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- Raffaella Angelini
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1 REGIONE BASILICATA Comune di Banzi (provincia di Potenza) Oggetto: Prefattibilità Prog. definitivo Prog. esecutivo impianti Progetto definitivo di un Parco Eolico ubicato nel Comune di Banzi Data: Febbraio 2011 Rappr.: Committente: CROSSENERGY s.r.l. Via Santa Lucia n NAPOLI P.IVA : Legale rappresentante: Dott. Claudio Maiello Elab. C Progettisti: Dott. Ing. Antonio Di Pietro Dott. Ing. Pasquale Pascucci Collaboratori : dott. Arch. Daniele Cucciniello sig. Amato Ausania sig. Giovanni Spagnuolo geom. Nicola Raimondi Engineering Solution s.r.l Via Piave n Avellino Tel fax Progetto di dismissione dell impianto antonio.dipietro@ingegneriaavellino.it A norma di Legge il presente documento non può essere riprodotto o comunicato a terzi senza la Ns autorizzazione scritta
2 COMUNE DI BANZI PROGETTO DEFINITIVO DI UN CAMPO EOLICO PROGETTO DI DISMISSIONE DELL IMPIANTO SOMMARIO 1. Premessa Relazione Sulle Opere Di Dismissione Dettagli riguardanti lo smaltimento dei componenti Aerogeneratore Cavi Dettagli riguardanti il ripristino dello stato dei luoghi Opere di sostegno Opere di copertura vegetale tramite zollatura Opere di rinverdimento dei percorsi carrabili Cronoprogramma Piano di dismissione Analisi costi/ricavi dismissione impianto PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 1
3 1. Premessa Alla fine del ciclo di vita dell impianto eolico, stimato mediamente in anni 30, si passerà alla fase di dismissione e di ripristino del sito. Questo aspetto risulta fondamentale ai fini dello studio del ciclo di vita dell impianto, infatti l obbligo di ripristino totale dello stato dei luoghi, garantisce il completo annullamento dell impatto visivo e paesaggistico, con il contestuale recupero e riciclo dei materiali oltre alla completa disponibilità del territorio utilizzato per le precedenti attività agro-pastorali. 2. Relazione Sulle Opere Di Dismissione Il Proponente si impegnerà a: a) rimuovere gli aerogeneratori in tutte le loro componenti con conferimento del materiale agli impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente; b) rimuovere completamente le linee elettriche e tutti gli apparati elettrici e meccanici della sottostazione con conferimento del materiale agli impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente; c) ripristinare le piazzole degli aerogeneratori, la viabilità di servizio realizzata ad hoc ed il sito della sottostazione mediante il rimodellamento del terreno allo stato originario ed il ripristino della vegetazione, avendo cura di: - assicurare almeno un metro di terreno vegetale sul blocco di fondazione in c.a.; - rimuovere dai tratti stradali la viabilità di servizio da dismettere, la fondazione stradale e tutte le opere d arte; - per i ripristini vegetazionali utilizzare essenze erbacee, arbustive ed arboree autoctone di ecotipi locali di provenienza regionale; - per i ripristini geomorfologici utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica; d) convertire ad altra destinazione d uso, compatibile con le norme urbanistiche vigenti per l area e conservare gli elementi architettonici tipici del territorio di riferimento, gli edifici dei punti di raccolta delle reti elettriche e della sottostazione, in alternativa gli stessi dovranno essere demoliti; e) comunicare all Ufficio Compatibilità Ambientale la conclusione delle operazioni di dismissione dell impianto. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 2
