LA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE E DELL ADOZIONE

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1 LA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE E DELL ADOZIONE A CURA In questo studio biblico di ecclesiologia cercherò di esporvi due delle dottrine predicate e insegnate dall apostolo Paolo alle sue chiese, e che anche noi predichiamo e insegniamo nella nostra chiesa, ovvero la dottrina della giustificazione (giusta posizione legale nel regno di Dio) e dell adozione (entrare a far parte della famiglia di Dio). In questi ultimi tempi sono sorti molti falsi profeti e falsi dottori che predicano e insegnano eresie di perdizione per indurre i santi di Dio a deviare dalla sana dottrina, soprattutto nel web e nei social network che sono pieni di confusione e contaminazione dottrinale. Il mio scopo è quello di distruggere, nel nome di Gesù, queste eresie, concentrandoci sulla sana dottrina, che invece, è essenziale per i santi di una chiesa locale, affinché possano crescere con la purezza degli insegnamenti inspirati da Dio nella sua parola. Spero e prego con tutto il mio cuore che questa esposizione dottrinale possa esservi utile per la vostra crescita e comprensione delle Scritture. - Come possiamo ottenere una giusta posizione legale davanti a Dio? - Qual è il privilegio di essere adottati da Dio in Cristo? E quali sono i benefici di essere un figlio? Che cos è la giustificazione? La giustificazione è un atto legale imminente di Dio nel quale egli: perdona i nostri peccati e ci dona la giustizia di Cristo, dichiarandoci puri davanti a lui. Se dobbiamo salvaguardare la verità della Parola di Dio per questa generazione, dobbiamo capire totalmente l essenza della dottrina della giustificazione. Nella vera chiesa di Cristo, una vera visione della giustificazione è la linea di demarcazione tra la salvezza per sola fede e della falsa dottrina della salvezza per sole opere. Quando l apostolo Paolo da uno sguardo al processo con il quale Dio applica la salvezza a noi, fa una menzione della giustificazione:

2 E quelli che (egli) ha predestinati, (egli) li ha pure chiamati; e quelli che (egli) ha chiamati (egli) li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati (Ro8:30). Vediamo in questi versi che c è una fase ben precisa e ordinata per la salvezza di un uomo; c è la chiamata nel regno da parte di Dio, che porta al ravvedimento e alla conversione. Dopo la chiamata, il prossimo passo verso la salvezza è la giustificazione. Infatti in questi versi Paolo ci fa comprendere che è un atto che viene da Dio. Inoltre, Paolo insegna chiaramente ai santi di Roma e della Galazia che questa giustificazione viene dopo la nostra fede, ed è proprio la risposta di Dio a questa fede. Infatti leggiamo: E giustifichi colui che ha fede in Gesù (Ro8:26b). Poiché riteniamo che l uomo è giustificato mediante la fede e senza le opere della legge (Ro8:28). Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore (Ro5:1). Sappiamo che l uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù (Ga2:16a). L uso della parola giustificare nella Bibbia indica che la giustificazione è una dichiarazione di importanza legale da parte di Dio. Studiando molto sulla parola di Dio, ho compreso che giustificare nel Nuovo Testamento ha tanti significati, ma quello più comune è dichiarare santo. Ad esempio nella versione Diodati è scritto: E tutto il popolo, e i pubblicani che erano stati battezzati del battesimo di Giovanni, udite queste cose, giustificarono Iddio (Lu7:29, Diodati). Naturalmente il popolo e i pubblicani non sono stati quelli che hanno reso Dio giusto; questo sarebbe impossibile da fare. Piuttosto hanno dichiarato Dio santo. Questo è anche il senso del termine in brani dove la Scrittura dice che noi siamo dichiarati giusti davanti a Dio (Ro3:20, 26, 28; 5:1; 8:30; 10:4, 10; Ga2:16; 3:24). L idea che la giustificazione sia una dichiarazione legale è molto evidente anche quando la giustificazione viene contrapposta con la condanna. Paolo scrive: Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor di più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi (Ro8:33-34).

