Progetto Interreg Valorizzazione dell architettura tradizionale, tutela del paesaggio antropizzato e del costruito (ID )

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1 Data 17/12/2012 Terza giornata di studio AlpStone Ora inizio 8.45 Ora fine Luogo Vecchio Municipio Piazza Risorgimento Santa Maria Maggiore (VB) Sala Mandamentale Piano Terra Documento a cura di Elisa Genna (Centro Servizi Lapideo del V.C.O.) rev. 04 del 15/01/2013 ITALIA Soggetto dott. Claudio Cottini Provincia del Verbano Cusio Ossola (Capofila) arch. Sergio Gasparotti sig.ra Simona Albertella Centro Servizi Lapideo del Verbano Cusio Ossola (partner) dott. Marco Cerutti ing. arch. Elisa Genna arch. Marco Zerbinatti Politecnico di Torino (partner) prof. ing. Riccardo Nelva prof. ing. Gian Paolo Scarzella G.A.L. Laghi e Monti (partner) rag. Ferruccio Sbaffi sig. Angelo Rossi Comune di Beura Cardezza (VB) arch. Gianni Bretto Comune di Santa Maria Maggiore (VB) dott. Claudio Cottini dott.ssa Antonella Salina 1 di 82

2 dott.ssa Sandra Garavaglia arch. Simone Malandra SVIZZERA ERS-LVM Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia (capofila) GLATi Gruppo Lavoro Artigianato Ticino (partner) Soggetto dott. Gabriele Bianchi dott. Claudio Gianettoni Sono inoltre presenti: Ente/Associazione/Altro Regione Piemonte Soggetto arch. Annalisa Savio Regione Piemonte arch. Guido Baschenis Regione Piemonte Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Regione Piemonte e delle Province di Novara, Alessandria, Verbano Cusio Ossola Ente Scuola Edile del Verbano Cusio Ossola dott.ssa Noemi Giordano arch. Fabrizio Perrone arch. Marco Porini Comitato Tecnico-Scientifico Transfrontaliero AlpStone arch. Andrea Scotton Centro Studi del Museo del Paesaggio di Verbania dott. Antonio Biganzoli Sindaco del Comune di Craveggia (VB) sig. Paolo Giovanola Progetto Borgate (Comune di Orcesco) arch. Elena Bonardi Tesista del Politecnico di Milano (originario della Val Vigezzo) Norberto Bonzani 2 di 82

3 Artigiano del recupero locale sig. Bruno Testori Tele V.C.O. (stampa) dott. Marco De Ambrosis 3 di 82

4 PROGRAMMA UFFICIALE DELL INCONTRO Sessione del Mattino Ore 8.45 Arrivo, accoglienza e registrazione dei partecipanti presso la Sala Mandamentale del Vecchio Municipio di Santa Maria Maggiore (VB), Piazza Risorgimento Ore 9.00 Saluti di apertura Presentazione delle finalità della III Giornata di Studio AlpStone dott. Claudio Cottini arch. Luigi Formoso Ore Gennaio Dicembre 2012 Presentazione delle attività svolte ed in corso di svolgimento Ore Ore Ore Ore Ore Ore Il coordinamento Provincia del Verbano Cusio Ossola (IT) arch. Luigi Formoso arch. Sergio Gasparotti Le attività, le sperimentazioni, i primi esiti Centro Servizi Lapideo del V.C.O. (IT) dott. Marco Cerutti ing. arch. Elisa Genna Politecnico di Torino (IT) arch. Marco Zerbinatti prof. ing. Riccardo Nelva prof. ing. Gian Paolo Scarzella L Agenzia di Valorizzazione, le piattaforme on line, la gestione dei servizi per il recupero dell architettura tipica tradizionale Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia (CH) Agenzia Cento Rustici (CH) sig. Stefan Früh GLATi Gruppo di Lavoro Artigianato Ticino (CH) dott. Claudio Gianettoni G.A.L. Laghi e Monti del V.C.O. (IT) Centro Servizi Lapideo del V.C.O. (IT) rag. Ferruccio Sbaffi 4 di 82

5 ing. arch. Elisa Genna Ore Ore I cantieri pilota per il recupero Comune di Beura Cardezza (IT) dott. Dario Cerizza sig. Angelo Rossi arch. Gianni Bretto (professionista incaricato dell intervento di recupero sulla torre) Comune di Santa Maria Maggiore (IT) dott. Claudio Cottini dott.ssa Antonella Salina arch. Simone Malandra (professionista incaricato dell intervento di recupero sui lavatoi) Ore Ore Pranzo di lavoro Trasferimento ai luoghi di visita del primo pomeriggio Sessione del Pomeriggio Ore Ore Ore Visita guidata presso i cantieri pilota AlpStone avviati sui lavatoi di Santa Maria Maggiore e Buttogno Visita al borgo di Craveggia con la guida esperta di tecnici locali della Provincia del V.C.O. e di artigiani locali esperti nel recupero dei manufatti realizzati con tecniche e materiali tradizionali Rientro alla Sala Mandamentale del Vecchio Municipio di Santa Maria Maggiore per la sessione pomeridiana Presentazione sintetica (max 10 diapositive) degli esiti raggiunti dopo il primo anno di attività come premessa alla Tavola rotonda - Raccolta ed organizzazione di fonti documentarie - Messa a punto di sistema di schedature per la conoscenza, per il progetto, per il monitoraggio - Analisi normativa ed esiti - Caratterizzazione dei materiali lapidei ed esiti della prime fasi di sperimentazione - Indice del Manuale di buone pratiche ed organizzazione delle sessioni tematiche (con attenzione agli aspetti di analisi, scelta del materiale, progetto, cantiere, ) 5 di 82

6 - Organizzazione e programmazione di workshops formativi con avvio nella primavera Messa a punto delle piattaforme on line del progetto e dell Agenzia di Valorizzazione Ore Tavola rotonda Confronto sui primi esiti e programmazione degli obiettivi a breve-medio termine per l anno cronoprogramma attività focus prioritari del progetto - aspetti tecnici ed economici degli interventi di recupero in contesti storici tradizionali - filiera corta e risparmio energetico - percorsi di info-formazione - ricadute sul Manuale di buone pratiche dott. Tullio Bagnati dott. Antonio Biganzoli arch. Luigi Formoso arch. Marco Porini arch. Giovanni Simonis con la partecipazione dei: - funzionari della Regione Piemonte - funzionari della Soprintendenza BB.AA.PP. della Regione Piemonte - componenti del Comitato Tecnico-Scientifico transfrontaliero AlpStone Ore Chiusura dei lavori 6 di 82

