accertato l'impossibilità di procedere alla confisca diretta. 3. L'altro Difensore di Pellegrino PARRELLA ha articolato un solo motivo di ricorso per violazione di legge e vizi di motivazione. 3.1 In particolare, il ricorrente ha lamentato che il Tribunale avesse confermato il decreto di sequestro preventivo nonostante l'assenza della concreta configurabilità del reato dato che le indicazioni di accusa di Collarile e 1

3 Carapella erano sostanzialmente divergenti tra loro e non avevano ricevuto in realtà alcun riscontro da quelle del Tranfa, oltre ad essere contraddette da altre diverse risultanze di segno contrario. 4. Il Difensore di Antonio D'ADDONA ha articolato tre motivi di ricorso, tutti per violazione di legge processuale e ha stigmatizzato che il Tribunale non avesse adeguatamente valutato la sostanziale inaffidabilità delle dichiarazioni dei chiamanti in correità, non avesse individuato reali elementi di riscontro alle stesse, rendendo pertanto una motivazione sostanzialmente apparente, tanto più che le indicazioni di accusa del Tranfa, sentito come persona informata sui fatti nonostante si fosse affermato come partecipe della corruzione e possibile autore di un favoreggiamento personale, non erano utilizzabili ex art. 63, comma 2 cod. proc. pen. 5. Il Procuratore generale ha chiesto il rigetto dei ricorsi. 5.1 In merito al primo dei motivi di ricorso dei vari ricorrenti, il Procuratore ha osservato che in realtà il Tribunale aveva svolto il richiesto scrutinio di accertamento della concreta configurabilità del reato) richiamando anche la circostanza che le dichiarazioni contestate nella loro credibilità dai ricorrenti erano state ritenute sufficienti anche nella più rigorosa sede del riesame della misura cautelare personale emessa sulla base degli stessi elementi. 5.2 In relazione al secondo dei motivi di ricorso, il Procuratore ha richiamato la giurisprudenza a Sezioni Unite della Corte di Cassazione sulla applicabilità, in caso di illecito plurisoggettivo, del principio solidaristico che implica l'imputazione della intera azione e dell'effetto conseguente in capo a ciascun concorrente, con conseguente possibilità di sequestro preventivo e confisca per equivalente nei confronti di ciascuno dei concorrenti nel reato anche per l'intera entità del profitto. 5.3 In merito al terzo motivo di ricorso, quello relativo alla mancato accertamento della possibilità di una confisca (e quindi di un sequestro preventivo) in forma diretta, il Procuratore ha segnalato che la denunciata violazione di legge non aveva formato oggetto di impugnazione in sede di merito. CONSIDERATO IN DIRITTO 1. I ricorsi sono infondati e vanno rigettati, con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali ex art. 616 cod. proc. pen. 2

4 2. Va necessariamente ricordato in via preliminare che il ricorso per Cassazione contro ordinanze pronunciate in tema di misure cautelari reali è limitato, secondo quanto prevede l'art. 325, comma 1 cod. proc. pen., alle sole violazioni di legge tra le quali rientrano, in punto motivazione, solo la mancanza assoluta di motivazione o la presenza di motivazione meramente apparente ma non l'illogicità manifesta della stessa (Cass. Sez. Unite 28/1/2004 n. 5876, Ferazzi, Rv seguita da numerose altre pronunce del tutto conformi fino a Cass. Sez. 1 31/1/2012 n. 6821, Chiesi, Rv ); ciò si dice in quanto gran parte delle argomentazioni spese nei ricorsi degli indagati PARRELLA e D' ADDONA e, in parte, anche in quello dell'indagato PANCIONE, con il riferimento a profili di affidabilità e credibilità delle dichiarazioni dei chiamanti in correità e della effettiva esistenza di riscontri oggettivi alle stesse, introducono profili squisitamente di merito non consentiti nella specifica sede di legittimità e già direttamente trattati, poi, e debitamente decisi dal Tribunale di Benevento con una motivazione che non può certo essere definita né mancante né meramente apparente. 3. Sul punto specifico della configurabilità del reato, sollevato con i ricorsi del PANCIONE e del PARRELLA, va osservato che il Tribunale ha fatto corretta applicazione dei principi di diritto affermati dalla Corte di cassazione sul punto specifico in questione, anche di quello contenuto nella sentenza Macchione indicata invece dai ricorrenti come manifestazione di un orientamento contrario a quello adottato dal Tribunale. 3.1 D principio di diritto enunciato nella più rigorosa sentenza di cui si è detto più sopra (Cass. Sez. 6, 21/10/2015 n , Macchione, Rv ) afferma che ai fini dell'emissione del sequestro preventivo il giudice deve valutare la sussistenza in concreto del "fumus commissi delicti" attraverso una verifica puntuale e coerente delle risultanze processuali, tenendo nel debito conto le contestazioni difensive sull'esistenza della fattispecie dedotta, all'esito della quale possa sussumere la fattispecie concreta in quella legale e valutare la plausibilità di un giudizio prognostico in merito alla probabile condanna dell'imputato. 3.2 Il Tribunale, pur affermando di aderire ad un orientamento meno restrittivo, ha comunque svolto una motivazione che ha rispettato i criteri sopra richiamati, dato che sono state indicate, sia pure per sintesi, le fonti probatorie sulla base delle quali è stata affermata la concreta configurabilità del reato per il quale il sequestro è stato disposto ed è stata indicata tutta una serie di elementi di riscontro oggettivo esterno, quali il contenuto di intercettazioni telefoniche, le 3

