La sicurezza nei laboratori

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1 La sicurezza nei laboratori Il laboratorio didattico di CHIMICA Dr. Elena Bellettini

2 La sicurezza nei laboratori premessa PRIMA DI INIZIARE QUALSIASI ATTIVITA IN UN LABORATORIO, OCCORRE CONOSCERE IL NUOVO AMBIENTE, IN PARTICOLARE: 1. Prendere visione delle procedure di emergenza, delle vie di esodo, e del punto di raccolta esterno. 2. Individuare dove sono collocati, nel laboratorio o nelle immediate vicinanze, docce d emergenza, lavaggi oculari, cassetta di pronto soccorso, telefono con elenco dei numeri utili per le emergenze. 4. Essere informati sui DPI a disposizione in laboratorio e sul loro corretto utilizzo. 5. Essere informati sul corretto metodo di raccolta dei rifiuti in laboratorio e sul loro smaltimento. Occorre inoltre conoscere le caratteristiche e il comportamento di tutte le sostanze che si dovranno utilizzare 3. Individuare nel laboratorio dove sono riposti il kit di emergenza ed i materiali assorbenti. Dr. Elena Bellettini

3 GLI INCIDENTI NEL LABORATORIO Nel Laboratorio di Chimica gli incidenti possono essere di due tipi: 1) quelli puramente meccanici (una caduta per scivolamento, un taglio da un vetro rotto) 2) quelli che coinvolgono reagenti chimici (ustioni da acido, sensibilizzazioni da contatto). A seconda del tipo di incidente dovrà essere attuato un adeguato intervento; in particolare per agire correttamente nel caso di incidenti del secondo tipo, sarà di fondamentale importanza conoscere le caratteristiche dei reagenti usati. Dr. Elena Bellettini

4 Conoscere la pericolosità delle sostanze chimiche Per proteggersi dalle sostanze e dai preparati chimici bisogna conoscerne la pericolosità e per fare ciò occorre leggere attentamente l etichetta e la scheda di sicurezza associata ad ogni prodotto chimico. Etichetta Sull imballaggio o sui contenitori delle sostanze e dei preparati classificati come pericolosi è presente un etichetta informativa che costituisce la prima fonte informativa per la manipolazione del prodotto. È quindi essenziale saperla leggere attentamente e capirne il significato. Dall etichetta è possibile avere le seguenti fondamentali informazioni: nome chimico della sostanza simbolie avvertenze di pericolo o attenzione indicazioni di pericolo (H =-Hazard) e consigli di prudenza (P = Precautionary) Dr. Elena Bellettini

5 Etichettatura dei prodotti chimici Tutti i prodotti chimici in laboratorio devono essere adeguatamente etichettati: sull etichetta deve comparire il nome del prodotto, magari in più lingue, la sua formula, le frasi di rischio (Frasi R) e quelle di sicurezza (Frasi S), oltre agli eventuali pittogrammi per descrivere visivamente il tipo di pericolo associato a quel determinato prodotto. Dr. Elena Bellettini

6 Le Frasi R e le Frasi S Le Frasi R e le Frasi S sono state introdotte da una normativa europea e riguardano l etichettatura dei prodotti chimici pericolosi. Sono costituite da una serie di numeri intervallati da trattini (-) o da sbarrette (/) e possono essere raggruppati a formare frasi più complesse. Ad ogni numeroè associata una frasein un elenco che descrive il tipo di rischio e/o le procedure di sicurezza da attuare quando si maneggia quel determinato prodotto Dr. Elena Bellettini

7 Frasi R Esempio: R: Nocivo per ingestione Può provocare il cancro Può provocare alterazioni genetiche ereditarie Dr. Elena Bellettini

8 Frasi S Esempio: S: Usare indumenti protettivi adatti In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l'etichetta) In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare il medico Dr. Elena Bellettini

9 Frasi H e P Con l'entrata in vigore del Regolamento (CE) n 1272/2008 sono state introdotte, al posto delle frasi R le Frasi H (Hazardstatements, Indicazioni di pericolo) e, al posto delle frasi S, le Frasi P (Precautionarystatements, consigli di prudenza). Il concetto di base non cambia: una serie di numeri che fanno riferimento a frasi standardizzate a livello internazionale. Dr. Elena Bellettini

