Soluzioni per coltura. La protezione. da industria. Vivere l agricoltura

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1 Soluzioni per coltura La protezione del pomodoro pomodora da industria. Vivere l agricoltura

2 Syngenta per il pomodoro da industria. Il pomodoro da industria è una delle tipiche colture orticole italiane, trovando areale di coltivazione in diverse zone geografiche della nostra penisola. Ampia e articolata è anche la gamma di prodotti che la filiera pomodoro offre sia per il consumo interno, quale parte importante della dieta mediterranea, sia per i mercati esteri. Pur tra contraddizioni, necessità di innovazione e crescente competizione sui trasformati a minor valore aggiunto, l'esperienza degli agricoltori italiani e la lunga tradizione che li lega a questa coltura, determina indiscutibilmente l'elevato livello qualitativo da tutti riconosciuto. Per quanto complesse siano le relazioni tra le varie componenti che contribuiscono a definire e caratterizzare un prodotto, trattandosi di agricoltura non si può derogare dal campo e dall'insieme di scelte che nel campo vengono prese. Tra queste ultime la difesa fitosanitaria, anche per l'andamento climatico meno prevedibile per piovosità, siccità o eventi meteorici atipici rispetto ai tempi passati, concorre in modo rilevante alla sanità e alla corretta evoluzione dei parametri qualitativi della materia prima. La Protezione del Pomodoro è una pubblicazione nata sì dall'esperienza di chi lavora in Syngenta, ma che trova ispirazione dalla collaborazione, anno dopo anno, tra chi pratica l'agricoltura per reddito e per passione e chi segue di persona e costantemente l'influenza e i risultati dei propri agrofarmaci. Questo manuale è quindi uno strumento divulgativo di utilizzo pratico, in particolare per chi ha cominciato a frequentare la coltura e le sue problematiche fitosanitarie da poco tempo. Spunti di conoscenza e di confronto sulle principali avversità potranno essere utili e a portata di mano anche per coloro che con esperienza osservano le piante di pomodoro camminando in primavera ed estate tra una fila e l'altra. La pubblicazione è articolata in schede tecniche sintetiche, ognuna delle quali riporta per malattia, insetto (o altro) le caratteristiche più importanti relative allo sviluppo, le sintomatologie tipiche o i danni sui vari organi colpiti e le strategie di difesa. Le soluzioni consigliate da Syngenta, con l'indicazione dei prodotti e le modalità d'impiego, sono riportate alla fine di ogni scheda. La documentazione fotografica, testimonianza del contributo di esperti del settore e del lavoro fatto direttamente in campo con prove sperimentali e dimostrative, rende più immediato il ricoscimento delle avversità anche se la pratica insegna che non sempre questa operazione è così immediata nelle condizioni reali.

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4 Malattie fungine Fisiopatie Peronospora pag. 6 Marciume apicale pag. 56 Alternariosi 8 Colpo di sole 57 Septoriosi 10 Spaccature 58 Oidio 12 Scolatura o peperonatura 59 Tracheoverticillosi 14 Cascola fiorale 59 Sommario Tracheofusariosi Radice suberosa Batteriosi Maculatura batterica Picchiettatura batterica Cancro batterico Insetti e acari Elateridi pag pag. 30 Virosi Mosaico del cetriolo pag. 62 Avvizzimento maculato del pomodoro 64 Infestanti Infestanti graminacee e dicotiledoni pag. 68 Nottua dei seminativi Afide verde del pesco Pagine utili Afidone della patata e del pomodoro Nottua gialla del pomodoro Nottua mediterranea Nottua piccola Nottua del cavolo Tripide occidentale dei fiori Programma di difesa: Fungicidi Insetticidi - Acaricidi Erbicidi Elenco dei prodotti pag Cimice verde 48 Dorifora della patata Ragnetto rosso comune

5 Malattie fungine Le crittogame che possono interessare il pomodoro destinato all'industria di trasformazione sono numerose e colpiscono sia la parte aerea che l'apparato radicale. Qui di seguito verranno descritte le malattie più pericolose per la parte epigea della pianta: peronospora (Phytophthora infestans) alternariosi (Alternaria porri f.sp. solani e Alternaria alternata) septoriosi (Septoria lycopersici) oidio o mal bianco (Leveillula taurica) e per la parte ipogea: tracheoverticillosi (Verticillium dahliae e Verticillium albo-atrum) tracheofusariosi (Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici) radice suberosa (Pyrenochaeta lycopersici) Nelle indicazioni fornite per la corretta difesa da questi patogeni, verranno presi in considerazione sia gli accorgimenti di carattere agronomico sia quelli relativi alla lotta con prodotti chimici. 5

6 Peronospora (Phytophthora infestans) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Il microrganismo si conserva sotto forma di micelio nel terreno e una importante fonte di inoculo per lo sviluppo delle infezioni iniziali è rappresentata dai tuberi della patata, da piante solanacee spontanee e dal ritorno della coltura del pomodoro sullo stesso terreno (ristoppio). Gli sporangi, che si formano sulla pagina inferiore delle foglie infette, vengo trasportati dal vento e dall'acqua anche a grande distanza. Lo sviluppo del fungo, con un periodo di incubazione e penetrazione che si completa in 3-6 giorni, è favorito da una bagnatura fogliare di almeno 4 ore, per nebbie e rugiade persistenti, interventi irrigui con aspersione o piogge abbondanti, da umidità relativa dell'aria elevata, da bassa luminosità e da temperature notturne di C e diurne comprese tra 20 e 23 C. Nelle condizioni italiane la malattia può svilupparsi per gran parte del periodo di coltivazione della solanacea. Durante i mesi più caldi dell'estate, soprattutto negli areali di coltivazione del meridione, la peronospora può subire un arresto per carenza di umidità ed eccessi termici. La sintomatologia iniziale si evidenzia con efflorescenza biancastra costituita dalle fruttificazioni (rametti conidiofori e conidi) del patogeno sulla pagina fogliare inferiore. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA La peronospora interessa tutte le parti epigee della pianta: sulla pagina superiore della foglie si manifesta con iniziali macchie tondeggianti, decolorate e traslucide (dette macchie ad olio ) che successivamente e in modo rapido, per la velocità di 6

