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1 GNGTS 2013 SeSSione 2.3 attività DI PreVeNZIoNe SISMICa NeLLa regione LaZIo a. Colombi Regione Lazio, Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative Introduzione. A partire dal 2010 fino al 2017, le Regioni italiane riceveranno dallo Stato contributi per la realizzazione di studi di Microzonazione Sismica (MS) e Interventi strutturali su Edifici Strategici pubblici ed Edifici Privati, con l obiettivo di esercitare azioni di prevenzione e mitigazione del Rischio Sismico (L. 77/2009). Il processo di conoscenza avviato sta portando anche a una crescita culturale dei Professionisti, siano essi Ingegneri, Architetti o Geologi, a un avvicinamento del mondo scientifico-accademico alle reali situazione di applicabilità delle norme e regole in materia di rischio sismico, togliendolo dal suo dorato isolamento in cui si era sempre mantenuto, e infine a un miglioramento delle metodologie di studio finalizzate a definire le caratteristiche, in senso lato, della risposta sismica del sistema terreno-opera. In questa ottica la Regione Lazio (Regione) sta continuando la sua opera di prevenzione sismica partita realmente, dopo un lungo periodo di silenzio durato prevalentemente fino al 2003, con la riclassificazione sismica a seguito dell OPCM 3274/03 e continuata in modo sempre più crescente partecipando, appoggiando e coofinanziando le iniziative che lo Stato proponeva alle Regioni. È necessario dire che in realtà la Regione già dal 1999 aveva inserito nella propria normativa di pianificazione i concetti di pericolosità e rischio sismico, MS e Edifici Strategici, obbligando ad inserire nelle relazioni geologiche a corredo della strumentazione urbanistica, carte e studi di merito (DGR 2649/99). L obiettivo è quello di raggiungere in pochi anni la conoscenza della pericolosità sismica locale di tutti i comuni della Regione andando oltre il limite di accelerazione attesa al suolo (a g ) uguale o maggiore di 0.125g, imposta per normativa (OPCM 3907/10). 362

2 GNGTS 2013 Sessione 2.3 Il territorio della Regione è esposto a diversi rischi naturali, tra cui quello sismico. Nel corso degli ultimi 150 anni ci sono stati risentimenti con danneggiamenti e perdite di vite umane per il terremoti avvenuti nella zona di Avezzano (1915), di San Donato Val Comino (1984), terremoto dell Umbria-Marche (1997) e per l evento sismico che ha colpito la zona dell Aquilano nel Inoltre terremoti di media intensità, ma molto frequenti, avvengono nella zona viterbese e dei Colli Albani, mentre terremoti molto forti, ma relativamente poco frequenti, avvengono invece nelle zone appenniniche della provincia di Rieti e del basso Frusinate. La zonazione sismica della Regione in base alla DGR Lazio n. 387/09 prevede tre zone sismiche e i 378 comuni sono classificati in percentuale rispetto alla superficie, alla popolazione e al numero di comuni totali secondo quanto indicato nella Tab. 1: Tab. 1 Rapporto fra zone sismiche e percentuale di comuni, popolazione e superficie. Zona Sismica % Comuni % Popolazione % Superficie Dopo il terremoto del Molise 2002, quando 27 bambini morirono nel crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, una serie di iniziative a scala nazionale furono implementate per la mitigazione del rischio sismico. Attività di Prevenzione. Anche la Regione, come le altre regioni italiane, ha formulato il suo piano di prevenzione sismica che si divide in a) misure non strutturali e b) misure strutturali. Le attività di Prevenzione Sismica che la Regione sta svolgendo dagli inizi del 2000, fortunatamente sempre in tempo di pace sismica, si orienta su cinque filoni principali. 1. Pericolosità sismica di base (Zonazione Sismica); 2. Effetti locali per amplificazione di sito a seguito di un terremoto (MS); 3. Verifiche Sismiche e Interventi di Adeguamento Sismico su edifici strategici o rilevanti ai fini di Protezione Civile; 4. Normativa, Linee Guida e regolamentazioni per la prevenzione sismica in sede di pianificazione urbanistica e territoriale; 5. Formazione e Divulgazione. Relativamente alle misure non strutturali, sono sati predisposti corsi di formazione sulle nuove norme tecniche emanate in Italia dopo il 2003, sono stati effettuati studi per la riclassificazione sismica del territorio avvenuta con due atti normativi nel 2003 e nel 2009 (DGR 387/09) il cui risultato è visibile nella tabella sopra evidenziata. Inoltre sono stati eseguiti studi pilota in MS che hanno permesso di redigere delle Linee Guida Regionali (DGR 545/10). Questo ultimo punto presenta un carattere di eccellenza nella Regione in quanto la MS costituisce un valido e ormai riconosciuto strumento per analizzare la pericolosità sismica locale applicabile alla pianificazione urbanistica, territoriale e per l emergenza. Ai fini pianificatori è fondamentale identificare qualitativamente e/o quantitativamente gli effetti di amplificazione del moto sismico e di instabilità attraverso una serie di azioni che, partendo dai risultati delle analisi di pericolosità sismica di base, analizzino i caratteri sismici, geologici, geomorfologici e geologico-tecnici del sito. La Regione ha previsto l erogazione di aiuti economici sotto forma di contributo per la predisposizione dei Livelli di MS di Livello 1 (livello di base) per tutti i Comuni del Lazio (DGR 545/10). Nel periodo La Regione con tre diversi atti normativi ha strutturato l esecuzione dei tre livelli di Microzonazione Sismica sul territorio regionale (DGR 545/10, DGR490/11, DGR 535/12). Come punta di eccellenza è l emanazione di Abachi Regionali per il secondo livello (DGR 490/11) che al momento appaiono gli unici emanati a livello regionale dopo gli Indirizzi e Criteri Nazionali emanati nel 2008 (ICMS GdL 2008). 363

