REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione Terza, ha pronunciato la seguente

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Bartolommeo Aloisio Giglio
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1 N.1204/08 Reg. Sent. N.2295 Reg. Gen. ANNO 2005 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione Terza, ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso R.G. n.2295/2005 proposto da ENEA Angela, rappresentata e difesa dall avv.to Prof. Giovanni Virga, presso il cui studio è elettivamente domiciliata in Palermo, Piazza Vittorio Veneto, n.20; contro -il Comune di Capaci, in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dall avv.to Prof. Gaetano Armao, presso il cui studio è elettivamente domiciliato in Palermo, via Noto n.12; per l annullamento( previa sospensione) del diniego di concessione edilizia in sanatoria n.1 del 06/07/2005, notificato il successivo giorno 14, relativo ad una struttura ricettiva, tipo casa vacanza, composta da n. 72 unità abitative ad una elevazione fuori terra, sita in Capaci, contrada Mansueto;

2 dell ordinanza n.8190 prot. del 14/07/2005, notificata assieme al suddetto diniego di concessione edilizia in sanatoria, con la quale si è ingiunta la demolizione delle predette opere entro il termine di 90 giorni; di tutti gli atti presupposti, connessi e comunque consequenziali ai suddetti provvedimenti, ivi compresi i verbali di sopralluogo ed il parere dell U.T.C., richiamati dai provvedimenti stessi; Visti il ricorso introduttivo con i relativi allegati; Vista l ordinanza collegiale n.1168/2005 di accoglimento della domanda cautelare di sospensione dell ordinanza di demolizione impugnata; Visto l atto di costituzione in giudizio del Comune di Capaci; Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese; Visti gli atti tutti della causa; Designato relatore alla pubblica udienza del 1 luglio 2008 il Consigliere Cosimo Di Paola; Uditi i procuratori delle parti come da verbale; Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue: FATTO Con ricorso notificato il 05/10/05 e depositato il giorno 13 seguente la Sig.ra Enea Angela impugnava i provvedimenti sanzionatori ed a contenuto negativo indicati in epigrafe e ne chiedeva l annullamento, previa sospensione, vinte le spese, per i seguenti motivi :

3 1)Violazione dell art.10 bis della legge 7 agosto 1990, n.241, introdotto dall art.6 della legge 11 febbraio 2005, n.15. Non è stato dato preventivo avviso alla ricorrente dei motivi ostativi all accoglimento della domanda di condono edilizio, sebbene risalente a ben 19 anni addietro. 2)Violazione degli artt. 7 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n.241. L impugnata ordinanza di demolizione non è stata preceduta dall avviso di inizio del relativo procedimento. 3)Violazione dell art.35, comma 12, L. 28 febbraio 1985, n.47 e dell art. 26, quart ultimo comma, della L.r. 10 agosto 1985, n.37. Violazione della circolare del Ministero dei LL.PP. 144/89. Eccesso di potere per difetto di motivazione. Decorsi 24 mesi dalla presentazione della domanda di condono la stessa deve ritenersi accolta, ove l interessato abbia provveduto al pagamento delle somme dovute a titolo di oblazione. 4)Violazione degli artt. 4 e 23 della L.r. 10 agosto 1985, n.37. Eccesso d potere sotto il profilo del difetto dei presupposti e della violazione del principio di proporzionalità. Le difformità riscontrate dall U.T.C. riguardano solo alcuni edifici e consistono nel rifacimento di alcuni tetti, senza però integrare varianti essenziali. Si costituiva in giudizio il Comune di Capaci con memoria depositata l 08/11/2008 con cui contestava la fondatezza di ciascun motivo di censura e concludeva per il rigetto del ricorso, vinte le spese.