4 A garanzia dell esecuzione delle opere di ripristino il proponente fornisce idonea fidejussione a favore del Comune sede dell impianto. Condizioni, durata e modalità di svincolo sono definite dal Comune nell ambito del relativo rapporto convenzionale col proponente Dettagli riguardanti lo smaltimento dei componenti Aerogeneratore L analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) è un processo che permette di valutare l impatto ambientale di un prodotto, processo o attività, attraverso un approccio che viene definito dalla culla alla bara (from cradle to grave). Si tratta di un analisi sistematica per identificare e quantificare le risorse impiegate (materiali, energia, acqua); per valutare l impatto di questi consumi e quello di emissioni e rifiuti sugli ecosistemi; per identificare e valutare - infine - le opportunità per realizzare i miglioramenti ambientali del caso. I risultati di tale studio vengono utilizzati per documentare l impatto ambientale delle turbine eoliche e per la progettazione di turbine a minor impatto ambientale rispetto a quelle odierne. Rispetto agli impatti sull ambiente prodotti mediamente in Europa dalle attività di generazione di energia elettrica, quello di una turbina eolica, con un ciclo di vita di circa anni, è minimo e riguarda: Produzione di materie prime Produzione di componenti Produzione di energia Dismissione delle turbine FIG 1 RISORSE IMPIEGATE E PRODOTTE DA UN AEROGENERATORE PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 3
5 Se da un lato la produzione di materie prime e la costruzione di aerogeneratori hanno un impatto sull ambiente, dall altro l energia prodotta e il fatto che una notevole percentuale delle parti di una turbina siano riutilizzabili compensano con effetti positivi e benefici ambientali. Dalle analisi reperite in letteratura,conformi alle norme ISO , si nota che circa 80% del materiale che costituisce un aerogeneratore può essere riciclato (e impiegato,quindi, per la produzione di un altro aerogeneratore) a termine del ciclo di vita della macchina. Quest ultima compenserà di circa 35 volte, attraverso l energia prodotta, l impatto ambientale legato alla sua stessa produzione Cavi I cavi in rame che costituiscono l impianto elettrico saranno recuperati in fase di dismissione. Il rame rappresenta al momento una materia prima preziosa per questo il suo recupero da parte di ditte specializzate, costituendo una fonte di guadagno, agevola le operazioni di recupero dello stesso Dettagli riguardanti il ripristino dello stato dei luoghi Le opere di ripristino della cotica erbosa possono attenuare notevolmente gli impatti sull'ambiente naturale, annullandoli quasi del tutto nelle condizioni maggiormente favorevoli. In più le opere di ripristino possono essere estese a tutti gli interventi che consentono una maggiore conservazione degli ecosistemi montani ed una maggiore integrazione con l'ambiente naturale. Per questo tutte le aree sulle quali sono state effettuate opere che comportano una modifica dei suoli, delle scarpate, dei corsi d'acqua, e delle attività biologiche ad essi connesse, dovranno essere ricondotti allo stato originario, attraverso le tecniche, le metodologie ed i materiali utilizzati dall'ingegneria naturalistica. A differenza dell'ingegneria civile tradizionale, questa disciplina utilizza piante e materiali naturali, per la difesa e il ripristino dei suoli. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 4
6 Nel caso della dismissione di una parco eolico, in particolar modo se situata in ambienti sensibili dal punto di vista naturalistico, tali interventi giocano un ruolo di assoluta importanza. Difatti le operazioni di ripristino possono consentire, attraverso una efficace minimizzazione degli impatti, la conservazione degli habitat naturali presenti. Le opere di ingegneria naturalistica sono impiegate anche per evitare o limitare i fenomeni erosivi innescati dalla sottrazione e dalla modifica dei suoli. Inoltre la ricostituzione della coltre erbosa può consentire notevoli benefici anche per quanto riguarda le problematiche legate all'impatto visivo. 