DIETRICH BONHOEFFER: UNA LEZIONE SEMPRE ATTUALE. Piersandro Vanzan S.I.

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1 La Civiltà Cattolica, 2010 III quaderno 3846 (18 settembre 2010) DIETRICH BONHOEFFER: UNA LEZIONE SEMPRE ATTUALE Piersandro Vanzan S.I. La pubblicazione del decimo e ultimo volume della monumentale edizione critica delle «Opere di Dietrich Bonhoeffer» (Odb), a cura del compianto Alberto Gallas e di Alberto Conci 1, ben si presta a una riflessione su quell emblematico pastore luterano tedesco. Non a caso, dopo oltre 65 anni dalla morte, le sue opere, confortate da una eroica testimonianza di fede, continuano a provocare. Infatti, la sua breve vita e la drammatica fine 2 interrogano tuttora ogni persona di retto sentire e buona volontà prima ancora di qualsiasi specificazione religiosa intorno alle grandi questioni riguardanti il senso della vita e la presenza di Dio nel mondo, anche nelle situazioni più estreme: come, allora, nel buio del periodo hitleriano. Non meraviglia quindi che la bibliografia di e su Bonhoeffer, per quanto ormai immensa 3, possa dilatarsi ulteriormente, stante la profondità e l ampiezza delle sue meditazioni, nonché l attualità del suo profetizzare 4. Indubbiamente la pur breve vita di Bonhoeffer costituisce una luminosa testimonianza cristiana vissuta fino al martirio, e le sue opere risuonano tuttora autorevolmente non solo in campo teologico, tanto da renderlo un interlocutore straordinario per credenti e non, andando oltre le differenti matrici socioculturali e le appartenenze religiose 5. Il merito di Bonhoeffer è indubbiamente di aver recepito le sfide che minacciavano il legame tra fede e vita e avervi risposto sia con intuizioni superiori alla media, sia con la forza di una sperimentazione vissuta sulla propria pelle 6. Questi Scritti scelti consentono perciò di riproporre, nell arco di 12 anni, quelle che furono le principali tappe della sua vita l adesione alla Chiesa Confessante, la formazione «illegale» degli studenti di teologia, il periodo legato alla cospirazione e infine la prigionia attraverso riflessioni che lo rendono suggestivo e provocatorio ancor oggi. Da Londra a Finkenwalde Gli anni più significativi dell esperienza bonhoefferiana si aprono col soggiorno a Londra, dove si recò per guidare due comunità evangeliche tedesche all estero. Una scelta vissuta tra dubbi e sofferenze, come leggiamo nel disagio che Dietrich rivela nei confronti della Confessione luterana ufficiale, sempre più connivente col regime hitleriano. «Spero di non essere partito a causa della scontentezza per le condizioni della nostra Chiesa scrive nel 1933 al maestro e ispiratore Karl Barth 7, specialmente per l atteggiamento del nostro gruppo. Probabilmente [ ] avrei dovuto prendere formalmente le distanze dai miei amici. [ ] Sentivo di trovarmi inspiegabilmente in opposizione radicale a tutti loro e che, con le mie idee sulla questione [nazismo], mi stavo isolando sempre più» (p. 17). È evidente il disagio per una comunità che manifesta preoccupanti segni di vicinanza al regime nazista. Come manifesto è il senso di solitudine per una scelta di opposizione che si va sempre più delineando nei confronti non solo della Confessione ufficiale luterana, ma anche di tanti amici e colleghi orientati in quella direzione. Di fatto, il Sinodo generale prussiano (cosiddetto Sinodo bruno) aveva inserito nella Confessione ufficiale luterana il famigerato «paragrafo degli ariani», escludendo perciò dal servizio ecclesiastico tutti i dipendenti e i pastori non ariani. Evidente vittoria 1

