VIII. I MATERIALI. Ceramica media, di colore bruno, superficie lisciata. Lunghezza

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1 VIII. I MATERIALI 1. INTRODUZIONE Il materiale proveniente dalle ricognizioni di superficie di Radicofani è stato, per praticità, suddiviso in quattro periodi: protostorico, etrusco, romano e medievale. Alcune classi di materiali che sono prodotte a cavallo tra due periodi (come la ceramica a vernice nera o la ceramica ingobbiata di rosso) sono state inserite all interno del periodo romano. La prima, infatti, è documentata a Radicofani principalmente a partire dal III secolo a.c. (in piena romanizzazione quindi); la seconda, essendo in associazione con materiale tardoantico come le imitazioni delle scodelle in sigillata africana tipo Hayes 61, è stata comunque inserita nella stessa sezione di queste ultime. A margine di ogni tavola, per facilitarne la consultazione, si è indicato, subito dopo il numero della tavola stessa, il periodo cui il materiale disegnato appartiene. Allo stesso modo si è indicata la classe ceramica (ad esempio ceramica a vernice nera, ceramica comune da mensa, ecc.) e la forma ( olla, tegame, ecc.). La scheda 1 del singolo reperto è costituita da una breve descrizione morfologica, dall indicazione dell Unità Topografica di riferimento e dal numero di frammenti presenti in ciascuna di esse, dalla descrizione dell impasto (effettuata su base macroscopica) e di eventuali vernici. Sono indicati poi i confronti tipologici e, nel caso siano presenti, i dati epigrafici. 2. I MATERIALI DI ETÀ PROTOSTORICA Nel complesso, i frammenti di ceramica di impasto provenienti dal territorio comunale di Radicofani e attribuibili all età protostorica sono numericamente molto ridotti. Essi presentano, dal punto di vista diagnostico, notevoli difficoltà, essendo, in massima parte, molto usurati dagli agenti atmosferici. Le superfici, infatti, sono spesso totalmente abrase, non consentendo così di poter cogliere una delle caratteristiche di fondo della ceramica protostorica: la levigatura. Alcuni elementi, anche se isolati, portano a considerare molti dei presunti siti protostorici pertinenti a una fase del Bronzo finale. Questo dato appare particolarmente interessante se confrontato con i risultati provenienti dallo scavo effettuato sulla sommità dell apparato vulcanico di Radicofani, dove appare indiziato un insediamento riferibile all età del Bronzo (cfr. pp ). Tav Vaso con orlo estroflesso, bordo arrotondato, leggermente assottigliato. Ceramica media, di colore bruno, superficie levigata. Diametro dell orlo cm. 26,4; lunghezza cm. 4,4; spessore cm. 1,2. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. 1 Le schede sono di Stefano Rossi, per quanto riguarda il periodo protostorico, Valeria Acconcia, per il periodo etrusco, Lucia Botarelli, per il periodo romano (ad eccezione di due schede di Alessandra Lazzaretti riguardanti due dolia con segni epigrafici e di una scheda di Arianna Luna inerente una imitazione di sigillata africana), Arianna Luna, per il periodo medievale. Tav Vaso troncoconico cordonato. Orlo diritto, bordo piatto, presenta sotto il bordo una cordonatura circolare a festone. Ceramica grossolana, di colore marrone, superficie lisciata. Lunghezza cm. 2,8; spessore cm. 0,6. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Tazza carenata, con carena a spigolo smussato pertinente a una tazza, parete superiore concava. Ceramica media, di colore grigio, superficie lisciata. Lunghezza cm. 3,8; spessore cm Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Parete decorata rettilinea decorata a fasci di solcature, una orizzontale sormontata da una obliqua a formare motivo angolare. Ceramica media, di colore nero, superficie lisciata. Lunghezza cm. 3; spessore cm Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Coperchio con orlo diritto, bordo assottigliato, parete convessa. Ceramica media, di colore bruno, superficie lisciata. Lunghezza cm. 3; spessore cm. 1,1. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Frammento di parete concava con cordonatura orizzontale a tortiglione. Ceramica grossolana, di colore marrone, superficie ruvida. Lunghezza cm. 3,8; spessore cm. 0,8. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Frammento di parete convessa con cordone orizzontale a tortiglione. Ceramica grossolana, di colore rossastro, superficie ruvida. Lunghezza cm. 4,4; spessore cm. 1. Attestazioni: UT 148 (1 frammento). Datazione: Bronzo finale. Tav Grande presa a profilo triangolare con apice rivolto verso l alto e molto sporgente. Ceramica media, di colore rosso, superficie ruvida. Lunghezza cm. 3,8; spessore cm. 4. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). In associazione a 5 frammenti di pareti. Datazione: questo elemento isolato, anche mal conservato da renderne incerta la definizione, potrebbe essere ascrivibile a una fase iniziale del Bronzo medio. Tav Grande presa a profilo quadrangolare arrotondato, la cui sezione è ovoidale in senso latitudinale. Ceramica media, di colore rosso, superficie ruvida. Lunghezza cm. 4,4; spessore cm. 3,4. 125

2 Attestazioni: UT 61 (1 frammento). In associazione a 10 frammenti di pareti. Datazione: questo tipo di presa, anche se non inserito in un contesto completo, può essere facilmente ascrivibile alla fase iniziale del Bronzo medio. Tav Frammento di parete rettilinea con grande bugna emisferica. Ceramica media, di colore rossastro, superficie ruvida. Lunghezza cm. 7; spessore cm. 1,4. Attestazioni: UT 102 (1 frammento). In associazione a 1 frammento di parete. Datazione: elementi di questo tipo si possono trovare in orizzonti per tutta l età del Bronzo. genericamente questa bugna può essere attribuita sia al Bronzo medio sia al Bronzo finale. Tav Frammento di parete convessa con un fascio di solcature obliquo forse vicino all orlo. Ceramica media, di colore bruno, superficie lisciata. Lunghezza cm. 4,4; spessore cm. 1,7. Attestazioni: UT 113 (1 frammento). In associazione a 6 frammenti di pareti. Datazione: Bronzo finale. Tav Frammento di parete convessa con cordone orizzontale liscio. Ceramica grossolana, di colore rossastro, superficie ruvida. Lunghezza cm. 3; spessore cm. 0,8. Attestazioni: UT 113 (1 frammento). In associazione a 6 frammenti di pareti. Datazione: Bronzo finale. Tav Frammento di parete rettilinea con cordonatura liscia orizzontale. Ceramica media, di colore bruno, superficie ruvida. Lunghezza cm. 3,1; spessore cm. 0,9. Attestazioni: UT 111 (1 frammento). In associazione a 1 frammento di parete. Datazione: Bronzo finale. Tav Frammento di fondo con base piana e attacco, l interno ha un ispessimento centrale, parete rettilinea. Ceramica media, di colore marrone, superficie lisciata. Diametro fondo cm. 13; lunghezza cm. 7,5; spessore cm. 1,6. Attestazioni: UT 58 (1 frammento). Datazione: età del Bronzo. Tav Frammento di fondo a base piatta e tacco, parete concava. Ceramica media, di colore marrone, superficie lisciata. Lunghezza cm. 1,5; spessore cm. 1. Attestazioni: UT 113 (1 frammento). In associazione a 6 frammenti di pareti. Datazione: Bronzo finale. Stefano Rossi 3. I MATERIALI DI ETÀ ETRUSCA CERAMICA ITALO-GEOMETRICA Olletta stamnoide Tav Orlo ingrossato e distinto; basso collo; spalla arrotondata. Diametro dell orlo 8,4 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 412 (1 frammento). In associazione a 1 frammento di parete probabilmente pertinente a una coppetta ascrivibile alla stessa classe. Argilla: rosata, morbida; inclusi assenti, superficie polverosa, frattura regolare. Lavorazione al tornio lento. Confronti tipologici: per la forma in generale, MARTELLI, 1987b, pp , n. 26 e n (con bibliografia precedente). La forma è attestata fino alla seconda metà del VII secolo a.c. IMPASTO BRUNO SOTTILE Forma non id. Tav Frammento di parete probabilmente pertinente a una forma chiusa; si conservano tre piccole bugne segnate da due incisioni semicircolari. Altezza massima conservata 3 cm.; larghezza massima conservata 2,9 cm. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra, con abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida, frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione al tornio lento (?). BUCCHERO Forma aperta Tav Frammento di piede ad anello a sezione triangolare. Diametro dell orlo 6,4 cm., altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: nero-grigiastra, con superficie esterna caratterizzata da aloni rossastri, compatta; rarissimi inclusi micacei di minute dimensioni; superficie ruvida, frattura regolare. Si tratta di un frammento di bucchero sottoposto a cottura irregolare (con accesso non controllato di aria all interno della fornace, probabilmente al termine della cottura). Lavorazione al tornio lento. Confronti tipologici: il tipo di piede è attestato per kyathoi (RA- SMUSSEN, 1979, tipo 4a, p. 115, n. 198; ultimo venticinquennio del VII secolo a.c.) o per coppe di tipo ionico (RASMUSSEN, 1979, tipo 1c, p. 118, n. 210; ultimo venticinquennio del VII-inizi del VI secolo a.c.). Dall UT 148 è attestato un frammento di bucchero grigio, probabilmente pertinente alla parete di una ciotola a orlo rientrante. IMPASTO Scodella Tav Scodella troncoconica con orlo rientrante (reintegrabile da tre frammenti). Orlo lievemente ingrossato; alto labbro rientrante segnato da tre solcature orizzontali; vasca troncoconica segnata da carena arrotondata. Diametro 15,6 cm.; altezza massima conservata 10 cm. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: bruno-rossiccia; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie liscia; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione al tornio lento. Confronti tipologici: Chiusi-Petriolo, tipo 20A1: A. Capodanno in GASTALDI, 1998a, pp (attestato dai decenni centrali del VII ai primi del VI secolo a.c.). Murlo-Poggio Civitate, forma L1 (nella 126

3 variante dimensionale inferiore, con caréne adoucie): BOULOUMIÈ MA- RIQUE, 1978, pp Volterra-Acropoli: M. Pistolesi in BONA- MICI, 2003, p. 230, n. 28 (attestato tra la seconda metà del VI e il V secolo a.c. Roselle-Casa dell Impluvium, tipo 1: DONATI 1994, p. 110 (metà del VII-primi decenni del VI secolo a.c.). San Piero a Sieve: M. Salvini in DE MARINIS et al., 1994, p. 33 (attestata tra la seconda metà del VII e gli inizi del VI secolo a.c., con una concentrazione nell ultimo venticinquennio del VII secolo a.c.). Si propone un arco cronologico per l inquadramento dell esemplare esteso tra la fine del VII e il VI secolo a.c. Ciotola-coperchio Tav Orlo appuntito; corto labbro lievemente distinto; vasca emisferica. Diametro 21,5 cm.; altezza massima conservata 5 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: variabile dal bruno-nerastro al rossiccio; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie liscia; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione al tornio lento. Confronti tipologici: Murlo-Poggio Civitate (vicino alla forma E2d): BOULOUMIÈ MARIQUE, 1978, p. 65. Massa Marittima-Lago dell Accesa (tipo I dei piattelli): CAMPOREALE, 1997, pp , fig. 4, 11 (VI secolo a.c.). Piattello (?) Tav Piede a tromba, pertinente a una forma aperta, probabilmente un piattello. Diametro 9 cm.; altezza massima conservata 1,8 cm. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione a mano. Tav Frammento probabilmente pertinente a piede a tromba, con margine lievemente ingrossato e distinto. Diametro 8 cm.; altezza massima conservata 0,8 cm. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione a mano. Dolio Tav Orlo piano e lievemente ingrossato; labbro lievemente estroflesso. Altezza massima conservata 6,6 cm. Attestazioni: UT 155 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione a mano. Tav Orlo distinto, piano e a sezione quadrangolare; labbro estroflesso. Diametro 42 cm.; altezza massima conservata 6,4 cm. Attestazioni: UT 159 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione al tornio. Dati epigrafici: sull orlo è inciso (prima della cottura) un segno, lacunoso di una parte, che potrebbe essere identificato come segno alfabetico (t o p?). Dolio o grande olla Tav Orlo piano e lievemente ingrossato; labbro diritto. Altezza massima conservata 5 cm. Attestazioni: UT 155 (1 frammento). Argilla: bruno-nerastra; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione: a tornio. Confronti tipologici: vicino a un olla in ceramica acroma grezza da Artimino: M. Giachi, in CAPECCHI, 1987, p. 171, n. 298, fig. 121 (tipo II; V secolo a.c.). Dati epigrafici: all esterno dell orlo sono incise (prima della cottura) due tacche oblique convergenti verso l alto. Si può ipotizzare con ampio margine di dubbio che si tratti di un segno alfabetico (l o, meno probabilmente, m). Forma chiusa di grandi dimensioni (?) Tav Frammento di parete pertinente probabilmente a una forma chiusa di grandi dimensioni, caratterizzato dalla presenza di sette solcature orizzontali parallele. Diametro massimo conservato 34,8 cm.; altezza massima conservata 11,4 cm. Attestazioni: UT 160 (1 frammento). Argilla: arancio; abbondanti inclusi silicei di medie, piccole e minute dimensioni, rari inclusi augitici, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie: ruvida; frattura irregolare con vacuoli. Lavorazione al tornio lento (?). Confronti tipologici: l esemplare manca di orlo o di fondo, e non trova confronti puntuali. Si potrebbe con ampio margine di dubbio suggerire un affinità con olle a bordo strigilato da Murlo-Poggio Civitate, assimilate alle varianti dimensionali media e grande della Forma L1 (BOULOUMIÈ MARIQUE, 1978, pp , tavv. XV-XVI). Olla Tav Frammento di ansa a sezione probabilmente circolare, lo stato di conservazione non consente di definire la pertinenza a un ansa verticale o a maniglia. Sembra comunque pertinente a un olla, a profilo ovoide o globulare. Attestazioni: UT 118 (1 frammento). Argilla: arancio; rari inclusi silicei e neri opachi di medie e piccole dimensioni; superficie ruvida; frattura regolare. ANFORA DA TRASPORTO ETRUSCA (?) Tav Frammento di spalla, probabilmente pertinente a un anfora da trasporto etrusca o a un dolio. Diametro massimo conservato 51 cm.; altezza massima conservata 12 cm. Attestazioni: UT 40 (1 frammento). Argilla: rosata; abbondanti inclusi micacei di piccole e minute dimensioni, rari inclusi neri opachi di minute dimensioni; superficie ruvida; frattura irregolare. Lavorazione al tornio. Dati epigrafici: il frammento, attribuibile a una porzione di spalla, reca, in corrispondenza della parte superiore, una fascia sovradipinta in pigmento nero-grigiastro, da cui si dipartono verso il basso due segni di difficile comprensione. Il primo da sinistra sembra composto da due tratti divergenti verso l alto, il secondo è unico tratto irrego- 127