3. Opere di sostegno Le opere di sostegno di ingegneria naturalistica sono effettuate per dare sostegno al versante, soprattutto in corrispondenza della corona, nei tratti a forte pendenza e al piede del versante stesso. Vengono impiegati materiali da costruzione vivi combinati con quelli inerti, l inserimento dei materiali vivi è fondamentale per il raggiungimento dell efficacia di queste opere in quanto la funzione di sostegno può essere svolta dalla vegetazione qualora le strutture di sostegno decadano per deperimento. Le opere di sostegno sono numerose ed elaborate. Tra le più frequenti: palificate con pareti rinverdite, grate vive a parete rinverdite, gabbionate rinverdite, terre rinforzate. Per ognuna di queste categorie è previsto l impiego di diversi materiali e tecniche, scelti in funzione di diversi parametri, quali le caratteristiche morfologiche del pendio, le caratteristiche geologiche e geomeccaniche dei litotipi, l andamento della superficie freatica, le condizioni climatiche, pedologiche e vegetazionali del luogo sede dell intervento. In più vanno considerate anche la disponibilità e l accessibilità dei mezzi di lavoro. Va evidenziato che generalmente, nonostante le innumerevoli variabili elencate, gli interventi di ingegneria naturalistica dipendono maggiormente dall acclività del versante come mostrato in figura 2. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 5
7 FIG 2 OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA DISTINTE PER PENDENZA Dallo schema in figura 3 si evince con chiarezza come per inclinazioni di scarpata contenute sono previste esclusivamente opere di copertura, mentre con l aumento dell acclività è necessario ricorrere a soluzioni sempre più complesse ed onerose, con l ausilio di reti o stuoie, fino a massicci interventi di stabilizzazione e sostegno. Si osserva che il ripristino della cotica erbosa è particolarmente condizionato dalle caratteristiche del substrato delle superfici da reinerbire, ma soprattutto dalla pendenza e, in condizione di versanti acclivi questa operazione può rivelarsi molto problematica. Le scarpate, generate dalle opere di sbancamento per la realizzazione di strade e piazzole delle installazioni eoliche, sia in rilevato, cioè derivanti da terrapieni artificiali, sia in trincea o in scavo, rappresentano questa particolare condizione. Generalmente, nella prassi normale, non sono previsti interventi a verde su tali scarpate, e questo comporta problemi di reinserimento paesaggistico e talvolta anche funzionali di erosione da ruscellamento nelle litologie meno compatte. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 6
8 FIG 3 OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA DISTINTE PER PENDENZA Una delle migliori strategie d'intervento per le scarpate, è quella di ridurre il più possibile la pendenza del versante, in modo da poter intervenire con riporti di terreno vegetale, semine ed eventualmente messa a dimora di arbusti. Questa pratica, nelle scarpate in roccia, comporta ovviamente una maggiore quantità di opere di scavo e sbancamento, dovendo abbattere la pendenza almeno fino ai sull orizzontale. Tuttavia può consentire un efficace ripristino del manto vegetale senza necessariamente ricorrere ad operazioni più complesse ed onerose. Infatti nel caso vi sia la necessità di adottare pendenze maggiori (40-45 ), per evitare fenomeni di ruscellamento, vanno previste tecniche di rivestimento o stabilizzanti (stuoie, reti, viminate vive etc.) che consentono la permanenza in sito della terra vegetale da riportare, garantendo quindi la crescita della vegetazione. Gli interventi di rivestimento vegetativo nel caso di scarpate in roccia ricondotte a pendenze maggiori (45-60 ) sono molto onerosi e possibili unicamente attraverso soluzioni tecnicamente più articolate. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 7