7 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA diffusione del patogeno all'interno della foglia, imbruniscono e disseccano con la contemporanea perdita di consistenza dei tessuti del lembo; se l'umidità dell'aria si stabilizza su valori bassi, i sintomi della malattia restano circoscritti a piccole macchie su steli e peduncoli il persistere di condizioni favorevoli determina striature longitudinali e trasversali che, compromettendo la funzionalità vascolare, ne determina la perdita di turgore, con conseguente rottura della parte vegetale sovrastante le lesioni sui frutti ancora verdi la crittogama penetra in corrispondenza della zona calicina, evidenziandosi con macchie irregolari, marezzate di verde oliva e bruno, che si estendono sulla superficie in lingue longitudinali che, successivamente, assumono aspetto coriaceo ed impediscono la maturazione della bacca favorendone la marcescenza. Sui frutti maturi le macchie si caratterizzano per una maggior depressione e ampiezza, interessando tutta la superficie che talora presenta fessurazioni da cui fuoriesce una muffa bianca costituita dal micelio. Minore importanza epidemiologica viene ad assumere Phytophthora nicotianae var. parasitica: interessa le piantine allo stadio di germinello che si trovano in vivaio, e talvolta i frutti immaturi a contatto con il terreno; si caratterizza per le tipiche zonature concentriche che partono dalla zona apicale. DANNI La rapidità della diffusione con cui si evolve la malattia a partire da un focolaio iniziale determina danni economici rilevanti che talora possono arrivare alla distruzione della coltura nel giro di pochi giorni. STRATEGIE DI DIFESA Per una corretta gestione agronomica della coltura devono essere evitati i ristoppi di pomodoro o altre solanacee, e si dovrebbe provvedere all'asportazione dei residui colturali, soprattutto di piante infette. Per la difesa fitosanitaria si consigliano interventi preventivi, considerando che, una volta installata, difficilmente la crittogama potrà essere eradicata. Per il controllo della peronospora del pomodoro da industria si consiglia di iniziare, a gg dal trapianto, con COPRANTOL per 2 o 3 trattamenti a cadenza di 7-8 gg. Una volta che la coltura ha superato la crisi di trapianto e comincia a svilupparsi è opportuno passare a prodotti con caratteristiche citotropiche. Nel momento di attiva crescita, utilizzare RIDOMIL GOLD R alla dose di 4 Kg/ha oppure RIDOMIL GOLD MZ alla dose di 2,5 Kg/ha per 2 o 3 trattamenti a cadenza di gg in funzione delle condizioni climatiche. Chiudere la difesa utilizzando ORTIVA alla dose di 1 l/ha. 7

8 Alternariosi o malattia della senescenza (Alternaria porri f.sp. solani, Alternaria alternata) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi L'alternaria si conserva da un anno all'altro allo stato di micelio, conidi e clamidospore (organi caratterizzati da lunga vitalità) sui residui di piante ammalate e su ospiti spontanei. Ove si proceda all'estrazione del seme proveniente da bacche infette, questo può rappresentare un veicolo di infezione e diffusione. Il range per le temperature di germinazione dei conidi è molto ampio: da 2-3 C fino a C con l'optimum a 28 C circa. Tre giorni dopo l'infezione, in condizioni ambientali di elevata umidità per piogge, interventi irrigui, rugiade notturne, ecc. e temperature favorevoli, compaiono i primi sintomi. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Alternaria porri interessa la pianta del pomodoro in tutte le sue parti epigee e in ogni suo stadio di sviluppo vegetativo In campo, la comparsa dell'infezione inizia generalmente dopo l'allegagione dei primi frutti: sul fusto con piccole macchie nere, ovali e ben delimitate che determinano l'appassimento della vegetazione sovrastante; l'infezione si può estendere con analoga sintomatologia alle ramificazioni contigue, ai piccioli, alle foglie e ai frutti sulle foglie con macchie irregolari nerastre e necrotiche, tipicamente zonate in modo concentrico che possono confluire determinando il disseccamento del lembo e la caduta anticipata delle foglie; su quelle più vecchie le macchie, oltre ad essere più estese, sono contornate da alone giallastro 8

9 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA DANNI I frutti interessati da Alternaria spp. non sono commerciabili e il coinvolgimento talora pesante dell'apparato fogliare deprezza il prodotto per il carattere del Brix, non permettendo il corretto svolgimento della funzione clorofilliana e pertanto l'accumulo di zuccheri. STRATEGIE DI DIFESA sui frutti in fase di sovrammaturazione con tacche circolari scure, anche loro tipicamente concentriche, in genere localizzate in prossimità dell'inserzione del peduncolo, dai cui sepali parte l'infezione, e che si ricoprono di efflorescenza fuligginosa. Pur potendo interessare tutta la parte aerea della pianta, Alternaria alternata mostra i propri sintomi più appariscenti sui frutti maturi, in corrispondenza di lesioni per eccesso di turgore, scottature e marciume apicale, con lo sviluppo di una muffa nera dall'aspetto vellutato. In genere le parti necrotizzate interessano la polpa e si presentano circondate da un alone giallastro. Il fungo si manifesta con piccole lesioni di 2-3 mm, oppure con alterazioni estese a tutto l'epicarpo; quando l'attacco si concentra nella zona di distacco del peduncolo, la diffusione dei conidi interessa il mesocarpo che si presenta annerito e di consistenza cuoiosa, manifestandosi esternamente solo con piccole macchie. Non potendo interferire sul susseguirsi di estati calde ed afose, con un elevato tasso di umidità, ulteriormente incrementato da interventi irrigui a pioggia, per impedire il ritorno del fungo si consigliano intervalli di rotazione lunghi, l'asportazione di tutti i residui colturali, in particolare i frutti infetti e ove possibile l'attuazione dell'irrigazione a goccia. Syngenta mette a disposizione dell agricoltore diverse soluzioni per il controllo dell alternaria, con principi attivi ad azione specifica che sostituiscono o integrano le resistenze genetiche di cui, a livello di tolleranza, sono corredati alcuni ibridi di pomodoro per l'industria. ORTIVA alla dose di 0,8-1 l/ha con trattamenti preventivi; SCORE 25 EC alla dose di 0,4-0,5 l/ha alla comparsa dei primi sintomi; FOLIO GOLD alla dose di 2,5 l/ha. 9

