Settore Tutela Ambientale Unità Operativa Rifiuti Osservatorio Provinciale Rifiuti. Rapporto sulla gestione dei Rifiuti anno 2011

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1 Settore Tutela Ambientale Unità Operativa Rifiuti Osservatorio Provinciale Rifiuti Rapporto sulla gestione dei Rifiuti anno 2011 luglio

2 Settore Tutela Ambientale Redatto sotto la supervisione di: Anna Betto (Dirigente Settore fino al luglio 2013) Dirigente Settore: Carlo Sacchi Responsabile U.O. Rifiuti: Ilaria Vecchio Redazione documento a cura di: Paola Vizio 2

3 La tematica sui rifiuti riveste un ruolo molto importante per la Provincia di Pavia, in base alla consapevolezza che da essi possono derivare buone opportunità per il territorio, ma anche gravi problemi per l ambiente e per la salute dell uomo. Per questo motivo l Ente presta particolare attenzione non solo ai momenti centrali della pianificazione/programmazione e alla gestione di tutte le altre attività riservategli dalla normativa (autorizzazioni, controlli) ma anche a un compito che si dimostra sempre più importante: l informazione. Essa ha un duplice scopo in tema di rifiuti: illustrare gli obiettivi e gli impegni assunti attraverso la pianificazione e rendere conto dei risultati raggiunti e degli obiettivi mancati. Questa pubblicazione rappresenta uno degli strumenti a disposizione della Provincia per illustrare, anno dopo anno, in quale direzione ci stiamo muovendo, quali obiettivi abbiamo raggiunto e per quali dobbiamo ancora lavorare, quali sono i nostri punti di forza e quali i nostri punti deboli. L obiettivo è anche quello di raccontare quali iniziative l Ente ha promosso per migliorare l intero ciclo di gestione dei rifiuti con la richiesta a tutti, in primis agli Amministratori Comunali, di collaborare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. L immagine del sistema di gestione dei rifiuti urbani che risulta da questo documento, aggiornata al 2011, non mostra variazioni di rilievo rispetto agli anni precedenti, ma tende a confermare quanto emerso in passato. Tuttavia è già possibile anticipare che i dati 2012, attualmente in fase di avanzata elaborazione da parte dell Osservatorio Provinciale Rifiuti e di prossima pubblicazione, evidenziano finalmente un aumento della percentuale di raccolta differenziata un po più consistente: si passa infatti al 34%, con una sorta di accelerazione del trend che, se avesse mantenuto l andamento degli ultimi anni avrebbe portato ad un 32%. In un anno si è fatto un salto pari a quello verificatosi nei 3 anni precedenti. E il segno che sul territorio qualcosa si sta muovendo: la tendenza da parte di molti Comuni è infatti quella di intraprendere un sistema di raccolta spinta che intercetti anche la frazione umida dei rifiuti urbani (F.O.R.S.U.). Nel 2011 la produzione di rifiuti, sia come quantitativo totale sia come dato pro capite, è in lieve calo rispetto all anno precedente ma la percentuale di raccolta differenziata, pur essendo cresciuta di un punto percentuale, rimane bassa (31%); il recupero di materia ed energia dai rifiuti è rimasto stabile al 66% e l impiantistica di cui ormai da anni è dotato il territorio riesce a trattare tutti i rifiuti indifferenziati prodotti. Il punto debole rimane dunque la percentuale di raccolta differenziata che, nonostante le iniziative promosse dalla Provincia, quali la redazione delle Linee Guida per la diffusione di buone pratiche in materia di prevenzione e riduzione di rifiuti e delle Linee Guida per lo sviluppo e potenziamento della raccolta differenziata, continua ad essere ben al di sotto del dato medio regionale e degli obiettivi posti a livello nazionale, regionale e anche provinciale. Come conferma lo studio Analisi delle modalità di raccolta differenziata adottate nella Provincia di Pavia e proposta di un modello per i Comuni e gli enti gestori della raccolta svolto, su iniziativa provinciale, sui dati raccolti sul nostro territorio e riportato in chiusura del documento, i risultati migliori in termini di percentuale di raccolta differenziata si ritrovano nei Comuni in cui la raccolta dei rifiuti urbani viene effettuata con la modalità porta a porta e prevede la separazione della frazione umida (F.O.R.S.U.). Illustrare, favorire e rendere operative queste modalità di gestione dei rifiuti urbani, favorendo parallelamente iniziative forti per il contenimento della produzione dei rifiuti, rappresenta dunque il primo degli obiettivi dell azione provinciale futura che vedrà compimento con la revisione del Piano Provinciale Gestione Rifiuti la cui redazione, in accordo con tutti i portatori di interesse, partirà nel prossimo mese di settembre non appena pubblicato il Piano Regionale Gestione Rifiuti, per concludersi ragionevolmente nel L Assessore alle Politiche Ambientali, Riserve Naturali, Pianificazione Faunistica Alberto Lasagna 3

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5 INDICE INTRODUZIONE pag. 7 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI pag. 11 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA pag. 16 LE INIZIATIVE DELLA PROVINCIA NEL CAMPO DEI RIFIUTI pag. 28 IL SISTEMA DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI URBANI pag. 30 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI pag. 34 IL RECUPERO DEI RIFIUTI A BENEFICIO DELL AGRICOLTURA pag. 36 ANALISI DELLE MODALITÀ DI RACCOLTA DIFFERENZIATA ADOTTATE NELLA PROVINCIA DI PAVIA E PROPOSTA DI UN MODELLO PER I COMUNI E GLI ENTI GESTORI DELLA RACCOLTA pag. 40 APPENDICE pag. 45 Tabella A: produzione rifiuti urbani, anno 2011 pag. 46 Tabella B: raccolta differenziata, anno 2011 pag. 50 Tabella C: classifica Comuni in base a % e raggiungimento obiettivi PPGR, anno 2011 pag. 57 Tabella D: classifica Comuni in base a % e raggiungimento obiettivi d. lgs 152/06, 2011 pag. 61 Tabella E: % di dal 1998 al 2011 e variazione pag. 65 Tabella F: flusso dei rifiuti urbani, anno 2011 pag. 69 5

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7 INTRODUZIONE La presente pubblicazione rappresenta il principale strumento di comunicazione e informazione utilizzato dalla Provincia di Pavia per rendere conto di un attività attribuitale dalla normativa (legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26): il rilevamento statistico dei dati inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani nonché il monitoraggio della percentuale delle frazioni merceologiche avviate al recupero. I dati qui presentati costituiscono quindi il risultato di un lungo lavoro e di numerose attività che ogni anno prendono avvio dalla richiesta a tutti i Comuni del territorio da parte dell Osservatorio Provinciale sui Rifiuti (O.P.R.) dei dati sui rifiuti raccolti nell anno solare precedente da inserirsi in un applicativo web-based chiamato O.R.SO. (Osservatorio Rifiuti SOvraregionale) utilizzato principalmente in Regione Lombardia, ma anche in altre realtà nazionali. I Comuni provvedono quindi alla compilazione, dopodiché l OPR verifica e valida i dati inseriti e provvede alla loro aggregazione ed elaborazione. Solo a questo punto il cerchio si chiude con la pubblicazione e divulgazione dei risultati annuali sulla gestione rifiuti, che ritornano quale informazione elaborata ai Comuni. Tali dati descrivono come e quanto muta, anno dopo anno, il quadro della gestione dei rifiuti urbani a livello provinciale e comunale, informazione indispensabile alla Provincia sia in fase di pianificazione e programmazione di settore sia per mantenere l impegno di informare i cittadini sulle politiche adottate, sulle iniziative promosse e sulle performances ottenute per quanto riguarda la produzione di rifiuti, la raccolta differenziata e, più in generale, l intero ciclo di gestione dei rifiuti urbani. In tal modo il cittadino è informato e responsabilizzato sul suo ruolo e ha gli strumenti per decidere come agire sia come individuo, nelle fasi di produzione e separazione dei rifiuti, sia come cittadino facendo valere il diritto di chiedere ai suoi Amministratori locali politiche e iniziative nel campo dei rifiuti che portino a migliorare i risultati. Dall elaborazione dei dati forniti dai 190 Comuni della provincia di Pavia emerge, per il 2011, una produzione complessiva di rifiuti urbani pari a tonnellate e una percentuale di raccolta differenziata pari al 30,79%. Quest ultima, ancora molto bassa rispetto agli obiettivi fissati dalla normativa, rimane il punto debole del nostro territorio, mostrando ancora la lenta crescita del passato (nel 2010 era al 29,27%). Hanno valenza positiva invece i dati sulla produzione di rifiuti, poichè rispetto all anno precedente sono diminuiti sia il quantitativo complessivo provinciale sia il dato pro capite. Il sistema impiantistico provinciale dedicato ai rifiuti urbani non è variato rispetto a quanto previsto nel Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti adottato nel 2009 e gli impianti presenti, in particolare quelli per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, della frazione organica e del verde hanno reso la provincia già da anni autosufficiente per il recupero/smaltimento dei rifiuti di questo genere prodotti sul territorio, senza dover far ricorso allo smaltimento in discarica. Preme sottolineare che all interno dell ampio territorio provinciale convivono realtà comunali caratterizzate non solo da livelli di gestione dei rifiuti molto differenti ma anche da sensibilità e interesse per le iniziative nel campo dei rifiuti variegate. La consapevolezza di aver ottenuto risultati modesti in termini di raccolta differenziata ha fatto sì che la Provincia di Pavia negli ultimi anni si senta impegnata a sviluppare iniziative volte da un lato a indirizzare e coordinare gli Amministratori locali e i gestori del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, dall altro a formare ed informare i cittadini sui corretti comportamenti da tenere durante la fase, fondamentale, della separazione dei rifiuti urbani da parte del produttore, il cittadino stesso. Proprio a queste inizitive è dedicato un capitolo di questo rapporto. 7

