BASILEA 2 PILASTRO 3 INFORMATIVA AL PUBBLICO CASSA RAIFFEISEN DELLA VALLE ISARCO SOC. COOP.

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1 BASILEA 2 PILASTRO 3 INFORMATIVA AL PUBBLICO sulla situazione al 31/12/2011 CASSA RAIFFEISEN DELLA VALLE ISARCO SOC. COOP.

2 INDICE PREMESSA REQUISITO INFORMATIVO GENERALE COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA ADEGUATEZZA PATRIMONIALE RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO RISCHIO DI CONTROPARTE OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE RISCHIO OPERATIVO STRUMENTI DI CAPITALE: INFORMAZIONI SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO SISTEMI DI REMUNERAZIONE ED INCENTIVAZIONE

3 PREMESSA Il Titolo IV Informativa al pubblico della Circolare 263/06 (nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche) della Banca d Italia introduce l obbligo di pubblicazione di informazioni riguardanti l'adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi di primo (rischi di credito, di controparte, di mercato ed operativo) e di secondo pilastro (ovvero tutti i rischi rilevanti) con l obiettivo di rafforzare la disciplina di mercato. L informativa è organizzata in quadri sinottici ("tavole"), come previsto dall allegato A del Titolo IV Sezione II della suddetta Circolare, ciascuno dei quali riguarda una determinata area informativa distinta fra: - informazioni qualitative, con l obiettivo di fornire una descrizione delle strategie, processi e metodologie nella misurazione e gestione dei rischi - informazioni quantitative, con l obiettivo di quantificare la consistenza patrimoniale delle Banche, i rischi cui le stesse sono esposte, l effetto delle politiche di CRM applicate. 3

4 1. REQUISITO INFORMATIVO GENERALE INFORMATIVA QUALITATIVA A. Strategie e processi per la gestione dei rischi La Circ. 263/2006 dalla Banca d Italia richiede un processo di autovalutazione denominato ICAAP nel quale le banche si devono dotare di processi e strumenti adeguati a fronteggiare ogni tipologia di rischio e a determinare un corrispondente livello di capitale interno attuale e prospettico che tenga conto delle strategie e dell evoluzione del contesto di riferimento. Gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi della Cassa Raiffeisen sono stabilite dal Consiglio d Amministrazione nei piani strategici pluriennali che procede ad una revisione degli stessi annualmente. Il processo della gestione dei rischi è definito in un apposito regolamento interno sul processo ICAAP. In tale ambito, la Cassa Raiffeisen ha definito la mappa dei rischi rilevanti che potrebbero pregiudicare la sua operatività ed i propri obiettivi aziendali nella gestione degli stessi. In particolare, sono stati identificati i rischi contenuti nell elenco dell allegato A della Circolare 263/06, valutandone un possibile ampliamento in considerazione del business e dell operatività aziendale. Sulla base di analisi svolte, la Banca ha definito rilevanti i seguenti rischi: - rischio di credito; - rischio di concentrazione; - rischio derivante da cartolarizzazioni; - rischio di controparte; - rischio di mercato; - rischio operativo; - rischio di tasso di interesse; - rischio di liquidità; - rischio strategico; - rischio di reputazione; - rischio residuo I rischi identificati sono stati classificati in due tipologie, ovvero rischi quantificabili e rischi non quantificabili, le cui caratteristiche sono declinate nell ambito dell informativa qualitativa attinente l adeguatezza patrimoniale. Come espressamente previsto dalla Circolare della Banca d Italia n. 263/06 per le banche di minori dimensioni, i rischi di primo pilastro stabiliti sono stati calcolati soltanto conformemente all approccio standardizzato ovvero all approccio di base. Nell ambito del secondo pilastro sono stati scelti esclusivamente i metodi di calcolo semplificati previsti dall Autorità di Vigilanza. In concreto, per il rischio di credito e per il rischio di mercato è stato applicato il metodo standardizzato per il rischio operativo il metodo IRB di base e per il rischio di controparte il metodo del valore corrente. 4

