Piano emergenze del. Dott. Giuseppe Diegoli Dott.ssa Eleonora Bertolani. Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica
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- Fiora Biagi
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1 Piano emergenze del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica Dott. Giuseppe Diegoli Dott.ssa Eleonora Bertolani Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica
2 Progetto La gestione delle emergenze del Dipartimento di Sanità Pubblica; malattie infettive, sicurezza alimentare, ambientali, chimiche, calamità naturali ed epidemiche degli animali Il progetto definisce i requisiti organizzativi del Dipartimento di Sanità Pubblica per la gestione delle emergenze (malattie infettive, sicurezza alimentare, ambientali, chimiche, calamità naturali ed epidemiche degli animali) ed i requisiti organizzativi a livello locale e regionale.
3 Progetto La gestione delle emergenze del Dipartimento di Sanità Pubblica; malattie infettive, sicurezza alimentare, ambientali, chimiche, calamità naturali ed epidemiche degli animali In caso di emergenza risulta indispensabile la definizione delle responsabilità, la razionalità e la tempestività dell intervento per assicurare efficacia ed efficienza in situazioni logistiche estremamente critiche Questi risultati possono essere ottenuti unicamente se sussistono protocolli e procedure integrate, una preliminare preparazione specifica del personale impiegato, una adeguata dotazione strumentale e una predefinita integrazione con le altre squadre di specialisti a vario titolo coinvolti e in particolare con il personale del 118, IZS, ARPA, la Protezione Civile, le Prefetture, le forze dell Ordine, i Vigili del Fuoco, gli operatori addetti agli abbattimenti degli animali.
4 Legge Regionale di Protezione Civile n. 1/2005 Allo svolgimento delle attività e dei servizi connessi all esercizio delle funzioni amministrative in materia di protezione civile, di competenza della Regione, provvedono; l Agenzia regionale di protezione civile le strutture organizzative regionali competenti in materia di sicurezza territoriale, di sistema ospedaliero, emergenza sanitaria e sanità pubblica.
5 Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 giugno 2016: Individuazione della Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario e dei Referenti Sanitari Regionali in caso di emergenza nazionale struttura ulteriormente il sistema di intervento sanitario in emergenza, disponendo:
6 1. l attivazione, almeno nelle prime 72 ore dall evento emergenziale, di una Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario (CROSS) preventivamente individuata, sita fuori dal territorio della/e regione/i interessata/e. La CROSS ha compiti di coordinamento e di raccordo operativo tra le esigenze rappresentate dal territorio colpito e le disponibilità di risorse sanitarie delle componenti e strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile.
7 2. la nomina, da parte dei Presidenti delle Regioni del Referente sanitario regionale per le emergenze (RSR). Il Referente sanitario regionale per le emergenze: - assicura l'integrazione del Sistema regionale di protezione civile e il Servizio sanitario regionale per tutti gli aspetti sanitari connessi con l'evento emergenziale; - comunica con la Struttura regionale di protezione civile e con il DPC in relazione alla situazione in atto, alle priorità di intervento e alle risorse necessarie per assicurare l'assistenza sanitaria alla popolazione colpita; - assicura il raccordo con la CROSS, e con le competenti strutture del Servizio sanitario territoriale, nonché' con la Struttura regionale di protezione civile; - assicura il concorso del Servizio sanitario regionale alle attività di pianificazione dell'emergenza di protezione civile.
