LAVORI DI ADATTAMENTO ED ADEGUAMENTO DEL 3 PIANO DEI MODULI L1-L2

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2 LAVORI DI ADATTAMENTO ED ADEGUAMENTO DEL 3 PIANO DEI MODULI L1-L2 DEL COMPLESSO UNIVERSITARIO SAN GIOVANNI PER LA IOS DEVELOPER ACADEMY Sommario 1. Premessa Descrizione dei luoghi Descrizione dell intervento Attività svolte e Normativa di riferimento Caratteristiche costruttive dell edificio ai fini antincendio Misure per l evacuazione in caso di incendio Strategie antincendio attive

3 RELAZIONE TECNICA 1. Premessa L Università degli studi di Napoli Federico II ospita la prima ios Developer Academy europea in una partnership con Apple che offrirà a centinaia di studenti l opportunità di affinare competenze tecniche finalizzate allo sviluppo di software per l ecosistema delle app. L evento ha avuto ampie ripercussioni mediatiche sui principali mezzi di informazione sia su scala nazionale che internazionale. Per l occasione è stata realizzata a Napoli una struttura dedicata all interno del nuovo Campus di San Giovanni a Teduccio in cui saranno disponibili laboratori ad altissima tecnologia oltre che i più recenti strumenti hardware e software di Apple. La ios Developer Academy ha aperto il primo anno di corsi nell Ottobre 2016 con 200 studenti iscritti, utilizzando per le lezioni gli spazi collocati al secondo piano. Per ampliare il bacino di studenti fino alle 800 unità previste, si renderà necessario utilizzare la superficie del terzo piano degli stessi moduli, mediante una serie di interventi per l adattamento degli spazi esistenti, inizialmente concepiti e realizzati per altre finalità previste nel progetto originale del Complesso. I lavori di riorganizzazione funzionale degli spazi interesseranno una superficie di circa 4500 m 2 e comporteranno la modifica delle destinazioni d uso attuali, da uffici, studi, sale riunioni, laboratori chimici, ecc. alla realizzazione di ambienti open space sul modello degli spazi di lavoro presenti nella sede storica californiana di Cupertino. L obiettivo dell intervento è la modifica della distribuzione interna, con la relativa modifica degli impianti, al fine di realizzare grandi open space destinati ad aule, laboratori, ambienti di lavoro ecc., cioè spazi di grandi dimensioni delimitati dalle facciate perimetrali dell'edificio, dalle pareti compartimentali interne e dalle superfici orizzontali (pavimenti e soffitti). Nel dettaglio, l intervento prevede la rimozione di tutta l impiantistica elettrica e termomeccanica, la rimozione/demolizione di tutte la distribuzione interna, compreso i controsoffitti, lasciando in essere solo i nuclei scala, con annessi ascensori e cavedi, i nuclei WC e le logge esterne. Gli ampi spazi cosi ricavati saranno destinati ad open space con destinazioni diverse, asservite dalle relative nuove componenti impiantistiche. A servizio degli open space saranno 2

4 SGTL1.1816L ripartizione realizzati pochi locali confinati da destinare a uffici, depositi, sale server, ecc.. Al fine di preservare le quote fisse dei locali esistenti destinati a servizi igienici, scale, ascensori, cavedi, logge, ecc. si prevede, ove necessario, la realizzazione di pavimenti sopraelevati, raccordati da idonee rampe di accesso, installati in sovrapposizione agli esistenti, al fine di consentire la distribuzione impiantistica per raggiungere le numerose postazioni di lavoro/studio degli open space. Fanno parte integrante dell appalto, la fornitura e posa in opera di tutta la componentistica IT e gli arredi per allestire il centro pronto all uso. 2. Descrizione dei luoghi Il Complesso Universitario di San Giovanni è stato progettato prevedendo la realizzazione dell intero intervento per successivi lotti funzionali, denominati moduli, corrispondenti ad edifici e/o porzioni di essi, destinati a : - laboratori leggeri e pesanti (moduli L1, L2, L3); - parcheggi pertinenziali e parco pubblico (modulo P); - sala Congressi, aule didattiche e spazio studenti (modulo C) ; - aule/laboratori e Dipartimenti (moduli A1-A2, A3-D, A4-A5, A6-A7). Planimetria del Complesso Universitario di San Giovanni a Teduccio 3

