Ruolo e metodologia di utilizzo della vegetazione negli interventi di recupero. Reintroduzione della flora autoctona.

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1 Ruolo e metodologia di utilizzo della vegetazione negli interventi di recupero. Reintroduzione della flora autoctona. Graziano Rossi - Università di Pavia

2 PIANURA RECUPERO AMBIENTALE DELLE CAVE PROBLEMATICHE E POTENZIALITA -ALLA FINE GRANDI BACINI POST-ESCAVAZIONE ( LAGHI ) -SPONDE SCOSCESE, PROFONDITA NOTEVOLI -DIFFICOLTA PER INSERIRE LE PIANTE (MANCA SPAZIO, PROFONDITA NON IDONEE) -CONTROLLO LIVELLI IDRICI -CONNESSIONE CON I FIUMI, PROBLEMI DI SICUREZZA IDRAULICA -CONNESSIONE CON IL RETICOLO IDRAULICO DI SCOLO (EUTROFIZZAZIONE DELLE ACQUE) -FACILE INVASIONE DI ESOTICHE, ANCHE IN CORSO D OPERA -SUBSTRATO DI TIPO MINERALE, INADATTO, SE NON PER SPECIE POCO ESIGENTI -PARTE FERTILE DEL SUOLO PERSA? -DIFFICILE TROVARE SEMI E PIANTE ERBACEE DI SPECIE AUTOCTONE, LOCALI

3 ALLA FINE GRANDI BACINI POST- ESCAVAZIONE ( LAGHI )

4 LIVELLI IDRICI DIFFICILI DA CONTROLLARE

5 ESOTICHE INVASIVE. PIANTE: 15% IN LOMBARDIA, EMILIA-R

6 RECUPERO AMBIENTALE DELLE CAVE PROBLEMATICHE E POTENZIALITA MONTAGNA -DETURPAZIONE DEL PAESAGGIO -DANNEGGIAMENTO DELLE RISORSE NATURALI -PROBLEMI DI STABILITA DEI VERSANTI, EROSIONE -SUBSTRATO DI TIPO MINERALE, INADATTO, SE NON PER SPECIE POCO ESIGENTI -ACIDITA SUOLO MOLTO SPINTA (ph 9-10 su argille) -DIFFICILE TROVARE SEMI E PIANTE ERBACEE DI SPECIE AUTOCTONE, LOCALI -PARTE FERTILE DEL SUOLO PERSA? -ARIDITA ESTIVA, TROPPE PRECIPITAZIONI PRIMAVERILI -PROGRAMMARE INTERVENTI A SCALARE NEL TEMPO, MANUTENZIONE -MONITORAGGIO PLURIENNALE E AZIONI CORRETTIVE

7 IN EUROPA NEL DOPOGUERRA IL 50 % DELLE ZONE UMIDE SONO SCOMPARSE! BONIFICHE

8 NUOVI PERICOLI: CAMBIAMENTO CLIMATICO, SCIOGLIMENTO DEI GHIACCIAI, INNALZAMENTO DEL LIVELLO MARINO, INTROGRESSIONE DI ACQUA SALATA, SCOMPARSA AMBIENTI UMIDI DOLCICOLI COSTIERI, NECESSITA DI RICOSTRUIRLI PIU INTERNAMENTE (COME GIA PIANIFICATO PER LA GRAN BRETAGNA PER SALVAGUARDIA FAUNA ORNITICA) Valli di Comacchio Valle Mandriole o della Canna Mare Adriatico Ravenna

9 PUNTE ALBERETE, RAVENNA

10 Carta vegetazione reale Valle Mandriole RA SOPRAVVIVE SOLO LA CANNA DI PALUDE

11 Molte ex cave dell interno coinvolte (Russi, Alfonsine, Cotignola, Lugo) PROVINCIA DI RAVENNA, REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROGETTO RI.V.I.V.RO. RIEQUILIBRIO DELLA VEGETAZIONE, DEGLI INVERTEBRATI E DEI VERTEBRATI NELLA ROMAGNA OCCIDENTALE

12 DALLE CAVE ALLE ZONE UMIDE, PRATIVE E BOSCATE: RICOSTITUZIONE ECOSISTEMICA, AMBIENTALE E PAESAGGISTICA

13 IL RIPRISTINO AMBIENTALE DELLE CAVE COME OCCASIONE DI POTENZIAMENTO DELLA BIODIVERSITÀ, IN PARTICOLARE IN PIANURA PADANA- RER Possibilità di creare siti interessanti in quanto ormai rari nell ambito di paesaggi antropici (Pianura Padana): prati su suoli poveri in nutrienti e xero-termofili (su sabbie, argille), umidi e con acqua stagnate (zone umide), boschi. Possibilità di creare siti di crescita di piante rare o minacciate nelle zone circostanti. Contributo alla creazione di una rete ecologica sul territorio.