9 È importante sottolineare nuovamente i principi deontologici dell ingegneria naturalistica, secondo i quali vale la legge del minimo e cioè che l ingegneria naturalistica deve essere impiegata solo dove e quando sia realmente necessaria, adottando le tecniche a minore complessità che non richiedano, quindi, ingenti costi a parità d efficacia. Sarà dunque necessario analizzare tutte le possibilità d intervento ed optare per quella ecologicamente ed economicamente più vantaggiosa. 4. Opere di copertura vegetale tramite zollatura E possibile eseguire il ripristino della cotica erbosa direttamente tramite zolle di terreno, opportunamente prelevate. Questa operazione nella pratica comune viene eseguita per la rivegetazione di aree denudate come cave, miniere o siti industriali. Le zolle erbose o ecocelle vengono prelevate dal selvatico e successivamente trapiantate in più punti privi di vegetazione, con lo scopo di innescare il processo di colonizzazione dell'intera superficie. Le zolle devono avere una superficie minima di circa 0,5-1 m 2 e uno spessore sufficiente a comprendere lo strato vegetativo erboso e il terreno compenetrato dalle radici. Le ecocelle vengono prelevate con mezzi meccanici idonei e trapiantati, a mosaico o a strisce, lasciando degli spazi tra le zolle per la posa di terreno vegetale seminato, per permettere la coesione dell intera stratificazione. È però importante evidenziare che questa pratica risulta essere particolarmente delicata e non sempre è possibile utilizzarla. In effetti le zolle vanno prelevate e conservate con molta cura per un periodo relativamente breve. Inoltre le superfici da rivestire non devono comunque avere pendenze elevate e non deve essere presente alcun movimento del corpo terroso. Tuttavia l utilizzo di zolle può essere impiegato per opere di piccola entità, ad esempio nella ricostruzione del manto erboso nei tratti prativi rimossi a seguito dello scavo per rimuovere i cavi elettrici e di trasporto dati. 5. Opere di rinverdimento dei percorsi carrabili Le opere di ingegneria naturalistica possono essere adottate anche per il ripristino delle superfici carrabili dei percorsi. La viabilità interna dei parchi eolici costituisce la maggior PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 8
10 parte della superficie sottratta al manto erboso originario e, per questo, può essere fonte di grandi squilibri per l ecosistema locale. I percorsi costituiscono vere e proprie ferite ai sistemi prativi e il loro non ripristino può comportare serie ripercussioni, sia sulla stabilità degli habitat presenti sia sugli equilibri idrogeologici dei versanti. Generalmente le opere di viabilità sono realizzate in totale assenza di misure di salvaguardia e raramente sono previsti interventi di ripristino, in ogni caso non riconducibili alle superfici destinate al transito dei grandi mezzi di trasporto eccezionale. Si può prevedere la ricostituzione della cotica erbosa al di sopra delle sedi stradali, con l inserimento di pavimentazioni verdi che rivestono parzialmente tali superfici. FIG 4 RICOSTRUZIONE DELLA COTICA ERBOSA AL DI SOPRA DELLA SEDE STRADALE Per la realizzazione delle pavimentazioni verdi è possibile impiegare varie tipologie di materiali, meglio se di origine naturale e se prelevati sul posto o in località prossime a quella dell installazione. In ogni caso è necessario far riferimento alle indicazioni dell AIPIN, in merito al principio della naturalità crescente. Per le operazioni di ripristino del manto erboso valgono le indicazioni espresse in merito alle opere di copertura impiegate dall ingegneria naturalistica. È quindi possibile intervenire con svariate tecniche e con l impiego di semine che dipendono essenzialmente dalle caratteristiche ambientali e morfologiche delle superfici da rinerbire. Se le condizioni locali ed i tempi di esecuzione delle opere lo consentono è PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 9
11 possibile utilizzare anche la tecnica della zollatura. Nel complesso la ricostituzione della vegetazione su queste aree non dovrebbe essere particolarmente problematica considerando le ridotte pendenze dei percorsi, indispensabili per il transito dei grandi veicoli. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 10
12 6. Cronoprogramma Piano di dismissione CRONOPROGRAMMA GENERALE OPERE DI DISMISSIONE Attività/Giorni PREPARAZIONE AREA DI CANTIERE SMONTAGGIO TORRI E OPERE CONNESSE DISMISSIONE CAVIDOTTI SOTTOSTAZIONE INTERNA 120 PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 11