8 E comunque utile ancora una volta ricordare che, nell ambito della gestione dei rifiuti sono coinvolti, in base al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, diversi soggetti: lo Stato (cui spettano la definizione dei criteri generali e delle metodologie per la gestione integrata dei rifiuti e l adozione di criteri generali per la redazione dei piani di settore per la riduzione, il riciclaggio, il recupero e l ottimizzazione dei flussi di rifiuti oltre alla determinazione di criteri generali per l elaborazione dei piani regionali), la Regione (cui spetta la predisposizione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali, la promozione della gestione integrata dei rifiuti, l incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti e al recupero degli stessi), la Provincia (cui sono affidate le funzioni amministrative concernenti la programmazione e l organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale) e il Comune (che nell ambito della gestione dei rifiuti urbani e assimilati determina, attraverso regolamenti, le misure per assicurare la tutela igienico-sanitaria nelle fasi di gestione dei rifiuti, le modalità del servizio di raccolta, trasporto e di raccolta differenziata, le misure necessarie a ottimizzare il conferimento presso gli impianti di recupero e smaltimento finali, la raccolta e il trasporto dei rifiuti primari di imballaggio e infine i criteri per l assimilanzione dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani). Altri soggetti coinvolti sono poi i gestori del servizio di raccolta rifiuti che organizzano operativamente anche la raccolta differenziata e i cittadini che oltre a effettuare in maniera più o meno corretta e attenta la separazione dei rifiuti possono esercitare una azione di richiesta/esigenza nei confronti degli amministratori locali affinché si impegnino di più nel rispetto dell ambiente. Proprio al fine di conoscere più approfonditamente e dunque indirizzare al miglioramento il sistema di gestione dei rifiuti sul nostro territorio è stata avviata nel 2011 un analisi, i cui risultati sono riportati nel presente documento, che mira ad individuare il modo di rapportarsi tra frazioni oggetto di raccolta differenziata, modalità di raccolta e percentuale di raccolta differenziata raggiunta, ciò al fine di definire un modello di gestione dei rifiuti ottimale, ricavato sul territoro, da proporre ai Comuni e ai gestori. Un capitolo del documento è infine dedicato ai dati provinciali sulla gestione, molto diffusa nella nostra Provincia, di una particolare tipologia di rifiuti speciali, quelli recuperati in campo agronomico. La fig. 1 rappresenta il territorio provinciale evidenziando sia i confini comunali sia le tre zone in cui è storicamente suddivisa la Provincia di Pavia: il Pavese, la Lomellina e l Oltrepò Pavese. 8

9 Figura 1: il territorio della Provincia di Pavia, con indicazione delle zone e dei Comuni. Elaborazione: SITIA Settore Tutela Ambientale Provincia di Pavia I COMUNI DELLA PROVINCIA DI PAVIA 1 Alagna 11 Bastida Pancarana 21 Brallo di Pregola 31 Casanova Lonati 2 Albaredo Arnaboldi 12 Battuda 22 Breme 32 Casatisma 3 Albonese 13 Belgioioso 23 Bressana Bottarone 33 Casei Gerola 4 Albuzzano 14 Bereguardo 24 Broni 34 Casorate Primo 5 Arena Po 15 Borgarello 25 Calvignano 35 Cassolnovo 6 Badia Pavese 16 Borgo Priolo 26 Campospinoso 36 Castana 7 Bagnaria 17 Borgoratto Mormorolo 27 Candia Lomellina 37 Casteggio 8 Barbianello 18 Borgo San Siro 28 Canevino 38 Castelletto di Branduzzo 9 Bascapè 19 Bornasco 29 Canneto Pavese 39 Castello d Agogna 10 Bastida dè Dossi 20 Bosnasco 30 Carbonara al Ticino 40 Castelnovetto 9

10 41 Cava Manara 79 Langosco 117 Ponte Nizza 155 Torrazza Coste 42 Cecima 80 Lardirago 118 Portalbera Torre Beretti e 156 Castellaro 43 Ceranova 81 Linarolo 119 Rea 157 Torre d Arese 44 Ceretto Lomellina 82 Lirio 120 Redavalle 158 Torre de Negri 45 Cergnago 83 Lomello 121 Retorbido 159 Torre d Isola 46 Certosa di Pavia 84 Lungavilla 122 Rivanazzano 160 Torrevecchia Pia 47 Cervesina 85 Magherno 123 Robbio 161 Torricella Verzate 48 Chignolo Po 86 Marcignago 124 Robecco Pavese 162 Travacò Siccomario 49 Cigognola 87 Marzano 125 Rocca de Giorgi 163 Trivolzio 50 Cilavegna 88 Mede 126 Rocca Susella 164 Tromello 51 Codevilla 89 Menconico 127 Rognano 165 Trovo 52 Confienza 90 Mezzana Bigli 128 Romagnese 166 Val di Nizza 53 Copiano 91 Mezzana Rabattone 129 Roncaro 167 Valeggio 54 Corana 92 Mezzanino 130 Rosasco 168 Valle Lomellina 55 Cornale 93 Miradolo Terme 131 Rovescala 169 Valle Salimbene 56 Corteolona 94 Montalto Pavese 132 Ruino 170 Valverde 57 Corvino San Montebello della 95 Quirico Battaglia 133 S. Cipriano Po 171 Varzi 58 Costa de Nobili 96 Montecalvo Versiggia 134 S. Damiano al Colle 172 Velezzo Lomellina 59 Cozzo 97 Montescano 135 S. Genesio ed Uniti 173 Vellezzo Bellini 60 Cura Carpignano 98 Montesegale 136 S. Giorgio Lomell 174 Verretto 61 Dorno 99 Monticelli Pavese 137 S. Martino Siccomario 175 Verrua Po 62 Ferrera Erbognone 100 Montù Beccaria 138 Sannazzaro de Burgondi 176 Vidigulfo 63 Filighera 101 Mornico Losana 139 Santa Cristina e Bissone 177 Vigevano 64 Fortunago 102 Mortara 140 Santa Giuletta 178 Villa Biscossi 65 Frascarolo 103 Nicorvo 141 Sant Alessio con 179 Villanova Vialone d Ardenghi 66 Galliavola 104 Olevano di Lomellina 142 Santa Margherita di Staffora 180 Villanterio 67 Gambarana 105 Oliva Gessi 143 Santa Maria della Versa 181 Vistarino 68 Gambolò 106 Ottobiano 144 Sant Angelo Lomell. 182 Voghera 69 Garlasco 107 Palestro 145 San Zenone al Po 183 Volpara 70 Genzone 108 Pancarana 146 Sartirana Lomellina184 Zavattarello 71 Gerenzago 109 Parona 147 Scaldasole 185 Zeccone 72 Giussago 110 Pavia 148 Semiana 186 Zeme 73 Godiasco 111 Pietra de Giorgi 149 Silvano Pietra 187 Zenevredo 74 Golferenzo 112 Pieve Albignola 150 Siziano 188 Zerbo 75 Gravellona Lomellina 113 Pieve del Cairo 151 Sommo 189 Zerbolò 76 Gropello Cairoli 114 Pieve Porto Morone 152 Spessa 190 Zinasco 77 Inverno e 115 Pinarolo Po Monteleone 153 Stradella 78 Landriano 116 Pizzale 154 Suardi 10

11 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI Il quantitativo di rifiuti urbani prodotti in provincia di Pavia nel 2011 ammonta, complessivamente, a tonnellate. Considerando le quattro macrocategorie principali (rifiuti indifferenziati, spazzamento stradale, rifiuti ingombranti e raccolta differenziata), si ottengono i seguenti dati: Rind 1 (tonn) Ss 2 (tonn) RUr 3 (tonn) RI 4 (tonn) 5 (tonn) RU 6 (tonn) 7 (%) ,79% I grafici a torta in figura 2 mostrano come la situazione, rispetto all anno precedente, sia variata in maniera non determinante con un aumento di due punti percentuali della raccolta differenziata e una diminuzione della stessa entità dei rifiuti indifferenziati, mentre lo spazzamento stradale e i rifiuti ingombranti sono rimasti stabili, rispettivamente, al 2% e al 3%. Poiché il quantitativo totale di rifiuti urbani prodotti in un area geografica è influenzato da numerosi fattori, primo fra tutti il numero di individui che concorrono alla loro produzione, tale valore non può essere utilizzato per fare confronti con altre realtà territoriali o temporali, in cui il fattore principale, la popolazione che produce rifiuti, è numericamente differente. Per questo motivo l indicatore più corretto, quando si parla di rifiuti urbani, è la produzione pro capite, che rapportando il quantitativo totale di rifiuti prodotti al numero di individui responsabili della produzione stessa, consente di raffrontare i valori relativi a aree o anni differenti. Figura 2: produzione di rifiuti urbani con suddivisione nelle quattro macrocategorie, 2011 e Ss 2% RI 3% 31% Ss 2% RI 3% 29% Rind 64% Rind 66% 1 Rind: rifiuti indifferenziati, esclusi lo spazzamento stradale, gli inerti e i rifiuti cimiteriali. 2 Ss: rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale. 3 RUr: rifiuti urbani residuali (rifiuti indifferenziati, compreso lo spazzamento stradale esclusi gli inerti e i rifiuti cimiteriali, quindi pari a Rind + Ss). 4 RI: rifiuti ingombranti (solo la quota a smaltimento perché la parte a recupero rientra nella ). 5 : rifiuti, pericolosi e non, raccolti con modalità separata (compresi gli ingombranti a recupero). 6 RU: rifiuti urbani totali (RUr + RI + ). 7 (%): ( / RU)*

