PROGETTO RISPL: RICERCHE LUNGO L ADDA E NEL TERRITORIO GARDESANO Gian Pietro Brogiolo

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1 Gian Pietro Brogiolo 13 PROGETTO RISPL: RICERCHE LUNGO L ADDA E NEL TERRITORIO GARDESANO Gian Pietro Brogiolo L associazione, senza fini di lucro, denominata Ricerche fortificazioni altomedievali è stata costituita nel 1993, con lo scopo di promuovere non solo ricerche e attività di studio e di divulgazione sulle fortificazioni tardoantiche-altomedievali e sul loro territorio, ma più in generale sull evoluzione dell insediamento medievale Al fine di realizzare le numerose iniziative in corso, l associazione si è articolata in gruppi territoriali (attualmente attivi sono i gruppi Adda, Garda, Trento, Udine) e tematici (aereofotointerpretazione e studio ceramiche). Numerose sono le iniziative che hanno preso il via grazie alla collaborazione fra studiosi ed enti di ricerca e di tutela. Tra queste il progetto Risorse storiche delle Prealpi Lombarde (RISPL), avviato nel 1995 dai gruppi Adda e Garda, che si è sviluppato fino al 1999 secondo un programma prestabilito, ma flessibile. RISPL è stato infatti pensato come un progetto contenitore per dare complementarietà di indirizzi ad una serie di ricerche storico-archeologiche avviate nel corso degli anni 80 nel territorio delle Prealpi lombarde. Comprende sia sottoprogetti di analisi sistematica di aree campione, sia indagini tematiche: a) ricostruzione dei paleoambienti, b) analisi di paesaggi antropici, c) insediamenti rupestri, d) fortificazioni tardo-antiche e altomedievali, e) castelli ed edilizia di età feudale. Si è avvalso della collaborazione scientifica di studiosi e studenti di tre Università (Università di Birmingham, Dept. of Archaeology and ancient History; Università di Padova, Dipartimento di Scienze dell Antichità; Università di Siena, Dipartimento di Archeologia e Storia della Arti), di tre Musei (Museo Giovio di Como, Museo di Manerba, Museo di Cavaion), di numerosi Enti Locali (Comunità Montane della Val San Martino (Lc) e dell Alto Garda bresciano, Parchi di Monte Barro e Adda Nord, Comuni di Cornate (Mi), Paderno d Adda (Lc), Manerba del Garda (Bs), Cavaion (Vr), Garda (Vr) e di alcune associazione operanti nell ambito dei Beni Culturali (Associazione Storico Archelogica della Riviera, Federazione delle Associazioni gardesane, Gruppo archeologico di Cavaion, Gruppo Alpini di Monte Marenzo). La domanda generale che ha fatto da legante per una quindicina di sottoprogetti apparentemente eterogenei ha riguardato i modi e le conseguenze sull ambiente dell utilizzo delle risorse da parte delle società preindustriali. Il progetto R I S P L prevedeva un impegno pluriennale, attraverso distinti momenti operazionali, di un percorso cognitivo che muoveva da una conoscenza complessiva del territorio verso livelli di approfondimento analitico mirati alla dimensione del singolo sito e/o monumento. Con due concomitanti obiettivi: (a)-l apprestamento di una schedatura sistematica, premessa di un sistema informativo territoriale, strumento indispensabile per una salvaguardia ed una valorizzazione delle testimonianze documentate; (b)-la progettazione, nelle aree campione e d intesa con gli enti territoriali e le istituzioni culturali locali, di ecomusei territoriali (centri espositivi collegati ad itinerari storico-archelogici-ambientali a t t r e z z a t i ). Si è trattato di un progetto ambizioso che ha prodotto risultati significativi, sia per quanto riguarda le metodologie adottate che per i singoli prodotti scientifici Nei territori campione esaminati (Val San Martino, territorio di Cornate, Isola brembana, Area gardesana per campioni significativi: i n f r a) l indagine ha seguito un modello standard distinto in due fasi. La prima fase prevedeva un approccio complessivo al territorio, realizzato attraverso tre momenti operativi. 1-La schedatura e l individuazione su base cartografica esistente (1/ e/o 1/5.000) di tutti i dati cartografici e documentari editi o conservati in archivio, relativi allo sfruttamento delle risorse naturali (terreni agricoli, bosco, acqua, cave, grotte e ripari ecc.). Tali dati rappresentano il livello di conoscenza casuale, dal quale conviene tuttavia partire per individuare le coordinate culturali della nostra indagine.

