3.0 PROPOSTE DI INTERVENTO

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1 3.0 PROPOSTE DI INTERVENTO 92

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3 3.1 CRITERI GENERALI Premesso che il PRIC non può per definizione essere progetto se non considerando questa parola nell accezione a grande scala e come indicazione metodo-logico operativa capace di informare e normare tutte le azioni progettuali sulla luce, intesa nel significato più ampio possibile (campo normativo, funzionale, tecnologico, economico, estetico, ecc.) sia da parte pubblica sia, qualora esso si trasformi in base deliberativa, rispetto alle iniziative private che influiscono sulla percezione visiva dell ambiente urbano. Sarà quindi opportuno ricordare che ogni singolo contesto da riqualificare o di nuova realizzazione, richiede un progetto dedicato, sia che si tratti di uno svincolo viabilistico o di una nuova lottizzazione, sia che si riferisca alla valorizzazione di una parte del centro storico che a quella di un complesso monumentale o architettonico ambientale. Infatti, anche se correlato ai principi generali e basato sulle caratteristiche tecniche e all aspetto formale maggiormente standardizzato al fine di contenere i costi gestionali degli impianti e di garantire omogeneità di lettura dell ambiente urbano, la luce è elemento che va considerato e valutato anche in relazione alla micro area in cui si contestualizza e che contribuisce a sua volta a contestualizzare. Sono stati presi conseguentemente in considerazione parametri diversi che, sistematizzati, contribuiscono a costituire quella griglia capace di guidare le indicazioni di progetto (nel senso già sopra espresso): Quadro normativo: Il rispetto dei parametri incrociati UNI e CEN in relazione alla tipologia di strada verificata secondo quanto esposto al paragrafo 5.1; Il rispetto della L.R. 17/2000; Il rispetto delle altre norme nazionali vigenti; Quadro tecnologico: Linee, supporti, apparecchiature e lampade a massimo rendimento e contenimento energetico; Elevato rapporto qualità costo; Facilità ed economicità di installazione e manutenzione; Quadro formale: Aspetto, forma, colore, dimensioni e materiali adatti al contesto; Non invasività dei tipi utilizzati e della metodica di installazione, anche in senso passivo, specialmente ove riferiti all illuminazione artistica ; Uniformità dei tipi utilizzati; Scelta del colore e della temperatura della luce in relazione all oggetto o al contesto da illuminare; Quadro ambientale: Correlazione del sistema luce nella sua globalità alla situazione generale o particolare da illuminare in relazione alla corretta percezione dell intorno, del dettaglio, dello spazio, alla sensazione di tranquillità, di sicurezza, di presenza, alla mancanza di abbagliamento e o di fatica visiva, alla assoluta e facile percezione degli ostacoli ed infine alla sensazione di appartenenza all ambiente illuminato. 94

4 Ne è derivato un quadro propositivo che si articola secondo i tipi rappresentati negli allegati di progetto (scheda progetto tipo) che non pretendono appunto di essere esaustive né rispetto alle tematiche del singolo episodio né nei confronti delle infinite caratteristiche che ogni singola strada (andamento, larghezza, sviluppo, sezione, altezza e colore o tipo degli edifici prospicienti, ecc.) possiede. Le tipologie racchiudono però caratteristiche simili o assimilabili per categoria con la medesima logica con cui sono state fissate le tipologie relative alla campionatura. In relazione agli ambiti speciali, parchi, monumenti, architetture di particolare pregio o rilevanza storica artistica, se la rilevazione è stata la più completa possibile, in fase di proposta si è teso a garantire la soddisfazione di ogni tipologia categorizzata. Rispetto alle priorità sono state considerate due macro-categorie cui fare riferi-mento: Priorità tecnica: Dovuta principalmente alla presenza di situazioni di pericolosità o di grave obsolescenza non risolvibili attraverso la semplice manutenzione ordinaria e con caratteristiche di estensione non limitata a uno o pochi punti luce; questa valutazione è di principio demandata agli organi tecnici. Priorità politica: Dovuta cioè al rispetto delle esigenze della cittadinanza e della sicurezza ambientale o alle necessità di sviluppo e valorizzazione di contesti individuati sulla base di parametri non tecnici (di programmazione urbanistica, economica di scala, di sostegno alle attività turistiche o commerciali, ecc.); questa valutazione è tendenzialmente demandata agli organi politico amministrativi. Programma generale: Tutto quanto non ricompreso nei primi due punti sarà contenuto in un programma generale di rinnovamento da concordarsi su parametri essenzialmente economici e su una scala di collocazione urbana per zone o aree di intervento anch esse graduate sui primi due parametri (obsolescenza e bisogno). 95