7 INDICE Saluti di apertura. Presentazione delle finalità della III Giornata di Studio AlpStone 9 ass. Claudio Cottini Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. Le attività, le sperimentazioni, i primi esiti CENTRO SERVIZI LAPIDEO DEL VERBANO CUSIO OSSOLA 13 dott. Marco Cerutti ing. arch. Elisa Genna Saluto di benvenuto ai funzionari della Regione Piemonte e della Soprintendenza BB.AA.PP. 34 ass. Claudio Cottini Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. Le attività, le sperimentazioni, i primi esiti CENTRO SERVIZI LAPIDEO DEL VERBANO CUSIO OSSOLA (conclusione) 36 Ing. arch. Elisa Genna Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. Le attività, le sperimentazioni, i primi esiti POLITECNICO DI TORINO 38 arch. Marco Zerbinatti prof. Ing. Riccardo Nelva Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. L Agenzia di Valorizzazione, le piattaforme on line, la gestione dei servizi per il recupero dell architettura tradizionale GLATi Gruppo Lavoro Artigianato Ticino 54 dott. Claudio Gianettoni Tavola rotonda (anticipata). Confronto sui primi esiti e programmazione degli obiettivi a breve-medio termine per l anno Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. I cantieri pilota per il recupero COMUNE DI BEURA CARDEZZA (VB) 64 arch. Gianni Bretto Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. I cantieri pilota per il recupero COMUNE DI SANTA MARIA MAGGIORE (VB) 70 arch. Simone Malandra 7 di 82

8 Sessione del pomeriggio. Visite guidate SANTA MARIA MAGGIORE (VB) 76 Sessione del pomeriggio. Visite guidate CRAVEGGIA (VB) 80 8 di 82

9 CONTENUTI DELL INCONTRO Saluti di apertura. Presentazione delle finalità della III Giornata di Studio AlpStone. La giornata di studio prende avvio con i saluti agli intervenuti ed i ringraziamenti espressi dal dott. Claudio Cottini (assessore all Istruzione e all Università, alla Cultura, alle Attività Estrattive, alla Pianificazione Territoriale della Provincia del V.C.O. e sindaco del Comune di Santa Maria Maggiore). All inizio dei lavori, viene comunicata l assenza (per indisponibilità) dei seguenti soggetti invitati alla giornata: - dott. Tullio Bagnati (Ente Parco Nazionale Val Grande) - geom. Moreno Bossone (Comitato Tecnico-Scientifico transfrontaliero AlpStone) - arch. Vittorio Brignardello (Comitato Tecnico-Scientifico transfrontaliero AlpStone) - arch. Luigi Formoso (responsabile del progetto AlpStone, Provincia del V.C.O.) - sig. Stefan Früh (Agenzia CentoRustici, Canton Ticino, CH) - ing. Alessandro Grazzini (Politecnico di Torino) - arch. Giovanni Simonis (libero professionista ed esperto). L assessore Claudio Cottini inizia i lavori con un momento di ritardo, che ritiene comunque fisiologico. Ringrazia i presenti per aver accettato l invito a tenere l incontro a Santa Maria Maggiore. La terza giornata di studio, che si sarebbe potuta svolgere in qualunque altro posto, si è cercato di organizzarla in Santa Maria Maggiare. In questo senso, l assessore ritiene di aver fatto, una volta tanto, il partigiano. Il motivo: Beura Cardezza, che è rappresentata dall assessore Angelo Rossi, e Santa Maria Maggiore sono, all interno del progetto Interreg in essere, com è noto, due Comuni che hanno previsto alcune attività esemplari: l intervento di recupero sui tre lavatoi a Santa Maria Maggiore, quello sulla torre a Beura Cardezza, sulla quale c è ancora qualche problema per l avvio dei lavori. 9 di 82

10 L assessore Cottini chiede pazienza se l incontro avviene in un giorno in cui non fa molto caldo, però promette che si cercherà insieme, anche iniziando con qualche momento di ritardo, di ottimizzare la giornata. Sui presenti ritiene non ci siano da fare presentazioni, perchè i soggetti sono tutti noti. Tiene ad indicare solo tre persone, sedute tra il pubblico, che sono: - Paolo Giovanola, sindaco del Comune di Craveggia che, nel pomeriggio, poi avrebbe accompagnato il gruppo, insieme con l artigiano locale (e non con l architetto Simonis perché ha comunicato in mattinata la sua indisponibilità ad intervenire, così come pure l architetto Brignardello, che aveva dato l adesione e invece, a causa di un problema importante che lo tiene bloccato a Verbania, non sarebbe riuscito a partecipare all evento). Quindi, il sindaco di Craveggia avrebbe ospitato tutti in quello splendido paese che è fornito di particolari emergenze dal punto di vista architettonico, oggetto di visita nel corso del pomeriggio; - l arch. Elena Bonardi, che si occupa del progetto Borgate di Orcesco; - un tesista del Politecnico di Milano, che è vigezzino ed ha chiesto di poter partecipare ben volentieri alla giornata di studio. Ritiene utile non sottrarre altro tempo prezioso ai relatori. Comunica ai presenti che si attende anche l arrivo di altri relatori, che sono soprattutto (se non hanno disdetto la loro partecipazione), l arch. Annalisa Savio, la dott.ssa Noemi Giordano e l arch. Guido Baschenis, tre funzionari regionali con i quali si è già avuto modo di confrontarsi in occasione della presentazione del progetto e dell anno in corso, e l arch. Fabrizio Perrone della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Regione Piemonte (province di Novara, Alessandria e Verbano Cusio Ossola). Quindi, entrando più nel merito logistico della giornata, il programma è noto. Fatti gli interventi del mattino, è prevista una breve pausa pranzo, che il Comune di Santa Maria Maggiore ha il piacere di offrire. Ed essendo a conoscenza che Gabriele Bianchi (Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia) avrebbe dovuto lasciare la seduta per la Svizzera piuttosto presto nel primo pomeriggio, invita tutti ad essere, compatibilmente con le possibilità, piuttosto concisi nel corso degli interventi del mattino, in maniera da avere la possibilità, nell ora prevista, di poter pranzare, e di lasciare liberi coloro che hanno altri impegni nel pomeriggio. 10 di 82