2 14 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA 2-La ricerca delle tracce osservabili in superficie, attraverso l interpretazione di immagini multispettrali, riprese da differente altezza (pallone aerostatico, aereo, satellite) e osservate a differente scala. L esame allo steresoscopio e l applicazione di software di image-processing ha consentito di identificare una vasta gamma di anomalie, naturali ed antropiche e di ricostruire, attraverso un confronto tra dati fisico-ambientali ed antropici, un primo quadro a maglie larghe dello sfruttamento del territorio. 3-Il controllo sul terreno delle evidenze documentate dalle foto aeree, attraverso un programma sistematico di ricognizioni e di localizzazione, sulla cartografia esistente. Tali ricognizioni hanno permesso di verificare le tracce sul terreno delle informazioni fornite dalle fonti cartografiche storiche e documentarie e il grado di rappresentatività delle informazioni desunte dalle immagini aeree; di classificare, da un punto di vista funzionale e cronologico, le evidenze riscontrate; di individuare altre tracce di sfruttamento delle risorse naturali, non testimoniate al livello 1-2. Un indagine specificatamente orientata hanno richiesto i siti rupestri, generalmente non identificabili da riprese aeree zenitali, ma segnalati nella cartografia geologica e speleologica. Nel corso del progetto RISPL sono state effettuate ricerche sugli insediamenti rupestri dell alto Garda bresciano e del lago di Como. Nella seconda fase ci si è invece proposti l analisi di singoli siti o di specifici tematismi. 1-Per i siti archeologici ritenuti più interessanti (insediamenti abbandonati e tracce fossili di sfruttamento delle risorse) caratterizzati da strutture osservabili in superficie, è stata realizzata una ricerca più approfondita, ottenuta con rilievi della distribuzione dei reperti, con l osservazione e la descrizione delle sezioni esposte, con carotaggi e saggi di scavo. Sono stati in tal modo documentati, in tutti i territori analizzati, siti archeologici di rilevante interesse. 2- Sono state avviate campagne di scavo archeologico in tre siti del lecchese (S. Stefano di Garlate, S. Margherita di Monte Marenzo, Madonna della Rocchetta di Cornate-Paderno) e in quattro dell area gardesana (Rocca di Manerba, Rocca di Garda, Monte Castello di Gaino, S. Faustino di Cavaion), scelti sulla base di una convergenza tra interesse storico-archeologico, disponibilità di un finanziamento locale, prospettive di valorizzazione. 3-In alcune aree campione (Valtenesi e Cavaion) è stata studiata l evoluzione dei centri abitati attuali, sulla base della cartografia storica combinata con l analisi stratigrafica dell edilizia superstite. Per quanto riguarda la gestione e la valorizzazione dei risultati erano previsti cinque differenti strumenti: 1- la gestione delle informazioni prodotte mediante un data base da sviluppare poi in un sistema informativo territoriale (GIS) in grado di correlare i dati archeologici (alfanumerici, grafici e fotografici) con quelli relativi alle risorse ambientali, e di restituire perciò in tempo reale le informazioni richieste; 2- la divulgazione scientifica mediante seminari e convegni e la pubblicazione scientifica dei risultati in monografie; 3- la predisposizione di itinerari turistico-culturali, attraverso cartellonistica e materiali a stampa o informatizzati illustranti le peculiarità storiche ed archeologiche di ciscun territorio; 4- la musealizzazione di singoli siti (attraverso progetti di sistemazione e di gestione); 5- attività di formazione per i giovani impegnati nei progetti, con corsi di aereofotointerpretazione archeologica, di tecnica di scavo, di apprendimento di software dedicato. I singoli progetti Nel fornire una sintetica scheda dei singoli progetti seguirò un ordine topografico dall Adda al Garda. 1- RI C E R C H E N E L T E R R I T O R I O C I R C O S T A N T E I L MONTE BARRO. Nel corso del 1995 è stata eseguita l aereofotointepretazione del territorio di Galbiate e di Valmadrera. È stato individuato un sito di interesse archeologico sulla sommità del monte Regina. Si tratta di un anomalia circolare che il controllo sul terreno ha permesso di riconoscere in un fossato. Non sono stati trovati reperti e non ne sono chiare né la funzione, né la cronologia. 