5 TAVOLA 3.1.1: TIPOLOGIA SORGENTI LUMINOSE 96

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7 TAVOLA 3.1.2: TIPOLOGIA APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 98

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9 3.2 DEFINIZIONE DEGLI AMBITI TIPO Vengono di seguito riportati i progetti di alcuni ambiti con i quali si intendono identificare le tipologie rilevate sul territorio comunale; pur se identificabili caso per caso con singole strade, essi rappresentano puri elementi di esemplificazione rispetto alla metodica di illuminazione relativa alle singole categorie e classi, contestualizzate solo al fine di una migliore rispondenza alla geometria campionata. Sono quindi presenti una strada extraurbana secondaria, due extraurbana locale, una strada urbana locale, una pedonale e un area di parcheggio. Valgano tutte le considerazioni già espresse nel capitolo

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11 TAVOLA 3.2.1: ALLOCAZIONE AMBITI DI PROGETTO 102

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13 3.2.2 AMBITO A : STRADA LOCALE URBANA - VIA CIVIGLIO 104

14 3.2.2 DATI DI PROGETTO REQUISITI NORMATIVI UNI indice della categoria illuminotecnica valore minimo di luminanza media mantenuta cd/mq. 2 0,50 DATI RIFERITI AL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE UTILIZZATO tipologia del supporto tipologia dell apparecchio tipologia della lampada potenza nominale lampada flusso luminoso resa cromatica installazione altezza dal piano stradale interdistanza media dei pali dimensione dello sbraccio Tilt 90 W lm mt. mt. cm. gradi palo cut-off sodio alta pressione unilaterale 10,00 25, ,00 RISULTATI DI CALCOLO luminanza media Uo Ul illuminamento orizz. medio abbagliamento T.I. cd/mq. lux % 0,52 0,40 0,

15 3.2.2 SCHEMA PLANIMETRICO legenda ottica stradale cut-off 70W SAP 106

16 3.2.2 LUMINANZA PRICIPALE - CURVE ISOLUMINANZE E DIAGRAMMA A SPOT reticolo: tipo di calcolo: manto stradale: principale = a Z 0,00 m Luminanza->Osservatore principale (x=-60.00;y=2.50;z=1.50)m Asphalt CIE C2 con Q0 = medio 0.52 min/med 0.63 min/max 0.46 fatt. manut

17 3.2.3 ILLUMINAMENTO ORIZZONTALE MEDIO - CURVE ISOLUX E DIAGRAMMA A SPOT reticolo: tipo di calcolo: principale = a Z 0,00 m E orizzontale (lux) medio 8.32 min/med 0,73 min/max 0,56 fatt. manut

18 109

19 3.2.3 AMBITO B : STRADA URBANA LOCALE- VIA PISSAROTTINO 110

20 3.2.3 DATI DI PROGETTO REQUISITI NORMATIVI UNI indice della categoria illuminotecnica valore minimo di luminanza media mantenuta cd/mq. 2 0,50 DATI RIFERITI AL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE UTILIZZATO tipologia del supporto tipologia dell apparecchio tipologia della lampada potenza nominale lampada flusso luminoso resa cromatica installazione altezza dal piano stradale interdistanza media dei pali dimensione dello sbraccio Tilt 90 W lm mt. mt. cm. gradi palo cut-off Alognuri metallici unilaterale 8 31,00 0,00 0,00 RISULTATI DI CALCOLO luminanza media Uo Ul illuminamento orizz. medio abbagliamento T.I. cd/mq. lux % 0,70 0,40 0,

21 3.2.3 SCHEMA PLANIMETRICO legenda ottica stradale cut-off 70W HIT-DE 112

22 3.2.3 LUMINANZA PRICIPALE - CURVE ISOLUMINANZE E DIAGRAMMA A SPOT reticolo: tipo di calcolo: manto stradale: principale = a Z 0,00 m Luminanza->Osservatore principale (-60,00; 1,85; 1,50) (cd/m2) Asphalt CIE C2 con Q0 = medio 0.70 min/med 0.41 min/max 0.21 fatt. manut