5 Per quanto riguarda i rischi di secondo pilastro, la Cassa Raiffeisen calcola il rischio di concentrazione ed il rischio di tasso di interesse applicando la metodologia di calcolo indicata dalla Banca d Italia (Circolare n. 263, Titolo III, Capitolo I, Allegati B e C). Sono state inoltre rispettate le indicazioni dell Autorità di Vigilanza in merito al rischio di liquidità (Circolare n. 263, Titolo III, Capitolo I, Allegato D). Per gli altri rischi di secondo pilastro la Cassa Raiffeisen dispone di assetti organizzativi e di sistemi di controllo adeguati, i quali permettono la determinazione del capitale interno. B. Struttura e organizzazione della funzione di gestione del rischio Il complessivo processo di gestione e controllo dei rischi coinvolge, con diversi ruoli, gli Organi di Governo e Controllo, la Direzione Generale e le strutture operative della Banca. Di seguito sono illustrati i principali ruoli e responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali maggiormente coinvolte nel citato processo. Il Consiglio di Amministrazione è responsabile sulla supervisione strategica e gestione dei rischi. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l efficienza e l efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento esterno o interno o derivanti dell introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti. In tale ambito: individua gli orientamenti strategici e le politiche di gestione dei rischi nonché gli indirizzi per la loro applicazione e supervisione; individua e approva le eventuali modifiche o aggiornamenti delle stesse; approva le modalità di rilevazione e valutazione dei rischi e definisce le responsabilità delle strutture e delle funzioni aziendali coinvolte, in modo che siano chiaramente attribuiti i relativi compiti e prevenuti potenziali conflitti di interesse; approva le modalità, definite dalle funzioni competenti, attraverso le quali le diverse tipologie di rischi sono rilevati, analizzati e misurati/valutati, le modalità di calcolo del requisito patrimoniale, provvede al riesame periodico al fine di assicurarne l efficacia nel tempo; assicura che i compiti e le responsabilità siano definiti in modo chiaro ed appropriato, con particolare riguardo ai meccanismi di delega; assicura che venga definito un sistema di flussi informativi in materia di gestione e controllo dei rischi, volto a consentire la piena conoscenza e governabilità degli stessi, accurato, completo e tempestivo; assicura l affidabilità, la completezza e l efficacia funzionale dei sistemi informativi, che costituiscono un elemento fondamentale per assicurare una corretta e puntuale gestione dei rischi; individua i limiti operativi e i relativi meccanismi di monitoraggio e controllo, coerentemente con il profilo di rischio accettato; nel caso emergano carenze o anomalie, promuove con tempestività idonee misure correttive. La Direzione Generale é responsabile dell attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti dal Consiglio di Amministrazione cui riporta direttamente in proposito. In tale 5

6 ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi. La Direzione Generale, pertanto, nell ambito delle deleghe alla stessa attribuite: analizza le tematiche afferenti tutti i rischi aziendali ai fini di definire e mantenere aggiornate le politiche, generali e specifiche, di gestione, controllo e mitigazione dei rischi; definisce i processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi, individuando compiti e responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, assicurando il rispetto dei necessari requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere; definisce l assetto dei controlli interni (strutture organizzative, regole e procedure) in modo coerente con la propensione al rischio stabilita, anche con riferimento all indipendenza e adeguatezza delle funzioni di controllo dei rischi; verifica nel continuo la funzionalità, l efficienza e l efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi informando in proposito il Consiglio di Amministrazione; definisce i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo interno, individuandone finalità, periodicità e funzioni responsabili; assicura che le unità organizzative competenti definiscano ed applichino metodologie e strumenti adeguati per l analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati; coordina, con il supporto del Comitato Rischi e della funzione Risk Management, le attività delle unità organizzative coinvolte nella gestione, valutazione e controllo dei singoli rischi; attiva le iniziative necessarie ad assicurare la messa in opera di una struttura di flussi informativi efficaci, al fine di garantire il sistema di gestione e controllo dei rischi. Il Collegio Sindacale vigila sull adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Per lo svolgimento delle proprie funzioni, il Collegio Sindacale si avvale delle evidenze e delle segnalazioni delle funzioni di controllo. Il processo ICAAP nella propria articolazione richiede il coinvolgimento di diverse funzioni aziendali, ognuna chiamata a contribuire su aspetti di specifica competenza. In tale ambito, per il corretto svolgimento di tutte le fasi dell ICAAP, è richiesto il coinvolgimento attivo sia delle funzioni di controllo sia delle unità operative in cui si generano i rischi. In concreto, le funzioni coinvolte sono le seguenti: - Risk Management - Ufficio Finanza e Contabilità - Ufficio Fidi - Compliance - Internal Audit La Banca ha posto in essere un sistema di controllo e gestione dei rischi nel quale è assicurata la separazione delle funzioni di controllo da quelle produttive, articolato sulla base dei seguenti livelli di controllo, definiti dall Organo di Vigilanza: I livello: 6