12 In figura 3 si riporta la carta con la produzione pro capite giornaliera di rifiuti per tutti i Comuni della provincia. La situazione generale non mostra variazioni di rilievo rispetto agli anni precedenti, riproponendo quanto emerso in passato: le tre zone geografiche in cui è storicamente suddiviso il territorio provinciale presentano caratteristiche distintive piuttosto nette relativamente alla produzione di rifiuti pro capite: i risultati migliori (vale a dire la minore produzione di rifuti) sono concentrati nel Pavese, la Lomellina presenta valori, e di conseguenza performances, intermedi, mentre la maggior parte delle realtà comunali con un elevata produzione pro capite di rifiuti si trova nell Oltrepò Pavese. Figura 3: mappa della produzione pro capite giornaliera di rifiuti urbani, 2011 La tabella 1 mostra i valori provinciali della produzione di rifiuti urbani (totali e pro capite) e della raccolta differenziata (totale e percentuale) nel periodo compreso tra il 1993 e il

13 Tabella 1: produzione totale e pro capite (giornaliera e annua) di rifiuti urbani, raccolta differenziata in tonnellate e in percentuale, anno RU (tonn) RU (kg/ab* giorno) RU (kg/ab* anno) (tonn) (%) , ,32% , ,29% , ,87% , ,39% , ,90% , ,98% , ,44% , ,11% , ,94% , ,10% , ,25% , ,12% , ,44% , ,18% , ,28% , ,43% , ,54% , ,27% , ,79% Dalla tabella emerge chiaramente che nel 2011, rispetto al 2010, si è verificata una contrazione sia del quantitativo complessivo di rifiuti raccolti sia della produzione pro capite, mentre la raccolta differenziata ha intercettato più rifiuti, con un aumento della relativa percentuale. La figura 4 rappresenta graficamente l andamento della produzione complessiva di rifiuti urbani nel periodo compreso tra il 1993 e il I dati disegnano un andamento nel complesso crescente (+ 29% tra il 1993 e il 2011) che però presenta diverse inversioni di tendenza nel 1995, 1998, 2003, 2007 e

14 Figura 4: produzione totale di rifiuti urbani in provincia di Pavia, tonnellate anno Poiché, come già anticipato, la produzione di rifiuti di un territorio va sempre rapportata alla popolazione che incide su quell area geografica, in figura 5 si riporta il trend della popolazione provinciale nello stesso arco temporale, quindi dal 1993 al Figura 5: popolazione in provincia di Pavia, abitanti anno Se si considera tutto il periodo in esame, l andamento della popolazione residente in provincia di Pavia risulta essere crescente, ma si possono distinguere due periodi distinti: il primo, dal 1993 al 2000, in cui la popolazione è lievemente diminuita e il secondo in cui, pur con ritmi differenti, gli abitanti hanno mostrato una costante crescita. Nell arco di tempo comunque la popolazione è aumentata dell 11%. L esame congiunto di questi due andamenti, produzione totale di rifiuti e popolazione, ci porta alla figura 6, relativa alla produzione pro capite, in questo caso giornaliera, di rifiuti. Il grafico mostra chiaramente che il trend è abbastanza altalenante e ricalca i movimenti della produzione totale di rifiuti, con un andamento nel complesso crescente ma con cali in corrispondenza degli anni 1995, 1998, 2003, 2007 e 2011, proprio come la produzione complessiva. 14

15 Figura 6: produzione pro capite giornaliera di rifiuti urbani, kg/ab. giorno 1,7 1,6 1,5 1,4 1,3 1,2 1,27 1,33 1,29 1,3 1,33 1,3 1,38 1,46 1,48 1,5 1,45 1,51 1,52 1,57 1,54 1,54 1,53 1,53 1,47 1, anno Se poi confrontiamo (figura 7) la produzione pro capite, in questo caso annua, della Provincia di Pavia con i corrispondenti valori relativi alla Regione Lombardia e all Italia possiamo valutare meglio la situazione provinciale. Il primo dato che emerge è la corrispondenza, oggi come spesso in passato, tra la tendenza provinciale e quella regionale: infatti in entrambi i casi la produzione di rifiuti tra il 2010 e il 2011 è descescente, seppure i valori provinciali si trovino costantemente al di sopra di quelli regionali. Da un punto di visto strettamente numerico invece la Provincia, anche nel 2011, si avvicina di più alla realtà nazionale che a quella regionale. Figura 7: produzione di rifiuti pro capite in Provincia di Pavia, Lombardia e Italia, kg/ab anno Provincia Pavia Lombardia Italia Fonte: dati Lombardia: ARPA Lombardia, dati Italia: ISPRA La tabella A, in appendice, contiene per ogni Comune i seguenti dati riferiti al 2011: abitanti, rifiuti indifferenziati, spazzamento stradale, rifiuti ingombranti, raccolta differenziata (totale, pro capite e in percentuale) e rifiuti urbani totali e pro capite. 15

16 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, definisce la raccolta differenziata: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo e alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico. A prima vista quindi la raccolta differenziata sembrerebbe semplicemente una modalità di intercettazione dei rifiuti urbani, ma ad oggi il suo valore percentuale è comunemente utilizzato come principale, per non dire unico, indicatore della qualità dell intero ciclo di gestione dei rifiuti ad ogni livello territoriale: Comune, Provincia, Regione o Stato. Il ricorso alla raccolta differenziata comporta indubbi vantaggi ambientali: la diminuzione del quantitativo di rifiuti da inviare allo smaltimento finale, il minore utilizzo di materie prime per la produzione di determinati beni (una parte del materiale impiegato deriva dal recupero dei rifiuti), il facilitare un trattamento adeguato e specifico per ogni tipologia di rifiuto (soprattutto per quelli pericolosi come ad esempio i farmaci, le pile, i toner ); d altra parte permette, esattamente come la produzione di rifiuti pro capite, di ottenere un indicatore che permette raffronti sulla gestione dei rifiuti anche tra realtà distanti per geografia, dimensione o periodo di riferimento, consentendo così di esprimere giudizi relativi e fare classifiche tra realtà diverse oltre che di ottenere l evoluzione temporale della situazione di una specifica area. La formula utilizzata per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata in Lombardia, definita da ARPA e dagli Osservatori Provinciali sui Rifiuti, è riportata nella d.g.r del 16 novembre 2011 Modalità, contenuti e tempistiche per la compilazione dell applicativo O.R.SO. (osservatorio rifiuti sovraregionale) relativo alla raccolta dei dati di produzione e gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti gestiti dagli impianti in Regione Lombardia Nuove disposizioni : dove: Σ + ing rec % = * 100 RSU tot Σ ing rec è la sommatoria delle frazioni raccolte separatamente (con riferimento alla macrocategorie Raccolte differenziate e Altre raccolte differenziate dell applicativo web O.R.SO. ); sono da escludere eventuali quantitativi di raccolta differenziata destinati tipicamente a recupero di materia ma inviati invece a smaltimento per particolari esigenze (es. documenti cartacei inviati ad incenerimento perché contenenti dati sensibili); è la quota parte di ingombranti che dopo selezione sono effettivamente avviati a recupero di materia, computati moltiplicando il quantitativo di rifiuti ingombranti raccolti e inviati ad impianti di selezione e recupero per la resa della specifica linea di selezione dichiarata da ogni impianto attraverso la compilazione della scheda impianto in O.R.SO., secondo le modalità precisate nel manuale. Nei casi di impianti che effettuano solo stoccaggio o stazioni di trasferenza, verrà considerato il secondo destino: sarà quindi necessario che tali impianti compilino la sezione annuale di O.R.SO., allegando il MUD da cui ricavare tali informazioni; in assenza comunque di dichiarazioni specifiche dell impianto si considererà il quantitativo di ingombranti recuperati pari a 0. 16

