VII. MATERIALI 1. SCHEDATURA DEI MATERIALI. Impasto n CERAMICA 2.1. Catalogo degli impasti. Impasto n. 2

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1 VII. MATERIALI 1. SCHEDATURA DEI MATERIALI I materiali campionati nel corso delle ricognizioni di superficie sono stati studiati e immessi in schede singole o cumulative nel database relazionale Carta Archeologica. L archivio è sostanzialmente il medesimo adottato per lo scavo di Poggio Imperiale, con l aggiunta di alcuni campi specifici, tra cui il riferimento al quadrante I.G.M., gli identificatiori di Sito e UT. Il risultato finale è una scheda composta da trenta campi, suddivisa in sette sezioni principali: elementi topografici e cronologici. Quadrante I.G.M., numeri Sito e UT, anno in del rinvenimento e data della schedatura; dati inventariali. Numero di inventario, eventuale numero di disegno e fotografie; elementi tipologici. Classe, forma, tipo, numero di impasto, percentuale della parte conservata e tipo; elementi tecnici e tecnologici. Tecnica di lavorazione, trattamento superfici e decorazione; dati quantitativi. Numero totale di frammenti e del tipo di frammento, bordo, becco, fondo, ecc.; cronologia del reperto. Periodo, fase e cronologia; annotazioni particolari. Osservazioni, confronti e bibliografia relativa; Questa impostazione, orientata a soddisfare le esigenze di schedatura dei materiali ceramici, è stata utilizzata per tutti i tipi di reperti raccolti, ottenendo uno strumento di consultazione unico e compatto. La mancanza di voci specifiche per reperti metallici, litici, vitrei, numismatici, ecc. è stata compensata con l uso diffuso del campo osservazioni. Riserviamo a un secondo momento uno studio più approfondito e l immissione dei dati in archivi specifici. 2. CERAMICA 2.1. Catalogo degli impasti Nel tentativo di diminuire il più possibile valutazioni soggettive, prima di eseguire la classificazione macroscopica dei corpi ceramici abbiamo stabilito una serie di criteri. Le voci della scheda impasto sono le seguenti: porosità: voci a disposizione poroso (pori fini o grandi), compatto; durezza: abbiamo fatto riferimento alla scala di Mohs, in modo particolare alle definizioni: a) morbido, impasto che può essere scalfito con l unghia (Mohs durezza da 1 a 2); b) duro, se può essere inciso dal bisturi o dalla lama di coltello (Mohs durezza da 3 a 4; c) molto duro, impasto a fatica scalfibile con il coltello (Mohs durezza 5); d) durissimo, impasto dalla consistenza quasi metallica, non scalfibile (Mohs durezza 6); tipo di frattura: varianti prestabilite sono, netta, regolare, irregolare, a scaglie, frastagliata; Inclusi: a) tipi presenti (ad esempio quarzo, calcite, mica); b) grandezza: fine (inferiore a mezzo millimetro), media (tra 0.5 mm e 1 mm), grande (tra 1 mm e 2 mm); molto grande (maggiore di 2 mm); c) quantità: scarsa, media, elevata. colore: stabilito in modo del tutto empirico, senza alcun riferimento a variazioni cromatiche preordinate (ad esempio la Munsell Soil Color Charts) 1 ; atmosfera di cottura:abbiamo suddiviso il materiale ceramico secondo i modi teorizzati da Picon 2, cottura ossidante (atmosfera ricca di ossigeno) origina delle ceramiche di colore rosso/arancione e beige mentre cottura riducente (atmosfera povera di ossigeno, molto fumosa) produce materiali di colore nero o grigio. Fig. 1.Distribuzione percentuale generale dei corpi ceramici individuati Impasto n. 1 Porosità Pori fini. Durezza 4 in superficie, 5 in sezione. Tipo di frattura Frastagliata. Tipi presenti: calcite mica. Dimensioni: fini e medie (ca. 3 cmq). Quantità: media. Colore ocra in sezione e superficie. Principali forme associate Forme chiuse: pithos; forme aperte: testo. Osservazioni Corpo ceramico associato a forme chiuse etrusche e aperte medievali. Impasto n. 2 Porosità Pori fini. Durezza 3 in superficie, 4 in sezione. 1 MUNSELL, PICON, 1973, pp

2 Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: quarzo e mica. Dimensioni: fini. Quantità: media. Colore Bruno in sezione e superficie. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: ciotola e ciotola-coperchio. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme medievali. Impasto n. 3 Porosità Pori fini. Durezza 3 in superficie, 4 in sezione. Tipo di frattura A scaglie. Tipi presenti: quarzo e mica. Dimensioni: fini. Quantità: elevata. Colore Marrone scuro in sezione e superficie. Atmosfera di cottura Riducente. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: coperchio e ciotola/coperchio. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme medievali. Impasto n. 4 Porosità Pori fini. Durezza 4 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: quarzo e calcite. Dimensioni: fini con sporadiche presenze di grandi dimensioni riscontrate solo in superficie. Quantità: media. Colore Rosso arancio in sezione e superficie. Principali forme associate Forme chiuse: olla e pentola; forme aperte: coperchio. Osservazioni Corpo ceramico frequentemente associato a forme (soprattutto olle) di età etrusca. Impasto n. 5 Porosità Compatto. Durezza 3 in superficie, 4 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite. Dimensioni: medie, grandi e molto grandi in superficie e in sezione. Quantità: media. Colore Marrone scuro in sezione e ocra in superficie. Atmosfera di cottura Riducente e ossidante. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: nessuna. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme etrusche. Impasto n. 6 Porosità Pori fini. Durezza 4 in superficie, 5 in sezione. Tipo di frattura A scaglie. Tipi presenti: quarzo. Dimensioni: fine. Quantità: elevata. Colore Ocra in sezione e superficie. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: ciotola e ciotola-coperchio. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme medievali. Impasto n. 7 Porosità Compatto. Durezza 4 in superficie, 5 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite e mica. Dimensioni: medie e grandi. Quantità: media. Colore Rossastro in superficie, quasi nero in sezione. Atmosfera di cottura Ossidante e riducente. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: nessuna. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme etrusche. Impasto n. 8 Porosità Pori fini. Durezza 4 in superficie, 5 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite e quarzo. Dimensioni: fini e medie (omogeneamente distribuiti). Quantità: elevata. Colore Ocra in sezione e superficie. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: ciotola. Osservazioni Corpo ceramico diffuso in tutti i periodi. Impasto n. 9 Porosità Pori grandi. Durezza 5 in superficie, 5 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite, mica, quarzo e piccole ghiaie. Dimensioni: fine, media, grande e molto grande. Quantità: elevata. Colore Ocra-rossastro in superficie, tendente al nero o marrone molto scuro in sezione. Atmosfera di cottura Ossidante e riducente. Principali forme associate Forme chiuse: grandi contenitori del tipo dolia, ziri e anfore; forme aperte: mortai e grandi testi. Osservazioni Corpo ceramico sistematicamente associato a forme etrusche. Impasto n. 10 Porosità Compatto. Durezza 3 in superficie, 4 in sezione. Tipo di frattura Netta. 198

3 Tipi presenti: mica, quarzo. Dimensioni: fini (quarzo) e medie (mica). Quantità: media. Colore arancio in superficie, beige in sezione. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: nessuna. Osservazioni Corpo ceramico associato prevalentemente a forme romane e tardo-romane. Impasto n. 11 Porosità Pori fini. Durezza 3 in superficie, 4 in sezione. Tipo di frattura A scaglie. Tipi presenti: calcite. Dimensioni: medie. Quantità: scarsa. Colore Rossastro in superficie e sezione. Principali forme associate Forme chiuse: olla; forme aperte: nessuna. Osservazioni Corpo ceramico associato prevalentemente a forme romane e tardo-romane. Impasto n. 12 Porosità Compatto. Durezza 4 in superficie, 6 in sezione. Tipo di frattura Netta. Tipi presenti: quarzo. Dimensioni: fini. Quantità: scarsa ma distribuita omogeneamente. Colore Arancio-beige in superficie, grigio chiaro in sezione. Principali forme associate Forme chiuse: olle e boccali; forme aperte: coperchio. Osservazioni Corpo ceramico regolarmente associato a forme medievali Catalogo dei gruppi morfologici La ricognizione ha restituito complessivamente frammenti di ceramica, pertinenti a diverse classi ceramiche e riferibili a un ambito cronologico assai ampio compreso tra la fine del VII secolo a.c. e il XV secolo d.c. La notevole quantità di reperti disegnabili (ca. 1500) 3 ha permesso di considerare l opportunità di proporre una classificazione complessiva, superando la rigida e asettica esposizione di tavole inerenti le singole emergenze. Particolare attenzione è stata rivolta alle produzioni locali, per le quali abbiamo cercato di offrire un ampio repertorio delle forme in circolazione nel nostro territorio. Il vasellame è ordinato in fasi cronologiche e suddiviso in: classi ceramiche: acroma grezza, acroma depurata, bucchero, ceramica a vernice nera, ceramica sovradipinta, terra sigillata italica, 3 A questi sono da aggiungere 721 reperti ricondotti durante la schedatura del materiale a pezzi simili precedentemente disegnati. Complessivamente disponiamo di profili. Fig. 2. Distribuzione quantitativa (percentuale e numerica) delle classi ceramiche attestate Fig. 3. Distribuzione quantitativa (percentuale e numerica) dei diversi tipi di frammenti riconosciuti maiolica arcaica, maiolica rinascimentale, zaffera a rilievo, ingubbiata e graffita. Forme chiuse o forme aperte: per le quali abbiamo cercato di individuare la funzione nella vita domestica 4. Gruppi: individuati in base alle caratteristiche comuni nella conformazione delle parti maggiormente caratterizzanti dei recipienti (soprattutto bordi). Forme: rappresentano le varianti interne al gruppo, dotate delle medesime caratteristiche morfologiche e tecnologiche (corpo ceramico). Ceramica etrusca La ceramica etrusca rinvenuta nel corso delle ricerche di superficie nel territorio comunale di Murlo delinea una frequentazione della zona tra la fine del VII secolo a.c. e la romanizzazione senza soluzione di continuità, e rappresenta un elemento di forte interesse rispetto alle problematiche sollevate dallo scavo del complesso di Poggio Civitate. Quest ultimo è infatti l unico sito nel territorio in esame ad aver restituito una seriazione coerente di materiali databili tra l orientalizzante recente e il periodo arcaico. A sua volta, però, proprio l arco cronologico definito dalla frequentazione del complesso rappresenta in qualche modo un limite per l inquadramento tipologico dei rinvenimenti attribuibili a fasi differenti. 4 Per la terminologia delle forme e della relativa funzione abbiamo fatto riferimento al glossario pubblicato in CARANDINI-RICCI, 1985, pp

4 I caratteri della cultura materiale restituiti dai siti del territorio, inoltre, non sembrano coincidere con quelli desumibili dallo scavo di Poggio Civitate, nel quale sono prevalenti le attestazioni proprio delle classi ceramiche fini da mensa e di elementi di pregio di decorazione architettonica. A fronte delle numerose testimonianze a carattere funerario dal territorio chiusino e dal comprensorio senese fino alla romanizzazione, inoltre, scarse sono le attestazioni relative a contesti insediativi, che rappresentano necessariamente il primo ambito di confronto per i materiali di seguito presentati. Per il periodo arcaico, solo molto recentemente sono stati editi i risultati dello scavo dell area del Petriolo a Chiusi, che rivelano alcune analogie con i rinvenimenti delle ricerche di superficie dal territorio comunale di Murlo; ma sembra comunque necessario per l analisi di questi ultimi ampliare il campo dei confronti al territorio volterrano, al Val d Arno, alla costa settentrionale, se non alla stessa Etruria meridionale. Analoghe problematiche si presentano per l età ellenistica: restano ancora utili i confronti con le numerose testimonianze di ambito funerario, soprattutto le classi fini da mensa, ma è chiara la difficoltà legata all inquadramento delle altre classi d uso comune (ceramica da fuoco, da conserva ecc.). Bucchero Le ricerche di superficie nel territorio di Murlo hanno restituito un numero esiguo di frammenti di bucchero, che presentano una articolazione cronologica e tipologica estremamente limitata, rispetto alla varietà invece riscontrata per Poggio Civitate 5. Anche il più recente sito del Petriolo a Chiusi, ha restituito una superiore complessità morfologica dei materiali di bucchero, confrontabile con rinvenimenti da contesti funerari, dovuta probabilmente alla localizzazione in area urbana 6. La forma prevalentemente attestata nei siti presentati in questo lavoro è quella della ciotola, con tipi che rimandano al VI-V secolo a.c., vicini alla bowl Rasmussen 4 7. Tale situazione sembra riflettere una tendenza che accomuna in generale il territorio etrusco verso un impoverimento dall avanzato VI secolo della tipologia delle forme della ceramica da mensa, con un uso prevalente della coppa a vasca emisferica o carenata o del piattello, nelle varie redazioni del bucchero, del bucchero grigio/ceramica grigia, della ceramica di argilla depurata e della vernice nera 8. Ceramica grigia Con la definizione di ceramica grigia si identifica una produzione riscontrabile tra l avanzato VI e il III secolo a.c. dall Etruria settentrionale costiera al Valdarno, caratterizzata da una pasta abbastanza compatta, di colore grigio o grigio-bluastro, utilizzata soprattutto per coppe, ciotole, piattelli e brocche 9. Come già accennato, essa trova un parallelo nella diffusione del bucchero grigio in area meridionale. Tale fenomeno induce quindi a ipotizzare che dalla fine del VI secolo le produzioni di ceramica da mensa 5 DONATI, 1985; PHILLIPS, 1993, pp DEL VERME, Per la diffusione, cfr. PANDOLFINI, 1993, pp ; DONATI, 1994, p. 125, tipo XVI.3b. 8 GRAN AYMERICH, 1993, p. 23; COLONNA, , pp , nota 14; TAMBURINI, 1985, pp ; BONAMICI, 1985, p CIAMPOLTRINI, 1981; DE TOMMASO, 1987, pp ; STORTI, 1989, pp ; MAGGIANI, 1990, pp ; VAGGIOLI, 1990, p. 180; RENDINI, 1990, p rispondessero a una specifica richiesta di vasellame standardizzato nelle forme e nelle caratteristiche tecniche 10. Le analisi condotte sui frammenti da scavi in Versilia e nell area pisana, hanno evidenziato un utilizzo di materie prime reperibili localmente, che ha indotto a ipotizzare una attribuzione delle produzioni alla stessa Pisa. L analisi tipologica di tali materiali, inoltre, ha delineato un evoluzione del repertorio morfologico della classe dal periodo arcaico a quello ellenistico da un imitazione delle forme del bucchero nero verso quelle della vernice nera, con la successiva introduzione dell olla e del bacino 11. Nel caso del territorio in esame, non è chiaro se i frammenti di ceramica grigia possano essere attribuiti a una produzione specializzata, non essendo ancora stata proposta una classificazione omogenea, ma la continuità di attestazione anche nella fase ellenistica farebbe comunque pensare a una tradizione ceramica dai caratteri standardizzati che si affianca e si ispira a quella della vernice nera, così come avviene per la ceramica acroma. Anche in questo caso, si possono istituire tra i rari frammenti di età arcaica di ceramica grigia presentati di seguito alcuni confronti con la ceramica di bucchero, e direttamente con i materiali dallo scavo di Chiusi-Petriolo, mentre per la fase ellenistica i rapporti più diretti sono ancora con forme semplificate della vernice nera. Ceramica acroma grezza Nell ambito dei materiali di epoca etrusca la ceramica acroma grezza rappresenta la classe quantitativamente più rappresentata, sia nella Fase 1 che nella Fase 2. In linea generale, con la definizione di ceramica acroma grezza, applicata ai rinvenimenti del territorio comunale di Murlo, si identifica il complesso dei materiali ceramici prodotti in impasto, utilizzata per la cottura e la manipolazione dei cibi (olle, bacini), per il loro consumo (ciotole), per lo stoccaggio e per il trasporto (olle, dolia). Per altri contesti, sia di età etrusca che di età romana, si applicano definizioni differenti, articolate in alcuni casi sulla funzionalità o sulle caratteristiche tecniche degli impasti utilizzati 12. È ad esempio nota l articolazione in impasto rosso-bruno (corse-ware), chiaro-sabbioso (cream-coarse ware; ceramica sabbiata chiara ; tardo italo-geometrica ), internal slip ware e internal-external slip ware proposta per i materiali d uso comune dell Etruria meridionale, sviluppata appunto sulla base degli impasti utilizzati, del trattamento delle superfici e anche sul repertorio morfologico adottato 13. Per alcuni contesti dell Etruria settentrionale, sempre per le differenti caratteristiche tecniche sono state proposte altre classificazioni. Così a Pisa, in Versilia, all Elba, in Lucchesia, nella Valle del Serchio, a Populonia, a Massa Marittima, come anche a Genova, per il periodo tra il VII e il III-II secolo è stata individuata una produzione di ceramica in impasto a scisti microclastici caratterizzata da una lavorazione al tornio veloce, colore arancio e bruno-rossastro, inclusi di natura scistosa rosso-scuro o grigiastri, chiazze nerastre e spessore irregolare, attestata per olle, bacini, coppe, deinoi, oinochoai trilobate 14. L origine locale della classe sembra confermata dal rinvenimento di una fornace nel corso dei più recenti scavi a Pisa STORTI, 1989, p STORTI, 1990, p OLCESE, Cfr. CARAFA 1995 in generale, con bibliografia precedente per l Etruria meridionale e il Latium vetus. 14 STORTI, 1989, p. 27; VAGGIOLI, 1991, pp ; MAGGIANI, 1991, p Via T. Vanni: BRUNI, 1993, p

