APPLICAZIONE DELL'INDICE DI FUNZIONALITÀ FLUVIALE ALL'ASTA PRINCIPALE DEL FIUME MARTA

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1 APPLICAZIONE DELL'INDICE DI FUNZIONALITÀ FLUVIALE ALL'ASTA PRINCIPALE DEL FIUME MARTA Domenico Venanzi, Ernesto Dello Vicario, Paolo Andreani L'utilizzo di varie metodologie di monitoraggio per l'analisi dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali rappresenta uno dei principali strumenti di conoscenza dello stato dell'ambiente e di verifica dell'efficacia delle politiche ambientali attuate a livello locale. Al fine di rendere lo strumento più completo e significativo, è ormai indispensabile inglobare parametri ed informazioni ambientali eterogenee, la cui analisi ed interpretazione richiede la messa a punto di metodiche di sintesi per attribuire alle acque un valore di qualità globale confrontabile con gli standard legislativi di riferimento. L'I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale) (A.N.P.A., Agenzia Nazionale per la Protezione dell'ambiente, 2000) nasce come indice fondato su informazioni provenienti dall'intero ecosistema fluviale e non solo dall'acqua: il cosiddetto alveo asciutto svolge una importante azione depurativa. Il mosaico di ambienti ripari che si estendono dalla sorgente alla foce lungo il corso di un fiume rappresenta una continua ed efficace zona di filtro, di bioaccumulo dei carichi inquinanti provenienti da monte o percolanti dal bacino, di metabolizzazione della sostanza organica in biomassa vivente vegetale e animale e di riduzione delle concentrazioni di azoto e fosforo della sottostante falda freatica. Tutto l'ambiente adiacente al fiume (rive e territorio limitrofo) deve contribuire, quindi, all'analisi del degrado ambientale: il giudizio di qualità è così basato su un più grande numero di informazioni. L'I.F.F. rappresenta un'evoluzione dell'rce-ii (Riparian, Channel and Environmental Invenctory) (Siligardi e Maiolini, 1992), derivato a sua volta dall'rce-i (Riparian, Channel, Environmental, Invenctory) ideato in Svezia (Robert e Petersen, 1992), che nasce dalla constatazione che la lettura del fiume non può limitarsi ad una parte di esso e neppure si può determinare la qualità totale attraverso soltanto il riconoscimento della funzione di ecotoni ripariali, della capacità autodepurativa, della qualità delle acque, della funzionalità, dei corridoi ecosistemici e di tutte le altre valenze che possono completare il quadro valutativo (Ingegnoli, 1993). L'RCE-II è stato applicato con successo a molti corsi d'acqua italiani, testimoniando il grande interesse per il metodo e la sua rispondenza alle varie esigenze, pur mostrando tuttavia una insufficiente calibrazione alle diverse tipologie ambientali italiane. Da questo è scaturita la necessità di produrre un aggiornamento del metodo che lo rendesse più generalizzabile, ne definisse con maggior rigore le finalità e ne garantisse la confrontabilità dei risultati. A tale scopo, l'agenzia Nazionale per la Protezione dell'ambiente, dopo un attento esame ed approfondite riflessioni, ha apportato varie modifiche al metodo, l'insieme delle quali, spesso in apparenza lievi ma in realtà sostanziali, è risultato talmente rilevante da richiedere una nuova denominazione dell'indice: Indice di Funzionalità Fluviale. L'Indice di Funzionalità Fluviale consiste nella compilazione di una scheda di quattordici domande (Tab. 1), ad ognuna delle quali sono associate quattro risposte predefinite: per ogni domanda è possibile esprimere una sola delle quattro risposte. I dati di corredo richiesti riguardano il bacino, il corso d'acqua, la località, la larghezza dell'alveo di morbida e la lunghezza del tratto omogeneo in esame. Le 14 domande possono essere suddivise in quattro gruppi funzionali: - le domande 1-4 riguardano le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante il corso d'acqua e prendono in esame le varie tipologie strutturali che influenzano l'ambiente fluviale, quali ad esempio l'uso del territorio o l'ampiezza della zona riparia naturale; - le domande 5 e 6 si riferiscono all'ampiezza relativa all'alveo bagnato e alla struttura fisica e morfologica delle rive, per le informazioni che esse 219

