XXVIII CONCORSO DI POESIA SARDA CREI - ACLI

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1 XXVIII CONCORSO DI POESIA SARDA CREI - ACLI ORGOSOLO 19 NOVEMBRE 2016 COMUNE DI ORGOSOLO

2 Lettera del Presidente Regionale delle ACLI della Sardegna Franco Marras Siamo alla cerimonia di premiazione della XXVIII edizione di questo Concorso, che quest anno si svolge in provincia di Nuoro, precisamente a Orgosolo, proseguendo il suo progetto di poesia sarda itinerante. Una scelta che lo differenza da ogni altro, che io ho sostenuto fin dall inizio e che si è rivelata decisamente felice. Questa XXVIII edizione conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, la vitalità delle poesia sarda e insieme il forte impegno delle Acli della Sardegna a favore del dialogo culturale, all interno delle comunità locali. Motivo per cui non può certo mancare un momento di riflessione: riguardo alla poesia, alle sue tematiche prevalenti e anche ai fenomeni del nostro tempo. E questo ci consente di portare un contributo di cultura, non solo di poesia, insieme a un occasione di incontro comunitario, con la partecipazione, oltre che dei poeti, anche dell Amministrazione locale, le scuole elementari e medie e anche la popolazione. Mi pare poi doveroso sottolineare che si tratta di un prezioso contributo culturale e insieme documentale, anche in considerazione del corposo libretto che ogni anno viene pubblicato, dentro il quale trova spazio gran parte della produzione poetica isolana. Si tratta di un libretto destinato a conservare questo importante patrimonio e a farlo conoscere anche fuori della Sardegna, presso i Circoli sardi diffusi in Italia e all estero. Da decenni, ormai, attraverso questo Premio di poesia sarda, le Acli si propongono come un potente motore di aggregazione sociale e insieme di divulgazione della lingua, delle tradizioni e della cultura sarda. Ne è un esempio l idea di arricchire le cerimonie di premiazione con piacevoli momenti musicali, in particolare con i cantadores a chiterra e altre tradizioni del folklore isolano. Si intende in questo modo coniugare la poesia e la musica, legate dalla comune vocazione a promuovere e praticare la lingua sarda. 2

3 I ventotto anni di questo Concorso costituiscono un importante eredità che sono felice di accogliere e accompagnare sino alla sua meta naturale -la cerimonia di premiazione-, e oltre. Lo faccio con la consapevolezza che la sua storia è anche la nostra storia, della quale le Acli e la Sardegna intera vanno orgogliosi. Posso affermarlo con piena consapevolezza anche perché ho sempre seguito da vicino le tappe di questo Premio. L ho seguito, potrei dire, sollecitato dalla grande passione di mio padre per la poesia sarda, accompagnandomi a lui e dunque calcando le sue orme. Ricordo ancora con emozione la VII edizione del Premio, quella celebrata nel 1995 a Meana Sardo, il mio paese natio. Quell evento ha lasciato il segno sia in me che nel paese. Infine, ritengo doveroso ringraziare quanti hanno portato avanti, di anno in anno, con passione, dedizione e grande sacrificio, questo importante progetto letterario e culturale: Franceschino Dettori, Antonio Strinna e la Giuria del Concorso, compresi coloro che non ne fanno più parte. Cagliari, 1 novembre 2016 Franco Marras Presidente delle Acli della Sardegna 3

4 I VENTOTTO ANNI DEL PREMIO DI POESIA SARDA CREI-ACLI SARDEGNA LE CERIMONIE DI PREMIAZIONE I SASSARI 5 Febbraio 1989 II SASSARI 11 Febbraio 1990 III SASSARI 24 Febbraio 1991 IV SASSARI 15 Marzo 1992 V SASSARI 31 Ottobre 1993 VI MILIS 19 Novembre 1994 VII MEANA SARDO 28 ottobre 1995 VIII POZZOMAGGIORE 23 novembre 1996 IX DECIMOMANNU 11 ottobre 1997 X BIELLA 5-6 Dicembre 1998 XI TULA 18 Dicembre 1999 XII BUDDUSO 18 Novembre 2000 XIII CODRONGIANOS 24 Novembre 2001 XIV MONTI 9 Novembre 2002 XV BENETUTTI 22 Novembre 2003 XVI SENEGHE 27 Novembre 2004 XVII ELMAS 26 Novembre 2005 XVIII SINISCOLA 25 Novembre 2006 XIX PORTO TORRES 24 Novembre 2007 XX SASSARI 13 Dicembre 2008 XXI SIURGUS DONIGALA 31 Ottobre 2009 XXII TERGU 20 Novembre 2010 XXIII MONTRESTA 26 Novembre 2011 XXIV SILIUS 29 Dicembre 2012 XXV LAERRU 22 Febbraio 2014 XXVI SANTA GIUSTA 8 Novembre 2014 XXVII CHIARAMONTI 28 Novembre 2015 XXVIII ORGOSOLO 19 Novembre

5 COMITATO D ONORE Roberto Rossini, Presidente Nazionale ACLI Franco Marras, Presidente ACLI della Sardegna Francesco Pigliaru, Presidente Regione Sardegna Dionigi Deledda, Sindaco di Orgosolo Emiliano Manfredonia, vice Presidente nazionale ACLI Michele Rizzi, Presidente Consiglio Nazionale ACLI Giovanni Ligios, Sindaco di Osilo Marco Pischedda, Sindaco di Chiaramonti Virginia Mura, Assessore al Lavoro Regione Sardegna Claudia Firino, Assessore Pubblica Istruzione Regione Sardegna Antonello Cabras, Presidente Fondazione di Sardegna Silvio Lai, Senatore della Repubblica Valter Piscedda, Consigliere regionale Don Pietro Borrotzu, Assistente Spirituale Acli Nuoro Salvatore Sanna, Vicecommissario ACLI Sassari Mauro Carta, Presidente Provinciale ACLI Cagliari Salvatore Urru, Presidente Provinciale ACLI Nuoro Carlo Tortora, Presidente Provinciale ACLI Oristano Antonello Caria, Commissario ACLI Sassari Mario Floris, Acli Terra Nuoro 5

6 Il Presidente delle A.C.L.I. della Sardegna Franco Marras, il Sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda, e Franceschino Dettori, responsabile del Concorso di poesia sarda C.R.E.I. - A.C.L.I. della Sardegna ringraziano La Nuova Sardegna L Unione Sarda Il Messaggero Sardo Radio e Televisioni Gaetano Tuffariello e la Segreteria FAP ACLI della Sardegna Tonino Tidu e la Segreteria Fap ACLI di Cagliari Giovanni Antonio Sedda e la Segreteria FAP ACLI di Nuoro Bruno Satta e la Segreteria Fap ACLI di Oristano Gianni Dettori e la Segreteria FAP ACLI di Sassari Mario Fiori, Monti Tonino Sanna, Pozzomaggiore Gli Sponsor Cantina del vermentino, Monti Panetterie Sanna, Pozzomaggiore Cantina Pedres, Olbia Prof. Giovanni Andrea Piredda Il Dirigente scolastico e tutto il personale dell Istituto Comprensivo di Orgosolo La Leva del 1987 La Croce Verde Il Gruppo Folk Antonia Mesina Il Gruppo Folk Murales TENORES Untana Vona Supramonte Antonia Mesina Orgosa Sirilò Santu Juvanne CANTADORES A CHITERRA Giuseppe Masia di Sassari Matteo Dore di Osilo Giovanni Satta di Posada SONADORE DE CHITERRA Andrea Urgeghe di Sennori SONADORES E CANTADORES Paolo Senes di Sorso Lorenzo Mele di Ghilarza 6

7 Il Comitato per l Emigrazione e l Immigrazione A.C.L.I. Sardegna, settore FoIk e Cultura sarda, in collaborazione con le Presidenze Provinciali di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, bandisce il XXVIII Concorso di Poesia Sarda inedita (già Concorso Presidenza Provinciale A. C. L. I. Sassari) REGOLAMENTO IL CONCORSO SI ARTICOLA IN QUATTRO SEZIONI (A B C D) Possono partecipare tutti i poeti sardi, anche non residenti in Sardegna. Le poesie, espresse nelle varianti della lingua sarda, incluse le parlate alloglotte di cui si richiede la traduzione in una delle principali varianti della lingua sarda, non devono superare i 50 versi. Sono esclusi dalla partecipazione i poeti che hanno vinto il Primo premio nell edizione precedente, limitatamente alla Sezione nella quale sono stati premiati. Possono invece partecipare in una Sezione diversa. SEZIONE A: POESIA INEDITA IN RIMA In memoria di Cicito Canu, dirigente A.C.L.I. Si concorre con una o due poesie in rima e metrica, a tema libero. SEZIONE B: POESIA INEDITA SENZA RIMA In memoria di Ignazio Marras, dirigente A.C.L.I. Si concorre con una o due poesie senza rima, a tema libero. SEZIONE C (La sezione è suddivisa in due sottosezioni) E): Riservata agli alunni della Scuola Elementare, anno scolastico 2015/2016. M): Riservata agli alunni della Scuola Media inferiore, anno scolastico 2015/2016. Sia gli alunni della scuola elementare che quelli della scuola media possono partecipare al concorso con una o due poesie, uno o due racconti o novelle che non superino le due cartelle dattiloscritte a spazio due. Si raccomanda vivamente ai concorrenti e agli insegnanti che curano il settore cultura sarda di attenersi alle norme di carattere generale previste dal Bando e di allegare in busta chiusa il certificato di frequenza, le generalità e il recapito completo e corretto dei concorrenti. SEZIONE D: POESIA INEDITA CON TEMA PREFISSATO In memoria di Giuseppe Canu, dirigente ACLI. Sezione voluta dalla FAP ACLI della Sardegna - Federazione anziani e pensionati. Poesia satirica: Tantu pro riere. è ammessa la partecipazione a tutt e quattro le sezioni, con il limite di 2 (due) opere per ciascuna sezione. Verrà premiata una sola opera dello stesso poeta. 7

8 Le opere, chiaramente dattiloscritte, vanno spedite in 8 (otto) copie o fotocopie, per raccomandata, entro il 30 Giugno 2016, al seguente indirizzo: COMITATO REGIONALE EMIGRAZIONE e IMMIGRAZIONE - ACLI - Via Roma, SASSARI. Per la data di spedizione farà fede il timbro postale. Le opere trasmesse devono essere inedite e mai premiate in altri concorsi. Tale clausola sussiste fino al momento della premiazione del concorso di cui al presente Bando. Le opere concorrenti devono essere completamente anonime o contrassegnate con un motto o uno pseudonimo. Tale motto o pseudonimo, le generalità, l indirizzo ed eventuale numero telefonico, vanno scritti su foglio a parte, chiuso in busta non trasparente, da allegare alle poesie inviate. Il Comitato per l Emigrazione e Immigrazione e le Presidenze Provinciali delle ACLI si riservano tutti i diritti di trasmissione e pubblicazione delle opere premiate. La premiazione avverrà in una delle province sarde o presso sedi di emigrati sardi nel continente italiano o all estero, che ne abbiano fatto richiesta. Si è candidata ad ospitare la premiazione del Concorso di cui al presente Bando l Amministrazione Comunale di ORGOSOLO (NU) Gli autori premiati, menzionati o segnalati saranno avvisati per tempo a domicilio. Tutti i concorrenti sono invitati alla premiazione la cui data sarà comunicata tempestivamente dalla segreteria del Concorso tramite stampa o altro mezzo. Compongono la Giuria Antonio Strinna Bonaria Mazzone Giampaolo Sardu Salvatore Tola Gianluca Chelo Presidente Commissario Commissario Commissario Segretario Il Comitato per l Emigrazione e Immigrazione ACLI Sardegna si riserva il diritto di pubblicare opere di altri poeti partecipanti o no al Concorso. Il Presidente delle ACLI della Sardegna Fabio Meloni Il Responsabile del Concorso Franceschino Dettori 8