4 Con ordinanza collegiale n.1168 del 09/11/2005 veniva accolta la domanda incidentale di sospensione del provvedimento impugnato. Entrambe le parti depositavano memoria in vista dell udienza con cui insistevano nelle rispettive tesi. Alla pubblica udienza del 1 luglio 2008 i procuratori delle parti chiedevano che il ricorso venisse posto in decisione. DIRITTO Il ricorso è fondato. Si deduce col primo motivo di censura violazione dell art.10 bis della legge 7 agosto 1990, n.241, introdotto dall art.6 della legge 11 febbraio 2005, n.15, per il fatto che l U.T.C. di Capaci non avrebbe comunicato alla ricorrente, prima dell adozione del provvedimento impugnato, i motivi che ostavano all accoglimento dell istanza di condono edilizio. La censura merita di essere condivisa in quanto il diniego di concessione edilizia in sanatoria, ai sensi dell'art. 10 bis, l. n. 241 del 1990, è illegittimo, ove non preceduto dalla tempestiva comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento della domanda. Né è possibile invocare, da parte dell'amministrazione comunale, l'art. 21 octies, l. n. 241 del che introduce un'eccezione al delineato sistema in presenza di attività priva di alcun margine di discrezionalità - stante che l'adozione di un atto di condono presuppone una valutazione dei suoi presupposti che non consente di annoverare lo stesso fra quelli vincolati (cfr. T.A.R. Sicilia Catania -, sez. I, 15 ottobre 2007, n ).

5 La norma garantistica in questione, introdotta dall art. 6 della legge 11 febbraio 2005, n. 15, pubblicata nella G.U. del 21 febbraio 2005, è entrata in vigore prima dell emanazione del provvedimento impugnato ( 06/07/2005 ), il quale avrebbe dovuto essere emanato nel rispetto di quanto da essa disposto ( cfr. T.A.R. Veneto, sez. II, sentenza 27 giugno 2005 n. 2760), sicché l amministrazione avrebbe dovuto preventivamente comunicare alla ricorrente i motivi ostativi all accoglimento della domanda di condono edilizio dalla stessa presentata il 07/08/1986, cioè ben 19 anni addietro. E certo, infatti, che la comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza trova applicazione solo nei casi come è quello in esame - di provvedimenti negativi adottati dall'amministrazione a seguito dell'istanza presentata dal privato ( cfr. Cons. Stato, sez. IV, 12 settembre 2007, n ). Nella specie, due mesi prima di adottare l impugnato diniego di sanatoria edilizia, l U.T.C. di Capaci, con nota prot. n.4524 del 06/05/2005, in riscontro all istanza con cui la ricorrente comunicava di voler effettuare opere di manutenzione ordinaria, la diffidava ad intraprendere opere edili, in quanto l istanza di sanatoria edilizia non è corredata dei pareri di competenza relativi all area in questione. Avrebbe potuto e dovuto l U.T.C., in applicazione, anche, dei principi di buona amministrazione ( art. 97 Cost. ) avvisare la ricorrente che i predetti motivi, unitamente agli altri da lì a poco indicati nel provvedimento impugnato, ostassero all accoglimento dell istanza di condono edilizio. In mancanza di ciò si è realizzata la dedotta violazione da parte della p.a. dell'art. 10 bis, l. n. 241 del 1990 che ha carattere assorbente e comporta l'annullamento del provvedimento conclusivo del procedimento, in quanto è risultata preclusa - per la parte interessata - la partecipazione al procedimento ( cfr.t.a.r. Campania Napoli,

6 sez. III, 07 febbraio 2007, n. 925; T.A.R. Sicilia Palermo Sez. III, 13 settembre 2005, n.1528 ). Vanno fatte salve, ovviamente, le ulteriori determinazioni di competenza dell Amministrazione. Le spese del giudizio seguono la soccombenza e vanno liquidate come in dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione terza, accoglie il ricorso in epigrafe indicato e, per l effetto, annulla il provvedimento impugnato, salvi gli ulteriori provvedimenti. Condanna il Comune di Capaci al pagamento in favore della ricorrente delle spese del giudizio che liquida in complessivi euro 1.500,00 ( millecinquecento/00 ) Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall Amministrazione. Così deciso in Palermo, nella Camera di consiglio del 1 luglio 2008, con l'intervento dei Signori Magistrati: Calogero Adamo - Presidente Cosimo Di Paola - Consigliere - estensore Maria Cappellano - Referendario Depositata in Segreteria il 24 settembre 2008.

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