23 3.2.3 ILLUMINAMENTO ORIZZONTALE MEDIO - CURVE ISOLUX E DIAGRAMMA A SPOT reticolo: tipo di calcolo: principale = a Z 0,00 m E orizzontale (lux) medio 10.0 min/med 0,26 min/max 0,10 fatt. manut

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25 3.2.4 AMBITO C : STRADA URBANA INTERZONALE - VIA PER COMO 116

26 3.2.4 DATI DI PROGETTO REQUISITI NORMATIVI UNI indice della categoria illuminotecnica valore minimo di luminanza media mantenuta cd/mq. 3 0,75 DATI RIFERITI AL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE UTILIZZATO tipologia del supporto tipologia dell apparecchio tipologia della lampada potenza nominale lampada flusso luminoso resa cromatica installazione altezza dal piano stradale interdistanza media dei pali dimensione dello sbraccio Tilt 90 W lm mt. mt. cm. gradi palo cut-off sodio alta pressione unilaterale 10,00 24, ,00 RISULTATI DI CALCOLO luminanza media Uo Ul illuminamento orizz. medio abbagliamento T.I. cd/mq. lux % ,50 0,

27 3.2.4 SCHEMA PLANIMETRICO legenda ottica stradale cut-off 100W SAP 118

28 3.2.4 LUMINANZA PRICIPALE - CURVE ISOLUMINANZE reticolo: tipo di calcolo: manto stradale: principale = a Z 0,00 m Luminanza->Osservatore principale (x=-60.00;y=-2.50;z=1.50)m ---> (x=0.00;y=14.93;z=0.00)m Asphalt CIE C2 con Q0 = medio 1.13 min/med 0.46 min/max 0.30 fatt. manut

29 3.2.4 ILLUMINAMENTO ORIZZONTALE MEDIO - DIAGRAMMA A SPOT reticolo: tipo di calcolo: principale = a Z 0,00 m E orizzontale (lux) medio 19 min/med 0.68 min/max 0.54 fatt. manut

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31 4.0 APPENDICI 122

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33 4.1 GLOSSARIO DEI TERMINI TECNICI Di seguito sono illustrate le voci più ricorrenti nel Piano Regolatore di Illuminazione Comunale, al fine di proporre un primo ed elementare approccio alla conoscenza della disciplina illuminotecnica: per ulteriori approfondimenti si rimanda alla bibliografia contenuta nel paragrafo 4.3. In corsivo sono segnalati i termini descritti in voce autonoma. Abbagliamento. Condizione ambientale nella quale si verifica un disagio della capacità visiva, provocato da un inadatta distribuzione di luminanza o da un contrasto eccessivo tra differenti luminanze; concetto opposto è quello di comfort visivo. Classe di isolamento. Definisce il grado di sicurezza elettrica di un apparecchio di illuminazione in relazione all contatto accidentale diretto con le parti normalmente in tensione: la Classe I comprende gli apparecchi muniti, oltre che di isolamento funzionale, anche di morsetto di terra; la Classe II, gli apparecchi privi di morsetto di terra ma dotati di doppio isolamento; la Classe III include esclusivamente gli apparecchi alimentati in bassissima tensione. Durata media di vita (di una lampada). In relazione ad un congruo e rappresentativo lotto di lampade, si definisce come il numero di ore di funzionamento dopo il quale il 50% delle lampade si spegne. I fattori che maggiormente la influenzano sono la temperatura ambiente, le variazioni della tensione di alimentazione, la frequenza delle accensioni, le sollecitazioni meccaniche. Lampada ad incandescenza tradizionale e ad alogeni: ore Lampada a vapori di sodio alta pressione: ore Lampada a vapori di mercurio: ore Lampada ad alogenuri metallici: ore Efficienza luminosa. Riferita ad una sorgente luminosa, è il rapporto tra flusso emesso e potenza elettrica assorbita (lumen/watt). Lampada ad incandescenza tradizionale e ad alogeni: lm/w Lampada a vapori di sodio alta pressione: lm/w Lampada a vapori di mercurio: lm/w Lampada ad alogenuri metallici: lm/w Energy Saving. È l insieme delle strategie individuate per promuovere un uso più razionale dell energia. Un contenimento del consumo che, aggiornando la qualità del servizio, consente un più efficace uso delle risorse: risparmiare, illuminando meglio, può permettere agli amministratori pubblici di liberare risorse finanziarie. Tra le diverse possibilità di intervento sugli impianti di illuminazione pubblica si possono ricordare la sostituzione di sorgenti a bassa efficienza luminosa, l installazione di stabilizzatori di tensione, di regolatori di flusso, di orologi astronomici, la predisposizione di apparati di telediagnostica, la razionalizzazione dei quadri di comando, ecc. 124