9 PREMIO POESIA SARDA INEDITA CREI-ACLI XXVIII EDIZIONE 2016 Sassari, 3 luglio 2016 Verbale nr 1 In data odierna il Segretario del Premio poesia sarda Acli Gianluca Chelo, coadiuvato dal Responsabile del settore folk e cultura sarda Franceschino Dettori e dal presidente della Giuria Antonio Strinna, ha provveduto all apertura delle buste inviate dai poeti partecipanti e alla successiva ripartizione delle opere nelle varie sezioni previste dal Bando di concorso. Sono pervenute nr 103 opere, risultate tutte valide. Gli adempimenti si sono svolti nel massimo ordine e nel rispetto del Bando di concorso. Nessuna opera è stata esclusa. La riunione, dedicata alla valutazione delle opere, viene fissata per il giorno 7 settembre 2016, alle ore 16.00, nei locali della sede provinciale della Fap Acli di Sassari, via Torres 2/a, Sassari. Ai singoli componenti della Commissione verrà puntualmente consegnato il complesso delle opere arrivate, divise per sezioni; gli stessi componenti verranno invitati formalmente al loro domicilio per la riunione conclusiva di valutazione. Il Segretario del Concorso Gianluca Chelo Il responsabile del Concorso Franceschino Dettori Il pubblico presente al Concorso di Chiaramonti 9

10 Sassari, 21 agosto 2016 Verbale nr. 2 In data odierna ha avuto luogo, presso il locale della sede provinciale della Fap Acli di Sassari, la riunione della Commissione esaminatrice per il XXVIII Concorso di poesia sarda, promosso dalle Acli regionali, con la partecipazione dei Sigg. Antonio Strinna, presidente Bonaria Mazzone, commissaria Giampaolo Sardu, commissario Salvatore Tola, commissario Gianluca Chelo, segretario Ha presenziato alla riunione il Signor Franceschino Dettori, responsabile folk e cultura sarda Crei-Acli. I componenti della Commissione esaminatrice si sono presentati alla riunione dopo attento esame delle opere partecipanti. La riunione è iniziata con una riflessione generale sullo stato di salute della poesia sarda e in particolare di quello del Concorso, come pure si è discusso sull aspetto linguistico e su quello tematico. Si è quindi preso atto, con soddisfazione, della notevole partecipazione di autori e di opere. La Commissione giudicatrice ha ritenuto di premiare genericamente, in taluni casi, le classi e non gli autori, che hanno partecipato alla sezione riservata alle poesie prodotte dai bambini. Si è infine proceduto alla valutazione e alla scelta delle opere da premiare. Per ultimo sono state stilate le relative graduatorie di merito e aperte le buste con i nominativi dei poeti premiati. A conclusione della Riunione, la Commissione giudicatrice ha ritenuto di pubblicare le poesie nel Libretto rispettando la grafia utilizzata dai poeti partecipanti. Il Presidente della Giuria Antonio Strinna Il Segretario del Concorso Gianluca Chelo Il Responsabile del Concorso Delegato ACLI Franceschino Dettori 10

11 PREMIO POESIA SARDA ACLI SARDEGNA 2016 Sezione A Poesia in rima GRADUATORIE 1 Premio Boghes perdidas di Angelo Maria Ardu 2 Premio Puite... di Antonio Sannia 3 Premio Sonniu de unu pitzinnu pintore di Gaetano Fenu Bardilio Menzioni d onore Martigusas di Pier Luigi Branca A custa Terra mia di Rachel Falchi Lereddas chentza fine di Franco Piga Sa idda mia di Giovanni Pira Invocatzione a Nostra Segnora de sos Anghelos di Salvatore Cocco Un alveschida noa di Bobore Marceddu Sezione B Poesia senza rima 1 Premio Paragulas mustrencas di Giovanni Piga 2 Premio Felitzidade di Gigi Angeli 3 Premio Tancas solianas di Giangavino Vasco Menzioni d onore A me Isula di Giuseppina Schirru Beddha luna di Giovanna Maria Mela Unu sonniu furadu di Sebastiano Mario Fiori Sortis acciottadas di Marinella Sestu A manu tenta che una pipia di Ida Patta 11

12 Sezione D Poesia satirica Tantu pro riere 1 Premio Un brodu di pidocci di Domenico Mela 2 Premio Sa cogorosta di Salvatore Pinna 3 Premio Unu soddu, una domo di Michele Podda Menzioni d onore Rimas mesulanas di Maurizio Faedda Su cunzadu di Gigi Piu Sezione C Scuole medie 1 Premio S Eroe de duos Mundos di Maria Piras e Mario Muggianu Scuole Medie Dorgali 2 Premio Sos migrantes di Adele Cherchi Scuole Medie Bonnanaro 3 Premio Sa notte di Imane Kharbouch Scuole Medie Florinas Menzioni d onore Ammentu de Austinu di Billia Patteri e Francesco Puddu Scuole Medie Dorgali Si fia istadu di Alessandro Puggioni e Pietro Carta Scuole Medie Bonnanaro Sa veridade di Lidia Arru Scuole Medie Florinas Sezione C Scuole elementari Meritevoli di pubblicazione Scuole elementari di Silius - Insegnante Rita Casula Classe 3ª: Babu, Sandy Caredda; Su scoiatulleddu, Emanuele Carta; S istadi, Lorenzo Erriu; Sa tostoinedda, Lapo Lallai; Su cani miu Pallinu, Giorgia Melis. 12

13 Classe 4ª: S amori, Ilaria Argiolas; Su Steddu, Nunzia Carta; Una di in su padenti, Ernesto Deidda; S amiga mia, Elisa Erriu; Deu giogu, Sara Lecca; Is coloris e Su paradisu, Zaira Melis; Sa fortuna, Irene Quartu; Sa felicidadi, Dario Schirru; Candu seu cun is amigus, Nicolò Tradori. Riconoscimento della Presidenza provinciale ACLI di Nuoro De Orgosolo Reina di Dante Erriu - per il tema trattato -. Riconoscimento del Comune di Orgosolo Bantu a Orgosolo di Aldo Cuccu - per il tema trattato -. Antonio Strinna, Bonaria Mazzone, Giampaolo Sardu, il chitarrista Franco Sechi, Giovanni Fiori, Salvatore Urru e Marco Pischedda 13

14 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 1 PREMIO BOGHES PERDIDAS di Angelo Maria Ardu La poesia è strutturata in tre parti. La prima, costituita da una sola strofa, rappresenta la narrazione dell evento in terza persona e insieme l intenzione del poeta. Dende oghe a tottu cussos chi Biazan cun s anelu/ chi in cust iscuru bidan su lugore/ finas unu lampizu/ chi appaghet assunessi unu disizu. La seconda parte, formata da due strofe, si sviluppa in prima persona ed è rivolta a chi parla, sogna e spera senza essere ascoltato, la sua voce di dolore è proprio perduta. Perché non riescono a toccare il cuore di uomini potenti quanto spietati. Nella terza e ultima parte, di una sola strofa, ritorna l invocazione, ora ancora più alta, rivolta a Dio. E tue Deus bonu/ dogn ora leas e nde das,/ beta un ogiada a mannu e minudu. Perché non sia vano il lamento di chi chiede pace, salute e amore. L intensità dei contenuti, come dei versi, conferisce a questa poesia una intonazione e insieme una vocazione affrancate dalla disperazione, la sua voce ci sorprende interiormente sino a coinvolgerci nel profondo. Non più voci perdute, dunque, appena noi le ascoltiamo come fossero le nostre, il loro dolore è ugualmente il nostro e la loro speranza trova motivo di esistere mentre la alimentiamo con la nostra. Gianni Dettori premia Angelo Maria Ardu a Chiaramonti 14

15 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 1 PREMIO BOGHES PERDIDAS di Angelo Maria Ardu, Flussio Cantos, cantos lamentos nd essin da cussa ula? Pedinde paghe, salude e amore isperend in sos bentos andende sula-sula fetan intender boghes de dolore in terra, mare e chelu. Biazan cun s anèlu ch in cust iscuru bidan su lugore, finas unu lampizu ch apaghet assunessi unu disizu. Ne tocas in su coro omines maticruos potentes chi si contan in su mundu pensende solu a s oro, e de sos males tuos non si nd apenan manc unu sigundu. Si nessi unu momentu sulerat unu entu de oltulare su e subra a fundu, po nd ogare sas pigias chi tapende sun ogios e urigias....ma non tenes fortuna! ne bentos sulan prò tè, mancu sas frinas ti dan una manu. Non ti riet sa luna ne ti lughet in su pè si dae chizos tuos ch est lontanu. Dogni isteddu si cuat s orizonte s annuat. Ne rosas ti fiorin in beranu, b at solu ispinas malas punghindedi in petorras e in palas. E tue Deus bonu dogn ora leas e nde das, beta un ogiada a mannu e a minudu. Non siat prus indonu cumintzende dae cras boghes penosas pedinde s azudu.. 15

16 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 2 PREMIO PUITE... di Antonio Sannia Che cos è il respiro, si chiede il poeta, cos è il respiro che all improvviso sente dentro di lui, un respiro irriducibile che senza volerlo viene dal passato come se il tempo non fosse trascorso. Nessun ricordo ha più pace, nessun passaggio della vita sembra risolto, tutto ritorna a incendiare il suo presente, dentro suo essere. Lassami immentigare, / - dice il poeta - su dolu e su sentidu, / inserradu in s iscuru de su mudore. / Perchè ritorni, dunque? Per donarti il mio perdono invano? In fondo, non rimane che una dura realtà: la bellezza dell amore è volata via, con tutte le sue chimere. Lassande disconsolu, / po s incras benidore / e in su coro, mudas, sas isperas. / L interrogativo, in definitiva, trova la sua naturale risposta fra le speranze del poeta, sia pure silenziose. E sono speranze che ora emergono discretamente nello spazio vivo e vitale di questi versi, uno spazio che si fa memoria e insieme silenzio, docili speranze alimentate e sospinte da una bellezza che - come un esperto viaggiatore -, sa bene come dipanarsi fra levità e dolcezza, passato e futuro, canto e viaggio. Antonio Sannia premiato a Chiaramonti 16

17 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 2 PREMIO PUITE... di Antonio Sannia, Bortigali Ite est custu respiru, ch intendo intro e su sinu, banduleri currinde in s impedradu; ammentos de aìru, isterret in caminu, ca de deris mancunu nd at domadu su tempus traitore, de gosu o de dolore, chi como tottu in d una nd est torradu, cuntentu e ponner fogu, chena ischire chi cussu non fit giogu. Como misera frina, puite ses colada, si fis che bentu frittu che su nie; cun lughe serentina, ti ses torra mustrada, a chizas altas dimandande a mie, s abbratzu e su perdonu, chi t apo a dare in donu, in su galanu ammentu e cussa die, ch in bratzos m as leadu, su corpus unu solu est diventadu. Lassami ismentigare, su dolu e su sentidu, inserradu in s iscuru e su mudore; non lu fetas torrare, si si che fit fuidu, mancari durche esserat su sabore, de innidos beranos, in lughidos manzanos, tintos de gosu e prenos de calore, chi in cussos padros d oro, su jannile an abertu de su coro. Andadu ch est in bolu su bellu de s amore, laras e basos, bisos e chimeras, lassande disconsolu, po s incras benidore e in su coro, mudas, sas isperas. 17

18 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 3 PREMIO SONNIU DE UNU PITZINNU PINTORE di Gaetano Fenu Bardilio La realtà e la fantasia non sono, in questi versi, due dimensioni opposte. Grazie all abilità immaginifica del poeta, le due dimensioni si scambiano fra loro, persino riescono a convivere, senza mai sottostare a qualche limite o confine. E questo accade fin dal momento in cui Su pintore aperit sa ventana/ e a sa rundine dat unu salutu. Ecco dunque che la natura, con tutta la sua bellezza, invade la tela e ogni cosa, in questo spazio sconfinato, prende magicamente a vivere, a respirare e a cantare. In su silentziu b at armonia,/ s intendet de sos putzones su cantu/ e Deus puru l at dadu su vantu/ li regalat sa bella armonia. L arte e il sogno trasformano tutto, lo spirito del pittore è davvero potente, può mettere su questa scena qualunque creatura. Il poeta, con la sua maestria, fa altrettanto nei suoi versi: lo stupore da lui provato si trasforma in vita, una vita prodigiosa, che potrebbe non finire mai. Franceschino Dettori, Silvio Lai e Marco Pischedda 18

