Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. La rete degli operatori come strumento per migliorare

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1 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. La rete degli operatori come strumento per migliorare l'efficacia dell'intervento del Medico del lavoro

2 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. La rete degli operatori come strumento per migliorare l'efficacia dell'intervento del Medico del lavoro 1. Il contesto 2. Le evidenze 3. Alcune riflessioni sulla cultura delle reti

3 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. 1. Il contesto generale Gran parte delle condizioni dello stato di salute nella popolazione è dovuta a determinanti che hanno poco a che fare col sistema sanitario e molto a che fare con le condizioni di vita e di lavoro, condizioni ambientali e fisiche, condizioni sociali, e con le risorse e le opportunità che le storie di vita offrono alle persone e ai gruppi sociali. Nei luoghi di lavoro l abuso di alcool, fumo, sostanze che provocano dipendenza, iperalimentazione, farmaci possono sommarsi in modo sinergico ad altri fattori di rischio per la salute e la sicurezza propri della mansione abitualmente svolta

4 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. 1. Il contesto fumo di sigaretta 1. In Italia nel 2009 si è registrato un aumento dei fumatori rispetto al 2005, con una crescita marcata tra le donne e le fasce giovanili della popolazione (Indagine Doxa-ISS 2009 dell'ossfad - Osservatorio Fumo Alcol e Droga). 2. Circa il 23,5% degli italiani si dichiara fumatore (13 milioni:7,1 milioni di uomini e 5,9 milioni di donne). 3. Circa il 17,5% si dichiara ex fumatore 4. Circa il 59% si dichiara non fumatore 5. La fascia d'età in cui si registra la prevalenza maggiore di fumatori è quella dei anni (32,1%), mentre per i giovani tra i anni la percentuale è della stessa entità di quella degli adulti di anni, rispettivamente 29% e 29,3%

5 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. 1. Le evidenze Il fumo attivo è la prima causa prevedibile di morbosità e mortalità nel mondo occidentale. In Italia al fumo di tabacco sono attribuibili circa morti all anno di cui il 34,4% in una età compresa tra 35 e 69 anni L abitudine al fumo è strettamente correlata alla scolarità (cresce al diminuire del titolo di studio) L abitudine al fumo è più diffusa tra i lavoratori maschi del settore chimico, nei minatori, nei cavatori, mentre nelle donne è più diffuso tra le cameriere, le cuoche, le addette alle pulizie, le bariste Il fumo di tabacco è uno dei fattori di rischio che maggiormente incide negativamente sulla salute della popolazione producendo alti costi assistenziali sanitari e sociali (dati ISS e ISTAT)

6 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. 1. Le evidenze i danni per la salute da tabagismo rappresentano un problema: grave, rilevante per il n. di persone coinvolte e per i costi sanitari e sociali, aggredibile in termini di azioni di prevenzione e di cura, risolvibile se non si inizia o si smette di fumare.

7 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. Alcuni spunti di riflessione sulla cultura delle reti professionali La prevenzione del tabagismo e la promozione di stili di vita sani nei luoghi di lavoro sono una competenza e una responsabilità anche del medico del lavoro?

8 La prevenzione del tabagismo e la promozione di stili di vita sani nei luoghi di lavoro sono una competenza e una responsabilità anche del medico del lavoro? Se si è necessario: Creare integrazione: sviluppare una rete e di professionisti, di organizzazioni/associazioni che condividono l dea di collaborare e intervenire in modo multidisciplinare per migliorare l efficacia degli interventi,

9 La prevenzione del tabagismo e la promozione di stili di vita sani nei luoghi di lavoro sono una competenza e una responsabilità anche del medico del lavoro? Se si è necessario: Cambiare la percezione e gli atteggiamenti dei lavoratori rispetto al problema tabagismo (campagne informative/formative, counselling individuale e di comunità),

10 La prevenzione del tabagismo e la promozione di stili di vita sani nei luoghi di lavoro sono una competenza e una responsabilità anche del medico del lavoro? Se si è necessario: Sviluppare contesti di incontro e confronto tra attività sociali e sanitarie, tra mondo del lavoro, tempo libero, scuola, volontariato, coinvolgendo la famiglia e la comunità locale, creando reti di impegno civico, Creare occasioni di orientamento, facilità di accesso alle attività di assistenza sanitaria e di autoaiuto per chi vuole smettere di fumare

11 Per esempio Distribuzione di materiale informativo Orientamento dei fumatori agli Amb. MMG

12 Per esempio Test di Fagerstrom per la rilevazione della dipendenza Valutazione clinica e selezione pazienti a rischio Test individuali di motivazioni Counselling individuale

13 Creare reti di organizzazioni e di professionisti

14 prevenzione dell abitudine al fumo tra gli studenti Ospedali senza fumo diffusione di stili di vita sani e positivi Luoghi per il tempo libero senza fumo counselling individuale per smettere di fumare prevenzione dell abitudine al fumo tra la popolazione generale ambulatori senza fumo counselling di comunità per smettere di fumare Luoghi di lavoro senza fumo

15 prevenzione dell abitudine al fumo tra gli studenti Ospedali senza fumo diffusione di stili di vita sani e positivi Luoghi per il tempo libero senza fumo counselling individuale per smettere di fumare prevenzione dell abitudine al fumo tra la popolazione generale ambulatori senza fumo counselling di comunità per smettere di fumare Luoghi di lavoro senza fumo

16 Essere aperti all innovazione Cultura di rete: le diverse competenze professionali e le diverse conoscenze costituiscono risorsa l una per l altra e per il sistema di promozione della salute, secondo un principio di interdipendenza e di possibile sinergia delle parti del sistema, per superare logiche concorrenziali o autoreferenziali, per mettere in collegamento esperienze e competenze, e considerare interi percorsi assistenziali e di prevenzione invece che singole prestazioni o servizi.