13 7. Analisi costi/ricavi dismissione impianto La dismissione dell impianto eolico in questione in tutte le sue componenti comporta dei costi da sostenere e dei ricavi; i primi possono essere contenuti qualora si decidesse, in accordo con il Comune e i proprietari delle particelle interessate di non dismettere tutta la viabilità realizzata ex novo in quanto si potrebbe continuare a utilizzare la stessa per l accesso ai fondi da parte appunto dei possidenti. Per quanto riguarda i ricavi essi sono dovuti al recupero delle materie prime come l acciaio delle torri e le parti in rame. Per avere una idea dei materiali ricavabili da una torre eolica si può fare riferimento al seguente schema: COMPONENTE MATERIALE MASSA Rotore GRP 30.6 t acciaio circa 70 t Navicella rame 8 t GRP 1.7 t Torre acciaio 205 t alluminio 8 t Componenti rame elettrici 2.7 t Fondazioni cemento 250 m 3 armato Cabine rame circa 8 t Trasformatore calcestruzzo 10 t scarti elettrici 5 t Volume piazzole di montaggio,strade ghiaia 750 m 3 Di seguito si riportano i costi totali stimati per la dismissione dell impianto eolico tenendo però in conto anche i ricavi. Considerando il costo giornaliero di noleggio autogrù da 70 t pari a 1.000,00 /giorno (considerando che la gru viene impegnata una giornata per ogni turbina), si ha: Costo di due autogrù per un numero di giorni pari a 11 (n 22 turbine totali) = ,00 PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 12
14 Il Costo complessivo trasporto materiali di risulta invece sarà di circa ,00 La manodopera considerando un costo pari a 60,00 /h (comprensivo del costo di tutte le apparecchiature necessarie per il lavoro, dei dispositivi di protezione individuali, e degli oneri per la sicurezza) vedrà la presenza di 12 operai sul cantiere e come da cronoproramma 120 giorni lavorativi (totale 5760 h lavorative) con i seguenti costi: h x 60 /h = ,00 Dal ricavo di 100,00 /T per le parti metalliche ferrose, che per i n 22 può essere stimato in ,00 T, si ottiene il seguente ricavo complessivo: 100,00 /T x 6.050,00 T = ,00. Supposto che i trasformatori e i motori elettrici, di peso complessivo pari a circa 110 T avranno alla fine della vita utile dell impianto un valore di 350,00 /T, si avrà un ricavo pari a: 350,00 / T x 110 T= 38500,00. I rifiuti in genere (materiale lapideo, inerti, ghisa, plastica, etc) verranno affidati a ditte specializzate presenti nelle vicinanze dell impianto eolico, in un area di raggio pari a 20 km circa, per l inerente smaltimento al costo di 5,00 /T, per un costo complessivo pari a: 5,00 / T x 2000 T = 10000,00. Le opere per il ripristino dello stato dei luoghi alle condizioni originarie, relativamente alle nuove strade di servizio ed alle piazzole, sono le seguenti: Demolizione sottostazione; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. Demolizione virola di fondazione; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 13
15 Demolizione di fondazione stradale; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. Stesa e modellazione di terra di coltivo. Profilatura delle zone d intervento, nuove strade di servizio e piazzole degli aerogeneratori, secondo le caratteristiche plano-altimetrico dei luoghi, avendo cura di utilizzare il terreno vegetale proveniente dalla decorticazione, per la sistemazione dello strato superficiale; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. Preparazione del terreno alla semina o al trapianto di sementi di specie erbacee selezionate e idonee al sito; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. Inerbimento di una superficie piana o inclinata tramite semina a spaglio di un miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate, per nuove strade di servizio e piazzole; per un costo totale stimato pari a EURO ,00. La somma algebrica dei costi/ricavi precedentemente evidenziati è pari a EURO ,00 che costituiscono in definitiva il costo totale per dismissione impianto e ripristino delle condizioni originarie. PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 14
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