34 Flusso luminoso ( ). È l energia irradiata dalla sorgente luminosa, riferita alla sensibilità spettrale dell occhio umano. È misurato in lumen (lm). Grado di protezione IP (International Protection). È riferito alla classificazione degli apparecchi di illuminazione basata sulla ca-pacità di protezione rispetto ai contatti accidentali e alla penetrazione di polvere e umidità: delle due cifre caratteristiche, la prima indica la protezione rispetto a corpi estranei da 0 a 6 (totale protezione contro la polvere); la seconda il grado di ermeticità rispetto alla penetrazione dell acqua da 0 a 8 (possibilità di sommersione). Illuminamento (E). È il rapporto tra il flusso luminoso ricevuto da una superficie e l area di tale superficie. È misurato in lux (lx). Inquinamento luminoso. È il complesso dei fenomeni artificiali che comportano la dispersione del flusso luminoso verso la volta celeste, limitandone la visibilità notturna. I danni causati dall IL sono di natura ambientale (alterazione dell attività fotosintetica nelle piante, dei ritmi circardiani negli animali); culturale (difficoltà nella osservazione astronomica) ed economica (spreco energetico). Intensità luminosa (I). Per una sorgente luminosa e in una direzione convenuta, è il rapporto tra il flusso emesso in un elemento di angolo solido contenente la data direzione e l elemento stesso di angolo solido. È misurata in candele (cd). Lampada ad incandescenza. Lampada nella quale un filamento di tungsteno, avvolto in spirale multipla e contenuto in un ampolla di vetro, viene portato all incandescenza mediante passaggio di corrente elettrica, emettendo così radiazioni visibili. Lampada ad alogeni. Lampada ad incandescenza nella quale l ampolla contiene, oltre al gas di riempimento, dei gas alogeni (iodio, bromo), che hanno la funzione di combinarsi con il tungsteno vaporizzato nelle zone più fredde della lampada. In questo modo si ottengono lampade di maggior durata perché il filamento tende a ricostruirsi, ed una maggiore efficienza perché il filamento può raggiungere una temperatura di funzionamento più elevata. Lampada a scarica. Lampada nella quale la luce è prodotta da una scarica elettrica attraverso un gas, un vapore di metallo o una amalgama di diversi gas: a differenza della lampada ad incandescenza, tale lampada necessita di apparecchiature elettriche ausiliarie per il suo funzionamento (l alimentatore, il condensatore di rifasamento, in alcuni casi l accenditore o starter ). Lampada a vapori di alogenuri metallici. Lampada a scarica a vapori di mercurio ad alta pressione, nella quali il tubo di scarica, in quarzo o allumina, contiene, oltre al mercurio e all argon, sostanze aggiunte quali sodio, tallio, 125

35 indio, in forma di alogenuri e terre rare. Lampada a vapori di mercurio ad alta pressione a bulbo fluorescente. Lampada a scarica nella quale il tubo di scarica in quarzo, contenente mercurio, è racchiuso in un bulbo ellissoidale rivestito internamente da polveri fluorescenti. Lampada a vapori di sodio ad alta pressione. Lampada a scarica nella quale il tubo di scarica, in quarzo o allumina, contiene, oltre al gas di innesco (xenon o argon), una amalgama di sodio e mercurio. Lampada fluorescente. Lampada a scarica a vapori di mercurio a bassa pressione nella quale la maggior parte della luce è emessa da uno strato di materiale fluorescente che riveste internamente il tubo di scarica, eccitato con la radiazione ultra-violetta della scarica stessa. Luminanza (L). In una direzione data, è il rapporto tra l intensità luminosa emessa, riflessa o trasmessa da una superficie in quella direzione e l area apparente della superficie stessa. È misurata in cd/m 2. Rendimento ottico. Riferito ad un sistema di illuminazione composto da apparecchio e lampada, è il rapporto tra il flusso luminoso emesso da tale sistema e il flusso luminoso generato dalla sola lampada Resa cromatica. È la capacità di una sorgente luminosa artificiale di riprodurre i colori diurni. L indice di resa cromatica è un valore numerico che raffronta la resa cromatica di una lampada con quella della luce diurna o ad incandescenza (Ra = 100). Lampada ad incandescenza tradizionale e ad alogeni: Ra = 100 Lampada a vapori di sodio alta pressione: Ra = Lampada a vapori di mercurio: Ra = Lampada ad alogenuri metallici: Ra = Temperatura di colore correlata. Riferita ad una sorgente luminosa, esprime la tonalità della sua luce: è la temperatura alla quale un corpo nero (radiatore perfetto) deve essere portato affinché emetta una luce simile a quella della sorgente in esame. Maggiore è la temperatura di colore di una sorgente, più fredda sarà la sua luce. Si misura in gradi Kelvin (K). Lampada ad incandescenza tradizionale e ad alogeni: K Lampada a vapori di sodio alta pressione: K Lampada a vapori di mercurio: K Lampada ad alogenuri metallici: K Uniformità di illuminamento (o di luminanza). Riferita ad una superficie illuminata, l uniformità complessiva (U o ) è il rapporto tra valore minimo e valore medio di illuminamento (o di luminanza); l uniformità longitudinale (U i ) è il 126