19 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) 3 PREMIO SONNIU DE UNU PITZINNU PINTORE di Gaetano Fenu Bardilio, Galtellì Su pintóre apèrit sa ventana a sa rundhine dat unu salutu in s arvore che vìet unu fruttu e i su campanile sa campana. Su sóle vocat s ùrtima ispèra ca a su mónte si ch est achirrandhe e issu chi est sèmper sonniandhe est gudindhe custa galana séra. Tòttu custu lu fachet sonniare lu prenat de incantu, de maghìa issu dzocàt chin sa fantasìa e serénu si ponet a pintare. In su siléntziu b at armonia s inténdhet de sos pudzones su cantu e Deus puru l at datu su vantu li regalat sa bèlla melodìa. Sònnios de criatura minóre est pintàndhe in sa bianca téla. In sa manu dèstra tenet sa mela in s àttera li ponet su colóre. Su véntu chi carinnat sa cara chin passióne lu fachet pintare, su campu e tricu est unu mare s ispica est òro, est perla rara. Su pindzéllu est s ùnicu amicu e dat fruttu a sa téla bianca mantenèndhelu in sa manu manca pintat issu unu campu e tricu. Issu a pintare at a sichire mamènto sgalanos at a colare, s arte at a sèmper a istimare su sonniare non dèppet finire. 19

20 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE MARTIGUSAS di Pier Luigi Branca, Sassari Male biu, gherrende cun sas undas, ses fertu a una cala e Lampedusa incoronada a làpides e rundas, at a èssere ma lìbera... nadade. E nadende cun àtteros che maccu ti ses salvu, ma como cada frade dae sos bentos fatta sicca e tusa d onzi zenìa de frores e frundas, a parte calchi matta e martigusa. mortu subra sa fritta rena attittas. Sa cara tua dae tzinepresas est giutta impresse umpare a sas groghittas Est notte e cun sa luna in s arenile, d esser in vida aìzu alanzas seru a crebu e unu tzèrrimu ascamile martigusas in domos e in mesas de sos ch ustende frègula e monzittas, sas televisiones sempr atzesas, chi pro fàgher navìu prus lizeru, bos frundesit in mare a manzanile e mustrende unu puntu grogu meru dae su canapè modditzu e lascu, apprendent carignende-si su attu, de cuss ùltimu ìrridu e dirrascu addae, nesit: nadade ch est affaccu... sa terra de sa ostra libertade... niun e e bois mai prus teraccu e cun s ingullidorzu gal attattu, in bucca cabent un àtteru cascu... in ojos atterunu disacattu. 20

21 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE A CUSTA TERRA MIA (cantonedda logudoresa) di Rachel Falchi, Sassari In custa lughe umbrina pispiso ranos in terra sonende una chitarra boghe sola cuscusina... Intra nuraghes arcanos unu dillu sunt ballende pedras e janas tessende contos mannos pilicanos... Ses torradu rusinnolu a bolare in beranu su coro ti dat sa manu ca s istima est in bolu... M ingalenat s anninnia cando bànzigat su mare e m abbengat su mirare a custa Sardigna mia... Salvatore Urru premia la poetessa Rachel Falchi a Chiaramonti 21

22 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE Lereddas chentza fine di Franco Piga, Romana Iscrio chen ischire s est cumpresu su faeddare meu naturale, timo finas mi tochet de penale casu mai su sardu l epa ofesu. Timo chi siat mannu s interessu a fagher domo chentza fundamenta, o un acotu chentza isterrimenta ma nende de modernu e de progressu. Puite como nd an bogadu a pizu chi custa limba est male cumbinada, tantu chi cheret a nou acaddada cun cumpetenzia e calchi apostizu. Non b at nudda chi cheret fatu a nou ca sa limba s est fata sola-sola, solu cheret torrada in onzi iscola ognunu cun su sardu e logu sou. L iscrien e repitin de continu cun cuntzetos e garbu subrafìne, peraulas, lereddas chentza fine chi totue nd intendo s ammuinu. Sos politicos, politica fetan e su sardu chi lessan a sos sardos, atùen sos anzenos istendardos chi carralzu nde carran e nos betan. Ma tando, mama ite m at imparadu e babbu, paesanos e custrintos, e sos poetas, totue distintos, ch apo sempre che mastros rispetadu? Chi pensen a sa nostra gioventude, a cantos in s isetu an cundennadu, a chie dae sempre atresetadu est chentza seguresa ne salude. Oddeu, oddeu, tempus fuliadu! E deo chi creìa fit richesa, bàntidu, dignidade e fieresa de cust Isula ch an ammasetadu. E poi s at a bider su tucada cun su tempus chi faghet e disponet, rispetende su sardu chi s oponet ca non cheret sa limba bulluzada. 22

23 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE SA IDDA MIA di Giovanni Pira, Orgosolo Sa fortuna de unu cristianu in su sensu prus nobil e profundu, est de naschire, benner a su mundu in su logu prus dèghidu e galanu. E deo credo d esser fortunadu ca si puru in periudu de gherra, so bennid a su mundu in custa terra, logu divinu, magicu e fadadu. Ca tottu custu est sa idda mia, fraigada in su centru e Ichnusa, ue tenet dimora cada musa, terra de cantos e de poesia. Patria de massajos e pastores, ulivaresos puru e binzateris, domadores de caddos, bardieris, de poetas de fama e de tenores. De sas feminas nostras, sa bellesa, est in totu Sardigna giut a bantu, a s antiga bestidas... un incantu, unfradas de orgogliu e fìeresa. Sos omines, da s era pius lontana an afrontadu e bintu cada isfìda, eroes chi lassadu che an sa vida pro sa patria manna italiana. At partoridu puru bandidotos, a dolumannu, chi fat an istoria. Santas e Santos, dai s alta gloria chi in totu mundu sun connotos. E sas suas bellesas naturales, birdes padentes e baddes umbrosas, sas montagnas superbas, maestosas, ch in logu no nd agatas uguales. Benide zente da logos lontanos a custos logos nobiles e pios, paesanas chin paesanos mios bos isetamos chin su cor in manos! 23

24 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE Invocatzione a Nostra Segnora de sos Anghelos di Salvatore Cocco, Romana Maria de sos anghelos segnora E de sos chelos mama soberana Santa patron e sa idd e Romana E de sos romanesos prottetora M invoc a tie vergine in cust ora Pro sa zent indiffes e pagu sana E bisonzosos chi nudda no ana Vergine santa si podes ancora Illumines agiuas e beneigas Elimines discordias e rancores E lis cumpenses onestas fadigas Che allontanes mannos e minores Dae perigulos murrunzos e brigas Senza distingher ratzas ne colores A custa bella idd e de Meilogu Imbiache annadas copiosas Salvende zente bestiamin e cosas Dae furas disgrascias abba e fogu Vigiles dae chelu mama santa Pro chi mantenzan sa pagh e s amore In su tempus present e benidore Sa zente romanesa tottaganta Benzan sas campagnas in fiore Che una olta sos campos coltivados Incunzende che fruttos prelibados Riccos de sustantzia e sabore Uè b hat lutu finan de suffrire Allevia su dolore su turmentu Isculta ogni oghe ogni lamentu E torret s allegri a fiorire Peppina Delogu e Giuanna Sanna Ghialas e protegge d ogni die Duas mamas onesta che a tie Ch an pedidu dae janna in gianna Pro festare Maria a bonu coro Sa mama immaculad e su Messia Cando torran pienos de nostalgia Sos emigrados a sa idda issoro A sas domos chi sun disabitadas rientren sos romanesos chi sun fora Pro chi Maria in custa dimora Ti festen che i sas epocas passadas S in calchi cos apera isbagliadu In custa mia umile preghiera Dae zente paesan e furistera Ispero tantu d enner perdonadu M afido a sa ostra clementzia S apera calchi cos ismentigadu Ringratzio pro m aer iscultadu Bonanot e bona permanentzia 24

25 SEZIONE A - POESIA IN RIMA (In memoria di Cicito Canu) MENZIONE D ONORE Un alveschida noa di Bobore Marceddu, Oniferi Proite in custa vida nos cumportamus male finzas a nos trattare che cainos? Proite est remonida sa lughe cordiale chi dat signos de gosu genuinos? De vilesa su saccu prendelu, omine maccu e dae amparos de paghe ladinos; Chilca sa fratellanzia pro ch incunzes argiolas d uguaglianzia! Dademil un aggiudu, ca chelzo semenare palangas cun ranos de recreu; pro dare a chie est mudu sa oghe pro cantare sa libertade e bincher dogni anneu; donende unu momentu de bonu sentimentu soles d incantu naschin a trofeu. Dademi manu forte rendende a frades nostros menzus sorte! Non chelzo fagher meda: unu carignu solu dia prontu donare che fiore, pro chi lugat che seda su coro, e de consolu toccos d ammaju hapat in favore. Una mirada ebbia, dada cun simpatia, podet donare mundos de amore, e gai ogni piantu nessi pro un iscuta restat frantu. Si totus nos ligamus cun cadenas d affettu felicidade offrimus a su coro; s umpare semenamus lizos in dogni trettu, passizamus in prados de decoro. Bastat sol unu lizu, curadu a contivizu, pro chi crescat de paghe unu tesoro e mirare gentile un alveschida noa a s impuddile! 25

26 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 1 PREMIO PARAGULAS MUSTRENCAS... di Giovanni Piga Su quali pietre, sentimenti e parole abbiamo costruito fin qui il nostro mondo? L indifferenza e l incuranza non potevano riservarci, dice il poeta, che ballos de dillirios. Un ballo che nasconde il senso di precarietà e di smarrimento del quale ci nutriamo ogni giorno, senza neppure curarci della nostra dignità, per cui procediamo senza una vera direzione. Realisticamente, il poeta ritrova fra i suoi pensieri Paragulas mustrencas,/ che mariposas a su mori-mori/ in punnas de ispalatare/ s iscuru de s ischire benidore. E qui c è un immagine che irrompe prepotente, simbolica, ed è quella dei bambini denutriti che affollano il mondo, con il loro lamento inascoltato che chiede un alba di libertà e di vita migliore. Ma neppure questa immagine, offesa e sofferente, può bastare a esprimere il nostro desiderio di pace. Ci vorrebbe lo spirito di fraternità, una volta tanto diffuso, che abbiamo smarrito strada facendo. Oh poesia, poesia, conclude il poeta, se almeno tu potessi far sorgere un nuovo sole nelle nostre coscienze devastate dall odio. Intanto, se non proprio un sole, almeno una luce appare diffusa in questi versi, una luce capace di diradare la precarietà delle parole di cartapesta che tante volte abbiamo sentito, anche dai pulpiti più alti. Dunque, sovrastando l ipocrisia e lo smarrimento, la bellezza duratura di questa poesia si impone insieme ai suoi valori altrettanto duraturi. Gerolamo Zazzu premiato da Franco Fenu a Chiaramonti 26

27 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 1 PREMIO PARAGULAS MUSTRENCAS... di Giovanni Piga, Nuoro Paràgulas mustrencas predas de un istòria fravicada a baratu chin soddos de faddinas balentias dissipadas in ballos de dillirios de cherbeddu. In s arjola e su discòdiu si nch est morta s ùrtima grina e sole e su sentiu dae sa duda atitada in lacheddos de frassa dinnidade... Paràgulas mustrencas in su pessu mi luchent, che mariposas a su mori-mori, in punnas d ispalatare s iscuru e s ischire benidore... Ma non resèssint galu a ischelare sas tramas carcas de su prezudìssiu In s uricra mi sichint a tronare sos tùnchios de pitzinnos sichizones pedinde un impuddile e libertade in custa note surda respirande a retentu... Paràgulas mustrencas mi carinnant s umore de su chèrrere nudu chi mi tremet in labras che sisìa... Ma non m essit a pizu su chi narrer d afetu a su mundu cherìa... Oh, Poesia... Si nessi Tue podias chin s alenu e sa pache inchender unu sole in sas cussèntzias dae s òdiu iscuricadas... 27