3 Condannare qualcuno vuol dire dichiarare che quella persona è colpevole. Il contrario della condanna è la giustificazione, che in questo contesto, significa dichiarare qualcuno non colpevole.. Paolo quindi, usa il termine giustificazione spesso in questo senso di dichiarare giusto o dichiarare non colpevole, per parlare della nostra giustificazione divina, della dichiarazione di Dio che noi, nonostante siamo peccatori colpevoli, veniamo comunque ritenuti giusti davanti a lui. Giusti davanti a Dio esclusivamente per grazia e non per meriti Dopo aver spiegato in (Ro1:18-3:20) che nessuno sarà mai in grado di rendersi giusto da sé davanti a Dio, Paolo procede continua a spiegare che tutti sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per grazia e tramite la redenzione di Gesù Cristo (cfr. Ro3:23-24). La grazia di Dio, come ho spiegato nella dottrina dell elezione, significa favore immeritato. Dato che siamo totalmente incapaci di guadagnarci il favore di Dio, l unico modo con cui potremmo essere dichiarati giusti sarebbe se Dio ci fornisse gratuitamente la salvezza per grazia, totalmente esente dalle nostre opere. Infatti Paolo spiega: Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti (Ef2:8-9) (cfr. Tt3:7). La grazia è chiaramente in contrasto con le opere o i meriti come motivi per i quali Dio sia disposto a giustificarci. Dio non aveva nessun obbligo di imputare il nostro peccato a Cristo né di imputare la giustizia di Cristo a noi; fu solo per il suo favore immeritato che lo fece. Per questo motivo uomini come Lutero e altri riformatori della Chiesa insistevano che la giustificazione viene per sola grazia, non per grazia più qualche merito da parte nostra. Giustificazione per fede L apostolo Paolo rende chiaro questo principio che insegna che la giustificazione avviene subito dopo la fede salvifica (cfr. Ga2:6). In questi versi è indicato chiaramente che la fede viene prima, e il suo scopo è quello di giustificare chiunque crede in Cristo Gesù. Dice inoltre che Gesù va accettato mediante la fede e che Dio giustifica colui che ha fede in Cristo Gesù (cfr. Ro3:25-26). L intero capitolo quattro di Romani è una difesa del fatto che siamo giustificati per fede e non per opere, proprio come fu per gli stessi Abraamo e Davide. Paolo infatti afferma:

4 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore (Ro5:1). Le Scritture non dicono mai che siamo giustificati come se la nostra fede avesse un merito davanti a Dio; non ci permettono mai di pensare che la nostra fede in sé stessa ci faccia guadagnare il favore di Dio. Piuttosto, le Scritture dicono che siamo giustificati per mezzo della nostra fede, facendoci capire che la fede è lo strumento attraverso il quale ci viene data la giustificazione, non un attività che ci fa guadagnare un merito o favore presso Dio. Ricordiamo allora, che siamo giustificati solo per i meriti dell opera di Cristo (Ro5:17-19). Perché la fede? Perché Dio non avrebbe potuto decidere di donare la giustificazione a tutti coloro che sinceramente mostrano solo amore? Oppure che mostrano solo gioia? O solo contentezza? O solo umiltà, saggezza? Perché Dio ha scelto la fede (o ubbidienza, che è un principio chiave del regno di Dio), come mezzo mediante il quale riceviamo la giustificazione. La fede è l unico atteggiamento del cuore che è l esatto contrario del dipendere da noi stessi. Agendo per fede, noi stiamo agendo per ubbidienza a Dio; le due parole, in tutta la Bibbia, sono interscambiabili. Quando andiamo a Cristo, e cominciamo ad avere fede in lui è come se ci stessimo fidando così tanto da riporre la nostra più totale ubbidienza nelle sue scelte. In questa maniera, la fede è il contrario della fiducia in noi stessi (orgoglio), e quindi è l atteggiamento che si adatta perfettamente alla salvezza che dipende per nulla dai nostri meriti ma interamente dal dono gratuito della grazia di Dio. Paolo infatti spiega: Perciò l eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d Abraamo (Ro4:16). La giustificazione per opere che confermano la fede: dottrina di Giacomo Questo pensiero è in linea con la lettera di Giacomo? Cosa può voler dire Giacomo quando afferma: Dunque vedete che l uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto (Gm2:24). Qui dobbiamo renderci conto che l apostolo Giacomo sta usando la parola giustificare in un modo totalmente diverso da Paolo. Qui la parola stessa prende il

