PROPOSTA DI RISOLUZIONE

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1 Parlamento europeo Documento di seduta B8-1057/ PROPOSTA DI RISOLUZIONE presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento sulla necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom (2016/2891(RSP)) David Borrelli, Laura Agea, Rolandas Paksas a nome del gruppo EFDD RE\ docx PE v01-00 Unita nella diversità

2 B8-1057/2016 Risoluzione del Parlamento europeo sulla necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom (2016/2891(RSP)) Il Parlamento europeo, vista la sua risoluzione del 25 novembre 2014 sugli aspetti occupazionali e sociali della strategia Europa , vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2013 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'informazione e la consultazione dei lavoratori, l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni 2, vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, in particolare gli articoli 22 e 23 sui diritti economici e sociali e sul diritto al lavoro, vista la Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea, in particolare il titolo IV sulla solidarietà, visto il trattato sul funzionamento dell'unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 6 e 147, visto il trattato sul funzionamento dell'unione europea (TFUE), che impone agli Stati membri e all'ue di garantire la competitività dell'industria europea, in particolare l'articolo 173, visto l'articolo 174 TFUE sulla coesione economica, sociale e territoriale, in particolare nelle zone interessate da transizione industriale, viste le sue precedenti risoluzioni sull'industria siderurgica e la ristrutturazione, il trasferimento e la chiusura di imprese nell'ue, vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2014 sul piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile 3, vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'europa per promuovere la competitività e la sostenibilità 4, vista la sua risoluzione del 21 maggio 2013 sulle strategie regionali per aree industriali nell'unione europea 5, vista la sua risoluzione del 15 marzo 2012 su una tabella di marcia verso un'economia 1 GU C 289 del , pag GU C 440 del , pag Testi approvati, P7_TA(2014) Testi approvati, P7_TA(2014) GU C 55 del , pag. 6. PE v /9 RE\ docx

3 competitiva a basse emissioni di carbonio nel , vista la direttiva 98/59/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi 2, vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro 3, vista la direttiva 2002/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, che istituisce un quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori 4, visti la comunicazione della Commissione del 31 marzo 2005 dal titolo "Ristrutturazioni e occupazione Anticipare e accompagnare le ristrutturazioni per ampliare l'occupazione: il ruolo dell'unione europea" (COM(2005)0120) e il parere del Comitato economico e sociale europeo del 14 dicembre , vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 dal titolo "Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica" (COM(2012)0582), vista la comunicazione della Commissione dell'11 giugno 2013 intitolata "Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile" (COM(2013)0407), viste le raccomandazioni della tavola rotonda ad alto livello sul futuro della siderurgia europea del 12 febbraio 2013, viste le conclusioni del Consiglio "Competitività" del 18 e 19 febbraio 2013, in cui si esorta la Commissione a presentare un piano d'azione, visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento, A. considerando che la chiusura della sede belga di Caterpillar a Gosselies ad aprile 2017, annunciata dal gruppo il 2 settembre 2016, si tradurrà nella perdita del posto di lavoro per persone nel quadro del piano globale di ristrutturazione e riduzione dei costi annunciato a settembre 2015 e che i relativi danni collaterali coinvolgeranno la catena di approvvigionamento dell'azienda, portando la potenziale perdita totale di occupazione a più di posti di lavoro nell'ue e fino a nel mondo nei prossimi anni; B. considerando che Caterpillar ha inoltre dichiarato che sta considerando la possibilità di chiudere il proprio stabilimento in Irlanda del Nord nel quadro di una ristrutturazione delle attività nel paese, il che potrebbe comportare la perdita di 250 posti di lavoro ulteriori; 1 GU C 251E del , pag GU L 225 del , pag GU L 303 del , pag GU L 80 del , pag GU C 65 del , pag. 58. RE\ docx 3/9 PE v01-00