28 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 2 PREMIO FELITZIDADE di Gigi Angeli La ricerca della felicità, quella di un singolo momento come quella di una vita intera, è sempre stata la priorità di ogni uomo. Ed è anche una ricerca mai uguale, ognuno cerca di realizzarla a modo suo, secondo i suoi bisogni. Metaforicamente, il poeta sceglie di osservare due bambini che, con la loro naturale innocenza, si trovano in riva al mare con la lenza in mano. A modde imbolan s amu: pro piscare? Si chiede il poeta. Intanto, i loro sguardi, sempre più incuriositi, sollecitati dai raggi del sole e dall azzurro del mare, frugano fra le onde e poi nel fondale. Di nuovo scatta la domanda: E lì la felicità? La risposta del poeta è semplice quanto saggia, nella metafora come realtà della vita, suggerita dall innocenza dei due bambini. Certe volte succede cosi anche a noi adulti: dopo tanto cercare, scopriamo che la felicità era proprio lì, fiorendedi ispantosa a unu prammu. Lo sguardo di questa poesia sa albeggiare in s oru de su mare ma anche dentro l uomo. Perché l orizzonte diventi sempre più vasto. Così, in questi versi, lontano da inutili affanni, una nuova luce si impone per rivelarci ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Il sindaco di Chiaramonti omaggia il vicepresidente delle Acli Salvatore Urru 28

29 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 2 PREMIO FELITZIDADE di Gigi Angeli, Palau A fatta e die in s oru de su mare a fiancu a pare pasan duas criaduras; e pro dilviu, umpare, a lenz in manos a modde imbolan s amu... prò piscare!?! Han su risittu in ojos e in laras ciobadu cun sa creschida e su sole chi in rajos ghjogat cun sa notzensia ispalta e sas puppias umpare a s asuleddu de su mare... e in affaundiu movene cuntentos a ojadas compudende in su fundale: Gasi comente in coro ch intrat cria de belluria illacanàda cun sa magghina e Issa cue porrida; chenza chi de sentidos b happe per un iscera a la taccare. Ghjompet semper asie a s improvvisu in meda o in su nudda dae disitzos a fora o chirriadas; a ispissu che la chilcas in affannu: e no t abbies ch est cue fiorendedi ispantosa... a unu prammu. e accolla cue... sa felitzidade!?! in s iscanzada sua naschidolza infra e colores d oro e de chelu e birde e abba; mentres solu su crocculu ch imbistit in su mudine de peraulas mudas attibbidas in sinu dae miradas. 29

30 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 3 PREMIO TANCAS SOLIANAS di Giangavino Vasco Il viaggio di una creatura di pochi anni, è questo il tema che si dipana nello spazio di questi versi. Curre pitzinnu, curre in tanca imbirdidas. Ma la sua corsa nel tempo - in un tempo vastissimo e imprevedibile - non sarà certo costellata soltanto di gioie e di soddisfazioni. Il poeta lo avverte con molto realismo: molte saranno le cadute, le delusioni e anche gli smarrimenti. Intanto, però, lassas essire sas ganas/ in pettus inserradas... Sos tempos de consolu/ como in ojos ti rien Ed ecco la previsione di ineluttabili cadute, confortata però da buoni consigli: E si currinde rues/ pensamentu non tenzas; pesadinde, ca si dolore incunzas/ sa fortza tua creschet Proprio così, raccogliendo anche dolore, si diventa uomini. Ricorda, sembra dire il poeta, niente accade solo per farti del male. Anzi, quando le tue energie inizieranno a mancare e ti troverai a fare i conti con un mondo ostile, allora sarai pronto a combattere contro qualunque avversità. Tancas solianas, i campi di oggi e di domani, ecco dove e come il poeta accompagna questa creatura. Il suo viaggio è già tutto in questi versi, impregnati di gesti paterni, e la poesia riesce ad emanare, ovunque, luce vera e rassicurante. Gavinuccio Pinna consegna il Premio a Giangavino Vasco a Chiaramonti 30

31 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) 3 PREMIO TANCAS SOLIANAS di Giangavino Vasco, Bortigali Curre pitzinnu, curre in tancas imbirdidas, solianas, lassa essire sas ganas in pettus inserradas e frunidas de bramosias friscas, in dies beraniles chena dolu. E si currinde rues pensamentu non tenzas; pesadinde, ca si dolore incunzas sa fortza tua creschet, e prus mannu as a bìere su sole cando abreschet, subra sa terra infusta de lentore. Sos tempos de consolu como in ojos ti rien e t atzenden sas lughes chi ti renden mere de camineras ube giaras sas dies ti cumparen, sutta unu chelu nettu biaittu. Ma su fadu su frore de cust edade tua at a allizare. E tando e peleare ti toccat, fizu caru. Chena perunu amparu, tue solu contr a su tempus malu as a gherrare. 31

32 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) MENZIONE D ONORE A ME ISULA di Giuseppina Schirru, Sassari Oh! Si cumm a rundini putissi ulà und e tte, isula mea! In quiddhu nidu anticu, u cardu, vecchju nidu di ziteddha... Vularìu turnà a brinculà annantu a rena rosa da spiagghjetta, lucenti e brusgianti comm u focu. Quanti vorti, m incantaìa a guardà u mari, da u strapiumbu, chi, fendi l occhjulinu a u soli, schizzaìa scintiddhi di pratta. Ridiani l undi, ninnendi i virzosi veli bianchi, und u spicchju culò célu. Oh! Si putissi, isula mea! Vidè torna u soli capuzzassi in mari e i scarzi piscatò, intriccendi nassi und i carrugghj pieni di ziteddhi, (ghjuchendi a picchjarani, pe fa pola), Sutt u célu di focu; guarda i tozzi, arti e cristaddhini, ascurtà a meludia du mari pruffumatu, ripitendi a storia d antichi trisori summerzi... (chi, sunniàia di truà!) Oh! Si solu putissi turnà! Turnà und e tte chi m hai vistu criatura e ritruà und e tte, l innucenti spiranzi d una vorta! 32

33 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) MENZIONE D ONORE Beddha luna di Giovanna Maria Mela, Badesi Tu m incanti... Beddha luna... Dugna sera mi t ammiru E arisera, cara la me luna È stata proppiu una fultuna Viditti, maraigliosa, appena nata: Eri un filu d oru chi briddhàa Illu zelu bluastru puntizatu; La biddhesa toia... m ha incantatu... l occi no arriscìa di staccà. Milioni di stiddhi trimbulosi Erani chì, a fatti cumpagnia, Opuru... ca lu sa... Che anim adoranti Pa illuminatti Lu caminu longu di la notti. Longu è lu to caminu Longu, finz a la manzana, Candu lu soli, mutu, ti s accosta E tu... hai cumpritu lu tò jru. Cussì... nasci un alta dì Pregna di tuttu lu chi polta Illa beltula manna chi trasgina Pultendi bè e mali pa dugnunu, Cun tutti li pinseri e li dulori Insembi... a li cioii e li cunsoli. Mario Fiori consegna il premio a Angelo Porcheddu a Chiaramonti 33

34 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) MENZIONE D ONORE Unu sonniu furadu di Sebastiano Mario Fiori, Tortolì Dae sas bellas baddes intregadas a s ingannu, son fuidos in lestresa, lassend unu desert e disisperu, fabbricas serradas, solu pruer e velenos!! Canta tristesa, bido muntones de ferru ruinadu, abba pudida, terras perdidas, sa campagn irfretziada. E unu riu mudu chi sighid a falad in presse, lagrimas ranchidas de dolore, in dies longas, chen isettu. Cussu fumu chi eris nos pariat progressu, nademi vois, it est oje, si non s ammentu de unu sonniu furadu? Maladias, morte, sufferentzia, povertade, sos zovanos chi torran a emigrare. Dae sas bellas baddes intregadas a s ingannu, son fuidos in lestresa, lassend unu desert e disisperu, fabbricas serradas, solu pruer e velenos!! 34

35 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) MENZIONE D ONORE SORTIS ACCIOTTADAS di Marinella Sestu, Iglesias In foras est ancora frischixeddu cuadduda est s istadi. De sa fentana affaccada mi lompit scinizzosu su cri-cri de unu grillu aguantau a una pertia de sarmentu chi s arriscat a cara manna a fastigiai sa luna mancai scipiat chi mai dd at a basai. Totu est chietu nudda strobat s aria... Ma in sa menti mia is pensamentus tenint sonus longus e sighiu e su torra boxi inzoru candu lompit, ferrit. E castiu scorada su mundu chi attòbiat dis de disisperu cali trigu crasi s at a messai comenti s òmini at a fuiri s inferru? A brazzus bascius pendi-pendi a is lumbus no si tenit prus sa forza de si opponni a chini no conoscit fàmini e dolori a chini s arrori in ogus malassortaus de is pipieddus mai at scorriau a manu grai su coru. E is ladronis de is bisus prus bellus sighint a spainai pibionis de tirria a car e prenda a sciòlliri velenus in i sùlidus de s aria a arziai muntronaxus mascaraus de avanzamentu a si crei prus potentis finzas de su Babbu Mannu. Sa tìmorìa oramai furriat sa certesa no nc est crai chi oberigiat tancaduras arruinadas. Ma in s erba chi arrandat su pranu oghixeddus biazzus s alluint de coloris e in custu mundu chi parìat sciusciau sperus nous scabullint sortis acciottadas 35

36 SEZIONE B - POESIA SENZA RIMA (In memoria di Ignazio Marras) MENZIONE D ONORE A manu tenta che una pipìa di Ida Patta, Cagliari A cara cuntenta su mundu intrèu m as intregàu. Mama, tue ses sole e isteddàu! Disabiedàu e marigosu, intrat che coloru cuddu entu chi spogiat sa mata... e istrullat su sentidu. Ses torràda pipìa! Fittiàna mi pedis sa pipìa e tzàpulu improddàda de-a mamài. chistìda in su cumò antigu. Cun boghe sorrogàda dd annìnnias cantandoddi duru, duru e durusìa, sa propria canzonèdda chi mi cantàs a pipìa. Cando una lambriga fuidòra ti surcant is trempas, attìttas s isposu tuo, bolàu in chelu in picinnìa! Mama mia, mai stracca de gherràre forte che un orrocca, ast sempere donàu e pagu arriciu. E ite t apo torràu? Donami sa manu beni, no tengias timorìa, seo deo sa ghia tua! Chistio in s iscusorgiu e su coro is carignos e s imparu, prendas chi m intregàs in sa carrela de sa vida! Como chi su tempus t at istrullàu su sentidu e furàu s ermosùra: po mei se sempre sa mama prus bella! A manu tenta che una pipìa, ti passizzu cun d unu carinniu in sa bella ia de sa tua piccinnìa! 36

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38 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 1 PREMIO UN BRODU DI PIDOCCI di Domenico Mela Sarà che la popolazione sulla Terra è in costante aumento e che la fame miete sempre più vittime, fatto sta che da qualche tempo il modo di alimentarci - insieme alla scelta dei cibi - sta davvero cambiando. Dall oriente, in particolare dalla Cina, stanno arrivando sempre nuovi alimenti, talvolta sorprendenti. Ce lo fa presente il poeta in questi versi, e lo fa con allegra leggerezza, tanto per sorridere. No cridia di magnacci li velmi e buladìa. Di fronte a queste novità, venute da lontano, al poeta sembra opportuno avanzare anche le sue proposte, ad iniziare da un brodu di pidocci. E poi aggiunge eba curaddina misciadda a mulca cavaddina, frummiculi e lugiana, ziricuchi frissi e fatt agliadda e infine taruli di legni seculari. Insomma, sarà un cambiamento epocale; soprattutto, sarà una guerra, una caccia rivolta a ogni tana, dove si nasconde qualche verme, insetto o altro, che finora avevamo lasciato al suo destino. Raccontando questa nuova cultura dell alimentazione, il poeta racconta anche la stranezza dei nuovi gusti e insieme la rivoluzione culinaria che, per moda o necessità, vedremo di qui in avanti. La sua vena satirica si rivela così accattivante e coinvolgente, mista a stupore che talvolta sa di innocenza, uno stupore che lascia trapelare la nostalgia delle vecchie e collaudate pietanze delle nostre nonne. Sebastiano Cascioni consegna il premio a Domenico Mela a Chiaramonti 38