17 Verranno comunque considerati eventuali dati di dettaglio più specifici riferiti a singoli comuni se certificati dai gestori degli impianti; RSU tot è il totale dei rifiuti solidi urbani, incluso lo spazzamento strade ed escludendo gli inerti e i cimiteriali. La d.g.r del 16 novembre 2011 riporta inoltre che: - alcune tipologie di rifiuti che, soprattutto in tempi recenti, vengono valorizzate in termini di recupero di materia, non sono conteggiate ai fini del calcolo della % di raccolta differenziata in quanto non rispondono alla definizione specifica ai sensi del presente documento o più in generale della normativa. Ci si riferisce ad esempio alle terre da spazzamento stradale (definite generalmente spazzamento strade ), in quanto annoverate comunque da sempre tra i rifiuti indifferenziati. Ad ogni modo, dato che diverse amministrazioni comunali si sono impegnate (anche economicamente) nel gestire in maniera più appropriata queste tipologie di rifiuti (recupero invece che smaltimento), tali comportamenti trovano spazio e valorizzazione come recupero di materia; - non vanno considerate comunque eventuali frazioni raccolte e inviate a recupero energetico; - gli assimilati sono conteggiati come urbani a tutti gli effetti (quindi conteggiati nella, se del caso); - le raccolte multimateriale (sacco viola, sacco e campana multimateriale e simili), per chi le utilizza, vengono conteggiate nella, eventualmente facendo le considerazioni sullo scarto, se possibile; - le altre raccolte definite dai comuni vanno conteggiate nella solo se classificabili come rifiuti urbani (escludendo comunque gli inerti). Come già detto, la percentuale di raccolta differenziata costituisce uno degli indicatori più utilizzati anche nella definizione degli obiettivi all interno di tutta l attività di pianificazione e programmazione nel campo dei rifiuti urbani. Se a livello nazionale il decreto legislativo 152/06 ha posto le seguenti percentuali minime di raccolta differenziata, da raggiungersi da parte di ogni ATO (Ambito Territoriale Ottimale), che per la Regione Lombardia coincide con la Provincia: 35% entro il 31 dicembre 2006; 45% entro il 31 dicembre 2008; 65% entro il 31 dicembre 2012, la Provincia di Pavia, all interno del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR) approvato nel 2009, ha previsto tre diversi scenari di sviluppo della raccolta differenziata negli anni successivi alla sua approvazione: SCENARIO INERZIALE: obiettivo del 30% di al 2013 SCENARIO 50: obiettivo del 50% di al 2011 e suo mantenimento fino al 2013 SCENARIO 60: obiettivo del 60% di al 2011 e suo mantenimento fino al 2013 Andando ad analizzare l attuale situazione provinciale si evidenzia che, nel 2011, i rifiuti raccolti con modalità separata sono stati, complessivamente, tonnellate, pari al 30,79% della produzione totale di rifiuti urbani, in lieve aumento rispetto all anno precedente ( tonnellate e + 1,5 punti percentuali). Se però consideriamo un altro indicatore meno utilizzato ma ugualmente molto significativo del livello di gestione di rifiuti, la percentuale di rifiuti effettivamente recuperati sotto forma di materia e/o energia, i dati sono molto più confortanti: nel 2011 infatti il 66,3% dei rifiuti provinciali sono 17

18 stati avviati a recupero di materia o a incenerimento con recupero di energia (dato ARPA Lombardia). Le figure 8 e 9 di seguito rappresentano graficamente l andamento della raccolta differenziata in provincia di Pavia, rispettivamente in tonnellate e in percentuale, dal 1993 al Figura 8: raccolta differenziata in tonnellate, tonnellate anno I dati mostrano che nei 18 anni che costituiscono l intero arco temporale in esame ( ), la crescita media della è stata di tonnellate annue, mentre se analizziamo gli ultimi 10 anni, quindi il periodo , il quantitativo di è cresciuto, mediamente, di tonnellate l anno. Focalizzando infine l attenzione sugli ultimi 5 anni ( ) emerge che ogni anno la ha intercettato, in media, tonnellate più dell anno precedente. L andamento della raccolta differenziata quindi mostra un tasso di crescita annua sì costantemente positivo, ma che con il passare degli anni tende ad appiattirsi: il risultato finale è che la realtà provinciale pavese, fino al 2011, ha seguito un trend che rispecchia lo scenario inerziale del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti. Il medesimo andamento lo ritroviamo prendendo in considerazione la percentuale di raccolta differenziata, che dal 1993 al 2011 è cresciuta ogni anno, con le sole eccezioni del 2001 e del Figura 9: raccolta differenziata in percentuale, % 40% 36% 32% 28% 24% 20% 16% 12% 8% 4% 0% 4,32% 5,29% 8,39% 6,87% 10,90% 15,98% 18,44% 20,11% 19,94% 22,10% 23,25% 25,44% 24,12% 25,18% 26,28% 27,43% 28,54% 29,27% 30,79% anno 18

19 In tabella 2 e in figura 10 si mettono a confronto le percentuali di raccolta differenziata e le percentuali di recupero di materia ed energia, provinciali e regionali, per gli anni che vanno dal 2006 al 2011 (non sono disponibili i dati relativi agli anni precedenti). Tabella 2: raccolta differenziata e recupero di materia ed energia, Pavia e Lombardia, Fonte: ARPA Lombardia % RECUPERO % MATERIA ED ENERGIA ANNO Provincia Provincia di Lombardia Lombardia di Pavia Pavia ,2% 43,9% 60,6% 75,3% ,3% 45,3% 65,2% 77,2% ,4% 47% 65,7% 77,9% ,5% 48,2% 53,3% 78,1% ,3% 49,1% 66,1% 81,3% ,8% 50,6% 66,3% 82,7% Figura 10: andamento della % di raccolta differenziata e di recupero di materia ed energia in Provincia di Pavia e Lombardia, % ,3 77,2 77,9 78,1 81,3 82,7 65,2 65,7 66,1 66, ,6 53, , ,1 50, , , ,2 26,3 27,4 28,5 29,3 30, anno Fonte: ARPA Lombardia % Provincia di Pavia % recupero materia ed energia Provincia di Pavia % Lombardia % recupero materia ed energia Lombardia Come si deduce dalla tabella e ancor di più dal grafico, se si considerano solamente i dati provinciali, si può concludere che la percentuale di rifiuti avviati a recupero di materia ed energia è molto superiore alla percentuale di raccolta diffrenziata per tutti gli anni presi in esame. Se tuttavia si verifica cosa è successo ai corrispondenti parametri regionali, ci si accorge che la Regione anche in questo caso ottiene sempre performances ben più alte. Dalla figura 11, che confronta le percentuali della raccolta differenziata della Provincia di Pavia, della Lombardia e d Italia con gli obiettivi indicati nel decreto legislativo 152/2006 Norme in materia ambientale, emerge che se la Lombardia ha già raggiunto e superato gli obiettivi fissati per 19

20 il 2006 (35%) e per il 2008 (45%) e l Italia nel 2010 ha toccato il primo dei due obiettivi (35%), la Provincia di Pavia nel 2011 dista ancora 4 punti percentuali da tale valore. Figura 11: raccolta differenziata in provincia di Pavia, Lombardia e Italia % 70% obiettivo d. lgs. 152/06: 65% di entro il % % 50% 40% 30% 20% obiettivo d. lgs. 152/06: 45% di entro il 2008 obiettivo d. lgs. 152/06: 35% di entro il % anno Provincia Pavia Lombardia Italia Fonte: dati Lombardia: ARPA Lombardia, dati Italia: ISPRA In figura 12 è rappresentata una carta della Provincia di Pavia in cui ad ogni Comune è attribuito un colore sulla base della percentuale di raccolta differenziata raggiunta. Anche nel 2011 viene riconfermato un rapporto piuttosto stretto tra localizzazione geografica e percentuale di raccolta differenziata: dalla figura emerge chiaramente che la maggior parte dei Comuni caratterizzati dalla percentuale di (relativamente) più elevata si trova nel Pavese, che la Lomellina ha valori medi e che anche in questo caso, come per la produzione pro capite di rifiuti, l Oltrepò Pavese fa registrare le performances peggiori. All interno dell Oltrepò Pavese inoltre si possono distinguere due diverse aree: la parte nordorientale, con percentuali di raccolta differenziata comprese, nella quasi totalità dei casi, tra il 25% e il 35%, e la parte sud-occidentale in cui i valori maggiormente diffusi sono inferiori al 25%. 20

21 Figura 12: mappa della percentuale di raccolta differenziata a livello comunale, 2011 La tabella B in appendice riporta, Comune per Comune, i quantitativi raccolti per le diverse frazioni di raccolta differenziata. La penultima colonna indica il quantitativo di terre da spazzamento recuperate anziché essere smaltite ed è in rosso perché, come spiegato all inizio del capitolo, anche se non rientra nel computo della raccolta differenziata, tale valore è utilizzato nel calcolo della percentuale di recupero di materia dai rifiuti, quindi assume comunque una valenza positiva dal punto di vista ambientale. Nella tabella C, sempre in appendice, i Comuni sono ordinati in base alla percentuale di raccolta differenziata ottenuta nel 2011, con l indicazione aggiuntiva del raggiungimento degli obiettivi del Piano Provinciale di Gestione Rifiuti. Ancora in appendice, nella tabella D i Comuni sono nuovamente elencati in base alla percentuale di raccolta differenziata ottenuta nel 2011, ma questa volta l indicazione ulteriore riguarda il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Decreto Legislativo 152/