10 Septoriosi (Septoria lycopersici) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Il patogeno si conserva sui residui di piante di pomodoro infetti e su piante spontanee. La diffusione dei conidi è favorita dall'azione combinata dell'acqua piovana e del vento. La penetrazione del fungo nella pianta avviene generalmente per via stomatica e il periodo di incubazione è di giorni; la sua propagazione sulla coltura risulta facilitata dall'innalzamento dei valori dell'umidità ambientale per piovaschi anche di breve durata e rugiade notturne con temperature comprese tra 15 e 28 C (anche se l'optimum si attesta attorno ai 25 C). Pur essendo soggetta a numerose variazioni, in funzione delle condizioni climatiche, la septoriosi si manifesta in modo più intenso e frequente nella Valle Padana verso la fine della coltura, comunque dopo l'allegagione dei primi frutti, contribuendo al naturale decadimento delle piante, di cui interessa le foglie più vecchie, mentre nel meridione rappresenta una patologia tipica della primavera danneggiando soprattutto le piantine in fase di sviluppo iniziale di cui compromette seriamente lo stelo. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA La parte di pianta interessata è generalmente la foglia su cui si manifesta con sintomi differenti: macchie necrotiche e circolari di 2-4 mm, di colore grigio che talora presentano una punteggiatura al centro determinata dai picnidi del fungo e che evolvono inscurendo al proprio margine; interessano prevalentemente le foglie adulte che disseccano e cadono macchie brune di circa 1 mm di diametro, circoscritte ed uniformi facilmente confondibili con quelle prodotte da Xanthomonas campestris pv. vesicatoria. 10

11 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA DANNI La Septoriosi veniva ricordata in letteratura come patologia grave e frequente; attualmente risulta relativamente poco diffusa, anche per la difficoltà di una individuazione empirica, e comunque scarsamente dannosa. E' stata rilevata una differente suscettibilità varietale nei confronti del fungo. STRATEGIE DI DIFESA macchie estese, di color tabacco che raramente evidenziano i picnidi e vengono spesso confuse con quelle prodotte da Alternaria solani, anche se manca la zonatura concentrica. In qualunque forma si manifesti, la presenza di Septoriosi determina il disseccamento della foglia e la spogliazione della pianta. In condizioni di diffusione avanzata, lesioni necrotiche possono comparire anche su fusti e piccioli che non subiscono danni funzionali consistenti in quanto le lesioni interessano solo i tessuti superficiali. Altrettanto superficiale, per quanto raro, risulta l'interessamento dell'epidermide dei frutti. Il principale mezzo di lotta agronomica consiste nell'asportazione dei residui colturali infetti e nell'evitare il ristoppio della coltura. La soluzione Syngenta specifica per questa patologia è SCORE 25 EC alla dose di 0,4-0,5 l/ha impiegato alla comparsa dei primi sintomi. 11

12 : Oidio o mal bianco (Leveillula taurica) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Oltre che su pomodoro, melanzana peperone, ecc., il micelio del patogeno si conserva su numerose specie spontanee e si diffonde per mezzo dei conidi portati dal vento. Per quanto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in Italia viene considerata la malattia tipica delle aree meridionali durante il periodo estivo-autunnale, in particolare delle zone costiere ove trova adeguati livelli di umidità per svilupparsi. La penetrazione del fungo avviene generalmente attraverso gli stomi fogliari, dai quali il fungo si insedia nel mesofillo. Condizioni ottimali di sviluppo dell'oidio sono rappresentate da C di temperatura e umidità relativa del 70-75%, corrispondenti a generale clima caldo con assenza di pioggia. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Pur potendo interessare tutte le parti verdi della pianta, l'infezione sul pomodoro riguarda generalmente le foglie e le piante più vecchie prossime alla fine del loro ciclo produttivo, mentre vengono risparmiate quelle più giovani. La pagina superiore della foglia si ricopre di macchie gialle con contorni sfumati che successivamente necrotizzano a partire dal centro, si accartoccia verso il basso e, infine, dissecca. In corrispondenza delle depigmentazioni, sulla pagina inferiore, compare una efflorescenza farinosa biancastra. 12

13 DANNI L'interruzione dei processi fotosintetici determina la mancata allegagione dei frutti, la corretta maturazione di quelli presenti, un generale deprezzamento quanti-qualitativo della produzione e l'arresto di sviluppo della pianta. Ancora relativamente rare sono le cultivar che presentano un certo grado di resistenza al patogeno. STRATEGIE DI DIFESA L'intervento irriguo a pioggia può rappresentare un mezzo agronomico contenitivo della patologia, ma la lotta più efficace è affidata all'utilizzo di prodotti chimici. Le soluzioni Syngenta per il controllo di questa patologia sono: TOPAS 10 EC da impiegare alla dose di 0,5 l/ha TIOVIT JET da impiegare alla dose di 1,5 Kg/ha ORTIVA da impiegare alla dose di 0,8 l/ha alla prima comparsa della patologia. 13

14 Tracheoverticillosi (Verticillium dahliae, Verticillium albo-atrum) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi I Verticillium spp sono estremamente polifagi e si possono sviluppare su centinaia di ospiti; sopravvivono a lungo nel terreno (fino a 14 anni) anche in assenza di colture suscettibili, si sviluppano su piante infestanti e si conservano con i propri microsclerozi. Un'altra caratteristica è rappresentata dalla localizzazione dell'inoculo fino a 30 cm di profondità nel terreno. Le tracheoverticilliosi interessano le piante in ogni fase di sviluppo, manifestando i sintomi tipici sulle piante adulte. Verticillium dahliae trova condizioni ottimali a C, sviluppandosi anche a 30 C, mentre per Verticillium albo-atrum l'ottimo termico si pone a 22 C, entrando in quiescenza a C. La diffusione del patogeno avviene con la veicolazione dei conidi da parte dell'acqua di irrigazione e del vento e la carica dell'inoculo viene aggravata da condizioni di alcalinità e salinità del terreno. Il parassita penetra attraverso microlesioni radicali determinate dalle operazioni di trapianto, oppure per la presenza di insetti terricoli e di piante ospiti intermedie. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Le tracheoverticiliosi si manifestano sulle giovani piantine con clorosi fogliari diffuse e raccorciamento degli internodi che concorrono al generalizzato sviluppo ridotto della pianta. 14