2 del regime nazista e affermazione del potente movimento Deutsche Christen, che dal 1933 sosteneva la politica antisemita di Hitler 8. In breve, il soggiorno londinese consente a Bonhoeffer sia di valutare con molta lucidità il perverso sentiero che la Germania nazista e i Deutsche Christen avevano intrapreso, sia di maturare quelle scelte di resistenza e opposizione che sfociarono poi nell adesione alla Chiesa Confessante: la comunità che si era distaccata dalla Confessione evangelica ufficiale. Di fronte a un Europa sempre più minacciata dalla follia nazista, Bonhoeffer da Londra complice l autonomia che le comunità tedesche possedevano all estero inizia una forte opposizione, attivando soprattutto fitte relazioni col movimento ecumenico 9. Ed è proprio l ecumenismo una colonna del pensiero bonhoefferiano. Per lui, infatti, la dimensione ecumenica categoricamente richiesta da Gesù: ut unum sint, Pentecoste e missio ad gentes è necessariamente un terreno di condivisione tra i popoli e le nazioni; un principio che le Chiese devono assolutamente fare proprio e di cui farsi voce, anche con esperimenti di avanguardia. «Il nostro compito teologico scrive Bonhoeffer nel suo intervento alla Conferenza ecumenica di Fanø in Danimarca, nel 1934 consiste nel percepire questo comandamento [la pace e l amicizia tra i popoli] come vincolante e non nel discuterlo come questione aperta. Pace in terra non è un problema, bensì un comandamento dato con la stessa manifestazione di Cristo. [ ] La pace deve esistere perché Cristo è nel mondo, cioè la pace deve esistere perché c è una Chiesa di Cristo, soltanto per amore della quale il mondo intero è ancora in vita. E questa Chiesa di Cristo vive contemporaneamente in tutti i popoli, persino al di là di ogni confine di tipo nazionale, politico, razziale, e i fratelli di questa Chiesa sono legati tra loro mediante l osservanza del comandamento dell unico Signore Gesù Cristo, in maniera più indissolubile di quanto ogni vincolo della storia, del sangue, delle classi e delle lingue possa legare gli esseri umani» (p. 62 s). Traspare qui il suo ecumenismo pacifista, come pure la sua decisa opposizione alla vasta parte del luteranesimo ufficiale, che, schieratosi col regime nazista, legittimava le inaccettabili scelte razziali operanti non solo in ambito politico e sociale, ma anche nella sfera religiosa ed ecclesiastica. L adesione alla Bekennende Kirche, con l acquisizione di una profonda e radicata convinzione pacifista-ecumenica, segna quindi il punto di rottura tra Bonhoeffer e la Chiesa del III Reich e, al tempo stesso, l orientare il suo agire non soltanto in termini di generica opposizione, ma anche di concreta formazione alternativa dei giovani teologi: unica via per rinvigorire le forze di un opposizione integrativa a quella politica. L esperienza di Finkenwalde 10, che Bonhoeffer condivise con altri fratelli, va letta perciò in questa ottica: un esperienza che, per quanto breve dal 1935 al 1937, quando i seminari «illegali» furono soppressi, è costruita intorno al vivere, pregare e studiare insieme la Parola, unico fondamento della comunità ecclesiale. «Ci è comandato soprattutto leggiamo in un appello che Bonhoeffer consegnò a Bell in uno dei suoi viaggi in Inghilterra di mettere in pratica, nel nostro ministero e nella nostra comunità, il fatto che la Bekennende Kirche vive di sola Parola, di sola Grazia, di sola Fede. Il peso del nostro lavoro, innanzitutto della riflessione teologica e della purificazione della Chiesa ad essa collegata, sta nella nostra comunità e nei nostri sinodi come luogo indicatoci per il nostro lavoro» (p. 110 s). Dichiarazioni ben poco concilianti, che posero Bonhoeffer e gli altri membri della Bekennende Kirche il cui riconoscimento viene negato proprio nel 1935 in una posizione ancor più critica verso il regime hitleriano, che strinse nella morsa quei ribelli: prima dichiarando illegali quei seminari, poi togliendo a Bonhoeffer l autorizzazione all insegnamento 11, e infine arrestando le persone implicate nella pubblicazione di un memorandum sulle violazioni della legge, che nel 1936 era stato consegnato a Hitler e letto pubblicamente dal pulpito. Nonostante tale clima di tensione, Bonhoeffer ha per i seminaristi e per gli amici che condividono questa scelta di campo molto pericolosa 12 commoventi parole di sostegno, vicinanza e conforto, incentrate sul fidarsi della Parola come fonte di gioia e di risposte alternative. In una lettera all amico giurista Rüdiger 2