22 La tabella 3 che segue mostra, per le principali frazioni di raccolta differenziata, la produzione totale e pro capite annua, e il numero di Comuni e i relativi abitanti (totali e in percentuale sulla popolazione provinciale) raggiunti dal servizio di raccolta differenziata nel Tabella 3: produzione totale, pro capite, numero di Comuni e abitanti serviti per le principali frazioni di, 2011 Frazione Produzione totale Produzione pro capite Comuni Serviti Abitanti serviti (tonn) (kg/ab anno) (N.) N. % Accumulatori 81 0, % Alluminio 2 0, % Carta e cartone , % Farmaci 36 0, % Legno , % Metalli , % Organico , % Pile e batterie 34 0, % Plastica , % Pneumatici 395 0, % Raccolta multimateriale , % RAEE , % Verde , % Vetro , % La tabella mostra come, a dispetto di una percentuale ancora bassa, la copertura del territorio, per quanto concerne la diffusione del servizio di raccolta differenziata è buona per quasi tutte le frazioni: carta, farmaci, legno, metallo, pile, plastica, RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), verde e vetro. Tra le frazioni più importanti restano bassi, seppur in crescita rispetto al 2010, solo i valori relativi all organico sia per quanto concerne la produzione sia per il numero di Comuni che ne effettuano la separazione. La percentuale di cittadini raggiunti dal servizio, 64%, non sembra poi così bassa ma fa riferimento a tutti i residenti nelle 41 realtà comunali in cui il servizio è attivato mentre spesso la frazione organica è raccolta solo in alcune zone del Comune o addirittura presso utenze particolari quali mense, ristoranti, etc. etc. il che può portare a una sovrastima della realtà. La Provincia di Pavia è riuscita però a rispettare quanto disposto dall art. 6, comma 1 del decreto legislativo 151/2005 che fissava come obiettivo per il 2008 il raggiungimento di un tasso di raccolta separata dei RAEE di provenienza domestica pari a 4 kg per abitante all anno. In figura 13 si riporta la composizione merceologica della raccolta differenziata relativa al 2011: le frazioni quantitativamente più rilevanti sono il verde, la carta e cartone e il vetro mentre la percentuale dell organico, nonostante sia aumentata di 2 punti percentuali rispetto all anno precedente, rimane bassa, attestandosi al 7% (gli studi hanno dimostrato che tale frazione rappresenta, mediamente, il 30% in peso dei rifiuti urbani complessivi). 22

23 Figura 13: composizione merceologica della, 2011 Vetro 16% Altre Raccolta frazioni multimateriale 2% 4% RAEE 2% Carta e cartone 23% Ingombranti a recupero 2% Legno 6% Verde 30% Plastica 6% Organico 7% Metalli 2% In figura 14 la produzione totale di rifiuti urbani tra il 1993 e il 2011 è scomposta in raccolta differenziata e rifiuti non differenziati (rifiuti urbani residuali più ingombranti). Figura 14: andamento della produzione di e (RUr + RI), tonnellate anno RUr+RI Le figure dalla 15 alla 23 mostrano come sono variati negli anni i quantitativi delle frazioni principali della raccolta differenziata: la conclusione è che quasi tutte le tipologie di rifiuti nel corso degli anni hanno visto un continuo, seppure lento, aumento dei quantitativi intercettati ad eccezione dei metalli, della raccolta multimateriale e nell ultimo anno anche dei RAEE. Mentre per i metalli la parabola discendente ha avuto inizio nel 2003 e da allora è proseguita in maniera abbastanza regolare, l andamento della raccolta multimateriale è stato caratterizzato da una crescita molto forte 23

24 nel biennio e poi da una brusca inversione di tendenza che ha portato, in soli tre anni, a quantitativi più che dimezzati di materiale raccolto. Una qualche spiegazione può essere però legata al fatto che tale frazione, come dice il nome stesso, presenta una composizione merceologica molto variabile poiché indica qualsiasi raccolta che preveda che due o più frazioni di rifiuti siano raccolte congiuntamente (le più diffuse sono: vetro e alluminio, carta e plastica) e quindi fa riferimento a raccolte che possono variare di anno in anno. Un discorso a parte meritano i RAEE: poiché il Decreto Ministeriale 65 dell 8 marzo 2010 (Decreto uno contro uno ) ha stabilito che il cittadino che acquista una nuova apparecchiatura elettronica possa consegnare al negoziante quella vecchia, se della stessa tipologia; il negoziante è obbligato a ritirarla a titolo gratuito e può conferire tali rifiuti presso i Centri di Raccolta Comunali (CdR) oppure presso appositi Luoghi di raggruppamento (LdR), strutture in cui i RAEE vengono stoccati in attesa del conferimentio agli impianti di recupero. Poiché i Luoghi di Raggruppamento non sono gestiti dai Comuni, i RAEE raccolti in tali strutture, nonostante siano rifiuti urbani, non rientrano nei flussi contabilizzati tramite l applicativo O.R.SO., che richiede i dati ai Comuni. Il quantitativo relativo ai RAEE raccolti sul territorio a partire dagli ultimi mesi del 2010, periodo in cui sono iniziati i conferimenti presso i LdR quindi, con molta probabilità, sottostima la realtà. Figura 15: trend raccolta differenziata della frazione carta e cartone, CARTA E CARTONE tonnellate anno Figura 16: trend raccolta differenziata della frazione legno LEGNO tonnellate anno 24

25 Figura 17: trend raccolta differenziata della frazione metalli METALLI tonnellate anno Figura 18: trend raccolta differenziata della frazione organico tonnellate ORGANICO anno Figura 19: trend raccolta differenziata della frazione plastica PLASTICA tonnellate anno 25

26 Figura 20: trend raccolta differenziata della frazione verde tonnellate VEE anno Figura 21: trend raccolta differenziata della frazione vetro VETR O tonnellate anno Figura 22: trend raccolta differenziata della frazione raccolta multimateriale RACCOLTA M ULTIM ATERIALE tonnellate anno 26

27 Figura 23: trend raccolta differenziata della frazione RAEE RAEE tonnellate anno La tabella E in appendice riporta l andamento della percentuale di raccolta differenziata dal 1998 al 2011 per tutti i Comuni pavesi. Le ultime due colonne registrano la variazione tra il 2010 e il 2011, in punti percentuali e in percentuale (es.: se la di un Comune passa dal 20% al 30% significa che è aumentata di 10 punti percentuali e contestualmente del 50%). La tabella F mostra il flusso dei rifiuti urbani prodotti nel

28 LE INIZIATIVE DELLA PROVINCIA NEL CAMPO DEI RIFIUTI Ogni anno la Provincia di Pavia si fa promotrice di iniziative che puntano a rendere il sistema di gestione dei rifiuti urbani più sostenibile e rispettoso dell ambiente. Le iniziative sono di vario tipo: alcune sono rivolte direttamente ai cittadini e altre ai Comuni, alcune prevedono la corresponsione di contributi economici e altre l impegno fattivo del personale degli uffici, alcune vengono rinnovate ogni anno, o almeno periodicamente, e altre si svolgono una tantum, ma le finalità sono sempre il supporto e il coinvolgimento di tutti coloro che hanno interesse a migliorare il ciclo di vita dei rifiuti urbani, dalla produzione allo smaltimento finale, o come si dice dalla culla alla tomba. Per quanto riguarda il 2011 le iniziative promosse sono state: Redazione e pubblicazione sul sito internet dell Ente di un documento, indirizzato a tutti i Comuni e a tutti i cittadini della provincia dal titolo Differenziamoci come e perché? Spunti di meditazione per un progetto comunale di raccolta differenziata spinta porta a porta che, dopo aver illustrato i dati fondamentali della gestione dei rifiuti urbani della Provincia, suggerisce come e perché organizzare un servizio di raccolta differenziata capillare e ben integrato che assicuri buoni risultati in termini di percentuale di, ad esempio attivando la raccolta differenziata della frazione organica e introducendo la modalità di raccolta porta a porta sia per l organico sia per gli altri rifiuti urbani. Poi, per smentire quello che ancora oggi molti cittadini pensano, cioè che pur separati alla fonte i rifiuti vengano smaltiti tutti insieme, mostra cosa accade alle diverse frazioni di rifiuti dopo la loro raccolta. Infine illustra in maniera schematica le fasi di funzionamento di un impianto di compostaggio ed elenca i vantaggi della produzione e dell utilizzo del compost: minor spreco di risorse costi di smaltimento più bassi (impianti e processi di trattamento meno costosi rispetto ad altre soluzioni, ricavi ottenuti dalla vendita del compost); discariche meno inquinanti (minori odori, minor produzione di biogas e percolato, riduzione del consumo di suolo e allungamento dei tempi di esaurimento delle discariche); termovalorizzatori più efficienti (maggiore resa energetica, minor inquinamento, impianti più piccoli); chiusura dei cicli biogeochimici della fertilità (uso del compost per il ripristino delle funzioni fisiche, biologiche e chimiche del suolo, minor consumo di concimi di sintesi, sviluppo dell agricoltura biologica); e i possibili suoi utilizzi : fertilizzante per colture estensive (mais, girasole, riso, foraggere); orticoltura specializzata (in serra e in pieno campo); viticoltura e frutticoltura; costituzione di tappeti erbosi ornamentali, ricreativi e sportivi (GPP); paesaggistica; ripristino ambientale (cave, discariche, aree degradate in genere ); florovivaismo. Assegnazione di un contributo ai Comuni che conferiscono il rifiuto indifferenziato agli impianti gestiti dalla società Ecodeco e che effettuano la raccolta differenziata della frazione organica. L iniziativa, attiva ormai da diversi anni, deriva da una convenzione tra Provincia di Pavia e Ecodeco che stabilisce che il 30% dei contributi spettanti alla Provincia nell ambito della tariffa di smaltimento rifiuti venga ridistribuita tra i Comuni che intercettano la frazione 28