8 La LR 1/2015 prevede l istituzione, presso l Agenzia regionale di protezione civile, del Centro Operativo Regionale COR -, quale presidio permanente per il tempo reale, preposto ai compiti di sala operativa e di centro multi rischio. Esso inoltre attiva le strutture competenti in base alle 9 funzioni di supporto: 1. Tecnica e Pianificazione 2. Sanità, Assistenza sociale e Veterinaria 3. Volontariato 4. Materiale e mezzi 5. Servizi essenziali e attività scolastica 6. Censimento danni a persone o cose 7. Strutture operative locali 8. Telecomunicazioni 9. Assistenza alla popolazione
9 In questo contesto il Servizio regionale di prevenzione collettiva e sanità pubblica viene attivato dal COR, e partecipa, in affiancamento al SRS, al 118 e in raccordo con altri Servizi regionali, con un proprio operatore alle attività relative alla Funzione 2, di propria specifica competenza, ossia vigilanza igienico-sanitaria controlli sulle acque potabili fino al ripristino degli acquedotti; disinfezione e disinfestazione controllo alimenti, distruzione e smaltimento avariati; raccolta e smaltimento animali morti; sorveglianza epidemiologica ed eventuali profilassi; sanità e benessere degli animali; sanità pubblica nei centri di accoglienza
10 Procedura per la definizione dei requisiti organizzativi del Dipartimento di Sanità pubblica della Regione Emilia Romagna per la gestione delle emergenze (malattie infettive, sicurezza alimentare, ambientali, chimiche, calamità naturali ed epidemiche degli animali) e dei requisiti organizzativi a livello locale e regionale In caso di emergenza risulta indispensabile la definizione delle responsabilità, la razionalità e la tempestività dell intervento per assicurare efficacia ed efficienza in situazioni logistiche estremamente critiche. Il rischio sanitario si riscontra ogni volta che si creano situazioni critiche che possono incidere sulla salute umana: in emergenza vengono attivate le procedure di soccorso previste nei piani comunali e provinciali.
11 Il Servizio regionale Sanità Pubblica e Prevenzione collettiva, durante una fase di emergenza di protezione civile è strutturato per: sostenere le attività di prevenzione e promozione della salute; predisporre norme e atti di indirizzo in materia di igiene, sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, sanità pubblica; gestire le funzioni di competenza regionale per i programmi rivolti alla popolazione; gestire le funzioni di competenza regionale in tema di sorveglianza e controllo delle malattie trasmissibili; regolamentare la protezione dai rischi da agenti fisici in armonia con il quadro nazionale e comunitario.
12 a. Acquisizione delle informazioni inerenti lo scenario di rischio. Tutte le informazioni aggiornate e puntuali - devono essere in possesso ed in disponibilità immediata agli operatori coinvolti nella gestione dell emergenza. Le stesse sono estratte dalla documentazione disponibile presso il Servizio e dai sistemi informativi, con particolare riferimento a quanto contenuto nelle Banche Dati della Regione e della Protezione Civile
13 b Costituzione dell unità di crisi regionale e gestione delle comunicazioni esterne in emergenza Il Dirigente del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica, attiva e coordina l Unità di crisi composta da: Il responsabile Area Igiene Pubblica Il responsabile Area Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro Il responsabile Area Igiene degli alimenti e Sanità pubblica veterinaria
14 Nell ordinario i Referenti di Area, coadiuvati da un funzionario amministrativo referente per l emergenza, curano l'aggiornamento periodico dei dati e delle procedure relative al proprio settore articolate nell'ambito del presente Piano di emergenza. L unità di crisi inoltre: - predispone i protocolli operativi per la gestione delle attività di emergenza; - acquisisce l equipaggiamento necessario alla gestione delle attività? - predispone le procedure amministrative ed economiche necessarie alla gestione delle attività connesse al controllo e alle attività di emergenza; - si avvale dei dati relativi ai sistemi informativi a supporto dei piani di monitoraggio e sorveglianza
15 Superamento dell Emergenza In fase di gestione e superamento degli eventi critici l Unità di crisi individua le strategie d'intervento per il superamento dell'emergenza, razionalizza le risorse disponibili e garantisce il coordinamento delle attività operative
16 c. Valutazione e pianificazione degli interventi da adottare in funzione dello specifico scenario di rischio Uno scenario di rischio è composto da: una descrizione testuale dell evento ipotizzato, cartografia a scala di dettaglio, eventualmente in più tavole nel caso di scenari con differente livello di gravità, le procedure del modello di intervento, censimento e recapiti del personale sanitario e non (AUSL, ARPA ecc) coinvolto nella gestione dell emergenza. La discriminante per effettuare una selezione tra fenomeni dello stesso tipo è l interazione tra l evento ed il territorio interessato
17 Gli scenari di rischio ed i relativi percorsi attuativi articolati nel Piano comprendono: Emergenza sismica Emergenza idrogeologica Emergenze chimiche e tossicologiche Emergenze radio nucleari Emergenze relative all attività di trasporto Terrorismo ed atti terroristici non convenzionali (stragi, impiego di armi chimiche, biologiche e nucleari) Emergenze epidemiche umane Emergenze epidemiche negli animali Gestione sanitaria dei campi di prima accoglienza
18 d. Intervento territoriale ed organizzativo del DSP - AUSL e costituzione delle Unità di crisi locali. A livello Locale/Aziendale dovranno essere definite: le procedure che comportano l integrazione dei mezzi e dei professionisti la definizione di specifiche Unità di crisi in relazione agli scenari di rischio
19 ATTIVITA SPECIFICHE PER TIPOLOGIA DI EMERGENZA Per garantire efficienza ed efficacia dell intervento non è solo indispensabile programmare l azione sanitaria vera e propria ma è anche necessario pianificare l organizzazione dell evento critico dal punto di vista gestionale e del suo superamento. Con il Piano, si ritiene opportuno definire altresì modelli operativi di intervento declinati per tipologia di rischio e strutturati in sezioni omogenee che definiscono :.