4 lare. In corrispondenza della frattura, a sinistra dei primi, è visibile una traccia della stessa sovradipintura. I segni potrebbero essere identificati con parte di un iscrizione (forse una u e una i) o come semplici colature del pigmento utilizzato. L identificazione come iscrizione è incerta, pur essendo note anfore etrusche iscritte con la tecnica della sovradipintura, prevalentemente concentrate in area vulcente (da Vulci: un esemplare dalla tomba 59 della necropoli dell Osteria: MARTELLI, 1982; uno dalla tomba 132: FALCONI AMO- RELLI, 1963, pp Da Montalto di Castro: PANDOLFINI, Due esemplari dall agro vulcente: PANDOLFINI, Un esemplare dalla Castellina del Marangone: COLONNA, In generale, vedi MARTELLI, 1976 e GRAS, 1985, tipo EMB, p. 329). Valeria Acconcia 4. I MATERIALI DI ETÀ ROMANA I materiali databili al periodo romano sono costituiti essenzialmente da frammenti di ceramica, quasi sempre di dimensioni molto ridotte. L elevato grado di usura cui sono normalmente sottoposti i reperti provenienti da indagini di superficie, unitamente alla vistosa erosione tipica dei terreni argillosi pliocenici che caratterizzano buona parte del territorio comunale di Radicofani, ha reso difficoltoso lo studio tipologico della ceramica. In molti casi, infatti, l attribuzione stessa del singolo frammento a una delle parti distintive dei vasi (orlo, fondo, ansa, ecc.) si è rivelata non priva di incertezze. Allo stesso modo, nei casi di orli estroflessi di minute dimensioni, spesso non è stato possibile stabilire con esattezza l appartenenza a forme chiuse diverse, come olle, brocche o bottiglie. In generale, il dato che emerge con particolare evidenza, e che più di ogni altro caratterizza la cultura materiale di Radicofani, è costituito dalla quasi totale assenza di ceramiche rivestite. Se si pensa, infatti, all estrema vicinanza di alcuni fondamentali siti produttivi, come la fornace di Marcianella, vicino a Chiusi, per quanto riguarda la ceramica a vernice nera (PUCCI-MASCIONE, 2003), o la fornace situata in località Poggetti, presso Torrita di Siena, per quanto riguarda la sigillata italica (PUCCI, 1992), risulta senza dubbio impressionante la lacuna riscontrata a Radicofani 2. Se si sommano tutti i frammenti di ceramica a vernice nera, sigillata italica e sigillata africana, infatti, si raggiunge appena il numero di trenta. Questa situazione ha fortemente condizionato lo studio della ceramica comune, che trova spesso una collocazione cronologica grazie all analisi delle altre classi associate all interno della stessa Unità Topografica. Nel caso, infatti, di frammenti morfologicamente molto semplici, come gli orli estroflessi, che sono prodotti ininterrottamente per secoli, è soltanto sulla base del contesto topografico che si può tentare una loro collocazione cronologica di maggior dettaglio. Le classi più attestate sono la ceramica comune da cucina e la ceramica comune da mensa, che costituiscono oltre il novanta per cento della ceramica di età romana. In entrambi i casi prevalgono le forme chiuse, come le olle (di gran lunga la forma più presente) e le pentole. Tra le forme aperte le scodelle e i tegami raggiungono da soli la quasi totalità delle attestazioni. Si tratta, per lo più, di ceramica di uso domestico, destinata principalmente alla preparazione e al consumo delle pietanze. L elevato numero di forme chiuse, inoltre, indurrebbe a immaginare una loro funzione anche come recipienti da conserva. Scarsamente documentati sono anche i contenitori da trasporto, costituiti soltanto da scarsi frammenti di anfore Dressel 2/4, realizzate spesso con anse a pseudobastoncello (a conferma di una probabile produzione locale). I dolia appaiono invece più numerosi, sebbene le ridotte dimensioni dei frammenti abbiano quasi sempre impedito di identificarne il tipo. Sulla base di questi scarni dati si potrebbe quindi ipotizzare una produzione agricola indirizzata all autoconsumo piuttosto che alla creazione di un surplus da commerciare su ampia scala. I dolia, infatti, molto più delle anfore, si prestano per lo stoccaggio delle derrate alimentari e per la loro lavorazione. In definitiva, il territorio di Radicofani appare caratterizzato da una cultura materiale di estrema semplicità e povertà, tutta impiegata, con ogni probabilità, per l autosussistenza di una popolazione rurale abitante un territorio marginale. CERAMICA A VERNICE NERA La ceramica a vernice nera proveniente dalla ricognizione di superficie condotta nel territorio di Radicofani è estremamente ridotta dal punto di vista numerico. In totale, sono stati raccolti soltanto sedici frammenti, in buona parte costituiti da pareti 3. Oltre a ciò, quasi tutti i reperti si presentano fortemente usurati dagli agenti atmosferici e dalle frequenti arature, tanto da conservare soltanto piccole porzioni del rivestimento superficiale. Ben poco, quindi, si può dire in proposito. L unico dato che emerge con chiarezza è la sicura produzione locale del materiale recuperato. In particolare, il confronto con il vasellame prodotto dalle fornaci di Marcianella, presso Chiusi, sembra deporre a favore di un origine chiusina della ceramica a vernice nera di Radicofani. Il tipo di rivestimento, di colore grigio scuro-nero non brillante talvolta ossidatosi durante la cottura, fino a diventare rosso appare estremamente simile agli esemplari di Marcianella. Allo stesso modo, le caratteristiche morfologiche dei pochissimi frammenti disegnabili trovano i più stretti confronti proprio con i tipi prodotti dal complesso chiusino. D altro canto, non si può escludere che gli esemplari radicofanesi provengano da altre strutture produttive dislocate nel territorio chiusino, probabilmente dedite a una produzione simile a quella di Marcianella. Sulla base di 3 Per l esattezza si tratta di dodici pareti, due orli e due fondi. 2 Questa lacuna va imputata, in parte, all azione di alcuni appassionati locali, che hanno effettuato delle raccolte del materiale archeologico affiorante in alcuni dei principali siti di età romana. Il fatto che questi materiali non siano stati messi a disposizione, negli anni in cui il Dipartimento di Siena stava effettuando le campagne di ricognizione, ha sicuramente reso lo studio della ceramica, e del territorio in generale, molto più difficoltoso. Fig. 1. Quantificazione della ceramica a vernice nera 128

5 una breve sintesi offerta da Giulio Paolucci, proprio in occasione della pubblicazione dei dati di scavo della fornace di Marcianella 4, si potrebbe infatti ipotizzare che i materiali qui presentati possano provenire dai territori di Chianciano e Montepulciano. In particolare, le fornaci dedite alla produzione di ceramica a vernice nera appaiono localizzate a Casa al Vento, nel comune di Montepulciano 5, e presso l incrocio tra la strada statale 146 con la via Vecchia Senese, nel comune di Chianciano Terme 6. Oltre a essi bisogna ricordare l impianto produttivo situato in località Badiola, che ha restituito tipi attestati anche a Marcianella 7. Del resto, soltanto delle indagini di tipo archeometrico potranno appurare la provenienza geografica della ceramica a vernice nera recuperata a Radicofani. Coppa Tav Piede ad anello separato dalla parete da una solcatura. Non sono presenti modanature esterne. Diametro del fondo 4,0 cm.; altezza massima conservata 1,8 cm. Attestazioni: UT 88 (1 frammento). Argilla: color camoscio, compatta, poco porosa, priva di inclusi; frattura irregolare. Vernice: grigio scuro-nera, non lucida, poco coprente. Confronti tipologici: il tipo appare molto simile a un fondo prodotto nella prima metà del II secolo a.c. dall impianto di Marcianella (APROSIO-PIZZO, 2003, tav. IV, tipo VN II.10.2, p. 102). All interno della tipologia di Morel, lo si può ricondurre, con un certo margine di dubbio, alla serie 2970 (MOREL, 1981, pp ), per quanto il tipo di argilla escluda una provenienza campana dell esemplare rinvenuto a Radicofani. Dati epigrafici: all interno, sul fondo, è graffita una lettera, probabilmente una zeta 8. Tav Orlo estroflesso distinto, piatto nella parte superiore, arrotondato all estremità e internamente. Le pareti esterne sono scandite da evidenti linee di tornio. Diametro del fondo 18,0 cm.; altezza massima conservata 4,0 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: color camoscio, tenera, con piccolissimi pori, priva di inclusi; frattura regolare. Vernice: superficie esterna: vernice di colore rosso spento, non lucida, poco coprente, viene via a chiazze. Superficie interna: grigio scuro non lucida, poco coprente, viene via a chiazze. 4 PAOLUCCI, SECCHI TARUGI, 1961, p. 471, fig. 11. Il sito è datato al III-II secolo a.c. La ceramica a vernice nera proveniente da Casa al Vento è stata oggetto di studio, alcuni anni fa, da parte di Alessandra Minetti (MINETTI, 1992, pp. 49 ss., tav. XVII-XVIII). 6 PAOLUCCI, 1988, p. 83. Il sito è datato al II secolo a.c. 7 RASTRELLI, 2000d, p. 175, fig Tra gli andronimici etruschi diffusi nell area chiusina, interessante appare la presenza del gentilizio Sucnei, Zuchna -nei, attestato cinque volte nel CIE. Si tratta di cinque brevi iscrizioni funerarie, incise su urnette in pietra o tegole sepolcrali, recanti semplici formule onomastiche, redatte tramite l uso dell alfabeto recente (CIE 414, 1194, 1195, 2248, 2249). Per l esattezza esse provengono in due casi dall abitato di Chiusi, in due casi dall agro chiusino e, in un caso, da Bettole, che, pur facendo parte del territorio di Arezzo, ebbe sicuramente stretti rapporti con quello di Chiusi. A Radicofani, infine, è attestato l idronimo Socenna, che Pieri riconduce appunto al gentilizio Sucnei, Zuchna -nei (PIERI, 1969, p. 39). Per quanto non si possa istituire un collegamento diretto tra la zeta incisa sulla coppa a vernice nera proveniente da località La Palazzetta e il gentilizio in questione, appare comunque suggestiva la presenza, a poche centinaia di metri di distanza dal luogo del rinvenimento della coppa stessa, di un idronimo derivante per l appunto da questo gentilizio. Cfr. pp Confronti tipologici: il tipo è riconducibile alla serie Morel 2614 (MO- REL, 1981, p. 191), genericamente datato al II secolo a.c., e alla forma Lamboglia 28 (LAMBOGLIA, 1952, p. 177), prodotto a partire dal II secolo. Si tratta di un tipo diffusissimo in Etruria: è documentato a Cosa nel secondo quarto del II secolo a.c. (TAYLOR, 1957, p. 179, tav. XXXI, C28), a Volterra (FIUMI, 1972, p. 61; CRISTOFANI, 1975, p. 254) e a Luni sempre nello stesso arco cronologico (CAVALIERI MA- NASSE, 1977, pp , tav. 69, n. 3, CM 7895/3). Nel chiusino è documentato a Marcianella, dove è prodotto tra i decenni centrali del II e gli inizi del I secolo a.c. (APROSIO-PIZZO, 2003, pp ), e, in ambito urbano, presso l Orto del Vescovo nel corso di tutto il II secolo a.c. (PALERMO, 1998, p. 130, tav. 3, fig. 56). Più in dettaglio, all interno della produzione di Marcianella, particolarmente simile all esemplare di Radicofani è il tipo VN II.12.3, datato alla metà del II secolo a.c. (APROSIO-PIZZO, 2003, p. 134). Olla Tav Orlo estroflesso concavo, sottolineato da un leggero spigolo al congiungimento con il corpo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,8 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: color camoscio, compatta, poco porosa, priva di inclusi; frattura regolare. Vernice: grigio scuro-nera, poco coprente, non lucida, senza iridescenze. Confronti tipologici: il tipo richiama fortemente le bocchette volterrane datate fra III e II secolo a.c. (PASQUINUCCI, 1972, pp , fig. 16, forma 58,) e alcune ollette piriformi prodotte a Marcianella nella prima metà del II secolo a.c. (APROSIO-PIZZO, 2003, tav. VIII, tipo VN VIII.6.1, p. 116). CERAMICA COMUNE DIPINTA La ceramica comune dipinta recuperata nel territorio comunale di Radicofani è costituita da un solo esemplare, un minuto frammento di fondo apodo. È possibile ipotizzare che la forte usura cui tutto il materiale individuato durante la ricognizione abbia determinato la scomparsa del rivestimento superficiale di questa classe, riducendo così a uno gli esemplari individuati. Tav Frammento di fondo apodo. Piede troncoconico con superficie inferiore piana e superiore concava. Diametro non ricostruibile; altezza massima conservata 0,9 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: rosata, poco porosa, compatta, priva di inclusi; frattura regolare. Confronti tipologici: date le dimensioni del frammento non è possibile operare nessun confronto. Esso è in associazione a pareti in ceramica a vernice nera e due piedi ad anello molto consunti in sigillata italica. CERAMICA A PARETI SOTTILI La ceramica a pareti sottili individuata nel comprensorio comunale di Radicofani è, anch essa, in numero molto ridotto. Si tratta di soli diciassette frammenti, quasi tutti pertinenti a pareti 9, rinvenuti all interno dell UT 138. Soltanto quattro di questi frammenti appar- 9 Per l esattezza 13 pareti e 4 orli. 129

