Cf. CCC, nn : A partire dallo Spirito Santo si "aprono" i vasti campi della vita cristiana di cui parlano le successive parti del CCC:
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- Veronica Sara Valenti
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1 1 anno 1994/95: corso sul CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA lezione 11 Castel Gandolfo, Centro Mariapoli, 25 marzo 1995 HUBERTUS BLAUMEISER, Sezione seconda, capitolo terzo: Credo nello Spirito Santo ( ) - articolo 8 "Credo nello Spirito Santo" ( ) Articolo 8 "Credo nello Spirito Santo" ALCUNE PREMESSE 1. Il tema di oggi è un punto nodale: il passaggio dalla vita ed azione della Trinità alla vita dell umanità. Lo Spirito Santo e poi la Chiesa si collocano esattamente in questo punto di congiunzione. Cf. CCC, nn : A partire dallo Spirito Santo si "aprono" i vasti campi della vita cristiana di cui parlano le successive parti del CCC: i sacramenti / seconda parte del CCC la vita nuova in Cristo / terza parte del CCC la preghiera / quarta parte del CCC Tutto ciò che viene sviluppato in quelle parti ha la sua sorgente e il suo punto d unità nello Spirito Santo e nella realtà della Chiesa. 2. In quale prospettiva il CCC affronta questo tema? Nella prospettiva caratteristica del Vaticano II: storico-salvifica: l azione e la rivelazione dello Spirito Santo lungo la storia; la preparazione e il cammino della Chiesa nella storia. Questa prospettiva storico-salvifica svolta nel modo più universale e più ampio possibile: il CCC non si limita al tempo della Nuova Alleanza in cui si sono manifestati in pienezza lo Spirito e la Chiesa, ma va dagli "inizi" fino al compimento finale. Due conseguenze che sono dei grossi vantaggi: a) la novità cristiana non viene presentata in maniera isolata, ma nel suo profondo legame con l Antica Alleanza, con tutte le conseguenze che questo ha per il dialogo con gli ebrei.
2 2 b) Spirito Santo e Chiesa appaiono nella loro rilevanza che hanno non solo per i cristiani ma per l umanità come tale; e qui si apre il dialogo non solo con le altre religioni ma anche con qualsiasi uomo in quanto uomo. A questa prospettiva che dà vasto respiro si aggiunge il continuo riferimento alla tradizione viva della Chiesa: - il simbolismo cristiano; - il patrimonio dei Padri e dei Santi, e qui specialmente la ricca comprensione del mistero cristiano che hanno avuto i Padri e la liturgia dell Oriente che sono stati molto più sensibili alla presenza dello Spirito e alle dimensioni più profonde del mistero della Chiesa di quanto non lo sia stato l Occidente cristiano. Tutto ciò rende particolarmente gustosi questi articoli. 3. Quale la chiave di lettura teologica? Due linee di fondo che attraversano l intera esposizione e ne sono come l anima unificante: la Trinità e il mistero pasquale. a) Attraverso la missione dello Spirito - che è intimamente unita a quella del Figlio e che si realizza attraverso e nella Chiesa - Dio-Trinità rende noi uomini partecipi della sua stessa vita di comunione. Comunione trinitaria, dunque, koinonia - come si amava chiamare la Chiesa nei primi secoli - che dà origine alla comunità ma che allo stesso tempo è sempre protesa verso l intera umanità di tutti i tempi: ut omnes. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi (cf. 1 Tm 2,4 e LG 16) e vuol donare loro questa salvezza non in modo individuale ma comunitario. Dice la LG al n. 9: "piacque a Dio di santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un Popolo..." (citato in CCC 781). Che cos'è, infatti, in definitiva la salvezza e la realizzazione piena dell uomo? E che cos è in definitiva il "Regno" ed allo stesso tempo il compimento del mondo? La partecipazione dell umanità alla vita di comunione delle tre divine Persone! b) Fulcro di questo stupendo disegno di Dio il mistero pasquale: il Cristo morto e risorto che effonde lo Spirito il quale, a sua volta, mette in atto questa espansione della vita trinitaria; ed è quindi da Lui che nasce la Chiesa come "sacramento, cioè segno e strumento dell intima unione con Dio e dell unità di tutto il genere umano" (LG 1). Da qui - prima di procedere - l invito di porci nuovamente in questa realtà, per poter vitalmente conoscere quanto stiamo per approfondire. Dopo queste premesse possiamo addentrarci nei singoli punti, senza poterli e volerli esaurire. Articolo 8