2 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 SCHEDA I.F.F. scheda N... Bacino:...Corso d'acqua... Località...Codice...Tratto. (metri)... Data... Operatori... Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostante - Coperto da foreste e boschi Prati-pascoli, boschi, pochi arativi e incolti Colture stagionali in prevalenza e/o arativi misti e/o colture permanenti Aree urbanizzate 1 1 2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria - Presenza di formazioni arboree riparie Presenza formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto Presenza di formazioni arboree non riparie Costituita da specie arbustive non riparie o erbacee o assente bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria - Presenza di formazioni arboree riparie Presenza formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto Presenza di formazioni arboree non riparie Costituita da specie arbustive non riparie o erbacee o assente 1 1 3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale - Fascia di vegetazione perifluviale >30 mt Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 mt Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 mt Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1 4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale - Fascia di vegetazione perifluviale senza interruzioni Fascia di vegetazione perifluviale con interruzioni Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1 5) Condizioni idriche dell alveo - Larghezza dell alveo di morbida inferiore al triplo dell alveo bagnato 20 - Alveo di morbida maggiore del triplo dell alveo bagnato con fluttuazioni di portata a ritorno frequente 15 - Alveo di morbida maggiore del triplo dell alveo bagnato con fluttuazioni di portata a ritorno stagionale 5 - Alveo bagnato inesistente o quasi o presenza di impermeabilizzazioni della sezione trasversale 1 6) Conformazione delle rive - Rive stabili o trattenute da radici arboree e/o massi Rive trattenute da erbe e arbusti e/o con interventi di rinaturazione Rive trattenute da un sottile strato erboso Rive nude e/o con interventi artificiali 1 1 7) Strutture di ritenzione degli apporti trofici - Alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fascie di canneto o idrofite 25 - Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 - Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto e di idrofite 5 - Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1 Tab.1/a - Scheda per il rilevamento dei dati ambientali 220

3 Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale all asta principale del fiume Marta 8) Erosione delle rive - Nessuna o poco evidenti Erosioni solamente nelle curve e/o nelle strettoie Erosioni frequenti con scavo delle rive e delle radici Erosione molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1 9) Naturalità della sezione trasversale - Sezione naturale 15 - Naturale con lievi interventi artificiali 10 - Artificiale con qualche elemento naturale 5 - Sezione artificiale 1 10) Fondo dell alveo - Irregolare, stabile e diversificato 25 - A tratti movibile e con poco sedimento 15 - Facilmente movibile 5 - Artificiale o cementificato 1 11) Raschi e pozze o meandri - Ben distinti, ricorrenti, distanti al massimo 5-7 volte la larghezza dell'alveo bagnato 25 - Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 - Lunghe pozze che separano corti raschi, pochi meandri 5 - Meandri, raschi e pozze assenti; percorso raddrizzato 1 12) Vegetazione in alveo bagnato in acque aflusso turbolento - Assente o costituta da gruppi di idrofite con copertura complessiva < del 10% 15 - Costituita da idrofite con copertura complessiva tra 10 e 35 %, feltro perifitico visibile 10 - Costituita da idrofite con copertura complessiva > del 35 %, feltro perifitico discreto 5 - Costituita esclusivamente da alghe filamentose, feltro