Convocazione del Tavolo Tecnico Zonale. Il contributo del Dipartimento ARPAV Provinciale di Treviso

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1 Convocazione del Tavolo Tecnico Zonale Il contributo del Dipartimento ARPAV Provinciale di Treviso Servizio Stato dell Ambiente Maria Rosa 1 dicembre 2015 c/o la sede dell Amministrazione Provinciale di Treviso

2 I vincoli di un problema complesso Cambiamento climatico Produrre e consumare Energia Effetti ambientali, per es. sulla Qualità dell aria Conferenza sul clima di Parigi riunisce 190 paesi per frenare il riscaldamento del pianeta, limitare l'escalation nelle emissioni di CO2, arginare se possibile i disastri naturali provocati dall'aumento delle temperature nell'atmosfera e negli oceani. risanamento della qualità dell aria che mostra alcune criticità raggiungimento obiettivi energetici (Burden Sharing: coprire parte dei consumi con le energie rinnovabili riducendo le fonti fossili) riduzione dei gas climalteranti come la CO 2

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5 Convegno CLIMATE CHANGE IL PIANETA DIMENTICATO presentato da Centro EPSON meteo disponibile qui: I documenti del convegno disponibili qui:

6 I vincoli di un problema complesso Cambiamento climatico Produrre e consumare Energia Effetti ambientali, per es. sulla Qualità dell aria Conferenza sul clima di Parigi riunisce 190 paesi per frenare il riscaldamento del pianeta, limitare l'escalation nelle emissioni di CO2, arginare se possibile i disastri naturali provocati dall'aumento delle temperature nell'atmosfera e negli oceani. - RISPARMIARE energia, - utilizzarla in modo EFFICIENTE, - produrla con IL MINOR IMPATTO AMBIENTALE possibile è indispensabile per ottenere benefici ambientali a vantaggio anche del risanamento atmosferico & della riduzione di gas serra

7 STATO DELLA QUALITA DELL ARIA Ad oggi, anche con il contributo finanziario della Regione Veneto e della Comunità Europea sono stati implementati: la zonizzazione del territorio regionale e il progetto di adeguamento della Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell aria l inventario regionale delle emissioni in atmosfera (INEMAR); la modellistica regionale di qualità dell aria. Attraverso questi strumenti gestionali e conoscitivi sono stati IDENTIFICATI I COMPARTI EMISSIVI SU CUI FOCALIZZARE LE AZIONI DI RISANAMENTO REGIONALI

8 IMPIANTO LOGICO DEL D. LGS. 155/2010 ZONIZZAZIONE riesame della precedente VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL ARIA in ciascuna zona/agglomerato in riferimento alle nuove zone RIDEFINIZIONE DELLA RETE DI MISURA PROGRAMMA DI VALUTAZIONE misurazioni in siti fissi e indicative tecniche di modellizzazione PIANI E MISURE relativi ad un'area di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato

9 LA ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE La zonizzazione, in vigore dal 1 gennaio 2013, è sta ta adottata dalla Giunta Regionale con DGR n.2130/2012.

10 Risultati del Monitoraggio della Qualità dell aria

11 PM10 superamenti VL giornaliero: confronto N. superamenti VL giornaliero PM10 1 gennaio-30 settembre ( ) - stazioni di fondo valo re al 23/ PD-Mandria VR-Cason RO-Borsea BL-città TV-Via Lancieri VI-Quartiere Italia Valore Limite Giornaliero VE-Parco Bissuola Al , si eccedono i 35 superamenti consentiti del VL giornaliero (50 µg/m 3 ) a PD- Mandria, VR-Cason, RO-Borsea, TV-Via Lancieri, VI-Quartiere Italia

12 Medie PM10 : confronto Medie PM10-1gennaio-30 settembre ( ) stazioni di fondo 45 concentrazione (µg/m 3 ) valo re al 23/ PD-Mandria VR-Cason RO-Borsea BL-città TV-Via Lancieri VI-Quartiere Italia VE-Parco Bissuola Valore Limite Annuale Il valore della media, calcolata al 30 settembre 2015, si mantiene al di sotto del valore limite (40 µg/m 3 ). Rispetto al 2014 le concentrazioni medie risultano più elevate.