15 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA DANNI L'assenza di produzione è la conseguenza diretta della presenza di tracheoverticillosi. STRATEGIE DI DIFESA Le piante adulte vengono colpite nella fase di post-allegagione manifestando marcati ingiallimenti e necrosi che interessano inizialmente le foglie basali (decorso cronico) oppure l'intera pianta che rapidamente perde turgore (decorso acuto). L'appassimento della chioma può assumere andamento altalenante, con un aggravamento durante le ore più calde della giornata e una ripresa del turgore durante quelle più fresche, fino a divenire irreversibile, portando alla morte la pianta che, in funzione della gravità dell'attacco non allega i primi frutti, oppure anticipa la maturazione dei pochi allegati. Sezionando il fusto al colletto delle piante interessate si evidenziano fenomeni di imbrunimento che interessano i vasi legnosi che si presentano occlusi. Sono state segnalate infezioni che hanno interessato le foglie con una sintomatologia caratterizzata da macchie clorotiche localizzate che successivamente necrotizzano. L'aggressività del patogeno è strettamente correlata alla storia colturale del terreno ed in particolare al ritorno di solanacee, pertanto si consigliano rotazioni le più ampie possibili. I residui di parti epigee di piante infette devono essere rapidamente asportati e distrutti con il fuoco. L'intervento genetico ha interessato gran parte delle cultivar di pomodoro attualmente coltivate, dotandole di resistenza di tipo verticale, indicata con la lettera V. 15

16 Tracheofusariosi (Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Il fungo viene considerato più evoluto del Verticillium pur non avendo ospiti intermedi di rilievo e si conserva a lungo nel terreno per mezzo delle clamidospore fino ad una profondità di 90 cm. La trasmissione del fungo può avvenire per seme e per contatto fra le piante. Per lo sviluppo delle tracheofusariosi, si rendono necessarie temperature comprese tra 27 e 31 C, comunque non inferiori a 21 C. Viene considerata patologia tipica dell'estate, favorita dalla presenza di acque saline, da terreni acidi con livelli elevati di azoto e carenza di potassio e calcio, oltre che da attacchi di Nematodi del genere Meloidogyne e Heterodera che provocano lesioni radicali e generale indebolimento della pianta. Le lesioni radicali inferte dai nematodi rendono più suscettibile la pianta nei confronti del fungo che può infettare la pianta anche con temperature attorno ai 18 C. Altro fattore determinante lo sviluppo del patogeno è l aumento della dotazione idrica del terreno che, diminuendo l'aereazione del terreno, contribuisce ad indebolire la resistenza delle piante. Dopo la penetrazione, preferibilmente attraverso lesioni radicali, i vari ceppi del fungo si localizzano nei vasi xilematici alterando il ricambio idrico e provocando l'avvizzimento e il disseccamento della parte apicale della pianta. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Le tracheofusariosi interessano le piante del pomodoro in ogni stadio di sviluppo determinando: sulle foglie: ingiallimento, necrosi e filloptosi, oppure brusca perdita della turgescenza; l'evoluzione dei sintomi procede dalla parte basale della pianta a quella sommitale in modo meno graduale e più rapido rispetto alle tracheoverticilliosi; il destino ultimo risulta comunque la morte della pianta 16

17 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA il fusto: una volta sezionato, evidenzia un imbrunimento marcato; esternamente, a livello del colletto, la tracheofusariosi si manifesta con marciumi più o meno diffusi delle parti periferiche del cilindro legnoso le radici: presentano fenomeni di marcescenza diffusa. DANNI Riduzione drastica della produzione per la morte delle piante. STRATEGIE DI DIFESA Di fondamentale importanza risulta l'ampiezza delle rotazioni colturali, che per il pomodoro dovrebbero essere almeno di 4 anni, e il livellamento del terreno per impedire la formazione di ristagni idrici. Come consiglio specifico nella lotta preventiva si suggerisce di far precedere alla coltura del pomodoro quella del grano. La presenza di numerose cultivar commerciali caratterizzate dall'inserimento di resistenze (indicate dalla lettera F e dalla numerazione 1, 2 ecc. per i diversi ceppi) ha ridotto la diffusione della patologia. 17

18 Radice suberosa (Pyrenochaeta lycopersici) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Il parassita persiste nel terreno per diversi anni ed è facilitato in ciò dalla presenza di micelio sulle radici che rimangono nel terreno a fine coltura. Specie coltivate (cucurbitacee, leguminose,ecc.) ed infestanti costituiscono ottimi mezzi di conservazione del fungo. Un tempo circoscritta alle coltivazioni serricole, la radice suberosa ha assunto carattere di endemicità soprattutto in alcuni areali di produzione del pomodoro al Sud (Puglia). L'adattabilità del fungo, con i suoi differenti biotipi, nei confronti delle temperature è molto ampia ed è compresa tra 14 e 30 C. L'infezione interessa soprattutto i trapianti tardivi. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA La parte della pianta più colpita è rappresentata dalle radici. La malattia si evidenzia con sintomi necrotici, di suberificazione stratificata, che degenerano in fessurazioni longitudinali del tessuto corticale della radice e, talvolta, della zona del colletto. Dai tessuti non interessati dal patogeno si differenziano radici avventizie che rendono talvolta possibile la sopravvivenza della pianta. 18

19 DANNI La malattia induce un precoce invecchiamento della pianta e un suo ridotto sviluppo per la drastica riduzione della funzionalità dell'apparato radicale. In corrispondenza di periodi con temperature particolarmente elevate la parte aerea avvizzisce e le foglie basali disseccano. Queste turbe fisiologiche portano ad una drastica riduzione della produzione. STRATEGIE DI DIFESA La lotta agronomica può limitare i danni, ma non risolvere il problema. Questa consiste, oltre che nell'ampliamento delle rotazioni colturali per diminuire la carica di inoculo del fungo, nell'asportazione dei residui radicali, nell'attuazione di turni con volumi ridotti di irrigazione e nella rincalzatura delle piante per facilitare l'emissione delle radici avventizie. Nella pratica si ricorre a piante resistenti oppure all'impiego di prodotti chimici di disinfezione del terreno. 19