2- PIEVE DI S. STEFANO DI GARLATE ( ) Tre campagne di scavo hanno interessato rispettivamente la sacristia (1995), l interno (1996) e un area esterna (1997) della Pieve di Santo Stefano. Lo scavo, finanziato oltre che nel progetto RISPL, anche con specifici contributi della CARI- PLO, della Comunità Montana e del Comune di Garlate, ha permesso di individuare tre distinti edifici e un ininterrotta sequenza di sepolture, alcune delle quali, di età longobarda, erano provviste di corredo. L edificio più antico è un edificio romano disposto sul versante della collina in riva al lago di Gar-

3 Gian Pietro Brogiolo 15 late. I frammenti superstiti di pavimenti in mosaico a terrazzo con fasce laterali bianche e nere e di affreschi a grandi campi colorati indicano una elevata qualità e suggeriscono, unitamente ai reperti ceramici, una sua datazione al I secolo d.c. Alcune murature della villa vennero riutilizzate, nel corso del V secolo, per una cappella funeraria privata. Ad aula unica, con abside semicircolare e antistante nartece, accolse una quindicina di tombe gentilizie. Una era in sarcofago; le altre a cassa litica. Lapidi funerarie in marmo, databili tra il 489 e il 539 e collocate in origine sulle pareti della cappella, sono da riferire a questa prima fase di inumazione. Lo scavo ne ha restituito numerosi frammenti che si aggiungono alle tre rinvenute nel XVIII secolo e ancora nel Personaggi di alto rango continuarono ad essere tumulati in queste tombe fino al VII secolo. Avvolti in preziosi vestiti (ne è rimasta l impronta nel fango in due tombe) e con ricco corredo funerario furono oggetto di ripetute spoliazioni. Solo una sepoltura della prima metà del VII secolo si è conservata intatta. Gli oggetti più minuti (elementi di cintura in ferro con agemine d argento, non riconoscibili in quanto ossidate; un minuscolo anello d oro di una bambina) o più modesti (pettini), sfuggiti alla depredazione, ne attestano peraltro la ricchezza. La cappella altomedievale non subì modifiche strutturali di rilievo fino attorno al Mille, quando, al suo posto, venne edificata una più ampia chiesa romanica a tre navate, della quale sopravvive in alzato il campanile. Una nuova fase di sepolture interessò sia l interno che l esterno del nuovo edificio. Deposizioni per lo più in nuda terra e senza alcun corredo, ma importanti comunque per ricostruire, attraverso le analisi antropologiche, uno spaccato della popolazione della zona nei secoli centrali del Medioevo. 3- VAL SAN MARTINO (LECCO) ( ) Nella prima fase del progetto triennale, finanziato dalla Comunità della Val San Martino, si è proceduto alla raccolta sistematica della documentazione fotografica, catastale, cartografica, bibliografica relativa ai beni culturali della valle. Una tesi di laurea (discussa da F. Bonaiti presso il Dipartimento di storia dell Università statale di Milano) ha trascritto e studiato i documenti del XII-XIII secolo del monastero di Pontida riguardanti questo territorio. La fotointerpretazione del volo del 1955 ha portato all individuazione di numerosi siti, alcuni dei quali, come l abitato di Cremellina, distrutti dall espansione urbanistica di questo dopoguerra. Due anomalie d altura, Scarlascio e S. Margherita solo infine risultati castelli bassomedievali. Nella seconda fase è stata documentata l edilizia medievale di potere. Castelli, chiese e case torri sono stati schedati e documentati con riprese fotogrammetriche dei prospetti esterni. 