3 GNGTS 2013 SeSSione 2.3 La Regione è oggi, forse, una delle poche regioni italiane in cui gli studi di MS sono stati regolamentati e resi vincolanti per il governo del territorio e per la pianificazione urbanistica, con l adozione dei risultati da parte delle autorità locali come si evince in Fig. 1. Fig. 1 Studi di Livello 1 di MS programmati nella Regione Lazio. Sempre tra le misure non strutturali è stato implementato un piano di verifiche del livello di adeguatezza sismica di edifici strategici e rilevanti. Le verifiche sismiche e gli interventi di adeguamento sismico su edifici strategici hanno la funzione di fotografare lo stato strutturale degli edifici costruiti prima dell entrata in vigore delle norme antisismiche in Italia (anni 1983/84), in relazione alle nuove norme tecniche sulle costruzioni (DM 2008). Il primo passo è stata la definizione di Edifici strategici e rilevanti (OPCM 3274/03) attraverso un programma regionale e sono state finanziate, congiuntamente allo Stato, verifiche sismiche per le due annualità come indicato in Tab. 2. Tab. 2 Piano Regionale per le Verifiche Sismiche nelle annualità Primo anno numero delle strutture Primo anno Fondi in Secondo anno numero delle strutture Secondo anno Fondi in VERIFICHE INTERVENTI TOTALE Totale nelle due annualità Totale fondi regionali Totale fondi Stato

4 GNGTS 2013 Sessione 2.3 Si doveva verificare, quindi, quale fosse il rapporto di capacità strutturale dell edificio e la domanda da normativa. Il rapporto che ne deriva è il cosiddetto Indice di Rischio Strutturale che sta a significare il grado di allineamento della struttura con le nuove norme tecniche. Alla fine del processo di verifica delle due annualità, 1107 edifici sono stati verificati sismicamente; la Regione ha pubblicato una Delibera di Giunta con la graduatoria in base all IR (DGR 220/11) e nella figura 1 si nota come le Scuole raggiungano quasi il 53% degli edifici. Fig. 2 Risultato delle verifiche sismiche eseguite nella Regione Lazio. Quasi il 53% delle strutture verificate sono Scuole, seguite da Chiese (>13%), Infrastrutture (>12%) e Municipi (>10%). In termini di risultato strutturale, quindi, più del 50% degli edifici sottoposti a valutazioni sismiche presenta un rischio strutturale, mentre il 33,7% presenta un rischio medio e solo il 15,5% degli edifici è in linea con i codici tecnici reali. La scelta operata dalla Regione fu quella di focalizzare le verifiche preferibilmente e preliminarmente all interno dei Comuni classificati in Zona Sismica 1 e 2. Il 20% delle verifiche sono state eseguite su strutture in Zona Sismica 1. Più del 66% delle strutture verificate si trovano in situazione pianeggiante o sub-pianeggiante, mentre soltanto il 13% in situazione di possibile forte amplificazione topografica (T3 o T4). Per quanto riguarda l amplificazione di sito dovuta alla stratigrafia locale, più del 27% delle strutture poggiano su un suolo tipo A. Più del 57% si trova su suoli di tipo B o C. Meno del 10% si trovano in categoria di suolo D, la peggiore. Più del 9% si trova su suoli di tipo E. Quasi il 60% delle strutture verificate sismicamente sono in muratura e circa il 35% in cemento armato. Tutte le strutture sono state costruite prima del 1980, ma molte di queste addirittura prima del Il 61% presentano regolarità in pianta e in altezza. Il Programma prevedeva che il Professionista potesse scegliere il metodo di analisi (lineare o non lineare) per ottenere il dato di capacità della struttura da verificare. Circa il 48% ha scelto il metodo di analisi non lineare (la maggioranza ha eseguito la Push-Over) e più del 50% l analisi lineare con preferenza per la Dinamica Modale. Facendo riferimento alla storia della zonazione sismica italiana e all evoluzione delle Norme Tecniche dal 1908 (Terremoto di Messina) fino al 1984 (prima vera zonazione sismica nazionale), possiamo identificare tre anni fondamentali (Tabb. 3 e 4): 1917, anno delle norme tecniche dopo il terremoto di Avezzano (parte dei Comuni Laziali furono classificati); 1950, inizio della ricostruzione dopo la fine della seconda guerra mondiale; 1976, anno dell emanazione delle nuove Norme Tecniche (per allora). Tab. 3 Percentuale strutture in muratura in relazione al valore di IR e all anno di costruzione. prima dopo 1976 Alto Rischio (α 0.3) 68,9% 65,3% 49,4% 0,0% Medio Rischio (0.3< α <0.7) 26,1% 24,0% 32,7% 0,0% Basso Rischio (α 0.7) 5,0% 10,7% 17,9% 100,0% 365