11 Si è cercato di organizzare le visite in maniera tale che gli interventi oggetto di ricognizione siano molto vicini tra loro: il primo lavatoio è a 30 metri dalla sede dell incontro; la sua visita sarebbe stata guidata dall arch. Simone Malandra, che avrebbe raggiunto i convenuti nella tarda mattina. Si è deciso di non visitare il lavatoio di Buttogno, il secondo lavatoio per il quale era in previsione una visita, ma nel quale non è stato iniziato alcun intervento e, per raggiungerlo, occorre fare un percorso in mezzo alla neve. Chiede consenso per la visita (nel caso ci siano i tempi tecnici) di un edificio (in particolare dei locali sottotetto) e la presentazione di un intervento di recupero che il Comune di Santa Maria Maggiore ha molto a cuore di realizzare. L arch. Elena Bonardi è, tra l altro, il progettista di un intervento su un edificio, che si intende utilizzare come casa del profumo, perché Santa Maria Maggiore è il luogo in cui sono nati Gian Paolo Femminis e Jean Marie Farina, che sono rispettivamente l inventore e il divulgatore dell acqua di colonia, del celebre profumo. L assessore Claudio Cottini da tempo insiste sulla promozione di un avvenimento di questo genere. Esiste un progetto Interreg in corso, insieme con il Comune di Craveggia ed il Comune di Cannobio. L augurio è che esso possa essere sostenuto e, con le eventuali risorse, procedere al recupero di quel bene, per renderlo idoneo ad ospitare non tanto un museo quanto un iniziativa di tipo laboratoriale, di promozione, di immersione in un mondo di profumi, legato ad un discorso relativo al benessere. Ciò perché, insieme alle acque di Cannobio e di Craveggia, anche questo elemento si inserisce in un circuito curativo, di cura personale, con l acqua, ma anche (perché così nacque l acqua di colonia) con delle abduzioni. L acqua di colonia un tempo serviva anche per quello. Si beveva e si spalmava. L assessore Cottini chiede scusa ai presenti per essere per qualche minuto uscito dal tema della giornata, però ha creduto opportuno far valere anche la sua posizione di sindaco di Santa Maria Maggiore e non soltanto quella di rappresentante della Provincia del Verbano Cusio Ossola. Il lavoro, che in ambito Interreg si sta svolgendo, è noto a tutti. Quindi, l assessore non si addentra più di tanto nei contenuti e negli obiettivi di tutela e di valorizzazione, di promozione del patrimonio, che si intendono raggiungere. Esprime la sua soddisfazione perché tutti insieme si è riusciti, grazie al lavoro di Elisa Genna (che ringrazia a nome di tutti perché in grado di aggiornare quotidianamente sullo stato dell arte del progetto con una puntigliosità incredibile) a raggiungere alcuni risultati. Per merito suo e di Ferruccio Sbaffi del G.A.L. Laghi e Monti si è anche giunti a definire finalmente il nome che identifica il progetto (Valorizzazione e del costruito); adesso finalmente si chiama AlpStone. Paesaggi Architetture Uomini, ha un suo logo e lo si può individuare come tale. 11 di 82

12 Un anno di lavoro che ci ha portati a fare una buona raccolta bibliografica (che è ancora in corso); il Centro Servizi Lapideo presso il Politecnico di Torino sta portando avanti delle attività di prove sui materiali rispetto ai cicli di invecchiamento, ai carichi di rottura sui materiali lapidei, che serviranno per intervenire nelle ristrutturazioni, etc. etc. etc. Quindi, senza più dilungarsi nella presentazione, l assessore Cottini ringrazia i partners del progetto. In particolare: - i funzionari della Provincia, presente con Sergio Gasparotti e Simona Albertella; - il Centro Servizi Lapideo, che è presente con Marco Cerutti ed Elisa Genna; - gli amici svizzeri (che lascia per ultimi ma che per primi sono nella considerazione dell assessore nel senso che, insieme con loro, si riescono sempre a portare avanti iniziative utili al rapporto tra questi territori vicini, tra i quali si stanno cercando pian piano e lentamente di abbattere le barriere naturali): Claudio Gianettoni e Gabriele Bianchi; - il Politecnico di Torino, sempre molto presente, con l arch. Marco Zerbinatti, il prof. Gian Paolo Scarzella ed il prof. Riccardo Nelva; - l arch. Andrea Scotton, anche lui attivamente presente in qualità di membro del Comitato Tecnico-Scientifico transfrontaliero, invitato con alcuni altri partecipanti, che dovrebbero arrivare nel corso della mattina. L augurio è di poterli incontrare più avanti. L assessore conclude il suo intervento introduttivo dando il via ai lavori della giornata con i successivi interventi. Dà immediatamente la parola al dott. Marco Cerutti, del Centro Servizi Lapideo del Verbano Cusio Ossola, in modo che possa intervenire sulle attività, sulle sperimentazioni, sui primi esiti del progetto. Ringrazia per l attenzione. Infine, richiama l attenzione di tutti sul fatto che, poiché l ing. Elisa Genna passa le sue riunioni a scrivere e a verbalizzare, per la giornata di studio si è dotata di un registratore per il salvataggio degli interventi della giornata. Chiede, quindi, gentilmente a chi interviene di tenere l apparecchio sul tavolo vicino a sé. 12 di 82