4- SCAVO DI MONTE S. MARGHERITA ( ) Lo scavo, finanziato dalla Comunità Montana di Val San Martino, ed eseguito in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell Antichità dell Università di Padova, ha permesso di identificare un sito fortificato costituito da una cinta che circonda interamente la parte più alta del colle e presenta più fasi costruttive. Al suo interno sono stati individuati una torre isolata e una sequenza di edifici. Monete di XII secolo sembrano appartenere alle fasi più recenti di occupazione, mentre non è al momento certa la cronologia della fase iniziale dell insediamento. Conclusi gli scavi sono state restaurata e le murature ed è stato predisposto un progetto di musealizzazione del sito. 5- TERRITORIO DI CORNATE ( ) Il progetto, finanziato oltre che da RFA da due sponsorizzazioni di ditte locali, si è sviluppato tra 1995 e 1996 con la fotointerpretazione dei voli 1980, 1989 e voli a bassa quota con aereo da turismo, seguita dal controllo sul terreno. Sono stati individuati due siti di peculiare interesse archeologico: una villa romana in località Villa Paradiso, con fasi tardo antiche e altomedievali segnalata alla Soprintendenza archeologica che vi ha subito avviato campagne di scavo, e una fortificazione altomedievale nel sito di S. Maria della Rocchetta, che è stata indagata con sistematicità a partire dal SC A V O D E L C A S T E L L O D I S. MA R I A D E L L A RO C- CHETTA ( ) Lo sperone di conglomerato di forma ellittica, sul quale sorge la chiesa trecentesca di S. Maria della Rocchetta, è sopraelevato di una cinquantina di metri rispetto all Adda (q rispetto a 154 circa) e strapiomba sul fiume nei versanti nord ed est, mentre denota un declivio meno accentuato negli altri due. Il sito è in una posizione strategica nel controllo del tratto dell Adda prima delle rapide di Paderno, che il famoso trattato del 715 tra Liutprando e i Comacchiesi annovera tra i principali approdi fluviali della Pianura Padana. L importanza della località è sottolineata dalla presenza di una seconda chiesa, intitolata a S. Giovanni, che sorgeva ai piedi della Rocchetta in prossimità del porto fluviale, chiesa che è stata distrutta all inizio del secolo. Il cocuzzolo sommitale (diametri massimi m 115 per m 45) è difeso da un muro in ciottoli fluviali disposto lungo il bordo, provvisto di alcune torri. In

4 16 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA una è stata ricavata l abside della chiesa. Una seconda torre era forse sul lato sud in corrispondenza di una sporgenza rettangolare della roccia. La chiesa, costruita verso est nella parte più elevata del cocuzzolo, nella sua configurazione attuale è un edificio distribuito su due livelli che sfrutta, oltre alla torre, anche la cinta difensiva come perimetrale nord. Il luogo di culto, al primo piano, è costituito da un atrio rettangolare con presbiterio anch esso rettangolare ricavato nella torre e una sacrestia aggiunta in età moderna. In origine, vi era plausibilmente un unico accesso alla cappella, tramite una scala esterna, addossata al perimetrale sud del vano. Alla fase più antica sono attribuibili due ampie finestre, aperte rispettivamente nel lato est dell abside (già torre) e nel muro di cinta settentrionale: hanno spalle in muratura e archivolto in laterizi di modulo romano-altomedievale. Lo scavo all interno della torre ha restituito frammenti di sigillata africana contenuti nello strato di cantiere. Sul lato opposto del pianoro sommitale è venuta in luce una grandiosa cisterna (m 12x4x4,5 di profondità) collegata ad un edificio che, a sua volta, verso nord, si addossava plausibilmente alla cinta. Dal riempimento originario della cisterna sono stati recuperati reperti di VI secolo che ne segnano l abbandono a seguito di una frattura longitudinale che l ha resa inservibile. 7- ISOLA BREMBANA (BERGAMO) ( ) Nell ambito di un progetto predisposto dall Università di Bergamo, il prof. Cosci (Università di Siena) ha individuato tramite aerofotointerpretazione (voli del 1955 e del 1980) 35 anomalie. Con una tesi di laurea (discussa da Cristina Carletti presso il Dipartimento di Scienze dell Antichità dell Università di Padova) sono stati eseguiti i controlli sul terreno che hanno riscontrato come la maggior parte dei siti sia stato distrutto da costruzioni e sbancamenti o inaccessibile in quanto recintato. Un paio di siti (Baccanello e S. Margherita) sono ancora integri e meriterebbero un ulteriore indagine archeologica. 