29 organica. Per questa iniziativa nel 2011 sono stati assegnati contributi a 19 Comuni e ad 1 Unione di Comuni sulla base dei dati sulla raccolta della FORSU effettuata nel L iniziativa punta a promuovere la diffusione della raccolta differenziata dell organico partecipando alle maggiori spese che può comportare tale pratica. Avvio di un indagine che, attraverso il coinvolgimento dei soggetti che gestiscono la raccolta dei rifiuti urbani presso i Comuni, mira a raccogliere informazioni utili per individuare le modalità di raccolta che danno risultati migliori in termini di percentuale di raccolta differenziata, per poi promuoverne l applicazione sull intero territorio. La Provincia ha predisposto una scheda, indirizzata a tutti i soggetti che svolgono l attività di raccolta rifiuti urbani sul suo territorio, i quali attraverso la compilazione hanno descritto il servizio svolto nel 2011 in ogni singolo Comune indicando per ogni frazione di raccolta differenziata: la/le modalità di raccolta (domiciliare con tariffa puntuale, domiciliare, stradale o aggiuntiva), la frequenza di raccolta, il numero di abitanti serviti dal servizio, etc.. Le risposte, una volta raccolte ed elaborate, hanno portato alla stesura del documento Analisi delle modalita di raccolta differenziata adottate nella Provincia di Pavia e proposta di un modello per i Comuni e gli enti gestori della raccolta illustrato più avanti. Concessione del patrocinio e di un contributo economico a Legambiente per l iniziativa Comuni Ricicloni Promozione della raccolta della frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) attraverso la formalizzazione di una collaborazione tra Provincia e Consorzio Italiano Compostatori (CIC). Nell ambito di tale convenzione è stata realizzata la pubblicazione: Tutto sul compost. Dalla raccolta differenziata all utilizzo distribuita e pubblicata sul sito internet provinciale nel Proseguimento del confronto con la società Lomellina Energia, che gestisce il termovalorizzatore di Parona nel bacino di utenza B per i rifiuti urbani, per la revisione del metodo di calcolo della tariffa in essere. Sottoscrizione di un Protocollo di intesa con la società Ecodeco per la stabilizzazione della tariffa di accesso all impianto per i rifiuti urbani anche per l anno 2011, in considerazione dell aumento ISTAT e della crisi economica in atto. Attività di contrasto alla pratica di abbandono dei rifiuti lungo le strade: sulle strade di propria competenza, la Provincia effettua un monitoraggio del territorio tramite le Guardie Ecologiche Volontarie che segnalano eventuali abbandoni, dopodiché, come previsto da apposita convenzione, contatta l impianto individuato, che procede alla rimozione e allo smaltimento di tali rifiuti. 29

30 IL SISTEMA DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI URBANI Questo capitolo è dedicato agli impianti della Provincia di Pavia che trattano i rifiuti urbani indifferenziati, il verde e la frazione organica, e costituiscono perciò la base impiantistica del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti. Ancora una volta si sottolinea il ruolo fondamentale che gli impianti hanno sempre giocato nel sistema di gestione dei rifiuti urbani pavese, poiché ormai da anni permette di soddisfare pienamente il fabbisogno di trattamento del rifiuto indifferenziato prodotto sul territorio e, talvolta, ha consentito anche di risolvere temporanee emergenze rifiuti di altre province. Tale risultato troppo spesso non considerato in confronto ai valori della percentuale di raccolta differenziata, ha in realtà ricadute ambientali e anche economiche rilevanti poiché rende la Provincia autonoma nelle decisioni e autosufficiente nelle necessità. Gli impianti per il trattamento del rifiuto indifferenziato, utilizzando processi di trattamento meccanico/biologico e termico, consentono di ridurre fortemente i quantitativi di rifiuti da collocare in discarica. Il sistema ormai da anni è costituito dai seguenti impianti: impianto per la termovalorizzazione della frazione secca e la stabilizzazione della frazione organica, con una potenzialità di trattamento pari a t/a, sito nel Comune di Parona (in Lomellina); impianto per la termovalorizzazione del CDR, con potenzialità t/a,sito nel Comune di Corteolona (nel Pavese); impianto di trattamento meccanico e bioessicazione con potenzialità di t/a, sito nel Comune di Giussago (nel Pavese); impianto di trattamento meccanico e bioessicazione con produzione di CDR, avente una potenzialità di t/a, sito nel Comune di Corteolona (nel Pavese); impianto di compostaggio della frazione organica e del verde, con potenzialità t/a, sito nel Comune di Zinasco (in Lomellina); impianto di compostaggio della frazione verde con potenzialità t/a sito nel Comune di Ferrera Erbognone (in Lomellina); impianto di compostaggio della frazione verde con potenzialità t/a, sito nel Comune di Corteolona (nel Pavese); impianto di digestione anaerobica e compostaggio della frazione organica e del verde con potenzialità t/a, sito nel Comune di Voghera (nell Oltrepò Pavese); Ad integrazione di tale sistema è previsto e già autorizzato, ma ad oggi non ancora realizzato, un impianto di compostaggio della frazione organica e della frazione verde, nel comune di Ferrera Erbognone (in Lomellina), che tratterà t/a. La localizzazione degli impianti all interno del territorio provinciale e le loro caratteristiche tecniche sono in figura 24 e in tabella 4. 30

31 Figura 24: localizzazione degli impianti di trattamento previsti dal Piano Provinciale Gestione Rifiuti 31

32 Tabella 4: impianti di Piano Ragione sociale Lomellina energia srl Ecodeco srl (ex Fertilvita srl) Ecodeco srl (ex Fertilvita srl) Ecodeco srl (ex Fertilvita srl) Alan srl ASM Voghera spa Comune Parona Corteolona Giussago Corteolona Zinasco Voghera Tipologia impianto anno inizio attività tipologia rifiuti trattati potenzialità autorizzata rifiuti trattati nel 2011 rifiuti trattati nel 2011 di provenienza provinciale energia elettrica prodotta nel 2011 termovalorizzazione della frazione secca e stabilizzazione della frazione organica 2000 (linea 1) 2007 (Linea 2) rifiuti urbani e speciali non pericolosi tonn/anno ( tonn/anno linea tonn/anno linea 2) tonn (linea 1 + linea 2), di cui tonn a incenerimento tonn MWh termovalorizzazion e del CDR trattamento meccanico e bioessicazione trattamento meccanico e bioessiccazione con produzione di CDR compostaggio della frazione organica e del verde digestione anaerobica e compostaggio della frazione organica e del verde Azienda agricola Allevi srl Ferrera Erbognone compostaggio del verde Ecodeco srl (ex Fertilvita srl) Corteolona compostaggio del verde CDR tonn/anno tonn tonn MWh rifiuti urbani e speciali non pericolosi rifiuti urbani e speciali non pericolosi tonn/anno tonn/anno tonn tonn tonn tonn frazione organica, frazione verde, rifiuti speciali non pericolosi tonn/anno tonn tonn frazione verde, fanghi da depurazione e frazione organica tonn/anno tonn tonn 603 MWh frazione verde, fanghi e rifiuti speciali non pericolosi tonn/anno tonn tonn frazione verde tonn/anno tonn tonn compost prodotto nel tonn 480 tonn tonn tonn 32

33 Oltre agli impianti di trattamento rifiuti veri e propri esistono, diffusi su tutto il territorio provinciale, delle strutture atte a ottimizzare l attività di raccolta differenziata e a semplificare sia il conferimento da parte dei cittadini sia il ritiro da parte del soggetto incaricato della raccolta rifiuti. Sono strutture di due diverse tipologie: Aree Attrezzate (Piazzole o Isole Ecologiche), strutture adibite alla raccolta differenziata di rifiuti urbani a servizio di un bacino di utenza inferiore a abitanti, utilizzate unicamente per il conferimento diretto, da parte degli utenti, dei rifiuti oggetto di raccolta differenziata (sopratutto delle frazioni che, per le loro dimensioni non potrebbero essere raccolte in altro modo e delle frazioni minori per le quali non è possibile istituire un sistema di raccolta capillare). Piattaforme, strutture per la gestione della raccolta differenziata a servizio: a) di bacini di utenza di almeno abitanti; b) di bacini di utenza inferiore a abitanti, per: il conferimento di frazioni di rifiuti urbani provenienti da singoli utenti e da aree attrezzate dislocate nel Comune sede della struttura o in Comuni convenzionati; svolgere operazioni di cernita e/o compattazione di frazioni di raccolta differenziata. Alla Piattaforma inoltre può essere abbinata una stazione di trasferimento dei rifiuti indifferenziati, per razionalizzare la raccolta e il trasporto di tali rifiuti all impianto di trattamento. Fino all aprile 2008 la Provincia è stato l Ente preposto ad autorizzare la costruzione e l esercizio sia delle Aree Attrezzate sia delle Piattaforme per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati; tuttavia dopo l entrata in vigore del decreto 8 aprile 2008 del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall'articolo 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche e dei successivi decreti legislativi di modifica ed integrazione, la competenza amministrativa per il rilascio dell autorizzazione alla costruzione e all esercizio dei centri di raccolta comunali (Aree Attrezzate o Piazzole) è passata ai Comuni. Attualmente i Comuni possono dunque autorizzare con atto proprio le Aree Attrezzate che, per le loro caratteristiche, rientrano nel decreto dell 8 aprile 2008, mentre la Provincia autorizza la costruzione e l esercizio di tutte le Piattaforme e di quelle Aree Attrezzate che hanno caratteristiche diverse da quelle individuate dal decreto 8 aprile 2008 (ad esempio nel caso in cui nella struttura vengano raccolte specifiche frazioni di rifiuti, quali lo spazzamento stradale). La Provincia di Pavia ha più volte incentivato la costruzione di Aree Attrezzate mettendo a disposizione dei Comuni dei finanziamenti per contribuire in parte alle spese di realizzazione, ben sapendo che per il cittadino è fondamentale un sistema di raccolta dei rifiuti che contempli modalità di raccolta facilmente fruibili oltre che per le frazioni principali quali carta, vetro, plastica e organico, anche per quelle frazioni per cui non è possibile, né economico, organizzare sistemi di raccolta stradale o domiciliare, come accade per gli ingombranti, i RAEE e le frazioni minori. La diffusione di tali strutture dovrebbe disincentivare l abbandono dei rifiuti, pratica che ha risvolti negativi sia dal punto di vista economico che ambientale. 33