4 C. considerando che tra il 2009 e il 2015 la società ha aumentato del 50 % il pagamento dei dividendi agli azionisti, riducendo nel contempo il personale del 15 %; che nel 2015 Caterpillar ha realizzato vendite e ricavi per un valore di 47 miliardi di USD, attestandosi come l'attuale leader mondiale nella produzione di attrezzature per costruzioni e attività minerarie, motori diesel e a gas naturale, turbine industriali a gas e locomotive diesel-elettriche; D. considerando che il 7 settembre 2016 il gruppo francese Alstom ha annunciato la propria intenzione di porre fine alla produzione industriale a Belfort, nella regione della Franca Contea, entro il 2018 e di trasferire le attività di produzione di treni in un altro stabilimento situato a Reichshoffen, in Alsazia, in quanto l'attuale livello degli ordini di locomotive per treni merci e treni ad alta velocità assemblati presso tale stabilimento non ne giustifica, secondo la società, il mantenimento in attività; che 400 persone perderanno il lavoro in conseguenza di tale decisione; E. considerando che nel maggio 2016 Alstom ha dichiarato un aumento del 23 % dei suoi utili adeguati al lordo di interessi e imposte nel corso dell'esercizio fino a marzo; F. considerando che il settore industriale europeo ha svolto storicamente un ruolo di primo piano nel processo d'integrazione europeo e che la prosperità e la conoscenza che ha portato con sé hanno conferito un significato importante, oltre che una giustificazione, al progetto europeo; G. considerando che la quota di occupazione diretta nel settore industriale è purtroppo diminuita costantemente in tutta Europa, passando da circa un quinto della popolazione attiva nel 2000 a un sesto nel 2015; H. considerando che l'industria ferroviaria europea, con la sua elevata densità di PMI, dà lavoro a persone, reinveste il 2,7 % del suo fatturato annuo in attività di R&S e rappresenta il 46% del mercato mondiale dell'industria ferroviaria; I. considerando che dall'insieme del settore ferroviario dipendono oltre 1 milione di posti di lavoro diretti e 1,2 milioni di posti di lavoro indiretti nell'ue e che tale settore fornisce, inoltre, la tecnologia fondamentale per garantire una mobilità sostenibile; J. considerando che l'intensificazione del commercio internazionale, che procede parallelamente a una riduzione senza precedenti dell'occupazione nel settore industriale nell'ue, non ha comportato una riduzione del consumo di materiali, bensì un aumento delle importazioni di prodotti ad alto consumo energetico; K. considerando che negli ultimi decenni, in media in tutto il settore industriale, la produttività della manodopera si è sviluppata molto più velocemente rispetto alla produttività delle risorse e che, secondo le stime, la manodopera rappresenta meno del 20% dei costi di produzione, mentre le risorse rappresentano il 40% di tali costi; che, ciononostante, gli aumenti delle retribuzioni nell'unione europea sono sempre rimasti inferiori rispetto agli aumenti della produttività; L. considerando che la parte più avanzata e sostenibile del settore siderurgico, che fabbrica prodotti tecnologici di alto valore, rispetta la saluta dei lavoratori e delle popolazioni circostanti e garantisce la conformità a norme ambientali rigorose, svolge un ruolo PE v /9 RE\ docx

5 importante nella strategia industriale europea; M. considerando che le misure di austerità orientate alla stabilità stanno ostacolando l'intera economia europea, aggravando ulteriormente le profonde difficoltà sociali cui devono far fronte le regioni e i lavoratori interessati dalle chiusure industriali; che gli elevati tassi di disoccupazione nell'ue sono legati alla contrazione della base produttiva industriale e manifatturiera, derivante da una globalizzazione iniqua; N. considerando che le delocalizzazioni non strategiche all'interno dell'ue, dettate esclusivamente da considerazioni legate ai rendimenti finanziari a breve termine e alla riduzione dei costi, innescano una spirale sociale verso il basso, distruggono il valore sistemico e sono incompatibili con la coesione, l'innovazione, lo sviluppo e con qualsiasi forma di politica industriale efficace; O. considerando che le imprese che attuano ristrutturazioni o ridimensionamenti hanno la responsabilità di porre il dialogo sociale al centro dei relativi processi e dovrebbero agire in modo socialmente responsabile, poiché l'esperienza ha ripetutamente dimostrato che non è possibile realizzare una ristrutturazione o un ridimensionamento sostenibile sul piano sociale ed economico senza un sufficiente dialogo sociale, prestando particolare attenzione all'informazione e alla consultazione dei lavoratori, aumentando il più possibile l'assistenza sociale per facilitare la loro transizione e offrendo un'ampia gamma di servizi di reinserimento, formazione e riqualificazione; P. considerando che numerosi settori dell'industria europea si trovano di fronte a una crisi degli investimenti che rischia di comprometterne il futuro, ma che al tempo stesso si prevede che i materiali in acciaio sostenibili, derivanti da processi di produzione che rispettano norme rigorose in ambito ambientale e sanitario, svolgeranno un ruolo fondamentale quali materiali di base per fornire soluzioni industriali altrettanto sostenibili in relazione all'urbanizzazione e alla mobilità, tra le altre priorità strategiche; Q. considerando che le differenze tra i regimi di insolvenza sia all'interno che all'esterno dell'ue creano scappatoie che vengono utilizzate dalle società multinazionali per ridurre al minimo i costi in caso di ristrutturazioni o ridimensionamenti, aumentando nel contempo al massimo le ripercussioni sociali delle loro decisioni di delocalizzazione con il trasferimento di attivi da un paese all'altro, e che tali decisioni sono spesso adottate sulla base di criteri opportunistici; che tale trasferimento sleale di esternalità a intere società sta intensificando l'effetto negativo di altre esternalità negative in ambito sociale e ambientale, come pure delle differenze dei regimi fiscali che distorcono gravemente il mercato interno; R. considerando che il rilevamento e l'autogestione delle imprese in difficoltà da parte dei dipendenti e dei lavoratori hanno spesso rappresentato soluzioni creative e praticabili per le procedure di insolvenza, consentendo di mantenere l'attività, gli investimenti, il know-how e i posti di lavoro; 1. esprime piena solidarietà alle migliaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, alle loro famiglie, a tutti gli operatori dell'industria e dei servizi nella catena di approvvigionamento, in particolare le PMI, e a tutti coloro che sono direttamente interessati; RE\ docx 5/9 PE v01-00