5 GNGTS 2013 SeSSione 2.3 Tab. 4 Percentuale strutture in ca in relazione al valore di IR e all anno di costruzione. prima dopo 1976 Alto Rischio (α 0.3) 75,0% 68,8% 71,9%) 81,3% Medio Rischio (0.3< α <0.7) 25,0% 12,5% 18,4%) 6,3% Basso Rischio (α 0.7) 0,0% 18,8% 9,6%) 12,5% I risultati delle verifiche sismiche forniscono le informazioni per decidere la priorità per le misure strutturali. In seguito la classifica in base al valore dell indice di rischio e identificato da un atto di legge regionale nel 2011, i primi 70 edifici strategici o scuole opere di riabilitazione sono stati finanziati per un totale di circa 40 milioni. Sulla base dell elenco delle strutture indicato dalla DGR Lazio n. 220/11, per finanziare gli interventi di tutti i 1107 edifici strategici e/o rilevanti servirebbero: per l Adeguamento sismico (costo 200 /m 3 ) Ml, cioè equivalente a 188 / residente del Lazio ovvero 432 /famiglia laziale; per il Miglioramento Sismico (costo 150 /m 3 ) 777 Ml. Per finanziare gli interventi dei 240 edifici ad Alto Rischio (IR 0.1) servirebbero invece: per l Adeguamento sismico 279 Ml, cioè equivalente a 50 /residente del Lazio ovvero 99 /famiglia laziale; miglioramento Sismico 209 Ml. Sommando i costi per gli interventi per il dissesto idrogeologico si arriva a circa Ml di, circa il 6.6% del bilancio regionale che per il 2013 è di circa Milioni di Euro. Sviluppi futuri. Come misure non strutturali saranno realizzate una piattaforma GIS per la valutazione del rischio sismico in tempo reale, tenendo conto sia dei risultati della MS che i risultati delle verifiche sismiche. Lo strumento consente la pianificazione di misure strutturali e per la pianificazione di emergenza. Coprire la totalità degli edifici strategici e rilevanti, almeno di proprietà pubblica e in zona sismica 1, 2A e 2B. Incrementare il finanziamento per gli interventi di adeguamento o miglioramento sismico degli edifici già verificati. Coordinamento con le diverse strutture regionali per ottimizzare le risorse impiegate ed evitare perdita di finanziamenti. Soprattutto far crescere la responsabilità nei proprietari che è fondamentale adeguare sismicamente un edificio piuttosto che rifare i bagni o i pavimenti. Bibliografia DGR Lazio n. 220 del 22 maggio Elenco programmatico delle strutture strategiche o rilevanti (edifici e ponti) sottoposte a verifiche sismiche per l Annualità 2004 e 2005, ai sensi dell Art. 2 dell OPCM 3274/2003 e dell All. 2 della DGR Lazio n. 387/2009, per la riduzione del rischio sismico. DGR Lazio n. 387 del 22 maggio Nuova classificazione sismica del territorio della Regione Lazio in applicazione dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 28 Aprile 2006 e della DGR Lazio 766/03; DGR Lazio n. 490 del 21 ottobre Approvazione degli Abachi Regionali per gli studi di Livello 2 di Microzonazione Sismica ai sensi della DGR Lazio n. 545 del 26 dicembre 2010 e delle relative procedure di applicazione nell ambito del rilascio del parere ai sensi dell art. 89 del DPR del 6 giugno 2001 n DGR Lazio n. 535 del 2 novembre Modifiche alla DGR Lazio n. 545 del 26 novembre 2010 e alla DGR Lazio n. 490 del 21 ottobre DGR Lazio n. 545 del 26 novembre Approvazione Linee Guida per l utilizzo degli Indirizzi e Criteri generali per gli studi di Microzonazione Sismica nel territorio della Regione Lazio di cui alla D.G.R. n. 387/2009. Modifica della D.G.R. n. 2649/1999. DGR Lazio n del 18 maggio Linee guida e la documentazione per l indagine geologica e vegetazionale in estensione alla L. 64/74; Decreto Ministeriale Infrastrutture e Trasporti del 14 gennaio Nuove Norme Tecniche per le costruzioni; Gruppo di lavoro MS (2008) - Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica, Dipartimento della Protezione Civile e Conferenza delle Regioni e Province Autonome, 3 vol. e DVD. 366

6 GNGTS 2013 Sessione 2.3 Legge del 24 giugno 2009, n Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile; Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo 2003 e s.m.i. - Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica; Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 13 novembre Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico. 367

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