7 - Controlli di Linea, effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le operazioni o incorporati nelle procedure. I Controlli di Linea sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni; II livello: - Valutazione dei Rischi, condotta a cura di strutture diverse da quelle produttive, con il compito di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e di controllare la coerenza dell operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici; - Funzione di Conformità: funzione indipendente di controllo di secondo livello, costituita con il compito specifico di promuovere il rispetto delle leggi, delle norme, dei codici interni di comportamento per minimizzare il rischio di non conformità normativa e i rischi reputazionali a questo collegati, coadiuvando, per gli aspetti di competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi; - Funzione di controllo in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionale, con il compito specifico di verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di eteroregolamentazione (leggi e norme regolamentari) e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. III livello: - Revisione Interna è a cura dell Internal Auditing con la responsabilità di valutare l adeguatezza e la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Tale attività è stata esternalizzata alla Federazione Cooperative Raiffeisen Soc. Coop. ed è condotta sulla base del piano annuale delle attività di auditing approvato dal Consiglio di Amministrazione o attraverso verifiche puntuali sull operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d anno. C. Ambito di applicazione e caratteristiche dei sistemi di misurazione e di reporting del rischio Nell ambito delle segnalazioni prudenziali la Banca ha optato di utilizzare le metodologie più semplificate previste per gli intermediari di minori dimensioni. Di seguito è fornita una breve descrizione delle caratteristiche dei principali sistemi di misurazione, utilizzati dalla Banca e non descritti nelle tavole seguenti. In particolare, la Cassa Raiffeisen utilizza a fronte del rischio di credito il metodo standardizzato. Alla luce delle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d Italia in materia di controlli interni, e del rilievo attribuito all efficienza ed efficacia del processo del credito e del relativo sistema dei controlli, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo dei rischi creditizi indicati dalla stessa Banca d Italia. Il processo organizzativo di gestione del rischio di credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie del processo istruttorio rispetto a quelle di sviluppo e gestione dei crediti. Tale principio è stato attuato attraverso la costituzione di strutture organizzative separate. 7