5 Ad Artimino, le sottoclassi individuate sono: la ceramica di impasto con inclusi bianchi, utilizzata prevalentemente per olle cilindro-ovoidi, diffusa anche a Montereggi e Fiesole, prodotta tra il VI e il IV secolo a.c. 16 ; la ceramica di impasto chiaro granuloso, caratterizzata appunto da numerosi inclusi visibili anche in superficie (quarzo, pirosseni neri, rocce silicee), e utilizzata per olle e brocche, tra IV e I secolo a.c. Analoghe caratteristiche tecniche sono attestate per gli impasti del Valdarno e della Val d Elsa 17 ; la ceramica acroma grezza, che riunisce un certo numero di impasti, utilizzati per realizzare suppellettile da mensa, dispensa e cucina 18. In altri contesti dell Etruria settentrionale interna, invece, l evidenza di una ceramica di uso comune che sembra presentare caratteristiche costanti dall età arcaica alla fase ellenistica, ha indotto ad adottare definizioni generiche e a ipotizzare anche una scarsa specializzazione nella produzione 19. Nel caso dello scavo di Poggio Civitate, invece, la definizione di ceramica comune proposta da A. Bouloumié Marique e B. Bouloumié identifica la ceramica di impasto, fine o meno, realizzata localmente sia per i vasi da mensa (Forme A, B, C, E, F, G, I; coppe, calici, piattelli), sia per la ceramica da cucina e da derrata 20. Insieme alla ceramica comune, inoltre, sono state identificate alcune forme attribuite all instrumentum domesticum, oggetto di una classificazione distinta 21. A una prima analisi, come già accennato, il caso di Poggio Civitate sembra però differire dal circostante panorama dell Etruria settentrionale, per essere la sua produzione caratterizzata da redazioni isolate di tipi particolari di piattelli, bracieri-presentatoi, fornelli eccetera. Se alcune forme sembrano comunque rapportabili a influenze del bucchero 22, come alcuni tipi della ceramica da mensa o i bracieri, le realizzazioni individuate nel sito sono comunque attribuibili a un attività artigianale locale, finalizzata al consumo del complesso monumentale 23. Quanto emerge da una sintetica disamina delle forme attestate nel territorio, è comunque la prevalenza dell olla, ovoide e cilindroovoide, che tende a conservare l orlo ingrossato e distinto e il profilo scarsamente sagomato per l intera Fase 1. Tale carattere sembra comunque distinguere l evoluzione riscontrabile nell area settentrionale da quella etrusco-meridionale, per la quale è stato proposto uno sviluppo verso tipi con orlo sempre più tendente alla forma a mandorla, e profilo del corpo sempre meno compresso 24. Più che come una sorta di conservatorismo dell Etruria settentrionale rispetto a quella meridionale, il fenomeno va probabilmente interpretato nella prospettiva di una scarsa specializzazione delle funzioni e dell utilizzo della ceramica domestica nella stessa area, laddove non sembra neanche accennata l introduzione di sistemi differenti di trattamento delle superfici (scialbature, steccature eccetera). La forma dell olla tende a preservare le sue caratteristiche anche nella Fase 2, pur riscontrandosi nell evoluzione tipologica dei materiali qui presentati l influenza degli sviluppi della ceramica comune delineati per aree già direttamente a contatto con Roma, nello sviluppo verticale del labbro, con assottigliamento dell orlo nel profilo a mandorla o in una sagomatura più accentuata. Insieme alle rare attestazioni di forme aperte quali le ciotole-coperchio o i dolii di grandi dimensioni, che conservano a lungo il caratteristico orlo ingrossato e distinto, si evidenziano nella Fase 1 alcuni frammenti di bacini con orlo a fascia a sezione triangolare, probabilmente rapportabili alla diffusione in Etruria settentrionale del bacino di impasto chiaro-sabbioso di tradizione meridionale 25. Assenti sembrano essere invece frammenti ceramici attribuibili a forme utilizzate per la cottura dei cibi: tale dato rimanda al lavoro del Bouloumié sull instrumentum culinarie di Poggio Civitate 26. Delle tre forme individuate per Poggio Civitate, fornelli, foculi e bracieri (braseros), infatti, solo la prima forse sembrerebbe pertinente a un vero e proprio fornello, anche se senza un corrispettivo nelle tipologie notementre i foculi dovrebbero essere come lo stesso autore proponeva nel 1978 presentatoi per bruciare profumi e olii 27. I braseros, invece, una sorta di olle forate, sono stati successivamente identificati come vasi utilizzati per le piantate arboricole 28. L unica forma probabilmente funzionale alla cottura di cibi è quella del forno-coperchio, il cui uso di forno portatile o cooking bell è anche confermato dalle fonti antiche 29. Tra i materiali presentati di seguito, solo un esemplare attribuito alla Fase 2 (Tav. XIX, n. 6) può essere identificato come una sorta di teglia-braciere. Un altro elemento rilevante, già notato dal Phillips per Poggio Civitate, è l assenza di contenitori specificamente utilizzati per lo stoccaggio e il trasporto del vino 30. Lo studioso rilevava come tale mancanza potesse in realtà segnalare una differente tradizione conviviale, incentrata su altre bevande, come la birra (più facilmente conservabile nelle grandi olle attestate a Poggio Civitate). In realtà l assenza di una produzione locale di anfore da trasporto sembra indirizzare verso una differente interpretazione, relativa al carattere e alla struttura della controllo produttivo del territorio da parte del complesso monumentale e, conseguentemente, dei centri vicini e coevi che allo stesso modo non sembrano aver restituito anfore. È infatti probabile che l organizzazione della produzione agricola non prevedesse necessità di stoccaggio e trasporto del vino, alla base delle quali si colloca lo sviluppo di un sistema standardizzato di contenitori da trasporto 31. Per un consumo non destinato all esportazione, quindi, potevano essere utilizzati anche i grandi contenitori/dolia attestati sia a Poggio Civitate che nel territorio, o le stesse olle. Ceramica a vernice nera Alcuni degli esemplari meglio ricostruibili della ceramica a vernice nera presentati nel catalogo forniscono confronti abbastanza stretti 16 CURTI, 1987, p Ibidem. 18 Coppe, bacili, olle, dolia; PAGNINI, Per la Val d Elsa: DE MARINIS, 1977; ma a Poggio Carlotta L. Alderighi individua una ceramica di impasto con inclusi bianchi, una classe di ceramica acroma grezza con tre sottoinsiemi e una di opus doliare: ALDERIGHI-MENDERA, J, L, L, M, N; BOULOUMIÉ MARIQUE,, 1978; BOULOUMIÉ, 1985, p BOULOUMIÉ, 1972; Anch essa locale o di importazione: BOULOUMIÉ MARIQUE, 1978, pp. 74, BOULOUMIÉ, 1985, p Per una sintesi, con bibliografia precedente: CARAFA, 1995, pp In generale: CARAFA, 1995, pp ; anche NARDI, 1993, pp ; per Chiusi-Petriolo: CAPODANNO, 1998, p. 225; Artimino: PAGNINI, GIACHI, 1987, pp. 168, 282; Poggio del Boccaccio: DE MARINIS, 1977, tav. XIV, n. 218; a Genova: MI- LANESE, 1987, p BOULOUMIÉ, 1972, p DELPINO, 1969; SCHEFFER, 1981, 1982; ZIFFERERO, 1996, p BOULOUMIÉ, 1978, p. 121; SCHEFFER, Lo pnigheùs in Nub., 96, il testus in r.r Nel complesso residenziale sembra attestato un solo frammento di anfora confrontabile con tipi rinvenuti in Emilia: BOULOUMIÉ MARIQUE, 1978, p. 106; PHILLIPS, 1993, p AMPOLO, 1980, p

6 con la tipologia della ceramica volterrana proposta da M. Montagna Pasquinucci (1972), e con tipi diffusi nel resto dell Etruria settentrionale interna e costiera, mentre non sembrano esservi stretti contatti con il complesso di rinvenimenti della stessa classe dal recente scavo dell Orto del Vescovo a Chiusi, che è stato distinto in alcuni gruppi di produzione aretina e locale 32. Per i rapporti con le produzioni volterrane, che necessariamente dovettero influenzare anche le aree circostanti, nel suo lavoro sulla ceramica del Museo Guarnacci la Pasquinucci delineava le direttrici di penetrazione della classe che si spingevano, oltre che nel territorio volterrano proprio, anche nell area chiusina a Sarteano, Chiusi, Montepulciano, lungo le vie dell Ombrone, dell Albegna e della Fiora verso la costa 33. Tale processo di diffusione è attestato per l intero comprensorio tra Volterra e Chiusi, oltre che per la ceramica a vernice nera 34, anche per altre classi di ceramica fine da mensa, come la ceramica a figure rosse sovradipinte, per le quali è stato evidenziato lo spostamento delle aree di produzione proprio da Chiusi a Volterra 35. Valeria Acconcia FASE 1: FINE VII-V SECOLO A.C. Bucchero Coppe 1. Orlo svasato con tesa. Tav. I, n. 1. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo G1c: fine VII-VI secolo a.c.; CAMPOREALE, 1985, 5, 51: seconda metà VII-metà VI secolo a.c. Ciotole 1. Profilo continuo, orlo leggermente rientrante. Tav. I, nn. 2, 3. Cfr.: DEL VERME, 1998, p. 210, tipo 170 G2, documentato in contesti di VI secolo a.c.; DONATI, 1994, p. 125, tipo XVI. 3b.; RASMUSSEN, 1979, bowl type 7. Fondi di ciotole 1. Ad anello con piede obliquo. Tav. I, nn. 4, 5, 6. Ceramica grigia Coppe 1. Con carena addolcita. Tav. II, n. 1. Cfr.: DEL VERME, 1998, p. 209, tipo 170 E, seconda metà VI secolo a.c. 2. Con tesa. Tav. II, n. 2. Cfr.: DEL VERME, 1998, p. 209, tipo 160, decenni centrali del VI secolo a.c. Fondi di coppe: 1. Ad anello con piede obliquo e base ridotta. Tav. II, n Piede alto a tromba. 32 PALERMO, 1998; PALERMO, MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, pp ; ROMUALDI, 1992, p Cfr. anche PHILLIPS, 1967c, pp MONTAGNA PASQUINUCCI, 1968; HARARI, 1980; MANGANI, 1993; CRISTOFANI, Tav. II, n. 4. Cfr.: DEL VERME, 1998, p. 209, tipo 170 A e B, VI secolo a.c. Il piede a tromba è diffuso in RASMUSSEN, 1979, chalice type 2d. Ciotole 1. Profilo continuo, orlo rientrante. Tav. II, n. 5. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, III-27: fine V a.c. 2. Profilo continuo con orlo eretto. Tav. II, n. 6. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, III-22: fine V a.c. Tav. II, n. 7. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, III-23: fine V a.c. 3. Orlo leggermente ingrossato verso l esterno, a mandorla. Tav. II, nn. 8, 9. Cfr.: Con ceramica acroma depurata AMBROSETTI, 1989, LII-5: V secolo a.c. Fondi di ciotole 1. Piede appena accennato, fondo rilevato. Tav. II, n Ad anello, piede obliquo e base ridotta. Tav. II, n. 11. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 15 (p. 138): fine VII-inizi VI secolo a.c. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A1 Bordo estroflesso a sezione semicircolare, orlo ingrossato. 1. Tav. III, nn. 1, 2. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 98 (p. 145): metà VI secolo a.c.; PERKINS-WALKER, 1990, 34-3: VI-V secolo a.c.; PERKINS-AT- TOLINI, 1991, 14-10: VI-V secolo a.c. 2. Tav. III, n. 3. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 250 (p. 159): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c. 3. Tav. III, n. 4. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 272 (p. 160): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c. 4. Tav. III, n. 5. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 172 (p. 151): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c.; VALENTI, 1995a, VIII-7: fine VI-V secolo a.c.; DAMIANI et alii, 1992, XXXV Tav. VI, n. 5. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c.; ALDERIGHI-MENDERA, 1994, XIII-115: fine V-IV secolo a.c. Forma A2 Bordo estroflesso marcato internamente, orlo ingrossato e arrotondato. 1. Tav. III, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, IX-1: VI-fino a tutto il V secolo a.c. 2. Tav. III, n. 7. Cfr.: VALENTI, 1995a, IX-5: seconda metà VII-inizi VI secolo a.c. 3. Tav. V, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, VII-5: fine VII-VI secolo a.c. Forma A3 Bordo estroflesso a sezione triangolare, breve orlo ingrossato. 202