13 Presentazione delle attività svolte e in corso di svolgimento. Le attività, le sperimentazioni, i primi esiti CENTRO SERVIZI LAPIDEO DEL VERBANO CUSIO OSSOLA Il dott. Marco Cerutti saluta tutti. Riferisce che, per il Centro Servizi Lapideo, l autore del progetto è l ing. Elisa Genna, che sta cercando di tirare le fila un po per tutti i vari partners. In questo anno di attività (2012), Elisa Genna è stata impegnata sia sulle attività del Centro Servizi Lapideo, ma soprattutto a supportare l amministrazione provinciale nel coordinamento di tutti i partners. Lascerà poi la parola a Elisa Genna (è giusto che sia così, in quanto è lei che ha effettivamente lavorato e svolto le attività previste dal programma per conto del Centro Servizi Lapideo). Intende solo aprire i lavori richiamando l attenzione di tutti sul cronoprogramma e sugli obiettivi posti fin dall inizio. Indubbiamente questo primo anno di lavoro è stato difficile in quanto l obiettivo che ci si è dati con questo progetto è sicuramente di alto profilo, un obiettivo che necessita, che ha necessitato di organizzare meglio (rispetto a quanto si era ipotizzato nella proposta di progetto) il lavoro, scoprendo magari anche cose che non si erano codificate inizialmente, ma che sono fondamentali ed utili per l efficacia del progetto. Esprime la sua preoccupazione per il cronoprogramma delle attività, che si deve riuscire a rispettare. È una preoccupazione che ritiene importante condividere con tutti perché, seppur come Centro Servizi Lapideo si è cercato di rispettare lo svolgimento delle attività previste (nonostante qualche piccola difficoltà derivante prevalentemente dall avere a disposizione il materiale dalle imprese del settore per quella parte di prove sperimentali in collaborazione con il Politecnico di Torino, ma che dovrebbe essersi risolto e con il mese di gennaio si potrà anche provvedere alla conclusione delle prove sperimentali restanti), vi sono le regole dell Interreg che è bene e doveroso richiamare a tutti. Nel senso che gli stati di avanzamento lavori non sono lo stato di avanzamento lavori del singolo partner, ma è lo stato di avanzamento lavori del progetto nel suo complesso. Questo determina che, o tutti i partners riescono a proseguire nelle attività in maniera coordinata o altrimenti, se c è qualcuno che corre più avanti e gli altri rimangono indietro, è determinante il peso in termini economici dell impegno di progetto che ognuno ha. Questo perché le regole, per quanto riguarda poi l erogazione degli acconti sullo stato di avanzamento dei lavori, purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista), guardano il progetto nel suo complesso. Pertanto, il rischio che si corre è quello di aver comunque lavorato, ma di non aver raggiunto quel monte spesa (rendicontato) in grado di consentire di far fronte ai vari steps di avanzamento dei lavori. Questo vuol dire, per alcuni partners, dover 13 di 82

14 anticipare sostanzialmente tutte le spese. Poiché il progetto è anche economicamente importante, è fondamentale riuscire a trovare, nel più breve tempo possibile, delle modalità che consentano di recuperare quel gap rispetto a quanto definito dal cronoprogramma. In questo momento, Marco Cerutti fa in modo particolare riferimento agli interventi che devono essere realizzati: il recupero dei lavatoi di Santa Maria Maggiore e quello della torre di Beura Cardezza. Sul recupero dei lavatoi, dalle ultime informazioni in possesso, si tratta di una questione legata alle condizioni meteorologiche, che non consentono di essere operativi; però è già stato fatto l appalto e sono già stati avviati i lavori. L assessore Claudio Cottini interviene riferendo che il 30% dei lavori è già stato eseguito. Quindi riprende Marco Cerutti seppure in ritardo nel primo semestre, sul secondo semestre della prima annualità nel caso di Santa Maria Maggiore si è recuperato e si sta ritornando in linea. Il problema rimane la torre di Beura Cardezza, che è probabilmente anche l intervento più significativo ed economicamente più importante previsto in progetto. Riferisce che in mattinata dovrebbe unirsi ai presenti anche l arch. Gianni Bretto, che è colui che coordina, dal punto di vista tecnico, l attività di recupero sulla torre e sul quale tema sicuramente bisognerà riuscire a trovare il modo di far fronte agli ulteriori approfondimenti e precisazioni, che sono stati chiesti dalla Soprintendenza al fine di poter rendere cantierabile il prima possibile questo progetto. Il dott. Marco Cerutti sottolinea ulteriormente il suo ringraziamento all ing. Elisa Genna perché è riuscita in questo anno a lavorare sia sulle attività del Centro Servizi Lapideo, ma anche ad essere punto di riferimento e supporto per tutti i partners, in modo particolare anche per il G.A.L. Laghi e Monti, con il quale si è condiviso tutto il lavoro che sta dietro alla redazione del logo-acronimo del progetto e dell Agenzia di Valorizzazione ed allo studio della struttura dei due portali web: - quello legato alla divulgazione delle buone prassi del recupero, ossia il sito tecnico, che dovrebbe essere rivolto ai professionisti ed alle imprese; - quello dell Agenzia di Valorizzazione degli edifici tipici tradizionali (che sarà gestito dal G.A.L.), che possono essere o sono stati recuperati secondo le buone prassi e la filosofia del progetto. Si tratta dell attività di un Agenzia che è stata avviata. Mercoledì 19/12 è in programma un incontro, tra le altre cose, con le agenzie immobiliari del territorio, in quanto l obiettivo fissato è quello di evitare di confezionare un lavoro frutto semplicemente dell opera degli addetti e quindi del tavolo di lavoro in corso. Si intendono coinvolgere il più possibile (anche attraverso la raccolta di stimoli, di input per quanto riguarda lo sviluppo del portale) gli operatori del settore (partendo dalle agenzie, ma non solo queste), perché l obiettivo non vuole essere fine a se stesso, cioè limitato ai due anni di progetto, ma 14 di 82

15 intende costituire anche un opportunità per porre le basi per un lavoro che possa avere un prosieguo nel suo futuro. Ringrazia ancora anche il G.A.L. Laghi e Monti, rappresentato da Ferruccio Sbaffi, con il suo presidente, il direttore e tutto lo staff perché, rispetto al progetto che si sta portando avanti, si intendono sempre più trovare tutte le sinergie con le varie azioni che il G.A.L. sta attuando attraverso la realizzazione del Piano di Sviluppo Locale. Giusto perché sia informazione di tutti. Il Centro Servizi Lapideo ha lavorato, prima con l Amministrazione provinciale (sempre con l assessore Claudio Cottini in primis) sull accordo per il Polo Formativo per l utilizzo della pietra nelle costruzioni, un accordo che è stato voluto dall Amministrazione provinciale, che vede appunto coinvolto il Centro Servizi Lapideo e diverse agenzie di formazione del territorio (tra cui l Ente Scuola Edile), che ha l obiettivo, già dal 2013, di avviare dei percorsi sull utilizzo della pietra nelle costruzioni, su come recuperare un muro a secco, su come recuperare un tetto in piode Nel corso della mattina non è presente, ma forse si sarebbe aggiunto (o in tarda mattinata o nel primo pomeriggio), il direttore dell Ente Scuola Edile, con il quale, grazie anche all arch. Andrea Scotton, si stanno ripresentando dei percorsi formativi sui Piani Formativi d Area, attraverso risorse del Fondo Sociale Europeo (quindi non direttamente dell Interreg, ma si tratta sempre di risorse pubbliche), per poter offrire ai professionisti, agli imprenditori ed ai loro dipendenti di questo territorio, a Crevoladossola, dei percorsi sulle buone pratiche del recupero. Sostanzialmente, questa attività dovrà andare di pari passo con l attività del progetto, che prevede l organizzazione di workshops, laboratori e percorsi di formazione, rivolti prevalentemente agli addetti ai lavori e quindi ai professionisti. Percorsi per i quali l Amministrazione provinciale ha aperto un dialogo con gli Ordini professionali (sul quale invita eventualmente successivamente l arch. Sergio Gasparotti ad aggiornare i presenti). Si sta attendendo il riconoscimento dei crediti formativi affinché questi percorsi possano essere più appetibili e più interessanti per i professionisti partecipanti. Il risultato avuto lo scorso anno con l Ente Scuola Edile è stato un po il frutto di una sfida tra gli addetti ai lavori di lanciare un corso sui tetti in piode, che ha portato ad avere un totale di 150 pre-iscrizioni, prevalentemente di professionisti presenti ed operanti sul territorio (architetti e geometri), insieme ad imprenditori e loro dipendenti. Questo ha fatto ben sperare rispetto ad una forte richiesta verso il saper fare, verso l apprendere, quindi verso quelle che sono le buone prassi sul recupero. Si auspica che tutto questo lavoro di codifica e di individuazione di buone pratiche, per il quale si sta lavorando, possa avere una ricaduta sia in termini di conoscenza e di opportunità di lavoro per il territorio 15 di 82