20 a. I Compiti dell Unità di Crisi regionale e le modalità di attivazione delle comunicazioni interne al Dipartimento regionale sanità raccordo con il Referente Sanitario Regionale - gestione della comunicazione interna ed esterna in fase di emergenza raccordo con l ufficio stampa b. I Compiti dell Unità di Crisi locale, composizione e modalità operative Il principio di sussidiarietà, fondamentale nell organizzazione del sistema di protezione civile, prevede che la gestione delle emergenze venga affrontata in primo luogo a livello locale, dalle istituzioni più vicine territorialmente e per competenza al luogo degli eventi.
21 c. L acquisizione delle informazioni relative all area territoriale coinvolta ed allo scenario di rischio Tutte le informazioni aggiornate e puntuali - devono essere in possesso ed in disponibilità immediata agli operatori locali coinvolti nella gestione dell emergenza. In particolare: insediamenti collettivi umani e zootecnici attività produttive vie di comunicazione dati di rilevanza per problematiche sociali e sanitarie umane e veterinarie eventuale documentazione specifica già prodotta
22 d. La pianificazione degli interventi in emergenza da adottare in relazione allo specifico scenario di rischio In questa sessione ciascun Protocollo di emergenza dovrà contenerne: - La catena delle responsabilità e della reperibilità in emergenza ed il collegamento con l Unità di crisi (nomi e numeri di telefono, turni del personale ) -cartella comune a tutte le emergenze- - Modalità di ricezione della segnalazione di un emergenza. - Tempi di intervento (intervallo di tempo tra la ricezione della segnalazione e intervento sul posto), ove necessario. - Individuazione di eventuali interfacce interne/esterne che occorre coinvolgere, acquisizione di servizi e la definizione delle competenze di intervento rispetto all evento calamitoso (AUSL / ARPA/VVFF
23 e. La Valutazione dei danni previsti/accertati - Indicazione dei sopralluoghi e documentazione di verifica - il modello relativo al rapporto dell attività effettuata f. La Pianificazione degli interventi da adottare per la riconduzione dell emergenza nell ambito della normalità
24 ANALISI DEI DATI - VERIFICA ED AGGIORNAMENTO PERIODICO DEL PIANO Gli elementi fondamentali necessari per tenere vivo il presente Piano sono: l'aggiornamento periodico a cura dei componenti dell Unità di Crisi Regionale in collaborazione con i DPS delle AUSL Le esercitazioni da svolgersi a livello regionale e locale
25 IMPATTO ECONOMICO DEL PIANO In generale le risorse disponibili sono riconducibili a 4 categorie Personale Personale in servizio o in reperibilità presso la RER, i dipartimenti delle Aziende USL, il 118, le Agenzie regionali interessate, incaricati in base alle stesse modalità del personale del 118 Mezzi strumenti e materiali a disposizione presso il Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati. Risorse finanziarie Risorse economiche destinate al bilancio Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica e nei Dipartimenti di sanità pubblica ad esso collegati a finalità di gestione dell emergenza Strutture Beni immobili di proprietà destinati al soccorso
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