Le azioni del Piano Regionale della Prevenzione per promuovere il consumo di alimenti salutari

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1 Le azioni del Piano Regionale della Prevenzione per promuovere il consumo di alimenti salutari Imola 19 novembre 2015 Marina Fridel Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica Regione Emilia-Romagna Piano regionale della Prevenzione È lo strumento di riferimento per tutti gli interventi e i programmi che le Aziende sanitarie devono attivare e realizzare nei prossimi anni per la tutela e la promozione della salute

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3 Malattie croniche e stili di vita degli Emiliano-Romagnoli Dati Sistema di Sorveglianza PASSI In Emilia-Romagna un terzo dei cittadini (tra anni) ha una malattia cronica ,39 31,3 31,6 20 9,1 9,4 6,4 14,09 13,1 12,2 0 % anni anni anni Ausl Romagna Emilia-Romagna* Italia* Dati PASSI

4 In Italia solo uno su tre pratica sufficiente attività fisica, in ER va meglio ma si può migliorare molto. Ausl Romagna Emilia Romagna Italia % 20% 40% 60% 80% 100% attivi parzialmente attivi sedentari Dati studio PASSI Un terzo di cittadini sono fumatori Ausl Romagna Emilia Romagna Italia % 20% 40% 60% 80% 100% non fumatori ex fumatori fumatori Dati studio PASSI

5 40% di sovrappeso e obesi Ausl Romagna Emilia Romagna Italia % 20% 40% 60% 80% 100% sottopeso normopeso sovrappeso obesi Dati studio PASSI Per favorire l adozione di comportamenti salutari si agisce su diversi fattori: individuali (conoscenze, abilità, credenze) interpersonali (reti familiari, amicali e sociali) di contesto (disponibilità di risorse per la salute, creazione di ambienti favorevoli )

6 Cosa determina o sostiene un comportamento o stile di vita? Conoscenze, credenze, valori, atteggiamenti Famiglia, amici, colleghi di lavoro, massmedia Comportamenti Stili di vita Ambiente Salute Accesso alle risorse, leggi, modello di Green-Kreuter (parziale) Sono molti gli attori sociali che possono facilitare le scelte di salute

7 DPCM 4/Maggio/2007 Le strategie Intervenire su più fattori responsabili dell adozione del comportamento. Utilizzo di una strategia di intervento di tipo pratico esperienziale. Attività che sviluppano l empowerment comunitario Attività con forte approccio socializzante Intersettorialità e valorizzazione delle risorse locali: ambientali ( utilizzo di spazi e ambienti pubblici), sociali (volontariato, associazionismo) ed economiche (mondo produttivo).

8 Si intendono realizzare iniziative e interventi che favoriscono : le scelte di salute, l'informazione e l'educazione nutrizionale, la socializzazione, il supporto al cambiamento dei comportamenti alimentari nella popolazione generale, con particolare attenzione ai gruppi di popolazione più vulnerabili. L accessibilità ad alimenti salutari e la promozione di corrette scelte di alimenti sono alla base della riduzione delle iniquità in salute ed è pertanto necessario progettare interventi universalistici e diffondere messaggi nutrizionali adatti a target molto eterogenei.

9 Ristorazione pubblica Costituisce un contesto privilegiato per favorire l'acquisizione da parte dei consumatori di scelte alimentari corrette attraverso la disponibilità di informazioni, ma sopratutto di pasti bilanciati sotto il profilo nutrizionale Ristorazione pubblica Aumentare la possibilità per chi mangia fuori casa di consumare un pasto di qualità, gustoso e bilanciato dal punto di vista nutrizionale

10 Obiettivo specifico: Sensibilizzare e formare gli addetti alla produzione e somministrazione affinché la qualità nutrizionale divenga una prerogativa importante dei loro prodotti Ruolo importante del ristoratore: Collabora alla promozione della salute: Orienta e facilita le scelte del consumatore Promuove il progetto e i suoi benefici in termini di salute, gusto

11 Panificatori: Promotori di salute Le Associazioni di categoria e i PANIFICATORI svolgono un ruolo fondamentale nel favorire i comportamenti salutari: promuovono linee di prodotti alimentari adatte ad una alimentazione corretta

12 E dimostrato lo stretto legame tra quantità di sale assunta con la dieta e pressione arteriosa. Ridurre il contenuto di sale aiuta a mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali e quindi ridurre il rischio di infarto e ictus Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità il consumo di sale non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno, (l equivalente di 1 cucchiaino da the) In realtà il consumo medio in Emilia- Romagna è pari a 10 grammi al giorno per gli uomini e a 8 per le donne

13 Il pane, consumato tutti i giorni ed in quantità elevate, apporta più sale rispetto ad altri alimenti Protocollo d intesa Il 24 aprile 2013 è stato siglato il protocollo d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Associazioni di categoria della panificazione per: lariduzione del sale nel pane (sale non superiore al 1,7%, riferito al peso della farina) ladiffusione del pane a qualità controllata

14 Rispetto al pane abitualmente in commercio la riduzione di sale è di circa il 15%, tale da non cambiarne il sapore, ma da produrre nel tempo effetti positivi sulla salute visto che si tratta di un prodotto consumato quotidianamente

15 Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione: interventi di formazione e informazione rivolti ai panificatori l informazione dei consumatori Laboratori per consumatori consapevoli Incontri teorico-pratici per sapersi orientare nell acquisto e consumo di alimenti salutari e al giusto costo, per imparare come conservarli e ridurre lo spreco.