5 Vista satellitare dell edificio che ospita i moduli L1, L2 e L3 Con riferimento agli aspetti associati alla prevenzione incendi, è stato rilasciato un primo parere di conformità con prot. n. 4471/05 Prat. n Nel corso della progettazione esecutiva è stata ripresentata una seconda richiesta di parere di conformità del progetto al Comando di Napoli, di cui all art. 2 c. 2 del D.P.R. 37 del 12/01/1998, in data 06/10/2010 con prot. n , per subentrati aggiornamenti normativi nel corso della progettazione. Il parere favorevole sulla sua conformità alla normativa antincendio è stato rilasciato in data 24/12/2010 con prot. n , di cui si allega copia. Pianta del terzo piano esistente dei moduli L1 e L2 4

6 I moduli L1 ed L2, oggetto dell intervento, costituiscono un unico blocco articolato su tre piani serviti da n. 6 nuclei scale, dotate di rampe con larghezza 180 cm, e n. 8 ascensori con portata max 10 persone. Il piano terzo si articola su una superficie complessiva di mq e presenta attualmente le seguenti destinazioni d uso: - Nuclei scale, cavedi e ascensori per una sup. totale di mq 520; - Area Servizi igienici per una sup. totale di mq 227; - Area Logge per una sup. totale di mq Didattica, ricerca e amministrazione per una sup. totale di mq Descrizione dell intervento L intervento di adattamento degli spazi al piano terzo dei moduli L1 e L2 prevede la modifica totale della distribuzione interna, con relativa riconfigurazione degli impianti tecnologici esistenti, senza intervenire sulle pareti compartimentali interne e rispettando la morfologia delle superfici orizzontali (pavimenti e soffitti). Pianta del terzo piano di progetto dei moduli L1 e L2 Attività principali negli ambienti di progetto Le attività ios Developer Academy si svolgono in cinque distinte tipologie di locali definiti dalla natura delle attività didattiche e di accessorio in essi svolte: 1) LAB (Laboraty) Laboratori didattici, caratterizzati dalla presenza di postazioni di lavoro per 3 operatori accessoriate da alimentazione e rete dati, monitor TV 90 montati su tralicci 5

7 e lavagna in vetro montate su tralicci. Qui si terrranno le lezioni dei tutor, che utilizzeranno una delle postazioni come punto cattedra. 2) CoP (Collaborative Space) Spazi collaborativi, caratterizzati dalla presenza di divani e tavolini, monitor Tv 70 montati all interno di totem monofronte e bifronte dove gli studenti, aggregati in diversi gruppi di lavoro, svilupperanno le loro idee a seguito delle indicazioni ricevute dai tutor. 3) B (Boardroom) Sale riunioni, accessoriate con un tavolo da riunioni provvisto di alimentazione per ciascuna seduta e rete dati solo per due postazioni, che potranno interloquire con monitor TV 90 montati su tralicci o a parete. Qui ogni gruppo di lavoro potrà presentare la propria idea agli altri componenti del proprio laboratorio, così come sviluppata negli spazi collaborativi,. 4) MC (Main Classroom) Aula da 200 posti, dove tutti gli studenti dei diversi laboratori potranno confrontarsi fra loro. L aula avrà sedute del tipo poltroncine con rotazione a 360, che consentiranno libertà di aggregazione, monitor TV 90 montati su tralicci e a parete, controllati da un paio di postazioni dati allocate al centro dell aula. 5) LoK (Lockers room), Stanze armadietti dove gli studenti potranno riporre i loro effetti personali I laboratori didattici (LAB), gli spazi collaborativi (CoP), le sale riunioni (B) e le stanze armadietti (LoK) saranno sistemati in gruppi di 4 e nello specifico : LAB1 da 19 postazioni per 3 studenti + 1 postazione per il turor (Table teacher TT) n. 5 monitor TV 90 montati su traliccio, n.5 lavagne in vetro su traliccio; Cop1 con 14 divanetti biposti, n.26 sedute, n.2 totem monofronte e n. 1 totem bifronte; B1 con tavolo da riunione per 14 sedute e n.1 monitor TV 90 montati a parete: Lok1 accessoriato da n.12 armadietti e n.2 panche LAB2 da 12 postazioni per 3 studenti + 1 postazione per il turor (Table teacher TT), n. 4 monitor TV 90 montati su traliccio, n.2 lavagne in vetro a parete; 6