36 rapporto tra minimo e massimo illuminamento (o luminanza) lungo una linea parallela all asse principale rispetto alla posizione dell osservatore. 127

37 4.2 IL CONTESTO LEGISLATIVO L ambito di azione del PRIC rende necessario il superamento delle singole Norme Tecniche, al fine di integrare il Piano della Luce con tutti gli strumenti urbanistici che regolano la trasformazione del territorio comunale: sopra tutti, il Piano Regolatore Generale (PRG) e, qualora sia presente, il Piano Urbano del Traffico (PUT). Si suggerisce inoltre la definizione, da parte della Pubblica Amministrazione, di un quadro legale per la regolamentazione degli interventi futuri: ad esempio, una delibera comunale di servitù pubblica per l installazione di apparecchi su facciata, oppure la definizione e la scala valori per gli impatti visivi notturni di insegne e cartellonistica luminosa; è opportuno redigere un cronogramma della luce artificiale urbana, definendo il carattere temporale delle diverse forme di illuminazione (permanente, stagionale, di sicurezza, di gala per eventi, ecc.). Per facilitare la puntuale applicazione della norma di legge, sono di seguito raccolti alcuni appunti e suggerimenti per la progettazione degli impianti d illuminazione pubblica e privata. Le indicazioni progettuali si riferiscono esclusivamente alle tematiche relative ai criteri illuminotecnici per ottenere un efficace abbattimento dell inquinamento luminoso e per favorire il risparmio energetico, per quanto riguarda quindi gli ulteriori aspetti progettuali (elettrici, dimensionali, etc...) si rimanda alle relative disposizioni di Legge nazionale e regionale. CRITERI COMUNI: Gli apparecchi dovranno essere dotati delle lampade più efficienti disponibili sul mercato. Nelle zone di rispetto degli osservatori Astronomici (elencati all Art. 10 della Legge Lombarda) è preferibile la scelta delle lampade al sodio ad alta o bassa pressione. Nell illuminazione di strade a traffico motorizzato la luminanza media mantenuta non deves uperare il livello minimo raccomandato dalle norme di sicurezza. Come riferimento per ottenere impianti a regola d arte è possibile utilizzare una qualsiasi delle norme di un paese della Comunità Europea ed in particolare alle Direttive 83/189/CEE (legge del 21 Giugno 1986 n.317) ed inoltre al DPR 47/91 (regolamento della legge 46/90) all art. 5. E possibile, ed esempio, utilizzare la Norma DIN 5044 piuttosto che la UNI (Appendice 2). Utilizzare come riferimento la norma che consente il livello minimo di luminanza a parità di tipo di strada permette di contenere le spese energetiche che il Comune dovrà sostenere per tutta la vita dell impianto. A titolo di esempio riportiamo, in tab.1 e 2 (Appendice 2) i valori di luminanza consigliati della norma italiana e da quella tedesca (fare comunque riferimento alle tabelle originali). Gli impianti devono essere provvisti di appositi dispositivi in grado di ridurre, entro le ore ventiquattro, l emissione di luci degli impiantio in misura non inferiore al trento per cento rispetto al pieno regime di operatività. La riduzione va applicata qualora le condizioni d uso della superficie illuminata siano tali che la sicurezza non ne venga compromessa. Nel calcolo della luminanza utilizzare il tipo di pavimentazione stradale effettivamente presente. Ad esempio, nel caso di sfalti con inerti chiari (R1) si possono ottenere le stesse luminanze che con un asfalto scuro (R3) utilizzando illuminamenti inferiori. A parità di luminanza al suolo, utilizzare l apparecchio che permetta di ottenere l impinto dalla minima potenza possibile, compatibilmente con il punto 1, in modo da minimizzare le spese di gestione ed esercizio (guasti, sostituzione lampade, pulizia ottiche, spese per l energia elettrica, ecc.) che il Comune dovrà affrontare durante l arco della vita dell impianto (fare il calcolo per una vita media dell impianto di 25 anni). In ogni caso preferire apparecchi che, nel rispetto del 128

