SCUOLA DIOCESANA REDEMPTORIS MATER

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1 SCUOLA DIOCESANA REDEMPTORIS MATER L ENERGIA IN ITALIA E LA CREAZIONE DELLE CENTRALI NUCLEARI Azione del Governo in merito all energia nucleare e alle fonti di energia rinnovabili (Albenga, 27 aprile 2009) Da tempo ormai la politica energetica è al centro dell attenzione dei Governi e dell opinione pubblica internazionale: gli attuali trend di produzione e consumo di energia presentano nel lungo periodo evidenti criticità, che impongono un ripensamento delle tradizionali strategie ed alimentano un rinnovato interesse verso l energia nucleare e le fonti rinnovabili. È per me un piacere partecipare a questo incontro, che offre una preziosa opportunità per confrontarmi con Voi giovani sulla politica energetica del Governo in materia di energia nucleare e fonti rinnovabili. Da tempo ormai la politica energetica è al centro dell attenzione dei Governi e dell opinione pubblica internazionale: gli attuali trend di produzione e consumo di energia presentano nel lungo periodo evidenti criticità, che impongono un ripensamento delle tradizionali strategie ed alimentano un rinnovato interesse verso l energia nucleare e le fonti rinnovabili. Attualmente oltre il 50% dell energia utilizzata al mondo viene ricavata dall impiego di petrolio e gas. Gli esperti prevedono che queste due fonti, insieme al carbone, continueranno ad essere per molti anni la fonte principale di energia. I Paesi industrializzati, maggiori consumatori, detengono solo una piccola parte delle riserve; il 64% delle risorse petrolifere è in mano ai Paesi del Medio Oriente ed oltre il 60% delle riserve mondiali di gas è controllato da soli 10 Paesi. Molti di questi Paesi presentano, per giunta, un elevato tasso di instabilità, che determina evidenti rischi per la sicurezza degli approvvigionamenti (ne è un esempio la recente guerra del gas tra Russia e Ucraina). I prezzi delle materie prime energetiche sono notevolmente instabili, perché risentono di molteplici fattori: le oscillazioni della domanda (nei mesi scorsi influenzata dall impetuosa crescita dei consumi nelle economie emergenti: Cina, India e Brasile), la presenza di cartelli che controllano l offerta, la speculazione finanziaria. Le quotazioni del greggio che nel 2008 hanno sfiorato i 150 dollari a barile sono scese oggi sotto i 50 dollari. Non dobbiamo però illuderci: una volta superata la fase più critica della crisi economica, il prezzo del petrolio tornerà inevitabilmente a salire per stabilizzarsi intorno ai

2 dollari al barile. Secondo i più autorevoli istituti internazionali, inoltre, da qui al 2030 la crescita della domanda mondiale di energia aumenterà di circa il 50%, con conseguente prevedibile aumento dei prezzi. La generazione e il consumo di energia da fonti fossili producono emissioni di CO 2, considerata tra i principali responsabili dell effetto serra e dei cambiamenti climatici. La produzione di energia elettrica contribuisce da sola per ben il 27% all emissione di CO 2 nell atmosfera. In assenza di adeguati interventi, si prevede un aumento di oltre il 50% entro il Per l Italia la situazione è resa ancor più critica dagli squilibri del nostro mix di produzione elettrica, composto per oltre il 60% da fonti fossili. Dipendiamo troppo dall estero: l Italia, sebbene non sia fra le prime dieci nazioni al mondo per fabbisogno elettrico, è di gran lunga il maggiore importatore mondiale di elettricità (l 11,3% del nostro fabbisogno) e tra i maggiori di energia (l 86% del nostro fabbisogno). Paghiamo un prezzo dell elettricità troppo elevato: la bolletta energetica è superiore del 30% rispetto ai principali Paesi europei, con ripercussioni negative per le famiglie e la competitività del nostro sistema produttivo. Nello sviluppo del programma nucleare occorre tenere conto dell esigenza di dotarci di un deposito nazionale definitivo, per migliorare l efficienza dell attuale gestione dei rifiuti e far fronte alla futura produzione (che proviene anche dal settore industriale, ospedaliero e della ricerca). La risposta a questo problema dovrà certamente essere definita a livello europeo, ma alcune iniziative sono state già assunte anche a livello nazionale. Il Gruppo di lavoro Stato-Regioni ha concluso i suoi lavori, ipotizzando un metodo di individuazione del sito e misure compensative per i territori. La relazione finale è stata da me trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni come contributo di discussione. Le centrali di nuova generazione produrranno, comunque, un quantitativo di rifiuti di gran lunga inferiore al passato (l EPR, secondo progetto, fino al 40% in meno). Si stima che, dopo il riprocessamento, i rifiuti derivanti dall esercizio di una unità in un anno non superino un metro cubo. La quantità di rifiuti attualmente da stoccare nel sito ammonta a circa metri cubi, derivanti da mc di rifiuti già accumulati e circa mc di rifiuti derivanti dallo smantellamento. La capacità complessiva necessaria del deposito dovrebbe essere quindi di metri cubi. Una 2