16 del Verbano Cusio Ossola, ma soprattutto in termini di recupero secondo standard di qualità del patrimonio costruito della provincia. Il dott. Marco Cerutti ringrazia e lascia la parola all ing. Elisa Genna, perché possa entrare nel merito degli aspetti tecnici delle attività svolte nel corso del primo anno di attività. L ing. Elisa Genna saluta e ringrazia i presenti. Riferisce che intende svolgere una carrellata spedita, entrando comunque nel dettaglio in alcune parti nello specifico, con l obiettivo di dare un idea di quanto è stato svolto nel corso del primo anno, nell ambito del Centro Servizi Lapideo ed a supporto di capofila e partners del progetto. Salta la prima diapositiva, che è la sintesi degli obiettivi del progetto, che sono stati richiamati dai relatori che hanno introdotto la giornata. Cosa è stato svolto nel corso dei primi mesi e quali attività si stanno svolgendo negli ultimi mesi del 2012, a conclusione del primo anno di attività? Le prime attività svolte rientrano nella cosiddetta fase di conoscenza, consistita in una raccolta ed organizzazione delle fonti documentarie. Inizialmente, si è limitata ad essere una semplice raccolta, con analisi delle fonti bibliografiche, webgrafiche, archivistiche, fotografiche, recuperate presso archivi, biblioteche locali (ma non solo) e piattaforme web. Questa prima fase ha avuto lo scopo di acquisire e di conoscere tutte le informazioni esistenti sul tema del progetto o comunque su argomenti ad esso correlabili. Si tratta di una individuazione e raccolta di fonti documentarie, dalle quali sono stati desunti informazioni e spunti interessanti (ed in alcuni casi sintesi di alcuni concetti), in continua fase di integrazione ed implementazione. Si è proceduto ad effettuare una raccolta generale della documentazione che, soltanto negli ultimi mesi, si sta cercando di articolare in modo ragionato anche per l utilizzo di tale materiale per una consultazione organizzata all interno della piattaforma on line. Si è cercato di organizzare la raccolta: - per tipo di fonte documentaria; - per area geografica/territoriale di appartenenza (se un testo fa riferimento ad un area del Verbano Cusio Ossola, piuttosto che del Canton Ticino, o del Trentino Alto Adige ); - per argomento (con elencazione degli argomenti rintracciati attraverso le fonti bibliografiche raccolte e/o consultate); 16 di 82

17 - per parole-chiave (l obiettivo della piattaforma on line dovrebbe essere anche quello di riuscire a recuperare le informazioni di un documento mediante una ricerca attraverso l uso di parole-chiave). Ciò in ottica di rendere accessibile in maniera immediata, intuitiva ed agevole il lavoro di raccolta documentaria. Parallelamente a questa prima attività, nel corso dei primi mesi (febbraio-marzo 2012), è stata avviata una raccolta normativa (in collaborazione con la Provincia del Verbano Cusio Ossola), sulla quale è stata svolta un analisi. La raccolta normativa ha fatto riferimento, in particolare, ai Piani Regolatori Generali Comunali, che sono stati analizzati poi con il Politecnico di Torino. Dall analisi della documentazione reperita, è scaturito un documento di sintesi. Analoga attività è stata svolta sui Regolamenti Edilizi comunali, relativi ai 77 Comuni della Provincia del V.C.O. Di essi, attraverso la consultazione dei portali web delle Amministrazioni Comunali, si è riuscito a recuperare circa il 50% della documentazione resa disponibile in formato digitale. Anche in questo caso, si è provveduto, a cura del Centro Servizi Lapideo, a svolgere un analisi e a produrre una sintesi, con la redazione di tabelle riassuntive su alcuni punti determinanti e salienti. È stata anche condotta un analisi sui contenuti del Piano Territoriale Provinciale. Questo, per avere un idea complessiva di quello che esiste sul territorio e di come è regolamentato. Essendo uno degli obiettivi del progetto quello di arrivare alla redazione di un Manuale che sintetizzi e sia di indirizzo alla pianificazione sul territorio provinciale, per dare degli input concreti e validi, è necessario conoscere quello che esiste già. L analisi normativa si è spinta anche, come d obbligo in un progetto a carattere transfrontaliero, a prendere in considerazione le forme di regolamentazione esistenti in Canton Ticino: il Decreto Legislativo per il recupero dei rustici da locare quali alloggi turistici, la Legge sul Turismo vigente del 30 novembre 1998 (con relativo regolamento di applicazione e decreto esecutivo per l applicazione della tassazione), il Piano di Utilizzazione Cantonale PUC-PEIP dei paesaggi con edifici ed impianti protetti, la Legge per lo Sviluppo Territoriale del 21 giugno 2011, la normativa sulla viabilità minore dei territori agresti e montani. È stata sottoposta ad analisi anche la L.R. Valle d Aosta , in materia di obbligo di costruzione del manto di copertura in lose di pietra e disciplina dei relativi benefici economici. Sono stati studiati ed analizzati, poi, anche una serie di altri documenti, tra i quali i Manuali che sono stati prodotti con il finanziamento pubblico di alcuni progetti, seguiti anche dal G.A.L. Laghi e Monti; i Manuali per la progettazione relativi anche alle buone pratiche per il recupero prodotti in Canton Ticino; Manuali con indirizzi sul recupero, pubblicati tra il 2011 ed il 2012, per la regolamentazione degli interventi nell ambito di territori comunali del Verbano Cusio Ossola 17 di 82