39 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 1 PREMIO UN BRODU DI PIDOCCI di Domenico Mela, Castelsardo No passarà tempu e so digendi c emm a nutrì cun altru alimentu, la jenti, in chilta terra, è in aumentu e pa la fammi umbè ni so murendi. Lu riccatu è sempri minimendi manni e minori padini a scalmentu, nisciunu primma d oggi, no cridìa di magnacci li velmi e buladìa. Sarà un bon alimentu la spusedda chi edda è rara e di bon saori, candu si cala innant a li fiori e caccia abelta a dugna muscaredda. Tutta la gielpa ha divintà masedda puri si pugni no ci ha fa dulori, pregiada sarà umbè pa la so carri sena infiaci ne cantegi e barri. Sarà un piattu a pianacci l occhi n emmu di produzioni, umbè abbundanti po esse silvudu in modu galanti a cassolinu, un brodu di pidocchi, fatt a insalada sparagu e finocchi li brughi chi incuntremmu i li pianti e pa la cena, a volti, a gana a gana piatti di frummiguli e lugiana. N emmu accuglì la puligia di mari chi v è i li scogli, i l elba curaddina misciada a la mulca cavaddina sarà un piattu folti missi impari. Li taruli, i li legni seculari sarà pa lu colpu, bona midigina emm a divintà tutti malvagi spacchendi legni vecchi e li sulagi. La ziringa sarà la pregiada cundida a bagna a modu di spaghetti, sasai, cioga cruda e altri insetti pa imbuti panini e spianada. Li ziricuchi frissi e fatt agliada candu so da la bava beddi netti, n emmu a cugì di griddi in abbundanza arrultu e a muglia a pianà la panza. Nisciunu s ha salvà da chissà gherra sarà caccia abelta a dugna tana, si di chiguli a volti n emmu gana n emmu ascultà lu cantu in dugna perra. Pa ca si cua in fondu a mamma terra cun pala e piccu l emmu a da mattana, si eddhi poni essè lu noltru ammiru mancu un pidocciu s ha vidè più in giru. 39

40 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 2 PREMIO SA COGOROSTA di Salvatore Pinna Di cambiamenti ne abbiamo visti di tanti tipi in questi ultimi tempi, più o meno radicali e non sempre con buon gusto. Dal campo della musica a quello della cucina, dal modo di vestire a quello di cantare. Si potrebbe dire che siamo cambiati dai piedi sino ai capelli. Ed è proprio su quest ultimo aspetto che si sofferma il poeta. Sa cogorosta. Prima di tutto confessando il suo spavento nel momento della scoperta: Oddeu custos, los apo timidos! Segue la risata, una risata generale. Si nde rien fintzas puddas issoro: pro s ilgonza los cancellant dae coro! Piuttosto, dice il poeta al giovane così conciato, pensa a crescere Ce ne sarà di tempo per vederne di queste buffonate, il mondo ne è pieno. E poi, chi sono i tuoi maestri, come ti stanno ammaestrando? Dal momento che In conca banana t est creschende,/ attentu ista chi no ti cambien logu! Insomma, c è sempre un burattinaio da qualche parte, che inventa le mode, soprattutto quelle più strampalate, una dopo l altra inventa le mode e intanto si appropria dei cervelli e dei sogni. Si capisce, la satira del poeta vuole essere lieve e scherzosa, ma certo non rinuncia a riportare nell uomo un minimo di buon senso. Pierino Mura premia il poeta Salvatore Pintore 40

41 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 2 PREMIO SA COGOROSTA di Salvatore Pinna, Muros Sa prima olta chi los apo idos, mi so assuconadu de abberu: Oddéu custos! Los apo timidos, ca mi pariant de ater imperu. Ap idu poi chi fit zent e nidos e non soldados de chelu severu. Giughiant cogorosta e pilos reos, assultados pro custos mundos feos! Cun chie no at sa conca giagada, pro inaris...fagher befes lis piaghet; sa moda bi lis mustrant che fadada e non cherent chi buratinu giaghet. Iss andat in piata a sa parada, pro aer onores...chi niunu faghet. Si nde rient fintzas puddas issoro: pro s ilgonza los cancellant dae coro! Apen apo calmadu sa timòria mi so post a lis fagher cumplimentos, ca deo non nd aia in memòria, bisestrados e in cara cuntentos. Pariant de aer binsu sa vitòria chi los faghiat res in monumentos. Ma cando lis apo nadu de sas mias, nd ant pèrdidu corona e balentìas! Est custa e sas ultimas bideas no isco chie l apat inventada. Seguru so ch est de sas pius feas chi faghent de pitzinnos sas befada(s). Si pones mente a mie che las leas, pitzinnu cresche, lassa sas bufonada(s). As aer tempus de nd ider a reu, ma non nde fetas in custu mundu meu! Pro s istima chi como ses perdende pessadu ant de cambiare giogu: e in conca banana t est creschende, atentu ista!... chi non ti càmbient logu. E si t abizas de cosa... caminende, faghe lestru... betachel in su fogu! E nàralis a cussos mastros d oro chi la ponzant in domo...a sos issoro! 41

42 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 3 PREMIO UNU SODDU, UNA DOMO di Michele Podda Una casa per un euro. Una forma di beneficienza nei confronti di chi non ha casa, magari per ripopolare certi paesi sempre più disabitati e persino abbandonati? Oppure, un modo per liberarsi di un vecchio rudere che non converrebbe ristrutturare? Comunque stiano le cose, si tratta di un fenomeno recente -balzato agli onori della cronaca-, che il poeta tratta con discreta ironia, guardando al passato e a questo improvviso cambiamento. La Regione Sardegna e molti Comuni stanno vendendo le vecchie case cadenti al prezzo di un euro, come Ollolai. Ma ci sono anche i paesi vicini, come Bitti e Orune, che proprio d accordo non sono. Al poeta, che non eccede mai nei toni, non sfugge che i nuovi arrivati -dae Campidanu e dae su mundu intreu-, finirebbero per cambiare sa sarda zenia. Anzi, tutto questo dimostrerebbe che non abbiamo più a cuore la nostra cultura, la nostra identità. Cuddos sardos antigos tosturrudos/ chi paraian fronte a sos romanos/ fattos si sun masedos e galanos/ non prus agrestes che gattos marrudos. Vittorio Masu premia Antonino Mureddu a Chiaramonti 42

43 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) 3 PREMIO UNU SODDU, UNA DOMO di Michele Podda, Cagliari Po mezorare biddas montagninas torra unu bandu an bocadu como po unu soddu sun dande una domo e po si l acconzare sas istrinas. Cuddos sardos antigos tosturrudos chi paraian fronte a sos romanos fatos si sun masedos e galanos non prus agrestes che gattos marrudos. Dae mundu intreu e dae Campidanu a tazos benin sos comporadores e cuddos bidditzolos dae minores semper prus sun creschende man a manu. Ite paghe, ricchesa e bonu istare an tentu cussas biddas fortunadas ma prus de una si nde sun istadas no l an sighidu cussu bonu andare. Non solu cussa est sa mezoria istranzos artos e bene tirados de animu gentiles e ducados sun cambiande sa sarda zenia. Ca sos de Bitti cun zente orgolesa paris cun cuddos prendas de Orune non bajulan su los picare a fune e non nd an chèrfidu mancu s intesa. 43

44 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) MENZIONE D ONORE RIMAS MESULANAS di Maurizio Faedda, Ittiri Setzidos in piatta, concas canas, intran, de poesias, ciarrameddas. E che crabolos chi iscantan a cheddas, a biere abba frisca in sas funtanas. Intrascan rimigheddas mesulanas, che pegu iscussestadu a cagareddas e giùu male giuntu a sas cameddas, cascarende che puddas crìonzanas. Riman cun Frizi, su Zizi e Bernardu e, che campanas repicca repicca, sun chena donu e che sonan a tardu. E si faghen, fiera, una critica, paret si peset cosconu e lardu buddende in labiolu e fae sicca. Che pindulas leadas in buticca, ruen in terra et est bruttu s immardu. Maurizio Faedda premiato da Marco Pischedda sindaco di Chiaramonti 44

45 SEZIONE D - PREMIO FAP ACLI DELLA SARDEGNA Tantu pro riere (In memoria di Giuseppe Canu) MENZIONE D ONORE SU CUNZADU di Gigi Piu, Magomadas Una Signora ca la connoschia M at dadu su cunzadu a lu arare, Ca sende in gioventude già podia A fichire s arbada e semenare. Oe comente tando mi cheria Abbile sos cunzados a surcare... E cando at bidu sa fàina mia Mi lu cheriat dare a mes apare. Ma deo l apo nadu rie - rie: Cun tegus cherzo esser generosu E lasso sas bintradas totu a tie. Como s aradu meu est maganzosu No assurcat pius che unu die... Mancu s agatat terrinu arghiddosu. Gavinuccio Pinna, Antonio Strinna e Gigi Piu a Chiaramonti 45

46 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA 1 PREMIO S EROE DE DUOS MUNDOS di Maria Piras e Mario Muggianu, Dorgali Di Giuseppe Garibaldi, l eroe dei due mondi, si potrebbero dire molte cose, ma in fondo una sola è quella che conta, dal valore universale, ed è quella che questa poesia mette bene in evidenza. La libertà degli uomini, la dignità della persona, insomma una umanità senza confini, divisioni, per la quale Garibaldi ha rischiato più volte la vita. L unica nazione che io riesco a concepire, ha lasciato scritto Giuseppe Garibaldi, si chiama umanità. In questo senso è giusto definirlo, come fa questa poesia, un omine balente e zenerosu, chin d unu coro mannu/ prenu de buntade. Mercuris semus andaos a sa domo de Garibaldi, un Omine de cussos chi pacos ben d ade in sa vida. L aggradat sa Libertade e po custa at fattu de tottu arrischiande sa vida sua po fachere menzus non solu sa terra sua ma intas cussa de atteras pessones appartenentes a medas natziones, e azomai a su mundu intreu. Iscurtande tottu su chi c at fattu zeo mi l apo pessau un omine orte e bellu, balente e zenerosu, ma prus de tottu chin d unu coro mannu prenu de buntade. 46

47 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA 2 PREMIO SOS MIGRANTES di Adele Cherchi, Bonnanaro Grande è la tragedia dei migranti che quasi ogni giorno si consuma nel Mediterraneo. Una tragedia che viene da molto lontano ma che bussa alle nostre case, alle nostre coscienze. Eppure, si dice nella poesia, la maschera dell indifferenza non ci fa vedere quasi niente, neanche la guerra, la fame e la morte. Neppure i bambini che scompaiono prima ancora di arrivare alle coste. Così ogni giorno corriamo impassibili nelle strade, viviamo impassibili le nostre giornate. Frimmadebos! Abbaidadelos! E il grido che si leva da questi versi. Pro s innotzente mortu in mesu a atera zente. Pro sas pessones assuconadas chi dae totu benint iscatzadas. Poberitos sos pitzinnos chi imbidrados istant, sentza sas mamas, frimmos. Totu su mundu in lutu pro su popolu distrutu. Custu fatu at a restare in s istoria universale. Betade sa caratza custa no est gherra de ratza. Mannos de su mundu abbaidadebos in tundu ite idides pro piaghere? Famine, morte, pro nudda ene! Frimmadebos! Abbaidadelos! Abbaidamunos! In ue est sa diferentzia? 47

48 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA 3 PREMIO SA NOTTE di Imhane Kharbouch, Florinas La notte non porta sempre le tenebre, né la paura. Dipende da come la guardiamo, da come la viviamo. E vero, ci porta via la luce, dice la poesia, ma il buio non equivale sempre a timore; anzi, potrebbe riservarci la pace. E poi c è la luce delle stelle, di tante stelle. In fondo, sono proprio come noi, come potremmo essere anche noi, se solo lo volessimo. Tottu lughen, sas istellas, ma calicuna pius de sas ateras, che a nois... Caladu si ch est su sole e leadu si ch at sa lughe pro nos battire s iscurigore ma no su chi nos faghet a timire. Est s iscurigore pasidu chi lughet de istellas. Totu lughen ma calicuna pius de sas atteras, che a nois. 48

49 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA MENZIONE Amentu de Austinu di Francesco Puddu e Billia Patteri, S.M. Salvatore Fancello, Dorgali Amentu de Austinu Bos iscrimus dae terra in modu tale chi dae Chelu cust amentu nos iscurteis. Chene bois Su Anzu no este prus issu, est torrà sa bruttura, manca s alligria cando sos contos bostros contaiais e unu ballu tundu poniaiais. Semus unu mese chene bois ma paret chi siat colau un annu intreu. Meda nos mancat su sonu de cuddu birò, chi a Mesaustu mudaiais chin bandiereddas de milli colores e unu iscacalliu bos fachiais chin tottu sos priores. Est tando chi nois contaiais sas duminicas de catza grussa chin sas boches de sos canarzos, chin sos sirvones isparaos e ruttos. Solu bois chi seis godinde sa pache nos podis assuttare sas lacrimas chi non b at manera de vrimmare. 49