3 Schleicher, scrive: «Così ora io leggo la Bibbia. Interrogo ogni passo: qui cosa ci dice Dio? E prego Dio che ci mostri che cosa vuol dire. [ ] A partire da qui ti riesce comprensibile, in qualche modo, il fatto che io non voglia rinunciare in alcun punto alla Bibbia come Parola estranea di Dio, e che anzi domandi con tutte le forze ciò che Dio in essa voglia dirci. Ogni altro luogo all infuori della Bibbia è divenuto per me troppo incerto; là temo di imbattermi soltanto in un sosia divinizzato di me stesso. [ ] E ora voglio dirti in via del tutto personale che da quando ho imparato a leggere così la Bibbia cioè non da molto mi appare ogni giorno più meravigliosa» (p. 123 s). Traspare qui un amore profondo per le Scritture, che non è soltanto un pur lecito interesse esegetico, ma soprattutto è la gioia di chi nella Parola intercetta le risposte ai grandi interrogativi e insieme ritrova l entusiasmo di vivere nella sequela Christi. Infatti Bonhoeffer non solo gode dell approfondimento esegetico-teologico della Bibbia, ma desidera riscoprire nel testo sacro il fondamento ultimo su cui costruire la Chiesa. Questa forza e questa aderenza al testo biblico sono il tratto caratteristico dell insegnamento che Bonhoeffer rivolge a seminaristi teologi, mirando a restituire alla Chiesa il proprio ruolo di annuncio di fede e speranza. Purtroppo l esperienza di Finkenwalde viene bruscamente interrotta 13, ma certamente non pregiudicò la «resistenza» di Bonhoeffer, sempre più deciso a impegnarsi anche politicamente contro il nazismo. La cospirazione contro Hitler e la prigionia La chiusura del seminario di Finkenwalde nel 1937, con la successiva incarcerazione di ben 27 exallievi, tutti renitenti alla chiamata alle armi del Reich, segnava inequivocabilmente la strategia del regime nazista, fondata sulla «statalizzazione» della Confessione luterana ufficiale non a caso denominata Deutsche Christen, sempre più fedele al nazismo e, dunque, controllata attraverso l amministrazione statale. Significativamente, anche prima della chiusura, a quei teologi illegali era stata offerta una sorta di sanatoria attraverso l accettazione di un incarico pastorale e la presa di distanza ufficiale dalla Bekennende Kirche. Tutti questi tentativi di inglobare nella follia nazista quanti dimostravano la propria opposizione al regime non potevano non suscitare in Bonhoeffer un deciso avvicinamento a forme di opposizione più radicali. Anche la breve esperienza pastorale nei vicariati collettivi 14 testimonia il suo anelito di costruire un opposizione che verificasse i più scottanti temi non solo ecclesiali ma anche politici sulla Parola di Dio. La brusca fine anche di questo tentativo di una «formazione alternativa» ma, per il regime, «illegale» gli conferma la fatale deriva in atto per la Germania e la Chiesa, senza contare le ansie relative al proprio destino: è sempre dietro l angolo il rischio dell arruolamento, rimandato esclusivamente grazie agli amici e ai continui spostamenti, come il breve soggiorno tra il 1940 e il 1941 a Ettal, nell Alta Baviera, da dove Bonhoeffer non manca di sostenere e confortare i tanti fratelli accomunati nel medesimo destino. «Non soltanto la guerra porta la morte scrive in un accorata «lettera circolare ai fratelli», che preannuncia un fosco Natale, non soltanto escogita i dolori e i tormenti dei corpi e delle anime degli uomini, non soltanto scatena menzogna, ingiustizia, violenza. [ ] Ma la guerra rende tutto questo, che esiste anche senza di essa e prima di essa, come inevitabile per noi tutti, anche se noi lo eviteremmo volentieri. Proprio per questo la guerra ci offre, in modo del tutto particolare, la possibilità di festeggiare autenticamente il Natale. Il mondo è andato perduto : questa è l unica conoscenza a partire dalla quale si può capire che cosa significa Cristo è nato. [ ] Ora nella festa del Natale siamo rivolti in modo nuovo a ciò che costituisce anche il centro della Bibbia. Non sono più le immagini e i simboli raffinati e variopinti a interessarci, bensì a partire dalla reale effettività della miseria bramiamo la realtà del grande aiuto divino. [ ] Come i pastori anche noi guardiamo il Bambino nella mangiatoia e ascoltiamo il messaggio come era stato detto loro su questo Bambino» (p ). Parole ispirate, che testimoniano ancora una volta la profondità bonhoefferiana nel discernere il piano divino anche in un quadro così buio e privo di futuro. 3

4 Le lettere e i documenti del biennio raccontano di un Bonhoeffer in continuo spostamento, anche per «missioni» interne alla Resistenza. Tipici sono i suoi viaggi in Gran Bretagna e in Svizzera, compiuti per il Servizio segreto militare tedesco, dove operano amici fidati e, come lui, oppositori del nazismo 15. Ma anche all interno della Resistenza egli non dimentica l impegno ecumenico soprattutto a Ginevra, dove riallaccia vecchi legami e si adopera per una strategia della pace, coinvolgendo anche vescovi inglesi, e s impegna nei confronti dei «non ariani» perseguitati: redigendo puntuali rapporti sulle deportazioni di ebrei, ma soprattutto contribuendo a far passare il confine clandestinamente ai «non ariani». Un coinvolgimento che risulterà fatale quando, durante la prigionia, riaffioreranno queste sue manovre 16. Il diario di quei giorni racconta un susseguirsi frenetico di incontri e di colloqui, a riprova del comune intento per contribuire, «da cristiani», a migliorare gli obiettivi anche di carattere politico. Di qui all arresto il passo fu breve. Il 5 aprile del 1943, prima dell attentato a Hitler 17, Dietrich e altri cospiratori furono arrestati; e gli interrogatori di Bonhoeffer sono puntualmente riportati in quest ultimo volume delle Odb. Si aprì così la fase bonhoefferiana più importante, giustamente definita la più «mistica», nella quale in contatto diretto con la terribile realtà delle prigioni naziste Dietrich elabora le sue più audaci e controverse intuizioni teologiche. Le meditazioni nel carcere di Tegel, e le lettere di quel periodo ( ) 18, consegnano alla Storia un alto esempio di lettura biblico-spirituale e insieme mistica delle vicende di quei mesi: spaziando in ogni direzione e sondando le profondità della sola fide anche in quell orrore senza precedenti. «Sanare, guidare, consolare: questo è quanto Dio opera a Pentecoste scrive da Tegel nella Pentecoste 1944 [...] Dio vuole guidarci. Non tutte le vie degli uomini sono guidate da Dio; possiamo andare a lungo per le nostre vie; su di esse siamo una marionetta mossa dal caso, che può dispensarci felicità o infelicità. Le nostre vie ci riconducono in circolo sempre su noi stessi. Invece quando è Dio a guidarle, esse ci conducono a lui. [ ] Dio vuole consolarci. Egli consola soltanto se c è un sufficiente motivo per farlo, se gli uomini non sanno più che pesci pigliare, se sono angustiati dall assurdità della vita. Il mondo così com è ci fa sempre paura. Ma chi è consolato vede qualcosa di più e ha qualcosa di più del mondo: ha la vita con Dio. Nulla è distrutto, perso, insensato, quando Dio consola» (p. 755 s). E ancora, scandagliando il mistero della sofferenza e concentrandosi sul binomio distanza-vicinanza di Dio, secondo quello che fu definito «il paradosso bonhoefferiano», scrive: «Il giusto soffre a causa del