8- GARDA BRESCIANO (dal 1995) A partire dal 1995, il gruppo Garda, in collaborazione con l Associazione Storico Archeologica della Riviera (ASAR) e con la cattedra di Archeologia Medievale del Dipartimento di Scienze dell Antichità dell Università di Padova, ha sviluppato quattro progetti di ricerca sulle trasformazioni del territorio tra età romana e altomedioevo. Hanno interessato l intero arco collinare morenico compreso tra l Adige a est, le Prealpi bresciane a ovest, l alto mantovano a sud e hanno comportato ricognizioni sistematiche e due scavi (Rocca di Manerba e Monte Castello di Gaino). Le aree interessate da aereofotointerpretazione e controllo a terra delle anomalie sono state: 1) il territorio dell Alto Garda tra Toscolano e Tremosine; 2) il medio Chiese tra Gavardo e Virle Treponti (oggetto di una tesi di laurea in Archeologia Medievale discussa da G. Tononi presso l Università di Padova) di cui è stata indagata l evoluzione tra età romana e medioevo; 3) le colline dell alto mantovano per le quali è stata realizzata una carta archeologica dalla preistoria al medioevo (tesi di laurea in Archeologia Medievale, discussa da A. Crosato presso l Università di Padova); 4) il territorio circostante la Rocca di Manerba, oggetto di ricognizioni sistematiche, nell ambito del progetto di scavo. 9- ROCCA DI MANERBA ( ) RFA ha collaborato con il Comune di Manerba e con il Dipartimento di Scienze dell Antichità dell Università di Padova e con l Università di Birmingham ad un progetto che ha sinora realizzato: a) l avvio dello studio dei materiali di età romana e medievale rinvenuti nelle ricognizioni di superficie nella zona compresa tra Salò e Padenghe (tesi di laurea in Archeologia Medievale discussa da F. Cortiana presso L Università di Padova); b) una prima sintesi dei risultati della ricerca relativamente all età romana e altomedievale (L. Barfield, G.P. Brogiolo, S. Buteux 199); c) lo scavo integrale delle fortificazioni sommitali, eseguito tra il 1995 e 1999; d) un progetto di musealizzazione della Rocca medievale, completato nel ANALISI DEI CENTRI STORICI DELLA VALTENESI Nella prima metà degli anni 70, l Associazione Storico Archeologica della Riviera aveva censito fotograficamente gli edifici storici del Garda Bresciano. Le foto relative ai centri storici di Polpenazze, San Felice del Benaco e Manerba del Garda sono state messe a confronto con la cartografia del catasto napoleonico ed austriaco e con la cartografia attuale per verificare, mediante carte tematiche, le trasformazioni e le distruzioni intervenute negli ultimi due secoli. L intera documentazione è stata trasferita su CD e fatta oggetto di una nota a cura di A. Crescini. 11- PROGETTO CAVAION ( ) Il progetto, finanziato dall ammistrazione Comunale di Cavaion e diretto da G.P. Brogiolo (Dipartimento di Archeologia e Storia delle arti dell Università di Padova) e L. Salzani (Soprinten -

5 Gian Pietro Brogiolo 17 denza archeologica del Veneto), si è proposto, sulla scia di altri progetti consimili avviati nel territorio lombardo, come un intervento pilota attraverso il quale affinare metodi di ricerca interdisciplinare. Sono state attivate cinque linee di indagine: a) ricognizioni negli archivi storici di Verona (prof. A.M. Varanini e dr. B. Chiappa); b) indagine sui catasti (C. Carletti); c) aereofotointerpretazione dei voli disponibili (N. Mancassola, F. Saggioro); d) controllo a terra delle anomalie riscontrate (N. Mancassola, F. Saggioro, B. Parolotti e collaboratori locali); e) analisi del centro storico (A. Crescini); f) saggi di scavi in siti di particolare interesse o minacciati (chiesetta altomedievale di S. Faustino, insediamento tardo romano di Cordevigo). I risultati sono andati al di là delle aspettative, sia per la ricca documentazione inedita di XIII e XIV secolo che è stata rintracciata negli archivi del monastero di S. Zeno, il maggior proprietario fondiario a Cavaion nel medioevo, sia per i risultati dell aereofotointepretazione e delle ricognizioni che hanno portato al riconoscimento del modello insediativo di età romana, sia per i saggi di scavo presso S. Faustino che hanno portato all identificazione di un insediamento tardo antico altomedievale. 