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21 Batteriosi Fra le malattie batteriche che possono interessare il pomodoro, assumendo livelli di notevole gravità anche in funzione della loro diffusione, si ricordano: Maculatura batterica (Xanthomonas campestris pv. vesicatoria) Picchiettatura o macchiettatura batterica (Pseudomonas syringae pv. tomato) Cancro batterico (Corynebacterium michiganense) Marginalmente: Avvizzimento batterico (Pseudomonas solanacearum) Marciume molle (Erwinia carotovora). 21

22 Maculatura batterica (Xanthomonas campestris pv.vesicatoria) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Di Xanthomonas si distinguono numerose razze che presentano una sintomatologia comune e un potenziale di endemicità differente. Il patogeno si conserva per molti anni e si diffonde da un anno all'altro attraverso il seme dei frutti infetti localizzandosi sui peli che lo ricoprono, oppure tramite piante infette da cui l'inoculo passa sulle giovani piantine (anche in vivaio) che concorrono alla sua diffusione in pieno campo, dove può permanere in forma passiva fino a quando non si presentano condizioni favorevoli. La temperatura ottimale per lo sviluppo del batterio è di circa C; le elevate esigenze termiche ne facilitano la diffusione primaverile al sud della penisola e durante l'estate in Pianura Padana. Se il clima diventa secco e le temperature superano la soglia indicata l'infezione rallenta il suo decorso. La batteriosi è favorita da condizioni di elevata umidità dell'aria e dalle precipitazioni; il patogeno penetra nella pianta attraverso gli stomi o nella zona di inserzione del peduncolo, oppure attraverso microlesioni di differente origine (punture di insetti, abrasioni determinate dal vento, rotture dei peli, ecc.). PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Le foglie vengono attaccate in ogni stadio di sviluppo con una sintomatologia che prevede piccole macchie di circa 2 mm, di colore bruno nerastro circondate da un piccolo alone giallastro, di forma rotondeggiante o angolosa che, in funzione del loro numero possono determinare il disseccamento della lamina e comunque l'avvizzimento dei lembi. I sintomi della maculatura batterica sulle foglie sono stati frequentemente confusi con quelli della septoria. 22

23 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Sui frutti, nella fase intercorrente fra l'allegagione e l'invaiatura, compaiono macchioline idropiche, talora vescicolose, circondate da alone verde scuro che tendono ad allargarsi sulla buccia; in corrispondenza delle macchie l'epicarpo e il mesocarpo presentano suberificazioni che determinano l'affossamento della zona soprastante. I frutti in fase di invaiatura presentano un epicarpo alterato a livello cromatico perché, attorno alla macchia necrotica che raggiunge generalmente 1 cm di diametro, si evidenzia un alone verde-giallastro. Procedendo verso la fase di maturazione compaiono pustole vescicolose contornate da bordo necrotico che assumono una conformazione depressa, mentre al centro si formano piccole spaccature su cui si insinuano agenti saprofiti che concorrona alla marcescenza della polpa; se l'attacco interessa frutti in fase di accrescimento, questi manifestano deformazioni. I primi sintomi di infezione da Xanthomonas compaiono generalmente a fine giugno, periodo caratterizzato da intense piogge e innalzamento delle temperature e l'infezione si protrae per tutta l'estate. DANNI Oltre alla non commerciabilità dei frutti colpiti, la maculatura batterica provoca la parziale devitalizzazione della pianta che si concretizza con la cascola dei fiori e dei frutticini e la riduzione dello sviluppo vegetativo. Con il disseccamento delle lamine fogliari i frutti vengono repentinamente esposti all'azione dei raggi solari che provocano colpi di sole; questi vanno ad incrementare la percentuale di scarto relativa alla produzione. STRATEGIE DI DIFESA La lotta agronomica si basa principalmente sull'utilizzo di seme di cui sia stata certificata la sanificazione, su ampie rotazioni, sulla distruzione della flora spontanea, sull'impiego di dosi ridotte di concimi azotati e sull'adozione, dove possibile, dell'irrigazione a goccia. L'attivazione della ricerca genetica per l'inserimento di resistenze/tolleranze al batterio, trova un ostacolo nella differenziazione dei ceppi e della sua base poligenica. Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria, Syngenta consiglia di impiegare prodotti a base di Rame, quali COPRANTOL ed in maniera preventiva BION 50 WG ad una dose di 50 g/ha ripetendo l applicazione per 2-3 trattamenti in miscela con i prodotti impiegati per il controllo delle altre patologie. 23

24 Picchiettatura o Macchiettatura batterica (Pseudomonas syringae pv. tomato) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi Di Pseudomonas sono stati individuati diversi ceppi a sintomatologia simile, la cui conservazione è affidata per molti anni ai residui di piante infette e ai semi che vengono interrati, in funzione della profondità (ad alcuni centimetri l'agente batterico sopravive per circa 20 settimane). I semi che si contaminano durante l'estrazione rappresentano anche il mezzo di trasmissione epidemiologica. Concorrono alla diffusione anche numerose specie infestanti. Il mezzo di penetrazione del batterio nel frutto è rappresentato da piccole ferite epidermiche provocate da abrasioni, punture di insetti, grandine, ecc, mentre nelle foglie avviene per via stomatica. Pseudomonas necessita per svilupparsi di temperature comprese tra 13 e 28 C, trovando condizioni ottimali da 20 a 23 C, valori elevati di umidità relativa dell'aria (oltre l'80%) e, soprattutto, la presenza di acqua sulle foglie per intense precipitazioni. Generalmente queste condizioni caratterizzano l'intero arco produttivo del pomodoro in Pianura Padana con elevati rischi di infezioni, particolarmente gravi quando si è nella fase di pre-fruttificazione. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA La picchiettatura batterica interessa tutte le parti epigee della pianta ed in particolare i frutti sul cui epicarpo determina piccole macchie tondeggianti simili a crosticine circondate, sul frutto immaturo da leggero alone idropico e su quello pigmentato di rosso da alone giallo. La dimensioni delle macchie non superano generalmente il mm di diametro e, tendenzialmente, quelle di diametro maggiore corrispondono ai frutti più giovani. 24