mondo, l ingiusto no. Il giusto soffre per l ingiustizia, la mancanza di senso e le incongruenze delle vicende del mondo, soffre per la distruzione degli ordinamenti divini del matrimonio e della famiglia. Soffre per queste cose non perché esse significhino per lui una privazione, ma perché vi riconosce qualcosa di anti divino. Il mondo dice: le cose vanno così, andranno sempre così e non può essere diversamente. Il giusto dice: le cose non dovrebbero stare così, sono contro Dio. Il giusto lo si riconoscerà soprattutto dal fatto che egli soffre in questo modo: egli introduce il sensorio (Sensorium) di Dio nel mondo e soffre, di conseguenza, così come Dio soffre, per il mondo» (p. 760 s). Arduo commentare parole tanto cariche di spiritualità, come impossibile è ritenere conclusa l analisi di una testimonianza che ancor oggi suscita grande emozione, insieme a varie discussioni sul piano teologico e oltre. Conclusioni aperte Di fatto, la condanna a morte del 1945 a Flossenbürg ha interrotto, ma non concluso, l eredità testimoniale di questa vittima della follia nazista, sicché parlare di conclusioni è improprio. Come assurdo sarebbe considerare queste nostre brevi pagine esaustive di un personaggio la cui levatura e profondità sono pari soltanto alla sua attualità. Questi Scritti scelti, come tutti i volumi della monumentale Odb, fanno rimarcare tale attualità e insieme ringraziare la Queriniana per averci fatto conoscere tutte le opere bonhoefferiane, il cui lascito umano, socioculturale, teologico-pastorale e spirituale continua a provocarci. 4

5 A prescindere da riserve di ordine teologico, quella di Bonhoeffer è soprattutto una lezione di aderenza alla Parola di Dio: una fedeltà che è e rimane l unica via di salvezza, per ogni cristiano e per tutta la Chiesa. Proprio tale assoluta fedeltà è alla base delle convinzioni ecumenico-pacifiste bonhoefferiane: un orizzonte ampio, che comprende tutti, cristiani e non; uno specimen che dev essere il tratto distintivo della Chiesa voluta da Dio. «Rimaniamo fermamente vicini gli uni gli altri scrive dal carcere di Tegel con il corpo, l anima e con lo spirito, e adempiamo così anche le parole della creazione: ti voglio creare un sostegno» (p. 760). Da un carcere, in un momento così buio nella storia dell uomo, queste parole di un cristiano ribadiscono la forza al di là di ogni tragedia e sconfitta del legame che contraddistingue gli uomini: diretta emanazione di un legame ben più alto e misterioso. Una vicinanza che Bonhoeffer sperimenta in crescendo nella sua vita e tocca il vertice nell estremo sacrificio. Come ricordano i compagni di prigionia, quando due aguzzini entrarono nella cella gridando «Prigioniero Bonhoeffer prepararsi a venir via», egli sussurrò: «È la fine; per me l inizio della vita». E il medico del lager, che lo accompagnò alla morte, ricorda l assoluta calma e serenità di quel prigioniero che, giunto alla scaletta del patibolo, s inginocchiò sul primo gradino, raccolto in profonda preghiera 19. Questa testimonianza di vita e la sua opera rappresentano un lascito sintetizzabile nella formula: «Davanti a Dio, per gli uomini». Per ricostruire quella fratellanza che è il riflesso più importante del legame con il Dio e Padre di Nostro Signore Gesù Cristo: l uomo per gli altri. Sicché il lascito bonhoefferiano più importante, in una prospettiva di ripensamento del cristianesimo futuro, sta nell afflato che pervade le ultime sue intuizioni e fanno riscoprire la dimensione mistica, assolutamente ineliminabile e specifica della fede cristiana Cfr D. Bonhoeffer, Scritti scelti ( ), a cura di A. Conci, Brescia, Queriniana, 2009, ultima tappa del quarantennale impegno che l editrice ha dedicato al martire luterano. In seguito, quando citeremo i volumi di questa opera omnia, useremo Odb e il numero del volume. Segnaliamo