12- PROGETTO GARDA (dal 1998) RFA collabora dal 1998 con il Comune di Garda, la Soprintendenza archeologica del Veneto e l insegnamento di Archeologia Medievale dell Università di Padova al progetto pluriennale che prevede scavi sulla sommità della Rocca e un indagine territoriale nei comuni di Garda, Bardolino e Costermano. Nella prima fase (1998) sono state concluse le seguenti indagini: (a)- schedatura e individuazione su una base cartografica preesistente di tutti i dati documentari editi o conservati in archivio, relativi ai rinvenimenti archeologici della Rocca e del territorio circostante; (b)- ricerca delle tracce osservabili in superficie, attraverso l interpretazione di immagini multispettrali (dal visibile all infrarosso fino al radar), riprese da differente altezza (pallone aerostatico, aeromobile) e osservate a differente scala; (c)- ricognizioni sistematiche a controllo delle anomalie, con individuazione di siti fortificati di sommità e di insediamenti romani nelle zone pianeggianti; (d)- rilievo con distanziometro elettronico dei resti strutturali visibili della sommità della Rocca e predisposizioni di carte tematiche di valutazione e di progetto; (e)- documentazione delle murature conservate in alzato con rilievo di dettaglio e riprese fotografiche raddrizzate; (f)- pulizia di sezioni esposte e carotaggi sistematici per valutare la potenzialità archeologica del sito; (g)- rilievo e analisi stratigrafica delle chiese di S. Vito di Cortelline (indagine completata, con il riconoscimento di una fase altomedievale ancora conservata in alzato) e di S. Severo di Bardolino (indagine avviata con la realizzazione dei fotopiani); (h)- avvio della gestione delle informazioni mediante un sistema informativo territoriale (GIS) interfacciato da un data-base relazionale in grado di correlare i dati sinora raccolti; (i)- avvio di cinque tesi di laurea (quattro in Archeologia Medievale presso l Università di Padova e una in economia dei Beni Culturali presso l Università Bocconi di Milano): due riguardano le architetture medievali della Gardesana (di cui una a cura di S. Merlo sulla chiesa di S. Severo di Bardolino, discussa nell a.a , l altra di Laura Rodighiero nel ), una i paesaggi agricoli del territorio circostante la Rocca (Anna Dalla Vecchia), una gli insediamenti di altura (a cura di B. Mancini, discussa nell a.a ), una sulla prospettive di valorizzazione della Rocca (la tesi di M. Nuccio, discussa alla Bocconi nell a.a , riguardava sia la Rocca di Garda che quella di Manerba). I risultati di queste indagini confermano da un lato la presenza sulla sommità della Rocca di alcuni depositi archeologici dello spessore di circa un metro ancora integri, dall altro la sopravvivenza nel territorio circostante, nonostante l alto grado di urbanizzazione, di insediamenti romani e medievali ancora parzialmente integri. Nella seconda fase del progetto, sulla sommità della Rocca è stato scavato esaustivamente un edificio rettangolare che due monete suggeriscono di datare al V secolo; è stata individuata una chiesa con numerose sepolture e una fibula gota a disco con teste d aquila; sono stati localizzati altri edifici, di cui tre sono attualmente in fase di scavo. Nel territorio circostante sono state condotte ricerche su alcuni castelli medievali. In uno di questi, Castion, la pulizia delle sezioni esposte ha portato alla luce una sequenza con reperti altomedievali, tra cui un puntale di VII secolo. Nell ambito della valorizzazione, è stato predisposto un itinerario longobardo carolingio con una cartellonistica che presenta, oltre alla Rocca, i resti architettonici e scultorei delle chiese di S. Maria di Cisano, S. Severo, S. Zeno e S. Vito di Bardolino. 13- SCAVO DEL CASTELLO DI GAINO ( ) RFA ha collaborato con ASAR negli scavi diagnostici nel castello di VI secolo di Gaino. È stata