8 Cop2 con 12 divanetti biposti, n.12 sedute, n.3 totem monofronte e n. 1 totem bifronte; B2 con tavolo da riunione per 14 sedute e n.2 monitor TV 90 montati su traliccio: Lok2 accessoriato da n.25 armadietti e n.3 panche LAB3 da 24 postazioni per 3 studenti + 1 postazione per il turor (Table teacher TT) n. 8 monitor TV 90 montati su traliccio, n.5 lavagne in vetro su traliccio; Cop3 con 9 divanetti biposti, n.6 sedute, n.2 totem monofronte ; B3 con tavolo da riunione per 10 sedute e n.1 monitor TV 90 montati a parete: Lok3 accessoriato da n.60 armadietti e n.8 panche 7

9 LAB4 da 12 postazioni per 3 studenti + 1 postazione per il turor (Table teacher TT) n. 4 monitor TV 90 montati su traliccio, n.2 lavagne in vetro su traliccio; Cop4 con 11 divanetti biposti, n.11 sedute, n.2 totem monofronte, n.1 totem bifronte; Lok4 accessoriato da n.30 armadietti e n.2 panche. 8

10 Le parete dei locali, dove si svolgeranno le attività di didattica, saranno rivestiti da pannelli fonoassorbenti con colori differenziati per ciascun laboratorio. Si segnala la realizzazione di una parete in cartongesso di separazione fra il LAB3 e il CoP3 non a tutta altezza con tiranti di sostegno di passo cm 80/90 opportunamente insonorizzata. Attività accessorie Le attività didattiche predominanti della ios Developer Academy si completano di attività accessorie e di servizio di seguito elencate : - WA (Welcom Area) Spazio di benvenuto dove gli studenti e i tutor possono illustrare le loro attività agli esterni. Tale spazio è caratterizzato da un bancone tipo reception accessoriato da pc e da zone relax/conversazione. - A (Techincal and administration office) Uffici tecnici ed amministrativi del tipo dirigenziale con tavolo riunioni e zona conversazione (A1) e di tipo operativo ad 1 postazione (A2 3 A3) e di tipo operativo a 2 postazioni (A4). - V1 (Video room) Stanza video da utilizzare come laboratorio per montaggio video. - K (Cucina) Zona ristoro accessoriata con una cucina completa da ml 7,10, tavolo, sedie e divanetti relax. - Co3 Spazio disimpegno /zona relax. - L Logge attrezzate come spazi esterni per relax accessoriati da divanetti e panche. - LT Locali tecnici. -WC Area servizi igieni. 9

11 I lavori di adattamento del piano terzo dei Moduli L1 e L2 saranno articolati nelle seguenti fasi esecutive, nel rispetto delle delimitazioni delle compartimentazioni di piano: - Fase 1 Spazi al piano terzo modulo L2; - Fase 2 Parte degli spazi al piano terzo del modulo L1 rientranti nella zona denominata L1B; - Fase 3 Parte degli spazi al piano terzo del modulo L1 rientranti nella zona denominata L1A; Il completamento di ciascuna fase consentirà l utilizzo autonomo di quella parte dell edificio ultimata, che potrà essere a disposizione dell utenza, indipendentemente dal completamento della fase successiva. Quindi, anche gli impianti, compresi quelli antincendio, saranno funzionanti autonomamente per ciascuna di dette fasi, indipendentemente dal completamento delle altre, in modo da garantire la sicurezza per l utenza. 10

12 4. Attività svolte e Normativa di riferimento Le attività svolte nelle aree oggetto di intervento e che riguardano le tipologie di lavoro, soggette ai controlli dei Vigili del Fuoco ai sensi del D.P.R. 151/2011, sono di seguito elencate: Attività 67 (attività n. 85 dell ex DM 16/02/1982) Il blocco laboratori L1, L2 e L3, come da progetto presentato al Comando dei VV.F., presenta un numero massimo di posti stimato di circa 1757 persone, pertanto il blocco è classificato di tipo 5 (numero di presenze contemporanee superiore a 1200 persone) Normativa di riferimento DMI Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco DM e s. m. Attività soggette alle visite di prevenzione incendi DPR n 524 DM n 339 DM DM n 37 DM D.Lgs. 81/08 DM DPR n 37 Segnaletica di sicurezza Termini e definizioni generali e simboli di prevenzione incendi Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione materiali ai fini della prevenzione incendi (modificato dal D.M ) Norme per la sicurezza degli impianti Norme di Prevenzione per l Edilizia Scolastica Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione della emergenza nei luoghi di lavoro Regolamento recante disciplina dei procedimenti di prevenzione incendi 11