14 Recupero cave e conservazione biodiversità: contributo a mantenere impegni internazionali Il ripristino ambientale delle ex cave contribuisce a conseguire obiettivi ambientali fissati nei trattati internazionali: RETE NATURA 2000 (DIR. HABITATA 43/92) CD 2010 (per arrestare la perdita di biodiversità) Convenzione europea del paesaggio (per la riqualificazione paesistica del territorio) PROTOCOLLO DI KYOTO (per la mitigazione dei cambiamenti climatici) DIR. 2000/60/CE (in materia di acque) Sviluppo sostenibile

15 li aspetti naturalistici nel ripristino delle cave: studi base -Caratteristiche ecologiche ed ecosistemiche dei siti (acqua, flora presente e potenziale) -Aspetti vegetazionali: SUCCESSIONI NATURALI -Possibili interazioni con la sicurezza idraulica -Inquadramento paesaggistico e territoriale -Potenziale inserimento nella Rete ecologica -Possibilità d uso (ecoturismo ed attività ricreative)

16 Principi generali e linee guida Favorire l inserimento di specie adatte (autoctone), sfruttare le successioni naturali, (favorire la diversità, avviare e favorire processi di colonizzazione); Contenere e non favorire le esotiche invasive in funzione della diversificazione biologica, non solo boschi, ma ricostruire prati, zone umide (più facili da realizzare di un bosco, per altro!); in funzione del contesto socio-economico e culturale (ecoturismo ed attività ricreative, parco pubblico, oasi naturalistica); riconnessione ecologica ed ecosistemica.

17 Serie evolutiva naturale del processo di interramento modellamento delle sponde > sinuosità

18 Ricostruzione ecosistemica: il rispetto dei gradienti ecologici per aumentare la biodiversità IDROFITE ELOFITE RIZOFITE

19 Creazione di ZONE UMIDE con diverso livello dell acqua

20 Dispositivi di sopravvivenza per la reintroduzione di specie rare e/o minacciate Bio Haven Floating Island

21 GABBIE ANTI-GAMBERO Marsilea quadrifolia

22 Verso la ricostruzione di un agroecosistema: zone palustri, lanche e piccoli laghi, prati magri, bosco

23 Zone palustri, lanche e piccoli laghi di cava: es Fiume Po, ricostruzione di un ecosistema umido padano perifluviale scomparso o inattivo

24 I boschi planiziali di riferimento: querco-carpineto, querco-ulmeto ( grandi fiumi) e i boschi azonali (pioppeto a pioppo bianco e nero, saliceto e ontaneto) Gli alberi dominanti sono farnia, pioppo nero e olmo; nella radura a destra dominano il carpino bianco ed arbusti di nocciolo Da I Boschi d Italia (Pignatti, 1998).

25 Il Querco-ulmeto

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28 MODULI D IMPIANTO FORESTALE

29 Vegetazione legnosa, vari mdelli di impianto: file e macchie seriali Alberi e arbusti; Impianti a file, per permettere lavorazioni con macchine nei primi 2-3 anni; file mosse; manutenzione, diradamenti;

30 MANUTENZIONI POST IMPIANTO (8-10 ANNI) PER DIRADAMENTO, ELIMINARE EFFETTO FILE, RIMUOVERE MORTI, AVVICINARSI A STRUTTURA DEL BOSCO MATURO

31 INTERVENTI DILAZIONATI Introdurre anche le specie erbacee tipicamente nemorali: interventi preparatori, non subito tecniche d impianto ad hoc, che abbrevino e facilitino i processi naturali di colonizzazione e stabilizzazione verso situazioni mature TRAPIANTO DI ZOLLE CON NEMORALI ERBACEE DOPO 8-10 ANNI, CHE POI SI ESPANDONO, NON SEMINE

32 Arricchimento floristico Il sistema vivaistico e la certificazione di provenienza: l importanza del materiale autoctono di qualità e in quantita Nuphar luteum Raccolta di propaguli (semi, talee, rizomi, bulbi) per la propagazione di materiale autoctono, in natura, previo autorizzazione autorità competenti Astoni di salice Iris pseudacorus Butomus umbellatus LEUCOJUM AESTIVUM

33 CURARE CON ATTENZIONE LA PROVENIENZA Vivai pubblici in Emilia-R: es Scodogna-PR, ecc. CFS-CNCBF-VR VENETO AGRICOLTURA ERSAF-CFA LOMBARDIA Centro Flora Autoctona Regione Lombardia

34 RIBES Rete Italiana banche del germoplasma per la conservazione Ex Situ della flora italiana

35 Reintroduzione flora spontanea: specie comuni ma anche rare e/o minacciate Astoni di salice Marsilea quadrifolia Iris sibirica Osmunda regalis Leucojum vernum Leucojum aestivum Nymphoides peltata Trapa natans Iris pseudacorus Alisma plantago-aqatica Sagittaria sagittifolia Nymphaea alba Nuphar luteum Butomus umbellatus Nymphoides peltata Senecio paludosus

36 LINEE GUIDA PER LE REINTRODUZIONI

37 GRAZIE PER L ATTENZIONE Marsilea quadrifolia Iris sibirica Osmunda regalis Leucojum vernum Leucojum aestivum Astoni di salice Nymphoides peltata Trapa natans Iris pseudacorus Alisma plantago-aqatica Sagittaria sagittifolia Nymphaea alba Nuphar luteum Butomus umbellatus Nymphoides peltata Senecio paludosus

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