13 Medie Biossido di azoto: confronto Medie NO 2 1 gennaio-30 settembre ( ) stazioni di fondo concentrazione (µg/m 3 ) PD-Mandria VR-Cason RO-Borsea BL-città TV-Via Lancieri VI-Quartiere Italia VE-Parco Bissuola Valore Limite Annuale Stazioni di fondo: le concentrazioni medie, calcolate al 30 settembre 2015, sono generalmente in aumento o stabili rispetto al 2014.

14 Benzo(a)pirene: tendenza 2015 Sono rappresentate le concentrazioni medie delle stazioni situate nei capoluoghi e delle stazioni di Feltre e S. Giustina (per la criticità). Il valore obiettivo è già superato, al 30 settembre, a Feltre e a S. Giustina in Colle (PD). In generale le medie risultano in aumento rispetto al Medie Benzo(a)pirene 1 gennaio-30 settembre ( ) concentrazione (ng/m 3 ) PD-Mandria PD-Arcella S. Giustina VR-Cason RO-Borsea BL-città Feltre TV-Via Lancieri VI-Quartiere Italia VE- Malcontenta VE-Parco Bissuola PD VR RO BL TV VI VE Valore Obiettivo Dati al 31 agosto 2015

15 I dati di Ozono nell estate 2015 L analisi dei dati di ozono riferiti al semestre estivo 2015 (terminato lo scorso 30 settembre), mette in luce valori medi superiori ai due anni precedenti, soprattutto nel mese di luglio a causa del perdurare di periodi di caldo intenso. Superamento della soglia di informazione oraria (180 µg/m 3 ) Parametro Numero episodi superamento soglia informazione Numero ore di superamento soglia di informazione Durata media dell episodio di superamento [in ore]

16 160 N. episodi di superamento della soglia di informazione per l'ozono registrati in Veneto Confronto semestri estivi Luglio 2015 N.episodi di superamento soglia di informazione Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Mese

17 La NUOVA STAZIONE FISSA di Treviso di TRAFFICO URBANOin strada S. Agnese èstata attivata in data 1/5/2015 e rileva CO, NO2, SO2, PM10. I dati di PM10 relativi al periodo gennaio aprile 2015 sono stati rilevati con campionatore manuale posizionato nel medesimo sito della stazione.

18 La NUOVA STAZIONE FISSA di Treviso di TRAFFICO URBANO in strada S. Agnese èstata attivata in data 1/5/2015 e rileva CO, NO2, SO2, PM10. I dati di PM10 relativi al periodo gennaio aprile 2015 sono stati rilevati con campionatore manuale posizionato nel medesimo sito della stazione.

19 PM10 Media regionale: periodo e tendenza Medie annuali di PM10 - Periodo e tendenza 2015 Stazioni di traffico/industriali e background (fondo) µg/m ? Effetto della meteo nel Stazioni di background Stazioni di traffico/industriali Valore limite

20 NO 2 Media regionale: periodo e tendenza 2015 Medie annuali di NO 2 - Periodo e tendenza 2015 Stazioni di traffico/industriali e background (fondo) ? µg/m Effetto della meteo nel Stazioni di background Stazioni di traffico/industriali Valore lim ite

21 BaP Media regionale: periodo e tendenza 2015 Medie annuali di benzo(a)pirene - Periodo e tendenza 2015 Stazioni di traffico/industriali e background (fondo) ng/m ? Effetto della meteo nel Stazioni di background Stazioni di traffico/industriali Valore obiettivo

22 Attenzione al PM2.5!!!! Nel 2015, per la prima volta, entra in vigore il valore limite annuale per il PM2.5 (25 µg/m 3 come media annuale). In precedenza si utilizzava lo stesso valore numerico ma si trattava di un valore obiettivo. Concentrazioni medie PM2.5 1 gennaio -30 settembre concentrazione µg/m BL-città RO-centro TV-Via Lancieri VR-Cason VI-Quartiere Italia VE-Parco Bissuola VE-Malcontenta Feltre Conegliano Mansuè Bassano San Donà Valore limite annuale Dati al 31 agosto 2015