25 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Sulle foglie si presenta con macchie puntiformi e tondeggianti di circa 1 mm e di colore nero, dapprima idropiche, che successivamente si circondano di alone clorotico e che tendono a congiungersi provocando estese aree giallastre e la caduta precoce delle foglie. Identiche macchioline di forma allungata e prive di alone compaiono su steli e peduncoli, provocando cascola fiorale. DANNI Nonostante non vengano interessati dalla picchiettatura i tessuti del mesocarpo, il prodotto risulta deprezzato, inoltre la filloptosi concorre al deprezzamento qualitativo dei frutti. STRATEGIE DI DIFESA L'impiego di seme sano risulta di vitale importanza per prevenire l'attacco da Pseudomonas, come pure tutti i mezzi raccomandati per Xanthomonas. Esistono in commercio alcune cultivar di pomodoro da industria in cui è stato inserito il gene dominante Pto resistente al alcuni ceppi di Pseudomonas syringae pv. tomato. Per quanto riguarda la difesa chimica, Syngenta consiglia di impiegare prodotti a base di Rame, quali COPRANTOL ed in maniera preventiva BION 50 WG ad una dose di 50 g/ha ripetendo l applicazione per 2-3 trattamenti in miscela con i prodotti impiegati per il controllo delle altre patologie. 25

26 Cancro batterico (Corynebacterium michiganense) BIOLOGIA Modalità di conservazione Processi infettivi La conservazione del patogeno è affidata ai resti di piante infetti e può protrarsi per almeno 1-2 anni, condizionata dalle caratteristiche chimico fisiche del terreno (umidità, ph, ecc.) e da condizioni invernali miti. Alla conservazione concorrono inoltre ospiti rappresentati da specie coltivate e spontanee e, soprattutto, il seme, nel quale il batterio penetra in modo sistemico, anche nei frutti ancora integri, interessando gli strati più interni del tegumento. Successivamente si trasferisce nelle piantine che, con le operazioni di trapianto, contribuiscono a diffondere il Corynebacterium michiganense. Per uscire dallo stato di latenza la batteriosi necessita di temperature superiori a 25 C.e l'acqua piovana è il principale vettore dell'inoculo per la diffusione di infezioni secondarie. La sensibilità delle piante nei confronti del batterio risulta accentuata da precedenti condizioni di stress termico per l'alternarsi di periodi particolarmente caldi e freddi. Il batterio presenta un elevato grado di trasmissibilità e la sua penetrazione nella pianta avviene attraverso gli stomi e le micro e macro ferite. PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA L'infezione della pianta interessa i tessuti interni e manifesta i propri sintomi in concomitanza, o subito dopo l'allegagione dei primi grappoli fruttiferi con l'avvizzimento settoriale della chioma a partire dalla parte superiore. Peculiarità specifica è rappresentata dall'avvizzimento parziale delle foglie che da un lato si presentano indenni. Già in questa fase, sezionando il fusto si evidenzia l'imbrunimento dell'apparato vascolare e l'aspetto spugnoso del midollo centrale, mentre sezionando alla base del picciolo fogliare si evidenzia il tipico imbrunimento dei vasi a ferro di cavallo. 26

27 PARTI ATTACCATE E SINTOMATOLOGIA Successivamente, da questa zona del fusto, le striature longitudinali giallastre si estendono verso l'internodo e il picciolo, per poi imbrunire rapidamente ed evolvere in spaccature da cui fuoriesce essudato batterico. Il frutto può essere interessato esternamente da leggeri imbrunimenti localizzati in prossimità dell'estremità calicina dove il calice può presentarsi precocemente disseccato; internamente si evidenzia l'anomala pigmentazione gialla dei tessuti placentari. Dalla fonte primaria di inoculo l'infezione batterica interessa più tardivamente altre piante con sintomi non altrettanto eclatanti: nelle foglie il batterio penetra per via stomatica o microferite determinando, prima il ripiegamento del lembo fogliare a doccia e successivamente la comparsa di vescicole biancastre ancora evidenti quando la lamina dissecca. Nei frutti l'infezione penetra attraverso microferite e si manifesta, sia quando le bacche sono immature che quando sono invaiate o completamente mature, con pustole isolate a centro prominente circondate da alone giallo- biancastro, denominate a occhio d'uccello. DANNI L'infezione da Corynebacterium, contrariamente alle altre due batteriosi, è letale: l'infezione primaria determina la morte della pianta e quella secondaria sostanziali squilibri vegetativi e funzionali, che impediscono alla pianta stessa di produrre o portare a maturazione gli eventuali frutti presenti. La coltura, almeno nelle sue piante infette, dovrebbe essere distrutta, possibilmente con il fuoco. STRATEGIE DI DIFESA I mezzi di lotta agronomica ad azione preventiva sono sostanzialmente due: scelta di terreni non inquinati, adottando rotazioni triennali e/o quadriennali ed asportando i residui colturali (in particolare i fusti) e di seme non infetto, certificato, cui si affianca l'accorgimento di non utilizzare per più anni lo stesso terriccio in vivaio. Geneticamente non esistono fonti di tolleranza o resistenza. 27

28

29 Insetti e acari La trattazione dei principali artropodi che interessano la coltivazione del pomodoro da industria in pieno campo riguarda quelli terricoli: Elateridi (Agriotes spp.) Nottue terricole (Agrotis ipsilon) e quelli che attaccano l'apparato epigeo della pianta: Afidi (Myzus persicae, Macrosiphum euphorbiae) Nottue e lepidotteri in genere (Heliothis armigera, Spodoptera littoralis, Spodoptera exigua e Mamestra brassicae) Tripide (Frankliniella occidentalis) Cimice verde (Nezara viridula) Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) Ragnetto rosso (Tetranychus urticae) 29