7 1. Tav. III, n. 8. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 27 (p. 137): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c.; VALENTI, 1995a, VII-10: fine VII-metà VI secolo a.c.; Artimino, 1987, : fine VII-metà VI secolo a.c. 2. Tav. IV, n. 2. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c.; VALENTI, 1995a, XI-9: fine VII-metà VI secolo a.c. 3. Tav. IV, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1995a, IX-12: fine VI-metà V secolo a.c. Forma A4 Bordo estroflesso a sezione rettangolare, orlo ingrossato. 1. Tav. IV, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, XIII-12, 14: senza confronto, VI secolo a.c.; VII-inizi VI secolo a.c.; BRUNI-SEVERINI, 1997, 24, 37: fine VIII-VII secolo a.c, VI secolo a.c. Forma A5 Bordo estroflesso, orlo leggermente ingrossato e arrotondato. 1. Tav. IV, n. 4. Cfr.: CAPECCHI, ROMUALDI, , 42-C: VI-III secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c. 2. Tav. IV, n. 5. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c.; BRUNI-SEVERINI, 1997, Tav. IV, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, VII-6: VII-inizi VI secolo a.c. 4. Tav. VI, n. 2. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M3: fine VII-VI secolo a.c. 5. Tav. VI, n. 3. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 103 (p. 146): metà VI secolo a.c. 6. Tav. VI, n. 4. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M2: fine VII-VI secolo a.c. Forma A6 Bordo marcatamente estroflesso, orlo rettilineo all esterno, ingrossato e arrotondato all interno. 1. Tav. V, nn. 1, 2. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 157 (p. 150): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M2: fine VII-VI secolo a.c.; CATENI-MAGGIANI, 1997, 21-b: VI secolo a.c. 2. Tav. V, n. 3. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c. Forma A7 Bordo leggermente estroflesso, orlo ingrossato e arrotondato. 1. Tav. V, n. 7. Cfr.: Artimino, 1987, : fine VII secolo a.c. 2. Tav. V, n. 10. Cfr.: VALENTI, 1995a, X-16: fine VII-VI secolo a.c. Forma A8 Bordo estroflesso, orlo rettilineo assottigliato. 1. Tav. VI, n. 1. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 104 (p. 146): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M2: fine VII-VI secolo a.c.; DAMIANI et alii, 1992, XXXVII-420. Forma B Bordo eretto a sezione triangolare, orlo leggermente ingrossato. 1. Tav. V, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1995a, IX-12: fine VI-V secolo a.c. 2. Tav. V, n. 5. Cfr.: In associazione a materiali di VI-V secolo a.c. Forma C Bordo ingrossato, orlo quasi ad arpione. 1. Tav. V, n. 8. Cfr.: PERKINS-ATTOLINI, 1991, 14-18: V-inizi IV secolo a.c.; CAMPOREALE, 1985, 195 (p. 152): metà VI secolo a.c. 2. Tav. V, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, XII-12: VI-V secolo a.c. Forma D Bordo introflesso, orlo arrotondato. 1. Tav. VI, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, XIII-10: non datato; riconducibile a CAL- ZOLARI-MALNATI, 1992, XV-6: VI secolo a.c. 2. Tav. VI, n. 7. Cfr.: Riconducibile a DAMIANI et alii,1992, XXXVII-419; AM- BROSETTI, 1989, XIX-11: fine VI secolo a.c. 3. Tav. VI, n. 8. Cfr.: PERKINS-WALKER, 1990, 31-1: VII-IV secolo a.c.; AM- BROSETTI, 1989, LIX-11: V secolo a.c. 4. Tav. VI, n. 9. Cfr.: AMBROSETTI, 1989, XIX-9: fine VI secolo a.c.; CALZO- LARI-MALNATI, 1992, XXII-5: VI secolo a.c. 5. Tav. VI, n. 11. Cfr.: Non id. Provenienti da emergenze riferibili alla fine del VII-VI secolo a.c. 6. Tav. VI, n. 10. Cfr.: AMBROSETTI et alii, 1989, X-6: fine VII-VI secolo a.c.; CAL- ZOLARI-MALNATI, 1992, XXXI-1: fine VII-inizi VI secolo a.c. Fondi pertinenti a forme chiuse Forma A1 Piede ad anello. 1. Tav. VII, nn Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo B1: fine VII-VI secolo a.c.; VALENTI, 1995a, VI-3, 6 e XIX, 5: fine VII-VI secolo a.c. Forma A2 Piede appena accennato, fondo piano. 1. Tav. VII, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, VI-14: fine VII-VI secolo a.c. Forma B Apodo, piano. 1. Tav. VII, n. 7. Anse pertinenti a forme chiuse 1. Ansa a sezione circolare, impostata dall orlo al corpo. Tav. VII, n. 8. Decorazione incisa su ceramica acroma grezza 1. Tav. VII, n. 9. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa (probabilmente olla). Decorazione geometrica incisa, caratterizzata da due scanalature parallele (spessore 1.5 mm) distanziate di 2.6 cm e da una terza incisione con motivo a zig-zag e andamento orizzontale. Impasto grezzo, ricco di piccoli inclusi di colore bianco (calcite). Duro, a pori fini, arancio-rossastro, riconducibile al corpo ceramico n. 4. Forme aperte Ciotole e ciotole/coperchio Forma A Bordo a profilo rettilineo, orlo arrotondato indistinto. 1. Tav. VIII, n

8 Cfr.: Etruschi, 1989, B1: VII-VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ- MARIQUE, 1978, tipo F1: fine VII-VI secolo a.c.; CALZOLARI- MALNATI, 1992, XLIX-6: V secolo a.c. Forma B Bordo ingrossato, orlo quasi ad arpione. 1. Tav. VIII, n. 2. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, V-41: fine VII-VI secolo a.c. Forma C Bordo fortemente introflesso, indistinto. 1. Tav. VIII, n. 3. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo A: fine VII-VI secolo a.c.; BRUNI-SEVERINI, 1997, 33: VI secolo a.c. Prese e fondi pertinenti a ciotole/coperchio 1. Forma A Orlo a profilo semicircolare. Tav. VIII, n. 4. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 9 (p. 138): metà VI secolo a.c. 2. Forma B Orlo a cercine. Tav. VIII, n. 5. Cfr.: BRUNI, 1998, 2 (p. 137): VII secolo a.c.; CAMPOREALE, 1985, 115 (p. 146): metà VI secolo a.c.; AMBROSETTI, 1989, XLVIII-6: V secolo a.c. 3. Forma C1. Piede troncoconico. Tav. VIII, nn. 6, 7. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 134, 135 (p. 148): metà VI secolo a.c. 4. Forma C2 Piede troncoconico a base ridotta. Tav. VIII, n. 8. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 118 (p. 146): metà VI secolo a.c.; VA- LENTI, 1995a, XVI-3: VII-VI secolo a.c. Grandi contenitori Forme chiuse Pithoi Forma A1 Bordo estroflesso, orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. IX, n. 1. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 105 (p. 146): metà VI secolo a.c.; CALZOLARI-MALNATI, 1992, L-5: VI-V secolo a.c.; BRUNI-SE- VERINI, 1997, 89: VI secolo a.c.; generico VALENTI, 1995a, XVI-6: VII-VI secolo a.c. 2. Tav. IX, n. 6. Cfr.: PERKINS-WALKER, 1990, 38-1: terzo quarto VII-terzo quarto VI secolo a.c. Forma A2 Bordo leggermente estroflesso, orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. IX, n. 2. Cfr.: VALENTI, 1995a, XVI-6: VII-VI secolo a.c. 2. Tav. IX, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1995a, XV-6: fine VII secolo a.c. 3. Tav. IX, n. 5. Cfr.: BRUNI-SEVERINI, 1997, 88: VI secolo a.c.; DAMIANI et alii, 1992, XXXVII Tav. IX, n. 8. Cfr.: VALENTI, 1995a, XV-10: fine VII-inizi VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo M1: fine VII-VI secolo a.c. 5. Tav. IX, n. 9. Cfr.: Etruschi, 1989, 2-B: VI secolo a.c.; PERKINS-WALKER, 1990, 33-6: VI secolo a.c. 6. Tav. X, n. 3. Cfr.: MURRAY-THREIPLAND, 1963, 9-3: metà VI secolo a.c.; PERKINS-WALKER, 1990, 34-3: VI secolo a.c. Forma A3 Bordo leggermente estroflesso, orlo arrotondato e ingrossato superiormente piatto. 1. Tav. X, n. 4. Cfr.: AMBROSETTI et alii, 1989, XX-14: fine VI-V secolo a.c.; PERKINS-WALKER, 1990, 29-5: VI secolo a.c. 2. Tav. X, n. 5. Cfr.: AMBROSETTI et alii, 1989, XXI-6: fine VII-inizi VI secolo a.c. 3. Tav. X, n. 6. Cfr.: Riconducibile a CALZOLARI-MALNATI, 1992, XXIII-9: VI secolo a.c. Forma A4 Bordo estroflesso a sezione rettangolare. 1. Tav. X, n. 1. Cfr.: Proveniente da emergenza collocabile tra fine VII-VI secolo a.c. 2. Tav. X, n. 2. Cfr.: Proveniente da emergenza collocabile tra fine VII-VI secolo a.c. 3. Tav. X, n. 7. Cfr.: Riconducibile a VALENTI, 1995a, XVI-1: VII-VI secolo a.c. Forma B Bordo introflesso, orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. IX, n. 3. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, XII-101: V-IV secolo a.c.; VALENTI, 1995a, XVI-3: VII-VI secolo a.c. 2. Tav. IX, n. 7. Cfr.: PERKINS-WALKER, 1990, 40-13: VII-VI secolo a.c. Dolia Forma A Bordo estroflesso, orlo arrotondato e ingrossato superiormente piatto. 1. Tav. XI, n. 1. Cfr.: NARDINI, VII-1 (p. 370): VII-VI secolo a.c. 2. Tav. XI, n. 2. Cfr.: VALENTI, 1995a, CXVII Tav. XI, n. 3. Cfr.: CAMPOREALE, 1985, 111 (p. 146): metà VI secolo a.c. 4. Tav. XI, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1995a, XVII-5; ALDERIGHI-MENDERA, 1994, XIV-131: V-IV secolo a.c.; CALZOLARI-MALNATI, 1992, IX-7: VI secolo a.c. Bacini Forma A Bordo ingrossato all interno e all esterno, parete troncoconica. 1. Tav. XI, n. 5. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, XIV-134: V-IV secolo a.c.; BRUNI-SEVERINI, 1997, 83: VI secolo a.c. Forma B Bordo introflesso, orlo superiormente piatto, esternamente scanalato. 1. Tav. XI, n. 6. Cfr.: Un confronto anche se lontano (il pezzo del confronto è meno netto e profilato) viene da Cerveteri, NARDI, 1993, tipo N 4c

9 Forma C Bordo estroflesso arrotondato, orlo superiormente piatto. 1. Tav. XII, n. 2. Cfr.: Generico con CALZOLARI-MALNATI, 1992, IX-10: metà VI secolo a.c. Forma D Bordo ingrossato a sezione rettangolare. 1. Tav. XII, n. 1. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo N3 (333): fine VII-VI secolo a.c. 2. Tav. XII, n. 3. Cfr.: In associazione a materiali di fine VII-VI secolo a.c. Forma E Bordo ingrossato a sezione triangolare. 1. Tav. XII, nn. 4, 5. Cfr.: BOULOUMIÉ-MARIQUE, 1978, tipo E4: fine VII-VI secolo a.c. 2. Tav. XII, n. 6. Cfr.: PERKINS-WALKER, 1990, 36-19: VI-V secolo a.c.; BRUNI- SEVERINI, 1997, 37: VI secolo a.c.; Artimino, 1987, 282 (p. 167): Metà VII-VI secolo a.c. Ciotole 1. A profilo continuo con orlo rientrante. Tav. XIII, n. 10. Cfr.: Fine IV secolo a.c.-primo quarto del III secolo a.c.; Confronto in vernice nera, MOREL, 2783 gl. CERAMICA A VERNICE NERA 1. Tav. XIV, n. 1 (Fig. 4). Skyphos intero. Orlo ingrossato internamente (diametro 10.2 cm), parete a profilo convesso unita al piede da stelo tronco-conico. Due anse orizzontali leggermente inclinate verso il basso. Piede obliquo ad anello con solcatura esterna; fondo esterno convesso (diametro 4.3 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. All interno in corrispondenza del fondo, vernice bruno-rossastra, poco coprente, tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: PASQUINUCCI, 1972, ; MOREL, tipo 4321 a. Cronologia. Fine IV secolo a.c.-inizi III secolo a.c. ACROMA DEPURATA Forme aperte Coppe Forma A Bordo introflesso, orlo arrotondato indistinto. 1. Tav. XIII, n. 1. Cfr.: AMBROSETTI, 1989, XLI-7: seconda metà V secolo a.c.; MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, n. 131; MOREL, serie 2783 o 2787 (tipo d1), III secolo a.c. 2. Tav. XIII, n. 2. Cfr.: AMBROSETTI, 1989, LVIII-17: VI-V secolo a.c.; CAMPO- REALE, 1985, 203 (p. 153): metà VI secolo a.c.; BOULOUMIÉ- MARIQUE, 1978, tipo B1: fine VII-VI secolo a.c; MOREL, tipo 2787 hl. 3. Tav. XIII, n. 3. Cfr.: AMBROSETTI, 1989, XLI-1: seconda metà V secolo a.c. Fondi riconducibili a forme aperte 1. Ad anello, sezione troncoconica. Tav. XIII, nn. 4, 5. FASE 2: IV-II SECOLO A.C. CERAMICA GRIGIA Coppe 1. Con carena netta. Tav. XIII, n. 6. Cfr.: In associazione a ceramica acroma di fine III secolo a.c.-ii secolo a.c.; Confronto con un esemplare in vernice nera da Papena, PHILLIPS, 1967, fig. 6, n Orlo a tesa con profilo convesso Tav. XIII, n. 11. Cfr.: In associazione a vernice nera di fine IV-III secolo a.c.; CRISTOFANI, 1973, fig. 118, n. 11. Fondi di coppe 1. Ad anello con piede obliquo e base ridotta. Tav. XIII, nn. 7, Ad anello con piede verticale e base ridotta. Tav. XIII, n. 9. Fig. 4. Skyphos 2. Tav. XIV, n. 2. Frammento di coppetta su piede. Orlo non presente, parete a profilo interamente convesso. Piede obliquo ad anello; fondo esterno leggermente convesso (diametro 4.7 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nero-brunastra, opaca, sottile ma coprente. All interno vernice bruno-rossastra, poco coprente. tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, tipo 2441 a 1; MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, forma 128, n. 404, fig. 5, IV-III secolo a.c.; MONTAGNA PA- SQUINUCCI, 1972, pp , fine IV-III secolo a.c. Cronologia. Seconda metà IV-III secolo a.c. 3. Tav. XIV, n. 3. Frammento di coppa. Orlo leggermente assottiliato (diametro 13.2 cm), parete a profilo continuo rettilineo. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.. In associazione a materiali di III-II secolo a.c. 4. Tav. XIV, n. 4. Frammento di coppa. Orlo leggermente assottiliato (diametro 8 cm), parete a profilo rettilineo. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. 205

10 5. Tav. XIV, n. 5. Frammento di coppa. Orlo a profilo continuo leggermente ingrossato all interno (diametro 8 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nera, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. 6. Tav. XIV, n. 6. Frammento di coppa. Labbro a profilo continuo smussato all interno (diametro 14 cm), percorso all esterno da un ampia ma non profonda solcatura. Parete a profilo convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nero-grigiastra (omogenea), lucida con riflessi metallici, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, pp , III-II secolo a.c. Il frammento potrebbe anche essere pertinente a una kylix. In questo caso il confronto è con MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, forma 82; MOREL, tipo 2672 a 2, inizi del III secolo a.c.; FIRMATI, 1992, p. 16, n. 5. Cronologia. Fine IV-III secolo a.c. 7. Tav. XIV, n. 7. Frammento di coppa. Labbro a profilo continuo (diametro 8 cm). Parete a profilo concavo. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, omogenea, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. 8. Tav. XIV, n. 8. Frammento di coppa. Labbro svasato esternamente. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. 9. Tav. XIV, n. 9. Frammento di coppa su piede. Piede obliquo ad anello smussato all esterno (diametro 6.4 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 321b-2. Cronologia. 300 a.c. o primo quarto del III secolo a.c. Cfr.: MOREL, 171c/1. Cronologia. Metà II secolo a.c.-seconda metà II secolo a.c. 13. Tav. XIV, n. 13. Frammento di coppa su piede. Piede obliquo ad anello su appoggio piatto, leggermente arrotondato all esterno e rettilineo all interno (diametro 7 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 164b/1. Cronologia. Fine II secolo a.c. 14. Tav. XIV, n. 14. Frammento di coppa su piede. Piede obliquo ad anello con base ridotta, arrotondato all esterno e sagomato all interno (diametro 6 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 171c-1. Cronologia. Metà II secolo a.c.-seconda metà II secolo a.c. 15. Tav. XV, n. 1 (Fig. 5). 16 frammenti contigui di bordo, collo, spalle e pancia e due anse contrapposte. Bordo non marcato (diametro 8.2 cm), collo molto alto a profilo concavo, spalla spigolosa e pancia convessa. Due anse verticali estese dalla spalla a 1.5 cm dal bordo. Piede non presente. Argilla nocciola, dura. Vernice nero-brunastra, semilucida, sottile ma coprente. All interno vernice nero-brunastra meno coprente. tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, forma 128; MOREL, tipo 3652 bl e 3652 c1, prima metà-secondo quarto del III secolo a.c. Cronologia. Prima metà III secolo a.c. 10. Tav. XIV, n. 10. Frammento di coppa su piede. Piede obliquo ad anello su appoggio piatto, stondato all esterno e rettilineo all interno (diametro 7 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 171a. Cronologia. Metà II secolo a.c. 11. Tav. XIV, n. 11. Frammento di coppa su piede. Piede obliquo ad anello su appoggio piatto, rettilineo all interno e all esterno (diametro 7 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 164b-1. Cronologia. Fine II secolo a.c. 12. Tav. XIV, n. 12. Frammento di coppa su piede. Piede ad anello a sezione troncoconica (diametro 6 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semilucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Fig. 5. Forma chiusa. 16. Tav. XV, n frammenti contigui di bordo, parete e fondo pertinenti a un unica forma di kylix. Bordo fortemente estroflesso superiormente marcato da una scanalatura (diametro 15.3 cm), labbro assottigliato. Collo distinto, piede ad anello strombato su appoggio piatto smussato all esterno (diametro 6 cm); fondo esterno convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, opaca, sottile ma coprente. All interno vernice nera meno coprente. tracce di lavorazione al tornio. 206