10 VECCHI E NUOVI PITTOGRAMMI Accanto alle frasi R (o H) ed S (o P), si possono trovare anche dei pittogrammi, cioè dei simboli di pericolosità delle sostanze chimiche: il teschio con le tibie incrociate in campo arancione è un tipico esempio di questi simboli VECCHI E NUOVI PITTOGRAMMI Questi prodotti possono esplodere a seguito del contatto, per esempio, con una sorgente di innesco o di urti. Comprendono quindi sostanze e miscele autoreattiveed alcuni perossidi organici Questi prodotti possono infiammarsi se: a contatto con sorgenti di innesco (scintille, fiamme, calore ) a contatto dell aria a contatto dell acqua (se c è sviluppo di gas infiammabili) Oltre alle sostanze infiammabili comprendono sostanze e miscele autoreattiveed autoriscaldanti, sostanze piroforiche ed alcuni perossidi organici. Dr. Elena Bellettini

11 VECCHI E NUOVI PITTOGRAMMI Questi prodotti avvelenano rapidamente anche a piccole dosi, causano cioè tossicità acuta. Gli effetti sono molto vari dalle nausee alla perdita di conoscenza fino alla morte. Questi prodotti possono provocare uno o più dei seguenti effetti: avvelenamento ad alte dosi irritazione agli occhi, la pelle o le vie respiratorie sensibilizzazione cutanea (es. allergie o eczemi) sonnolenza o vertigini Questi prodotti possono rientrare in una o più delle seguenti categorie: cancerogeni mutageni: modificazioni del DNA con danni sulla persona esposta o sulla sua discendenza tossici per la riproduzione: effetti negativi sulle funzioni sessuali, diminuzione della fertilità, morte del feto o malformazioni prodotti con tossicità specifica per organi bersaglio (es. fegato o sistema nervoso) sia per esposizion singole che ripetute prodotti con gravi effetti sui polmoni, anche mortali, se penetrano attraverso le vie respiratorie (anche a seguito di vomito) prodotti che Dr. possono Elena Bellettini provocare allergie respiratorie (es. asma 11

12 La scheda di sicurezza La scheda informativa di sicurezza riporta le seguenti voci: 1. Identificazione sostanza/preparato 2. Composizione 3. Identificazione dei pericoli 4. Interventi di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Provvedimenti in caso di dispersione accidentale 7. Manipolazione e immagazzinamento 8. Protezione personale / controllo 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Osservazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla normativa dell esposizione 16. Altre informazioni Dr. Elena Bellettini

13 Scheda di sicurezza Dr. Elena Bellettini

14 Norme di Comportamento generali In laboratorio si utilizzano prodotti chimici pericolosi in quanto tali (infiammabili, tossici nocivi ) oppure che lo diventano se erroneamente combinati fra loro. E quindi evidente come siano sempre necessarie molta attenzione, grande senso di responsabilità e conoscenza delle caratteristiche delle sostanze e della loro reattività. Di seguito vengono fornite alcune norme di comportamento a cui è sempre necessario attenersi con scrupolo. Dr. Elena Bellettini

15 Norme di comportamento 1. Nei laboratori è sempre necessaria cura e attenzione, non sono ammessi giochi, scherzi o attività non previste fra cui la preparazione di cibi. 2. Non mangiare, bere e detenere alimenti o bevande in laboratorio 3. Non fumare 4. Leggere preventivamente ed attentamente le etichette sui contenitori, con particolare riferimento ai simboli di pericolo, alle frasi di rischio (R o H) ed ai consigli di prudenza (S o P) su esse riportati. 5. Leggere preventivamente ed attentamente le schede di sicurezza (SDS) dei prodotti chimici che si intende utilizzare. 6. Le attrezzature di laboratorio devono essere utilizzate solo per lo scopo per cui sono state previste. Dr. Elena Bellettini

16 Norme di comportamento 7. Non applicare cosmetici e lenti a contatto; legare i capelli lunghi e indossare scarpe chiuse. 8. Non tenere nelle tasche forbici, provette di vetro o altro materiale tagliente o contundente. 9. Non pipettare con la bocca i prodotti chimici, ma utilizzare le apposite attrezzature. 10. Usare sempre dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati per ogni tipo di rischio (guanti testati per la sostanza che si andrà a manipolare, occhiali di sicurezza, visiere, maschere adatte a captare la sostanza che si andrà ad utilizzare, etc.) utilizzandoli correttamente e tenendoli sempre in buono stato di manutenzione. 11. indossare sempre i camice (possibilmente di cotone) in laboratorio e rimuoverlo prima di uscire. Dr. Elena Bellettini Non lavorare mai da soli in laboratorio.