6 2. sottolinea che i piani di ristrutturazione industriale non dovrebbero essere valutati esclusivamente da una prospettiva proprietaria e a breve termine, ma dovrebbero tenere conto degli effetti sistemici sulla società e sull'economia europee nel loro insieme, compreso il rispetto delle norme ambientali e sanitarie; 3. denuncia l'incessante smantellamento di settori strategici dell'industria europea e chiede l'elaborazione collettiva di politiche alternative, concordate con tutte le parti sociali, che contribuiscano ai grandi obiettivi europei della reindustrializzazione, di un'economia circolare e della transizione energetica, nel rispetto di norme ambientali e sanitarie rigorose; 4. esorta gli Stati membri a garantire, mediante la legislazione o contratti collettivi, una protezione sociale adeguata e completa, condizioni di lavoro adeguate e salari dignitosi nonché una tutela efficace contro il licenziamento senza giusta causa; 5. deplora l'assenza di una vera politica industriale dell'ue che possa tutelare i lavoratori e le catene di approvvigionamento dell'unione da decisioni speculative a breve termine spesso adottate in altri continenti; chiede una politica industriale dell'ue che consenta la partecipazione del pubblico ai settori strategici al fine di mantenere le corrispondenti conoscenze, la produzione e l'occupazione all'interno dell'unione europea; 6. sottolinea che non può essere concepita, né tanto meno applicata, alcuna politica industriale valida senza aver proceduto a un riesame critico degli accordi commerciali internazionali abituali; 7. chiede che siano adottate con urgenza misure sociali per aiutare i lavoratori, le loro famiglie, le catene di approvvigionamento e l'economia locale delle zone interessate, garantendo così che nessuno sia dimenticato, e per sostenere e aiutare le regioni colpite a superare questa difficile situazione economica e sociale; 8. invita la Commissione a prendere in considerazione la necessità di introdurre un regime di reddito minimo europeo per affrontare l'emergenza sociale causata dalla globalizzazione, dalla delocalizzazione e dalla deindustrializzazione; 9. pone l'accento sull'importanza delle competenze e delle qualifiche dei lavoratori sia nel settore dei metalli di base che nell'indotto; chiede l'attuazione di politiche occupazionali e industriali attive in grado di garantire che siffatte conoscenze siano sviluppate e riconosciute come una risorsa importante dell'industria europea dei metalli di base; chiede che si prenda in considerazione il mantenimento di know-how industriali e di una manodopera qualificata nel valutare la redditività della produzione in un determinato impianto; 10. invita la Commissione a proporre un quadro europeo per le procedure di insolvenza che ponga al centro del processo non solo i creditori, ma tutti i soggetti interessati e in particolare i lavoratori, concentrandosi sul mantenimento del maggior numero possibile di posti di lavoro; chiede, in quest'ottica, che siano favoriti strumenti quali l'acquisizione da parte dei dipendenti e l'autogestione dei lavoratori, per mantenere in attività gli impianti produttivi nonostante l'insolvenza dei proprietari iniziali; 11. chiede una revisione della politica di concorrenza e delle norme in materia di aiuti di PE v /9 RE\ docx