18 e del Vercellese (Rimella e Fobello). Sono stati consultati anche alcuni Manuali relativi alle indicazioni per la conservazione delle vie di comunicazione storiche, relativi alla costruzione e manutenzione dei sentieri escursionisti in Svizzera (a cura dell Ufficio Federale delle Strade USTRA); sono stati analizzati anche documenti relativi alle indicazioni operative per la costruzione dei muri a secco (a cura della Federazione Svizzera dei costruttori di muri a secco). Tutti i contenuti acquisiti ed analizzati sono serviti per avere conoscenza di quanto presente sul territorio italiano e svizzero e per cercare di mettere a frutto le potenzialità dell una o dell altra parte in ottica di incidere anche su questioni normative e di regolamentazione. Altri approfondimenti sono stati condotti anche grazie a contatti avuti con colleghi che hanno lavorato su altri progetti europei su tematiche affini. È stato interessante organizzare anche occasioni di confronto con altri responsabili, al fine di comprendere i contenuti delle attività svolte, gli esiti e le ricadute immediate (o più a lungo termine) riscontrabili e riconoscibili sul territorio. L ing. Elisa Genna richiama l incontro (avendolo il Centro Servizi Lapideo organizzato e partecipato, al quale hanno preso parte anche anche il Politecnico di Torino ed il GLATi), svoltosi il 09 novembre 2012 a Milano con i responsabili del progetto AlpHouse, altro progetto europeo incentrato sul tema della valorizzazione dell architettura tradizionale alpina, però in quel caso con un attenzione particolare rivolta al risparmio energetico. In quell occasione, c è stata l opportunità di ricevere numerosi input, soprattutto in riferimento alla sezione dedicata alla formazione. Nell ambito del progetto AlpHouse, infatti, era contemplata l organizzazione di corsi di formazione e cantieri-scuola su interventi di recupero pilota. Il progetto si è concluso lo scorso mese di settembre Gli output di quel progetto si rivelano preziosi anche per lo sviluppo delle attività formative previste nell ambito del progetto AlpStone. È stato anche riferito dai colleghi che il progetto AlpHouse sta vedendo una prosecuzione con l approvazione di un secondo progetto (AlpBC), avviato negli ultimi mesi dell anno Esso assumerà una visione a più ampia scala, passando da quella edilizia a quella urbanistica e di pianificazione territoriale, sempre con attenzione ai temi energetici. Incontri come questi ci hanno consentito di far sinergia con altri enti ed attori operanti su tematiche affini a quelle del progetto Interreg, con la possibilità di sviluppare collaborazioni nel breve o medio termine. Con i responsabili del progetto AlpBC c è in programma un incontro nei primi mesi dell anno 2013 per un nuovo confronto e per svolgere approfondimenti, una volta sviluppate nuove attività sul progetto AlpStone e con l avvio delle attività del progetto AlpBC, sulla base delle quali indicazioni sarà possibile meglio identificare (laddove ritenuto possibile) una più definita e concreta collaborazione. 18 di 82

19 La parte formativa relativa al progetto AlpStone partirà nei prossimi mesi, ma si sta già lavorando per la sua attuazione operativa. In questi lunghi mesi, il Centro Servizi Lapideo ha cercato anche di seguire l iter, per certi versi travagliato, degli interventi pilota previsti nell ambito del progetto: da un lato, quelli sui lavatoi di Santa Maria Maggiore, Buttogno e Crana, con uno scambio continuo con l arch. Simone Malandra, progettista e direttore dei lavori; dall altro, l intervento sulla torre di Beura Cardezza, che sta vedendo un iter piuttosto complesso (dei quali sviluppi puntualmente l arch. Gianni Bretto, progettista e direttore dei lavori, tiene al corrente il capofila, il Politecnico di Torino ed il Centro Servizi Lapideo) per l ottenimento delle necessarie autorizzazioni per l avvio del cantiere. A partire dalla fase di conoscenza, si è sviluppata la fase di analisi e di produzione di una serie di documentazioni. Ovviamente, tali fasi non devono essere pensate come non connesse o cronologicamente susseguenti, ma come fasi che temporalmente trovano anche momenti di contatto e sovrapposizione. Quindi, è stata prevista una fase in cui si è provveduto all elaborazione di schede di censimento. L ing. Elisa Genna ricorda che uno degli obiettivi del progetto è quello di arrivare alla conclusione fornendo alle Amministrazioni comunali ed ai loro uffici tecnici schede sintetiche, che possano essere utilizzate in modo agevole per il censimento, da parte dei tecnici addetti. L obiettivo sarebbe quello di avere delle schede in forma aperta, in modo da riuscire a realizzare quel censimento, che non è mai stato svolto nel Verbano Cusio Ossola e che invece il Canton Ticino ci insegna trattarsi di un azione possibile e realizzabile, in quanto in Svizzera ciò è stato fatto catalogando un numero enorme di edifici rustici (circa 60 mila). Queste schede sono articolate in: - scheda per la conoscenza, che intende essere documento di compilazione da portare sul territorio per il censimento. Quella presentata è una delle ultime versioni elaborate dal Centro Servizi Lapideo, con approfondimenti condotti anche dal Politecnico di Torino. Ci sono state occasioni di confronto per lo sviluppo dei contenuti della scheda. Essa prevede l articolazione in campi per l inserimento di informazioni relativamente a: a) localizzazione sul territorio del manufatto (per l identificazione precisa ed univoca sul territorio); b) dati specifici del manufatto: per la specificazione della natura privata o pubblica dell oggetto (ovviamente, le possibilità di intervento sono strettamente correlate alla proprietà del bene sul quale si intende intervenire: se è privata o pubblica, l intervento 19 di 82