8 Attualmente la banca è strutturata in 8 agenzie di rete ognuna diretta e controllata da un responsabile. In aggiunta ai controlli di linea, quali attività di primo livello, le funzioni di controllo di secondo livello si occupano del monitoraggio dell andamento delle posizioni creditizie e della correttezza/adeguatezza dei processi amministrativi svolti dalle strutture deputate alla gestione dei crediti. L intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da un Regolamento interno che in particolare: - individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito; - definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; - definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; - definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie. La Banca d Italia con l emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 ( Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche ) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale sui rischi di mercato delle banche e dei gruppi bancari (cd. Basilea 2 ). In particolare le disposizioni di vigilanza prevedono che le banche devono disporre di strategie, politiche e procedure per gestire il portafoglio di negoziazione nonché rispettare determinati requisiti stabiliti dall organo di vigilanza. Al riguardo, non sono tenute al rispetto degli obblighi previsti le banche per le quali, di norma, il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza risulti inferiore al 5 per cento del totale dell'attivo e comunque non superi i 15 milioni di euro. La Cassa Raiffeisen detiene un portafoglio di negoziazione di importo inferiore ai suddetti limiti. La strategia sottostante alla negoziazione in proprio della Cassa Raiffeisen risponde sia ad esigenza di tesoreria che all obiettivo di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio nelle componenti rischio di tasso e rischio di credito della controparte. Va osservato che il 45 aggiornamento di dicembre 2011 della Circolare 154 del , con riferimento al rischio di regolamento, il trattamento prudenziale attualmente previsto per le posizioni detenute nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza è stato esteso anche a quelle detenute nel portafoglio bancario; Con riferimento al rischio di concentrazione, la Cassa Raiffeisen effettua un monitoraggio sulle esposizioni piú significative. In particolare, quantifica le esposizioni verso imprese non retail attraverso l algoritmo di Granularity Adjustment definito dall Organo di Vigilanza nella sua Circolare 263/06 al Titolo III, Capitolo I, allegato B. In tale ambito particolare attenzione viene rivolta all esposizione verso i singoli settori. Inoltre la Cassa verifica nel continuo il rispetto dei limiti prudenziali previsti nei confronti delle sue esposizioni piú rilevanti, ovvero di quelle che superano il 10% del patrimonio di vigilanza. La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alle disposizioni dell Autorità di Vigilanza, persegue gli obiettivi di: 8

9 - disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi; - finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche. Gli obblighi di informativa al pubblico sul rischio di liquidità, conformemente a quanto previsto dalla Circolare n. 263/2006 della Banca d Italia (cfr. Titolo V, Cap. 2, Sezione VI) e tenuto conto della complessità della Banca, sono assolti mediante le informazioni in materia inserite nella Nota Integrativa del bilancio (cfr. Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione, Appendice A, Nota Integrativa, Parte E). Riguardo alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, in ossequio alla disciplina di riferimento e a seguito di un'accurata analisi organizzativa che ha tenuto conto delle dimensioni aziendali, della complessiva operatività e dei profili professionali in organico, la Banca ha provveduto a istituire una Funzione Interna per la gestione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Le attività svolte dalla struttura sono descritte nel documento "Regolamento della funzione antiriciclaggio" deliberato dal Consiglio di amministrazione in data 23/08/2011. Le attività per le quali la Banca si avvale della consulenza e del supporto della Federazione locale sono formalizzate nel contratto di prestazione di servizi stipulato in data 16/01/2012, che disciplina, tra l altro, gli obiettivi dell attività, la frequenza minima dei flussi informativi nei confronti del responsabile interno all azienda e degli organi di vertice aziendali, gli obblighi di riservatezza delle informazioni acquisite nello svolgimento dell attività, la possibilità di rivedere le condizioni ove ne ricorrano le necessità, la possibilità per le Autorità di Vigilanza e la UIF di accedere alle informazioni utili per l attività di supervisione e controllo in capo alle stesse. Il ricorso alla consulenza ed al supporto della Federazione Cooperative Raiffeisen non comporta alcun passaggio di responsabilità da parte degli organi aziendali della Banca al prestatore di servizi in merito alla corretta gestione del rischio. Nell ambito della gestione del rischio di liquidità, a partire dalla seconda metà del 2008 la Banca misura, monitora e controlla la propria posizione di liquidità di breve periodo (fino a 12 mesi) sulla base del calcolo degli sbilanci (gaps) periodali e cumulati della maturity ladder elaborata nell ambito del Progetto nazionale di Categoria Basilea 2. Inoltre, la Banca assume a riferimento le ex-regole sulla trasformazione delle scadenze della Banca d Italia per il controllo della liquidità strutturale (oltre i 12 mesi). La consapevolezza delle difficoltà connesse alla quantificazione dei rischi non quantificabili ha spinto la Banca a incentrare gli approfondimenti per l attuazione di adeguati presidi a mitigazione degli stessi sulla qualità degli assetti organizzativi e di controllo. Il processo di valutazione dei rischi ICAAP é documentato in un resoconto che annualmente, entro il 31 marzo, viene approvato dal Consiglio d Amministrazione ed inoltrato alla Banca d Italia. D. Politiche di copertura e di attenuazione del rischio, strategie e processi per la verifica continuativa della loro efficacia La Banca pone in essere operazioni di copertura contabile da variazioni del fair value. La Banca invece non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture 9