13 5. Caratteristiche costruttive dell edificio ai fini antincendio Vie di accesso L accesso all edificio da parte dei mezzi di soccorso dei VV.F. avviene mediante apposita viabilità interna. Per consentire l intervento dei VV.F. gli accessi all edificio presentano i seguenti requisiti minimi: larghezza: 3,50 m; altezza libera: 4 m; raggio di volta: 13 m; pendenza: non superiore al 10%; resistenza al carico: almeno 20 tonnellate (8 sull'asse anteriore e 12 sull'asse posteriore: passo 4 m). Altezza antincendi L edificio è caratterizzato da quattro piani fuori terra con altezza antincendio pari a m (<24 m) ed è servito da una viabilità perimetrale che si sviluppa, a partire dalla viabilità stradale, per tutto il suo perimetro. In accordo al D.M , essendo l altezza antincendio dell edificio minore di 24 m, la resistenza al fuoco delle strutture è almeno R 60, mentre la resistenza al fuoco degli elementi separanti è almeno REI 60. I cavedi impiantistici (meccanici ed elettrici) sono compartimentati al piano interrato con strutture REI 180, mentre ai piani fuori terra sono delimitati da strutture con caratteristiche REI 60. Scale Le scale presenti nell edificio, lungo le vie d esodo, sono tutte a prova di fumo interne, quindi con requisiti di sicurezza superiori a quelli prescritti dalla normativa. In tutto, l edificio è servito da n. 6 scale con filtro a prova di fumo, con larghezza pari a n. 3 moduli ciascuna per il deflusso (180 cm di larghezza). Le pareti di delimitazione delle scale presentano caratteristiche di resistenza al fuoco pari a REI 120. Le rampe sono rettilinee, non presentano restringimenti, hanno massimo 14 scalini e non meno di 4. L alzata è non superiore a 17 cm e la pedata non inferiore a 30 cm. I vani scala, essendo a prova di fumo interna, non necessitano di areazione in sommità. Ascensori e montacarichi Non sono presenti vani ascensori di emergenza. I vani corsa degli ascensori hanno caratteristiche di resistenza al fuoco R 60. Quelli che sbarcano all interno dei filtri a prova di fumo presentano caratteristiche di resistenza al fuoco uguali a quelle che delimitano i filtri stessi. Classe di rischio Il carico d incendio riportato nel progetto originario, calcolato secondo il DM , è praticamente immutato e la classe di resistenza al fuoco delle strutture fuori terra corrispondente è risultata pari a 20, abbondantemente inferiore a quella adottata nel progetto considerando le prescrizioni del DM (R 60 e REI 60). 12

14 Reazione al fuoco dei materiali Le superfici degli atrii, dei corridoi, dei disimpegni, delle scale, delle rampe nei passaggi in genere, sono stati realizzati con l impiego di materiali di classe A2 in ragione del 50% della superficie totale, le restanti parti sono invece di classe A1. Gli arredi sono di classe 1. Compartimentazione Il blocco laboratori L1-L2-L3 in oggetto è costituito da tre compartimenti verticali con le seguenti superfici: Compartimento L1 sup.= 5293 mq Compartimento L2 sup.= 4283 mq Compartimento L3 sup.= 3717 mq Risultano tutti inferiori ai 6000 mq, che è la superficie massima di compartimento ammessa D.M per un altezza antincendi inferiore a 24 metri. Gli interventi in progetto non prevedono l alterazione dei limiti di compartimentazione del progetto iniziale e dello stato esistente. In particolare i limiti di compartimentazione al terzo piano sono qui di seguito rappresentati con le rispettive superfici: L1-4 Sup.= 1324 mq L3-4 Sup.= 1244 mq L2-6 Sup.= 1260 mq Compartimentazioni presenti al terzo piano 13

15 In corrispondenza degli attraversamenti impiantistici (condizionamento) sono presenti serrande tagliafuoco e/o protezioni passive per impianti elettrici e tubazioni in PVC. 6. Misure per l evacuazione in caso di incendio Affollamento L affollamento previsto nel progetto iniziale ad ogni piano è così distribuito: Affollamento e relativa distribuzione secondo il progetto originale In conseguenza dei lavori di adattamento previsti in progetto, l affollamento è di seguito ricalcolato. Compartimento L1-4 - Affollamento = 216 persone - Sup.= 1324 mq - Densità= 216/1324= 0.16 persone/mq - Capacità di deflusso= 216/ (2 uscite x 2 moduli/cad)= 54 <60 14