perifitico spesso 1 12 bis) Vegetazione in alveo bagnato in acque a flusso laminare - Costituita da idrofite con copertura complessiva > del 35 % 15 - Costituita da idrofite con copertura complessiva < del 35 % 10 - Costituita da idrofite con copertura complessiva < del 5 %, presenza di alghe filamentose 5 - Costituita esclusivamente da alghe filamentose o assente, feltro perifitico spesso 1 13) Detrito - Composto da frammenti vegetali riconoscibili e fribrosi 15 - Composto da frammenti vegetali fibrosi e polposi 10 - Composto da frammenti polposi 5 - Detrito anaerobico 1 14) Comunità macrobentonica - Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 - Sufficientemente diversificata, ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 - Poco equilibrata e diversificata con presenza di taxa tolleranti all'inquinamento 5 - Assenza di una comunità strutturata, presenza di pochi taxa tutti piuttosto tolleranti all'inquinamento 1 PUNTEGGIO TOTALE LIVELLO DI FUNZIONALITA' Tab.1/b - Scheda per il rilevamento dei dati ambientali 221

4 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 forniscono sulle caratteristiche idrauliche; - le domande 7-11 riguardano la struttura dell'alveo, con l'individuazione delle tipologie che favoriscono la diversità ambientale e la capacità di autodepurazione di un corso d'acqua; - le domande rilevano le caratteristiche biologiche, attraverso l'analisi strutturale delle comunità macrobentonica e macrofitica e della conformazione del detrito. Ad ogni risposta sono associati punteggi (pesi), raggruppati in 4 classi ( con peso minimo di 1 e massimo di 30), che esprimono le differenze funzionali tra le singole risposte. Il valore di I.F.F., ottenuto sommando i punteggi parziali relativi ad ogni domanda, può assumere un valore minimo di 14 ed uno massimo di 300; dal valore dell'indice, attraverso una tabella di conversione (Tab. 2), si risale ad un livello di funzionalità che può variare tra I e V, a cui sono associati un giudizio di funzionalità ed un colore per la rappresentazione cartografica. Scopo del presente lavoro è quello di valutare la qualità ecologica del fiume Marta attraverso l'applicazione dell'indice di Funzionalità Fluviale. Il fiume Marta nasce dal lago di Bolsena (309 m s.l.m.), sul quale insistono sette paesi rivieraschi di medie dimensioni, e sfocia nel Mar Tirreno dopo un percorso di quarantanove chilometri, in cui attraversa i territori comunali di Marta, Tuscania e Tarquinia. Per l'applicazione dell'i.f.f., lungo l'asta principale del fiume sono state scelte 17 stazioni, per ognuna delle quali sono state rilevate tutte le caratteristiche ecologiche previste dal metodo. Nella scelta delle stazioni si è fatto riferimento da un lato alla distribuzione territoriale delle fonti di inquinamento, dall'altro alle dinamiche idrologiche del bacino. Partendo dalla sorgente, le prime due stazioni scelte (Tab. 3) si trovano all'interno dell'abitato di Marta, in un'area dove sono evidenti gli effetti dell'urbanizzazione; in particolare, la stazione n. 17 (Paratoie a Marta) presenta argini in muratura ed una sezione trasversale artificiale che non consentono l'instaurarsi di una fascia di vegetazione riparia. Tutte le domande assumono punteggi relativamente bassi, che portano l'indice ad un valore finale di 43 per entrambe le sponde, cui corrisponde un livello di funzionalità uguale a V e relativo giudizio di funzionalità pessimo. La stazione successiva, pur mostrando ancora evidenti segnali di degrado, denota tuttavia un lieve recupero, soprattutto per quanto concerne la vegetazione perifluviale. L'indice assume il punteggio complessivo di 137 per la sponda sinistra, con livello di funzionalità uguale a III, e 103 per quella destra, il cui livello di funzionalità corrispondente è compreso tra III e IV; i relativi giudizi di funzionalità associati sono mediocre nel primo caso e mediocre-scadente nel secondo. Allontanandosi dall'abitato di Marta, il fiume inizia a scorrere in un contesto completamente naturale