6 tengono allo stesso esemplare, mentre gli altri, per quanto estremamente simili dal punto di vista dell argilla, si sono dimostrati così fortemente usurati da non consentire di individuare gli attacchi. È stato quindi possibile disegnare un solo esemplare. Coppa Tav Orlo di coppa a profilo arrotondato e orlo affusolato, delimitato all interno da una scanalatura. Non sono visibili tracce di decorazioni. Attestazioni: UT 38 (4 frammenti contigui). Argilla: arancione vivo, tenera, con pori piccolissimi, con inclusi di piccole dimensioni di colore rosso Confronti tipologici: il tipo appare molto simile a uno attestato a Luni nel I secolo d.c. (CAVALIERI MANASSE, 1973, p. 342, tav. 60, n. 3, CM 2793/2), sebbene l esemplare radicofanese differisca da questo per uno spigolo interno dell orlo meno accentuato e l assenza della doppia solcatura esterna sul corpo. La superficie, priva però di tracce di vernice, si presenta simile a quella del tipo lunense. Un confronto puntuale viene invece da Cosa, dove il tipo è datato all età augustea (RICCI, 1985, tav. XCIII, n. 8). CERAMICA A VERNICE ROSSA INTERNA La ceramica a vernice rossa interna rinvenuta nel corso della ricognizione archeologica è molto ridotta dal punto di vista numerico. In totale sono stati raccolti soltanto sei frammenti 10, di cui due disegnabili. La quasi totale assenza di questa classe è imputabile forse alla mancanza di fornaci nella zona, sebbene, come si è visto, anche altre classi prodotte a pochi chilometri di distanza, come la ceramica a vernice nera o la terra sigillata italica, risultino scarsamente attestate. Tegame Tav Orlo defluente a profilo superiore leggermente convesso e inferiore concavo, con bordo assottigliato e arrotondato. L inizio della parete è rettilineo. Diametro dell orlo 22 cm.; altezza massima conservata 2,2 cm. 10 Si tratta di 2 orli, 3 pareti e 1 fondo. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). Argilla: all interno marrone scuro, all esterno marrone scuro-grigio; molto compatta, poco porosa, con molti inclusi neri e micacei di piccole e medie dimensioni. Vernice: rosso scuro, opaca, poco coprente, viene via a scaglie. Confronti tipologici: il tipo, compreso nella classificazione di Goudineau (GOUDINEAU, 1970, tav. VII, couche 3, n. 10), è datato al a.c., sebbene sembri derivare da morfologie già attestate dalla metà del II secolo a.c. Negli scavi urbani di Populonia proviene da strati genericamente datati al III-II secolo a.c. (BIANCHI, , p. 455, fig. 36, tipo 18), a Cosa è attestato in contesti della metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, p. 53, fig. 11, 16 IV 10). Tav Orlo molto ingrossato, superiormente convesso, arrotondato esternamente, separato dalla parete all interno da uno spigolo. La parete, inclinata verso l esterno, è leggermente concava, l attacco con il fondo è netto, scandito esternamente da uno spigolo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 5,4 cm. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio all interno, grigio scuro all esterno; compatta, poco porosa, con molti inclusi micacei e di colore nero di piccole e medie dimensioni. Vernice: rosso scuro, opaca, viene via a scaglie. Confronti tipologici: il tipo trova un confronto puntuale a Luni, dove è genericamente datato al III-I secolo a.c. (CAVALIERI MANASSE, 1973, p. 279, tav. 59, n. 3), e a Cosa, da contesti datati tra l ultimo quarto del II secolo e i decenni centrali del I secolo a.c. (DYSON, 1976, p. 70, fig. 19, V-D 14). Un esemplare molto simile, realizzato però in ceramica comune da fuoco, è documentato a Murlo (CAM- PANA, 2001, p. 211, tav. 27, n. 2) tra il I secolo a.c. e il II secolo d.c. LUCERNE I frammenti di lucerne raccolti durante la ricognizione archeologica sono soltanto due: un fondo estremamente usurato, che per questo motivo non è stato disegnato, e una presa in attacco con il fondo. È anche vero, però, che lo stato estremamente frammentario dei reperti, che spesso si presentano molto fluitati, può aver impedito di individuare piccole porzioni di pareti appartenenti a questa classe. Tav Lucerna a disco, con probabile corpo rotondo e ansa piena sporgente, a sezione quasi rettangolare. La spalla è piatta, la parete concava. Il fondo è apodo. Diametro non ricostruibile; altezza massima conservata 2,7 cm. Attestazioni: UT 121 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, poco porosa, priva di inclusi; frattura regolare. Vernice: tracce estremamente labili di un ingobbio rossastro. Confronti tipologici: l associazione, all interno dell Unità Topografica, con materiali databili all età tardoantica (imitazioni in ceramica comune da mensa di scodelle tipo Hayes 61, cfr. tav. 16.4) e la presenza dell ingobbio, seppur ridottissimo, lascerebbe ipotizzare una datazione per questo esemplare ai secoli IV-VI d.c. Lo stato frammentario, d altro canto, impedisce di effettuare confronti morfologici con altre lucerne. TERRA SIGILLATA ITALICA Fig. 2. Quantificazione della ceramica a vernice rossa interna La sigillata italica proveniente dal territorio comunale di Radicofani è, così come le altre ceramiche rivestite di età romana, in numero molto 130

7 esiguo. Si tratta complessivamente di soli diciannove frammenti 11. In questo caso si è preferito non disegnare i fondi che, ridotti in frammenti molto minuti e fortemente usurati, non avrebbero potuto trovare confronti puntuali, fornendo così una cronologia generica coincidente con la cronologia dell intera classe. Dei cinque frammenti disegnati, per quanto in numero troppo esiguo per poter essere statisticamente rilevanti, il tipo Pucci XIX appare il più documentato, sebbene tutti e tre i frammenti a esso afferenti provengano dalla stessa Unità Topografica 12, limitando quindi la sua presenza dal punto di vista topografico a un solo luogo. Molto interessante appare, infine, la presenza di questi stessi tipi (in realtà di vastissima diffusione) tra le produzioni della fornace situata in località Poggetti, presso Torrita di Siena (PUCCI, 1992; per i rimandi ai singoli tipi cfr. infra). In assenza di analisi archeometriche non è possibile stabilire con sicurezza un legame tra gli esemplari di Radicofani e la cosiddetta fornace di Umbricio Cordo, sebbene l estrema vicinanza geografica appaia molto significativa. Coppa Tav Coppa carenata con parete sottile inclinata verso l esterno e orlo distinto e ingrossato. All interno, il congiungimento tra l orlo e il corpo è scandito da una evidente linea di tornio. Diametro dell orlo 19,8 cm.; altezza massima conservata 2,8 cm. Tav Coppa emisferica con orlo distinto. Il passaggio dalla parete all orlo è segnato esternamente da un gradino e internamente da uno spigolo. Diametro dell orlo 12,0 cm.; altezza massima conservata 2,9 cm. Attestazioni: UT 37 (1 frammento). Argilla: beige, dura, compatta, liscia; frattura netta. Vernice: rosso arancio, semilucida, omogenea, spessa, aderente. Confronti tipologici: l esemplare appare riconducibile alle coppe tipo Pucci XXXVII, varietà 3 (PUCCI, 1985, tav. CXXXI, n. 7; GOUDI- NEAU, 1968, pp , n. 38; Conspectus, p. 113, Tafel 31, Form 34). Anche questo tipo rientra tra le produzioni della fornace di Poggetti, a Torrita di Siena (MASCIONE, 1992, p. 104). Piatto Tav Piatto con parete leggermente inclinata verso l esterno e orlo convesso ripartito internamente e esternamente in due fasce, una concava e una convessa. Lo spigolo esterno appare piuttosto arrotondato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,6 cm. Attestazioni: UT 160 (1 frammento). Argilla: beige-rosata, compatta, ruvida al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni; frattura regolare. Vernice: rosso scuro, semilucida, abbastanza omogenea, piuttosto sottile, abbastanza aderente. Confronti tipologici: l esemplare appare riconducibile ai piatti su piede tipo Pucci X (PUCCI, 1985, pp ; date le ridotte dimensioni del frammento non è possibile indicare un confronto puntuale, in generale si vedano tav. CXIX, n. 4-12; tav. CXX; tav. CXXI, nn GOUDINEAU, 1968, p. 306, n. 39; Conspectus, p. 87, n. 20 Tafel 18, Form 20), prodotto dall età augustea agli inizi del II secolo d. C. Anche questo tipo rientra tra le produzioni della fornace di Poggetti (MASCIONE, 1992, pp ). TERRA SIGILLATA AFRICANA Fig. 3. Quantificazione della terra sigillata italica Attestazioni: UT 88 (3 frammenti), UT 437 (1 frammento). Argilla: rosata, compatta, non porosa, priva di inclusi; frattura netta. Vernice: rosso arancio, semilucida, omogenea, piuttosto sottile, abbastanza aderente. Confronti tipologici: l esemplare è riconducibile al tipo Pucci XIX, varietà 4 (PUCCI, 1985, tav. CXXIV, n. 11; GOUDINEAU, 1968, pp , n. 43; Conspectus, p. 57, Tafel 3, Form 3.2, n. 3.2), genericamente datato tra il secondo quarto del I egli inizi del II secolo d.c. Si tratta di un tipo di vastissima diffusione, abbondantemente prodotto anche dalla fornace situata nel territorio comunale di Torrita di Siena, in località Poggetti (MASCIONE, 1992, p ). 11 Per l esattezza 7 pareti, 8 orli, 4 fondi. La terra sigillata africana proveniente dal territorio comunale di Radicofani è particolarmente esigua: sono stati raccolti infatti soltanto cinque frammenti 13. Dei tre frammenti disegnabili ben poco si può concludere, se non che il territorio in esame dovette essere raggiunto, seppure in maniera non significativa, da sigillata africana sin dall inizio della produzione di questa classe, come conferma la presenza di un coperchio tipo Hayes 20. Una lacuna temporale, che potrebbe però essere imputabile alla casualità dei reperti affioranti o alla raccolta di appassionati locali 14, sembra esistere tra il II secolo e l inoltrato IV, quando sono documentati due esemplari molto simili ai tipi Hayes 50B e Hayes 91B. Purtroppo, però, la validità di queste brevi osservazioni è inficiata dalla quantità della sigillata africana attestata, che non può in alcun modo essere considerata una popolazione statisticamente rilevante. Coperchi Tav Frammento di coperchio costituito da un listello orizzontale che si lega a un elemento verticale che funge da base. L esemplare è realizzato in sigillata africana A 1. Diametro dell orlo 18,0 cm.; altezza massima conservata 1,1 cm. 12 UT orli e 2 pareti. 14 Cfr. nota

8 Confronti tipologici: l esemplare è riconducibile al tipo Hayes 91 (HAYES, 1972, pp ; CARANDINI et alii, 1981, pp , tav. XLIX, n. 6). La forma è genericamente databile tra la metà del IV secolo d.c. e gli inizi del VI secolo. CERAMICA COMUNE DA CUCINA Fig. 4. Quantificazione della terra sigillata africana Attestazioni: UT 146 (1 frammento). Argilla: arancio chiara, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni; frattura netta. Vernice: arancio, spessa, semibrillante, molto omogenea e aderente. Confronti tipologici: l esemplare appare simile ai coperchi tipo Hayes 20, sebbene differisca da questi per il maggiore spessore del listello. Il tipo è datato da Hayes a partire dalla fine del I e gli inizi del II secolo d.c. (HAYES, 1972, pp , fig. 7, n. 1) e sembra non essere più prodotto alla fine del II secolo (CARANDINI et alii, 1981, p. 28). Si tratta di una forma quantitativamente poco documentata, anche se la sua diffusione geografica appare piuttosto ampia, investendo tutto il bacino del Mediterraneo e le coste atlantiche (CARANDINI, 1981, p. 28). L esemplare è documentato a Settefinestre in strati datati dall età traianea fino alla tarda età antonina (GUALANDI, 1985, p. 159). Piatti Tav Frammento di piatto a orlo indistinto dalla parete, con pareti rettilinee. L esemplare è realizzato in sigillata africana D 2. Diametro dell orlo 14,6 cm.; altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 40 (1 frammento). Argilla: arancio, dura, compatta, con rari e piccoli inclusi di colore bianco, leggermente ruvida al tatto; frattura netta. Vernice: arancio, spessa, opaca, omogenea, aderente, leggermente ruvida al tatto. Confronti tipologici: l esemplare è riconducibile al tipo Hayes 50, più probabilmente Hayes 50B (HAYES, 1972, pp , fig. 12, n. 60; CARANDINI et alii, 1981, p. 65, tav. XXVIII, n. 13). A Ostia esso è attestato in strati databili tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.c. (Ostia IV, fig. 18). A Filattiera-Sorano il tipo è documentato tra la fine del IV secolo d.c. e la prima metà del V secolo (GAMBARO, 1998, pp ). Vasi a listello Tav Frammento di vaso a listello, di cui è conservato l orlo arrotondato e il listello, largo e ricurvo, che è posto subito al di sotto dell orlo. La parete appare svasata, sebbene sia conservata in minima parte. L esemplare è realizzato in sigillata africana D 2. Diametro dell orlo 15,8 cm.; altezza massima conservata 1,6 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: arancio, dura, compatta; frattura regolare. Vernice: arancio, sottile, opaca, omogenea, aderente, liscia al tatto. La ceramica comune da cucina rinvenuta nel territorio comunale di Radicofani costituisce la classe dal punto di vista numerico più attestata e dal punto di vista diagnostico più interessante. Questa classe infatti, probabilmente grazie alla maggiore capacità di resistenza agli agenti atmosferici degli impasti che la caratterizzano, comprende da sola oltre la metà dei tipi identificati. Le forme più attestate, com è ovvio aspettarsi, sono l olla, la pentola e il tegame. Tutte forme, cioè, impiegate nell ambito della preparazione degli alimenti. In particolare la predominanza di forme chiuse e coperchi, se non è da imputare alla sola casualità dei rinvenimenti di superficie, sembrerebbe indicare un ampio e generalizzato impiego di questa classe per la conservazione delle derrate alimentari. I confronti tipologici individuati, molti dei quali all interno del comprensorio senese, lasciano immaginare un origine locale per buona parte della di questa classe, sebbene l assenza di indagini mirate all individuazione e allo studio dei luoghi di produzione in ambito locale lasci senza reale fondamento ogni ipotesi a riguardo. In generale Fig. 5. Attestazioni delle forme ceramiche in comune da cucina Fig. 5. Quantificazione della ceramica comune da cucina 132

9 sono presenti tipi morfologicamente molto semplici, come quasi tutti quelli che caratterizzano la ceramica da fuoco, ampiamente diffusi lungo la costa tirrenica e la Toscana dell interno (cfr. infra). Olle Tav Orlo molto inclinato verso l esterno, ingrossato, a profilo amigdolare. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,4 cm. Attestazioni: UT 155 (1 frammento). Fig. 5. Quantificazione della ceramica comune da cucina Argilla: marrone-grigio all esterno, grigio scuro in sezione e all interno, compatta, dura, molto ruvida al tatto, con moltissimi inclusi tipo micacei e di colore nero e grigio di dimensioni piccole e medie; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato nel Chianti Senese tra il IV e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 108, tav. XXVIII, n. 6). Altri confronti provengono da Cosa (DYSON, 1976, fig. 17, 16 IV, n. 75), dove è attestato un esemplare simile, ma con orlo più assottigliato, in contesti di metà II secolo a.c. Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro leggermente ingrossato e indistinto. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,0 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone scuro, compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi micacei e di colore nero di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Pienza in età repubblicana (ACCONCIA, 2004, p. 264, tav. XIV, n. 6), a Populonia in un contesto urbano databile al III-II secolo a.c. (BIANCHI, , p. 481, fig. 43, tipo 7b). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro indistinto ingrossato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,7 cm. Attestazioni: UT 149 (1 frammento), UT 40 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, compatta, abbastanza dura, ruvida al tatto, con molti inclusi; di colore nero e bianco di medie e grandi dimensioni, frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato nel Chianti Senese tra il IV e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 110, tav. XXX, n. 3) e a Cosa (DYSON, 1976, fig. 3, CF, n. 41) in un deposito databile tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. Gli esemplari di Radicofani sono associati, nel caso dell UT 149, a laterizi dal tipico impasto tardo-etrusco (di colore arancio-rosso con moltissimi inclusi di medie e grandi dimensioni, tipo chamotte) e, nel caso dell UT 40, da un parete di anfora da trasporto databile all età etrusca arcaica o classica (cfr. infra, tav. 3). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro indistinto a mandorla. Diametro dell orlo 18,1 cm.; altezza massima conservata 2,9 cm. Attestazioni: UT 48 (1 frammento). Argilla: arancio scuro-marrone, dura, compatta, ruvida al tatto, con molti inclusi di dimensioni piccole e medie di colore nero, bianco, grigio, rosso; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è documentato nel Chianti Senese tra il I secolo a.c. e il II secolo d.c. (VALENTI, 1995, p. 126, tav. XLVI, n. 11), a Cosa tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 2, CF, n. 16), a Populonia, in contesto urbano, tra IV e II secolo a.c. (BIANCHI, , p. 481, fig. 43, tipo 7c; SIANO, 2002, p. 126, tav. III, n. 14). Fuori della Toscana, a Sutri è presente un tipo simile databile al I secolo a.c. (DUNCAN, 1964, p. 154, fig. 10, n. 460). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro ingrossato a mandorla. Presenta un lieve rigonfiamento sul collo, subito sotto il labbro. Diametro dell orlo 18,8 cm.; altezza massima conservata 3,3 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: arancio-marrone chiaro in sezione, marrone-grigio sulle superfici; compatta, dura, ruvida al tatto, poco porosa, con molti inclusi di piccolissime e piccole dimensioni tipo quarzo, mica, sabbia; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato a Cosa tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 3, CF, n. 31), a Torre Saline in strati datati tra la metà del I secolo a.c. e la metà del I d.c. sebbene si possa trattare di materiale residuo (CIAMPOLTRINI, 1997, p. 270, fig. 11, n. 7), ad Albintimilium in età repubblicana (OLCESE, 1993, p. 187, fig. 30, n. 6). L esemplare di Radicofani è in associazione a un olla in ceramica a vernice nera databile alla prima metà del II secolo a.c. (cfr. infra, tav. 5.3). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro indistinto ingrossato. Diametro dell orlo 16,4 cm.; altezza massima conservata 2,6 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: arancio scuro internamente e in sezione, con tracce di annerimento sulla superficie esterna; compatta, dura, poco ruvida al tatto, con media quantità di inclusi medi e grandi di colore nero, grigio e bianco; frattura regolare Confronti tipologici: il tipo è documentato a Murlo in contesti databili tra il I secolo a.c. e il II d.c. (CAMPANA, 2001, p. 246, tav. XXIII, n. 11), nel Chianti Senese tra il IV e il II secolo a.c. (VA- LENTI, 1995, p. 11, tav. XXXI, n. 11), a Siena tra il III e il II secolo a.c. (Santa Maria della Scala, 1991, p. 285, tav. III, n. 399), a Populonia, in ceramica comune da mensa, tra IV e II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 421, fig. 22, tipo O8). L esemplare di Radicofani è in associazione a un olla in ceramica a vernice nera databile alla prima metà del II secolo a.c. (cfr. infra, tav. 5.3). 133