20 può avere maggiori o minori difficoltà nel suo iter, dal momento dell analisi dei bisogni del manufatto, alla definizione del progetto di recupero, alla richiesta delle autorizzazioni necessarie, al cantiere, fino al completamento dell intervento). Viene richiesta l identificazione della funzione dell edificio (se è rurale, di civile abitazione, culturale, o se si tratta di un edificio accessorio (per esempio, locali/vani riservati all impiantistica e/o al passaggio impianti)); - breve descrizione del manufatto, attraverso note aggiuntive che il tecnico riterrà utili inserire per una più esauriente raccolta dei dati che emergono dalla lettura del manufattodocumento; - analisi delle caratteristiche tecniche e tecnologiche dell oggetto edilizio: disarticolazione in unità tecnologiche del sistema edilizio, con definizione e descrizione del tipo di struttura e di materiali utilizzati per ciascuna delle unità. Per esempio, se si parla di involucro superiore inclinato (copertura), è richiesta l indicazione di massima della pendenza delle falde; - condizioni del manufatto alla data dell operazione di censimento: rilievo dello stato di rudere, di eventuali condizioni di degrado lieve o grave. Il rilievo della gravità del degrado è definito sulla base di una serie di criteri che vengono stabiliti a monte al fine di assicurare una identificazione univoca del degrado, che sia lieve o grave, e delle condizioni di rudere anche se le analisi sono svolte da tecnici/operatori differenti. Bisogna certamente avere chiari i criteri sulla base dei quali si possono identificare i tipi di degrado (magari avvalendosi di utili immagini esemplificative a supporto); - caratteristiche dell intervento di recupero: se l edificio è stato sottoposto ad un intervento di recupero parziale o totale, se l intervento è conforme alla filosofia del progetto (se rispetta l utilizzo di tecniche e/o materiali tradizionali) o se stravolge il manufatto originario; - sezione dedicata al rilievo fotografico: va inserita qualche immagine significativa del contesto ambientale di collocazione dell edificio, del complesso esterno, dei locali interni. Uno degli obiettivi fondamentali del progetto è quello di focalizzare l attenzione non solo sull edificio, ma anche sul contesto nel quale esso si colloca; - proposte per il recupero: se l edificio non è stato sottoposto ad interventi di recupero, la possibilità di inserire indicazioni, a cura del tecnico, della necessità o meno di effettuarlo; - eventuali note accessorie; - tabella sintetica con riferimento alle patologie di degrado riscontrabili sui manufatti (norme UNI Beni Culturali). 20 di 82

21 Questa presentazione si è ritenuta utile per dare un idea dei contenuti del format di Scheda per la conoscenza redatta. Successivamente, l ing. Elisa Genna fa scorrere esempi di compilazione di schede di censimento, frutto delle tre iniziali ricognizioni condotte, unitamente ai colleghi del Politecnico di Torino, nei mesi di maggio-giugno-luglio Il Centro Servizi Lapideo ha provveduto alla compilazione in bozza di circa 230 schede per la conoscenza con riferimento alle zone lacustri, pedemontana e montana del Verbano Cusio Ossola. È stato sottoposto a ricognizione il territorio intorno al Lago d Orta, quello intorno a Domodossola, Bognanco e quello intorno a Crevoladossola, Masera, Craveggia, Toceno. Prima si sottolineava l importanza del contesto. L attenzione non è rivolta soltanto all edificio, ma anche alle vie di comunicazione ed alla sentieristica. Un altro degli obiettivi del progetto è quello di trasmettere conoscenze in tema di recupero della viabilità minore storica. In questo senso, è in programma l organizzazione di un workshop formativo sul recupero e sulla manutenzione dei sentieri alpini e dei muri a secco. Tutte le informazioni man mano raccolte e fatte confluire nelle schede per la conoscenza dovrebbero essere trasferite in un database informatizzato, la cui elaborazione è a cura del Politecnico di Torino. Ciò nell ottica di rendere facilmente accessibile e consultabile le informazioni raccolte, ma soprattutto organizzarlo come uno strumento di gestione di dati aperto per una continua/periodica attività di aggiornamento e di implementazione. L ing. Genna lascia poi ai relatori del Politecnico la possibilità di entrare eventualmente nel merito di questa attività. Anche le schede compilate fino a questo momento presentano dei campi vuoti: si tratta di informazioni non disponibili o non recuperate. In questo senso, tutta la documentazione di censimento, anche su formato cartaceo/digitale (non ancora trasferita su database), si intende aperta ed implementabile. L obiettivo di questa scheda è quello di mettere a disposizione degli uffici tecnici comunali un documento sintetico, agevolmente compilabile, consultabile, implementabile e completamente aperto, che possa consentire, in prima istanza, l avvio di un censimento a tappeto del patrimonio storico tipico tradizionale. A partire dalla scheda per la conoscenza, il progetto prevede anche lo sviluppo di due altre schede: la Scheda per il cantiere ed il progetto e la Scheda per il monitoraggio. La scheda per il cantiere ed il progetto intende configurarsi, da un lato, come documento di conoscenza intorno alle problematiche dell edificio/del manufatto (che hanno determinato 21 di 82

22 l intervento di recupero), dall altro, come documento di registrazione diretta in cantiere delle fasi di lavorazione. La scheda è organizzata prevedendo una prima parte che vede: - sintesi della storia dell edificio (fasi di progettazione, fasi di intervento, fasi di modifiche/ampliamenti/demolizioni/integrazioni, che sono ricostruibili o rintracciabili attraverso documentazione cartacea od un analisi condotta sul monumento, che è anche documento di se stesso); - condizioni ambientali al contorno, importanti per definire le cause ed i meccanismi di degrado che hanno determinato il verificarsi di una o più patologie; - analisi delle fasi di lavorazione in cantiere nelle quali è articolato l intervento: se l operatore dell impresa designata per il recupero si sta occupando del rifacimento della copertura, il tecnico addetto alla registrazione riporterà la descrizione della posa in opera della stratigrafia funzionale della copertura dalla fase zero (di demolizione o sostituzione localizzata, se previste) alla fase n (di completamento dell intervento). Non ci sarà una semplice descrizione delle fasi di posa in opera, ma anche un riferimento alle attenzioni, alle accortezze (la possibilità di stendere uno strato di finitura soltanto se si opera ad una temperatura non inferiore ad x C ), ai prodotti ed ai materiali utilizzati, agli intervalli consigliati di esecuzione tra una fase operativa e la successiva, alle attrezzature adoperate ed ai consigli per la posa in opera, etc.; - le schede per il cantiere contengono anche una sezione dedicata alla registrazione delle specifiche tecniche relative ai prodotti utilizzati nell intervento (schede omogenee per la registrazione delle informazioni, spesso disuniformi e disarticolate contenute nelle schede tecniche dei prodotti, fornite dalle aziende produttrici). Questo passaggio è importante in quanto consente di ricostruire e trasferire la conoscenza delle tecniche tradizionali. Esso consente anche la comprensione relativa all utilizzo di determinati materiali e prodotti (tradizionali, innovativi). In una fase successiva, al tempo (t0+x) di fine intervento e dopo un periodo x, sarà importante capire, in fase di monitoraggio post-cantiere, come i materiali utilizzati si sono comportati nel tempo. Nel caso in cui alcuni dei materiali/prodotti utilizzati (per esempio, lo strato di finitura steso come rivestimento dell involucro verticale di un edificio in un definito contesto ambientale) si degradano troppo in fretta o comunque in maniera anomala, attraverso la consultazione delle schede per il cantiere si riesce a risalire (anche a distanza di anni) nel dettaglio alle specifiche dell intervento/degli interventi effettuati, per agire correttamente qualora dovesse rendersi necessario un nuovo progetto di recupero o nel caso in cui si registrino condizioni di degrado analoghe in organismi edilizi simili per caratteri e condizioni al contorno. Se un intonaco presenta determinate 22 di 82