e si osserva come la situazione tenda progressivamente a migliorare: già a partire dalla stazione n. 15 (Sollevamento 20), infatti, la funzionalità fluviale inizia a dare segnali di recupero, con l'indice che assume valore più alto rispetto alle stazioni precedenti (190), cui corrisponde un livello di funzionalità uguale a II-III per entrambe le sponde ed un associato giudizio di funzionalità buono-mediocre. Ma è nella stazione immediatamente a valle, la numero 14 (Castello Araldo), che il fiume raggiunge il massimo della funzionalità: in questo tratto esso scorre all'interno di una forra, in un'area caratterizzata dalla presenza di una estesa fascia di vegetazione perifluviale e lontano da impatti di qualunque Valore di I.F.F. Livello di Funzionalità Giudizio di Funzionalità Colore I elevato Blu I-II elevato-buono Blu- Verde II buono Verde II-III buono-mediocre Verde- Giallo III mediocre Giallo III-IV mediocre-scadente Giallo- Arancio IV scadente Arancio IV-V scadente-pessimo Arancio- Rosso V pessimo Rosso Tab. 2 - Tabella per il calcolo dei livelli di funzionalità e giudizi di funzionalità 222

5 Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale all asta principale del fiume Marta Cod. stazione Nome stazione Valore di IFF Livello di funzionalità Giudizio di Funzionalità Sponda sx - Sponda dx Sponda sx - Sponda dx Sponda sx - Sponda dx 1 Litoranea II II buono - buono 2 Cascatelle III III mediocre - mediocre 3 Monte Cartiera Tarquinia II II buono - buono 4 Poggio Ancarano valle II-III II-III buono mediocre - buono mediocre 5 Castellaccio I I elevato - elevato 6 Centrale Traponzo I I elevato - elevato 7 San Giusto II II buono - buono 8 Tuscania III III mediocre - mediocre 9 Monte Cartiera II-III II-III buono mediocre - buono mediocre 10 Pian di Mola I I elevato - elevato 11 Centrale elettrica n III III mediocre - mediocre 12 Fontanile del Guidozzo II II buono - buono 13 Mezzagna del Leone II-III II-III buono mediocre - buono mediocre 14 Castello Araldo I I elevato - elevato 15 Sollevamento II-III II-III buono mediocre - buono mediocre 16 Marta III III-IV mediocre - mediocre/scadente 17 Paratoie a Marta V V pessimo - pessimo Tab. 3 - Tabella riassuntiva dei dati ottenuti natura, che fanno si che le risposte a tutte le domande assumano punteggi elevati e l'indice arrivi al valore complessivo di 270 per entrambe le sponde. A tale valore corrisponde un livello di funzionalità uguale a I, il più alto, ed un giudizio di funzionalità elevato. Questa situazione ottimale permane fin quando il fiume giunge nei pressi della Loc. Mezzagna del Leone, dove è posizionata la stazione 13; in questo tratto si passa da una stato del territorio circostante dominato da boschi ad una prevalenza di prati e incolti e si assiste ad una notevole riduzione dell'ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale, che risulta inferiore ai cinque metri; questo determina una riduzione del punteggio totale dell'indice, che arriva a 200 per entrambe le sponde, con relativo livello di funzionalità uguale a II-III e giudizio di funzionalità buono-mediocre. Nelle due stazioni immediatamente a valle la situazione resta quasi invariata, pur con qualche piccola differenza. La stazione 12 (Fontanile del Guidozzo) potrebbe risentire dell'influenza di una centrale idroelettrica, che preleva acqua poco più a monte di questa stazione e la rilascia subito a valle della stessa. Questo tratto di fiume, pur essendo circondato da terreni adibiti a colture permanenti e risultando quasi inesistente l'alveo bagnato, mostra ancora una fascia di vegetazione perifluviale ben strutturata ed estesa e fondo dell'alveo diversificato: ciò determina un punteggio totale dell'indice uguale a 216 per entrambe le sponde, con associato livello di funzionalità II e giudizio buono. Situazione leggermente peggiore è quella che si presenta nella stazione successiva, la numero 11 (Centrale elettrica n.1), dove accanto al prelievo di acqua per scopi energetici che determina la quasi scomparsa dell'alveo