38 punto 1, consentano la maggior interdistanza possibile tra i punti luce. Il fattore di utilizzazione deve essere maggiore di 0,5 (salvo disposizioni particolari). IMPIANTI EXTRAURBANI (circonvallazioni, autostrade, tangenziali ecc.): Utilizzare lampade al sodio a bassa pressione. Utilizzare torri-faro solo se la potenza installata risulti inferiore al corrispondente (quanto a luminanza sulla sede stradale) impianto con apparecchi tradizionali o se il fattore di utilizzazione supera il valore di 0,5 (conderare nel calcolo del fattore di utilizzazione solo la superficie stradale). GRANDI AREE (parcheggi, piazzali, piazze, ecc.); Utilizzare torri-faro solo se la potenza installata risulti inferiore al corrispondente (cioè, a parità di luminanza sulla sede strdale) impianto con apparecchi tradizionali o se il fattore di utilizzazione supera il valore di 0,5 (considerare nel calcolo del fattore di utilizzazione solo la superficie da illuminare). Nel caso di impianti ubicati in zone non residenziali (es. zone industriali) utilizzare lampade al sodio a bassa pressione. Qualora fosse necessaria la percezione dei colori integrare la luce delle lampade al sodio a bassa pressione con alcune ad alta pressione (illuminazione mista). Gli impianti devono essere dotati di appositi sistemi per lo spegnimento o per la riduzione del flusso nelle ore in cui l impianto stesso non è utilizzato (es. parcheggi di centri commerciali). IMPIANTI SPORTIVI: Per questo tipo di impianti è consentito l utilizzo di lampade agli ioduri metallici, anche se restano da preferire quelle al sodio in tutti i casi in cui la percezione del colore non sia fondamentale. Prevedere diversi livelli di illuminazione in relazione all utilizzo dell impianto (allenamento, gara, riprese televisive). Usare proiettori asimmetrici montati con vetro di protezione orizzontale o altri equivalenti in modo da ottenere 0 candele per 1000 lumen a y 90 e da contenere la dispersione di luce al di fuori del campo di gara/gioco (es. sugli spalti). Inoltre, nel caso di illuminazione di piste da sci, usare apparecchi a bordo pista rivolti verso valle (che rispettino comunque il punto 1 dei criteri generali). Questo permette di aumentare i contrasti sul manto nevoso (grazie alla luce quasi radente per la bassa altezza delle sorgenti), di non abbagliare gli sciatori (apparecchi rivolti a valle) e di contenere al massimo la potenza installata (tenere conto dell alta rifletività del manto nevoso nel calcolo delle luminanze). In questo tipo di impianti è fondamentale porre la massima attenzione nel limitare la luce dispersa al di fuori delle piste e l intensità luminosa stessa, vista la grande riflettività della neve, al fine anche di salvaguardare l ambiente naturale circostante. CENTRI STORICI E VIE COMMERCIALI: Tenere conto dell illuminazione prodotta anche dai privati mediante insegne luminose, vetrine illuminate ecc., in modo da ridurre al minimo la potenza installata. Nel caso siano presenti alberi, porre attenzione affinché i centri luminosi siano posizionati in modo tale che il flusso verso le superfici da illuminare non sia intercettato significativamente dalla chioma degli alberi stessi. Se le esigenze architettoniche richiedono l uso di apparecchi cosiddetti da arredo urbano questi 129