inoltre l antologia di 365 suoi testi che, per ogni giorno dell anno, favoriscono suggestive meditazioni: cfr D. Bonhoeffer, Voglio vivere questi giorni con voi, a cura di M. Weber, ivi, Nato a Breslavia nel 1906 in una famiglia dell alta borghesia, studiò teologia a Tubinga e a Berlino, dove conseguì il dottorato a soli 21 anni. È interessante notare che, benché uditore di Adolf von Harnack, si laureò col sistematico Reinhold Seeberg. Dopo aver prestato servizio pastorale all estero (Barcellona, New York e Londra) nel 1931 tornò in Germania come docente all Università di Berlino. A partire dalla metà degli anni Trenta, aderendo alla Bekennende Kirche (Chiesa Confessante) ramo della Confessione luterana staccatosi dalla maggioranza filonazista (Deutsche Christen) iniziò la sua azione di resistenza e opposizione a Hitler, fino alla tragica conclusione, l impiccagione, nel lager di Flossenbürg il 9 aprile del Cfr la bibliografia riportata nei dieci volumi Odb, mentre per un ritratto complessivo cfr P. Vanzan, «Dietrich Bonhoeffer 50 anni dopo: un bilancio», in Civ. Catt II e, per i risvolti sociologici, C. Albini, «Fede e società in Bonhoeffer», in Aggiornamenti Sociali 56 (2006) Come leggiamo nella prefazione, questo volume raccoglie testi bonhoefferiani disparati (sermoni, lettere, conferenze ecc.) del periodo e corrisponde ai volumi dell opera omnia tedesca. Tali scritti, dapprima e ingiustamente ritenuti minori, sono rilevanti per chi intenda approfondire la vita e l opera di Bonhoeffer. 5 Sulla visione bonhoefferiana, anche sulla forma Ecclesiae cfr Odb 1: Sanctorum communio; Odb 4: Sequela; e Odb 5: Vita comune e il pregare biblico. 5

6 6 Cfr le testimonianze di quanti furono intimi di Bonhoeffer: W. D. Zimmermann, Ho conosciuto Dietrich Bonhoeffer, Brescia, Queriniana, 1970; Dossier-Bonhoeffer, ivi, 1971; e soprattutto l ampia e dettagliata biografia di E. Bethge, Dietrich Bonhoeffer. Teologo, Cristiano, Contemporaneo, ivi, 1975, che tuttavia nei passaggi sull amore per Maria von Wedemeyer, va ora arricchita con D. Bonhoeffer, Lettere alla fidanzata. Cella 92, ivi, Karl Barth ( ), svizzero ma formatosi nell alveo della cultura e della teologia tedesca, è considerato uno dei più importanti teologi del Novecento e voce fondamentale della Chiesa Confessante. Il suo commento a L epistola ai Romani (Römerbrief) diede inizio alla «teologia dialettica», contrapposta a quella di matrice storicista (cfr Civ. Catt II ). Di Bonhoeffer scriverà più tardi, criticando l insegnamento di R. Seeberg: «Unica giustificazione è che dalla sua scuola è potuto uscire Dietrich, la cui tesi dottorale [ ] non solo merita il rispetto più profondo, in considerazione della situazione di allora, ma ancor oggi è più istruttiva e stimolante di tante cose scritte da allora in poi sul problema della Chiesa» (E. Bethge, Dietrich Bonhoeffer, cit., 88). 8 Per un ampia e dettagliata cronaca riguardante quel periodo, cfr E. Bethge, Dietrich Bonhoeffer, cit., cap. 7, dove spicca la reazione bonhoefferiana al famigerato «paragrafo ariano» del cosiddetto Sinodo bruno «Non possiamo recitare il Padre Nostro né cantare il gregoriano se non abbiamo difeso gli ebrei» e la trasmissione radiofonica in cui diceva agli ascoltatori che il Führer (duce) poteva essere un Verführer (seduttore). Ovviamente la trasmissione fu subito interrotta. 9 Decisivo fu il rapporto tra Bonhoeffer e George Bell ( ), vescovo di Chichester e membro autorevole della Comunione anglicana, che dal 1933 appoggiò la Comunità Confessante tedesca. Amico intimo di Bonhoeffer, contribuì alla stesura della Dichiarazione di Barmen, manifesto della Bekennende Kirche e, come membro della Commissione cristiana internazionale per i rifugiati tedeschi, si adoperò molto per il salvataggio degli ebrei. 