bagnato in questo tratto, si registra anche la semplificazione della fascia di vegetazione perifluviale, ridotta a meno di cinque metri; questo concorre al raggiungimento di un punteggio totale dell'indice uguale a 171 sia sulla sponda sinistra che sulla destra, cui corrisponde un III livello di funzionalità, con relativo giudizio di funzionalità associato mediocre. Un quadro nettamente migliore è quello che si presenta nella stazione immediatamente a valle, Pian di Mola (numero 10), dove il fiume scorre all'interno di una forra in un contesto naturale; in questo tratto, la capacità funzionale torna ad essere molto alta, come testimoniato dallo stato del territorio circostante dominato da boschi misti e dalla fascia di vegetazione perifluviale, di ampiezza superiore ai trenta metri e costituita da formazioni arboree riparie. Tutte le domande assumono punteggi elevati e l'indice arriva al valore complessivo di 290 punti per la sponda sinistra e 280 per quella destra, con relativo livello di funzionalità uguale a I per entrambe e giudizio di funzionalità associato elevato. Questa situazione ottimale si mantiene fino a ridosso dell'abitato di Tuscania, dove il fiume risen- 223

6 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 te degli effetti di una, seppur modesta, urbanizzazione, che concorre a determinarne una riduzione della capacità funzionale; infatti, l'analisi della stazione numero 9 (Monte Cartiera) evidenzia un sensibile calo dell'ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale e quindi della capacità di fungere da filtro al ruscellamento delle sostanze azotate provenienti dai terreni limitrofi, adibiti ad uso esclusivamente agricolo; questo, associato alla riduzione della diversità in alveo, determina un calo del punteggio totale, che arriva al valore di 180 sulla sponda sinistra e 190 sulla destra, con livello di funzionalità II-III per entrambe ed associato giudizio di funzionalità buono-mediocre. La stazione immediatamente successiva, la numero 8 (Tuscania), pur mantenendosi pressoché invariata rispetto alla precedente per quanto concerne l'uso del territorio o l'ampiezza della zona riparia naturale, risulta compromessa nella struttura in alveo, con riduzione delle tipologie che favoriscono la diversità ambientale e semplificazione strutturale delle comunità macrobentonica e macrofitica e della conformazione del detrito. Ne consegue che l'indice assume il punteggio totale di 141 per la sponda sinistra e 156 per la destra, con corrispondente livello di funzionalità III e giudizio di funzionalità mediocre. Superato l'abitato di Tuscania, il fiume prosegue il suo percorso in un contesto completamente naturale, recuperando progressivamente la sua capacità funzionale. Nella stazione numero 7 (San Giusto), pur restando l'ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale molto ridotta, si registra il miglioramento nell'uso del territorio e nella struttura e diversità in alveo, anche se l'analisi del detrito e della comunità bentonica evidenziano ancora gli effetti dell'impatto antropico provocato dalla città di Tuscania. In questo caso, l'i.f.f. assume il punteggio di 205 in entrambe le sponde, cui corrisponde il livello di funzionalità II e giudizio di funzionalità buono. Proseguendo verso valle, nella stazione numero 6 (Centrale Traponzo) si registra un ulteriore recupero della funzionalità fluviale, che si manifesta con una maggiore diversità in alveo ed un aumento dell'ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale rispetto alla stazione precedente. Il punteggio assunto dall'indice è 285 sia sulla sponda destra che sulla sinistra, con corrispondente livello di funzionalità I e giudizio ambientale elevato. Un quadro ambientale molto simile è quello che si presenta nella stazione successiva, la numero 5 (Castellaccio), che denota anche un miglioramento nella struttura del detrito e nella composizione della comunità macrobentonica. La compilazione della scheda permette di ottenere un valore dell'indice di 265 