6 18 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA accertata la presenza anche sulla vetta più alta (m 865) di un deposito archeologico prodotto dal crollo di un edificio sommitale (una torre?). Ricognizioni di superficie nel versante nord hanno, inoltre, portato al rinvenimento di reperti ceramici, tra cui altri frammenti di sigillata chiara di VI secolo. 14- INSEDIAMENTI RUPESTRI DELL ALTO GARDA Sono state esplorate, grazie al supporto logistico di alcuni alpinisti bresciani, tre impervie grotte interessate da insediamento rupestri. Le prime due si trovano presso la frazione di Sermerio di Tremosine, sul lato occidentale del fiume Tignalga, a due terzi della parete rocciosa pressoché verticale, ad una ottantina di metri sopra il fiume. Sono chiuse da muri legati da malta e gli unici reperti visibili in superficie sono costituiti da frammenti di tegole piatte di tipo romano o altomedievale. La terza grotta, che secondo la tradizione locale venne abitata dal vescovo bresciano Erculiano, vissuto in un periodo non meglio precisato, ma comunque dopo la metà del VI secolo, è invece sul lago, in loc. Campione di Tremosine, dove sfocia il fiume Tignalga. È anch essa chiusa da un muro, che presenta due fasi costruttive, al più recente delle quali mostra un apparecchiatura di tipo romanico. In quella più antica sono impiegati tegole piane di tipo romano-altomedievale. Pur mancando dati cronologici puntuali, è plausibile che le tre grotte siano riferibili ad una medesima fase di insediamento eremitico che la leggenda di S. Erculiano suggerisce di collocare, pur con cautela, nelle fasi turbolente della conquista longobarda. 15- ATTIVITÀ DI FORMAZIONE Come si è accennato nel paragrafo introduttivo, uno degli obiettivi principali del progetto RISPL è stato quello di formare sul campo giovani ricercatori. A tal fine sono stati realizzati: (a) un corso di aereofotointerpretazione in collaborazione con ASAR, tenuto a Toscolano da F. Saggioro e N. Mancassola; (b) un corso teorico-pratico di analisi dei Centri storici, sempre in collaborazione con ASAR, tenuto presso la fondazione Cominelli di Cisano di San Felice per complessive 80 ore; (c) due corsi residenziali, di 40 ore ciascuno, di introduzione all archeologia, organizzato a Monte Barro, in collaborazione con il Parco. Infine nel 2001 è stato organizzato a Desenzano del Garda, in collaborazione con la Federazione delle Associazioni Gardesane e con specifico finanziamento dell Assessorato regionale alle Culture e alle Identità locali della Regione Lombardia, un corso per operatori culturali della durata di 360 ore. 16- SEMINARI E CONVEGNI NELL AMBITO DEL PRO- GETTO RISPL Nell ambito del progetto RISPL e in collaborazione con l Associazione Storico Archeologica della Riviera del Garda, sono stati infine organizzati nove convegni e seminari, tutti già pubblicati, tranne gli ultimi due: 1- Atti del 5 seminario sull Italia centrosettentrionale tra Tarda Antichità e Altomedioevo sul tema: Città, castelli e campagne nei territori di confine (secc. VI-VII), a cura di G.P. Brogiolo, (Monte Barro, 9-10 giugno 1994), Mantova 1995; 2- Atti del 6 seminario sull Italia centrosettentrionale tra Tarda Antichità e Altomedioevo, L e ceramiche altomedievali (VI-X secolo) in Italia set - tentrionale: produzioni e commerci, a cura di G.P. Brogiolo e S. Gelichi, (Monte Barro, aprile 1995), Mantova 1995; 3- Atti del I convegno archeologico del Garda, La fine delle ville romane: trasformazioni nelle campagne tra Tarda Antichità e Alto Medioevo, a cura di G.P. Brogiolo, Gardone Riviera, 14 ottobre 1995, Mantova 1996; 4- Atti del 7 seminario sul tardo antico e l alto medioevo in Italia centrosettentrionale, Sepolture tra IV e VIII secolo, a cura di G.P. Brogiolo e G. Cantino Wataghin, Gardone Riviera 1996, Mantova 1998; 5- Atti del II convegno archeologico del Garda, Le fortificazioni del Garda e i sistemi di difesa dell Italia settentrionale tra tardo antico e alto medioevo, Mantova 1999, pp ; 6- Progetto archeologico Garda.I.1998, a cura di G.P. Brogiolo, Mantova 1999, pp ; 7- Atti dell 8 seminario sul tardo antico e l alto medioevo in Italia centrosettentrionale, Le cera - miche in Italia settentrionale tra II a.c. e VII d.c., a cura di G.P. Brogiolo e G. Olcese, Desenzano 1999, Mantova 2000; 8- Atti convegno, Lo spessore storico in urbani - stica, Milano 1999, c.s; 9- Atti del 9 seminario sul tardo antico e l alto medioevo in Italia centrosettentrionale, Le chiese tra VIII e IX secolo, a cura di G.P. Brogiolo, Garda 2000, c.s.