34 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI A partire dall edizione 2010, questa pubblicazione non riguarda più dati di gestione riferiti ai soli rifiuti urbani, poiché la sfera di indagine è stata allargata anche alla produzione e alla gestione dei rifiuti speciali, cui si accenna brevemente in questo capitolo. Ricordiamo che sono rifiuti speciali, in base al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, così come modificato dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205: a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell art c.c.; b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis; c) i rifiuti da lavorazioni industriali; d) i rifiuti da lavorazioni artigianali; e) i rifiuti da attività commerciali; f) i rifiuti da attività di servizio; g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acquee dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie. I rifiuti speciali a loro volta si suddividono tra pericolosi (quelli che recano le caratteristiche di cui all allegato I della parte quarta del decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205) e non pericolosi. Tutti i produttori devono comunicare ogni anno i quantitativi e le tipologie di rifiuti speciali prodotti attraverso la compilazione e la trasmissione alla Camera di Commercio, competente per territorio, di un apposito documento, il MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale). Poiché spesso i dati trasmessi presentano errori e inesattezze la Regione Lombardia, attraverso la Sezione Regionale del Catasto Rifiuti (gestita da ARPA), effettua una serie di verifiche e controlli tesi a individuare gli errori nelle dichiarazioni presentate in Lombardia. I dati una volta corretti, modificati e aggregati, sono trasmessi alle Province che li utilizzano per la programmazione e la pianificazione. Ad oggi gli ultimi dati riveduti e corretti a disposizione sono quelli relativi al 2010, cui si farà riferimento nel seguito. La produzione dei rifiuti speciali in provincia di Pavia nel 2010 si è attestata su tonnellate con un incremento, rispetto al 2009, del 19% (che corrisponde a circa tonnellate). I quantitativi, suddivisi tra rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e tra quantitativi risultanti dalla compilazione del MUD ordinario e del MUD veicoli fuori uso, quest ultimo dedicato a tale specifica tipologia di rifiuti, sono riportati in tabella 5. Tabella 5: produzione di rifiuti speciali in provincia di Pavia, 2010 MUD ordinario (t) MUD veicoli fuori uso (t) TOTALE (t) Rifiuti speciali non pericolosi* Rifiuti speciali pericolosi RIFIUTI SPECIALI * Sono esclusi i rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione e i rifiuti prodotti dal pretrattamento dei rifiuti urbani non differenziati 34

35 La tabella 6 e la figura 25, che riportano rispettivamente i numeri e l andamento della produzione complessiva di rifiuti speciali in provincia dal 2003 al 2010, mostrano che dopo le flessioni del e del 2008, la produzione di rifiuti speciali ha ripreso a crescere ad un tasso annuo piuttosto sostenuto (+ 23% tra il 2008 e il 2009 e, come già detto, + 19% tra il 2009 e il 2010). Per quanto concerne i rifiuti speciali pericolosi, negli ultimi due anni si è verificato un aumento del quantitativo prodotto, ma anche la diminuzione, nella misura di un punto percentuale l anno, della percentuale di rifiuti speciali pericolosi sul totale dei rifiuti speciali prodotti. Tabella 6: produzione di rifiuti speciali, Anno di riferimento Rifiuti Speciali Non Pericolosi* (t) Rifiuti Speciali Pericolosi (t) Altro** Totale Rifiuti Speciali Rifiuti Speciali Pericolosi (%) MUD , , , % MUD , , % MUD , ,6 710, % MUD , % MUD , ,9 0, % MUD , ,4 0, % MUD , , % MUD , , % * Sono esclusi i rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione e i rifiuti prodotti dal pretrattamento dei rifiuti urbani non differenziati ** Rifiuti speciali con CER nd, Rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi con attività ISTAT nd Figura 25: produzione di rifiuti speciali, tonnellate anno RSNP RSP RS "altro" RS TOTALI 35

36 IL RECUPERO DEI RIFIUTI A BENEFICIO DELL AGRICOLTURA I fanghi da depurazione costituiscono una tipologia di rifiuti speciali e, da ormai un decennio, in Provincia di Pavia si è diffusa la pratica del loro recupero a scopo agronomico, cioè quali fertilizzanti/ammendanti in agricoltura. Tale attività presenta vantaggi e svantaggi, che si elencano di seguito: VANTAGGI DEL RECUPERO RIFIUTI IN AGRICOLTURA SVANTAGGI DEL RECUPERO RIFIUTI IN AGRICOLTURA - recupero di materia dai rifiuti - minor perdita di sostanze quali il fosforo dai terreni - contrasto all impoverimento dei suoli - risparmio di risorse economiche ed energetiche - azione ammendante e fertilizzante - minor ricorso alla discarica - allo stato attuale non risulta esservi bioaccumulo nelle colture e nel terreno - riduzione dell emissione di gas serra - necessità di un attento controllo sulle caratteristiche dei fanghi e sui quantitativi di spandimento - necessità di un attento controllo del rispetto dei vincoli territoriali - molestie olfattive - dubbi sulle possibilità di accumulo di POP (Persistent organic pollutants: inquinanti organici persistenti) La pratica, diffusa a livello regionale, è normata dal decreto legislativo 99/92, che individua le seguenti condizioni per poter utilizzare tali rifiuti in agricoltura: a) i fanghi devono essere stati sottoposti a trattamento; b) i fanghi devono essere idonei a produrre un effetto concimante e/o ammendante e correttivo del terreno; c) i fanghi non devono contenere sostanze tossiche e nocive e/o persistenti, e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l uomo e per l ambiente in generale. Esistono poi una serie di vincoli che riguardano i terreni su cui i fanghi possono essere utilizzati, che escludono i terreni soggetti ad esondazioni e/o inondazioni naturali, acquitrinosi o con falda acquifera affiorante o con frane in atto, i terreni con pendii maggiori del 15%, i terreni soggetti a vincolo idrogeologico, i terreni destinati a giardini pubblici, a campi da gioco e spazi comunque destinati ad usi pubblici, i terreni situati in prossimità di centri abitati (esclusa la presenza di case coloniche ed insediamenti produttivi) per una fascia di almeno 100 m, i terreni situati nelle zone di rispetto delle sorgenti di montagna per una fascia a semicerchio con raggio di 500 m a monte, i terreni situati entro una fascia di 100 m dalle sponde dei laghi, fiumi, torrenti ed entro una fascia di almeno 200 m dalla zona di rispetto dei pozzi di captazione di acque potabili così come definita dalla normativa vigente, i terreni situati nelle zone di drenaggio per il prosciugamento di carrarecce, interessati da sentieri e strade interpoderali, i terreni situati in zone soggette a vincoli paesaggistici, artistici e di tutela ambientale. Gli impianti che effettuano il trattamento dei fanghi devono rispettare le seguenti condizioni: 1. il trattamento dei rifiuti non stabilizzati deve essere effettuato in ambiente confinato, chiuso ed in aspirazione; 2. la pavimentazione di tutte le aree scoperte deve essere dotata di un sistema di recapito delle acque di prima pioggia; 36