11 Cfr.: MOREL, serie 1171, III secolo a.c.; MONTAGNA PASQUI- NUCCI, 1972, forma 79c. Cronologia. III secolo a.c. 17. Tav. XV, n. 2. Ciotola intera composta da tre frammenti. Orlo ingrossato all esterno (diametro 11.7 cm), parete a profilo interamente convesso. Piede obliquo ad anello smussato all esterno; fondo esterno convesso (diametro 5.1 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nerastra, opaca, poco coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL serie 2538f, serie 2536, terzo quarto del III secolo a.c. Cronologia. Seconda metà III secolo a.c. 18. Tav. XV, n. 3. Frammento di ciotola. Bordo ingrossato e arrotondato, percorso all esterno da una sottile solcatura. Parete a profilo convesso. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL serie 2563, serie 2538, III secolo a.c.; DONATI-MI- CHELUCCI, 1981, p. 179, n Cronologia. III secolo a.c. 19. Tav. XV, n. 4. Frammento di ciotola. Bordo ingrossato, bombato all interno e all esterno (diametro 11 cm), collo a profilo rettilineo e verticale, spalla spigolosa e pancia convessa. Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semi lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: STORTI, 1989, p. 49, n. 329, databile al a.c.; CRI- STOFANI, 1973, fig. 176, n. 65. Cronologia. Fine III-I secolo a.c. 20. Tav. XV, n. 6. Frammento di coppa. Orlo ingrossato esternamente e percorso da una risega; parete interna a profilo concavo. Argilla beige chiaro, dura. Biscotto. Cfr.: Proveniente da conteso di fine IV secolo a.c.-primo quarto del III secolo a.c.; MOREL, serie Tav. XV, n. 7. Frammento di ciotola. Bordo a profilo continuo leggermente ingrossato (diametro 10 cm). Argilla nocciola, dura. Vernice nera, semi lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: In associazione a materiali di III-II secolo a.c. 22. Tav. XV, n. 8. Frammento di piatto su piede. Piede strombato su appoggio piatto (diametro 11.4 cm); fondo leggermente convesso. Argilla arancio-rossastra, dura. Vernice nera, semi lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: DE MARINIS, 1977, VII-14. Cronologia. Fine II secolo a.c. 23. Tav. XV, n. 9. Frammento di piatto su piede. Piede a cercine unito da raccordo a gola ad appoggio piatto (diametro 7 cm); fondo leggermente concavo. Argilla arancio-rossastra, dura. Vernice nera, semi lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 151b-1. Cronologia. Metà II secolo a.c.-seconda metà del II secolo a.c. 24. Tav. XV, n. 10. Frammento di piatto su piede. Piede molto basso su appoggio arrotondato (diametro 4.7 cm); fondo convesso. Argilla arancio-rossastra, dura. Vernice nera, semi lucida, coprente. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: MOREL, 172a-1. Cronologia Secondo quarto II secolo a.c.-metà del II secolo a.c. CERAMICA SOVRADIPINTA Forme aperte 1. Tav. XV n. 11. Bordo di ciotola. 2. Tav. XV n. 12. Parete di forma aperta non id. 3. Tav. XV n. 13. Parete di forma aperta non id. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A Bordo a sezione triangolare. 1. Tav. XVI, n. 1. Cfr.: BOLDRINI-PARENTI, 1991, III-399: III-II secolo a.c. 2. Tav. XVI, n. 3. Cfr.: DE MARINIS, 1977, IX-199: metà III secolo a.c. Forma B Bordo a mandorla. 1. Tav. XVI, n. 2. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXVIII-3: III secolo a.c. Forma C Bordo a sezione quasi rettangolare. 1. Tav. XVI, n. 4. Cfr.: MILANESE, 1987, : secolo a.c. 2. Tav. XVI, n. 5. Cfr.: BOLDRINI-PARENTI, 1991, III : III-II secolo a.c. 3. Tav. XVII, n. 2. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, V-D47: a.c./70 a.c. 4. Tav. XVI, n. 12. Cfr.: ALDERIGHI-MENDERA, 1994, XI-88: fine V-IV secolo a.c. Forma D1 Bordo appena estroflesso, ingrossato e arrotondato. 1. Tav. XVI, n. 7. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXIX-19: III secolo a.c. Forma D2 Bordo estroflesso, ingrossato e arrotondato. 1. Tav. XVI, n. 6. Cfr.: ALDERIGHI, MENDERA, 1994, XIII-98: fine V-IV secolo a.c. 2. Tav. XVI, n. 10. Cfr.: ALDERIGHI, MENDERA, 1994, XIII-99: fine V-IV secolo a.c. Forma D3 Bordo estroflesso e ingrossato con solcatura al centro del labbro. 1. Tav. XVI, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXVIII-16: III-II secolo a.c. Forma D4 Bordo molto estroflesso orizzontale o obliquo (fino a essere coerente con la direzione della parete), orlo arrotondato. 1. Tav. XVII, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXXII-16: 275 a.c/ a.c. 207

12 2. Tav. XVII, n. 4. Cfr.: Profilo sempre rinvenuto in associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Forma D5. Bordo leggermente estroflesso, orlo piano, collo distinto. 1. Tav. XVII, n. 6. Cfr.: DYSON, 1976, PD123: 100 a.c.-30 a.c. Forma E Orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. XVI, n. 11. Cfr.: Proveniente da emergenze di III-II secolo a.c. 2. Tav. XVII, n. 1. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, CF41: 275 a.c/ a.c. Forma F Bordo superiormente piatto, orlo a tesa breve. 1. Tav. XVII, n. 5. Cfr.: Riconducibile a VALENTI, XXIX-9: III-II secolo a.c.; DY- SON, 16IV65: 150 a.c. Fondi di olle 1. Apodo, piano. Tav. XVII, nn. 7, 8. Anse di olle 1. Ansa a maniglia, a sezione circolare, impostata obliquamente sulla parete. Tav. XVII, n. 9. Grandi contenitori Forme chiuse Pithoi Forma A1 Bordo estroflesso, orlo ingrossato e arrotondato. 1. Tav. XVIII, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXX-2: II-I secolo a.c. Forma A2 Bordo estroflesso, orlo ingrossato quasi ad arpione. 1. Tav. XVIII, n. 2. Cfr.: VALENTI, 1995a, XXX-6: III-II secolo a.c. Forma A3 Bordo leggermente estroflesso, orlo fortemente ingrossato a sezione semicircolare. 1. Tav. XVIII, n. 3. Cfr.: ALDERIGHI, MENDERA, 1994, XII-101: fine V-IV secolo a.c. Forma A4 Bordo estroflesso con solcatura mediana, orlo fortemente ingrossato a sezione poligonale. 1. Tav. XVIII, n. 4. Cfr.: Fiesole, 1990, AG-1 (p. 387): II-I secolo a.c. Forma A5. Bordo estroflesso, orlo fortemente ingrossato superiormente piano. 1. Tav. XVIII, n. 5. Cfr.: ALDERIGHI, MENDERA, 1994, XII-100: fine V-IV secolo a.c. Fondi di pithoi Forma A1 Apodo, piano. 1. Tav. XVIII, n. 6. Forma A2 Piede ad anello. 1. Tav. XVIII, n. 7. Dolia Forma A Bordo superiormente piatto, orlo sagomato. 1. Tav. XIX, n. 1. Cfr.: DE MARINIS, 1977, XIV-213: metà III secolo a.c. Forma B Bordo superiormente piatto, orlo arrotondato. 1. Tav. XIX, nn. 2, 3. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Anfore Forma A Bordo estroflesso, orlo ingrossato ad arpione. 1. Tav. XIX, n. 4. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Forma B Bordo estroflesso, orlo ingrossato a sezione rettangolare. 1. Tav. XIX, n. 5. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Forme aperte 1. Testo con piede ad anello e breve bordo a sezione rettangolare. Tav. XIX, n. 6. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. CERAMICA ACROMA DEPURATA Forme chiuse Olle Forma A Bordo leggermente estroflesso, orlo indistinto arrotondato. 1. Tav. XX, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1995A, XXXIII-13: fine III-II secolo a.c.; DUN- CAN, 1964, 7-4: II secolo a.c. 2. Tav. XX, n. 2. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, PD74: 100 a.c.-30 a.c. 3. Tav. XX, n. 3. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Fondi pertinenti a forme chiuse Forma A1 Piede ad anello. 1. Tav. XX, nn. 8, 9, 10, 11. Cfr.: VALENTI, 1995A, XXXIII-11: IV-II secolo a.c. Forma A2 Piede appena accennato, fondo piano. 1. Tav. XX, nn. 4, 6, 7, 12. Cfr.: VALENTI, 1995A, XXXV-7, 8, XXXI-7, XL-15: IV-II secolo a.c., a.c., IV-II secolo a.c. Forma B Apodo, piano. 1. Tav. XX, n. 5. Anse pertinenti a forme chiuse 1. Ansa a maniglia, a sezione circolare, impostata obliquamente sulla parete. Tav. XX, n. 13. Forme aperte Ciotole Forma A Bordo a sezione triangolare. 1. Tav. XXI, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1995A, XXXIX-7: inizi III-metà III secolo a.c. 208

13 2. Tav. XXI, n. 2. Cfr.: DYSON, 1976, PD2: a.c. Forma B Bordo introflesso, orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. XXI, n. 3. Cfr.: Riconducibile alla forma MOREL, 2770: fine IV-III secolo a.c. Forma C Bordo introflesso, orlo arrotondato. 1. Tav. XXI, nn. 4, 5. Cfr.: VALENTI, 1995A, XXXVIII-11: II-I secolo a.c. Forma D Bordo indistinto, orlo arrotondato. 1. Tav. XXI, n. 6. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Forma E Bordo a sezione trapezoidale, orlo a nastro. 1. Tav. XXI, n. 7. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Mortai Forma A Bordo scanalato esternamente, orlo indistinto. 1. Tav. XXI, n. 8. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. Forma B Bordo a sezione triangolare, orlo ingrossato. 1. Tav. XXI, n. 9. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, CF70: 275 a.c./ a.c. Forma C1 Bordo estroflesso a sezione rettangolare, orlo fortemente ingrossato. 1. Tav. XXI, n. 10. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, FG14: intorno al 200 a.c. Forma C2 Bordo estroflesso, orlo ingrossato ad arpione. 1. Tav. XXI, nn. 11, 12. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, 16.IV.7-16.IV.8: 275 a.c./ a.c. Forma D Bordo a sezione rettangolare, orlo fortemente ingrossato. 1. Tav. XXI, n. 13. Cfr.: In associazione a ceramica a vernice nera di fine III-II secolo a.c. FASE 3: I SECOLO A.C.-II SECOLO D.C. TERRA SIGILLATA ITALICA 1. Tav. XXII, n. 1. Frammento di bordo relativo a coppa su piede ad anello; corpo troncoconico. Orlo a sezione triangolare (diametro 12 cm), parete con andamento concavo e solco interno sotto il margine. Argilla rosa-beige, dura. Vernice poco lucida e uniforme. Cfr.: Atlante, 1981, CXXV-10. Cronologia a.c. 2. Tav. XXII, n. 2. Frammento di coppa. Breve labbro orizzontale, leggermente ingrossato e arrotondato (diametro 12 cm); parete con andamento rettilineo. Argilla beige, dura. Vernice semi lucida e uniforme. Tracce di lavorazione al tornio. Cfr.: PUCCI, 1992, tav. XXXV, n. 5; Atlante, 1981, CXXIII-2. Cronologia. 20 d.c.-prima metà I secolo d.c. 3. Tav. XXII, n. 3. Frammento di bordo. Labbro svasato, leggermente ingrossato e arrotondato, parete con andamento leggermente convesso. Argilla beige, dura. Vernice opaca e uniforme. Tracce di lavorazione al tornio. 4. Tav. XXII, n. 4. Frammento di bordo. Labbro svasato, leggermente ingrossato appiattito nella parte superiore; parete con andamento rettilineo. Argilla beige, dura. Vernice opaca e uniforme. Tracce di lavorazione al tornio. 5. Tav. XXII, n. 5. Frammento di fondo. Forma aperta con piede obliquo e arrotondato (diametro 6 cm); fondo convesso. Parete a profilo convesso. Argilla beige, dura. Vernice semi lucida e uniforme. Cfr.: CONSPECTUS, B Cronologia. Non precisabile. 6. Tav. XXII, n. 6. Frammento di fondo. Forma aperta con piede obliquo a base ridotta (diametro 5 cm); fondo convesso. Parete a profilo convesso. Argilla beige, dura. Vernice opaca e compatta. Cfr.: CONSPECTUS, B Cronologia. Non precisabile. 7. Tav. XXII, n. 7. Frammento di fondo. Piatto con piede dritto e sottile (3.5 mm), leggermente arrotondato (diametro 7 cm); fondo piano. Parete a profilo rettilineo orizzontale (2.3 cm), successivamente obliquo. Argilla rosa-beige, dura. Vernice poco lucida e compatta. Cfr.: CONSPECTUS, B-2.6. Cronologia. Non precisabile. 8. Tav. XXII, n. 8. Frammento di fondo. Piatto con piede dritto a spigoli smussati e fondo piano (diametro 6 cm); parete con andamento rettilineo orizzontale (1.2 cm), successivamente obliquo. Argilla beige, dura. Vernice semi lucida e omogeneamente distribuita. Cfr.: CONSPECTUS, B-1.6. Cronologia. Non precisabile. 9. Tav. XXII, n. 9. Frammento di fondo. Piatto con piede leggermente obliquo a spigoli arrotondati, con rastrematura nella parte alta (diametro 7 cm); fondo piano. Parete con andamento rettilineo orizzontale. Argilla beige, dura. Vernice semi lucida e uniforme. Cfr.: CONSPECTUS, B Cronologia. Non precisabile. 10. Tav. XXII, n. 10. Ansa nastriforme con margini ingrossati e sottile costolatura longitudinale poco rilevata; pertinente a coppetta. Argilla beige, dura. Vernice semi lucida, compatta e omogenea. 11. Tav. XXII, n. 11. Ansa nastriforme con margini ingrossati e sottile costolatura longitudinale poco rilevata con ramificazioni a intervalli regolari (4-5 mm) a collegare i margini Argilla beige, dura. Vernice opaca e molto deteriorata. 209