10 Finkenwalde, oggi cittadina della Polonia, situata sul Mare del Nord, fu scelta come sede per costituire il Seminario clandestino dove Bonhoeffer e altri intendevano formare giovani pastori luterani «non allineati». Impostato sulla vita comune e la preghiera della Bibbia, il seminario dava molta importanza all omiletica: disciplina, questa, ritenuta decisiva ai fini di un efficace opposizione al regime nazista. 11 Se nel periodo precedente Bonhoeffer aveva scritto Atto ed essere (Odb 2) e Creazione e caduta (Odb 3), dopo Finkenvalde redasse, ma lasciò incompiuta, Etica (Odb 6), che in questa edizione critica troviamo in una nuova ricostruzione. 12 Negli anni dell esperienza di Finkenwalde, i principali destinatari delle lettere di Bonhoeffer furono, oltre ai fratelli del seminario, i colleghi come il pastore Friedrich Schauer, gli amici come Rüdiger Schleicher e i familiari: in particolare la sorella Susanne, sposata con Walter Dress, professore di Storia della Chiesa all Università di Berlino. 13 Nel 1937, con decreto del capo della polizia e delle SS, Heinrich Himmler, il seminario di Finkenwalde fu soppresso, e la «casa dei fratelli» (Bruderhaus) venne forzatamente chiusa. A motivazione giuridica fu addotto il quinto decreto esecutivo della «legge per la sicurezza della Chiesa evangelica tedesca». 14 Dopo la chiusura di Finkenwalde, a Schlönwitz e Sigurdshof, oggi in Polonia, ma allora in Germania vennero organizzati due seminari collettivi, intesi da Bonhoeffer come luoghi non solo di vita comune, ma anche di formazione particolarmente concentrata, per favorire la creazione di 6

7 una comunità ecclesiale diversa. I lavori dei seminari collettivi, nonostante le difficoltà, proseguirono fino al 1940, quando furono definitivamente chiusi. 15 Bonhoeffer entrò in contatto con il Servizio segreto militare tedesco (Abwehr), guidato dall ammiraglio Wilhelm Canaris, attraverso il cognato Hans von Dohnany. 16 Il viaggio in Svezia del 1942 è l ultimo sforzo in favore di una pace ecumenica: un impegno che vede coinvolti Bonhoeffer, il vescovo Bell, l amico di sempre, e numerosi simpatizzanti svedesi e di altri Paesi europei. Dalle annotazioni apposte da Bonhoeffer nel diario di George Bell si evince quanto grande e condiviso fosse l impegno di questi personaggi nel costruire, attraverso una serie di contatti internazionali primo fra tutti col Ministero degli Esteri britannico, una opposizione efficace che potesse contrastare il nazismo. 17 Il fallito attentato a Hitler (20 luglio 1944) era stato organizzato dall ammiraglio Wilhelm Canaris, dal consigliere al Ministero della Giustizia, Hans von Dohnany, cognato di Bonhoeffer, e da altri ufficiali, giustiziati poi tra efferate sevizie, esplicitamente volute da Hitler. 18 Cfr Odb 7: Frammenti da Tegel, mentre Odb 8, con gli inediti rispetto alla precedente edizione italiana di Resistenza e Resa (Milano, Bompiani, 1969), ci fa «sentire» l intrigante domanda che tormentava Bonhoeffer: fin dove «resistere» (al nazismo), e quando «arrendersi»? Ma sempre e comunque non alle considerazioni e prudenze umane, bensì soltanto alla volontà (anche permissiva) di Dio. 19 Cfr E. Bethge, Dietrich Bonhoeffer, cit., 999 s, che riporta la testimonianza del medico: «La preghiera così devota e fiduciosa di quell uomo straordinariamente simpatico mi ha scosso profondamente. Nella mia attività medica di quasi 50 anni non ho mai visto un uomo morire con tanta fiducia in Dio». 20 Significativamente l allora cardinale J. Ratzinger scriveva, in Sale della terra, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 1997: «Il cristiano del futuro sarà mistico o non sarà». E a chi gli domandava quali fossero i suoi modelli, rispondeva: «Tommaso Moro, il card. Newman, convertito dall anglicanesimo, e il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer». 7

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