17 Norme di comportamento 13. Mantenere ordine e pulizia nel laboratorio. Rimuovere prontamente vetreria e attrezzature quando non servono più. Provvedere a smaltire appropriatamente tutta la vetreria danneggiata. Evitare la conservazione di prodotti chimici che non servono. 14. Lavarsi sempre le mani dopo aver rimosso i guanti. 15. Non introdurre in laboratorio materiali ed oggetti estranei all'attività lavorativa. 16. Non odorare o assaggiare i prodotti chimici. 17. Riferire sempre prontamente al Responsabile condizioni di non sicurezza o eventuali incidenti, anche se non hanno avuto conseguenze. 18. Etichettare sempre ed in modo corretto tutti i contenitori, in modo che ognuno possa riconoscerne subito il contenuto e la pericolosità. Dr. Elena Bellettini

18 Norma di comportamento 19. Mantenere sempre perfettamente chiusi tutti i contenitori con prodotti chimici. 20. Non abbandonare materiale chimico non identificabile nelle aree di lavoro. 21. le sostanze chimiche pericolose devono essere sempre manipolate all interno del contenimento di una cappa chimica avendo cura di tenere il frontale abbassato il più possibile. 22. Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si sono maneggiate sostanze chimiche. E' assolutamente vietato mantenere indossati i guanti fuori dai laboratori. 23. Nessun prodotto chimico deve essere eliminato attraverso il sistema fognario o attraverso la raccolta dei rifiuti urbani. 24. Pulire immediatamente i versamenti accidentali; se il quantitativo e/o la natura del prodotto versato lo richiedono, si faccia prontamente ricorso agli appositi materiali assorbenti di cui il laboratorio dovrebbe essere dotato. Avvertire sempre il Responsabile del Laboratorio. Dr. Elena Bellettini

19 D.lgs. 81/08 Titolo IX Sostanze pericolose Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI Dr. Elena Bellettini

20 Campo di applicazione Art. 221 D.Lgs. 81/2008 Il capo I del D.Lgs. 81/2008 Individua: 1. i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici. 2. I requisiti individuati si applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi che sono presenti sul luogo di lavoro, esclusi i provvedimenti di protezione radiologica; 3. I requisiti relativi al trasporto di agenti chimici pericolosi, fatte salve le disposizioni specifiche Le disposizioni del capo I non si applicano alle attività comportanti esposizione ad amianto che restano disciplinate dalle norme contenute al capo III del presente titolo IX del D.Lgs. 81/2008. Dr. Elena Bellettini

21 Art. 222 Definizioni a) Agenti chimici: Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato. b) Agente Chimico Pericoloso: agenti chimici pericolosi sono elencati in specifici decreti (D.Lgs 52/97 - D.Lgs 65/2003 e successive modifiche e integrazioni) ai quali di aggiungono gli agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai suddetti decreti, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale. c) Attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l'utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l'immagazzinamento, il trasporto o l'eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino da tale attività lavorativa; Dr. Elena Bellettini

22 Art 222 Definizioni: agenti chimici pericolosi Si richiama il DLgs 3 Febbraio 1997, n 52 Agenti 1. esplosivi, 2. comburenti, 3. estremamente infiammabili, 4. infiammabili, 5. facilmente infiammabili, 6. tossici, 7. molto tossici, 8. nocivi, 9. corrosivi, 10. Irritanti 11. Sensibilizzanti 12. Mutageni 13. Cancerogeni 14. Tossici per l apparato riproduttore Dr. Elena Bellettini