23 ANALISI DEI DATI: Verifica delle tendenze 2015: conclusioni Si sono confrontati i dati di PM10, NO 2, Benzo(a)pirene nel biennio , limitatamente al periodo 1 gennaio - 30 settembre. P er l O 3 è stato considerato il semestre estivo 2015 a confronto con i due anni precedenti. Si precisa che sono state prese in considerazione solo le stazioni con una raccolta minima dei dati, rispetto al periodo di copertura considerato, maggiore al 90 %. RISULTATI e CRITICITA : situazione al 30 settembre 2015 PM10: Le medie relative alle stazioni di tipologia fondo e traffico sono, al 30 settembre 2015, al di sotto del valore limite annuale (40 µg/m 3 ). Il Valore Limite giornaliero è già superato in 5 capoluoghi su 7 (tutti tranne Belluno e Venezia al momento). Benzo(a)pirene: le medie, calcolate al 30 settembre 2015, superano il valore obiettivo annuale (1 ng/m 3 ) a Feltre e Santa Giustina (PD). Ozono: rispetto al biennio il numero di superamenti della soglia di informazione (180 µg/m 3 ) e dell obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 µg/m 3 ) sono aumentati a causa del perdurare del caldo intenso durante l estate Ossidi di azoto: al 30 settembre 2015, il Valore Limite annuale è già stato superato a Vicenza. PM2.5: Alcune stazioni hanno già superato il Valore Limite annuale (25 µg/m 3 ) in vigore a partire da quest anno.

24 INVENTARI: i dati sulle emissioni

25 INVENTARIO EMISSIONI IN ATMOSFERA (INEMAR VENETO) EMISSIONI REGIONALI E PROVINCIALI DI PM10 PRIMARIO NEL 2010 M02; 65% M01; 1% M11; 2% M10; 4% M09; 0% M08; 5% M03; 2% M04; 3% M06; 0% M07; 18% Macrosettori emissivi M01-Produzione energia e trasform. combustibili M02-Combustione non industriale M03-Combustione nell'industria M04-Processi produttivi M05-Estrazione e distribuzione combustibili M06-Uso di solventi M07-Trasporto su strada M08-Altre sorgenti mobili e macchinari M09-Trattamento e smaltimento rifiuti M10-Agricoltura M11-Altre sorgenti e assorbimenti Polveri fini - PM10 (Regione Veneto) INEMAR VENETO 2010-DEF La stima regionale (e sulla provincia di Treviso) delle emissioni in atmosfera di PM10 (è fortemente influenzata dal Macrosettore 2 (combustione non industriale). A livello regionale, la combustione in ambito residenziale delle biomasse legnose contribuisce al 99% delle emissioni di PM in questo Macrosettore

26 Inventario Emissioni e IPA: ripartizione % delle emissioni regionali 2010 IPA - dati ISPRA 2010, regione Veneto 0% 8% 1% 9% 0% 0% 11% 0% 71% M01 M02 M03 M04 M05 M06 M07 M08 M09 M10 M11 Le emissioni regionali di IPA (2010) sono attribuite quasi interamente (71%) al Macrosettore relativo alla combustione non industriale (M02), seguito dall M04 (processi produttivi) con l 11%, dall M09 (trattamento dei rifiuti e discariche) con il 9% e dall M07 (trasporti stradali) con l 8%. Nel dettaglio, le emissioni di IPA dell M02 sono attribuite per il 94% alla combustione di biomassa (legna) in impianti residenziali.

27 Non basta ragionare sulle emissioni Inquinante primario che viene direttamente emesso da una sorgente inquinante Inquinante secondario derivante dalle reazioni chimiche, in atmosfera, tra i suoi inquinanti precursori PM10 può essere primario ma è soprattutto secondario con precursori ad es. come NO X SO 2 NH 3 27

28 INVENTARIO REGIONALE DELLE EMISSIONI APPROFONDIMENTO BIOMASSE LEGNOSE NEL CIVILE (1) Indagine sul consumo domestico di biomasse legnose in Veneto. Risultati dell indagine campionaria e stima delle emissioni in atmosfera L indagine è stata realizzata da ARPAV, su finanziamento della Regione del Veneto, nei mesi di maggio-giugno 2013 L obiettivo era quello di quantificare i consumi regionali e provinciali di legna da ardere e pellet nell inverno 2012/13 e di verificare la diffusione dei diversi tipi di impianto domestico a legna per riscaldare le abitazioni o cucinare i cibi Per la sua realizzazione ci si è avvalsi della tecnica di intervista telefonica denominata CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) per una quota pari al 70% dei contatti, mentre la rimanente quota del 30% è stata raggiunta via web (CAWI). Il campione minimo di interviste era pari a 10,000 contatti, con un possibile incremento qualora nel campione minimo gli utilizzatori frequenti (> 4 volte/anno) fossero risultati inferiori al 10%