37 3. le aree di maturazione e stoccaggio del rifiuto pronto al recupero dovrebbero essere, preferibilmente, coperte; 4. devono essere previsti presidi per la mitigazione delle emissioni sonore e odorigene; 5. c è obbligo di transito presso l impianto anche dei rifiuti con caratteristiche già compatibili con il recupero (non può essere effettuato il recupero diretto). La Provincia di Pavia, spesso con il supporto di A.R.P.A., è impegnata in numerose attività che riguardano il recupero dei rifiuti in agricoltura, dal momento che svolge controlli sugli impianti di trattamento fanghi, sulla documentazione per l utilizzo dei fanghi (notifica, registri dei fanghi, calendari dello spandimento, scheda di accompagnamento ), sull assenza di vincoli sui mappali interessati allo spandimento (mappatura), sui quantitativi di spandimento consentiti, sulla disponibilità dei terreni da parte delle ditte, sulle analisi dei fanghi e dei terreni. Ha inoltre redatto un Protocollo Accettazione Rifiuti presso gli impianti, effettua analisi statistiche e offre supporto tecnico e informativo a Comuni e cittadinanza su una pratica che spesso incontra la resistenza dei cittadini, perché causa di molestie olfattive sul territorio. Poiché l Ente ritiene che, adottate le giuste precauzioni volte ad evitare danni all uomo e all ambiente, la pratica del recupero dei rifiuti in agricoltura comporti notevoli vantaggi, soprattutto in un territorio a forte vocazione agricola come quello pavese, permettendo di diminuire il ricorso ai fertilizzanti chimici di sintesi e limitando al contempo i quantitativi di rifiuti da smaltire, da tempo svolge un attenta valutazione dell operato delle ditte coinvolte, e al contempo, ha promosso ricerche e progetti per la valutazione degli effetti di tale pratica sui terreni e sulle colture, oltre a campagne e momenti di confronto ed informazione con la cittadinanza. Nel 2012, anno cui si riferiscono i dati più recenti, sono 11 le aziende autorizzate al recupero agronomico di rifiuti attive in Provincia di Pavia (di queste, 10 vi hanno ubicato anche l impianto di trattamento dei fanghi). A garanzia di una maggiore attenzione alla salute e all ambiente, 4 hanno ottenuto la certificazione ISO14001 e 4 la registrazione EMASe dunque operano utilizzando Sistemi di Gestione Ambientale riconosciuti a livello europeo. I fanghi possono esssere recuperati sui terreni di 461 aziende agricole che ne hanno dato disponibilità, per una superficie disponibile complessiva di quasi ettari (tabella 7). In figura 26 si riporta la carta con l ubicazione degli impianti di trattamento fanghi. Tabella 7: impianti di trattamento fanghi, aziende agricole e superficie a disposizione (aggiornamento dicembre 2012) IMPIANTI TRATTAMENTO FANGHI AZIENDE AGRICOLE (n) SUPERFICIE (h) ALAN s.r.l. (Bascapè) ALAN s.r.l. (Sommo) Azienda Agricola Allevi s.r.l C.R.E. s.r.l Eco Trass s.a.s Eli Alpi Service s.r.l Evergreen s.r.l Ecodeco s.r.l Galbani Egidio s.p.a (Corteolona) Galbani Egidio s.p.a. (Giussago) 1 83 VAR s.r.l TOTALE

38 Figura 26: localizzazione degli impianti di trattamento fanghi sul territorio provinciale, 2012 La figura mostra chiaramente come tutti gli impianti di trattamento siano concentrati nel Pavese e in Lomellina mentre in Oltrepò Pavese non è presente alcun impianto; ciò è anche giustificato dalle forti pendenze dei terreni agricoli che caratterizzano la parte meridionale, collinare e a tratti anche montagnosa, della Provincia, che non consentono l uso dei rifiuti quali ammendanti sui terreni a causa dei vincoli territoriali già citati. Anche l attività di recupero ha riguardato nella stragrande maggioranza dei casi i terreni agricoli di queste due zone, coinvolgendo l Oltrepò Pavese solo marginalmente e solo nella parte più settentrionale e pianeggiante. 38

39 Nelle figure 27 e 28 che seguono è illustrato graficamente l andamento dei quantitativi di rifiuti recuperati in agricoltura e della superficie interessata da tale attività negli ultimi anni. Rispetto al 2011, il quantitativo di rifiuti recuperati nel 2012 mostra un aumento del 2%. Figura 27: tonnellate di rifiuti recuperate in agricoltura, Figura 28: ettari di terreno utilizzati per recupero agronomico di rifiuti,

40 ANALISI DELLE MODALITÀ DI RACCOLTA DIFFERENZIATA ADOTTATE NELLA PROVINCIA DI PAVIA E PROPOSTA DI UN MODELLO PER I COMUNI E GLI ENTI GESTORI DELLA RACCOLTA La ricerca: raccolta ed elaborazione dei dati Sono stati inviati dei questionari a tutti i gestori della raccolta dei rifiuti urbani operanti sul territorio della Provincia; ciascun gestore ha compilato tanti questionari quanti sono i Comuni che serve. Ogni questionario contiene le seguenti informazioni: nome del Comune, nome del Gestore della raccolta, modalità di raccolta e numero di abitanti serviti per ogni frazione di rifiuto. Le frazioni prese in esame sono: carta e cartone, plastica, alluminio, vetro, raccolta multi materiale (con specificazione delle frazioni che vengono raccolte insieme), rifiuti organici da scarti di cucina (detto anche umido ), acciaio, altri metalli, verde, legno, RAEE, ingombranti, oli e grassi vegetali, oli e grassi minerali, pile e batterie, pneumatici, farmaci, abiti, altre frazioni (ad esempio neon, cartucce e toner, vernici, rifiuti cimiteriali). I dati così ricavati sono stati integrati con altri dati, forniti da ARPA, riguardanti i quantitativi di rifiuti raccolti divisi per frazione e la percentuale di raccolta differenziata relativa ad ogni Comune della Provincia. Sono stati analizzati i dati relativi a tutti i Comuni per poter stimare una media di produzione e raccolta di rifiuti a livello provinciale. Successivamente, sono state individuate 4 fasce di percentuale di raccolta differenziata, in modo da focalizzare l'attenzione sui Comuni con prestazioni migliori e peggiori. - Fascia 1 Comuni con le prestazioni migliori comprende i Comuni con raccolta differenziata superiore al 50%. Tale percentuale non rappresenta certamente una prestazione particolarmente elevata, considerato l'obiettivo posto dalla normativa per il 2012 di raccogliere in modo differenziato il 65% dei rifiuti urbani. Considerata la media della Provincia di solo 30,79% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani, si è ritenuto opportuno valutare una prestazione di venti punti percentuali superiore alla media come buona. Nei grafici saranno indicati dalla sigla M >50%. - Fascia 2 Comuni con le prestazioni peggiori con territori e viabilità poco adatti alla raccolta domiciliare comprende i Comuni con raccolta differenziata inferiore al 20% in cui la viabilità e la morfologia del territorio potrebbero influire negativamente sulle prestazioni della raccolta; questi Comuni sono collocati in Oltrepo Pavese. Nei grafici saranno indicati con la sigla P <20% S (sfavoriti). - Fascia 3 Comuni con le prestazioni peggiori con territori e viabilità non sfavorevoli, comprende comuni con raccolta differenziata inferiore al 20% per i quali, la viabilità e la morfologia del territorio non dovrebbero impedire la raccolta domiciliare. Nei grafici saranno indicati dalla sigla P <20% F (favoriti). - Fascia 4 Comuni con le prestazioni peggiori in assoluto comprende i Comuni con raccolta differenziata inferiore al 15%, indipendentemente dalla zona della Provincia in cui si trovano. Nei grafici saranno indicati dalla sigla P <15%. Per la Provincia nel suo complesso e per il gruppo di Comuni di ciascuna fascia sono stati calcolati: la produzione pro-capite di rifiuti sia indifferenziati sia da raccolta differenziata, la raccolta pro-capite delle frazioni principali ( umido, carta, plastica, multimateriale, vetro, alluminio, altri metalli e leghe, verde, legno, RAEE, ingombranti), la composizione dei rifiuti raccolti sia sul totale, sia sulla parte raccolta in modo differenziato. 40

41 Infine, per ogni fascia sono state analizzate le modalità di raccolta prevalenti, focalizzando l'attenzione sulle frazioni che costituiscono la parte preponderante di rifiuti differenziati. La ricerca: risultati Il grafico seguente mostra la raccolta di rifiuti urbani pro-capite, suddivisi tra indifferenziati e rifiuti da raccolta differenziata. La minor produzione di rifiuti pro-capite si rileva nei Comuni con un'alta percentuale di, mentre, dove la raccolta differenziata è meno sviluppata, si rileva una maggior produzione di rifiuti procapite. Il grafico successivo illustra il quantitativo pro-capite di rifiuti differenziati raccolti, suddivisi nelle principali frazioni. Risulta evidente l'assenza della raccolta dell'umido nei comuni con le prestazioni di basse e dei buoni risultati nei Comuni con > 50%. Per la maggior parte delle frazioni, il maggior quantitativo pro-capite è raccolto nei Comuni con le prestazioni di migliori, fatta eccezione per il vetro, per il quale i Comuni con prestazioni migliori e peggiori registrano un risultato simile. Per quanto riguarda l'alluminio, la quasi totale assenza di rifiuto raccolto nei Comuni con prestazioni migliori potrebbe essere giustificata dal fatto che questo è raccolto nella frazione Multimateriale. 41

42 I grafici seguenti mostrano la composizione dei rifiuti urbani. Non si intende in questa sede mostrare la composizione merceologica precisa dei rifiuti, poichè non sono disponibili i dati, ma soltanto la suddivisione nelle varie frazioni del totale del rifiuto raccolto. 42

43 La seguente tabella mette a confronto le modalità di raccolta attuate dai Comuni delle quattro fasce: M >50% P < 20% S P < 20% F P < 15% Umido D Carta D S S S Plastica D S S S Vetro D S S S S Alluminio D S Metalli D P P P Verde D S P P S P Legno D P P D P P RAEE D P D P Ingombranti D P D P Legenda: D : raccolta domiciliare, o porta a porta S : raccolta stradale, o con cassonetti P : raccolta presso piazzola ecologica 43

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