3 3 "Credo nello Spirito Santo" 1 Iniziando a parlare dello Spirito Santo, il CCC mette a fuoco alcuni punti di fondo: 1. (685) Lo Spirito Santo "una delle Persone della Santa Trinità, consustanziale al Padre e al Figlio". Consustanziale: un solo Dio con il Padre e il Figlio. Di questo aspetto della vita intratrinitaria si è già trattato ai nn Ora si prende in considerazione la manifestazione e il ruolo dello Spirito nell Economia divina, vale a dire in quel grande ed articolato disegno secondo cui Dio si rivela ed agisce nella storia per la nostra salvezza. 2. ( ) Pur essendo, fra le tre Divine Persone, la più vicina a noi - perché è Lui che suscita in noi la fede e ci comunica la vita nuova - lo Spirito Santo è l ultimo a rivelarsi, e questo sia nella storia della salvezza che - possiamo aggiungere - nell esperienza del singolo. 3. (687) Ciò dovuto anche a quel caratteristico nascondimento dello Spirito Santo che il CCC non esita chiamare "annientamento propriamente divino": mentre proprio lui a rivelarci il Padre nel suo Verbo, al punto che non c è nessuna conoscenza dei segreti di Dio senza di lui, egli "non dice se stesso". "Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede". (Cf. quanto Chiara ha detto sulla "lezione" con cui lo Spirito Santo ci ha "insegnato cos è l amore...: E vivere per gli altri, mettere in rilievo gli altri"). E perciò il mondo non lo conosce (cf. Gv 14,17). E solo nella vita nuova (687) e più in particolare nella vita della Chiesa (688) che lo si conosce. In seguito il CCC presenta la fede della Chiesa nello Spirito Santo in cinque punti. 1. La missione congiunta del Figlio e dello Spirito (689) Secondo la sua chiave di lettura trinitaria, il CCC vede fortemente unita ed anzi inseparabile la missione del Figlio e dello Spirito: "Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio". (690) Guardando più da vicino questo intimo nesso ne vengono in rilievo due aspetti: a) da un lato Gesù - come evidenzia in particolare il suo Battesimo nel Giordano - per così dire "destinatario" dello Spirito Santo. E per lo Spirito Santo che Gesù quello che. Non a caso si chiama "Cristo" = "l Unto" dello Spirito. b) dall altra parte Gesù nella sua morte e risurrezione diventa fonte dello Spirito: comunica ai fedeli "la sua Gloria, cioè lo Spirito Santo che lo glorifica" (cf. Gv 17,22 e 16,14). 1 Cf. anche il commento di Piero Coda nell'edizione del CCC fatta dall'editrice PIEMME: Casale Monferrato 1993, pp )
4 4 2. Il Nome, gli appellativi e i simboli dello Spirito Santo Lasciamo allo studio personale questo punto, particolarmente bello e ricco nella trattazione dei vari simboli dello Spirito Santo, in stretto riferimento ai sacramenti specialmente del battesimo e della cresima. 3. Lo Spirito e la Parola nel tempo delle Promesse Da questo punto in poi il CCC comincia a prendere in esame l azione e la rivelazione dello Spirito Santo lungo la storia della salvezza e lo fa secondo quella prospettiva ampia di cui accennavamo in apertura. Sono tre i grandi periodi che vengono presi in considerazione e che corrispondono ciascuno ad un punto dell esposizione: finale. - il "tempo delle promesse": tutto quel periodo di cui ci parla l AT; - la "pienezza del tempo": l avvento e la vita di Gesù; - gli "ultimi tempi": il tempo della Chiesa, dalla Pentecoste fino al compimento Nel tempo delle promesse lo Spirito è sempre all opera ma di nascosto, senza essere conosciuto e riconosciuto per quello che realmente è. Lasciando anche qui allo studio personale i dettagli, sottolineiamo solo l uno o l altro punto: a) ( ) Già nella Creazione è presente lo Spirito Santo. Come l intera economia divina, essa infatti un opera tutta trinitaria. E qui il CCC si rifà a un espressione suggestiva di sant Ireneo di Lione: Il Figlio e lo Spirito Santo sono come le "due mani" con cui Dio ha plasmato l uomo. (705) A partire dall affermazione biblica che l uomo è fatto "ad immagine e somiglianza" di Dio, il CCC afferma poi che l uomo, anche dopo la caduta nel peccato, rimane sì ad immagine di Dio, e più precisamente ad immagine del Figlio, ma perde la "somiglianza", cioè la "Gloria di Dio", vale a dire lo Spirito Santo. b) In questa chiave viene poi presentata tutta l epoca veterotestamentaria: come tempo di promessa e di attesa di una nuova effusione dello Spirito, legata intimamente alla promessa ed attesa del Messia ( ). In particolare i Salmi - dice il CCC - esprimono la struggente attesa ("gemiti") dello Spirito Santo (708 e 716) da parte di un popolo di "poveri" ed umili - i famosi anawim Jhwh - che vivono "totalmente abbandonati ai disegni misteriosi del loro Dio". Aver preparato in questo modo al Signore "un popolo ben disposto" (Lc 1,17) "è alla fine la grande opera della missione misteriosa dello Spirito Santo durante il tempo delle promesse" (716). 4. Lo Spirito di Cristo nella pienezza dei tempi