29 INVENTARIO REGIONALE DELLE EMISSIONI APPROFONDIMENTO BIOMASSE LEGNOSE NEL CIVILE (2) L elaborazione dei risultati dell indagine CATI/CAWI 2013 sul Veneto ha portato ad individuare una percentuale piuttosto elevata di utilizzo della biomassa legnosa: il 34% degli utenti intervistati utilizza legna, di cui il 29% per riscaldare l abitazione, il 2% per cucinare ed il 3% per entrambi gli usi. Il rimanente 66% invece non la utilizza 66% usa per scaldare entrambi gli usi 29% usa per cucinare non utilizza legna 3% 2% A livello regionale, per quanto riguarda gli impianti ad uso riscaldamento, nelle risposte si è registrata una quota maggioritaria per la stufa tradizionale (39%), seguita dal caminetto aperto chiuso e stufa automatica a pellet/cippato, con una percentuale del 14%, 9% per la stufa in maiolica, 7% per quella moderna e 3% per la caldaia innovativa Stufa automatica pellet/cippato Caldaia 14% innovativa 3% Stuf a maiolica 9% Stufa moderna 7% Caminetto aperto 14% Caminetto chiuso 14% Stufa tradizionale 39%

30 INVENTARIO REGIONALE DELLE EMISSIONI APPROFONDIMENTO BIOMASSE LEGNOSE NEL CIVILE (3) Complessivamente si stima, per l anno 2013, un consumo regionale di t/anno di biomasse legnose (legna e pellet) suddivise in t/anno di legna e t/anno di pellet Il 57% delle biomasse legnose è consumato in pianura, il 24% in collina ed il 19% in montagna L edizione 2010 di INEMAR Veneto è stata realizzata utilizzando una nuova versione del software, che contiene importanti aggiornamenti metodologici, tra i quali i Fattori di Emissione (FE) relativi al riscaldamento mediante combustione di biomasse legnose in piccoli apparecchi domestici. Per questo settore emissivo, i FE della versione 7/2011 sono mediamente più elevati rispetto a quelli utilizzati nelle due precedenti edizioni, 2005 e 2007/8, di INEMAR Veneto

31 Inventario Emissioni e consumi annui di biomasse legnose

32 Fattori di emissione di alcuni impianti di riscaldamento a legna e pellet In tabella si riportano i fattori di emissione per diverse tipologie di impianti ottenuti mediante una campagna sperimentale in cui sono state misurate le emissioni di apparecchi domestici di combustione di biomasse legnose, 4 ad alimentazione manuale (camino aperto, camino chiuso, stufa tradizionale e stufa avanzata) e 2 ad alimentazione automatica (a pellet). Le emissioni di inquinanti più elevate si sono riscontrate nel caminetto aperto e nella stufa tradizionale e avanzata, molto inferiori negli apparecchi a pellet ad alimentazione automatica. Alimentazione manuale Alimentazione automatica Inquinanti caminetto aperto caminetto chiuso stufa tradizionale stufa avanzata stufa a pellet caldaia a pellets CO (ggj -1 ) NOx (ggj -1 ) COVNM (ggj -1 ) PM (ggj -1 ) B(a)P (mggj -1 ) S. Caserini 1, S. Ozgen 1, S. Galante 1, Michele Giugliano 1, Francesca Hugony 2, Gabriele Migliavacca 2, Carmen Morreale 2 - Fattori di emissione dalla combustione di legna e pellet in piccoli apparecchi domestici 1 Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Milano) 2 INNOVHUB Stazione Sperimentale per i combustibili (San Donato Milanese)