16 Compartimento L2-6 - Affollamento = 211 persone - Sup.= 1260 mq - Densità= 211/1260= 0.17 persone/mq - Capacità di deflusso= 211/(2 uscite x 2 moduli/cad)= 52,75<60 Il flusso totale massimo delle persone che le uscite di piano del compartimento sono in grado di sostenere è pari a 2 x 2 x 60= 240 persone. Compartimento L3-4 - Affollamento = 285 persone - Sup.= 1244 mq - Densità=285/1324=0.22 persone/mq - Capacità di deflusso= 285/ (2 uscite x 2 moduli/cad)= >60 insufficiente Quindi, nell individuazione dei percorsi d esodo occorrerà deviare parte delle persone ( = 45 persone) nel compartimento limitrofo L2-6, nel rispetto della lunghezza massima di 60 metri. Larghezza delle vie d uscita La larghezza delle vie d uscita e delle uscite di piano è non inferiore a due moduli (1.20 m). La larghezza totale delle uscite del terzo piano è pari a: 6 scale x 2 moduli/cad= 12 moduli Corrispondente ad una capacità di deflusso totale pari a: 15

17 12 moduli x 60= 720 persone L affollamento totale del piano vale invece: L1-4 + L2-6 + L3-4= = 712 <720 persone (verifica soddisfatta) Essendo il numero dei piani fuori terra superiore a 3, la larghezza totale delle vie d uscita che immetto all aperto viene calcolata sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi, con riferimento a quelli aventi il maggiore affollamento. A seguito dell intervento di adattamento del terzo piano, la distribuzione degli affollamenti è la seguente: Primo piano Secondo piano Terzo piano => 710 persone (immutato) => 362 persone (immutato) => 712 persone (variato) Il massimo affollamento su due piani contigui (2 e 3 ) vale: = 1074 persone La larghezza complessiva delle scale vale: 6 scale x 3 moduli/cad= 18 moduli Capacità di deflusso: 1074/18= <60 verifica soddisfatta (18x60= 1080 persone è il massimo tollerato) Ognuno dei tre compartimenti è dotato di almeno 2 uscite di sicurezza. Ogni uscita è dotata di porta di accesso pari ad almeno due moduli (1.20 m), la quale ha apertura nella direzione del deflusso, con sistema a semplice spinta. Attraverso tale porta si accede ad un luogo sicuro, rappresentato dalla scala a prova di fumo (luogo sicuro dinamico). Con l adattamento del terzo piano saranno tolti i laboratori chimici con le relative reti di distribuzione dei gas tecnici pericolosi, evitando al contempo anche il rischio associato all uso di solventi, acidi e basi. 16

18 7. Strategie antincendio attive In aggiunta alle dotazioni antincendio esistenti e descritte nella relazione del progetto originale, è stato realizzato un impianto di rilevazione incendi. I locali oggetto dell intervento saranno dotati di impianto fisso automatico di rivelazione, segnalazione manuale e di allarme incendio conformi alla seconda edizione della norma UNI 9795 ed alle norme UNI EN 54 di competenza. Tali ambienti sono già dotati di alcuni componenti (pulsanti, targhe) da riutilizzare, i quali saranno integrati da altri componenti di nuova fornitura (rivelatori, magneti, schede, cavo, ecc). L impianto sarà collegato alla centrale esistente (posizionata al piano seminterrato) mediante l installazione nella stessa di una scheda a 4 loop o 8 linee aperte. La finalità dell impianto è di rivelare e segnalare, in modo automatico, un incendio nel minor tempo possibile, oppure di segnalare manualmente un incendio rivelato dall uomo. In entrambi i casi, il segnale d incendio rivelato è trasmesso e visualizzato in corrispondenza di una centrale di controllo e segnalazione allo scopo di: attivare le segnalazioni ottiche e/o acustiche negli ambienti interessati dall incendio; favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali e lo sgombero dei beni; attivare i piani di intervento; attivare i sistemi di protezione contro l incendio ed eventuali altre misure di sicurezza. I componenti dell impianto sono quelli specificati nella norma UNI EN 54-1 e sono conformi alle norme UNI 54-2/9. Fanno parte dell impianto in oggetto i seguenti componenti: 1. rivelatori automatici di incendio; 2. punti di segnalazione manuale; 3. centrale di controllo e segnalazione; 4. apparecchiatura di alimentazione; 5. le linee di distribuzione; 6. dispositivi di allarme incendio. I rivelatori saranno conformi alle norme UNI EN 54 e saranno scelti in funzione dei seguenti elementi basilari: - condizioni ambientali e natura dell incendio nella sua fase iniziale; - configurazione geometrica dell ambiente in cui verranno installati - funzioni particolari richieste al sistema. In base a tali elementi si è deciso di utilizzare rivelatori puntiformi di fumo negli ambienti quali le aule, i corridoi, gli studi, ecc., e di utilizzare rivelatori puntiformi di calore in ambienti particolari. I rivelatori sono del tipo interattivo ad autoindirizzamento. Possiedono algoritmi di rivelazione memorizzati nel microprocessore che consentono di ottimizzare la sensibilità' al fumo ed alla temperatura, nonché l immunità' alle interferenze. Possiedono anche algoritmi integrati di diagnostica con procedure automatiche di autotest in grado di emettere il segnale di pericolo su 4 livelli che consentono l'attivazione di contromisure diversificate e la segnalazione di applicazione non corretta. Sono completi di dispositivo di isolamento di corto circuiti di linea, e di uscita programmabile per l'attivazione di ripetitore ottico remoto. 17