7 Gian Pietro Brogiolo 19 BIBLIOGRAFIA L.H. BARFIELD, G.P. BROGIOLO, S. BUTTEUX 1997, R o c c a di Manerba (BS). Relazione preliminare sugli scavi , Archeologia Medievale, XXIV, pp G. BELLOSI, G.P. BROGIOLO, L. DORATTIOTTO, E. POS- SENTI 1997, Sequenza di età romana e medievale nella Pieve di Garlate (Lecco), in Atti I congresso di Archeologia Medievale, Firenze, pp F. BONAITI, M. NUCCIO, M. UBOLDI 2000, Il sito fortificato di Monte Marenzo (Lecco), in G.P. BROGIOLO (a cura di), Atti II congresso nazionale di Archeologia Medievale, (Brescia 2000), Firenze, pp G.P. BROGIOLO 1998, Gli scavi alla Pieve di S. Stefano di Gar - l a t e, Lecco Economia, n.2, pp.1-8 dell estratto. G.P. BROGIOLO 1998, Garlate (LC), Pieve di S. Stefano. Scavi , NSAL , Milano, pp G.P. BROGIOLO 1998, Toscolano Maderno (BS), frazione Gaino, Monte Castello. Saggi di scavo, NSAL , Milano, p.130. G.P. BROGIOLO 1999, I n t r o d u z i o n e, in G.P. BROGIOLO (a cura di), Le fortificazioni del Garda e i sistemi di dife - sa dell Italia settentrionale tra tardo antico e alto m e d i o e v o, Mantova, pp G.P. BROGIOLO 1999, Un enclave bizantina sul lago di Garda?, G.P. BROGIOLO (a cura di), Le fortificazioni del Garda e i sistemi di difesa dell Italia settentrionale tra tardo antico e alto medioevo, Mantova, pp G.P. BROGIOLO et al. 1999, La fortificazione altomedievale del Monte Castello di Gaino (Bs), in G.P. BROGIOLO (a cura di) Le fortificazioni del Garda e i sistemi di dife - sa dell Italia settentrionale tra tardo antico e alto medioevo, Mantova, pp G.P. BROGIOLO 1999, I n t r o d u z i o n e, in G.P. BROGIOLO (a cura di), Progetto archeologico Garda.I.1998, Mantova, pp N. MANCASSOLA, F. SAGGIORO 1999, A e r o f o t o i n t e r p r e t a z i o - ne e ricognizioni: impostazione teorica e primi risulta - ti, in G.P. BROGIOLO (a cura di), Progetto archeolo - gico Garda.I.1998, Mantova, pp N. MANCASSOLA, F. SAGGIORO 2000, Ricerche sul territorio tra tardo antico e altomedioevo: il caso di studio del Garda orientale, in G.P. BROGIOLO (a cura di), A t t i II congresso nazionale di Archeologia Medievale, (Brescia 2000), Firenze, pp N. MANCASSOLA, F. SAGGIORO 2000, Il contributo della foto - grafia aerea alla comprensione dei paesaggi antichi m e d i e v a l i, Archeologia Medievale, XXVI, pp

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