50 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA MENZIONE SI FIA ISTADU di Alessandro Puggioni e Pietro Carta, Bonnanaro Si fia istadu unu puzone fia oladu lontanu Si fia istadu su entu aia suladu pianu Si fia istadu una foza aia ossigenadu su mundu de oro Si fia istadu s amore fia andadu in d ogni coro Si fia istadu sa gherra nd aia leadu Sa peraula dae su vucabulariu Si fia istadu eranu pro sempre fia restadu Si fia istadu su mare sempre calmu fia abbarradu Si fia istadu su sole fia restadu sempre atzesu Si fia istadu sa luna fia andadu sempre pius atesu Si fia istadu un istella fia istada briosa Pro essere ogni die, sempre, pius luminosa. Giovanna Maria Ledda, Marco Pischedda, Salvatore Urru e gli studenti premiati 50

51 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE M - SCUOLA MEDIA MENZIONE SA VERIDADE di Lidia Arru, Florinas Risittos chi no benin dae su coro, risittos chi paren chi la cheffan bruiare sa veridade. Su coro tribagliat sa tristura chi, a ogni toccheddu, si ponet de pius in oios. Sa veridade est chi los devimus abbaidare, los devimus ipperiare sos oios de sa zente, ca sa bucca beffat ma sos oios faeddan, a beru. La Scuola Media di Florinas premiata a Chiaramonti 51

52 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E - SCUOLA ELEMENTARE Meritevoli di pubblicazione Classe 3ª - Scuola Elementare, Silius Babu di Sandy Caredda Babu, chi andas a su satu una dì mi dda potas una castangia? Deu a su satu meda ollia andai po podi su callelieddu miu agatai. s istadi di Lorenzo Erriu S istadi mi praxit bandu a mari giogu cun s arena e mi spassiu meda a nadai su scoiatulleddu di Emanuele Carta Su sco1atuleddu est propriu bellixeddu gratziosu che pilloneddu sa tostoinedda di Lapo Lallai Deu tengu una tostoinedda Tina est su nomini est meda bellixedda candu si ndi atziat su mengianu su cani miu pallinu di Giorgia Melis Deu adoru a Pallinu su callelleddu miu Papat pisci e mi fat erriri candu fait su tontu 52

53 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E - SCUOLA ELEMENTARE Meritevoli di pubblicazione Classe 4ª - Scuola Elementare, Silius s amori di Ilaria Argiolas Cun totu su coru miu ti dongu s amori miu pitiu est una cosa bella bona che caramella s amori miu ddu dongu a tui poita tu no mi fais mai arrui. su steddu di Nunzia Carta Su steddu est meda bellu e mannu parit su soli piticu piticu Su steddu est meda druci cus tannu issu est magicu, sempri ddu cicu. Custu steddu potat felicidadi e puru meda, meda alligria potat puru meda serenidadi est prus bell e druci de s amiga mia. Sonn e fai cun tue unu ballu tundu e ti cast1u onnia dì de sa vida mia Ses sa prus bella de totu su mundu. Ses impressa in su coru miu bellu prenu de amori e calori po tui tui ses luxenti che soli in celu. una dì in su padenti di Ernesto Deidda una dì seus andaus a padenti a cicai cadrolinus. innì ci furiat unu fossu atu giai, giai comenti a mei. nci seu calau e no nci arrennescia a ndi essiri. in su fossu nci fut una pedra, nci seu artziau a pitzus e seu arrennesciu a ndi essiri. apena essiu, apu biu cuatru porcinus mannus casi comenti e su pramu de sa manu mia e ndi ddus apu acullius ma apu imbruchinau in d un atra pedra. mancu mali ca is cadrolinus si funt sravaus! 53

54 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E - SCUOLA ELEMENTARE Meritevoli di pubblicazione Classe 4ª - Scuola Elementare, Silius s amiga mia di Elisa Erriu S amiga mia est bascia ma bellixedda amurosa e simpatichedda Est s amiga prus fantastica de su mundu antzis, prus de su mundu tundu Est nunzia s amiga de su coru chi est prus pretziosa fintzas de s oru. is coloris di Zaira Melis Su bidri fortunau s oru, s alligria e ti dd appu nau impari amiga mia. Su celesti colori de su celu felicidadi est paradisu in celu su paradisu di Zaira Melis Su paradisu deu mi ddu imaginu impari cun s amiga mia gioghendi in su celu. deu giogu di Sara Lecca Deu giogu onnia dì Giogu cun fradi miu a mengianu e a merì Cun issu fatzu su ballu froriu. 54

55 SEZIONE C - SOTTOSEZIONE E - SCUOLA ELEMENTARE Meritevoli di pubblicazione Classe 4ª - Scuola Elementare, Silius sa fortuna di Irene Quartu Sa fortuna dd ia bolli in donnia logu ma po dda ottenni depis traballai ti podit costai puru un ogu ma de seguru no dda ollis lassai. A bortas no ti abarrat acanta ca tui dd as fata arrennegai candu cest issa parit una santa e candu no abarras a dd aspetai. Candu c est no ti ollit ascutai e si ndi ollit torrai a domu sua e no t abarrat acanta casi mai Tia bolli acanta innoi arzilla ca ses steddu in pitz e frori e ca po mimi iast essi che filla. sa felicidadi di Dario Schirru sa felicidadi est bella no si incotit che in cella mi faitspassiai candu mi pongu a giogai. candu seu cun is amigus di Nicolò Tradori candu seu cun is amigus seu felici cun issus andu a girai in bici giogu in pratza e in su satu giogu cun issus e cun su atu. 55

56 Riconoscimento della Presidenza provinciale ACLI di Nuoro - per il tema trattato - De Orgosolo Reina di Dante Erriu, Silius. Ses de màrtiri s icona, de Orgosolo Reina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. Tui ses s ìnnidu frori de su mont e Ovaddutai chi si sighis a mandai su distintu bell amori intibiu de bellori ca ses àcua cristallina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. Tui ses su frori bellu in cudd ìnnidu Giardinu, de s eternu tuu caminu t at abertu su cancellu; Mama Santa, su mantellu ge t intregat, genuina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. De Orgosolo, s insigna, ses amada verginella, in sa lùxida capella ses sa màrtiri prus digna rosa bella de Sardigna mandasiddi sa dotrina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. De Sardigna ses s arbori, de Orgosolo su bantu, Tui firma dogna prantu ca se prena de onori! Manda sempri su lugori ca est tropu sa ruina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. Ses sa luxi de su Celu afiancu de Maria chi si donas armonia cun su Tuu celesti velu e ses sempri pren e zelu ca de totus ses bixina. Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. Santa màrtiri e pura, de su Regn e su Signori sighi aporri su crarori e po totus teni cura, prena fiast e premura generosa, oh Divina! Mand e Celu noraona o Antonia Mesina. Silvio Lai premia Dante Erriu a Chiaramonti 56

57 Riconoscimento del Comune di Orgosolo - per il tema trattato -. Bantu a Orgosolo di Aldo Cuccu, Villa Santantonio Orgosolo gentil e cordiale de Gennargentu ses in sa distesa, famosa in sa brigata Tataresa virtuosa unida e cumpata, famosa in sa Tataresa brigata unida e cumpata virtuosa, in sa Tataresa brigata famosa; fiera ses cortesa e ospitale. Saggiu: su romanu imperiale affrontas cun umanu coraggiu, imperiale su romanu saggiu: affrontas cun coraggiu umanu, saggiu s imperiale romanu; de virtudes ses una ricchesa. Orgosolo gentil e cordiale de Gennargentu ses in sa distesa, famosa in sa brigata Tataresa virtuosa unida e cumpata famosa in sa Tataresa brigata, unida e cumpata virtuosa in sa brigata Tataresa famosa, fiera ses ospitale e cortesa. Tue puru Canu cun nobilesa de s anzianu lottas pro su futuru, cun nobilesa Canu tue puru lottas pro su futur e s anzianu, cun nobilesa tue puru Canu onestu e cun anima sincera. Orgosolo gentil e cordiale de Gennargentu ses in sa distesa, famosa in sa brigata Tataresa virtuosa unida e cumpata, famosa in sa Tataresa brigata unida e cumpata virtuosa, in sa Tataresa brigata famosa onorende sa sarda bandiera. Sociale afrontas una buffera e cun su capitale ti scontras, sociale una buffera affrontas e ti scontras cun su capitale affrontas una buffera sociale in diffesa e s agru pastorale. 57

58 ORGOSOLO Il paese di Orgosolo si estende ai piedi del monte Lisorgoni (m 978), in una conca ricca di sorgenti. Da tale posizione geografica deriverebbe, l origine del suo nome, che si rifarebbe alla radice paleosarda orgosa, luogo umido e acquitrinoso, con molte sorgenti. Con una popolazione di 4221 abitanti e quasi ventitremila ettari di territorio esso é uno dei più estesi comuni delle provincia di Nuoro. Dal punto di vista fisico predomina la montagna, occupante circa i tre quarti dell estensione totale; a Est abbiamo le creste del Supramonte, a Sud le cime settentrionali del massiccio del Gennargentu (M. Armario m.1436, massima elevazione del territorio) e la Punta di Mandra e Haia). Nella parte centrale si estende un vasto altopiano, ricco di boschi e pascoli. A Nord-Nord-Est, due vallate alluvionali, Lohoe e Sorasi, che sono le uniche zone adatte alle coltivazioni. Il territorio confina con Nuoro e Oliena a Nord, ancora Oliena ad Est assieme a Dorgali, Urzulei e Talana; a Sud con il comune di Villagrande Strisaili e infine ad Ovest con i territori ricadenti nei comuni di Fonni e Mamoiada. 58

59 Il clima predominante è quello mediterraneo, con accentuazione della continentalità man mano che si sale di quota. Le piogge sono limitate in genere alla stagione invernale e all inizio della primavera, assai scarse in estate, mentre la neve imbianca sovente le vette più alte e talvolta fa la sua comparsa nel centro abitato. I fiumi sono brevi e a carattere torrentizio, con portata d acqua accettabile solo nella stagione piovosa, mentre durante la lunga estate sono quasi in secca. La flora è classificabile nella fascia a Quercus llex: vaste foreste di leccio con notevoli esemplari per vetustà e grandezza. Altre specie rilevanti sono la quercia, il ginepro, il tasso, il perastro, l acero minore, il corbezzolo. La fauna annovera esemplari di notevole interesse: cinghiali, volpi, lepri e conigli, martore e ghiri e, sulla montagna, i mufloni. Fra gli uccelli rapaci abbiamo aquile reali, falchi e poiane, fra gli altri volatili colombi, pernici, taccole e ghiandaie. Il territorio rivela tracce di insediamenti umani che, allo stato attuale delle conoscenze, risalgono al Neolitico Medio (circa cinquemila anni or sono) quando alcuni avventurosi si addentrarono nelle vaste foreste, ricche di sorgenti e cacciagione. Sono all incirca duecento i monumenti preistorici 59

60 (villaggi, domus de janas, nuraghi, tombe dei giganti ecc.) che testimoniano le vicende quotidiane di quegli antichissimi nostri progenitori. La loro esistenza fu più tardi turbata dalle invasioni straniere ed essi che avevano fra i caratteri peculiari l amore per la libertà e l ostilità contro ogni prepotenza, dettero prova sulla pelle dei Cartaginesi e dei Romani del loro coraggio e astuzia. Gli episodi resistenziali, inframezzati da periodi di pace con scambi di carattere commerciale, si susseguirono per diversi secoli e mai si raggiunse un modus vivendi pacifico, perché i dominatori di turno non capivano che un integrazione dei pastori barbaricini nel loro sistema produttivo e in quello politico era cosa impossibile. Verso il IV secolo d.c. si hanno i primi tentativi di evangelizzazione delle popolazioni delle montagne che adoravano ancora gli spiriti della natura, raffigurati da menhir e betili. Secondo la tradizione, nel 301 d.c. furono martirizzati nel nostro territorio i missionari Anania ed Egidio che tentavano di diffondere la parola di Dio. Della dominazione romana resta la lingua parlata, che dai costrutti tradisce la struttura del latino classico. Dopo la caduta dell impero d occidente, monaci bizantini evangelizzarono le nostre contrade, come attestato dalle chiese del centro abitato e delle campagne, intitolate a santi del menologio orientale. I primi documenti scritti in cui si fa menzione del nostro centro risalgono al secolo XIV, quando Orgosolo, che prima faceva parte del Giudicato di Torres, era compreso fra i domini arborensi, mentre ecclesiasticamente apparteneva alla diocesi di San Giorgio di Suelli. Dopo la caduta del Giudicato oristanese, ci fu la calata dei feudatari aragonesi e spagnoli desiderosi di riempirsi le 60