14 12. Tav. XXII, n. 12. Frammento di bollo in planta pedis riconducibile al gentilizio MANNEIVS. L officina di Manneius viene ipoteticamente situata ad Arezzo. La diffusione di questo bollo è ampia, i confronti provengono da Arezzo, Chiusi, dintorni di Perugia, Suasa, dintorni di Siena, Roma e Aquileia. Nello scavo della fornace dei Poggetti a Torrita di Siena (PUCCI, 1992), condotto dal Dipartimento di Archeologia dell Università di Siena, sono stati trovati alcuni bolli a nome di Manneius. L interpretazione che ne è stata fornita a fine scavo è che almeno una parte della produzione di Manneius fosse realizzata nella fornace di Torrita di Siena (PUCCI, 1992, pp. 114, 144). Cfr.: ARRETINORUM, 946 (p. 249). 13. Tav. XXII, n. 13. Frammento di bollo in planta pedis: A. M. PN (l ultima lettera non è conservata per intero). Cfr.: Non id. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A1 Bordo estroflesso, orlo arrotondato e ingrossato. 1. Tav. XXIII, n. 1. Cfr.: CARANDINI, RICCI, 1985, 29-2: prima metà I secolo d.c.; DYSON, 1976, 22.II-73: 15 d.c.-45 d.c. 2. Tav. XXIII, n. 2. Cfr.: DUNCAN, 1964, 10-A52: I secolo d.c. 3. Tav. XXIII, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, XLV-15: prima metà I secolo d.c. 4. Tav. XXIII, n. 4. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, 22.II-83: 15 d.c.-45 d.c. 5. Tav. XXIII, n. 5. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, 22.II-66: 15 d.c.-45 d.c. 6. Tav. XXIII, n. 6. Cfr.: DYSON, 1976, LS-81: fine I secolo d.c.-metà III secolo d.c. 7. Tav. XXIII, n. 7. Cfr.: DYSON, 1976, PD-123: a.c. 8. Tav. XXIII, n. 8. Cfr.: MM3, LVII-6: I secolo a.c. 9. Tav. XXIII, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, XLV-1: seconda metà II secolo a.c.-inizi I secolo a.c. 10. Tav. XXIII, n. 10. Cfr.: VALENTI, 1995a, XLV-6: I secolo a.c. 11. Tav. XXIII, n. 11. Cfr.: In associazione a materiali di I secolo d.c. 12. Tav. XXIV, nn. 6, 7. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, PD-74: a.c. Forma A2 Bordo estroflesso, orlo arrotondato internamente e sfaccettato all esterno. 1. Tav. XXIV, n. 1. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, 22.II-130: 15 d.c.-45 d.c. Forma A3 Bordo estroflesso di spessore ridotto, orlo arrotondato. 1. Tav. XXIV, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, XLV-21: fine I secolo a.c.-i secolo d.c. Forma B Bordo eretto strombato, orlo appena denunciato all esterno. 1. Tav. XXIV, n. 2. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, 22.II-130: 15 d.c.-45 d.c. Forma C Bordo a tesa, orlo arrotondato. 1. Tav. XXIV, n. 4. Cfr.: OLCESE, 1993, 31-12: I secolo d.c.; VALENTI, 1995a, XL- VII-1: a.c. 2. Tav. XXIV, n. 5. Cfr.: OLCESE, 1993, : I secolo d.c. Forma D Bordo orizzontale appena denunciato all esterno e sottolineato da un rigonfiamento, orlo arrotondato. 1. Tav. XXIV, n. 8. Cfr.: VALENTI, 1995a,XLVIII-2: I secolo a.c.-metà I d.c. 2. Tav. XXIV, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, XLVIII-13: d.c. Catini Forma A Bordo leggermente ingrossato sagomato e introflesso, orlo arrotondato. 1. Tav. XXIV, n. 10. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. Pentole e coperchi 1. Tav. XXV, n. 1. Cfr.: Ricorda DYSON, 1976, 22.II-10: 15 d.c.-45 d.c. 2. Tav. XXV, n. 2. Cfr.: riconducibile anche a OLCESE, 1993, : metà I secolo d.c. 3. Tav. XXV, n. 3. Cfr.: DYSON, 1976, PD-27: a.c. 4. Tav. XXV, n. 4. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. 5. Tav. XXV, n. 5. Cfr.: DYSON, 1976, 22.II-8: 15 d.c.-45 d.c. 6. Tav. XXV, n. 6. Cfr.: Provenienti da emergenze di I secolo d.c. Fondi pertinenti a forme chiuse Forma A1 Piede ad anello. 1. Tav. XXVI, nn. 1, 2, 3, 5, 6. Forma A2 Piede appena accennato, sagomato. 1. Tav. XXVI, n. 4. Forma A3 Piede appena accennato, piano. 1. Tav. XXVI, n. 8. Forma B Apodo, piano. 1. Tav. XXVI, nn. 9, 10, 11, 12. Anse 1. Atorciglione. Tav. XXVI, n A nastro, esternamente sagomata. Tav. XXVI, n. 14. Decorazioni 1. Tav. XXVI, n. 15. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione in- 210

15 cisa: due scanalature parallele con motivo a zig-zag e andamento orizzontale (spessore da 4 a 2.5 mm). Impasto depurato, aranciobeige, compatto. Cfr.: Proveniente da emergenza di I secolo d.c. Forme aperte Tegami Forma A1 Bordo ripiegato all esterno, orlo arrotondato. 1. Tav. XXVII, n. 3. Cfr.: DYSON, 1976, 16.IV-9: metà II secolo a.c. Forma A2 Bordo ripiegato e scanalato all esterno, orlo arrotondato 1. Tav. XXVII, n. 1. Cfr.: DYSON, 1976, 22.II-34: 15 d.c.-45 d.c. 2. Tav. XXVII, n. 2. Cfr.: DYSON, 1976, 22.II-38: 15 d.c.-45 d.c. CERAMICA ACROMA DEPURATA Forme aperte Ciotole e ciotole/coperchio Forma A1 Bordo eretto leggermente rientrante, orlo arrotondato 1. Tav. XXVII, n. 4. Cfr.: MM3, LXVI-2: fine I secolo a.c.-i secolo d.c. 2. Tav. XXVII, n. 5. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. Forma A2 Bordo ingrossato e ripiegato all esterno, orlo arrotondato. 1. Tav. XXVII, n. 6; Tav. XXVIII, n. 1. Cfr.: DYSON, 1976, PD-17: a.c. 2. Tav. XXVII, n. 7. Cfr.: VALENTI, 1995a, LII-19: seconda metà I secolo d.c.-inizi II secolo d.c. 3. Tav. XXVIII, n. 2. Cfr.: DYSON, 1976, LS-81: fine I secolo d.c.-metà III secolo d.c. 4. Tav. XXVIII, n. 8. Cfr.: VALENTI, 1995a, LIII-4: I secolo a.c.-metà I secolo d.c. Forma B Bordo a tesa, orlo superiormente obliquo percorso da fini scanalature. 1. Tav. XXVIII, n. 3. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. Forma C Bordo appena introflesso, orlo piatto. 1. Tav. XXVIII, n. 4. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. Forma D Bordo appena estroflesso, orlo a fascia superiormente arrotondato. 1. Tav. XXVIII, nn. 5, 6, 7. Cfr.: Generico OLCESE, 1993, : fine I-II secolo d.c. Forma E Bordo estroflesso, orlo arrotondato, breve listello con margine assottigliato. 1. Tav. XXVIII, n. 9. Cfr.: OLCESE, 1993, : età augustea. Grandi contenitori Pithoi 1. Tav. XXIX, n. 3. Dolia 1. Tav. XXIX, nn. 1, 2, 4. Anfore 1. Tav. XXIX, n. 6. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. 2. Tav. XXIX, n. 5. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. Fondi d anfora 1. Tav. XXIX, n. 7. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. 2. Tav. XXIX, n. 8. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. 3. Tav. XXIX, n. 9. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. 4. Tav. XXIX, n. 10. Cfr.: Proveniente da emergenze di I secolo d.c. FASE 4: FINE III SECOLO D.C.-INIZI VII SECOLO D.C. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A Bordo eretto, orlo pendulo. 1. Tav. XXX, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1996a, (gruppo C) IX-1: V-VI secolo d.c. 2. Tav. XXX, n. 2. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXV-9, generica tarda antichità. Forma B1 Bordo estroflesso, orlo arrotondato. 1. Tav. XXX, n. 4. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, IV-4: fine V-inizi VI secolo d.c. 2. Tav. XXX, n. 3. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, IV-4: fine V-inizi VI secolo d.c; OLCESE, 41-89: tra IV e VI secolo d.c. Forma B2 Bordo estroflesso leggermente ingrossato, profilo interno più o meno concavo. 1. Tav. XXX, n. 7. Cfr.: OLCESE, 1993, 39-77: IV-V secolo d.c.; FROVA, 1977, CS, : V-VI secolo d.c. 2. Tav. XXX, n. 8. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXVI-17: corso del VI secolo d.c. 3. Tav. XXX, n. 9. Cfr.: OLCESE, 1993, 39-68: IV-V secolo d.c. 4. Tav. XXX, n. 10. Cfr.: Riconducibile a OLCESE, 1993, : IV-V secolo d.c. Forma B3. Bordo estroflesso, svasato e superiormente appiattito (o concavo); attacco con la parete in curva continua; spalla più o meno rialzata e arrotondata. 1. Tav. XXXI, n. 1. Cfr.: CASTAGNA-SPAGNOL, 1996, tipo 6-b: VII-IX secolo d.c.; BROGIOLO-GELICHI, 1986, III-7: VIII-IX secolo d.c. 2. Tav. XXXI, n. 2. Cfr.: CASTAGNA-SPAGNOL, 1996, tipo 9-21: V-VII secolo d.c. 3. Tav. XXXI, n. 3. Proveniente da emergenze di VI-VII secolo d.c. 4. Tav. XXXI, n

16 Cfr.: VALENTI, 1995a, LXV-18: fine V-inizi VI secolo d.c.; MU- RIALDO et alii, fig. 8, n Tav. XXXI, n. 4. Cfr.: PANTÒ, 1993, : fine V-inizi VI secolo d.c. Forma B4. Bordo leggermente estroflesso con scanalatura esterna; parete diritta nel primo tratto e bombata da metà in poi. 1. Tav. XXXI, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXXIII-5: VI-inizi VII secolo d.c. 2. Tav. XXXI, n. 7. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXXIII-5: VI-inizi VII secolo d.c. Forma B5. Bordo estroflesso a tesa orizzontale a sezione triangolare; parete a profilo concavo. 1. Tav. XXXII, n. 1. Cfr.: RUSCINO, 1993, 91-19: fine VII-IX secolo d.c. 2. Tav. XXXI, n. 8. Cfr.: RUSCINO, 1993, 91-19: fine VII-IX secolo d.c.; FRANCO- VICH-VALENTI, 1997, 9-1: V-VI secolo d.c. Forma B6. Bordo estroflesso a sezione triangolare. 1. Tav. XXXII, n. 2. Cfr.: OLCESE, 1993, 40-85: seconda metà VI secolo d.c. 2. Tav. XXXII, n. 3. Cfr.: OLCESE, 1993, 37-52: metà VI secolo d.c. 3. Tav. XXXIII, n. 1. Cfr.: Proveniente da emergenza di V-VI secolo d.c. Forma B7. Bordo estroflesso, orlo appena arrotondato 1. Tav. XXXII, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1996a, X-9: V-VI secolo d.c.; COLETTI, 1998, fig. 8, n. 7, contesti di V secolo d.c. 2. Tav. XXXII, n. 5. Cfr.: VALENTI, 1996a, X-8: VI secolo d.c.; COLETTI, 1998, fig. 9, n. 1, Gli esemplari più antichi sono datati al V, quelli più recenti al VII secolo d.c. 3. Tav. XXXII, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1996a, X-8: VI secolo d.c.; COLETTI, 1998, fig. 8, n. 7 e fig. 9, n. 3, ambedue datate al VII secolo d.c. Forma C Con labbro a fascia, orlo leggermente assottigliato in punta, ingrossato e distinto lungo il profilo esterno e interno. 1. Tav. XXX, n. 5. Cfr.: VALENTI, 1995a, LX-3 o LXI-1: VI-inizi VII secolo d.c.; FROVA, 1977, CS-2345/1: V-VI secolo d.c; MM3, C-16: fine V-VI secolo d.c. 2. Tav. XXX, n. 6. Cfr.: Fiesole, 1990, 45-28: IV-V secolo d.c.; BOLDRINI-PARENTI, 1991, IX-187: VI secolo d.c.; CIAMPOLTRINI, 1998, fig. 6, n. 2, VI-VII secolo d.c. Forme aperte Ciotole e ciotole/coperchio Forma A1 Bordo estroflesso a tesa orizzontale a sezione trapezoidale; parete obliqua a profilo rettilineo. 1. Tav. XXXIII, n. 2. Cfr.: MM3, CIV-20: VI secolo d.c. 2. Tav. XXXIII, n. 3. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, XLII-7: VI secolo d.c. 3. Tav. XXXIII, n. 4. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, XLII-7: VI secolo d.c. 4. Tav. XXXIII, n. 5. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, XLII-6: VI secolo d.c. 5. Tav. XXXIII, n. 6. Cfr.: MM3, CIV-20: VI secolo d.c. Forma B Bordo convesso e nettamente ingrossato, labbro piatto. 1. Tav. XXXIII, n. 7. Cfr.: CASTAGNA, SPAGNOL, 1993, tipo 3 (II-28): V-VI secolo d.c. Forma C Bordo più o meno estroflesso a tesa orizzontale; parete esterna a profilo più o meno convesso. 1. Tav. XXXIII, n. 8. Cfr.: MM3, CIII-8: fine IV-inizi V secolo d.c. 2. Tav. XXXIII, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXXI-2: VI-VII secolo d.c. 3. Tav. XXXIII, n. 10. Cfr.: Molto simile al precedente seppure con orlo maggiormente distinguibile è anch esso riconducibile al tipo Valenti, 1995a, LXXI-2: VI-VII secolo d.c. 4. Tav. XXXIII, n. 11. Cfr.: Provenienti da emergenze di V-VII secolo d.c. 5. Tav. XXXIII, n. 12. Cfr.: Provenienti da emergenze di V-VII secolo d.c. Forma D Bordo arrotondato introflesso, bordo superiormente piatto o poco convesso; profilo esterno più o meno obliquo e convesso. 1. Tav. XXXIV, nn. 1, 2, 4, 7. Cfr.: Riconducibili alla forma HAYES 61A datata d.c. La forma ha senza dubbio una notevole continuità, infatti sono presenti confronti con la Crypta Balbi e in genere l Italia centrale fino al VII secolo d.c., RICCI, 1998, fig. 1, nn. 9, Tav. XXXIV, n. 5. Cfr.: CASTAGNA, SPAGNOL, 1996, tipo 1 (II-30): V-VI secolo d.c. 3. Tav. XXXIV, n. 3. Cfr.: Proveniente da emergenze di VI secolo d.c. 4. Tav. XXXIV, n. 9. Cfr.: Proveniente da emergenze di VI secolo d.c. Forma E Bordo ingrossato, labbro eretto. 1. Tav. XXXIV, nn. 6, 8. Cfr.: BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, XLI-7: VI secolo d.c.; MM3, CIII-10: metà V-fine VI secolo d.c. Forma F Bordo estroflesso a tesa orizzontale; parete obliqua a profilo convesso. 1. Tav. XXXIV, n. 10. Cfr.: SPAGNOL, 1996, tipo 1 (I-1): V-VIII secolo d.c.; MM3, CIV-20: VI secolo d.c. 2. Tav. XXXIV, n. 12. Cfr.: SPAGNOL, 1996, tipo 3 (I-5): fine IV-VI secolo d.c. 3. Tav. XXXIV, n. 13. Cfr.: Fiesole, 1990, 21-27: fine IV, metà V secolo d.c.; Ravenna, 1983, 4-87: seconda metà IV secolo d.c. 4. Tav. LXIX, n. 5. Cfr.: NEGRI, 1994, 1-1: VI-VII secolo d.c.; variante HAYES 50B, Atlante, 1981 XXXVII: fine IV-metà V secolo d.c. Forma G Bordo a nastro a tesa orizzontale, labbro piano o convesso più o meno ingrossato; parete obliqua a profilo convesso. 1. Tav. XXXIV, n