5 dichiarazioni di un terzo soggetto e una consulenza tecnica; il Tribunale si è poi fatto carico delle osservazioni difensive circa alcune discrepanze contenute nelle dichiarazioni dei chiamanti in correità attribuendole al lungo tempo trascorso dal momento dei fatti ma riscontrando un nucleo dichiarativo stabile e definito, non certo messo in discussione dalla affermata (ma in termini del tutto generici e indimostrati) inutilizzabilità delle dichiarazioni del TRANFA, che si pongono come mero elemento di contorno rispetto ad un risultato indiziario già ampiamente raggiunto e altrettanto ampiamente giustificato. 3.3 Non c'è dubbio, quindi, che l'esame condotto dal Tribunale rispetta in pieno (anche) le indicazioni della sentenza MACCHIONE citata dalla difesa e si fa carico poi di un giudizio prognostico di fondata responsabilità degli indagati richiamando la circostanza che lo stesso materiale indiziario è stato ritenuto sufficiente anche in sede di riesame delle misure cautelare personali emesse sulla base dello stesso. 4. In merito alle ulteriori censure svolte nei motivi del PANCIONE e del PARRELLA in ordine alla mancata quantificazione della entità del profitto, alla mancata percezione di esso da parte del PARRELLA e al fatto che il prezzo del reato fosse stato calcolato in termini errati, va osservato che le censure in questione, oltre che riguardare anch'essi profili di merito non introducibili in questa sede di legittimità, non erano state sollevate con la richiesta di riesame, così che del tutto correttamente il Tribunale ha omesso di pronunciarsi sui punti sollevati. 4.1 In ogni caso va comunque conclusivamente osservato che le decisioni giurisprudenziali e i principi di diritto citati dal ricorrente riguardano i provvedimenti di confisca ex art. 322 ter cod. pen. pronunciati a conclusione del giudizio di merito, in cui tutti i profili oggi sollevati sono suscettibili di trovare pieno accertamento, e non la fase delle indagini e il correlativo provvedimento di sequestro preventivo, necessariamente incompleto ed indeterminato nei punti caratterizzanti indicati dal ricorrente, tanto più che un eventuale eccesso di quanto sottoposto a sequestro rispetto alla reale entità del profitto o del prezzo del reato può sicuramente essere richiesta in restituzione al pubblico ministero sotto la forma della revoca parziale ex art. 321, comma 3, prima parte cod. proc. pen. 4.2 Analoghe considerazioni valgono poi per la doglianza relativa al fatto che sia stato disposto il sequestro "per equivalente" senza praticare preventivamente la via del sequestro diretto, motivo tanto più infondato in quanto si tratta qui di 4

6 sequestro di denaro che è sempre, in realtà, sequestro diretto e non per equivalente. 5. Merita invece piena condivisione la decisione del Tribunale sul punto specifico della sequestrabilità dell'intero profitto del reato nei confronti anche di uno solo dei concorrenti nel reato stesso; l'ordinanza impugnata ha fatto infatti corretta applicazione dei principi di diritto enunciati dalla Corte di legittimità e debitamente riportati nel testo dell'ordinanza impugnata; le osservazioni critiche del ricorrente non sembrano poi cogliere nel segno, posto che il tema in questione è stato enunciato dalle Sezioni Unite in termini generali come principio di valenza astratta e onnicomprensiva tutte le volte in cui più persone concorrano in un reato che ha prodotto un profitto sequestrabile e/o confiscabile, purchè, naturalmente, l'entità di quanto sottoposto a vincolo reale non sia duplicata o ecceda l'ammontare complessivo del profitto stesso; l'orientamento di cui si dice ha trovato poi ulteriori conferme in pronunce successive a quella della Sezioni Unite in questione dove si è enunciato lo stesso principio di diritto senza alcun accenno ad una sua valenza residuale rispetto ad ipotesi di accertamento della pertinenza concreta "pro quota" del profitto stesso a questo o quell' indagato (Cass. Sez. 5 del 20/5/2015 n , Gilardi, Rv ) P.Q.M. Rigetta i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali. Così deciso il 25 gennaio Il Consiglier estensore Il Presidente Maurizio GIA ESINI Giacomo P OLONI