10 Tav Orlo leggermente inclinato verso l esterno, con labbro ingrossato e distinto dal collo da una piccola solcatura. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: marrone, compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi di colore nero e grigio di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa in un deposito databile tra il secondo quarto del III secolo e la metà del II secolo a.c. (DY- SON, 1976, fig. 3, CF, n. 28). L esemplare di Radicofani è in associazione a ceramica a vernice nera. Tav Orlo inclinato verso l esterno, leggermente ingrossato, con il labbro a profilo triangolare. Il collo è distinto dalla parete da uno spigolo interno. Diametro dell orlo 12,2 cm.; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio in superficie e marrone in frattura, compatta, dura, con grande quantità di inclusi colore nero e rosso di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa nei primi decenni del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 8, FG 25), nel Chianti Senese in contesti databili tra il I secolo a.c. e il II d.c. (VALENTI, 1995, tav. XLVI, n. 7, p. 126). Il fatto che nell UT 61 siano presenti sia ceramica a vernice nera sia terra sigillata italica non aiuta a restringere, sulla base delle associazioni, il campo cronologico. Tav Orlo inclinato verso l esterno, leggermente ingrossato, a profilo arrotondato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 4,1 cm. Attestazioni: UT 35 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro all esterno, grigio scuro in sezione e all interno, compatta, dura, ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di dimensioni medie e piccole di colore rosso, nero; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo, che per la semplicità della forma richiama esemplari attestati in un ampio arco cronologico, non trova però confronti puntuali. Dal momento che è stato trovato in associazione a un frammento di anfora Dressel 2/4 si potrebbe proporre una datazione compresa tra la fine del I secolo a.c. l inoltrato II secolo d.c. Tav Orlo inclinato verso l interno, ingrossato, internamente caratterizzato da un rigonfiamento. Diametro dell orlo 26 cm.; altezza massima conservata 3,6 cm. Attestazioni: UT 48 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, compatta, abbastanza dura, con inclusi micacei e neri di piccole dimensioni, bianchi, grigi di medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda, sebbene morfologicamente non identico, una grande olla attestata a Cosa tra la fine del II e l inoltrato I secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 39, PD, n. 130). L esemplare di Radicofani è in associazione a materiale databile al IV-I secolo a.c. (cfr. tav. 7.6). Tav Orlo inclinato verso l esterno con superficie esterna convessa e interna concava. Diametro dell orlo 25,6 cm.; altezza massima conservata 2,6 cm. Attestazioni: UT 120 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, compatta, dura, con media quantità di piccoli inclusi micacei e di colore nero e grigio; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo, morfologicamente piuttosto semplice e pertanto prodotto senza sostanziali variazioni per alcuni secoli ininterrottamente, trova molteplici confronti databili tra l età repubblicana e la prima età imperiale. Esso è attestato a Cosa tra la fine del II e il terzo quarto del I secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 39, PD 127); presso il Portus Cosanus intorno alla metà del I secolo a.c. (CIAMPOLTRINI et alii, 1999, fig. 5, n. 1, p. 229); ad Albintimilium tra il I secolo a.c. e il I secolo d.c. (OLCESE, 1993, fig. 57, n. 192, p. 250); nel Chianti Senese da un contesto databile all età tiberiana (VALENTI, 1995, tav. XLVI, n. 3, p. 126); ); a Settefinestre in strati databili tra l età giulio-claudia e il secondo dopoguerra (PAPI, 1985, tav. 28, n. 14, p. 103). Un ulteriore confronto tipologico in ceramica comune da mensa proviene da un contesto urbano populoniese genericamente datato al III secolo a.c., ma dal quale provengono anche materiali di II e I secolo a.c. (CURTI-TAMI, , fig. 25, O 10, p. 424). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro ingrossato. All interno una scanalatura separa il labbro dal collo e uno spigolo separa a sua volta il collo dalla parete. Diametro dell orlo 14,4 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio chiaro, compatta, dura, ruvida al tatto, con molti inclusi di piccole e medie dimensioni di colore nero, rosso, grigio; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato nel Chianti Senese in contesti databili tra il VI e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 112, tav. XXII, n. 4). Esso è, in effetti, molto diffuso durante tutta l età repubblicana, con lievi variazioni morfologiche (si veda, sebbene non costituisca un confronto di tipo puntuale con l esemplare di Radicofani, l olla documentata a Cosa alla metà del II secolo a.c.; DYSON, 1976, fig. 16, 16IV, n. 63). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro ingrossato e arrotondato. Diametro dell orlo 9 cm.; altezza massima conservata 3,1 cm. Attestazioni: UT 367 (1 frammento). Argilla: arancio-marrone chiaro, abbastanza dura, compatta, con inclusi neri e grigi di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è simile a esemplari attestati nel Chianti Senese in contesti databili tra il IV e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 113, tav. XXXIII, n. 6), a Poggio del Boccaccio, presso Certaldo, alla metà del III secolo a.c. (DE MARINIS, 1977, tav. X, CE 35/97844 TO III 30), a Cosa tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 2, CF, n. 17). Tav Orlo inclinato verso l esterno con bordo assottigliato e leggera depressione centrale. Diametro dell orlo 14,6 cm.; altezza massima conservata 2,1 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento), UT 155 (2 frammenti), UT 143 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, compatta, dura, ruvida al tatto, con pochi inclusi di quarzo e mica di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è genericamente attestato a Populonia tra il III e il II secolo a.c., sebbene alcune forme si protraggano fino al I secolo a.c., con impasto depurato (CURTI-TAMI , p. 422, fig. 23, tipo O9). Tav Orlo arrotondato rientrante, l attacco con il collo è scandito da una piccola solcatura. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,8 cm. 134

11 Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: arancio, dura, compatta, con rari inclusi neri di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: un tipo simile è attestato ad Albintimilium tra V e VI secolo d.c. (OLCESE, 1993, p. 253, fig. 58, n. 202). Tav Orlo inclinato verso l esterno, ingrossato, l attacco con il collo è scandito da una piccola solcatura all interno. Diametro dell orlo 16 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone-arancio, dura, molto compatta, con inclusi grigi e rossi di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Pienza tra il IV e il VII secolo d.c. (FELICI, 2004, p. 274, tav. XXIV, n. 7), nel Chianti Senese nel VI-VII secolo d.c. (VALENTI, 1995, p. 139, tav. LIX, n. 22). Tav Orlo inclinato verso l esterno, ingrossato, l attacco con il collo è scandito da una piccola solcatura all interno. Diametro dell orlo 16 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: grigio scuro-marrone, molto compatta, con inclusi da piccolissimi a medi, soprattutto mica e quarzo; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Murlo tra il V e il VI secolo d.c. (CAMPANA, 2001, p. 2574, tav. XXI, n. 4). Pentole Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro ingrossato, distinto da una piccola solcatura. All interno l attacco con la parete è sottolineato da una sporgenza. Diametro dell orlo 28,4 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 101 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio, molto compatta, dura, poco porosa, ruvida al tatto, con una grande quantità di inclusi di colore nero, grigio e bianco di piccole e medie dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo non trova confronti puntuali in ambito locale. Essendo in associazione a ceramica a vernice nera si potrebbe proporre una datazione tra la metà del IV e la metà del I secolo a.c. Tav Orlo a tesa piana, distinto all esterno dal collo da uno spigolo. All interno l attacco tra il collo e la parete è sottolineato da uno spigolo. Diametro dell orlo 16,6 cm.; altezza massima conservata 2,1 cm. Attestazioni: UT 129 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio, compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi di colore nero e grigio di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato nel Chianti Senese in contesti databili tra il I secolo a.c. e il II d.c. (VALENTI, 1995, p. 127, tav. XLVII, n. 12), a Luni in strati datati tra la seconda metà del I secolo a.c. a tutto il I secolo d.c. (ROSSIGNANI, 1973, p. 412, tav. 74, n. 8, CM 2012), a Pieve a Nievole in uno scarico tardoantico contenente materiale misto a partire dalla prima età imperiale (FABBRI, 2001, p. 95, fig. 2, n. 21). Tav Orlo verticale con labbro ingrossato e arrotondato. La superficie superiore è piana. L attacco con il collo è sottolineato da uno spigolo all interno. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 59(1 frammento). Argilla: arancio in sezione e all interno, marrone-grigio all esterno, molto compatta, dura, con inclusi di medie dimensioni tipo quarzo, mica e piccoli frammenti di ceramica triturata; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è simile dal punto di vista morfologico, ma non dimensionale, a un esemplare attestato nel Chianti Senese in contesti databili tra il I secolo a.c. e il II d.c. (VALENTI, 1995, p. 128, tav. XLVIII, n. 5). Altri confronti provengono da Fiesole, dove il tipo è documentato nella prima metà del I secolo d.c. (Fiesole, p. 382, tav. 37, n. 14), e da Albintimilium, in strati dell età augustea (OLCESE, 1993, p. 261, fig. 62, n. 227). Tav Orlo verticale con labbro ingrossato e arrotondato. La superficie superiore è piana. L attacco con il collo è sottolineato da uno spigolo all interno. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, abbastanza dura, compatta, con rari inclusi neri di piccolissime dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è simile a un esemplare attestato nel Chianti Senese in contesti databili tra il I secolo a.c. e il II d.c. (VA- LENTI, 1995, p. 128, tav. XLVIII, n. 8). Tav Orlo a tesa con superficie superiore piana, a sezione trapezoidale. L attacco con il collo è sottolineato da due spigoli all interno e da una solcatura all esterno. Diametro dell orlo 24,2 cm.; altezza massima conservata 1,7 cm. Attestazioni: UT 150 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro in sezione e sulla superficie interna, marrone scuro all esterno; molto dura, compatta, liscia al tatto, con rari inclusi neri e rosso-bruno di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è simile a un esemplare attestato a Settefinestre dall età traianea alla fine del II secolo d.c. (PAPI, 1985, p. 99, tav. 26, n. 16). Tav Orlo a tesa quasi orizzontale, concava all interno; snodo a spigolo col corpo del vaso. Diametro non ricostruibile; altezza massima conservata cm. 1,2. Attestazioni: UT 120 (1 frammento). In associazione a ceramica a vernice nera, anfore tipo Spello; imitazioni di sigillata africana in acroma depurata tipo Hayes 61. Argilla: grigio scuro, molto compatta, dura, molto ruvida al tatto, con una grande quantità di inclusi tipo mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato nella piana lucchese, presso il sito in località Chiarone, da strati della fine del II secolo d.c. (GIANNONI, 2001, fig. 8, P1, p. 126); a Fiesole tra il I e il IV d.c. (Fiesole, 1990, p. 297); a Pieve a Nievole, nel Pistoiese, proveniente da uno scarico tardoantico contenente materiale misto a partire dalla prima età imperiale (FABBRI, 2001, fig. 2, n. 19, p. 95). Appare diffuso lungo la costa centro-settentrionale tirrenica tra I e III secolo d.c. Tav Orlo a tesa piana con labbro arrotondato. L attacco con il collo è in curva continua. Diametro dell orlo 26,2 cm.; altezza massima conservata 2,0 cm. Attestazioni: UT 88 (3 frammenti contigui). Argilla: marrone scuro superficialmente, marrone-rosso in sezione, con tracce di annerimento sull esterno; molto compatta, dura, liscia 135