17 Cfr.: Provenienti da emergenze di V-VII secolo d.c. 2. Tav. XXXV, n. 2. Cfr.: Riconducibile alla forma Hayes 103 in Sigillata africana. Imitazioni di questa forma anche in impasti acromi grezzi, sono state individuate in strati di VI secolo d.c. presso la domus di Gaudenzio sul Celio e a Pianabella. FONTANA, 1998, p. 92, fig. 5, n. 5; p. 94, fig. 7, n. 5. Un confronto stretto anche se in impasto viene dalla costa toscana (Cosa), CIAMPOL- TRINI, 1998, fig. 6, n. 4, metà VI secolo d.c. 3. Tav. XXXV, n. 1. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXXXIV-8: prima metà del VI secolo d.c. ACROMA DEPURATA Forme chiuse Boccali Forma A Bordo nastriforme con spigolo inferiore appena denunciato, orlo arrotondato rivolto verso l esterno. 1. Tav. XXXV, n. 9. Proveniente da emergenza di V-VII secolo d.c.; Confronti con brocche dal profilo sagomato vengono dall Abruzzo, datate in contesti di V-metà VI secolo d.c., STAFFA, 1998, fig. 8, nn. 27f e 30b. Olle Forma A Bordo nastriforme con spigolo inferiore più o meno pronunciato, orlo arrotondato. 1. Tav. XXXV, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, LX-8: inizi fino a metà VI secolo d.c.; Fiesole, : fine IV-inizi V secolo d.c. 2. Tav. XXXV, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1996a, (gruppo A) VIII-8: VI-VII secolo d.c. 3. Tav. XXXV, n. 5. Cfr.: VALENTI, 1996a, (gruppo A) VII-4: prima metà V secolo d.c.-fino al VI-VII secolo d.c.; Forme analoghe in ceramica comune sono state rinvenute a Sant Antonino nel Finale, in contesti di VI-VII secolo d.c., importate dall area nordafricana, MURIALDO, et alii, 1998, fig. 6, nn. 7, Tav. XXXV, n. 6. Cfr.: VALENTI, 1995a, LIX-14: tra VI e VIII secolo d.c. 5. Tav. XXXV, n. 7. Cfr.: VALENTI, 1995a, LV-7: V e VII secolo d.c. 6. Tav. XXXV, n. 8. Cfr.: OLCESE, 1993, 42-99: metà V-VIII secolo d.c.; Otranto, 4:3-329: tardo VI secolo d.c. Forma B Bordo estroflesso, labbro a sezione rettangolare con risega lungo il lato esterno. 1. Tav. XXXV, n. 10. Cfr.: Riconducibile a DYSON, 1976, FC-13: inizi IV secolo d.c.; STAFFA, 1998, fig. 7, n. 25b, datata al V-metà VI secolo d.c. Forma C Bordo ingrossato, svasato internamente; profilo esterno convesso. 1. Tav. XXXV, n. 11. Cfr.: Riconducibile al tipo OLCESE, 1993, : V-VI secolo d.c. Forma D1 Bordo incavato a forma di S, superiormente appiattito, esternamente arrotondato. 1. Tav. XXXV, n. 12. Cfr.: OLCESE, 1993, 42-97: VI secolo d.c. 2. Tav. XXXV, n. 15. Cfr.: VALENTI, 1996a, (gruppo D) IX-6: V secolo d.c. 3. Tav. XXXV, n. 13. Cfr.: OLCESE, 1993, 42-96: VI secolo d.c.; VALENTI, 1995a, LXII-12: fine V-VI secolo d.c.; CIAMPOLTRINI, 1992, 26-11: fine V-VI secolo d.c. Forma D2 Bordo verticale a profilo sinusoidale. 1. Tav. XXXV, n. 14. Cfr.: VALENTI, 1995a, LXVI-7: V-VII secolo d.c.; Una forma simile in ceramica comune dipinta di rosso, presso la basilica di Pianabella è datata prima metà V-seconda metà VI secolo d.c., CIARROCCHI, 1998, fig. 4, n. 10. Forma E Orlo a sezione quadrangolare. 1. Tav. XXXV, n. 16. Cfr.: OLCESE, 1993, 41-89: IV-VI secolo d.c. Catini Le ricognizioni di superficie sul territorio di Murlo non hanno restituito tracce inerenti alla fase tardo antica in quantità cospicue, ma hanno permesso di individuare siti di questa fase in luoghi di particolare interesse 36 e allo stesso tempo hanno rivelato la presenza di alcuni materiali ceramici particolari. È il caso di alcuni frammenti di ceramica acroma depurata rinvenuti in una massiccia concentrazione di reperti affioranti, in località Poggio Casale 37. La forma di questi pezzi è in tutti i casi riconducibile a grandi contenitori. La foggia è estremamente caratterizzante: bordo a sezione pentagonale, labbro introflesso, spalla leggermente modanata, forma globulare. In alcuni casi sul labbro è presente una decorazione impressa. Si tratta di un motivo a ruota raggiata (Tav. XXXVI, nn. 1, 2, 3, 4; Tav. XXXVII, n. 1, 2, 3) (Fig. 6). I confronti con pezzi analoghi provengono da aree diverse e lontane tra loro. Nella maggior parte dei casi si rifanno a impasti grezzi. In effetti proprio l impasto depurato è uno degli elementi che li distingue. Tali forme affondano le radici senza dubbio nella tradizione tardo romana, confronti con vasi che accennano una rientranza nell angolazione del bordo si hanno già a partire dagli inizi del IV secolo d.c. (DYSON, 1976, FC.24). La diffusione di queste forme sembra avere un ambito molto vasto. Confronti stretti provengono dalla Valle del Pescara, appena all interno della costa adriatica, datati al V-metà VI secolo d.c. (STAFFA, 1998, fig. 9, n. 32 a, b). Se ne trovano esempi a Ventimiglia, in impasti grezzi, molto curati nella tornitura, considerati di probabile produzione locale (OLCESE, 1993, p. 252) fino ad allargarsi a molte zone del Mediterraneo durante i secoli V e VI d.c. Affinità tipologiche sono state registrate con la Spagna (dove il tipo di contenitore trova origine in forme circolanti nel basso impero, (VE- GAS, 1973, p. 17). L area ispanico-orientale testimonia produzioni simili fino all inizio del VII secolo d.c. (GUTIÉRREZ LLORET, 1998, fig. 5, n. 6). Forme simili, ma non tornite, forse provenienti da officine dell Italia meridionale, circolano in tutta la conca del Mediterraneo: Provenza, Nord Africa, Sardegna, Corsica, (OLCESE, 1993, p. 252; FULFORD-PEACOCK, 1984, fig. 59, n. 32; VILLEDIEU, 1984, fig , tipo 36; CATHMA, 1991, fig. 24, tipo 7). 36 Mi riferisco in questo caso al sito di Poggio Castello-Montepescini (Cfr. Schedario Topografico, F.120 II, 73), dove le tracce di abitazioni tardo antiche, pur se di difficile lettura per l elevata quantità di materiali ceramici inerenti a quattro distinte fasi, hanno mostrato una frequentazione del sito di entità considerevole, precedentemente all attestazione del castello medievale. 37 Cfr. Schedario Topografico F.120 II,

18 La particolarità dei pezzi di Murlo sembra rimarcarsi sommando i confronti elencati. Fino a questo momento non è stato possibile individuare affinità con tipi provenienti da aree rurali come il nostro territorio. Tutti i rimandi vanno verso zone aperte sul Mediterraneo, dove è plausibile che il traffico commerciale si rifletta in una certa uniformità delle merci circolanti e nel loro radicamento a livello di successive produzioni locali 38. In Italia, oltre alle zone costiere (Cosa, Ventimiglia e la costa abruzzese), i confronti sono stati individuati negli scavi per la metropolitana a Milano (MM3, CIX-6: ) e in quelli della città di Porto 39. È chiaro che i contesti citati non possono essere paragonati all isolamento dai traffici mediterranei, nel quale deve essersi trovato il territorio di Murlo nella tarda antichità. Infine la particolarità forse più spiccata dei pezzi in esame è la decorazione impressa sul labbro. Si tratta di un motivo radiale (i raggi nel nostro caso sono sei) in rilievo, circoscritto in un cerchio impresso. Il timbro in sé ha trovato una serie di confronti molto stretti nell area nord orientale della penisola (NEGRI, 1994, 11-2), ma si tratta di una casistica diversa, sono marchi a rilievo sui fondi di contenitori in acroma grezza 40. Nel nostro caso il marchio è impresso e si trova in posizione completamente diversa, maggiormente assimilabile a decorazioni poste sulla tesa. Non è da escludere che si ispirino al gusto e al campionario delle decorazioni circolanti sulle ceramiche sigillate africane e sulle successive imitazioni 41. Esemplari simili, su imitazioni di africane, provengono dal sito della Masseria Dragone, in area casertana (PAUL ARTHUR, 1998, fig. 2, E). Per il momento resta dubbio il tipo di utilizzo che si poteva fare di questi contenitori, troppo grandi per essere ceramiche da mensa, in acroma depurata non refrattaria, quindi inutilizzabili come vasellame da fuoco, probabilmente contenitori destinati alla conservazione, anche se la loro buona fattura renderebbe poco credibile anche quest ultima possibilità. Il contesto dove sono stati raccolti è stato interpretato come un abitazione monofamiliare. Il resto del corredo ceramico risponde a canoniche associazioni funzionali: la ceramica da mensa corrente, è rappresentata da un bordo di ciotola imitante la forma Hayes 61. Molte olle in grezza, poco caratterizzanti nella forma, ma indicative della funzione come ceramica da fuoco, testimoniano il corredo d uso più spicciolo, mentre proprio l assenza di altri tipi di grandi contenitori, fa propendere allo stato attuale, l interpretazione dei nostri catini come recipienti da conserva. Cristina Felici Fig. 6. Decorazione impressa. 38 Così avviene in Spagna, quando a partire dalla metà del VI secolo d.c. e per tutto il VII, le produzioni locali aumentano sensibilmente fino a sostituirsi alle importazioni, cospicue in precedenza specialmente dal Nord Africa, GUTIÉRREZ LLORET, Forma A Bordo a sezione pentagonale, labbro introflesso; spalla leggermente modanata, forma globulare. 1998, p Dove una tipologia di tegami in acroma grezza da fuoco (è questa la casistica morfologica che in questo sito riprende l orlo rientrante), anche in questo caso è confron- Cfr.: MM3, CIX-6: inizi IV-inizi V secolo d.c. 1. Tav. XXXVI, nn. 1, 2, 3; Tav. XXXVII, n. 1. tata con esemplari provenienti da Cartagine (COLETTI, 1998, fig. 10, n. 7; FULFORD- Tav. LXXIV, n. 2: confronti calzanti in acroma depurata vengono PEACOCK, 1984, fig. 58, 24.3). 40 Sembra trattarsi di un fenomeno molto particolare e diffuso in tutta l area subalpina, che si afferma a partire dal tardo antico, fino ad arrivare al XIII e XV secolo, dove appare particolarmente evidente (NEGRI, 1994, p. 82). 41 FONTANA, 1998,

19 dalla zona abruzzese: STAFFA, 1998, fig. 9, n. 32 a, b, datate al V- metà VI secolo d.c. Un confronto estremamente puntuale sebbene eccessivamente lontano, proviene dalla Spagna orientale (Tolmo de Minateda), datato alla seconda metà del VII secolo d.c., GUTIÉR- REZ LLORET, 1998, fig. 5, n. 6.; Esemplari di casseruole con orlo rientrante, in impasto, sono documentate a Porto nel corso del VI secolo d.c., COLETTI, 1998, fig. 10, n. 7. Il marchio impresso sul labbro, una ruota raggiata, è riconducibile al tipo NEGRI, 1994, 11-2: IV-V secolo d.c.; con persistenze fino al VI secolo d.c. 2. Tav. XXXVI, n. 4. DYSON, 1976, FC-24: inizi IV secolo d.c. 3. Tav. XXXVII, n. 2. Cfr.: Riconducibile al tipo OLCESE, 1993, : V-VI secolo d.c. Tav. LXXIV, n. 2.: Il marchio impresso sul labbro, una ruota raggiata, è riconducibile al tipo NEGRI, 1994, 11-2: IV-V secolo d.c.; con persistenze fino al VI secolo d.c. 4. Tav. XXXVII, n. 3. Cfr.: Proveniente da emergenza collocabile tra inizi IV-fino al VI secolo d.c. Fondi 1. Piano, apodo. Tav. XXXVIII, n. 1. Cfr.: Provenienti da emergenze di V-VII secolo d.c. Tav. XXXVIII, n. 2. Cfr.: Provenienti da emergenze di V-VII secolo d.c. 2. Ad anello con piede ripiegato all esterno. Tav. XXXVIII, n. 3. Cfr.: Fiesole, 1990, 29-74: seconda metà IV-inizi V secolo d.c. Confronto con fondo di ceramica a vernice rossa tarda, di dimensioni leggermente minori. La classe ceramica è quindi diversa ma il profilo è assolutamente identico. Anse 1. a nastro. Tav. XXXVIII, nn. 4, 5. Forme aperte Ciotole Forma A Bordo a sezione triangolare, introflesso. 1. Tav. XXXIX, n. 1. Cfr.: STAFFA, 1991, : VII-VIII secolo d.c.; FROVA, 1977, : VI secolo d.c. Forma B bordo nastriforme con spigolo inferiore netto all esterno, orlo arrotondato rivolto verso l alto. 1. Tav. XXXIX, n. 3. Cfr.: VALENTI, 1995a, LVI-2: VI-VII secolo d.c. Catini Forma A Bordo leggermente ingrossato, introflesso. 1. Tav. XXXIX, n. 2. Cfr.: Proveniente da emergenze di V-VII secolo d.c. Forma B Bordo piatto superiormente e orizzontale, ampia tesa orizzontale rivolta verso l esterno a sezione rettangolare. 1. Tav. XXXIX, n. 4. Proveniente da emergenze di V-VII secolo d.c.; confronto generico BROGIOLO-CASTELLETTI, 1991, XLI-18: VI secolo d.c. Forma C Bordo fortemente introflesso. 1. Tav. XXXIX, n. 5. Proveniente da emergenza di IV secolo d.c. 2. Tav. XXXIX, n. 6. Proveniente da emergenza di V-VII secolo d.c. Decorazioni impresse e incise su ceramica acroma grezza e depurata 1. Tav. XXXIX, n. 7. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione incisa: due scanalature parallele (spessore 4 mm) distanziate di 2.1 cm racchiudono una terza incisione con motivo a onda (andamento sinistroso). Impasto depurato, beige, compatto. Cfr.: PANTÒ, 1996, 13-13: fine VI-VII secolo d.c.; VON HES- SEN, 1968, : VII secolo d.c. 2. Tav. XXXIX, n. 8. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione impressa: punzonature di forma circolare piuttosto regolari (diametro 3.5 cm) distribuite casualmente. Impasto depurato, beige, compatto. Cfr.: ARTHUR-PATTERSON, 1998, fig. 7, n. 9. Naturalmente la grande distanza con Otranto rende il confronto meno significativo. 3. Tav. XXXIX, n. 9. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione incisa: scanalatura con motivo a ondina ad andamento orizzontale (spessore da 4 a 1.5 mm), rettilinea (spessore da 3 a 2 mm) e 5 impressioni di forma circolare (diametro ca. 4 mm). Impasto grezzo, ricco di piccoli inclusi bianchi e neri. Duro, a pori fini, arancio-rossatro. 4. Tav. XXXIX, n. 10. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione incisa con motivo a onda (spessore 1 mm; andamento sinistroso). Impasto depurato, beige, compatto. Cfr.: SPAGNOL, 1996, III-31: V-IX d.c. 5. Tav. XXXIX, n. 11. Frammento di parete riconducibile a forma chiusa. Decorazione caratterizzata da incisioni con pettine di linee sottili giustapposte (da 4 a 7) con andamento sinusoidale (spessore da 1 a 0.5 mm). Impasto depurato, beige, compatto. Cfr.: PANTÒ, 1996, 13-13: IV-inizi VI secolo d.c. FASE 5-6: X SECOLO D.C.-XII SECOLO D.C./XIII SECOLO D.C.-XV SECOLO D.C. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A1 Lungo bordo svasato, arrotondato esternamente con spigolo interno vivo. 1. Tav. XL, nn Cfr.: VALENTI, 1995a, XCV-1: IX-XIII secolo d.c.; LECIEJWICZ, 1977, 45-1: IX-X secolo d.c. Forma A2 Bordo svasato e ingrossato a profilo obliquo leggermente arrotondato. 1. Tav. XL, nn Cfr.: VALENTI, 1995a, XCII-3: IX-X secolo d.c. o seconda metà X-inizi XI secolo d.c. 215