3 parte dei rifiuti e del combustibile delle centrali dismesse è oggi tenuto presso siti inglesi e in corso di invio in Francia. Dall Inghilterra, è previsto il rientro in Italia al 2017, ma stiamo cercando di allineare la data a quella del contratto con Areva, ossia entro il Per i rifiuti da mandare in Francia, sono stati effettuati già i primi invii da Caorso (9 spedizioni su 28 previste) e completeremo l invio entro settembre 2011, come da programma. A distanza di venti anni dall ultimo Piano energetico nazionale, stiamo dotando l Italia di una Strategia energetica nazionale, con l obiettivo di rendere il nostro mix di produzione sostenibile nel medio-lungo periodo: puntiamo ad un mix composto dal 50% di fonti fossili, 25% di fonti rinnovabili e 25% di nucleare. Ridurremo così, stabilmente e in misura consistente, la nostra dipendenza da gas e petrolio, aumentando la sicurezza degli approvvigionamenti e l utilizzo di fonti senza emissioni di CO 2. L energia nucleare presenta, rispetto alle fonti fossili, un notevole vantaggio: il suo costo è costituito per circa l 85% dagli investimenti iniziali (realizzazione degli impianti) e quindi, contrariamente a quanto avviene per le centrali a olio o a gas, è poco esposto al rischio di variazioni del prezzo del combustibile. Il Protocollo di Kyoto impone all Italia una riduzione della proprie emissioni di CO 2 pari al 6,5% nel periodo rispetto ai livelli registrati nel Ulteriori obblighi di riduzione di emissioni di CO 2 ci vengono imposti dagli obiettivi del pacchetto clima-energia, approvato dal Parlamento europeo lo scorso dicembre. La produzione di energia nucleare può contribuire al raggiungimento di questi obiettivi, in quanto non produce emissioni di CO 2. Le stesse emissioni connesse alla costruzione della centrale e alla fabbricazione del combustibile sono di gran lunga inferiori a quelle relative alle centrali termoelettriche. Ancora oggi, purtroppo, l energia nucleare viene erroneamente associata al disastro di Chernobyl, un reattore realizzato con le obsolete tecnologie sovietiche, completamente diverse da quelle impiegate nei Paesi occidentali. La presenza in Occidente di centinaia di reattori nucleari, in funzione senza incidenti da diversi decenni, dimostra l elevata affidabilità degli impianti nucleari, soprattutto se consideriamo il numero di vittime che negli stessi anni si sono registrate nelle miniere di carbone, nell estrazione di gas e petrolio, nella costruzione e nell esercizio dei grandi impianti termoelettrici ed idroelettrici. L esito del referendum del 1987 ha prodotto effetti paradossali: per metterci al riparo dai pericoli di una nuova Chernobyl, non solo abbiamo rinunciato a nuove centrali nucleari (come è avvenuto, ad esempio, in Austria, Belgio, Olanda, Danimarca), ma abbiamo fermato anche quelle esistenti, vanificando 3