12 al tatto, con una media quantità di inclusi di colore nero e rosso di piccole e medie dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo ricorda, per quanto non identico, una casseruola attestata a Roma, presso la Crypta Balbi tra VI e VII secolo d.c. (Crypta 3, tav. II, n.14, p. 152). Scodelle Tav Orlo inclinato verso l interno, ingrossato, distinto dalla parete da una lieve solcatura; all interno leggermente concavo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,3 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: arancione vivo sulla superficie interna e in sezione, marronegrigio esternamente; compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi micacei e di colore rosso e nero di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Murlo tra il I secolo a.c. e il II d.c. (CAMPANA, 2001, p. 250, tav. XXVII, n. 6), nel Chianti Senese tra il IV e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 119, tav. XXXIX, nn. 4, 7), a Poggio del Boccaccio intorno alla metà del III secolo a.c. (DE MARINIS, 1977, tav. XIV, n. 218). L esemplare di Radicofani è in associazione a materiali databili tra il III e il I secolo a.c. (cfr. tav. 5.3, tav. 7.9, tav. 8.2). Tav Orlo inclinato verso l esterno, a fascia, esternamente sagomato, internamente concavo. Diametro dell orlo 13,6 cm.; altezza massima conservata 2,2 cm. Attestazioni: UT 151 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, dura, ruvida al tatto, con scarsi inclusi di quarzo e mica di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo, morfologicamente simile al successivo ma caratterizzato da una maggiore estroflessione dell orlo e da uno spessore minore potrebbe essere avvicinato a esso da un punto di vista cronologico. L esemplare è in associazione a ceramica comune non diagnostica. Tav Orlo inclinato verso l esterno, a fascia, esternamente sagomato, internamente concavo. Diametro dell orlo 19,2 cm.; altezza massima conservata 2,1 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, dura, ruvida al tatto, con pochi inclusi di quarzo e mica di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa tra la fine del II secolo a.c. e l età cesariana (DYSON, 1976, fig. 36, PD, n. 105), ad Albintimilium tra la fine del II a.c. e gli inizi del II secolo d.c. (OLCESE, 1993, p. 257, fig. 60, n. 217). Tav Orlo ingrossato e pendente, appiattito sul margine interno, convesso all esterno. Diametro dell orlo 30, 2 cm.; altezza massima conservata 2,2 cm. Attestazioni: UT 93 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio, compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi micacei e di colore bianco e nero di medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo imita le scodelle in sigillata africana tipo Hayes 105, databili tra l ultimo ventennio del VI e l inoltrato VII secolo d.c. (HAYES, 1972, pp ; CARANDINI, 1981, p. 96, tav. XLIII, n. 4). Tegami/testi Tav Orlo a tesa piana con labbro arrotondato. L attacco con il collo è in curva continua. Diametro dell orlo 26,2 cm.; altezza massima conservata 2,0 cm. Attestazioni: UT 94 (1 frammento). Argilla: marrone-rossastro, compatta, dura, ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi di colore grigio, rosso e bianco di piccole e medie dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa in un deposito databile agli inizi del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 8, FG, n. 17). Tav Orlo ingrossato, a sezione ovale, pendente. All interno è convesso, attraversato, subito sotto il labbro da un a duplice solcatura. Diametro dell orlo 18,8 cm.; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 162 (1 frammento). Argilla: marrona-grigio, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con una media quantità di inclusi di colore nero e rosso di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda un esemplare attestato a Cosa tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 5, CF, n. 65). Tav Orlo inclinato verso l interno a sezione ovale, internamente concavo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 47 (1 frammento). Argilla: marrone in sezione e sulla superficie interna, grigio scuro sulla superficie esterna; poco compatta, dura, molto ruvida al tatto, con una grande quantità di inclusi micacei e di colore nero e grigio di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa in un deposito databile tra la fine del II e l inoltrato I secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 29, PD, n. 14) e ad Albintimilium nello stesso arco cronologico (OLCESE, 1993, p. 227, fig. 46, n. 120). Entrambi i tipi sono realizzati in vernice rossa interna, a differenza dell esemplare di Radicofani, che non presenta alcuna traccia di rivestimento. È possibile che si tratti di una imitazione locale dei tegami in vernice rossa interna. Tav Orlo molto inclinato verso l esterno, all interno è concavo e all esterno forma uno spigolo netto. L attacco con il collo è in curva continua. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 121 (1 frammento). Argilla: marrone in sezione e sulla superficie interna, grigio scuro sulla superficie esterna; compatta, dura, poco ruvida al tatto, con una piccola quantità di inclusi di colore nero e grigio di piccole dimensioni; frattura regolare. Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo leggermente ripiegato all interno, piede accennato. Diametro dell orlo 23,9 cm.; altezza massima conservata 4,8 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). 136

13 Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo leggermente ripiegato all interno. La parete tende a ingrossarsi verso il fondo. Diametro dell orlo 23,4 cm.; altezza massima conservata 3,1 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo leggermente ripiegato all interno e internamente sottolineato da una solcatura. Diametro dell orlo 22,4 cm.; altezza massima conservata 3,0 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato e internamente sottolineato da una solcatura. Diametro dell orlo 25,6 cm.; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo molto inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato. Diametro dell orlo 27,4 cm.; altezza massima conservata 3,6 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo molto inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato. Diametro dell orlo 27,4 cm.; altezza massima conservata 3,6 cm. Attestazioni: UT 144 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con inclusi da piccoli a grandi, di colore nero e bianco (calcite); frattura irregolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a ceramica comune da fuoco non diagnostica. Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo leggermente ripiegato verso l esterno e arrotondato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 5,2 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo leggermente ripiegato verso l interno. Una piccola solcatura divide la superficie interna in due fasce, una piana e l altra convessa. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 5,7 cm. Attestazioni: UT 124 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro-grigio, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con molti inclusi di mica e quarzo e calcite di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a ceramica comune non diagnostica. Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato. La parete interna è divisa in tre fasce, due convesse e una concava; la parete esterna presenta una marcata solcatura presso l atta con il fondo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 4,9 cm. Attestazioni: UT 124 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro-grigio, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con molti inclusi di mica e quarzo e calcite di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a ceramica comune non diagnostica. Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato e internamente sottolineato da una solcatura. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,6 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato e internamente sottolineato da una solcatura. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,2 cm. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: marrone-grigio, dura, compatta, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (tav. 6.8) e ceramica ingobbiata di rosso (tav. 15.5). Tav Bordo molto inclinato verso l esterno, con orlo arrotondato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,8 cm. Attestazioni: UT 160 (2 frammenti). Argilla: marrone-arancio, dura, compatta, ruvida al tatto, con molti inclusi di colore nero, bianco e rosso da piccole a grandi dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a terra sigillata italica. Piatti-testi Tav Bordo dritto, brevissimo; fondo apodo, leggermente inclinato verso l interno. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 2,2 cm. Attestazioni: UT 124 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, compatta, ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. 137

14 All esterno, sull orlo, sono presenti tre lievi rigonfiamenti. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a ceramica comune non diagnostica. Coperchi Tav Presa a bottone asimmetrica, per metà di forma cilindrica ingrossata molto sporgente, internamente cava. Diametro presa cm. 1,9; altezza massima conservata cm. 2,1. Attestazioni: UT 155 (1 frammento). Argilla: beige, dura, abbastanza compatta, con molti inclusi di quarzo di piccole dimensioni e rari inclusi di calcite di medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: prese asimmetriche o deformi simili a questo esemplare sono attestate a Cosa, tra la fine del II e l inoltrato I secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 35, PD, n. 91). Tav Presa a pomello troncoconico, non incavato all interno. La parete è rettilinea. Diametro presa cm. 5,9; altezza massima conservata cm. 5,6. Attestazioni: UT 88 (1 frammento). Argilla: marrone scuro in superficie, marrone-rosso in frattura; all esterno sono visibili tracce di annerimento; molto compatta, dura, poco ruvida al tatto, con moltissimi inclusi di colore nero, rosso e bianco da piccoli a grandi; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è documentato a Albintimilium in strati databili alla prima metà del I secolo a.c. (OLCESE, 1993, fig. 54, n. 168, p. 243) e a Pompei in età ellenistica (CHIARAMONTE-TRERÈ, 1984, tav. III, n. 1). Tav Presa a bottone, leggermente cava all interno. Diametro presa cm. 3,2; altezza massima conservata cm. 3,8. Attestazioni: UT 151 (1 frammento). Argilla: marrone-rosso, dura, molto compatta, ruvida al tatto, con molti inclusi di quarzo, mica e calcite di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è in associazione a ceramica genericamente databile al periodo romano. Tav Presa a bottone, cava all interno. Diametro presa cm. 5,9; altezza massima conservata cm. 5,6. Attestazioni: UT 155 (1 frammento). Argilla: marrone-arancio, compatta, dura, ruvida al tatto, con molti inclusi di mica e quarzo di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è in associazione a materiale di età repubblicana (olle in ceramica comune da fuoco: tav. 7.1; coperchio in ceramica comune da cucina: tav. 13.1). Tav Presa di forma cilindrica leggermente strozzata all attacco con la parete. Diametro presa cm. 4,6; altezza massima conservata cm. 2,4. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, dura, abbastanza compatta, con inclusi di quarzo di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato ad Abbadia San Salvatore, in associazione a numerosi materiali databili alla prima età imperiale (FIRMATI-MENICONI, 1996, p. 96, n. 104). Tav Presa a pomello troncoconico, cavo internamente. Diametro presa cm. 3,2; altezza massima conservata cm. 2,8. Attestazioni: UT 121 (1 frammento). Argilla: marrone-rosso, dura, molto compatta, con inclusi di colore nero, rosso e bianco di piccole e medie dimensioni, frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato nella piana lucchese, presso il sito in località Chiarone, da strati datati tra la metà del I e gli inizi del II secolo d.c. (GIANNONI, 2001, p. 130, fig. 9, tipo PRS 2). Tav Presa a pomello troncoconico, minimamente cavo all interno. Diametro presa cm. 3,6; altezza massima conservata cm. 2,6. Attestazioni: UT 121 (1 frammento). Argilla: rosso-arancio, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con molti inclusi di colore nero e bianco di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Chiarore tra la metà del I e gli inizi del III secolo d.c. (GIANNONI, 2001, p. 130, fig. 9, PRS 2). Tav Presa molto assottigliata e arrotondata, l attacco con la parete è caratterizzato dalla presenza di un piccolo rigonfiamento centrale. Sulla superficie superiore sono visibili i segni del distacco a cordicella dal tornio. Diametro presa cm. 6,0; altezza massima conservata cm. 2,1. Attestazioni: UT 120 (1 frammento). Argilla: arancio, dura, compatta, con molti inclusi di mica e quarzo di dimensioni piccole e medie; frattura regolare. Confronti tipologici: in associazione a ceramica a vernice nera e a una imitazione in ceramica comune dalle scodelle tipo Hayes 61 (tav. 16.4). Tav Presa a bottone asimmetrica, a profilo arrotondato, cava internamente. Il frammento si presenta fortemente fluitato. Diametro presa cm. 2,2; altezza massima conservata cm. 1,8. Attestazioni: UT 75 (1 frammento). Argilla: arancio, poco dura, compatta, con piccolissimi inclusi di colore bianco e nero; frattura irregolare. Confronti tipologici: in associazione a materiali genericamente databili al periodo romano. Piatti-coperchi Tav Orlo inclinato verso l esterno, rettilineo, con margine esterno arrotondato. Diametro dell orlo 26,8 cm.; altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 38 (1 frammento). Argilla: marrone scuro, compatta, dura, molto ruvida al tatto, con molti inclusi di quarzo e mica di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo, morfologicamente molto semplice, ricorda esemplari attestati in contesti repubblicani, come a Populonia, dove è datato al III-II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 438, fig. 34, tipo Cp 16, realizzato in ceramica comune da mensa; SIANO, 2002, p. 183, tav. XVIII, n. 79.1) o ad Albintimilium, dove è documentato in strati databili al II-I secolo a.c. (OLCESE, 1993, p. 241, fig. 54, n. 174). L esemplare di Radicofani è in associazione a ceramica a vernice nera (tav. 5.2, tav. 5.3), a tre olle in ceramica comune da fuoco databili al III-I secolo a.c. (tav. 7.5, tav. 7.6, tav. 7.7) e a una coppa in ceramica a pareti sottili (tav. 5.5). Tav Orlo inclinato verso l esterno, rettilineo, con margine esterno arrotondato e ingrossato. Diametro dell orlo 17,4 cm.; altezza massima conservata 2,0 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). 138

15 Argilla: marrone-arancio, compatta, dura, ruvida al tatto, con inclusi di quarzo e mica di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa in un deposito databile tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 4, CF, n. 58). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con margine arrotondato e ingrossato, parete sagomata. Diametro dell orlo 21,0 cm.; altezza massima conservata 1,2 cm. Attestazioni: UT 151 (1 frammento). Argilla: marrone-chiaro, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con inclusi di colore nero e rosso di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: ricorda un tipo attestato a Cosa in un deposito databile tra l ultimo quarto del II e gli inizi del I secolo a.c. (DY- SON, 1976, fig. 23, VD, n. 72). Tav Orlo inclinato verso l esterno, parete rettilinea, con margine ingrossato. Diametro dell orlo 21,0 cm.; altezza massima conservata 1,2 cm. Attestazioni: UT 146 (1 frammento), UT 61 (1 frammento). Argilla: arancio, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con inclusi di colore rosso e bianco di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato a Cosa tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 4, CF, n. 60), a Populonia in un contesto urbano genericamente datato al III-II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 437, fig. 33, tipo Cp 10; SIANO, 2002, p. 182, tav. XVII, n. 76; entrambi in impasti fini). Tav Orlo ricurvo, ripiegato all esterno. Diametro dell orlo 17,6 cm.; altezza massima conservata 1,3 cm. Attestazioni: UT 150 (1 frammento). Argilla: arancio, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con inclusi di colore nero di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: ricorda un tipo attestato in africana da cucina dalla metà del II agli inizi del V secolo d.c. (TORTORELLA, 1981, p. 213, tav. CV, n. 5; Ostia IV, fig. 59; BEJOR et alii, 1985, p. 273, fig. 21, n. 3). Forma aperta Tav Orlo rettilineo e arrotondato. La parete presenta una doppia scanalatura subito sotto l orlo sia interna che esterna. Quella esterna è campita da piccoli cerchi realizzati tramite una serie di punti impressi; un cerchio più grande, realizzato con la stessa tecnica è in parte visibile subito al di sotto. Diametro dell orlo 19,2 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. Attestazioni: UT 120 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con inclusi di colore bianco e grigio di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo, stranamente decorato per essere realizzato in ceramica comune da fuoco, non trova confronti puntuali. È in associazione a ceramica a vernice nera non id., ceramica comune di età altoimperiale (tav. 8.2, tav. 9.6) e a una imitazione in ceramica comune da mensa di una scodella tipo Hayes 61 (tav. 16.4). Bottiglie Tav Orlo verticale con labbro ingrossato e arrotondato. La superficie superiore è piana. L attacco con il collo è sottolineato da uno spigolo all interno. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 1,4 cm. Attestazioni: UT 67 (1 frammento). Argilla: marrone chiaro, compatta, dura, poco ruvida al tatto, con una piccola quantità di inclusi di colore nero e grigio di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa in un deposito databile tra il secondo quarto del III e la metà del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 5, CF, n. 72). CERAMICA COMUNE DA MENSA La ceramica comune da mensa proveniente dal territorio comunale di Radicofani è quantitativamente consistente, se paragona ad altre classi ceramiche come le rivestite di età romana, ma diagnosticamene di limitata utilità. L elevato grado di usura cui i reperti sono stati sottoposti infatti, unitamente alla minore resistenza agli agenti atmosferici di questo tipo di impasto, ha fatto sì che i corpi ceramici si siano frammentati in pezzetti minuscoli, rendendo difficile l identificazione addirittura delle forme. In molti casi, infatti, non si è potuto che genericamente assegnarli alla categoria delle forme chiuse, senza poter distinguere tra olle, brocche o bottiglie. Ancor più difficile, d altro canto, è stato il tentativo di attribuzione dei frammenti alle forme aperte, che sono risultate così in numero ridottissimo. Le quantificazioni che si propongono nei grafici di corredo, quindi, vanno lette piuttosto come un generico tentativo di ordinamento del materiale che non come campioni statisticamente rilevanti per lo studio della ceramica della Toscana meridionale. Tra le forme chiuse le olle sono le più numerose, con poco meno di venti esemplari individuati. Molto interessante appare la coincidenza di molti tipi morfologici, in età repubblicana, con alcuni esemplari prodotti dalle fornaci di Marcianella, nel chiusino. Future analisi archeometriche potrebbero aiutare a stabilire la provenienza delle olle rinvenute a Radicofani, sebbene, dato la scarso pregio della ceramica comune, si possa già avanzare con una certa sicurezza l ipotesi di una origine locale dei reperti in questione. Si tratta, d altro canto, di forme estremamente semplici, ampiamente diffuse lungo tutta la costa tirrenica, come dimostrano i numerosi confronti individuati con i materiali di Cosa, Populonia, Luni e Albintimilium (cfr. infra). Meno frequenti sono anche i riscontri con le altre aree del Senese, già oggetto di ricognizione archeologica. È possibile, però, che la cosa sia più da imputare alla parziale casualità dei ritrovamenti in superficie che a una effettiva differenza nella cultura materiale. Fig. 7. Attestazioni delle forme ceramiche comuni da mensa 139