39 devono comunque soddisfare i equisiti indicati al punto 1 dei criteri comuni a tutti gli impianti (0 candele per 1000 lumen a y 90 ). Nei centri storici sono preferibili apparecchi posiionati sotto gronda. ILLUMINAZIONE DI EDIFICI E MONUMENTI: Usare un illuminazione radente dall alto verso il basso seguendo le indicazioni dell art.6, comma 10 della Legge Lombarda: Nell illuminazione di edifici e monumenti devono esssere privilegiati sistemi di illuminazione dell alto verso il basso. Solo nel caso in cui ciò non risulti possibile e per soggetti di particolare e comprovato valore architettonico, i fascidi luce devono rimanere di almeno un metro al di sotto del bordo superiore della superficie da illuminare e, comunque, entro il perimetro degli stessi provvedendo allo spegnimento parziale o totale, o alla diminuzione di potenza impiegata entro le ore ventiquattro. Non superare nelle superfici illuminate la luminanza delle aree circostanti ( es. strada, altri edifici). In ogni caso non superareuna luminanza di 1 cd/m2 (2 cd/m2 nel caso di edifici di particolare valore storico o architettonico). Nel caso di capannoni industriali utilizzare lampade al sodio a basssa pressione oppure sistemi con sensori di movimento per l accensione dell illuminazione di sicurezza. Nel caso di edifici senza alcun valore storico ed artistico utilizzare lampade al sodio oppure sistemi con sensori di movimento per l accensione dell illuminazione di sicurezza. Nell illuminazione di edifici e monumenti si devono provvedere sistemi di controllo che provvedono allo spegnimento parziale o totale, o alla diminuzione di potenza impiegata entro le ore ventiquattro. LEGGI Decreto legislativo 285/1992: Nuovo Codice della Strada ; DPR 495/1992: Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada ; Decreto legislativo 360/1993: Disposizioni correttive ed integrative del Codice della Strada. Legge 10/1991: Norme per l attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Le Leggi Regionali sull Inquinamento Luminoso, dunque in Lombardia la LR 17/ 2000: Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all inquinamento luminoso ; Delibera Giunta Regionale 2 dicembre 2000: Aggiornamento dell elenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determinazione delle relative fasce di rispetto ; Delibera Giunta Regionale 20 settembre 2001: Criteri per l applicazione della LR 17/2000 ; NORME Norma UNI 10439: Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato. 130

40 Norma UNI 10819: Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la limitazione della dispersione verso l alto del flusso luminoso. Norma UNI EN 40: Pali per illuminazione pubblica. Norma CEI EN : Apparecchi di illuminazione. Norma CEI 34-33: Apparecchi di illuminazione. Parte II: Prescrizioni particolari. Apparecchi per l illuminazione stradale. Norma CEI 11-4: Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne. Norma CEI 11-17: Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. Norma CEI 64-7: Impianti elettrici di illuminazione pubblica. Norma CEI 64-8: Esecuzione degli impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1000V. RACCOMANDAZIONI E GUIDE Guida per l esecuzione degli impianti di illuminazione pubblica, ENEL/Federelettrica, Roma Raccomandazioni per l illuminazione pubblica, AIDI, Milano Recommendations for the Lighting of Roads for Motor and Pedestrian Traffic, Technical Report CIE 115/1995. Guida per il Piano Regolatore Comunale dell Illuminazione Pubblica, AIDI, Milano Guide to the Lighting of Urban Areas, Technical Report CIE 136/

41 4.3 ELENCO TAVOLE A0 IN ALLEGATO TAVOLA CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE - ESIGENZE ILLUMINOTECNICHE TAVOLA ALLOCAZIONE AMBITI DI PARTICOLARE RILEVANZA TAVOLA ILLUMINAMENTI SUL PIANO STRADALE (ALLOCAZIONE SCHEDE DI RILEVAZIONE) TAVOLA TIPOLOGIA SORGENTI LUMINOSE TAVOLA TIPOLOGIA APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE TAVOLA TIPOLOGIA SORGENTI LUMINOSE PROGETTO DI ENERGY SAVING TAVOLA TIPOLOGIA APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PROGETTO DI ENERGY SAVING TAVOLA CRITICITA IMPIANTO IN RELAZIONE ALLE NORME UNI TAVOLA CRITICITA IMPIANTO IN RELAZIONE ALLA LR 17 TAVOLA TIPOLOGIA SORGENTI LUMINOSE TAVOLA TIPOLOGIA APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE TAVOLA ALLOCAZIONE AMBITI DI PROGETTO 132

42 Il Piano Regolatore dell Illuminazione Comunale della Città di Brunate è stato redatto da: Area Territoriale Nord Milano, via Beruto 18 in collaborazione con: c.so san gottardo milano 133

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