5 significato di dimostrare o mostrarsi giusto, dichiarare di essere giusto. Ad esempio, Gesù disse ai farisei: Egli disse loro: Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori (Lu16:15). Il punto qui era che i farisei non andassero in giro a fare dichiarazioni legali che non erano colpevoli davanti a Dio, ma piuttosto che tentavano sempre di mostrare agli altri che erano giusti con delle loro opere esteriori. Gesù sapeva bene che la verità era ben diversa. Altri esempi della parola giustificare in questo senso del termine si trovano in (Mt11:19; Lu7:35; Ro3:4), leggete e meditate questi versi. La nostra interpretazione di Giacomo 2 dipende non soltanto dal fatto che mostrarsi giusto sia un senso accettabile per la parola giustificato, ma anche con la considerazione che questo senso si adatta bene allo scopo principale di Giacomo in questa epistola. Egli si sta occupando di controbattere coloro che dicono di avere fede, ma non mostrano alcun cambiamento nella loro vita. Questo ci insegna ad auto esaminarci per capire se le nostre opere stanno confermando la nostra fede, ovvero la nostra ubbidienza a Dio. Infatti è scritto: Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la tua fede (Gm2:18). Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta (Gm2:26). Giacomo non sta negando l insegnamento di Paolo in Romani, ma sta semplicemente affermando una verità diversa: cioè che la giustificazione avviene soltanto pian piano che se ne vedono delle prove (o buoni frutti cfr. Mt7:16) nella vita di una persona. È come se dicesse: dimostrami di essere giusto con le tue opere e non soltanto con la tua fede. Giacomo ha completato l insegnamento di Paolo (frutti dello Spirito cfr. 2Co13:5; Ga5:19-24). Facciamo nostre queste due verità e cerchiamo di mettere in pratica in modo equilibrato tutti e due queste dottrine. La dottrina dell adozione Oltre alla giustificazione, c è un altro privilegio incredibile che Dio dona nel momento in cui diventiamo figli suoi (Gv1:11), ovvero l adozione. L adozione è un atto amorevole con il quale egli ci rende membri e figli della sua famiglia.

6 Le lettere del Nuovo Testamento testimoniano più volte che ora siamo figli di Dio in un senso speciale. Paolo scrive: Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito d adozione, mediante il quale gridiamo: Abbà! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui (Ro8:14-17). In questi versi è usato il sostantivo, che significa figlio di Dio acquistato a caro prezzo. Se siamo figli di Dio però abbiamo rapporti di parentela in quanto membri della famiglia? Certamente; infatti, questa adozione nella famiglia di Dio ci rende partecipi insieme, in un corpo solo, anche con i giudei dell Antico Testamento (Israele naturale), (cfr. Ro9:7-8; Ga4:28-31; 1P3:6). Paolo spiega che questa dottrina dell adozione non fu pienamente realizzata nell A.T. (cfr. Ga3:23-26). Ciò non vuol dire che nell A.T. si omettesse totalmente di parlare di Dio come nostro Padre, perché Dio si chiamò Padre dei figli d Israele e li chiamò suoi figli in diversi passi (Sal103:13; Is43:6-7; Ml1:6; 2:10). Però i pieni privilegi di questa dottrina non vennero finché non giunse Cristo e lo Spirito Santo fu riversato nei nostri cuori, portando la testimonianza che siamo figli di Dio. Sebbene il N.T. afferma che ora noi siamo figli di Dio (1Gv3:2), dovremmo ancora ricordare che c è un alto senso in cui la nostra adozione è ancora futura, perché non riceviamo i pieni benefici e privilegi dell adozione finché Cristo non ritornerà e avremo corpi nuovi e incorruttibili. Paolo, a proposito di questo scrive: Non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l adozione, la redenzione del nostro corpo (Ro8:24). Qui ricevere corpi nuovi significherebbe completare l adozione in modo perfetto e adempiere così in pieno questa dottrina, perché non dimentichiamo che la nostra cittadinanza è in cielo (cfr. Fl3:20). Che la grazia di Dio sia su tutti voi.