16 Attestazioni: UT 60 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, tenera, poco porosa, poco ruvida al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato tra le produzioni della fornace di Marcianella tra la fine del III e il primo quarto del II secolo a.c. (APROSIO et alii, 2003, p. 183, tav. XXXIII, tipo CC VIII.4.1); un esemplare simile è documentato anche a Cosa agli inizi del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 10, FG, n. 65). Fig. 8. Quantificazione della ceramica comune da mensa Tra le forme aperte le uniche attestate sono le scodelle e i bacini. Mentre questi ultimi sono numericamente troppo esigui per costituire un campione rappresentativo, le prime forniscono degli spunti interessanti. Oltre la metà dei tipi riconosciuti (in un arco cronologico che va dal III secolo a.c. al VII d.c.), infatti, sono attribuibili a imitazioni di Hayes 61, databili tra l inoltrato IV e il VI-VII secolo d.c. (cfr. infra). Nel territorio di Radicofani esse rappresentano il principale fossile guida per l identificazione dei siti appartenenti alla tarda antichità e al cosiddetto periodo caotico, essendo presenti con una sola unità le imitazioni dei vasi a listello tipo Hayes 91 e delle scodelle con orlo ingrossato tipo Hayes 104 e 105. Si tratta, del resto, di una forma che gode di particolare fortuna tra il IV e il VII secolo d.c., come testimonia anche l evidenza di Radicofani, dove su nove tipi identificati in ceramica comune da mensa ben sette sono cronologicamente attribuibili a questo periodo. Fig. 9. Quantificazione della ceramica comune da mensa Olle Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro inferiormente ingrossato e superiormente assottigliato. L orlo si imposta direttamente sul corpo, apparentemente senza collo. Diametro dell orlo 13,6 cm.; altezza massima conservata 3,8 cm. Tav Orlo rettilineo leggermente inclinato verso l esterno, con labbro inferiormente ingrossato e superiormente assottigliato. Diametro dell orlo 14,9 cm.; altezza massima conservata 3,0 cm. Attestazioni: UT 34 (1 frammento), UT 45 (1 frammento). Argilla: beige-gialla esternamente, beige-rosata sulla superficie interna, poco compatta, tenera, poco porosa, con rarissimi inclusi di piccole dimensioni di colore rosso; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato tra le produzioni della fornace di Marcianella dalla fine del III al primo quarto del II secolo a.c., con impasto semidepurato (APROSIO-Pizzo, 2003, p. 227, tav. LIII, RT VII.4.1), e fino alla metà del II secolo, con impasto grezzo (APROSIO et alii, 2003, p. 183, tav. XXXIII, CC VII.3.1); nel Chianti Senese in contesti genericamente databili tra il IV e il II secolo a.c. (VALENTI, 1995, p. 106, tav. XXVI, n. 3); a Cosa agli inizi del II secolo a.c. (DYSON, 1976, fig. 9, FG, n. 35); a Populonia tra III e II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 421, fig. 22, tipo O8); a Luni per tutta l età repubblicana (RATTI, 1977, tav. 133, n. 4, CM7599/1); ad Albintimilium per tutto il II e il I secolo a.c. (OLCESE, 1993, p. 185, fig. 29, n. 4). Tav Orlo a tesa con labbro arrotondato e margine superiore appiattito. Diametro dell orlo 14,7 cm.; altezza massima conservata 4,0 cm. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, abbastanza tenera, poco ruvida al tatto, con inclusi di mica e calcare di piccole e medie dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Cosa alla metà del II secolo a.c. con un impasto non depurato (DYSON, fig. 16, 16 IV, n. 65), a Populonia in un contesto genericamente datato al III-II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 416, fig. 17, tipo O 15). Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro assottigliato. Diametro dell orlo 12,6 cm.; altezza massima conservata 3,8 cm. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). Argilla: arancio-rosa in superficie, arancio in frattura, compatta, tenera, poco porosa, liscia al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Populonia in un contesto genericamente datato al III-II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 417, fig. 18, tipo O 5). Tav Orlo estroflesso e appiattito, che si assottiglia verso l esterno. Diametro dell orlo 20,1 cm.; altezza massima conservata 2,9 cm. Attestazioni: UT 88 (1 frammento), UT 127 (1 frammento). Argilla: rosata, compatta, poco dura, porosa, poco ruvida al tatto, con inclusi bianchi, grigi e neri di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: l esemplare è in associazione a una probabile coppa in ceramica a vernice nera databile alla prima metà del II se- 140

17 colo a.c. (cfr. tav. 5.1) e a una coppa in sigillata italica tipo Pucci XIX databile tra la metà del I e gli inizi del II secolo d.c. (cfr. tav. 6.1), per quanto riguarda l UT 88, e a laterizi e pareti di ceramica comune da fuoco aventi il tipico impasto locale a chamotte di età repubblicana, per quanto concerne l UT 127. Si potrebbe pertanto proporre una datazione generica al III-I secolo a.c. per l esemplare in questione. Tav Orlo poco pronunciato, a sezione vagamente triangolare. Diametro dell orlo 12,0 cm.; altezza massima conservata 4,1 cm. Attestazioni: UT 59 (1 frammento). Argilla: rosata, compatta, tenera, poco porosa, liscia al tatto; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda un esemplare attestato ad Albintimilium in strati databili alla metà del IV secolo d.c. (OLCESE, 1993, p. 212, fig. 40, n. 86). Tav Orlo leggermente inclinato verso l esterno, con labbro arrotondato e sagomato all interno. All interno il collo è caratterizzato da un vistoso rigonfiamento. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 5,4 cm. Attestazioni: UT 6 (1 frammento). Argilla: beige in superficie, grigio in frattura, compatta, tenera, poco porosa, liscia al tatto, con rari inclusi bianchi di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è in associazione a due imitazioni, in ceramica comune da mensa, di una scodella tipo Hayes 61 (cfr. tav. 16.4), e a quattro pareti pertinenti a una forma chiusa ingobbiata di rosso. Scodelle Tav Orlo inclinato verso l esterno con labbro arrotondato e leggermente sporgente. Diametro dell orlo 15,4 cm.; altezza massima conservata 2,1 cm. Attestazioni: UT 52 (1 frammento). Argilla: arancio-rosa, compatta, tenera, liscia al tatto, poco porosa, con rari inclusi di bianco e grigio di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda le coppe in ceramica a vernice nera appartenenti alla serie 2973 di Morel, con particolare riferimento alla variante c (MOREL, 1981, planche 83, 2973c1), prodotte alla metà del II secolo a.c. D altro canto, orli molto simili con il labbro che forma una piccola tesa sono attestati in alcuni bacini prodotti a Marcianella nella seconda metà del II secolo a.c. (APROSIO et alii, 2003, p. 194, tav. XXXVII, tipo CC V.6.1). Tav Orlo indistinto con battente interno. Diametro dell orlo 13,8 cm.; altezza massima conservata 2,0 cm. Attestazioni: UT 35 (1 frammento). Argilla: rosata, poco compatta, tenera, liscia al tatto, poco porosa; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Settefinestre dalla seconda metà del III secolo d.c. (PAPI, 1985, p. 124, tav. 33, n.3), a Cosa nella prima metà del I secolo d.c. (DYSON, 1976, fig. 45, 22 II, n. 30). Ricorda inoltre un tipo prodotto in africana da cucina nel I-II secolo d.c. (TORTORELLA, 1981, tav. CVI, fig. 7). Tav Orlo inclinato verso l esterno con labbro arrotondato e battente interno. Diametro dell orlo 18,2 cm.; altezza massima conservata 2,6 cm. Attestazioni: UT 6 (1 frammento). Argilla: rosata, compatta, tenera, liscia al tatto, poco porosa, con rari inclusi di colore bianco di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda un esemplare morfologicamente analogo, ma ingobbiato di rosso, attestato nel Chianti Senese in contesti di V-VII secolo d.c. (VALENTI, 1995, p. 162, tav. LXXXII, n. 2) e a San Vincenzino, sempre ingobbiato, in strati databili allo stesso periodo (DONATI et alii, 1989, p. 293, fig. 16, n. 8). A Radicofani è in associazione a due imitazioni in ceramica comune delle scodelle in sigillata africana tipo Hayes 61 (cfr. tav. 16.4). Tav Orlo inclinato verso l interno, che si congiunge con la parete all esterno a spigolo vivo, all interno tramite un gradino. Diametro dell orlo 25,2 cm.; altezza massima conservata 3,3 cm. Attestazioni: UT 6 (2 frammenti), UT 40 (1 frammento), UT 120 (1 frammento), UT 121 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, tenera, liscia al tatto, poco porosa; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo imita le scodelle in sigillata africana tipo Hayes 61, databili tra il secondo quarto del IV e la metà del V secolo d.c. (HAYES, 1972, p. 102, fig. 16, forma 61). Per la cronologia delle imitazioni in ceramica comune, con particolare riferimento ai contesti toscani, si veda tav Tav Bordo ingrossato verso l esterno, orlo appuntito, corpo emisferico. Decorazione costituita da una linea ondulata graffita a punta subito sotto il bordo. Diametro dell orlo 16,6 cm.; altezza massima conservata 4,3 cm. Attestazioni: UT 114 (1 frammento). Argilla: arancio chiaro, tenera, porosa, con pochi vacuoli, inclusi neri e micacei di piccole dimensioni; frattura netta. Confronti tipologici: la forma sembra ricondurre alle imitazioni della scodella Hayes 61 in terra sigillata africana (HAYES, 1972, p. 107; CARANDINI et alii, 1981, pp ; tav. XXXIV, nn. 1-2) prodotte in Italia a partire dalla fine del IV e per tutto il V secolo d.c. (FONTANA, 1998, fig. 1), che in alcuni casi comprendono un attardamento delle produzioni nel VI secolo (cfr. CAMBI-MA- SCIONE, 1998; GIORDANI, 1994; CASSANO et alii, 1985; MASSA, 1998). Si tratta di materiali in genere ingobbiati di rosso oppure rifiniti a stecca, ma sono note anche produzioni acrome con decori sinusoidali incisi. Il reperto in esame trova confronti puntuali con materiali rinvenuti in Toscana, ascrivibili al VI (CAMBI-MASCIONE, 1998, p. 631, fig. 3, n. 2; LUPI, 1998, fig. 1, n. 7, in ceramica verniciata di rosso), ma anche al VII-inizi VIII secolo (GUIDERI, 2000, pp. 15, tav. III, n. 2; p. 17, tav. V, n. 2; 5; in acroma depurata; VA- LENTI, 1996, tav. XVII, n. 7, in acroma depurata; VALENTI, 1995, p. 163, tav. LXXXIII, n. 1; 3; 7; p. 166, tav. LXXXVI, n. 5, in ceramica ingobbiata di rosso). Ciò dimostrerebbe che una forma funzionale come quella del tipo 61 di Hayes oltre a essere fabbricata dopo la fine della sua produzione in sigillata (metà V secolo), permane in alcuni repertori delle ceramiche da mensa di produzione locale altomedievale, sebbene una continuità tra produzioni tardoantiche e altomedievali non sia mai chiaramente dimostrabile. Sulla base di quanto sin qui detto, si potrebbe proporre una datazione dell esemplare di Radicofani al VI-VII secolo d.c. Arianna Luna Bacini Tav Orlo inclinato verso l interno, assottigliato all estremità, che genera all esterno uno spigolo appena percettibile. Diametro dell orlo 26, 7 cm.; altezza massima conservata 2,4 cm. 141

18 Attestazioni: UT 88 (1 frammento). Argilla: beige-arancio, compatta, poco dura, poco liscia al tatto, con inclusi di colore nero, rosso e bianco di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato tra le produzioni di Marcianella tra la fine del III e la metà del II secolo a.c. (APROSIO et alii, 2003, p. 183, tav. XXXIII, tipo CC V.1.1). Tav Orlo dritto, con labbro arrotondato e battente interno. Diametro dell orlo 32,1 cm.; altezza massima conservata 3,2 cm. Attestazioni: UT 52 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, tenera, liscia al tatto, con rari inclusi di colore nero di piccole dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Populonia in un contesto genericamente datato al III-II secolo a.c. (CURTI-TAMI, , p. 434, fig. 32, tipo B 10). FG 15 Tav Orlo inclinato verso l esterno, superiormente appiattito, arrotondato all interno, con listello a spigolo vivo. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,5 cm. Attestazioni: UT 161 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, abbastanza tenera, poco liscia al tatto, con inclusi di colore nero e bianco di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato a Settefinestre nella seconda metà del II secolo d.c. (PAPI, 1985, p. 218, tav. 54, n. 4). Coperchi Tav frammento di coperchio costituito da un listello orizzontale, con margine arrotondato, che si lega a un elemento leggermente inclinato verso l interno, che funge da base. Il tratto di parete conservata è rettilinea e inclinata verso l interno. Diametro dell orlo 18,0 cm.; altezza massima conservata 2,2 cm. Attestazioni: UT 121 (1 frammento). Argilla: beige, compatta, dura, poco ruvida al tatto, poco porosa, con inclusi di colore nero e bianco di piccole dimensioni; frattura regolare. Confronti tipologici: il frammento è in associazione a un coperchio in ceramica comune da fuoco databile tra il I e la metà del III secolo d.c. (cfr. tav. 13.6), a una imitazione in ceramica comune di una scodella in sigillata africana tipo Hayes 61 (cfr. tav. 16.4) e a una casseruola in ceramica comune da fuoco databile tra la metà del III e il VII secolo d.c. (cfr. tav. 13.6). Si potrebbe pertanto proporre una datazione alla media e tarda età imperiale. CERAMICA INGOBBIATA DI ROSSO La ceramica ingobbiata di rosso proveniente dal territorio comunale di Radicofani è particolarmente esigua, essendo costituita da soli cinque frammenti, pertinenti tutti a forme chiuse 15. Essa è stata rinvenuta in associazione a imitazioni in ceramica comune di scodelle tipo Hayes 61 (come nel caso dell UT 40), o a vasi a listello in sigillata africana tipo Hayes 91 (UT 157). Data l esiguità del campione, però, non è possibile operare analisi più approfondite su questa classe. 15 Si tratta di quattro pareti e un solo orlo. Olle Tav Orlo inclinato verso l esterno, con labbro arrotondato. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 4,3 cm. Sulla parete esterna sono presenti tre linee irregolari organizzate su tre fasce, all interno sono presenti numerosissime linee di tornio molto sottili. Attestazioni: UT 157 (1 frammento). Argilla: rosata, molto compatta, poco dura, liscia al tatto, priva di inclusi; frattura irregolare. Vernice: all esterno il frammento è interamente ricoperto da un ingobbio rosso scuro, opaco, poco omogeneo, molto aderente; all interno soltanto l orlo è ingobbiato. Confronti tipologici: il tipo, morfologicamente molto semplice, trova un confronto puntuale con un esemplare rinvenuto nel Chianti Senese e datato al V-VI secolo d.c. (VALENTI, 1995, p. 145, tav. LXV, n. 17). L esemplare è in associazione a un vaso a listello tipo Hayes 91 (cfr. tav. 6.8). OPUS DOLIARE I dolia rinvenuti a Radicofani sono costituiti, da un punto di vista numerico, da una ventina di frammenti, attribuibili quasi esclusivamente a orli e pareti. Purtroppo lo stato di frammentarietà degli orli non ha consentito di effettuare un loro studio tipologico. Soltanto quattro di essi, infatti, sono stati disegnati. In linea di massima, si può osservare come la maggior parte di essi sia attestata nei siti di dimensioni maggiori, a conferma probabilmente dell elevato costo di questi contenitori, come testimoniano anche le fonti antiche (Varr., De r.r., X, 21). Doli Tav Frammento di doliolum con orlo estroflesso, con labbro superiormente piano e ingrossato. Diametro dell orlo 27,2 cm.; altezza massima conservata 6,0 cm. Attestazioni: UT 1 (1 frammento). Argilla: marrone-rosso, molto compatta, dura, ruvida al tatto, con numerosi inclusi anche di notevoli dimensioni, di colore bianco e nero; frattura regolare. Confronti tipologici: il tipo ricorda un contenitore di grandi dimensioni attestato a Murlo e datato genericamente al IV-II secolo a.c. (ACCONCIA, 2001, p. 241, tav. 18, n. 5). A Radicofani è in associazione a ceramica a vernice nera. Tav Orlo ripiegato verso l esterno con superficie interna leggermente convessa. La superficie esterna leggermente concava. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 4,4 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). Argilla: arancio, molto compatta, dura, poco ruvida al tatto, con numerosi inclusi di colore arancio e bianco di medie dimensioni; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è documentato a Settefinestre negli strati appartenenti a partire dall età severiana (CELUZZA, 1985, p. 61, tav. 11, n. 5), sebbene sia con ogni probabilità da attribuire alla prima fase di vita della villa, alla seconda metà del I secolo a.c. (CELUZZA, 1985, p. 60). Tav Orlo superiormente piatto, a sezione triangolare. Sembra di intravedere una lieve scanalatura che potrebbe indicare il punto di passaggio con la spalla del contenitore. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 5,7 cm. Attestazioni: UT 61 (1 frammento). 142