16 Cittadini promotori di stili alimentari salutari Corsi di formazione teorico-pratici rivolti a cittadini per l acquisizione di conoscenze e abilità per cucinare in modo gustoso e salutare e disponibili a diffondere nella comunità le competenze e conoscenze acquisite attraverso iniziative di socializzazione (es organizzando cene socio educative con amici). I primi anni di vita rappresentano una finestra eccezionale di osservazione e intervento per la promozione della salute in quanto rappresentano il periodo in cui vengono poste le basi fisiche, cognitive e socio relazionali dell intera esistenza di ciascun individuo. L esposizione a fattori di rischio in età precoce può condizionare l intero arco di vita dell individuo.

17 Promozione di una cultura condivisa fra gli operatori sanitari per la diffusione di adeguate e univoche informazioni su corretti stili di vita, alle donne in gravidanza e ai neo genitori con il coinvolgimento di enti/servizi che si occupano di sostegno alla genitorialità 33 Promozione sani stili di vita in gravidanza Predisposizione linee guida e materiali informativi Formazione del personale sanitario Promozione sani stili di vita durante corsi preparazione parto Predisposizione soluzioni per favorire attività fisica equilibrata - Documento regionale sul tema - Materiali divulgativi su sani stili di vita durante la gravidanza ed il post parto - Campagna informativa Tematiche; - Stili di vita sani - Alimentazione - Movimento - Fumo - Momenti informativi - Diffusione materiali specifici -Censimento e pubblicizzazione centri sportivi -Formazione istruttori -Incentivi (es. promozioni economiche per accesso a piscine o palestre informate)

18 Promozione sani stili di vita nelle neo-famiglie Attività con PLS e MMG Counseling su gruppi a rischio (individuati dai PLS e MMG) Promozione attività fisica nei famigliari Promozione sana alimentazione nidi e scuole infanzia -Formazione condivisa -Predisposizione e diffusione materiale informativo -Predisposizione ed uso strumenti di rilevazione e di valutazione - Counseling famigliare di bambini obesi Promozione uso piscine, palestre, impianti sportivi, spazi pubblici dove svolgere attività fisica -Valutazione menù Predisposizione protocolli diete speciali -Promozione merende salutari - Sviluppo progetti educativi a scuola

19 Ruolo protettivo dell allattamento al seno nei confronti obesità Regione Emilia-Romagna è impegnata dal 1999 nel monitoraggio dei tassi di allattamento al seno come previsto dall obiettivo 6 della D.G.R n. 533/2008 (strumenti di monitoraggio per la promozione dell allattamento al seno) e nell implementazione di progetti volti alla protezione, promozione e sostegno di questa pratica.

20 Tutti gli elementi del contesto scolastico che influenzano le abitudini alimentari degli alunni e della comunità scolastica, in particolare l offerta alimentare a scuola, costituiscono quello che possiamo definire ambiente alimentare scolastico che può essere orientato verso l adozione di sane abitudini alimentari nei bambini e nei ragazzi. Evidenze sull efficacia degli interventi per promuovere sana alimentazione Fattore di successo principale è : rendere l intera comunità scolastica un ambiente che promuove salute, coinvolgere gli insegnanti, la famiglia elacomunità locale attraverso azioni e messaggi coerenti che riguardano tutto l ambiente alimentare scolastico

21 Delibera regionale n. 418 del 10 Aprile 2012 Linee guida per l offerta di alimenti e bevande salutari nelle scuole e strumenti per la sua valutazione e controllo Definiscono gli standard nutrizionali regionali di riferimento per gli alimenti e le bevande venduti o forniti presso le scuole Riguardano tutto l ambiente alimentare scolastico: refezione scolastica, distributori automatici o servizi bar situati all interno delle scuole 41 Standard nutrizionali regionali rappresentano un riferimento/obiettivo nutrizionale rivolto alla scuola pubblica e privata costituiscono uno strumento concreto per garantire una uniformità sul territorio regionale; consentono il monitoraggio nel tempo per valutare il miglioramento della qualità del cibo offerto. 42

22 Campagna regionale Mangiar sano dà più slancio alla vita

23 Valutazione dei menù delle strutture scolastiche pubbliche e private con ristorazione: 2013 : Standard nutrizionali sono applicati nel 85% 2014: Standard nutrizionali sono applicati nel 91% L applicazione degli standard nei distributori automatici risultano applicati in parte : Maggiori criticità riguardano: la presenza di snack con elevato apporto di grassi saturi, bevande con aggiunta di zuccheri, assenza di frutta e verdura, cereali integrali, succo di frutta al 100%. Conclusioni Per raggiungere gli obiettivi occorre: coinvolgere nel percorso non solo gli operatori sanitari, ma tutte le risorse presenti nella comunità e nei territori: i Comuni, la scuola, le forze imprenditoriali, le Associazioni di volontariato... assicurare un informazione univoca e coerente in tutti contesti

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