20 2. Tav. XL, n. 9. Cfr.: VALENTI, 1995a, XCII-2: IX-X secolo d.c. o seconda metà X-inizi XI secolo d.c. Forma B Bordo eretto leggermente ingrossato, labbro appiattito. 1. Tav. XL, n. 8. Cfr.: Generico con BRUNI, 1993, MFAC-6 (p. 430): X-XII secolo d.c. Forma C1 Bordo estroflesso, labbro appiattito. 1. Tav. XL, nn Cfr.: BRUNI, 1993, MFAC-23 (p. 433): X-inizi XI secolo d.c.; BROGIOLO-GELICHI, 1986, V-1 (p. 302): IX-X secolo d.c. Forma C2 Bordo estroflesso rettilineo, labbro arrotondato, collo distinto. 1. Tav. XL, n. 13; Tav. XLI, n. 2. Cfr.: PANTÒ, 1996, 24-17: X secolo d.c.; BRUNI, 1993, MFAC- 18 (p. 433): X-inizi XI secolo d.c.; NEGRO PONZI MANCINI, 1996, 3-20: fine X-XIII secolo d.c. Forma C3 Bordo estroflesso rettilineo, labbro arrotondato. 1. Tav. XLI, nn. 7, 8, 12; Tav. XLII, n. 7. Cfr.: BRUNI, 1993, MFAC-49 (p. 437): XII-XIII secolo d.c. 2. Tav. XLI, n. 14. Cfr.: VALENTI, 1996c, XIX-3: metà XIII secolo d.c. 3. Tav. XLI, n. 13. Cfr.: Generico CIAMPOLTRINI, 1992, 31-4: primi decenni dell XI secolo-fine XIII secolo d.c. Forma C4 Bordo estroflesso rettilineo all esterno, labbro arrotondato. 1. Tav. XLI, n. 11; Tav. XLII, nn. 1, 6. Cfr.: BRUNI, 1993, MFAC-29 (p. 433): metà X-inizi XI secolo d.c.; FRANCOVICH et alii, 1978, XXXIV-235: XIII-XIV secolo d.c.; PANTÒ, 1996, 5-3: fine IX-XI secolo d.c. Forma C5 Bordo estroflesso curvilineo, labbro arrotondato. 1. Tav. XLI, n. 1. Cfr.: PANTÒ, 1996, 23-3: fine IX-XI secolo d.c. 2. Tav. XLI, nn. 5, 6; XLI, nn. 9, 10; XLII, nn Cfr.: Generico CIAMPOLTRINI, 1992, 31-4: primi decenni dell XI secolo-fine XIII secolo d.c. 3. Tav. XLI, n. 3. Cfr.: PANTÒ, 1996, 5-2: fine IX-XI secolo d.c. 4. Tav. XLI, n. 4. Cfr.: PANTÒ, 1996, 5-10: X-XI secolo d.c. Forma C6 Bordo leggermente estroflesso, labbro arrotondato, collo ridotto. 1. Tav. XLII, nn. 8, 9. Cfr.: VALENTI, 1996c, XXII-6: primo quarto del XIII secolo d.c.; BRUNI, 1993, MFAC-14 (p. 433): metà X-inizi XI secolo d.c. 2. Tav. XLII, n. 10. Cfr.: NEGRO PONZI MANCINI, 1996, 2-7: fine X-XIII secolo d.c. 3. Tav. XLII, n. 11. Cfr.: VALENTI, 1996c, XIX-3: primo quarto del XIII secolo d.c. 4. Tav. XLII, nn. 12, 13. Cfr.: BRUNI, 1993, MFAC-30 (p. 433): metà X-inizi XI secolo d.c. 5. Tav. XLII, n. 14. Cfr.: CIAMPOLTRINI, 1996, 31-3: primi decenni dell XI secolofine XIII secolo d.c. Forma C7 Lungo bordo leggermente estroflesso, labbro ingrossato e arrotondato, collo ridotto. 1. Tav. XLIII, n. 6. Proveniente da emergenze di XI-metà XII secolo d.c. 2. Tav. XLIII, n. 7. Cfr.: Generico FRANCOVICH-PARENTI, 1987, XI-18: Fine XI-primi decenni XII secolo d.c. Forma D1 Bordo leggermente estroflesso, labbro orizzontale appena accennato. 1. Tav. XLIII, n. 1. Cfr.: FRANCOVICH-PARENTI, 1987, XII-14: XI-XIV secolo d.c. Forma D2 Bordo leggermente estroflesso indistinto dalla parete, labbro orizzontale. 1. Tav. XLIII, nn. 2, 3. Cfr.: Generico FRANCOVICH-PARENTI, 1987, XII-14: XI-XIV secolo d.c. Forma D3 Bordo leggermente estroflesso, labbro orizzontale ingrossato e arrotondato. 1. Tav. XLIII, n. 4. Cfr.: FRANCOVICH-PARENTI, 1987, I-23: XI-XIV secolo d.c.; VANNINI, 1985, 2119 (p. 391): fine XIII-inizi XIV secolo d.c. Forma E Bordo piatto pronunciato all esterno 1. Tav. XLIII, n. 5. Cfr.: GELICHI, 1986, V-3: XIV-prima metà XV secolo d.c. Fondi di olle 1. Leggera depressione a marcare il piede, parete molto inclinata concava. Tav. XLIII, n Apode, parete quasi verticale concava. Tav. XLIII, n Apode con spigolo esterno vivo, interno concavo, spessore costante. Tav. XLIII, n. 10. Anse di olle 1. A nastro di larghezza variabile. Tav. XLIII, nn. 11, 12. Tegami Forma A Orlo indistinto, labbro piatto nella parte superiore; parete esterna a profilo convesso; fondo non id. 1. Tav. XLIV, n. 1. Riferibili allo stesso tipo 3 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma B Orlo distinto con labbro a sezione rettangolare, piatto nella parte superiore con angoli stondati; parete esterna a profilo convesso; fondo non id. 1. Tav. XLIV, n. 2. Riferibili allo stesso tipo 4 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma C1 Orlo indistinto, leggermente ristretto, labbro piatto nella parte superiore; parete esterna a profilo convesso; fondo non id. 1. Tav. XLIV, n. 3. Riferibili allo stesso tipo 7 esemplari tutti proveniente da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma C2 Orlo indistinto all esterno, parte superiore e interna 216

21 caratterizzata da una curva continua; parete esterna rettilinea e interna concava; fondo piano. 1. Tav. XLIV, n. 4. Riferibili allo stesso tipo 5 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Testi Forma A Parete esterna a profilo convesso, orlo indistinto arrotondato e fondo piano. 1. Tav. XLIV, n. 5. Riferibili allo stesso tipo 7 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma B Parete esterna e interna a profilo concavo, orlo indistinto con labbro arrotondato e fondo piano con piede più o meno distinto. 1. Tav. XLIV, n. 6. Riferibili allo stesso tipo 14 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma C Parete esterna a profilo rettilineo, orlo indistinto con labbro rettangolare e fondo piano. 1. Tav. XLIV, n. 7. Riferibili allo stesso tipo 12 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. 2. Tav. XLIV, n. 8. Riferibili allo stesso tipo 4 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma D Parete esterna a profilo convesso, orlo indistinto con labbro a sezione triangolare; fondo piano. 1. Tav. XLV, n. 1. Forma E Parete bassa inclinata verso l esterno; profilo interno e esterno concavo, orlo indistinto con labbro arrotondato e ingrossato; fondo piano con piede più o meno distinto. 1. Tav. XLV, n. 2. Riferibili allo stesso tipo 6 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma F Parete bassa inclinata verso l esterno; profilo interno convesso ed esterno concavo, orlo indistinto con labbro arrotondato; fondo piano con piede più o meno marcato. 1. Tav. XLV, n. 4. Riferibili allo stesso tipo 2 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma G Parete bassa inclinata verso l esterno; profilo interno e esterno concavo, orlo indistinto con labbro sfaccettato e ingrossato; fondo piano con piede. 1. Tav. XLV, n. 3. Riferibili allo stesso tipo 1 esemplare tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma H Parete molto bassa inclinata verso l esterno; profilo interno ed esterno rettilineo, orlo indistinto con labbro arrotondato; fondo piano. 1. Tav. XLV, n. 5. Forma I Parete a profilo esterno concavo sagomato, orlo distinto con labbro arrotondato e ingrossato; fondo piano con piede. 1. Tav. XLV, n. 6. Riferibili allo stesso tipo 2 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Forma L Parete a profilo esterno rettilineo, orlo indistinto con labbro arrotondato e spigolo interno; fondo piano. 1. Tav. XLV, n. 7. Riferibili allo stesso tipo 5 esemplari tutti provenienti da emergenze di XI-XIV secolo d.c. Decorazioni su fondi di testi 1. Tav. XLV, n. 8. Area approssimativamente quadrata (ca. 7 7 cm) ribassata rispetto al piano superiore del testo entro la quale si trova un cerchio a rilevo; al centro del cerchio vi è impresso una specie di punto (diametro 1 cm). MAIOLICA ARCAICA Forme chiuse Boccali 1. Tav. XLV, n Tav. XLV, n. 10. Anse 1. A bastoncello. Tav. XLV, n A bastoncello doppio. Tav. XLV, n. 12. Fondi pertinenti a forme chiuse 1. Apode con spigolo esterno vivo, interno concavo. Tav. XLV, n Apode con spigolo esterno arrotondato, interno concavo, spessore costante. Tav. XLV, nn. 14, 15. Forme aperte Catini carenati Forma A Piccola tesa a becco di civetta. 1. Tav. XLVI, nn. 1, 2, 3. Cfr.: Riconducibili a FRANCOVICH, 1986, II-7: prima metà XIV secolo d.c. Forma B Bordo verticale orlo piatto confluente. 1. Tav. XLVI, n. 4. Cfr.: VALENTI, 1995a, CIV-3, secondo l autore riconducibile al tipo FRANCOVICH B.2.1: XIV secolo d.c. Forma C Bordo esterno ingrossato a nastro convesso orlo più o meno arrotondato. 1. Tav. XLVI, nn. 5, 6, 7, 9, 10. Cfr.: Tipo FRANCOVICH B.1.3: XV secolo d.c. 2. Tav. XLVI, nn. 8, 11. Cfr.: Tipo FRANCOVICH B.1.4: XV secolo d.c. Forma E Bordo introflesso, orlo arrotondato. 1. Tav. XLVII, nn. 1, 2. Cfr.: Riconducibili a FRANCOVICH, 1986, II-18: seconda metà XIV-XV secolo d.c. Ciotole emisferiche Forma A Bordo indistinto, orlo arrotondato. 1. Tav. XLVII, nn. 3, 4. Cfr.: Riconducibili a FRANCOVICH, 1986, II-34: seconda metà XIV-XV secolo d.c. 217

22 Fondi riferibili a forme aperte Si attesta esclusivamente il tipo con piede appena rilevato, interno concavo, spessore costante. 1. Tav. XLVII, nn. 5, 6, 7. Decorazioni 1. Tav. XLVII, n. 8. Generica da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. 2. Tav. XLVII, n. 9. Motivo a lisca di pesce in bruno alternato a brevi spazi vuoti. 3. Tav. XLVII, n. 10. Decorazione generica non meglio identificabile; da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. 4. Tav. XLVII, n. 11. Decorazione generica non meglio identificabile; da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. 5. Tav. XLVII, n. 12. Decorazione generica non meglio identificabile; da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. 6. Tav. XLVII, n. 13. Decorazione generica non meglio identificabile; da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. 7. Tav. XLVII, n. 14. Motivo costituito da foglie lanceolate semplici disposte a spina di pesce con margini in bruno e parte interna verde. Cfr.: Compare frequentemente nella maiolica arcaica fiorentina e umbro laziale, più raramente in quella pisana; motivo riproposto anche in tipologie più tarde. 8. Tav. XLVII, n. 15. Decorazione generica non meglio identificabile; da relazionare al consueto repertorio geometrico-vegetale. INGUBBIATA E GRAFFITA Piatti 1. Tav. XLVIII, nn. 1, 2, 3. Cfr.: Tipo FRANCOVICH C.4.1 MAIOLICA A ZAFFERA A RILIEVO Scodella carenata (Fig. 7) 1. Tav. XLVIII, n. 4. MAIOLICA RINASCIMENTALE Piatto 1. Tav. XLVIII, n. 5. Altri reperti ceramici 1. Tav. XLIX, n. 1 (Schedario Topografico F.120 II n ). Peso da telaio intero. Forma circolare con foro passante centro. Dimensioni: diametro 11.4 cm, spessore 5.3 cm. Argilla grezza; impasto con inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e granulosa, colore arancioocra in sezione e arancio-rossastro in superficie. Cfr.: Proveniente da contesto romano, tarda repubblica-prima età imperiale. 2. Tav. XLIX, n. 2 (Schedario Topografico F.120 II n ). Peso da telaio intero di forma troncopiramidale con base quadrata, spigoli stondati e foro passante trasversalmente a 1.5 mm dalla parte superiore. Faccia superiore caratterizzata impressione digitale di forma circolare (diametro 1.9 cm). Dimensioni: altezza 9.9 cm, larghezza base 7.5 cm, larghezza faccia 7.4 cm. Argilla grezza; impasto con inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza friabile e granulosa, colore beige in sezione e arancio-beige in superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di III-II secolo a.c. 3. Tav. XLIX, n. 5 (Schedario Topografico F.120 II n ). Peso da telaio in cattive condizioni di conservazione. Forma troncopiramidale con base rettangolare, spigoli stondati e foro passante trasversalmente decentrato a 1.1 mm dalla faccia superiore. Dimensioni: altezza 10.8 cm, larghezza base 5 cm, profondità base 8.9 cm, larghezza faccia superiore 3.8 cm, profondità faccia superiore ca. 6 cm. Argilla grezza; impasto con media presenza di vacuoli e inclusioni di medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e compatta, colore arancio-rosato in sezione e in superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di fine I secolo a.c.-i secolo d.c. 4. Tav. XLIX, n. 3 (Schedario Topografico F.120 I n. 47.2). Peso da telaio intero di forma troncopiramidale con base rettangolare, angoli arrotondati e foro passante trasversalmente a 1.35 mm dalla parte superiore. Dimensioni: altezza 11.3 cm, larghezza base 4 cm, profondità base 6.6 cm, larghezza faccia superiore 3.5 cm, profondità faccia superiore ca. 5.2 cm. Argilla grezza; impasto con inclusi di piccole dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e granulosa, colore beige in sezione e arancio-beige in superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di III-II secolo a.c. 5. Tav. XLIX, n. 4 (Schedario Topografico F.120 II n ). Frammento di peso da telaio (80%) di forma parallelepipeda con foro passante trasversalmente a 1.3 mm dalla parte superiore. Dimensioni: altezza 7.8 cm, larghezza 5.5 cm, profondità 7.4 cm. Argilla grezza; impasto con inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e granulosa, colore beige in sezione e arancio-rosato in superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di fine I secolo a.c.-i secolo d.c. Fig. 7. Maiolica a zaffera a rilievo 218

23 3. LATERIZIO DA COPERTURA Abbiamo già anticipato, nell esposizione del metodo di raccolta dei materiali, che di fronte a questa classe è stata applicata direttamente sul campo una selezione su base morfologica e tipo di impasto, raccogliendo solo gli esemplari più rappresentativi. È esclusa pertanto la possibilità di elaborare calcoli statistici sulle presenze nelle unità topografiche. Lo studio dei laterizi ha presto mostrato che era possibile operare una distinzione cronologica (piuttosto ampia) con una certa immediatezza, in base al tipo di impasto. Si possono distinguere nettamente tre gruppi di impasti, ognuno con diverse varianti, ai quali sono sempre associati materiali ascrivibili a tre diversi periodi: etrusco (fig. 8, n. 1), romano (fig. 8, n. 2) e bassomedievale (fig. 8, n. 3). Fig. 8. Tipo di superficie caratteristica di ogni gruppo 3.1. Catalogo degli impasti Seguendo i medesimi criteri adottati per la ceramica acroma grezza, abbiamo distinto su base autoptica 10 tipi di impasti riconducibili a tre gruppi. Gruppo A Impasto 1 Porosità Compatto. Durezza 5 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Netta. Tipi presenti: calcite. Dimensioni: grandi e molto grandi. Quantità: media. Colore Beige-rosato in sezione e rosso-arancio in superficie. Impasto 2 Porosità Pori grandi. Durezza 4 in superficie e 5 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite e mica. Dimensioni: medie e grandi. Quantità: elevata. Colore Beige in sezione e beige-rosato in superficie. Impasto 3 Porosità Compatto. Durezza 4 in superficie e 5 in sezione. Tipo di frattura A scaglie. Tipi presenti: calcite e mica. Dimensioni: medie e grandi. Quantità: media. Colore Grigio in sezione e arancio-rosato in superficie Impasto 4 Porosità Compatto. Durezza 5 in superficie e in sezione. Tipo di frattura A scaglie. Tipi presenti: calcite. Dimensioni: medie e grandi. Quantità: elevata. Colore Rosso-bruno in sezione e arancio-rosato in superficie Gruppo B Impasto 5 Porosità Pori grandi. Durezza 3 in superficie e 5 in sezione. Tipo di frattura Netta. Tipi presenti: calcite e chamotte. Dimensioni: grandi. Quantità: media. Colore Arancio in sezione e in superficie. Impasto 6 Porosità Compatto. Durezza 3 in superficie e 4 in sezione. Tipo di frattura Irregolare. Tipi presenti: calcite. Dimensioni: medie. Quantità: elevata. Colore Arancio-rossastro in sezione e rosato in superficie. Impasto 7 Porosità Compatto. Durezza 5 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Frastagliata. 219