19 Argilla: arancio opaco, molto compatta, dura, ruvida al tatto, con numerosi inclusi anche di notevoli dimensioni, di colore bianco e forma per lo più allungata (mica) e di colore scuro e forma angolata (quarzo); frattura irregolare. Confronti tipologici: non sono stati individuati confronti. Sull orlo, graffito prima della cottura, un segno, probabile cerchio o semicerchio, la cui forma esatta non è definibile perché il segno si interrompe in corrispondenza della frattura, ma proseguiva sicuramente oltre. Si tratta, verosimilmente, di una siglatura eseguita in funzione della produzione e/o della commercializzazione del contenitore. Simile segno circolare, ma tracciato a dita, si riscontra su frammento di laterizio. L esemplare è in associazione a ceramica a vernice nera e terra sigillata italica. Alessandra Lazzeretti Tav Possibile piccolo frammento di orlo di doliolum, in condizioni di conservazione non buone che fanno sorgere qualche dubbio sull identificazione del pezzo come doliolum; il peso specifico del frammento, sembra, tuttavia, escludere che possa trattarsi di un laterizio. Diametro dell orlo non ricostruibile; altezza massima conservata 3,9 cm. Attestazioni: UT 131 (1 frammento). Argilla: arancio opaco, molto compatta, dura, ruvida al tatto, con numerosi inclusi anche di notevoli dimensioni, di colore bianco e forma per lo più allungata (mica) e di colore scuro e forma angolata (quarzo); frattura irregolare. Confronti tipologici: non sono stati individuati confronti. L esemplare è in associazione a una olla datata al III-I secolo a.c. Dati epigrafici: sul lato concavo inferiore della parte esterna dell orlo (se il pezzo è disegnato correttamente) un segno, graffito prima della cottura, probabilmente con un piccolo strumento metallico appuntito/con una piccola punta metallica. Lo stato frammentario del pezzo non consente una diagnosi sicura riguardo al graffito (che continua anche in corrispondenza della frattura e, forse, si prolungava al di là di essa) e rende difficile ipotizzare se possa trattarsi di un segno alfabetico, e, quindi, di una siglatura eseguita in funzione della produzione e/o della commercializzazione, o, più semplicemente, di una decorazione. 5. I MATERIALI DI ETÀ MEDIEVALE Alessandra Lazzeretti L analisi dei materiali medievali provenienti dalle campagne topografiche effettuate nel territorio di Radicofani sembra confermare i dati emersi dallo studio preliminare dei reperti ceramici rinvenuti presso la rocca, in occasione dell indagine archeologica condotta nei primi anni Novanta 16. La storia di questo territorio nel corso del Medioevo s intreccia con quella dell abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, con quella degli Aldobrandeschi, e con quella dei molti castelli fondati nell XI-XII secolo. Tra essi figura anche Radicofani il quale vede seguire al potere abbaziale e comitale, quello papale, e quindi la signoria di Siena 17. I dati che emergono dal presente studio devono essere considerati tenendo conto delle difficoltà interpretative derivanti dall analisi di materiali provenienti da ricognizioni topografiche e in quanto tali caratterizzati da una estrema frammentarietà e da una modestissima diagnosticità. La ceramica acroma grezza costituisce la classe percentualmente più rappresentata (38,8%), caratterizzata da olle foggiate al tornio, con bordi estroflessi e fondi piani apodi (tav. 19, nn. 9, 10, 12, 13), da forme chiuse di modeste dimensioni, forse boccali, e da coperchi che presentano bordi indistinti e in un caso una presa a rocchetto (tav. 19, n. 1). Tali materiali, tutti riferibili ai secoli centrali e al basso Medioevo, trovano confronto sia con i reperti della rocca, sia con quelli provenienti dal vicino territorio di Murlo, ma anche da Siena e dalla Toscana meridionale in genere. La ceramica acroma depurata, attestata con un numero di frammenti non molto inferiore a quello delle acrome grezze (27,1%), presenta pochissime forme riconoscibili: anforacei con anse a nastro e una forma aperta, probabilmente un catino, con bordo a tesa (tav. 20, nn. 9, 10), reperti tutti che non permettono il riferimento a un ambito cronologico e produttivo preciso. È stato rinvenuto inoltre un frammento di brocca con decorazione a vetrina sparsa che trova confronto con i materiali della rocca, ascrivibili al X-XIII secolo (tav. 19, n. 1). Tra le maioliche arcaiche (6,5%) si trovano i reperti più diagnostici che confermano la presenza nella zona di manufatti riferibili all area umbro-laziale e all area senese, ambiti culturali legati alle vicende storiche di Radicofani nel corso del basso Medioevo. Alla prima sembra ricondurre un catino carenato con tesa piana (tav. 20, n. 1), riferibile alla seconda metà XIV-inizi XV secolo, mentre al secondo rimandano una forma aperta con piede a disco, monocroma (tav. 20, n. 7), e frammenti di boccali, di cui uno con piede a disco (tav. 20, nn. 2, 4, 5), tutti collocabili nella fase matura della produzione (seconda metà XIV-XV secolo); di incerta attribuzione risultano invece una parete (tav. 20, n. 6) e un ansa di boccale a sezione ellittica (tav. 20, n. 3), e una forma aperta apoda (tav. 20, n. 8) che presentano impasti non riconoscibili e le cui decorazioni potrebbero essere tanto umbro-laziali quanto senesi; oppure potrebbe trattarsi di produzioni locali con influssi dell uno o dell altro ambito. Le ceramiche invetriate (26.7%) sono presenti solo con il repertorio delle forme da fuoco, caratterizzato da pentole con bordo estroflesso e fondo piano apodo o con piede a disco (tav. 1, nn. 2, 3, 6, 7, 8), e da tegami con bordi più o meno ingrossati e pareti poco inclinate (tav. 1, nn. 4, 5). Tali reperti hanno pareti sottili, un impasto selezionato ed entrambe le superfici, o solo quella interna, rivestite di vetrina marrone. Si tratta di un tipo di stoviglie che nel corso del XV secolo, nell Italia centrale, sostituisce progressivamente le produzioni di tradizione medievale, quali le ceramiche da fuoco a impasto grezzo acrome o invetriate con pareti di notevole spessore. Dal XVI secolo esse rappresentano il corredo da cucina per eccellenza arrivando, con poche varianti morfologiche, assai standardizzate e arricchite da decorazioni a ingobbio giallo o bruno, sino al XIX secolo. Da quanto detto sopra è evidente che lo studio dei materiali ceramici offre pochi dati per la ricostruzione dei modelli insediativi di questa parte del territorio amiatino nel Medioevo. Una modesta conferma di quanto emerso dai lavori precedenti 18 pare comunque affiorare per i secoli a cavallo tra la tarda antichità e l alto Medioevo per i quali sembra delinearsi una condizione di isolamento del territorio in esame, comprovata dalla scarsa incidenza delle ceramiche di importazione (cfr. infra, I materiali di età romana), e al contempo dalla presenza 16 VILUCCHI, KURZE-PREZZOLINI, 1988; ASCHERI-KURZE, 1989; WICKHAM, 1989; CAMBI, 1996a; RONCAGLIA 1998; ROSSI-RONCAGLIA, CAMBI, 1996a; AVETTA, 1998; BOTARELLI, , con bibliografie relative. 143

20 (seppur testimoniata da un solo frammento residuo) di un tipo di ciotola in acroma depurata che richiama la forma 61 di Hayes. Quest ultima testimonierebbe o la presenza di imitazioni in ceramica comune di VI secolo delle sigillate africane D (produzioni per altro scarsamente attestate in questo territorio), o una produzione locale di VII secolo che conserva in qualche modo le stesse caratteristiche morfologiche. Non sono stati recuperati materiali riferibili all VIII-IX secolo, mentre alla parte centrale del Medioevo sono da ricondurre le olle in acroma grezza con bordi estroflessi, e l unico frammento relativo a una brocca con decorazione a vetrina sparsa. In assenza di analisi archeometriche non è possibile stabilire con certezza il luogo di fabbricazione di tali ceramiche, sebbene la presenza della vetrina sparsa, sia essa di produzione locale o importata, potrebbe far pensare a una diminuzione dell isolamento del territorio, per altro testimoniato dalle fonti documentarie, e a maggiori contatti con le altre zone della regione o con il Lazio. È tuttavia al periodo bassomedievale che si riferiscono i materiali più riconoscibili, i quali sono costituiti dalle ceramiche invetriate da fuoco (prodotte un po ovunque, a partire dal Quattrocento, e quindi in assenza di analisi archeometriche, non inquadrabili dal punto di vista produttivo) e da maioliche arcaiche riconducibili alle aree senese e umbro-laziale, che testimoniano per quest epoca una ulteriore vivacità dei traffici e con essa una maggiore circolazione dei prodotti ceramici. CERAMICA ACROMA GREZZA Olla Tav Bordo leggermente estroflesso con orlo appuntito. Altezza massima conservata 1,9 cm.; spessore della parete 0,4 cm. Attestazioni: UT 13 (1 frammento). Argilla: rosa, con inclusi di quarzo e chamotte di medie dimensioni, morbida, porosa; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo appare attestato in contesti databili tra il X e il XIII secolo d.c. (AVETTA, 1998a, p. 166, nn. 2-5; Carta Archeologica, 2001, p. 265, tav. LXII, nn. 8-10). Tav Bordo estroflesso con orlo arrotondato. Altezza massima conservata 1,8 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 12 (1 frammento). Argilla: rosa con inclusi di quarzo e chamotte di medie e piccole dimensioni, morbida, porosa; frattura irregolare. Confronti tipologici: il tipo è attestato in vari contesti locali tra il X e il XIII secolo d.c. ( AVETTA, 1998a, p. 166, nn. 2-5; Carta Archeologica, 1996, p. 103, n. 119; Carta Archeologica, 2001, p. 264, tav. LXI, n. 8). Tav Fondo piano, apodo, con parete inclinata. Altezza massima conservata 2,6 cm.; spessore della parete 0,6 cm., spessore del fondo 0,8 cm. Attestazioni: UT 13 (1 frammento). Argilla: rosa, con inclusi micacei di piccole dimensioni e pochi inclusi di calcite di medie dimensioni, morbida, porosa; frattura irregolare. Tav Fondo piano, apodo, con parete inclinata. Massima altezza conservata 2,4 cm.; spessore della parete 0,5 cm., spessore del fondo 0,4 cm. Attestazioni: UT 13 (1 frammento). Argilla: rosa chiarissimo esternamente e rosa internamente, con inclusi micacei di piccole dimensioni e pochi inclusi di calcite di medie dimensioni, morbida, porosa; frattura irregolare. Coperchio Tav Presa apicale a rocchetto con superficie piana e orlo arrotondato. Altezza massima conservata 1,5 cm.; diametro della presa 2,4 cm.; spessore della parete 0,7 cm. Attestazioni: UT 13 (1 frammento). Argilla: impasto stracotto, con chamotte, inclusi micacei e quarzosi di medie dimensioni, dura, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: per il tipo di coperchio con presa apicale cfr. FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, pp , schede 10-11; FRANCO- VICH, 1982, p. 219, fig. 201, nb9 in acroma grezza; p. 239, fig. 215, fa 23-24; p. 278, fig. 250, nn. 8-9 in acroma selezionata; BOLDRINI- PARENTI, 1991, p. 306, tav. XII, n. 312 in acroma depurata; Carta Archeologica, 1996, p. 103, n Da un punto di vista cronologico il tipo è inquadrabile ai secoli XIV-XV d.c. CERAMICA ACROMA DEPURATA Forma chiusa Tav Bordo diritto con ansa a nastro. Altezza massima conservata 3,3 cm.; spessore della parete 0,3 cm.; spessore dell ansa 0,5 cm. Attestazioni: UT 24 (1 frammento). Argilla: avana con inclusi micacei di piccole dimensioni, dura, poco porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il pezzo potrebbe essere riferibile a un boccale o a una brocca di modeste dimensioni, ma la frammentarietà del reperto non permette di fare altre notazioni. Forma aperta Tav Breve tesa piana con orlo arrotondato. Altezza massima conservata 1,4 cm.; spessore della parte 0,4 cm. Attestazioni: UT 114 (1 frammento). Argilla: avana con vacuoli e inclusi di chamotte di piccolissime dimensioni, tenera, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: anche in questo caso il reperto è troppo frammentario per riferirlo a una forma precisa: si potrebbe accostarlo al tipo di catino troncoconico con tesa piana, attestato sia in Toscana che nel Lazio settentrionale (cfr. FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 145, tav. 35, n. 5; FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, p. 32, n. 16, con bibliografia della scheda; FRANCOVICH, 1982, p. 219, fig. 201, nb10; MILANESE, 1991, p. 306, tav. XII, nn ; LUNA, , p. 256, tav. XXIX, tipo Y.2; Farnese, 1991, p. 70, tav. 2, nn. 3-3/1), ma le dimensioni piuttosto ridotte della tesa e la mancanza pressoché totale della parete non permettono di formulare una ipotesi precisa. CERAMICA A VETRINA SPARSA Brocca Tav Decorazione costituita da macchie di vetrina verde chiaro, molto fine, poste nella zona di passaggio tra il collo e il corpo della brocca. Altezza massima conservata 3,7 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 124 (1 frammento). Argilla: marrone, con inclusi di calcite e miche di piccole dimensioni, dura, porosa; frattura frastagliata. 144