17 Essere aperti all innovazione promuovere reti orizzontali Cultura della rete: significa che non vi sono luoghi privilegiati, separati, di deposito del sapere, ma è presente la capacità di diffondere le informazioni da ogni nodo in cui vengono prodotte arricchendo il patrimonio di competenze. È una buona strategia per creare alleanze e affrontare la sfida di vivere in un mondo complesso.

18 Siamo nell era delle reti

19 Creare reti innovative

20 Il settore pubblico rappresenta un ambiente favorevole allo sviluppo di strutture di collegamento a rete, grazie alla sua stabilità ed alla condivisione di norme sociali (Webb, 1991; Scharpf, 1994) L interazione sociale in gruppi di pari rappresenta una strategia di miglioramento della qualità più efficace di un mero ritorno informativo (Verstappen, 2004)

21 I professionisti che dovrebbero entrare in rete non sempre si conoscono Gli Obiettivi possono essere difformi I medici sono spesso abituati a lavorare in maniera autonoma C è una cultura al lavoro di gruppo? È difficile pensare che sia sufficiente riunire un gruppo di professionisti e sperare che si comportino come un gruppo solo perché si chiamano gruppo. Una squadra di calcio si allena 40 ore alla settimana per comportarsi da gruppo per una partita che dura 2 ore. I gruppi nelle altre organizzazioni spesso non dedicano più di due ore all allenamento per un attività che risulta fondamentale per oltre 40 ore alla settimana (Wise et al. 1974)

22 Cose nuove da fare oppure fare diversamente le cose 1. Considerare l azienda come luogo nel quale si sviluppa il progetto di salute ; 2. Considerare il lavoratore portatore di risorse per la soluzione del suo problema e lo sviluppo del suo progetto di salute; 3. Considerare la ricchezza della comunità professionale socio assistenziale (ricchezza del lavoro di squadra e delle contaminazioni dei saperi)

23 Il concetto di promozione della salute nei luoghi di lavoro 1. Considerare la promozione della salute una responsabilità del sistema di prevenzione e protezione aziendale 2. Spostare il focus dai compiti ai risultati 3. Governare il sistema e le sue parti secondo logiche di efficacia dimostrata (Ebm),

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25 Nuovi stimoli da mettere in campo 1. La professione di medico competente come risultato del lavoro con 2. Il consenso come strategia per affrontare la complessità (tante logiche e tante verità che devono confrontarsi) 3. forme di garanzia esplicite (dire, fare, documentare) 4. Il lavoro processuale come meta (nuovo modo di lavorare)

26 la professione come risultato del lavoro con Creare alleanze: mettere insieme più persone, organizzazioni, istituzioni, che si riconoscono in valori o prospettive comuni, per garantire il risultato di salute Alleanze tra professionisti: per la complessità dei bisogni per l efficacia del servizio Alleanze tra organizzazioni: per l efficienza per complementarietà per acquisizione di conoscenza Alleanze tra istituzioni: perché la salute è un progetto della comunità

27 Nel lavoro di squadra : i saperi si ridefiniscono e riformulandosi sfumano ricomponendosi continuamente; le cose le fanno in tanti ma il servizio è unico, serve guardare sempre il tutto e favorire il lavoro delle parti essere disponibili a mettersi in gioco (capacità critica) lavorare in squadra (accettando una relazione alla pari), documentando e confrontando il lavoro mettere in relazione i saperi accettando la necessità di una conoscenza critica dei saperi altri e riconoscendo la ricchezza di questi muoversi dentro le organizzazioni per coglierne le opportunità e contribuire al loro miglioramento

28 Nel lavoro di squadra : i saperi si ridefiniscono e riformulandosi sfumano ricomponendosi continuamente; le cose le fanno in tanti ma il servizio è unico, serve guardare sempre il tutto e favorire il lavoro delle parti accettare di non arrivare in fondo e convivere con le dimensioni della razionalità limitata leggere, documentare i fenomeni di salute e i fenomeni sociali Ricercare le soluzioni innovative partendo dai cittadini/lavoratori e non solo da ciò che ognuno sa fare bene

29 AGIRE CON PER UN FINE AGIRE PROCESSUALE 1. Con altri attori professionali e sociali 2. Per un risultato condiviso e dichiarato e di cui ognuno è responsabile 3. Ponendo al centro il risultato finale che è per la persona 4. Facendo bene la propria parte 5. Con attenzione al significato delle proprie azioni su chi ci precede e chi viene dopo (condividere ciò che ci serve e come ci serve e ciò che offriamo e come lo offriamo 6. Avendo chiari il perché, per chi del lavoro di ognuno e dell intero processo, distinguendo i mezzi dai fini e adattando il come alla contingenza organizzativa quando necessaria

30 Workshop interregionale Prevenzione del tabagismo nei luoghi di lavoro: realtà e prospettive. La rete degli operatori come strumento per migliorare l'efficacia dell'intervento del Medico del lavoro Qualunque cosa tu possa fare o sognare di poter fare, falla. L audacia ha di per sé del potente, geniale e magico (Goethe) C è non azione per chi non è responsabile (Bismark) La responsabilità comincia con un sogno (Maslack) Grazie per l attenzione

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