23 patologie di degrado, probabilmente, non era quello il prodotto per finitura più idoneo per quel caso specifico ovvero esse possono essere frutto di una causa (non prevista). La scheda per il cantiere ha un estrema importanza per la fase di monitoraggio post-cantiere e per la ricostruzione fedele e dettagliata delle operazioni di intervento, andando a costituire un utilissimo documento della storia dell oggetto edilizio. I contenuti di queste schede (che possono portare alla conoscenza completa del manufatto, attraverso le sue successive modifiche, nel momento in cui si permetterà a questo metodo di analisi e di registrazione di andare a regime) dovranno, opportunamente razionalizzati, confluire nel Manuale di buone pratiche, output finale del progetto. Relativamente al Manuale è stata prodotta dal Politecnico di Torino una prima bozza di Indice, sottoposta alla valutazione del Centro Servizi Lapideo e da questo integrata. Ma dovrà ancora essere condivisa e sviluppata in alcune sue parti. Relativamente alla parte proposta dal Politecnico di Torino, saranno i colleghi stessi a presentare il lavoro. In particolare, invece, il Centro Servizi Lapideo ha cercato di fare integrazioni ed approfondimenti circa la parte relativa alle prescrizioni di prove sperimentali da richiedere sui materiali lapidei, da eseguirsi preventivamente alla loro posa in opera, in relazione alla destinazione finale del materiale stesso (uso strutturale o non strutturale). Per esempio, a seconda che si tratti di mensole di balconi (strutturali) o di elementi di tenuta all acqua in copertura (lastre), è necessario comprendere il comportamento meccanico di un determinato materiale, sia guardando alle prove distruttive, che soprattutto a quelle non distruttive. Ci siamo concentrati anche sugli aspetti di attenzione ai problemi sismici, per i quali è stata proposta una sezione specifica, data l importanza anche sul territorio del Verbano Cusio Ossola di questa tematica, così attuale, soprattutto alla luce dei recenti aggiornamenti normativi, e così stringente per la famiglia di manufatti che il progetto analizza in dettaglio (edifici e strutture realizzate prevalentemente in pietra, sovente, anche a secco, tipiche tradizionali). Nella bozza di Indice, il Centro Servizi Lapideo ha proposto l integrazione, poi, di un ultima sezione, che si configurerebbe come allegato e che si ritiene possa rivestire un elevata importanza per una maggiore completezza della documentazione di output del progetto. Il Manuale dovrà essere un documento a supporto delle attività dei tecnici e delle imprese per la conoscenza, la progettazione e l esecuzione degli interventi di recupero o di nuove realizzazioni su edifici tipici tradizionali. Da questo punto di vista, riveste una notevole importanza il documento computo metrico estimativo, obbligatorio in fase di sottoposizione del progetto alle autorità competenti per la valutazione ed il rilascio delle autorizzazioni per la 23 di 82

24 cantierabilità dell intervento. Proprio in quest ottica, per fare in modo che il Manuale possa rivelarsi un documento utile e completo, da un lato sarà necessario procedere ai dovuti approfondimenti in modo che esso si configuri come un materiale tecnico, in grado di presentare una casistica ampia di schede di dettaglio per l esecuzione degli interventi. Però, si ritiene fondamentale anche lo sviluppo di un documento allegato (da prodursi nella forma che si riterrà più idonea), aggiornabile periodicamente (eventualmente con cadenza annuale, così come avviene per il prezziario regionale), che in qualche modo possa fungere da prezziario (nel quale devono poter essere rintracciati elenchi prezzi per l esecuzione di lavorazioni specifiche (anche per il confezionamento di analisi prezzi ex novo) sulle opere eseguite sull architettura tipica tradizionale della Regione Piemonte. Quindi, il progettista potrebbe trovarsi di fronte ad un documento che lo possa aiutare durante tutto l iter di sviluppo di un progetto di recupero, dalla manifestazione dell idea alla realizzazione dell intervento. Ciò con attenzione particolare rivolta ad indicazioni e specifiche tecniche per il dimensionamento corretto degli elementi strutturali ed in funzione della loro destinazione finale. In questo senso, il Manuale vorrebbe arrivare a supplire, in un certo senso, alle carenze della normativa vigente nell ambito dei materiali lapidei naturali (dimensionamento degli elementi strutturali tale per cui l elemento possa non subire un significativo e patologico degrado, conseguenza di errori di progettazione e/o di esecuzione). Allo stesso tempo, la redazione di un computo metrico estimativo calato al caso specifico, in relazione alle tecniche ed ai materiali effettivamente utilizzati nel Verbano Cusio Ossola, in contesti tradizionali, costituirebbe uno sviluppo importante a livello locale. Il prezziario regionale attualmente risulta molto lacunoso nella Sezione 26, che è quella che fa riferimento alle lavorazioni tipiche della Regione Piemonte. Comunque, l ing. Elisa Genna informa che probabilmente il Politecnico di Torino sarebbe entrato più nello specifico delle sezioni da loro proposte nell ambito dell indice del Manuale. La prima parte di analisi ha riguardato le schede per la conoscenza (censimento), per il cantiere ed il progetto, per il monitoraggio. Riguardo alla procedura sperimentale per l esecuzione dei tests di laboratorio, invece, essa è stata avviata parallelamente allo sviluppo dei format di schede, presentati in precedenza. Si è inizialmente messa a punto una procedura sperimentale. Come sottolineava l assessore Cottini nel suo intervento di apertura, una delle più importanti ricadute del progetto sarebbe quella di giungere a dare informazioni al professionista che intende recuperare un edificio tipico tradizionale, provvedendo al mantenimento dei materiali e delle tecniche storiche (o comunque integrandone di innovative nel pieno rispetto dell esistente) e non trovandosi costretto ad utilizzare altri materiali (non consoni), più semplici da dimensionare perché esiste 24 di 82

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