21 Confronti tipologici: il tipo è attestato in contesti databili al X-XIII secolo d.c. (AVETTA, 1998a, p. 167; per la produzione di vetrina sparsa in Toscana e nel Lazio cfr. FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, pp. 122; 190; VANNINI, 1987, pp ; FRANCOVICH-VANNINI, 1989, pp ; PAROLI, 1990; idem, 1992a-b; BERNARDI et alii, 1992; BERTI et alii,, 1992; BRUNI, 1993b, pp ; MARASCO, , pp , tav. CXIII; GRASSI, 2003). CERAMICA INVETRIATA DA FUOCO Pentola Tav Bordo ingrossato verso l esterno, orlo arrotondato. Vetrina marrone interna, esterna. Diametro dell orlo 15,8 cm.; altezza massima conservata 1,9 cm.; spessore della parete 0,4 cm. Attestazioni: UT 51 (1 frammento). Argilla: rosso scuro con pochi inclusi micacei e quarzosi di piccole dimensioni, dura, poco porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è ampiamente documentato tra il XV e il XIX secolo d.c. (MILANESE, 1991, p. 312, tav. XV, n. 343; nell Italia centrale, nel corso del XV secolo, le pentole e i tegami a impasto selezionato, con pareti sottili e vetrina nei vari toni del marrone, sostituiscono progressivamente le ceramiche a impasto grezzo acrome o invetriate. Dal XVI secolo esse costituiscono il corredo da fuoco per eccellenza arrivando, con poche varianti morfologiche, arricchite da decorazioni a ingobbio giallo o bruno, sino al XIX secolo; per le produzioni toscane e laziali cfr. FRANCOVICH et alii, 1978, p. 165, tav. LIV; p. 196, tav. LXI, nn ; FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, pp , schede ; FRANCOVICH, 1982, p. 220, fig. 202, nb39; MILANESE, 1991, p. 312, tav. XV; LUNA, , tavv. XVI-XVII; BARTOLONI, 1985, pp , tavv. LXV-LXVI). Tav Bordo leggermente ingrossato verso l esterno, orlo appuntito. Vetrina marrone interna, esterna. Altezza massima conservata 2,1 cm.; spessore della parete 0,4 cm. Attestazioni: UT 51 (1 frammento). Argilla: rosso scuro con pochi inclusi micacei e quarzosi di piccole dimensioni, dura, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è attestato tra il XV e il XIX secolo d.c. (MILANESE, 1991, p. 312, tav. XV, n. 253; LUNA, , tav. XVII, Z.2.1; per le considerazioni generali riguardo al tipo di pentola si veda la scheda precedente). Tav Fondo piano, apodo, con parete inclinata. Vetrina marrone chiaro interna, esterno nudo. Diametro del fondo 12 cm.; altezza massima conservata 2,3 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 13 (1 frammento). Argilla: rosso scuro con pochi inclusi micacei e quarzosi di piccole dimensioni, dura, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il frammento in esame è riferibile al tipo delle pentole invetriate di cui si è trattato nelle due schede precedenti alle quali si rimanda per i confronti. Si data genericamente ai secoli XV-XIX d.c. Tav Fondo piano, piede a disco rilevato, parete inclinata. Vetrina marrone interna, esterno nudo. Diametro del fondo 6,2 cm.; altezza massima conservata 2,1 cm.; spessore della prete 0,4 cm. Attestazioni: UT 10 (1 frammento). Argilla: arancio con inclusi micacei e quarzosi di piccolissime dimensioni, tenera, porosa; frattura frastagliata. Confronti tipologici: si veda tav Tav Fondo piano, piede a disco leggermente rilevato e svasato, parete poco inclinata. Vetrina marrone interna, esterno nudo. Gocce di ingobbio bruno sulla parte interna del fondo. Diametro del fondo 10,6 cm.; altezza massima conservata 4,1 cm.; spessore della parete 0,7 cm. Attestazioni: UT 276 (1 frammento). Argilla: arancio con inclusi micacei e quarzosi di piccolissime dimensioni, tenera, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: si veda tav ; la presenza dell ingobbio bruno induce a ritenere questo reperto più recente dei precedenti (databile ai secoli XVI-XIX d.c.). Tegame Tav Bordo leggermente ingrossato verso l esterno, orlo arrotondato, parete verticale. Vetrina marrone interna, esterno nudo. Decorazione costituita da pennelate di ingobbio giallo nella parte interna del bordo. Altezza massima conservata 3,3 cm.; spessore della parete 0,6 cm. Attestazioni: UT 47 (1 frammento). Argilla: arancio con chamotte e inclusi micacei di piccole dimensioni, tenera, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è genericamente databile ai secoli XV-XIX d.c. (FRANCOVICH, 1982, p. 278, fig. 250, n. 10; LUNA, , tav. XIII, R.1.1; per il tipo dei tegami invetriati a impasto selezionato si veda quanto detto alla tav ; riguardo le produzioni toscane e laziali cfr. FRANCOVICH et alii, 1978, pp , tavv. LII- LIII; FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, pp , schede ; BARTOLONI, 1985, pp , tavv. LXII-LXIV). Tav Bordo ingrossato verso l esterno, orlo arrotondato, parete poco inclinata. Vetrina marrone. Altezza massima conservata 2,7 cm.; spessore del parere 0,7 cm. Attestazioni: UT 54 (1 frammento). Argilla: arancio con chamotte e inclusi micacei di piccole dimensioni, tenera, porosa; frattura netta. Confronti tipologici: il tipo è genericamente databile ai secoli XV-XIX d.c. (FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 139, tav. 33, n. 3 FRANCO- VICH-GELICHI, 1980b, pp. 138, scheda 136; per le considerazioni generali riguardo al tipo di tegame si veda la scheda precedente). MAIOLICA ARCAICA Catino Tav Breve tesa orizzontale, orlo arrotondato, corpo carenato. Vetrina gialla esterna, smalto interno. Decorazione in ramina e manganese, costituita da una doppia linea orizzontale e da un motivo non identificabile (forse una treccia), sulla parte interna del bordo. Diametro dell orlo 34,6 cm.; altezza massima conservata 3,9 cm.; spessore della parete 0,7 cm. Attestazioni: UT 20 (1 frammento). Argilla: avana chiaro con inclusi neri di piccole dimensioni, tenera, porosa; frattura frastagliata. Confronti tipologici: Dal punto di vista morfologico non si conoscono confronti puntuali in ambito senese, mentre la forma, con varianti nella foggia del bordo, è attestata a Roma, nel Lazio e in Um- 145

22 bria tra la seconda metà del XIV e la prima metà del XV secolo. (MO- LINARI, 1990, pp ; ROMEI, 1994, pp ; SCONCI, 1999, p. 201). Boccale Tav Fondo piano, piede a disco rilevato. Vetrina marrone chiaro interna, smalto esterno. Diametro del fondo 8 cm.; altezza massima conservata 2 cm.; spessore del parete 0,7 cm. Attestazioni: UT 12 (1 frammento). Argilla: rosa chiaro con efflorescenze gialle e pochissimi inclusi di chamotte di medie dimensioni, dura, poco porosa con frattura netta. Confronti tipologici: i boccali con piede a disco sono caratteristici della fase matura della maiolica arcaica dell Italia centro-settentrionale (seconda metà XIV-XV sec.; per un quadro generale delle produzioni toscane cfr. BERTI et alii, 1984); il reperto in esame per le caratteristiche morfologiche e per il tipo di impasto va riferito alla produzione senese di seconda fase (LUNA, 1999, p. 415, tav. I ). Tav Smalto interno, esterno. Decorazione in ramina e manganese, costituita barre orizzontali alternate. Larghezza dell ansa 2,5 cm.; altezza massima conservata 3,9 cm.; spessore dell ansa 1,1 cm. Attestazioni: UT 97 (1 frammento). Argilla: rosa con pochi vacuoli e inclusi neri di piccole dimensioni, dura, poco porosa con frattura netta. Confronti tipologici: non disponendo di elementi morfologici distintivi del tipo, né di confronti validi per l impasto, il frammento in esame potrebbe essere ascrivibile alla produzione senese, a quella laziale o a una produzione locale. Cronologicamente si colloca tra il XIV e il XV secolo d.c. Tav Vetrina marrone chiaro interna, smalto esterno. Decorazione in ramina e manganese, costituita da foglie lanceolate alternate a barre inclinate. Altezza massima conservata 1,4 cm.; spessore della parete 0,3 cm. Attestazioni: UT 76 (1 frammento). Argilla: rosa chiaro con efflorescenze gialle, duro, poco poroso con frattura netta. Confronti tipologici: il reperto in esame presenta un tipo di decorazione con foglie lanceolate, caratteristico della maiolica arcaica senese di seconda fase (LUNA, 1999, p. 420, tav. III, nn ), ma presente anche nelle produzioni umbro-laziali (cfr. MOLINARI, 1990, p. 453, n. 29, con bibliografia relativa a questo tipo di decoro; SCONCI, 1999, passim). L impasto molto simile a quello di esemplari (in corso di studio) rinvenuti a Siena tuttavia induce a riferire il pezzo alle produzioni del centro toscano. Cronologicamente, il tipo si data tra la seconda metà del XIV e il XV secolo d.c. Forma chiusa Tav Vetrina marrone chiaro interna, smalto esterno. Decorazione in ramina e manganese non identificabile. Altezza massima conservata 2,8 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 76 (1 frammento). Argilla: rosa chiaro con efflorescenze gialle, dura, poco porosa con frattura netta. Confronti tipologici: l unico elemento valido che permette di riferire il frammento alla produzione senese è costituito dall impasto, molto simile a quello di reperti (in corso di studio) rinvenuti a Siena. L esemplare è genericamente databile ai secoli XIV-XV d.c. Tav Vetrina gialla interna, smalto esterno. Decorazione in ramina e manganese, costituita da un motivo a reticolo con crocette negli spazi di risulta. Altezza massima conservata 2,1 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 114 (1 frammento). Argilla: rosa con miche e inclusi neri di piccole dimensioni, tenera, poco porosa con frattura netta. Confronti tipologici: il tipo di decorazione è presente sia nella produzione di tipo senese (è attestato ad Arezzo, cfr. FRANCOVICH-GELI- CHI, 1983, p. 32, tav. 2, n. 10, e tra i reperti inediti rinvenuti presso il convento di Santa Maria del Carmine a Siena) sia, con alcune varianti, nelle produzioni umbro-laziali (Orvieto 1, 1983, pp ; 69; SCONCI, 1999, p. 136; MOLINARI, 1990, p. 451, fig. 42, 14a; MAZZA, 1983, p. 42, n. 42), ambiti ai quali va probabilmente ricondotto il frammento che tuttavia potrebbe anche essere il prodotto di botteghe locali. L esemplare è databile ai secoli XIII-XIV d.c. Forma aperta Tav Fondo piano, piede a disco leggermente rilevato. Vetrina marrone chiaro esterna, smalto monocromo interno. Diametro del fondo 6 cm.; altezza massima conservata 2,3 cm.; spessore della parete 0,5 cm. Attestazioni: UT 76 (1 frammento). Argilla: arancio con inclusi micacei di piccole dimensioni, tenera, poco porosa con frattura frastagliata. Confronti tipologici: il piede a disco, unico elemento distintivo conservato, è caratteristico tanto delle produzioni di tipo senese, quanto di quelle umbro-laziali; tuttavia l impasto, simile a quello di alcuni reperti (in corso di studio) rinvenuti a Siena, induce a riferire il frammento all ambito produttivo del centro toscano. Tav Fondo piano, apodo, con parete inclinata. Vetrina marrone chiaro esterna, smalto interno. Decorazione in ramina e manganese, costituita da foglie lanceolate disposte a raggiera. Diametro del fondo 8,8 cm.; altezza massima conservata 3,2 cm.; spessore della parete 0,8 cm. Attestazioni: UT 76 (1 frammento). Argilla: arancio con inclusi micacei di piccole dimensioni, tenera, poco porosa con frattura frastagliata. Confronti tipologici: il decoro trova confronto, con alcune varianti, nel repertorio della maiolica arcaica senese (LUNA, 1999, p. 420, tav. III, nn ) nell ambito del quale, come già sottolineato, la foglia lanceolata costituisce un elemento tipico (LUNA, 1999, tavv. III; VI); essa tuttavia si ritrova anche nelle coeve produzioni umbro-laziali (MOLI- NARI, 1990, p. 453, n. 29, con bibliografia relativa a questo tipo di decoro; SCONCI, 1999, passim), per cui in assenza di altri elementi distintivi, non è possibile assegnare con sicurezza il reperto a un ambito produttivo preciso. L esemplare è databile ai secoli XIII-XV d.c. Arianna Luna 146

23 cm Tav. 1. Materiali di età protostorica. Ceramica di impasto 147

24 cm Tav. 2. Materiali di età protostorica. Ceramica di impasto 148

25 cm Tav. 3. Materiali di età etrusca. Ceramica etrusco-corinzia (1); impasto bruno sottile (2); bucchero (3); impasto grezzo (4, 6-10); impasto semidepurato (5) 149

26 cm Tav. 4. Materiali di età etrusca. Impasto grezzo (1-2); anfora da trasporto (3) 150

27 cm Tav. 5. Materiali di età romana. Ceramica a vernice nera (1-3); ceramica comune dipinta (4); ceramica a pareti sottili (5); ceramica a vernice rossa interna (6-7); lucerne (8) 151

28 cm Tav. 6. Materiali di età romana. Terra sigillata italica (1-3); terra sigillata africana (4-6) 152

29 cm Tav. 7. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: olle 153

30 cm Tav. 8. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: olle 154

31 cm Tav. 9. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: pentole 155

32 cm Tav. 10. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: scodelle (1-4), tegami (5-8) 156

33 cm Tav. 11. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: tegami 157

34 cm Tav. 12. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: tegami (1-6), piatto (7) 158

35 cm Tav. 13. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: coperchi (1-9), piatto-coperchio (10) 159

36 cm Tav. 14. Materiali di età romana. Ceramica comune da cucina: piatti-coperchi (1-4), forma aperta non id. (5), bottiglia (6) 160

37 cm Tav. 15. Materiali di età romana. Ceramica comune da mensa: olle 161

38 cm Tav. 16. Materiali di età romana. Ceramica comune da mensa: scodelle 162

39 cm Tav. 17. Materiali di età romana. Ceramica comune da mensa: bacini (1-3), coperchio (4); ceramica ingobbiata di rosso (5) 163

40 cm Tav. 18. Materiali di età romana. Opus doliare 164

41 cm Tav. 19. Materiali di età medievale. Ceramica a vetrina sparsa (1); ceramica invetriata da fuco (2-8); ceramica acroma grezza (9-13) 165

42 cm Tav. 20. Materiali di età medievale. Maiolica arcaica (1-8); ceramica acroma depurata (9-10) 166

43 167

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