24 Tipi presenti: calcite e mica. Dimensioni: fini. Quantità: scarsa. Colore Beige-giallastro in sezione e in superficie. Impasto 8 Porosità Compatto. Durezza 5 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Frastagliata. Tipi presenti: quarzo e mica. Dimensioni: grandi e molto grandi. Quantità: media. Colore Rossastro in sezione e rosso-arancio in superficie. Gruppo C Impasto 9 Porosità Pori grandi. Durezza 6 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Netta. Tipi presenti: quarzo e mica. Dimensioni: grandi e molto grandi. Quantità: media. Colore Beige-rosato in sezione e beige in superficie. Osservazioni Superficie caratterizzata da piccoli solchi, dovuti alla presenza nell impasto di materiali organici, di solito paglia, che bruciata durante la cottura lascia questa tipica impronta (fig. 8, n. 3). Impasto 10 Porosità Compatto. Durezza 5 in superficie e in sezione. Tipo di frattura Netta. Tipi presenti: quarzo e mica. Dimensioni: medie e grandi. Quantità: media. Colore Violaceo in sezione e cuoio in superficie. Osservazioni Come per il corpo ceramico n. 9 la superficie è caratterizzata da piccoli solchi Gruppi morfologici La distinzione in forme è stata sviluppata sui risultati emersi dallo studio degli impasti mantenendo la separazione in tre gruppi. Le dimensioni, sempre molto ridotte dei frammenti (un solo esemplare integro), non hanno permesso di creare a priori una tipologia sulla base della forma completa 42. Abbiamo dovuto ricorre a tipologie relative alle diverse parti caratterizzanti: ali e tipi di incavi 43. Complessivamente abbiamo potuto contare su bordi di cui 181 con incavo. 42 Considerata da specialisti in materia, principale condizione per approdare a risultati soddisfacenti, WIKANDER, 1986; WIKANDER, Posizioni meno rigorose sono sostenute da numerosi archeologi che di fronte alla necessità di studiare laterizi in condizioni frammentarie devono necessariamente scegliere criteri di selezione per individuare elementi singolari e significativi. Artimino, 1987, pp ; BIANCHI-STRINO, 1990, pp ; UBOLDI, 1991a, pp ; UBOLDI, 1991b, pp ; CAMERON et alli, 1984, pp ; CAPECCHI, 1987, pp Per la morfologia delle ali abbiamo considerato solo le variazioni più significative. Questo elemento, indubbiamente il più evidente, è anche il più variabile. Altezza e spessore sono determinati dal telaio in cui la tegola viene plasmata, ma la forma è data manualmente e quindi risulta irregolare e talvolta addirittura casuale (direttamente riconducibile all artigiano). L ala inoltre può presentare differenze anche notevoli di forma e di dimensioni tra un estremità e l altra, ad esempio un restringimento, una minore articolazione del profilo, la scomparsa di sporgenze e depressioni. Allo stesso modo i due risvolti di una stessa tegola possono avere forme leggermente diverse. Ciononostante l elaborazione di una tipologia risulta significativa poiché non possiamo ignorare che tegole troppo differenti (ciò vale sia per il profilo dell ala che per il tipo di incavo e riseghe) creerebbero difficoltà di posa quindi gli esemplari contemporanei dovrebbero avere forme e dimensioni simili, anche se provenienti da officine diverse. Si è quindi cercato di basare la suddivisione sulle caratteristiche dell ala che restano più costanti anche nel variare delle dimensioni: andamento della faccia interna. Può essere verticale e formare un angolo retto con la superficie interna della tegola, digradare allargandosi verso la base, oppure al contrario presentare una rientranza; ampiezza della parte superiore dell ala; tipo di inclinazione della parte superiore del risvolto. Può decrescere verso l interno, verso l esterno oppure presentarsi concavo o convesso; stondatura dell angolo interno e/o dell angolo esterno della parte superiore dell ala. Può assumere forme diverse, sfaccettate o a profilo continuo; ulteriore elemento caratterizzante nella determinazione di sottotipi è costituito dalla presenza di scanalature poco profonde all interno della tegola in coincidenza con l ala. Gruppo 1. Forme corrispondenti ai corpi ceramici del gruppo A 1. Tav. L, n. 1. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore più o meno convesso, con solcatura lungo la parte esterna del risvolto e angolo interno stondato confluente in un angolo arrotondato con il piano di fondo. L angolo esterno è piuttosto spigoloso (dimensioni: h. max. 6.5 cm-min. 5 cm; largh. max. 4 cm-min. 3.5 cm). 2. Tav. L, n. 2. Ala a sezione trapezoidale con profilo superiore inclinato, confluente in una curva continua oltre l angolo interno separata dal piano di fondo da un raddrizzamento (dimensioni: h. max. 8.2 cmmin. 6 cm; largh. max. 4.3 cm-min. 3.6 cm). 3. Tav. L, n. 3. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore piano o poco convesso, con angolo interno stondato ed esterno più o meno spigoloso; separata dal piano di fondo da una solcatura poco marcata (dimensioni: h. max. 6.6 cm-min. 6.9 cm; largh. max. 4,5 cm-min. 4 cm). 4. Tav. L, n. 4. Ala a sezione trapezoidale con profilo superiore più o meno curvo e inclinato verso l angolo interno collegato al piano di fondo da una linea obliqua (dimensioni: h. max. 5.6 cm-min. 4.1 cm; largh. max. 2.8 cm-min. 2.2 cm). 220

25 5. Tav. L, n. 5. Si distingue dal tipo V per la maggiore altezza dell ala (dimensioni: h. max. 8.5 cm; largh. max. 3.5 cm). 6. Tav. L, n. 6. Ala superiormente appiattita a sezione trapezoidale, con angolo interno stondato collegato al piano di fondo da una linea più o meno obliqua. L angolo esterno è piuttosto arrotondato (dimensioni: h. max. 5 cm-min. 4.2 cm; largh. max. 5.4 cm-min. 4 cm). 7. Tav. L, n. 7. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore rettilineo, angolo interno poco stondato unito al piano di fondo da una linea retta alla cui estremità si trova ben marcata una solcatura con solcatura (dimensioni: h. max. 6.6 cm; largh. max. 2.2 cm). 8. Tav. L, n. 8. Ala profilo esterno rettilineo arrotondata e ingrossata all interno, separate dal piano di fondo da una solcatura più o meno profonda (dimensioni: h. max. 4.6 cm-min. 4.4 cm; largh. max. 3.4 cmmin. 2.8 cm). 9. Tav. L, n. 9. Ala profilo esterno rettilineo arrotondata in una curva continua fino al piano di fondo (dimensioni: h. 4.8 cm; largh. 2.2 cm). 10. Tav. L, n. 10. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore più o meno concavo, gli angoli del risvolto sono entrambi stondati, in alcuni casi l angolo interno è separato dal piano di fondo da una solcatura, più spesso il raccordo è costituito da una linea rettilinea confluente in un angolo arrotondato (dimensioni: h. max. 6.1 cm-min. 3.9 cm; largh. max. 4.6 cm-min. 2.8 cm). Gruppo 2. Forme corrispondenti ai corpi ceramici del gruppo B 1. Tav. L, n. 11. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore piano, con angolo interno ed esterno arrotondato più o meno stondato; separata dal piano di fondo da una solcatura poco marcata (dimensioni: h. max. 7.5 cm-min. 6.8 cm; largh. max. 3.8 cm-min. 3.2 cm). 2. Tav. L, n. 12. Ala a profilo esterno rettilineo, solcata alla sommità in prossimità dell angolo esterno, si arrotonda e si ingrossa all interno che è separato dal piano di fondo da una solcatura più o meno profonda (dimensioni: h. max. 7.4 cm-min. 6 cm; largh. max. 3.4 cm-min. 2.7 cm). 3. Tav. L, n. 13. Ala a sezione trapezoidale con profilo superiore curvilineo e inclinato verso l angolo interno, separato dal piano di fondo da una scanalatura (dimensioni: h. max. 6.3 cm; largh. max. 3.2 cm). 4. Tav. L, n. 14. Ala a sezione rettangolare con profilo superiore scanalato (parte esterna del risvolto) e con angolo interno stondato e separato dal piano di fondo da due solcature, entrambe ben marcate, con la seconda più profonda e unita al piano di fondo da un angolo arrotondato (dimensioni: h. max. 7 cm-min. 6.6 cm; largh. max. 3.3 cmmin. 3 cm). 5. Tav. L, n. 15. Ala a profilo esterno rettilineo e margine superiore curvo e che si prolunga in una curva continua fino quasi all altezza del piano di fondo dal quale lo separa una ben marcata solcatura (dimensioni: h. max. 7 cm; largh. max. 4.5 cm). 6. Tav. L, n. 16. Ala a sezione rettangolare con solcatura alla sommità, angoli esterno e interno stondati e separata dal piano di fondo da un altra solcatura (dimensioni: h. max. 6.3 cm-min. 5.8 cm; largh. max. 3.7 cmmin. 3.3 cm). 7. Tav. L, n. 17. Ala a profilo esterno e interno rettilineo e margine superiore convesso, unito al piano di fondo da una linea obliqua (dimensioni: h. max. 6.6 cm; largh. max. 2.6 cm). Gruppo 3. Forme corrispondenti ai corpi ceramici del gruppo C 1. Tav. LI, n. 1. Ala a profilo esterno rettilineo, con angolo esterno tagliato e margine superiore curvilineo confluente (lo spigolo interno è una curva continua) in un angolo arrotondato con il piano di fondo (dimensioni: h. max. 4.9 cm; largh. max. 3.9 cm). 2. Tav. LI, n. 2. Ala a profilo esterno rettilineo, con angolo esterno spigoloso e profilo superiore esterno scanalato; verso l interno declina in una curva continua in direzione del piano di fondo ad esso unito da un angolo arrotondato (dimensioni: h. max. 5.1 cm; largh. max. 2.7 cm). 3. Tav. LI, n. 3. Ala a sezione trapezoidale con profilo superiore più o meno curvo e inclinato verso l angolo interno collegato al piano di fondo da una linea retta e da un angolo stondato (dimensioni: h. max. 5 cm; largh. max. 2.2 cm). 4. Tav. LI, n. 4. Ala a profilo esterno e margine superiore triangolare separato dal piano di fondo da una solcatura più o meno profonda (dimensioni: h. max. 5.3 cm; largh. max. 2.5 cm). 5. Tav. LI, n. 5. Ala a profilo obliquo, con margine superiore triangolare separato dal piano di fondo da una solcatura più o meno profonda (dimensioni: h. max. 4.9 cm; largh. max. 2.8 cm). Tipi di incavi Tra gli embrici riferibili al periodo etrusco è stato individuato un unico sistema di incastro, costituito da un restringimento dell ala nella parte finale della tegola (Tav. LI, n. 6). Al periodo tardo repubblica-prima età imperiale, si aggiunge un secondo tipo che interessa entrambe le estremità. La parte inferiore del laterizio presenta un restringimento e un abbassamento del profilo dell ala, mentre la parte superiore è caratterizzata da una risega in coincidenza dell angolo inferiore esterno (Tav. LI, n. 7) Altri materiali edilizi 1. Tav. CXV, n. 1. Mattonella pavimentale di forma romboidale (intera) associata a un frammento di pavimento con strato di preparazione (cocciopesto), 221

26 0 5 Fig. 10. Frammenti di intonaco d argilla 0 5 Fig. 9. Frammento di intonaco dipinto malta e 7 mattonelle in posa. Dimensioni: diagonale maggiore 11 cm, minore 5.5. Argilla grezza; impasto con rari vacuoli e inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza durissima e compatta, colore rosso-violaceo in superficie e viola scuro in sezione. Cfr.: Proveniente da contesto di I-II secolo d.c. 2. Tav. CXV, n. 2. Frammento di decorazione architettonica (forse antefissa) caratterizzato in superficie dalla ripetizione di scanalature a V a distanza regolare (compresa tra 4 e 6 mm). Dimensioni: cm. Argilla grezza; impasto con rari vacuoli e inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e compatta, colore rosso-violaceo in superficie e viola scuro in sezione. Cfr.: Proveniente da contesto di I-II secolo d.c. 3. Tav. CXV, n. 3. Frammento di tubulo con superficie superiore caratterizzata da striature oblique e verticali intersecate a formare un retino. Dimensioni frammento: superficie ca. 5 4 cm e spessore 1.4 cm. Argilla grezza; impasto con rari inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e compatta, colore rossoviolaceo in sezione e superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di I-II secolo d.c. 4. Tav. CXV, n. 4. Frammento di tubulo con spigolo arrotondato all interno e all esterno con curvatura continua. Superficie superiore caratterizzata da striature oblique e verticali. Dimensioni frammento: superficie ca. 6 5 cm e spessore 1.6 cm. Argilla grezza; impasto con rari inclusi di piccole e medie dimensioni di colore bianco (calcite), consistenza dura e granulosa, colore rossastro in sezione e superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di I-II secolo d.c. 5. Tav. CXV, n. 5. Tubatura fittile, frammento di bordo. Forma troncoconica con restringimento verso estremità mancante. All interno presenta tracce di lavorazione al tornio. Diametro 22 cm. Argilla grezza; impasto ricco di inclusioni di grandi dimensioni di colore bianco e nero (calcite e mica), consistenza dura e granulosa, colore beige in sezione e superficie. Cfr.: Proveniente da contesto di fine VII-VI secolo a.c. 6. Frammento di intonaco dipinto (Schedario Topografico F.120 I n. 57.1) (Fig. 9) Superficie in cattivo stato di conservazione caratterizzata da due linee parallele (distanza 1 cm) di colore rossastro su fondo giallo-beige; In sezione sono visibili: strato di preparazione con frammenti di cocciopesto e un secondo strato di malta fine. Dimensioni: cm, spessore 2.35 cm. Cfr.: Non id. Proveniente da contesto di fine VII secolo a.c.- I secolo d.c. 7. Frammenti di Intonaco d argilla(schedario Topografico F.120 II nn. 62.2, 103.1) (Fig. 10) Frustoli di argilla e fango di colore rosso, consistenza molto friabile, ricchi di inclusioni biancastre. Dimensioni variabili tra massimo cm e minimo cm. È possibile distinguere due tipi di superfici: la prima presenta evidenti tracce in negativo intreccio di canne e ramaglie, mentre la seconda e perfettamente spianata. I reperti sono riconducibili alla tecnica costruttiva dell opus graticium. Cfr.: Provenienti da contesti etrusco ellenistico e romano prima età imperiale. 4. METALLI Scorie Nel corso della ricognizione abbiamo raccolto complessivamente 166 scorie. Le tracce di attività metallurgiche sono distribuite in 24 siti: otto ellenistici, due tardo repubblicani-prima età imperiale, tre tardo antichi e undici plurifrequentati. Lo studio autoptico, condotto in collaborazione con la dottoressa Guideri e la dottoressa Dallai, ha permesso di isolare sei campioni successivamente sottoposti a difrattometria delle polveri e a os- 222

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