61 tasche a spese di quelle vuote delle popolazioni, le quali reagirono alle prepotenze dandosi alla macchia e alleggerendo con azioni di rappresaglia gli esattori iberici. Dopo il passaggio dell isola ai duchi di Savoia (1720), qui la vita continuò come prima, con lo sfruttamento collettivo delle risorse boschive per l allevamento ovino e con l acquisizione (1726) dei terreni della villa deplobada di Lohoe, con una modesta attività agricola. Nel paese passarono senza scosse gli avvenimenti dell Ottocento sardo: la legge delle chiudende e i fatti risorgimentali. Da notare la recrudescenza degli episodi di banditismo in occasione di carestie o imposizioni fiscali, con conseguente puntuale repressione da parte degli organismi statali, come testimoniano i fatti di Murguliai (1899), in cui nel nostro territorio, reparti di carabinieri e militari distrussero una temuta banda di latitanti. Nel secolo XX si registra una lenta ma costante crescita del tenore di vita materiale e culturale. L attività economica prevalente è la pastorizia, esercitata su terreni privati e di proprietà comunale. Per il settore agricolo abbiamo la coltura della vite e dell olivo e l orticoltura per consumo familiare. Il paese ha subito una profonda trasformazione sotto il profilo urbanistico, mentre nel campo economico si è affermato il settore terziario, specie nel campo turistico, data l affluenza sempre in crescita di quelli che scelgono la Sardegna per le loro vacanze. Ma il paese è anche frequentato nel corso di tutto l anno da studiosi, etnologi, scolaresche, appassionati di trekking ed amanti della natura, cineoperatori. I più ammirano i murales, vero museo all aperto, che sono di per sé un formidabile motivo di richiamo, in quanto opere facilmente fruibili a tutti. Poi si visita il vasto territorio, con le vestigia archeologiche e la grande 61

62 varietà di paesaggi suggestivi, che si presta a ogni tipo di escursione, a piedi e in mountain bike, a cavallo e, per tratti limitati, in fuoristrada. Si conservano tradizioni millenarie aventi carattere di unicità, come le feste sia religiose che laiche, con miscuglio di fede e contorno di canti e processioni e sfrenate corse di cavalli. Il caratteristico e inconfondibile tenore orgolese è giustamente famoso e apprezzato non solo in ambito regionale e nazionale, ma ha varcato i confini, con esibizioni in località del vecchio continente ed extraeuropee. Il costume femminile antitetico all austerità di quello dei maschi si presenta inconfondibile, con i suoi colori vivissimi e i motivi decorativi orientaleggianti, impreziosito da abiti di seta ricavati da una varietà indigena di baco. Non trascurabile l aspetto culinario, con prodotti di grande squisitezza: primi piatti di pasta fatta a mano e varietà di carni preparate in differenti modi, innaffiate dal corposo cannonau del posto, il cui effetto dirompente può essere diluito dagli squisitissimi dolci a base di miele, sempre prodotto localmente. Le numerose associazioni di volontariato, sportive e culturali animano di continuo la vita quotidiana, elevando la qualità del centro. Fra i personaggi che hanno illustrato Orgosolo, la figura più famosa è senza dubbio Antonia Mesina, la sedicenne che nel 1935 preferì farsi massacrare a colpi di pietra, piuttosto che perdere la propria integrità virginale. Essa è stata beatificata dal Papa Giovanni Paolo II nel 1987 e le sue spoglie, composite in 62

63 un urna bronzea riposano nella cripta della chiesa parrocchiale, meta ogni anno di numerosi pellegrini e devoti. Fra gli altri ricordiamo il sacerdote Giovanni Matteo Garippa (secolo XVII), parroco di Baunei e Triei, autore di una delle prime opere in prosa sarda, il Legendariu de santas Virgines e Martires de Iesu Cristu ; ancora: Luigi Satta Vescovo di Iglesias, Antonio Monni parlamentare e avvocato; Serafino Spiggia insegnante e scrittore. Nel nostro Comune, abbiamo, oltre ai monumenti di carattere archeologico, anche diverse chiese che danno testimonianza della viva fede che animava la popolazione. Nel centro abitato si conservano la vecchia parrocchiale intitolata all Apostolo S. Pietro (sec. XIII e seg.), l oratorio di Santa Croce (sec. XVII); le chiese di S. Antonio Abate, S. Antonio da Padova, S. Nicola, più o meno coeve (sec. XVII) e il santuario della B. V. Assunta (sec. XVI). Le chiese campestri sono intitolate ai Santi Anania ed Egidio, S. Michele Arcangelo e all Evangelista S. Marco, tutte risalenti al XVII secolo. I preparativi per la festa della B. V. Assunta Numerose feste civili e religiose vivacizzano le giornate orgolesi, attese soprattutto da chi per motivi di lavoro risiede lontano dal paese, in quanto occasione propizia per riassaporare l aria nativa ed incontrare parenti e amici di gioventù. Ricordiamo le principali: a gennaio S. Antonio Abate, con accensione dei fuochi in diversi rioni; ad aprile i riti della Settimana Santa; a maggio festa di S. Isidoro, con processione aperta dai carri a buoi infiorati; il 17 festa della Beata Antonia con pellegrinaggio al luogo del martirio, 63

64 celebrazione eucaristica e maxi banchetto per tutti nei boschi comunali. A giugno il calendario prevede la festa dei martiri Anania ed Egidio nella chiesetta campestre e del patrono S. Pietro Apostolo, con processioni e corse di cavalli. Ad agosto la festa principale, quella della Beata Vergine Assunta, con un nutrito programma di festeggiamenti religiosi e civili. Specie alla processione del pomeriggio del quindici, tra una cornice strabocchevole di visitatori e turisti si possono ammirare gli splendidi costumi, indossati per l occasione. Due celebrazioni sono esclusivamente orgolesi: quella del martedi dopo Pasqua ( sas huminiones ), quando accompagnati da molti fedeli, i sacerdoti orgolesi vanno a portare l Eucarestia agli anziani e ai malati del paese e quella del trentuno dicembre ( sa Candelaria, forse metatesi di Calendaria) quando nella mattinata i bambini vanno in tutte le case a ricevere il pane preparato per l occasione, frutta, dolci e denaro. La sera è la volta degli adulti che si recano nelle abitazioni delle coppie sposatesi nel corso dell anno a stornellare canti augurali (biva, biva s allegria). La Chiesa di San Pietro Apostolo 64

65 Ammentos Cherzo paghe Sa Pedrosa Disizos De Unu Massaju Hustemenes antihos Pro ch arbescat Sa die e-i sa notte Single Su balente Su Decretone Luciano Cuccuru, Pozzomaggiore Pedru Muresu, Ossi Bobore Marceddu, Oniferi Giovanni Pira, Orgosolo Giovanni Piga, Nuoro Angelo Porcheddu, Banari Gonario Carta Brocca, Dorgali Giovanni Pira, Orgosolo Gigi Sancis, Tissi 65

66 Cherzo paghe Ahi terra ingraidada e ranchizore! Ispasimada in su dolore brujas che fogu atzesu; sas pettorras rujas, ti coberin de samben e suore. Cantos frades cun bestes de nemigu, tinghen de nieddu ogn avreschida; subra coros chi braman solu vida falat che fogu su frastim antigu! Ogni die su battazu e campanile intonai frittas notas de piantu, airadas ispinas che han frantu sos fiores de vida a s impuddile. E lagrimas salidas ti che tragas in s intragna sidida de disizos, attittidos de mamas prò sos fizos mortos in cussorzas senza giagas. Non torrat sa festa e sos eranos in mare de isciareos fioridos inue sos odios inferchidos isolven sa trobea astrint in manos. Istanotte non paschen sos isteddos in su chelu airadu e tant anneu, muda est s istria in s iscuru, oddeu, chirchende inue morin sos faeddos. Arvadas ruinzadas sun arende, sas penas artuddidas in s intragna, brujadas da-e entos e siccagna, in eranos chi paghe sun pedende. Sezis truvende pantasimas sididas, in nottes che isteddos in aeras, cattighende pedrosas camineras cun sas francas de feras accanidas. Sezis doende peleas senza lughe, pro bonos impadronite de faeddos cagliados da-e urulos nieddos, in giannas chi s abberrin a sa rughe. Ma sa oghe de sa terra testimonza ilguttende est uttios de dolore, issa ch isettaiat solu amore da-e ois, caras senza irgonza... Luciano Cuccuru Pozzomaggiore 66

67 Sa Pedrosa Est posta in d una pala ispassiosa in istrattolas tra badde e altura sa inza ch happo fattu in Sa Pedrosa. S areste piantei in cantidade a s annu e a sos duos infischei uas bonas de ogni calidade. Sos annos mezus de sa gioventura los passei zappende e ispacchende sa pedra luzanina e rocca dura. Sa inza rispondende hat nadu: hei Meda sa oghe ona abbeltu hat alas chi su inu a cubones incunzei, Cando m idia suore falende finzas a fagher sa lacchedda in terra insistia picchende e isperende. finzas cun d unu saccu ettadu in palas in temporadas de abba e de nie it su mantu e s isfidain dies malas. Su pane non l haia mancu a perra e dobbende a mazza sos punzottos Tinniana che brunzos in sa Serra. Como su inu l happo dogni die, puru campende modestu, mancari medas clientes visitan a mie. Fae mandigaiam sos biscottos a notte e die los sonniaia e no nd haia ne cruos ne cottos. Busco provvistas, bi essit dinari ca m est dende sa inza in cussu situ finzas doighi cossos a millari. Mas infundu de s anima giughia su fogu de sa bona volontade e ponia dogni nodu a marrania. Eallu su cumpensu de caldu e fritu; s est giambada sa situassione est fruttu de su tribagliu beneitu, bandela de ogni generassione. Pedru Muresu, Ossi 67

68 Pietro Muresu al I concorso a Sassari, 5 febbraio 1989 Luciano Cuccuru al II concorso a Sassari, 11 febbraio

69 Disizos De Unu Massaju Cando torrades cando, ispigas mias pro mi ponner in coro tantu amore? Cando ammirare poto su colore de oro, saludendemi ingranias? Faghidemi torrare su cantore de cuddas pius bellas melodias. Cand a manzanu, infustas de lentore, bos recuio a s argioia cumprias. Tando fit un incantu, unu recreu, de su massaju su pane, sa vida, sa ricumpensa de tantas fadigas. Ma oe mortas sun cussas ispigas, chi finzas sa campagna est atturdida, cucuvada de ruvu e gardu-reu. Bobore Marceddu Oniferi Mons. Isgrò e Bobore Marceddu al I Concorso, Sassari 5 febbraio

70 Hustemenes antihos Dies prima e sa esta e mesaustu, moian sos balentes a bardana, a sue Onne, Arthana o Talana, de vervehes batiana unu grustu. Da Benethuthi, Nuoro, Inishola, s atera troppa dai sa bassura carrozzavan sa bestia madura halhi vaha hin travila o mazzola. E las vatian a sos intradorjos iuve s aggorravad e prendiada, in cussos trettos in uve vaiada ospileddos addattos e presorjos. E moian sos ateros... addettos a sa hisura; bertulas, istrales pihavan chin lesorjas e pugnales e tashaddas hin varios ozzettos. E uhidian cussu bestiamene homente hi esseret roba issoro, garaithos, frissura, isprene e horo silos johavan gasi a primu amene. E urin zente hi aian fide hi hin deus e hin santos crediana ha de su menzus pehus nde colliana unu lados intreu pro su pride. Su restu a orrostos e buddìos e sa petha hohiana a primore, mandihavat su mannu e su minore, parentes e amihos tott unìos. Venian da cad ala sos istranzos pro sa està e in chilha e perdimentu, pihavan parte a su divertimentu, e si thathavan che hovaddos lanzos De pane, hasu, simula e de vinu e petha de sas bestias issoro, veniana trattaos hin decoro usavat gasi cada montagninu. E si dopo sa esta halhi pehus avanzava! essende in abbundansia, antihamente vaiat s usansia asos meres a lu torrare issehus. Bellos hustos hustumenes antihos, de sos prus bellos hi amos honnottu, de urare pro mandhare tottu sa vidda hin istranzos e amihos. S usansia de urare l amos galu ma in deus no amos prus timore; non rispettamos pride nen rettore manc unu pede e petha pro regalu!... Giovanni Pira Orgosolo 70