33 Cosa possiamo fare per ridurre le emissioni di B(a)P? E importante ricordare che gli idrocarburi policiclici aromatici si formano in maniera tanto maggiore quando più bassa è la qualità della combustione. Per questo motivo è di fondamentale importanza ottimizzare ed avere il controllo delle condizioni di combustione degli impianti a biomassa, per ridurre al minimo le quantità di idrocarburi policiclici aromatici e particolato immessi in atmosfera Alcuni suggerimenti il dimensionamento dell impianto, il suo posizionamento nello spazio domestico, la geometria e l altezza della canna fumaria, sono elementi fondamentali per il funzionamento ottimale. se hai un impianto di riscaldamento a biomassa (caminetto, stufa, ecc.) cura la sua manutenzione, conservando la canna fumaria pulita e assicurando un tiraggio ottimale. Utilizza legna con una buona stagionatura e pellet possibilmente certificato. le fasi di accensione e spegnimento (i cosiddetti transitori) sono quelle in cui si formano le maggiori quantità di IPA, non essendo state ancora raggiunte le condizioni ottimali di combustione. I transitori andrebbero dunque il più possibile limitati. nel riscaldamento domestico utilizza impianti ad alto rendimento, privilegiando l utilizzo, come combustibile, di pellet certificato.

34 Alcuni dati di qualità dell aria: il benzo(a)pirene Le concentrazioni medie mensili di benzo(a)pirene registrano i massimi durante il semestre freddo (da ottobre a marzo). A differenza di altri inquinanti, che hanno i livelli più elevati negli agglomerati urbani, le concentrazioni più elevate di benzo(a)pirene si osservano nelle stazioni rurali, nelle aree prealpine e alpine (stazioni di S. Giustina in Colle e Feltre). In altre parole nelle campagne e in montagna, dove tradizionalmente si impiega maggiormente la legna per il riscaldamento domestico, il benzo(a)pirene ha concentrazioni tendenzialmente più elevate Benzo(a)pirene - Anno tipo Riferimento Concentrazione (ng/m 3 ) VENETO S.Giustina in Colle Feltre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

35 I risultati della modellistica

36 influenza degli apporti esterni al dominio di calcolo LA MODELLISTICA A SCALA REGIONALE Contributo % dei comparti emissivi alle concentrazioni di PM10 (scenario invernale)

37 Contributo % dei comparti emissivi alle concentrazioni di PM10 (scenario estivo)

38 Le azioni

39 RICHIAMO AGLI OBBLIGHI NORMATIVI D.Lgs.155/2010 Il D.Lgs.155/2010 assegna alle Regioni i seguenti compiti istituzionali: aggiornamento periodico della zonizzazione, in seguito alla valutazione della qualità dell aria aggiornamento periodico dell inventario delle emissioni adozione di piani e misure per il raggiungimento di valori limite adozione di Piani d Azione da applicare nel breve termine, in casi di inquinamento acuto DALLE CRITICITA ALLE AZIONI. Le azioni devono essere pianificate in relazione alle criticità EMISSIVE del Territorio

40 La qualità dell aria nel Bacino Padano A causa delle condizioni atmosferiche di elevata stabilità, scarsa circolazione dei venti e per la presenza di diverse sorgenti emissive (attività produttive, arterie stradali e autostradali, emissioni da riscaldamento domestico,.), la pianura padana è accomunata da situazioni di superamento dei valori limite ed obiettivo stabiliti dal Decreto Legislativo n.155/2010, almeno per quanto riguarda le polveri sottili, il biossido di azoto, il benzo(a)pirene e l ozono. Il rispetto dei limiti normativi nella delicata situazione del Bacino Padano richiede sforzi ancora maggiori che altrove.

41 Il Dipartimento ARPAV Provinciale di Treviso è disponibile per approfondimenti Dirigente Servizio Stato dell Ambiente Maria Rosa (aria, acqua, energia) Direttore del Dipartimento Loris Tomiato per concludere non è possibile non fare riferimento ad un autorevole recente documento di grande attualità. Dipartimento ARPAV Provinciale di Treviso Via Santa Barbara, n. 5/a Treviso Tel

42 Lettera Enciclica LAUDATO SI del Santo Padre Francesco SULLA CURA DELLA CASA COMUNE il clima come bene comune 23. Il clima èun bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, èun sistema complesso in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento èstato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l aumento degli eventi meteorologici estremi. la giustizia tra le generazioni Ormai non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietàfra le generazioni. sull inquinamento 20. Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei piùpoveri, e provocano milioni di morti premature. Ci si ammala, per esempio, a causa di inalazioni di elevate quantità di fumo prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge l inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all acidificazione del suolo e dell acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale. sulla responsabilità individuale E allora non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno ad evitare i comportamenti che colpiscono l ambiente,perchéquando èla cultura che si corrompe e non si riconosce piùalcuna veritàoggettiva o princìpiuniversalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitare.

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