per entrambe le sponde, con annesso livello di funzionalità uguale a I e giudizio di funzionalità elevato. La situazione resta immutata fino a quando il fiume incontra un invaso creato dall'enel per scopi energetici, in località Montebello: in questo tipo di ambiente, come previsto dal metodo, non sono state rilevate le caratteristiche ambientali. Nella stazione immediatamente a valle di questo sito, la numero 4 (Poggio Ancarano valle) l'uso del territorio a colture permanenti e la riduzione dell'ampiezza della zona riparia naturale fanno scendere il punteggio dell'indice fino al valore di 195 sia in sponda destra che in sinistra, determinando un livello di funzionalità II-III per entrambe e relativo giudizio di funzionalità buono-mediocre. Nell'ultimo tratto del fiume Marta, la parte potamale, si osserva una situazione ambientale accettabile, leggermente alterata soltanto in un piccolo tratto caratterizzato dalla presenza di una attività estrattiva. La stazione numero 3 (Monte Cartiera Tarquinia), pur restando sostanzialmente uguale alla precedente in tutte le caratteristiche ambientali, vede aumentare l'ampiezza e la continuità della fascia di vegetazione perifluviale, determinando un incremento del punteggio complessivo dell'indice, che arriva al valore di 210 in entrambe le sponde: di conseguenza, il livello di funzionalità associato è il II ed il corrispondente giudizio di funzionalità è buono. A valle di questo tratto il fiume incontra una cava di estrazione della sabbia, in località Cascatelle (stazione n. 2), nel territorio comunale di Tarquinia; in questa zona si riduce drasticamente la fascia di vegetazione, che presenta frequenti interruzioni, e la sezione trasversale è caratterizzata da evidenti elementi di artificialità: in tali condizioni, il valore dell'indice scende fino a 165 per la sponda sinistra e a 146 per la destra, permettendo di attribuire il III livello di funzionalità ad entrambe, con relativo giudizio di funzionalità mediocre. Infine, l'ultima stazione analizzata, la numero 1 (Litoranea), è localizzata in un tratto dominato da colture stagionali e dove la vegetazione perifluviale, pur non presentando interruzioni, è limitata esclusivamente a canneti e saliceti arbustivi. Questa parte del corso d'acqua vede ridursi la diversità in alveo e semplificarsi sensibilmente la struttura della comunità macrobentonica; ciò nonostante, l'indice incrementa il suo punteggio totale, arrivando a 201 in entrambe le sponde: ne consegue che il livello di 224

7 Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale all asta principale del fiume Marta funzionalità è il II e il giudizio di funzionalità corrispondente è buono. I risultati ottenuti permettono di individuare lungo il corso del fiume Marta cinque zone distinte (Fig. 1): la prima, a ridosso dell'abitato di Marta, in cui la funzionalità del corso d'acqua risente pesantemente degli effetti dell'urbanizzazione, che, di fatto, impedisce lo sviluppo di una fascia di vegetazione riparia, costringendolo a scorrere in un canale raddrizzato (stazioni 17 e 16), mostrando tuttavia modesti segnali di recupero nella stazione successiva (15). La seconda, limitata alla sola stazione 14, in cui la naturalità dell'ambiente circostante, la presenza di una fascia di vegetazione riparia arborea molto sviluppata e la diversità in alveo garantiscono la presenza di strutture di ritenzione diversificate e di comunità animali e vegetali adeguate coinvolte nei processi autodepurativi, facendo acquistare al corso d'acqua un elevato livello di funzionalità. La terza zona si estende dalla Loc. Mezzagna del Leone (stazione 13) fino alla stazione 10 (Pian di Mola), a ridosso dell'abitato di Tuscania: questo tratto potrebbe risentire degli effetti provocati dalle opere di presa di tre centrali idroelettriche le quali, pur captando quantità di acqua tali da garantire il deflusso minimo vitale, determinano frequenti oscillazioni di portata che comportano variazioni significative dell'estensione dell'alveo, compromettendo