23 Art 222 Definizioni 3) lett.g PERICOLO lett.h RISCHIO PERICOLO: la proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi RISCHIO: La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione Es l acqua a temperatura superiore ai 100 C può rappresentare un pericolo per la salute Dr. Elena Bellettini

24 Modello per la valutazione del rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi R = P x E R = grado di rischio a cui è esposto l operatore P = pericolosità della o delle sostanze presenti nell ambiente di lavoro E = tipologia e tempo di esposizione Dr. Elena Bellettini

25 Potenziali vie di esposizione in ambito professionale a)ingestione (contaminazione attraverso il cavo orale e il sistema digerente) b)inalazione (ingresso attraverso il cavo respiratorio) c) Assorbimento cutaneo (ingresso attraverso la pelle e le mucose esterne) Il più difficile da controllare è il meccanismo inalatorio Dr. Elena Bellettini

26 Sorveglianza Sanitaria D. lgs 81/08 Art. 229 Fatto salvo i casi di rischio moderato, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute che rispondono ai criteri di molto tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo riproduttivo, cancerogeni e mutageni di categoria 3. La sorveglianza sanitaria viene effettuata: a) Prima di adibire il lavoratore alla mansione che comporta esposizione; b) Periodicamente, di norma una volta all anno; c) All atto della cessazione del rapporto di lavoro. Dr. Elena Bellettini

27 Gli agenti cancerogeni e mutageni D.lgs. 81/08 Art. 233 CAMPO DI APPLICAZIONE Fatto salvo quanto previsto per le attività disciplinate dal Capo III (amianto) e per i lavoratori esposti esclusivamente alle radiazioni previste dal trattato che istituisce la Comunità europea dell energia atomica, le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni a causa della loro attività lavorativa Non è possibile redigere una lista chiusa degli agenti cancerogeni e mutageni Dr. Elena Bellettini

28 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO: D. lgs 81/08 ART. 235 SOSTITUZIONE E RIDUZIONE Sostituire l utilizzo di un prodotto cancerogeno e/o mutageno con un altro che comporti un rischio minore per la salute del lavoratore, sempre che ciò sia tecnicamente possibile Ricorrere ad un sistema chiuso per la produzione o l utilizzo di un prodotto cancerogeno e/o mutageno sempre che ciò sia tecnicamente possibile Ridurre i livelli di esposizione dei lavoratori al più basso livello tecnicamente possibile e non superare il valore limite previsto per gli agenti nell allegato XLIII del D.Lgs. 81/2008 Dr. Elena Bellettini

29 Criteri di classificazione Categoria 1 Sostanze note per effetti cancerogeni sull uomo per le quali esistono prove sufficienti per stabilire nesso causale tra l esposizione dell uomo ad una sostanza e lo sviluppo di tumori. R45 Può provocare il cancro R49 Può provocare il cancro per inalazione (T) Tossico Dr. Elena Bellettini

30 Categoria 2 Criteri di classificazione Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l uomo in quanto esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l esposizione dell uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di: -adeguati studi a lungo termine effettuati su animali -altre informazioni specifiche ( genotossicità, studi metabolici ecc ) R45 Può provocare il cancro R49 Può provocare il cancro per inalazione Dr. Elena Bellettini

31 Criteri di classificazione Categoria 3 Sostanze sospette di effetti cancerogeni sulle quali però non sono disponibili informazioni sufficienti per una valutazione completa. Alcune prove sono state ottenute da opportuni studi su animali, non bastano però a classificare la sostanza nella categoria 2. Le sostanze della categoria 3 vengono indicate con il simbolo X n e la frase R 40 può provocare effetti irreversibili Dr. Elena Bellettini

32 D. lgs 81/08 art. 244 Registrazione dei tumori L INAIL realizza sistemi di monitoraggio dei rischi occupazionali da esposizione ad agenti chimici cancerogeni e dei danni alla salute che ne conseguono I medici e le strutture sanitarie pubbliche e private nonché gli istituti previdenziali ed assicurativi pubblici o privati che identificano casi di neoplasie attribuibili ad esposizioni lavorative ad agenti cancerogeni, ne danno segnalazione all INAIL Presso l INAIL è costituito il registro nazionale dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale Dr. Elena Bellettini

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