30 Elateridi (Agriotes spp.) BIOLOGIA Svernamento e comparsa degli adulti N di generazioni Ovodeposizione Fecondità Sviluppo larvale Pupa Alcune specie svernano come larva in differenti stadi o come adulti in diapausa nelle loro celle pupali. Per sfuggire alle basse temperature la maggior parte delle larve si porta a profondità superiori ai 30 cm. Gli adulti compaiono, a seconda della specie, in primavera oppure in giugno-luglio e vivono da meno di un mese fino ad 1 anno. Una generazione ogni 3-4 anni solari. L'accoppiamento avviene subito dopo la fuoriuscita degli adulti dal terreno. La femmina ovodepone preferibilmente nei terreni umidi ricchi di sostanza organica e nei prati misti di graminacee e di leguminose. Le uova sono rotondeggianti, lunghe 0,45-0,5 mm e di colore biancastro. L'ovodeposizione si esaurisce entro giorni. Ciascuna femmina depone in media 90 uova, in gruppetti di 5-6, interrate di qualche centimetro e disposte a rosario. Dall'uovo, dopo 15 giorni d'incubazione, nascono larve, di forma subcilindrica e con tegumento coriaceo, di colore giallo-rossiccio. Lo sviluppo larvale si compie, a seconda della specie, in 8-10 fino ad stadi, ciascuno dei quali si divide in 3 fasi: post-muta, alimentazione, pre-muta. Questi vengono normalmente compiuti in aprile-maggio ed in settembre-ottobre. La durata degli stadi larvali, a 25 C, va da 13 giorni per i primi 2-3 stadi a più 30 giorni per gli ultimi due. Alla fine della primavera del terzo anno la larva inizia la fase di pre-pupa, quindi quella di pupa, in una cella terrosa. La metamorfosi dura circa due settimane, dopo di che avviene la progressiva formazione e farfallamento degli adulti. Durata del ciclo La durata del ciclo di sviluppo è di 3-4 anni. 30

31 DANNI I danni sono causati dalle larve di diversa età che compiono erosioni sull' apparato radicale ed al colletto delle piante, provocandone lo troncamento. Una forte presenza di questi insetti nell'appezzamento può provocare un grande danno economico dovuto al mancato investimento e quindi alla produttività dell'appezzamento. I danni maggiori al pomodoro da industria si rilevano da poche ore dopo il trapianto fino a 2 o 3 settimane successive. Quando le piante superano la crisi da trapianto e cominciano a crescere attivamente difficilmente gli elateridi sono in grado di stroncarne il fusto, in questi casi l'attività trofica delle larve si concentra sugli apparati radicali delle piante. Visivamente questi attacchi tardivi si riconoscono per la grande difformità dello sviluppo vegetativo della coltura. STRATEGIE DI DIFESA Come sempre i risultati ottimali si ottengono integrando una corretta pratica agronomica con gli interventi chimici. Per quanto riguarda la rotazione è quindi opportuno evitare di fare impianti di pomodoro da industria nei due anni successivi alla rottura di un medicaio. In merito agli interventi chimici diverse sono le soluzioni disponibili. La criticità più grande riguarda la localizzazione dei prodotti nel terreno e i risultati migliori si ottengono con formulati granulari distribuiti al momento del trapianto quali FORCE alla dose di Kg /ha. ACTARA 25 WG distribuito al terreno ad una dose di 400 g/ha,avendo cura di localizzare il prodotto intorno alla pianta, ha una notevole efficacia nel controllo di questi pericolosi insetti. Risultati eccellenti per il controllo contemporaneo di elateridi ed afidi si ottengono effettuando il trapianto con piantine che contengono ACTARA 25 WG nel pane di terra. 31

32 Nottua dei seminativi (Agrotis ipsilon) BIOLOGIA Svernamento e comparsa degli adulti N di generazioni Ovodeposizione Fecondità Sviluppo larvale L'insetto sverna come larva di diversa età e in taluni casi può trascorrere i rigori invernali come uova. La comparsa degli adulti provenienti da popolazioni che risiedono sul nostro territorio avviene in giugno, spesso però avvengono flussi migratori primaverili di adulti che provengono da zone più calde. 2 generazioni. La femmina è attirata da terreni freschi di recente lavorazione, dove depone le uova in modo isolato o in piccoli gruppi. Fino a 2000 uova per singola femmina. Lo sviluppo larvale dipende dal decorso stagionale e può variare da giorni a C a più di 60 giorni con temperature di 15 C. 32

33 DANNI La nottua dei seminativi, così come tutto il gruppo delle nottue, è in grado di attaccare moltissime colture che vanno dalle industriali alle orticole, tra cui insalate, pomodoro e patata. I danni causati dalle larve sulla coltura del pomodoro da industria possono compromettere la produttività dell'impianto. Questo lepidottero, quando presente, compie erosioni a carico della porzione basale dello stelo delle giovani piante da poco trapiantate, causandone lo stroncamento. Il danno che ne consegue è legato al mancato investimento di piante ad ettaro. STRATEGIE DI DIFESA Alla prima comparsa delle forme larvali intervenire con KARATE XPRESS alla dose di 500 g/ha oppure con KARATE with ZEON technology alla dose di 125 ml/ha, effettuando il trattamento con un volume di acqua adeguato per raggiungere il colletto delle piante e preferibilmente nelle ore serali. 33

34 Afide verde del pesco (Myzus persicae) BIOLOGIA Ciclo afidico Svernamento Nascita fondatrice N di generazioni L'afide svolge un olociclo dioico che si completa tra il pesco (ospite primario) e numerose piante erbacee annuali coltivate e spontanee appartenenti a diverse specie botaniche, tra le quali la patata ed il pomodoro, che fungono da ospiti secondari. Avviene con uova durevoli deposte in autunno in prossimità delle gemme. Nelle serre e nelle regioni meridionali dove l'ambiente è più mite, il fitomizo sopravvive con un ridotto numero di femmine attere ed alate sugli ospiti erbacei. Le nascita della fondatrice avviene in marzo-aprile alla comparsa delle punte verdi di vegetazione all'apice dei rametti o dei bottoni fiorali. Questa è una femmina attera partenogenetica vivipara che genera una quarantina di individui adulti alati o atteri. Sul pesco si svolgono alcune generazioni di fondatrigenie attere. Nell'ambito delle colonie compaiono poi forme alate che migrano su svariate piante erbacee (ospiti secondari). Su queste si svolgono diverse generazioni partenogenetiche di esuli. La fecondità media è di circa 80 individui per femmina e le forme attere sono più prolifiche delle alate. In autunno nell'ambito delle colonie compaiono femmine alate (sessupare ginopare) che ritornano sull'ospite primario, il pesco, ove partoriscono femmine attere (anfigoniche). Nel frattempo, sull'ospite secondario, altre femmine (sessupare andropare) partoriscono maschi alati che volano sui peschi per fecondare le femmine anfigoniche. Con la deposizione delle uova durevoli da parte di queste ultime si chiude il ciclo dell'afide. 34

