Il popolo romano una volta distribuiva comandi, fasci e legioni, tutto. Ora non se ne cura e due cose soltanto desidera: pane e giochi.

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1 di MARIA PACE Ludi, così erano genericamente chiamati i giochi e gli spettacoli pubblici degli antichi romani, a proposito dei quali Giovenale, già nel I secolo d.c. affermava: Il popolo romano una volta distribuiva comandi, fasci e legioni, tutto. Ora non se ne cura e due cose soltanto desidera: pane e giochi. Ed era esattamente così. Lo dimostra l elevato numero di giorni di ludi ufficiali elencati nel calendario: settantasette giorni, alla fine del periodo della Repubblica. E se questa cifra sembra già rilevante, ecco che alla fine del quarto secolo si contavano ben cento e settantasette giorni dedicati ai divertimenti ed alle celebrazioni. 1 / 8

2 Legati al culto, inizialmente i ludi erano gestiti da un corpo sacerdotale e non duravano più di un giorno, come le Equirria, le corse dei carri oppure le Consuali a, dedicate a Conso, dio del grano e degli approvvigionamenti ma, in seguito, alle corse dei carri si abbinarono spettacoli teatrali come i Ludi Plebei, Ludi Floralesa, Ludi Apollinares, ecc ai quali si aggiunsero feste in onore degli dei, celebrazioni di Trionfi ed anniversari di Re e Imperatori, consacrazione di Templi e Santuari, ecc. a cui il popolo partecipava numeroso. Le diverse forme di spettacolo avevano luogo in varie strutture, costruite proprio allo scopo, cosicché alle corse dei carri si destinò il circo (ludi circenses), le gare di atletica si disputavano invece negli stadi ( agones), mentre le rappresentazioni teatrali andavano in scena in teatro ( ludi scaenici ) e per finire, le naumachie (battaglie navali) e spettacoli gladiatori, si disputavano negli anfiteatri. Panem et Circenses! Un motto attraverso cui Giovenale sintetizzò la politica dei governanti del tempo, intesa a guadagnarsi i consensi del popolo. Panem et Circenses! Il primo era assicurato con distribuzioni gratuite di grano alla plebe e con quella di denaro agli affaristi e la seconda, era soddisfatta con il divertimento, in modo che, soddisfatto e sazio, il popolo non avesse tempo né voglia per protestare o rivoltarsi. Somme ingenti vennero dissipate per organizzare giochi e guadagnarsi il consenso delle masse. 2 / 8

3 Fra gli svaghi offerti, quello dei giochi gladiatori erano certamente i più apprezzati; masse di oziosi affollavano terme, teatri e ritrovi, ma, appena ne avevano l occasione si riversavano nelle arene. Proprio come accadde nel corso della rappresentazione di un opera di Terenzio, durante la quale, la notizia dell apertura dei giochi circensi, fece precipitosamente abbandonare, in massa, il teatro per raggiungere circo. Questo significa che gli antichi romani amavano gli spettacoli cruenti e violenti? Certamente! Non più delle altre popolazioni, però. Questi spettacoli, infatti, furono introdotti a Roma dagli etruschi e prima di passare nel circo, venivano celebrati durante i Ludi funebri in sostituzione dei sacrifici umani, secondo il cruento costume etrusco. La prima volta che comparvero in Roma, fu nel 264 a.c. in occasione dei Ludi funebri che Marco e Decimo Bruto celebrarono in onore del padre, Giunio Bruto. 3 / 8

4 Il primo anfiteatro stabile, a Roma, fu costruito soltanto sotto Augusto, in Campo Marzio. Precedentemente, e fino all inizio dell impero, i giochi gladiatori, con combattimenti tra uomini, si svolgevano nei Fori, (come risulta da un sistema di gallerie, pozzi e sistemi di argani). In seguito e soprattutto con l introduzione di combattimenti di uomini con bestie feroci, vennero allestite strutture più idonee. Nacquero gli Anfiteatri. In questo tipo di costruzione, oltre allo spazio destinato agli spettatori, correva tutt intorno all arena, una struttura perimetrale solida ed a più piani, come l Anfiteatro Flavio, ossia, il Colosseo, costruito con materiali diversi e diverse tecniche, secondo il peso e la pressione cui era sottoposto. Solido e ben strutturato, il Colosseo, che porta questo nome per la vicinanza della colossale statua di Nerone, sfida ancora oggi il tempo e l uomo. Ben diversamente dall anfiteatro in legno di Fidene che, riferisce Tacito, costruito in legno e con materiale non adeguato, nel 27 d.c. durante uno spettacolo, non resse il peso della folla che reggeva e crollò su quella sottostante travolgendo quasi cinquantamila spettatori. Iniziato da Vespasiano, l Anfiteatro Flavio, definito da Marziale la nuova meraviglia del mondo 4 / 8