5 5 Venendo a parlare della pienezza dei tempi, il CCC procede in tre passi: Giovanni Battista; Maria; Gesù. - innanzi tutto: Giovanni, che con tutto il suo essere è espressione dello Spirito Santo di cui è pieno sin dal seno di sua madre e che proprio così è : Precursore che prepara la strada, Profeta che testimonia la presenza del Cristo, Battista nel cui battesimo di conversione si annuncia il battesimo nello Spirito ( ). - poi: Maria che è, a sua volta, tutta plasmata dallo Spirito Santo cosicché il Padre trova in lei "la Dimora dove il suo Figlio e il suo Spirito possono abitare tra gli uomini" (721). Per cui il CCC la chiama il "roveto ardente della Teofania definitiva": ricolma dello Spirito, Maria mostra e comunica ai poveri il Verbo nell umiltà della sua carne ( ). Culmine di questa sua specialissima missione sono la Croce e la Pentecoste, dove lei appare in tutta la sua grandezza come la Donna per eccellenza, la nuova Eva, Madre del "Cristo totale" (726). - infine: Cristo. Di lui il CCC ribadisce nuovamente, secondo la duplice prospettiva a cui già accennavamo, a) che egli è "l Unto dello Spirito del Padre" e che quindi l intera sua opera "è missione congiunta del Figlio e dello Spirito Santo" (727); b) che egli nella sua morte e risurrezione "consegna il suo spirito nelle mani del Padre" ed allo stesso tempo dona lo Spirito Santo "alitando" sui suoi discepoli. "A partire da quest Ora, la missione di Cristo e dello Spirito diviene la missione della Chiesa" (730). E proprio qui che siamo in quel punto nodale fra la Trinità e l'umanità al quale ho fatto cenno in apertura. 5. Lo Spirito e la Chiesa negli ultimi tempi E solo a questo punto che la manifestazione e l azione dello Spirito Santo giungono alla loro pienezza: "Il giorno di Pentecoste..., la Pasqua di Cristo si compie nell effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e comunicato come Persona divina" (731; cf. 686): - manifestato come Persona divina - e comunicato. Quel dono che noi riceviamo da parte di Dio è nientemeno che la Persona dello Spirito Santo, l Amore stesso di Dio che unisce Padre e Figlio e che, secondo Rm 5,5 riversato nei nostri cuori. Cosicché si può dire: "Lo Spirito la nostra vita" (736). A condizione per che noi moriamo a noi stessi: "quanto più rinunciamo a noi stessi, tanto più camminiamo secondo lo Spirito (Gal 5,25)" (736) e lo Spirito grida in noi: "Abba, Padre" (cf. Gal 4,6) (742). Guardiamo ancora un momento gli effetti di questo Dono così straordinario. Essi sono, in sostanza due: - la remissione dei peccati, con la conseguente ri-creazione dell uomo (734); - l elevazione dell uomo alla vita nuova in Cristo che è "la vita stessa della Trinità Santa che consiste nell amare come egli ci ha amati" (735). A questo proposito il CCC riporta, un po più avanti, un bellissimo brano di Cirillo di Alessandria:
6 6 "Noi tutti che abbiamo ricevuto l unico e medesimo spirito, cioè lo Spirito Santo, siamo uniti tra di noi e con Dio. Infatti, sebbene, presi separatamente siamo in molti e in ciascuno di noi Cristo faccia abitare lo Spirito del Padre e suo, tuttavia unico e indivisibile è lo Spirito. Egli riunisce nell unità spiriti che tra loro sono distinti... e fa di tutti in se stesso un unica e medesima cosa". E Cirillo aggiunge con quel realismo che affonda le sue radici nell Eucaristia: "Come la potenza della santa umanità di Cristo rende concorporei coloro nei quali si trova, allo stesso modo l unico e indivisibile Spirito di Dio che abita in tutti, conduce tutti all unità spirituale" (738). La Chiesa non è altro che il segno e lo strumento di questo: "con tutto il suo essere e in tutte le sue membra essa è inviata ad annunziare e testimoniare, attualizzare e diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità" (738).
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