35 DANNI Le colonie dell'afide invadono di preferenza la pagina inferiore delle foglie ed i peduncoli fiorali. Le punture di alimentazione provocano il rallentamento dello sviluppo vegetativo, accartocciamenti e seccumi. Più pericolosi sono i danni indiretti, in quanto l afide è vettore di numerosi virus, trasmessi in modo persistente e non, tra cui il CMV (virus del mosaico del cetriolo) e il PVY (virus Y della patata). STRATEGIE DI DIFESA Applicazioni fogliari Le infestazioni si possono contenere intervenendo alla comparsa delle prime colonie con KARATE XPRESS alla dose di 600 g/ha oppure con KARATE with ZEON technology alla dose di 150 ml/ha, oppure con ACTARA 25 WG alla dose di 200 g/ha. Applicazioni radicali Applicare attraverso il sistema di fertirrigazione ACTARA 25 WG alla dose di g/ha; alla fine della crisi di trapianto questa pratica applicativa, quando correttamente compiuta, permette di ottenere un controllo prolungato degli afidi; nella norma questo unico trattamento è risolutivo per tutta la durata del ciclo della coltura. 35

36 Afidone della patata e del pomodoro (Macrosiphum euphorbiae) BIOLOGIA Ciclo afidico Svernamento N di generazioni L'afide svolge un anolociclo. La virginopara presenta due forme: una verde ed una rosa. La forma verde preferisce colonizzare le foglie basali e le piante senescenti mentre quella rosa è ripartita su tutti gli strati fogliari. Qualche volta si osservano uova durevoli sulla rosa e sulle altre rosacee ma la maggior parte delle popolazioni sopravvivono partenogeneticamente con femmine virginopare, svernando sui germogli oppure in serra fredda o riscaldata. Dall'inizio della primavera le popolazioni si accrescono molto rapidamente e, in condizioni climatiche favorevoli, si possono raddoppiare in 2-3 giorni. La fecondità di una virginopara varia da 30 a 50 individui. 36

37 DANNI Le colonie dell'afide infestano di preferenza le foglie ed i peduncoli fiorali. Le loro punture di alimentazione provocano il rallentamento della crescita delle piante e talvolta l avvizzimento degli organi infestati. Più pericolosi sono i danni indiretti, in quanto l afide è vettore di numerosi virus trasmessi in modo persistente o non persistente. STRATEGIE DI DIFESA Applicazioni fogliari Le infestazioni si possono contenere intervenendo alla comparsa delle prime colonie con KARATE XPRESS alla dose di 600 g/ha oppure con KARATE with ZEON technology alla dose di 150 ml/ha, oppure con ACTARA 25 WG alla dose di 200 g/ha. Applicazioni radicali Applicare attraverso il sistema di fertirrigazione ACTARA 25 WG alla dose di g/ha; alla fine della crisi di trapianto questa pratica applicativa, quando correttamente compiuta, permette di ottenere un controllo prolungato degli afidi; nella norma questo unico trattamento è risolutivo per tutta la durata del ciclo della coltura. 37

38 Nottua gialla del pomodoro (Heliothis armigera) BIOLOGIA Svernamento e comparsa degli adulti N di generazioni Ovodeposizione Piante ospiti Gli adulti compaiono all'inizio di maggio, il volo delle femmine è anticipato di qualche giorno rispetto a quello dei maschi e già a pochi giorni dalla loro comparsa sono in grado di accoppiarsi. Le femmine possono deporre un numero molto elevato di uova, fino ad alcune migliaia, in maniera isolata o in gruppetti sulla vegetazione. In condizioni termiche ottimali per il loro sviluppo (28 C) le uova schiudono nel giro di 3 giorni. Le larve neonate hanno il capo di colore nero e dopo aver compiuto alcune erosioni in superficie tendono a penetrare all'interno delle bacche di pomodoro nelle quali compiono gran parte del loro sviluppo; una sola larva può quindi danneggiare diverse bacche. Le larve mature possono raggiungere i 40 mm di lunghezza ed hanno colorazioni molto variabili in funzione degli ospiti dei quali si sono nutrite. Alla fine del loro sviluppo le larve si lasciano cadere nel terreno dove si incrisalidano. 4 generazioni negli areali più caldi. Deposte isolatamente o in gruppetti, inizialmente si presentano biancastre traslucide; dopo 24 ore si individua un anello rossiccio verso la sommità. La sagoma si presenta leggermente appiattita agli estremi e con numerose solcature radiali. L'Heliothis è una specie molto polifaga e oltre al pomodoro è in grado di attaccare numerose altre colture orticole quali: melanzana, peperone, fava, pisello, fagiolo, cucurbitacee ed insalate. 38

39 DANNI Sul pomodoro la nottua gialla compie erosioni sulle foglie e sulle bacche, penetrando anche all interno di quest ultime. I danni maggiori sono dovuti alle gallerie scavate nei frutti dalle larve di seconda generazione, che compaiono a stagione inoltrata, con perdite di produzione sia per caduta delle bacche immature sia per la diffusa presenza di marciumi su quelle in fase di maturazione. STRATEGIE DI DIFESA La difficoltà nel controllo di questo insetto è legato alla caratteristica delle forme larvali di svolgere gran parte del loro sviluppo all'interno delle bacche. Per questo motivo una lotta efficace non può prescindere da un attento monitoraggio del suo comportamento, per effettuare i trattamenti nei momenti in cui l'insetto è suscettibile alla lotta chimica. Gli stadi più sensibili ai trattamenti insetticidi sono gli adulti, le uova appena deposte e le larve prima che penetrino all'interno delle bacche. Le soluzioni Syngenta: KARATE XPRESS alla dose di 500 g/ha oppure KARATE with ZEON technology alla dose di 125 ml/ha, trattamento idoneo contro gli adulti e le larve prime che penetrino all'interno dei frutti. MATCH alla dose di 0,6 l/ha, trattamento idoneo per il controllo delle uova appena deposte e delle giovani larve prima che siano penetrate all interno delle bacche. Il corretto posizionamento di Match si ottiene con il monitoraggio della popolazione attraverso le trappole a feromoni che permettono di individuare il picco degli adulti e quindi di prevedere con ragionevole sicurezza il momento della ovideposizione. PRIMIAL WG, insetticida biologico a base di Bacillus thuringiensis var. Kurstaki, impiegato alla dose di 0,6-1 Kg/ha è specifico per il controllo degli stadi larvali prima che siano penetrati all interno delle bacche. 39

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