5 e portato a termine dal figlio Tito, fu inaugurato nell 80 d.c. con una serie di spettacoli che si protrassero per tre mesi ed oltre. Si dice che solo nel giorno d apertura dei giochi, furono uccise ben cinquemila belve. Imponente, alto quasi cinquanta metri, il Colosseo ha una struttura perimetrale divisa in quattro piani: arcate e colonne nei primi tre piani, finestre e lesene corinzie nel quarto piano in muratura. Al pianterreno, invece, numerose arcate numerate, davano accesso a scalinate che conducevano ai vari settori. Solo quattro ingressi non erano numerati ed accedevano al palco imperiale ed alle tribune riservate ai Magistrati, alle Vestali ed ai Collegi Sacerdotali. Anche la cavea, ossia la gradinata per gli spettatori, era divisa in vari settori. Cinque. Separati da corridoi con parapetti per proteggere gli spettatori dalle belve. I sotterranei, invece, ospitavano i servizi destinati allo svolgimento dello spettacolo, compresi i congegni per allestire le scenografie, raffiguranti giardini, boschetti, colline ed altro ancora. Veramente spettacolare era l ingresso delle bestie feroci nell arena, tutte insieme, fatte salire dai sotterranei in gabbie sollevate con un sistema di contrappesi. 5 / 8

6 Se gli spettacoli si offrivano nell anfiteatro, gli allenamenti si tenevano nel Ludus Gladiatorius, il più importante dei quali era sicuramente il Ludus Magnus, a Roma, nei pressi del Colosseo. Intorno a questo edificio sorgevano una serie di costruzioni di servizio, quali lo Spoliarum, dove venivano condotti i corpi dei caduti per essere spogliati delle armi, il Saniarium, dove i feriti ricevevano soccorso. C era anche l Armamentarium, dove erano custodite le armi in tutta sicurezza, in posizione inaccessibile ai gladiatori. Difficilmente, però, i gladiatori si ferivano durante gli allenamenti, poiché questi si facevano con armi di legno. Gladiator Gladiatore. Vale a dire, combattente con il gladius, la spada romana. In epoca repubblicana il loro equipaggiamento era pressoché quello usato in guerra, poiché si trattava di prigionieri di guerra ma, da Augusto in poi, i combattenti vennero divisi in classi di gladiatori in base al tipo di combattimento e l armamento si adeguò alla specialità. Quali erano le armi di offesa e di difesa di questi combattenti che come posta mettevano la propria vita? In testa esibivano lagalea o elmo, ed intorno al braccio una protezione chiamata manica; un altra protezione, fissata alla spalla sinistra e fatta in modo che proteggesse anche la testa, 6 / 8

7 era chiamata galerus. A protezione delle gambe portavano l ocrea, ossia lo schiniere di cuoio oppure le fasciae, bende che coprivano gambe e braccia. Ma chi erano questi combattenti? Da dove arrivavano? Potevano essere dei professionisti, ma anche prigionieri di guerra, galeotti, condannati per reati comuni. E potevano essere schiavi, liberti e anche uomini liberi e perfino donne: apprezzatissime, infatti, erano le gladiatrici. Provenivano da terre lontane, Gallia, Tracia, Germania, ecc Da iscrizioni, pitture, ecc, si conoscono con sicurezza almeno una dozzina di classi gladiatorie, ma ve n erano molte di più e derivavano soprattutto dal tipo di combattimento e soprattutto dal tipo di avversario. (continua) 7 / 8

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