l'efficienza autodepurativa. La situazione migliora decisamente nell'ultima stazione di questo gruppo, la numero 10, dove una fascia riparia molto estesa unita all'uso del suolo e alla diversità in alveo concorrono a determinare il più alto livello di funzionalità. La quarta zona, nei pressi dell'abitato di Tuscania, comprende il tratto che va dalla stazione 9 alla 4, in cui la funzionalità risente dell'uso intensivo del territorio circostante: inoltre, nella stazione 4, la bassa diversità in alveo unita all'uso del territorio circostante e alla bassa estensione della fascia riparia contribuisce a mantenere la funzionalità su livelli mediocri. Fig. 1 - Risultati dell applicazione dell I.F.F. sull asta principale del fiume Marta. 225

8 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 Infine, l'ultima zona individuata riguarda le stazioni 3, 2 e 1, nel tratto potamale del fiume: qui la funzionalità del corso d'acqua risulta parzialmente compromessa dall'agricoltura intensiva praticata nei territori limitrofi, che impedisce, di fatto, lo sviluppo di una adeguata fascia di vegetazione riparia e, nella stazione 2, dalla presenza contemporanea di un argine cementificato in sponda destra e di una cava di estrazione della sabbia. Dai risultati di questo lavoro è quindi possibile concludere che il fiume Marta presenta, seppur con qualche eccezione, una buona qualità ambientale, subendo variazioni del tutto particolari legate da un lato all'uso del territorio circostante e dall'altro all'influenza negativa delle attività antropiche di origine diversa che esso incontra durante il suo decorso verso valle. L'utilizzo dell'indice di Funzionalità Fluviale nello studio della qualità ambientale del fiume Marta ha permesso di ottenere informazioni dettagliate e complementari rispetto a quelle ricavate dalle metodologie previste dal Decreto Legislativo 152/99, fornendo un contributo significativo per la gestione del territorio. È importante evidenziare comunque che le pressioni maggiori che vengono esercitate sull'ecosistema fluviale, sono a carico della fascia perifluviale. Questo ecosistema-filtro, quindi merita una particolare attenzione, visto che una gestione ecocompatibile della fascia di vegetazione riparia permetterebbe al fiume Marta di potenziare notevolmente la sua capacità autodepurativa (ricordiamo che una fascia di vegetazione perifluviale integra di 30 m di ampiezza e lunga 330 m, ha una capacità depurativa pari ad un depuratore di abitanti equivalenti) e di aumentare conseguentemente la qualità di tutto l'ecosistema fluviale. Questo riveste particolare importanza visto che tale corso d'acqua subisce delle pressioni dovute alle attività antropiche che, in alcuni tratti, ne pregiudicano notevolmente la qualità delle acque. La politica ambientale futura che si attua attraverso le competenze di pianificazione territoriale della Provincia, non può quindi prescindere dal tenere nella giusta considerazione questo tipo di ambiente naturale. L'Assessorato Ambiente, anche in collaborazione con altri enti, come l'istituto Superiore di Sanità, sta provvedendo a impostare progetti di monitoraggio ad ampio spettro che permetteranno di razionalizzare sia le attività proprie di gestione del territorio, sia le azioni di salvaguardia e recupero ambientale. A questo proposito le risultanze di questi progetti, integrate con quelle degli studi applicati come l'i.f.f., permetteranno di evidenziare quali porzioni dei bacini idrografici provinciali siano meritevoli di eventuali interventi. In conclusione, l'applicazione dell'indice di Funzionalità Fluviale anche agli altri bacini della provincia di Viterbo appare un obiettivo da raggiungere, confermando l'importanza del ricorso a tale metodica per fornire valutazioni sintetiche e preziose sulle cause del deterioramento fluviale, consentendo di ottenere indicazioni per orientare gli interventi di riqualificazione e stimarne preventivamente l'efficacia. 226

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