4 gli ingenti investimenti già sostenuti. Ci siamo privati del parco nucleare nazionale, ma ogni anno continuiamo ad importare miliardi di kwh elettronucleari da nostri vicini, come la Francia e la Slovenia, per giunta a costi superiori a quelli che sosterremmo disponendo di centrali nucleari in Italia. Ci sono, inoltre, ben 13 centrali nucleari situate a meno di 200 Km dai nostri confini nazionali. Ciò vuol dire che la scelta compiuta con il referendum non ha attenuato la nostra esposizione al rischio, ma ci ha solo privato dei benefici del nucleare in termini di sviluppo, riduzione dei costi dell energia, ricadute tecnologiche e industriali. Nel mondo ci sono 439 centrali nucleari in esercizio, che producono il 16% dell energia elettrica mondiale (il 23% nei Paesi membri dell OCSE e il 35% nei Paesi dell Unione europea.; tra questi ultimi la Francia si colloca al primo posto con il 73%). Sono inoltre previste 40 nuove centrali (di cui 34 già in costruzione), che faranno salire la quota di produzione elettrica da fonte nucleare mondiale al 22%. Il ritorno del nostro Paese al nucleare avverrà nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza e di protezione dell ambiente e della salute dei cittadini e dei lavoratori. Il Governo ha messo a punto una disciplina che regolerà lo svolgimento di tutte le fasi delle attività nucleari: dalle autorizzazioni allo stoccaggio del materiale radioattivo. Saranno introdotti precisi obblighi di comunicazione nei confronti della popolazione, che deve poter contare costantemente su una informazione completa, leale e scientificamente corretta. Su tutto il settore vigilerà l Agenzia per la sicurezza nucleare: un organismo dotato di adeguate competenze professionali e delle risorse tecniche necessarie a garantire il pieno successo del programma nucleare in Italia. Vogliamo avvalerci delle tecnologie più moderne e sicure e, a questo scopo, abbiamo già raggiunto un accordo di collaborazione con il Governo francese (al quale se ne è affiancato un altro tra Enel ed EdF) ed avviato contatti con altri Paesi all avanguardia nel settore nucleare (tra i quali gli USA). Accanto al nucleare, intendiamo promuovere anche l impiego delle fonti rinnovabili (acqua, sole, vento, biomasse vegetali, la forza delle onde marine, etc.). Si tratta di risorse disponibili in natura in quantità illimitate e che presentano potenzialità enormi: l energia irradiata e dispersa in una sola ora sulla terra dal sole è maggiore di quella che serve alla popolazione mondiale in un anno 4

5 intero. Pensate quali benefici avremmo se potessimo catturare tutta questa energia e utilizzarla per le nostre necessità quotidiane. L Italia è stata all avanguardia nello sfruttamento delle fonti rinnovabili per la produzione elettrica, grazie essenzialmente ai grandi impianti idroelettrici realizzati nella prima metà del secolo scorso e alla geotermia. Oggi però i nostri risultati sono più modesti e diventano deludenti se confrontati con quelli di Germania, Spagna e Danimarca. Siamo giunti al paradosso che l energia solare in Italia è sfruttata meno che in Paesi (come la Germania) che hanno un irraggiamento molto minore del nostro. Al netto dell idroelettrico (che incide per circa il 67% sul totale dell energia prodotta da fonti rinnovabili), la componente più significativa è costituita dalle biomasse (quasi il 12%), seguita dall eolico (quasi l 11%), dal geotermico (circa il 9%) e dal fotovoltaico (meno di 0,5%). La strategia del Governo punta allo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili, con particolare attenzione per quelle che, grazie alle nuove tecnologie, presentano le maggiori prospettive di sviluppo (soprattutto fotovoltaico ed eolico). La nostra azione si basa sull incentivazione, sulla semplificazione delle procedure e sull innovazione. Produrre energia da fonte nucleare o rinnovabile può contribuire notevolmente al positivo superamento delle nuove sfide in campo energetico. È però necessario intervenire anche sul lato del consumo, attraverso un uso più razionale dell energia. Dobbiamo introdurre una nuova cultura energetica, fondata sul risparmio e sull uso responsabile delle risorse, coinvolgendo il mondo delle imprese, ma anche Voi giovani. Voi siete il futuro, le donne e gli uomini di domani, e le Vostre scelte influenzeranno il modo di produrre e utilizzare energia nel nostro Paese nei decenni a venire. Grazie alle nuove tecnologie e ad alcuni semplici accorgimenti, possiamo consumare meno energia, mantenendo inalterato il nostro tenore di vita: significativi risparmi possono ottenersi già con l impiego di impianti, elettrodomestici e dispositivi a basso consumo o con la buona abitudine di spegnere la televisione senza tenerla in pre-accensione, di non lasciare le luci accese, di non aprire la finestra quando l aria condizionata o il riscaldamento sono in funzione. 5

6 Sono certo che, se i grandi problemi energetici Vi saranno spiegati in modo semplice e chiaro, anche Voi farete la Vostra parte, abituandovi a fare un uso sempre più razionale ed efficiente dell energia, nel rispetto dell ambiente e delle generazioni future. 6