7 Stato al fine di agevolare l'intervento pubblico inteso a mantenere la coesione sociale e regionale, a migliorare le norme occupazionali e ambientali e a risolvere problemi di sanità pubblica; 12. chiede un riesame critico dei provvedimenti finanziari che hanno portato all'attuale crisi riguardante il gruppo Caterpillar, compresi gli utili dichiarati e i dividendi versati agli azionisti, come pure gli interessi corrisposti alle banche e ai creditori, nonché un riesame delle politiche di austerità attuate in Europa che hanno ridotto l'attività economica complessiva e hanno diminuito, di conseguenza, la domanda di operatori privati e pubblici; 13. deplora che, in assenza di un'efficace rendicontazione paese per paese, le società transnazionali possano trasferire gli utili in un altro paese e nel contempo dichiarare perdite o perfino lo stato di insolvenza; chiede che gli obblighi in materia di rendicontazione paese per paese siano estesi a tutte le giurisdizioni e sollecita l'introduzione di obblighi di informazione più rigorosi per le società che chiudono o ridimensionano stabilimenti o che dichiarano lo stato di insolvenza in uno Stato membro; 14. esorta gli Stati membri a recuperare tutte le risorse precedentemente destinate a fornire sostegno a società presupponendo che tali società avrebbero programmato strategicamente una presenza industriale a lungo termine sotto forma di sovvenzioni, agevolazioni fiscali di qualsiasi tipo, riduzione del prezzo dei terreni e così via, nel caso in cui una società decida unilateralmente di delocalizzare, ridimensionare o chiudere i propri stabilimenti produttivi; 15. ricorda che un eventuale sostegno a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) non può essere utilizzato per facilitare l'abbandono di un sito industriale e insiste affinché il FEG sia invece usato per aiutare i dipendenti e i lavoratori a rilevare la società in modo da mantenere l'attività, il know-how e i posti di lavoro; 16. si rammarica del fatto che il FEIS sia stato proposto come un'opportunità per promuovere gli investimenti, poiché non è stato in grado di sostenere le PMI e i loro progetti di portata limitata, ma ha invece favorito grandi progetti di infrastrutture che non hanno la capacità di generare un'occupazione a lungo termine; 17. raccomanda l'utilizzo dei fondi europei per sovvenzionare la specificità delle PMI e delle microimprese; 18. sottolinea la necessità di mobilitare il FEG anche quando le imprese che chiudono a causa delle dinamiche della globalizzazione hanno meno di 500 esuberi, perché l'industria europea è composta prevalentemente da imprese che hanno meno di 500 dipendenti; 19. invita l'ue e i suoi Stati membri ad assicurare la disponibilità di finanziamenti adeguati per attività di reinserimento nel mondo del lavoro, compreso il sostegno ai dipendenti e ai lavoratori che intendano avviare una società propria, e per interventi di formazione, riqualificazione e recupero al fine di sostenere l'industria europea nei periodi critici di transizione; RE\ docx 7/9 PE v01-00

8 20. chiede la definizione di una politica industriale e sociale europea completamente riformata, che non sia più basata su pratiche sociali, fiscali e ambientali discutibili, ed esorta la Commissione ad affrontare le conseguenze negative profonde e di vasta portata derivanti dalla delocalizzazione verso paesi terzi, anche mediante una revisione delle norme sulla concorrenza, al fine di scoraggiare fermamente i processi di delocalizzazione ed evitare l'acuirsi degli effetti della crisi; 21. sottolinea che la contrazione della domanda non deve condurre a una situazione di concorrenza sleale a livello occupazionale tra gli Stati membri; chiede, pertanto, lo sviluppo di soluzioni a lungo termine volte a salvaguardare e creare posti di lavoro e attività industriali di qualità nelle regioni europee, nel rigoroso rispetto delle norme ambientali e sanitarie non negoziabili e prestando una particolare attenzione alle PMI; 22. sottolinea la necessità di liberare gli investimenti pubblici nei settori strategici dell'industria europea dai vincoli di un bilancio in pareggio, subordinatamente al rigoroso rispetto delle norme ambientali e sanitarie non negoziabili, al fine di mantenere e persino creare occupazione proprio nei settori industriali che sono stati particolarmente colpiti dalla globalizzazione, dalla delocalizzazione e dalla deindustrializzazione; 23. invita la Commissione e gli Stati membri a sovvenzionare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo e in tecnologia, subordinatamente al rigoroso rispetto delle norme ambientali e sanitarie non negoziabili, al fine di favorire le competenze e il know-how, cosa che rappresenta un presupposto fondamentale per accrescere la competitività e la sostenibilità dei settori strategici; 24. chiede, sia all'unione europea che agli Stati membri, di individuare modalità per proteggere i posti di lavoro attualmente a rischio, subordinatamente al rigoroso rispetto delle norme ambientali e sanitarie non negoziabili, con tutti i mezzi disponibili, anche ripartendo la produzione in impianti diversi che soddisfino gli stessi requisiti e limitando i dividendi degli azionisti; di garantire la trasparenza nei trasferimenti finanziari dalle controllate europee verso la società madre con sede esterna all'ue, soprattutto se ubicata in paradisi fiscali; di valutare se debbano essere attuate sanzioni nei confronti delle imprese industriali che impongono piani di ristrutturazione o di ridimensionamento nei paesi ospitanti senza aver prima esplorato tutte le opzioni alternative, tra cui un ampio dialogo con tutte le parti sociali; 25. sottolinea che le norme dell'ue in materia di responsabilità sociale delle imprese devono essere difese strenuamente qualora una società intenda delocalizzare la produzione senza tenere conto delle conseguenze, sul piano sociale e territoriale, delle sue decisioni a breve termine; 26. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri. PE v /9 RE\ docx

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