71 Su balente Ud abile Peppeddu e abile hin capu, ha non fud unu tappu ma juhia hameddu. Ud abile e balente, timiu e honnottu; ma su prummu hejente, nol hat honnot ettottu. Sas sorres in corrutu, vestias de nieddu, atittande a Peppeddu su balente ch est ruttu Ruttu ch est su balente, su sirvone e iscalla; rulhande in su padente mi l hana mortu a balla. Frade meu tesoro, su cravellu galanu; huss assassina manu bucau di hat su horo. Frade meu vantau, razza supramontina; hussa manu assassina s ischina d hat truncau. Frade meu gentile, in tottuve distintu; solu hin su busile, hussu vile dhat bintu. Frade meo su zustu, su menzus de sa vidda; de sambene s armidda e s irvruthu has infustu. Frade meu dehiu, pesa e dammi hunfortu, ha tue non ses mortu; ma ses solu dromiu. Si ses dromiu ishida pesadiche harrale, affronta su rivale pihacheli sa vida! Ma Peppeddu non pesa da su baule e nuhe; hi sas manos a gruhe postu supra sa mesa. Balentes e rivales, su miseru e su orte; hand arriba sa morte semos tott uguales... Giovanni Pira Orgosolo 71

72 Giovanni Pira al V Concorso, 1993 Giovanni Pira premiato al VI Concorso, Milis

73 Pro ch arbescat pro totus su manzanu (A su Papa de sa pache) Che Bena biba e bìrghine funtana ses abbande su coro, nudu e frittu de s omine ch est semper in apittu de istajones de incunza sana. Semper in froga, che unu beranu, frorinde tempus nobu e contipizos, battallande s iscuru e sos fastizos pro ch arbescat pro totus su manzanu. Cantu caminu as fattu, a gosu e dolu, in cussorjas dae umbras pissichias porrinde alenu e pache e precarìas d apentu e Deus: ìnnidu cossolu. Ses sinnu sanu de fide e de apentu, pro su mundu e luche unu fravile ube poder, a tempera dechile, attarjare sas dies de assentu. Chin dilichìa, in animas acrìles as semenau àstulas de coro pro dare luche, in su respiru issoro, a frogheddas de nobos impuddiles. Pro chie andat a parpu in sa sicanna de sa fide, s isteddu ses mazore ch allughet fittianu unu lucore de ispera in sos chelos de s intranna. Chin dunu sinnu e manu, unu risittu, as alluttu un ispera e dinnidade in cuddas mentes, ube s amistade non fachiat su nidu pro abitu. Mai t arresses, che abba currente, sichi s andare tuo in sos caminos de sa Pache infunde sos terrinos a lentore de coro e in su benente Bolos as téssiu, in chelos chen annéu, pro sos puzones chi non zuchen alas, e-i sa ruche insoro supra e palas, ti ses trazande pro divinu impreu. non si bi pesent prus frammas de gherra. Ti benicat sos pessos su Sennore cando Tue beniche chin amore, su semen de sa bida e custa terra. Giovanni Piga, Nuoro 73

74 Sa die e-i sa notte Sa die Cando a chentale s aerea s iscanzat, sa notte mori-mori e muda ch essit e in bratzos de s avreschida isvanessit che bisu arcami chin sa mente istranzat. Sa notte Daghi sa fache de su mundu s istudat, s ultima lughe sonni-sonni addae est a s iscuru, zedende sa jae, ch intrende, a fora sa die eh imbudat! Naschet sa die: de lughe affianzat su mundu ch ischidendesi aggradessit sa tramas d oro chi su sole intessit cun s afficcu chi s animu accumpanzat. Falat sa notte! Sa natura tudat de arcana mudesa e calma grae, inue in paghe si frimmat dogn ae e de isteddos su chelu si mudat. Sa die in terra semenat isperas e brama e vida in su coro fiorit cando su sole ispannat sas aeras; Bolat su pessamentu... vagabundu in s infinidu e sa notte segreta bestida de misteriu profundu. su faghe-faghe ischidat e colorit de briu e in sas giaras camineras s andare de s esistenzia favorit. S ammagat s esistenzi ischieta; s ingalenat sa vida, e de su mundu su battimu nd iscultat su poeta. Angelo Porcheddu Banari 74

75 Angelo Porcheddu al II concorso, Sassari 11 febbraio 1990 Giovanni Piga al XV concorso, Benetutti 22 novembre

76 Single Po esser chin sos tempos a su passu, arrennoau m hapo sas ideas: imbolendech a s arga sas tropeas ca mi colo sa vida chin discassu. Non prus de tantos fizos su vracassu e non de su oghile sas peleas; ma temporadas a nottes intreas e dies de appentos e d ispassu. Mi fugo che coete po sa proa, sizinde bisos de velitzidade in sa miraculosa vida noa. E m imbriago e vera libertade!... Intas si m est parend una boboa chi toscat sa cussorza e soledade!... Gonario Carta Brocca Dorgali Gonario Carta Brocca premiato nel 4 Concorso,

77 Su Decretone Pro salvare sa nostra economia impignados si sunu sos partidos fattende ider chi sun tott unidos in paghe santa e bon armonia, e pro sanare cussa maladia sos guvernantes sun prevenidos. Faghen de legges unu pacchettone e hana battijadu decretone! Tanto si sun unidos in s internu, su fogu in sos partidos s alimentat, sas dimissiones Cossiga presentat, e ruet malamente su Guvernu. Mancat Pertini ch est s unicu pernu, ma rezzit sa notiscia e si lamentat. Saludat de sa Cina cussa zente e torrat in Italia prontamente. Accò chi su decretu est bell e prontu poi de tantu suor e fadiga, lu giughet a sa Camera, Cossiga, propriu pro fagher s ultimu cunfrontu, m a zertosunos non torrat su contu e bistan tira-molla, fala e piga. Ma mancari cun calch iscaramuccia li dan a su Governu sa fiducia. A primu e tottu lu rezzit Fanfani, posca subitu giamat a Cossiga: Appenas manco, mannaggia li cani, subitamente iscoppiat sa briga! Poi ch hat ismaltidu sa fadiga de su viaggiu, giamat a Forlani e ni narat cun amore fraternu de fagher torr in presse su Guvernu. Però, calchi persone b hat suspetta ch a malu coro se votu l hat dadu, passan de nou a s urna segreta pro chi enzant in Legge trasformadu, bogan sos votos da-i cascetta e-i su decretone enit bocciadu sempre pro culpa de cuddos signores chi los giaman francos tiradores! Forlani cuss incarrigu s accolat e faghet su sondaggiu in sos partidos, medas de custos si li sun offridos ma calcunu b est sempre chi s iscollant, b est su chi tìrat e-i su chi mollat comente in su passadu si sun bidos. In fine tra sos ahis e sos ohis, chie bi pensat semus sempre nois!... 77

78 Custos sun sos nostros guvernantes sos chi nois cun fide los votamus, da-i sos cales sa promissas hamus però sun una massa e ciarulantes, noch iscroccan su votu sos birbantes e nois sempre miseros restamus. A mie puru sempre ch hanillusu ma da-e oe non voto piusu. Già semus duas dies isettende a sanare in Italia su mal essere, faghen bider chi si sun impegnende cun promissas chi bi deven resessere: e nois maccos ancora isperende chi calchi legge ona l han.a tessere. Forsis calcuna l han presentada però, comente sempre, l han bocciada. Non cherz inteder pius de partidos ne Comunista ne Democrazia, tantu sos risultados si sun bidos, sun tottu una vera porcheria, est comune s issore istrategia finzas troppu los hamus ubbididos. Sun gentiles finzas a cando pigana poi de s elettore si nde frigana. Nde ogan de intruglios e inzomos si b hat legg e ch agiuat sos massajos, a pastore, artistas, operaios, a binzatteris e-i sos agronomos, a-i cuddos isfrattados senza domos chi dormin in peddarzos e solaios Si b hat legge pro custos in favore b est sempre cuddu francu tiradore! Osservade in s internu de unu partitu, de sos minores o de su-e testa, non si nd agattat unu tott unidu, b est chie andat a manca chie a dresta ognunu est ness in batter divididu, invec e armonia b hat protesta. Legges bonas non nd han a fagher mai, ca b est chie narat goi e chie gai. Poi cando sa legge enit bocciada pro forza enit a ruer su Guvernu, ma s affare non durat un eternu oramai sa cosa est già proada, sun giogos chi cumbinan in s internu ca enit cun raggiros preparada. Ruet unu Guvernu a s improvvisu e nde faghen un atteru prezzisu. Como custu decretu ch han bocciadu faghet dannu a sa nostra economia, fit s Italia nostra in agonia e-i como han sas cosas agabbadu, ca issos han su postu asseguradu e non sufferit cuss alta gerarchia. Semus nois in males e cumbattas prò culpa e sas issoro malefattas! Est totta una politica nefanda male cumposta e provocatoria. Aumentat sa classe emigratoria in Germania, in Isvizzera, in Olanda, italianos b hat in donzi banda mai che como nde contat s istoria. Sa cosa est diventende abberu critica e-i sa culpa est tott e sa politica. 78

79 Sa gioventude curret senza frenu, chie furat a destra e chie a manca, sun bocchinde sa zente a faccia franca, sas presones han fattu su pienu, han postu su tritolo in d unu trenu in s istazione puru e in sa banca e pro culpa de custos incoscentes perden sa vida tantos innozzentes In sas frabbicas regnat su burdellu ponzende fattu a sos sindacalistas, naschen inie cuddos brigatistas sos chi sun cumbinende onzi masellu, bocchinde pulizzottos, giornalistas, magistrados e zente a onzi livellu. Cantas famiglias han resu infelices pro culpa e sas politicas matrices. E nois sighimus a los votare... Gigi Sancis, Tissi Gigi Sancis al I Concorso,

80 Gigi Sancis Pitighes e carignos Luisi Sancis, nodidu Gigi, est naschidu in Tissi su 18 de Austu 1935, dae Antoni e Marianzela Cocco, est residente in Tissi, in via Spina Santa, 45. Est isposadu cun Angela Capitta cun sa cale at tentu duos fitzos, Daria e Antoni. Su 14 de Martzu 1954 s est arruoladu in s Arma de sos carabineris e s est cungedadu su 31 de Triulas Torradu a bidda sua, si occupat de cultura Sarda e faghet parte de sa Pro Loco de Tissi 80

81 Gigi Piu Anelu de paghe Poesias de oe e de deris Edizioni Sprint - Sassari 81

82 Cantina del Vermentino Monti CANTINA DEL VERMENTINO Via San Paolo, Monti SARDEGNA - Italy telefono fax cantina@vermentinomonti.it Boltas meda si devene a su inu sas improvvisas rivelaziones de calchi ladru e de calchi assassinu. E cantos viles, cantos lazzarones, faghen omaggiu a su diciu latinu iscopiende sas intenziones! Proite cand est bidu in cantidade faghet narrer sa pura veridade. Su inu est zertament un alimentu chi donat forza e vigore a s umanu; su in est bonu pro meigamentu, c a boltas su malaidu attit sanu; su in est babbu e su divertimentu ma cheret bidu pianu-pianu: cheret usadu cun rigore mannu, gustat s est pagu, s est troppu faghet dannu.

83

84 SU INU Unu sabiu antigu e raros pannos, riccu d esperienza e lichitu, neit: si buffas abba, s appetitu perdes e t intran frebbas e affannos; e affacc a sa birra b hat iscrittu: s ies de custa campas pro chent annos. M a fiancu a su inu scrittu hat gai buffa de custu chi non moris mai! Antonino Paba

85 Juvanne Pira 85

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