19 L elenco delle strategie attive previste per la compensazione del rischio d incendio residuo, consistono nella: a. dotazione di estintori portatili adatti all intervento su fuochi di classe A e B per tutti gli ambienti (riferimento norme UNI EN 3 / 1 - UNI EN 3 / 2 - UNI EN 3 / 4 - UNI EN 3 / 5 - UNI 9994); b. realizzazione di impianto interno ad idranti UNI 45 (riferimento norme UNI-EN UNI UNI 7422 UNI 10779) ed attacchi VV.F. UNI 70; c. realizzazione di un impianto di rivelazione incendi e allarme (riferimento norme UNI 9795); d. organizzazione e gestione della sicurezza antincendio. Sarà predisposto un locale di gestione e controllo equipaggiato di centrale dotata di rivelatore automatico e di illuminazione di sicurezza (zona atrio principale corpo C). Alla centrale fanno capo: - i rivelatori automatici; - i punti di segnalazione manuali; - le segnalazioni ottico-acustiche. Nella centrale sono individuabili separatamente i segnali provenienti dai rivelatori e dai punti di segnalazione manuali, è possibile quindi individuare il rivelatore o il pulsante dal quale proviene il segnale. Mezzi mobili di estinzione incendi (estintori) Tutti gli ambienti saranno dotati di estintori con caratteristiche adeguate al materiale al carico di incendio. Gli estintori saranno collocati principalmente in prossimità delle uscite di sicurezza, nelle immediate vicinanze di aree a maggior pericolo e al loro interno, in posizione visibile, facilmente accessibile e debitamente segnalata. In ogni caso la distanza fra gli estintori sarà inferiore a 30 m con una copertura massima di 100 mq ciascuno. Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili da utilizzare saranno valutati tenendo conto dei valori indicati nella tabella seguente, per quanto attiene gli incendi di classe A e B, e dei criteri di seguito indicati: - La superficie in pianta - Lo specifico pericolo d incendio - La distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore ( 30 m). 18

20 Per ambienti dove è possibile lo sviluppo di incendi alimentati da combustibili gassosi o sono presenti apparecchiature elettriche sotto tensione saranno utilizzati estintori di caratteristiche adeguate omologati per fuochi di classe C ed E. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio Le strategie antincendio attive comprenderanno inoltre: - la predisposizione di un programma di evacuazione assistita per le persone e lavoratori con mobilità limitata; - la stesura di un piano di emergenza realizzato in ottemperanza alle indicazioni dell allegato VIII del D.M. 10 marzo 1998; - la stesura di piani di manutenzione programmata per gli impianti; - la programmazione, almeno una volta l anno, di esercitazioni antincendio per il personale; - l addestramento di personale per la gestione di emergenze secondo le indicazioni dell allegato IX del D.M. 10 marzo 1998; - Eventuali interventi di manutenzione che richiedano l uso di fiamme libere o sostanze infiammabili saranno programmati accuratamente e saranno valutate e poste in atto le necessarie misure di sicurezza aggiuntive. 19

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