10 dell esposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile. La Banca ha attivato specifici strumenti di controllo di carattere qualitativo nei presidi organizzativi e nei sistemi di monitoraggio che assumono rilevanza anche ai fini dell ammissibilità delle tecniche di attenuazione del rischio a fini prudenziali. Nell ambito della rendicontazione ICAAP, la Cassa Raiffeisen ha identificato, a fronte dei propri rischi rilevanti, le corrispondenti politiche di attenuazione di rischio. Le scelte di mitigazione del rischio sono state comunicate alla Banca d Italia nel resoconto annuale ICAAP. 10

11 3. COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA INFORMATIVA QUALITATIVA Il Patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale e delle riserve di capitale e di utili. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti annuali: in ottemperanza alle disposizioni normative e statutarie la Banca destina infatti a riserva legale la quasi totalità degli utili netti di esercizio. Il Patrimonio di Vigilanza è calcolato come somma algebrica di una serie di componenti positive e negative, la cui computabilità viene ammessa in relazione alla qualità patrimoniale riconosciuta a ciascuna di esse. Gli elementi positivi che costituiscono il patrimonio devono essere nella piena disponibilità della Banca, in modo da essere utilizzati senza limitazioni per la copertura dei rischi e delle perdite aziendali. In particolare, il Patrimonio di Vigilanza è costituito dal Patrimonio di base e dal Patrimonio supplementare, aggregati ai quali sono applicati i suddetti filtri prudenziali e che scontano altresì la deduzione di alcune poste ( elementi da dedurre ). Il patrimonio di base comprende elementi positivi e negativi. Gli elementi positivi sono: - il capitale versato, - il sovrapprezzo di emissione, - le riserve, - l utile di periodo. Gli elementi negativi comprendono: - immobilizzazioni immateriali, - riserve negative su titoli disponibili per la vendita, titoli di capitale e quote OICR, - deduzioni derivanti da cartolarizzazioni (50% del titolo junior). Anche il patrimonio supplementare comprende elementi positivi e negativi. Elementi positivi: - riserve di rivalutazione, - riserve di rivalutazione su titoli disponibili per la vendita, titoli di capitale e quote OICR, Elementi negativi: - 50% delle riserve di rivalutazione su titoli disponibili per la vendita, titoli di capitale e quote OICR, - deduzioni derivanti da cartolarizzazioni (50% del titolo junior). Sulla base di quanto previsto dalle disposizioni in materia di Patrimonio di vigilanza filtri prudenziali del 18 maggio 2010, la Banca ha esercitato l opzione di neutralizzare integralmente gli effetti delle valutazioni dei titoli emessi dalle Amministrazioni centrali dei paesi dell UE, allocati nel citato portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita Tale scelta è stata effettuata entro i termini dettati dalle citate disposizioni e comunicata alla Banca d Italia L opzione è stata applicata alle sole plus-minus rilevate a partire dal 1 gennaio 11

12 2010. La consistenza delle minusvalenze da valutazione dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2011 è pari a ,05 EUR; La Cassa Raiffeisen non detiene strumenti innovativi di capitale né prestiti subordinati di terzo livello. 12

13 INFORMATIVA QUANTITATIVA Ammontare del patrimonio di base, con il dettaglio dei singoli elementi positivi e negativi: Voce Sottovoce PATRIMONIO DI BASE (TIER 1) ELEMENTI POSITIVI: CAPITALE 02 SOVRAPPREZZI DI EMISSIONE RISERVE STRUMENTI INNOVATIVI DI CAPITALE E STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE CON SCADENZA 07 STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE: STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE COMPUTABILI FINO AL 35% STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE COMPUTABILI FINO AL 50% STRUMENTI OGGETTO DI DISPOSIZIONI TRANSITORIE (GRANDFATHERING 13 UTILE DEL PERIODO FILTRI PRUDENZIALI: INCREMENTI DEL PATRIMONIO DI BASE: FAIR VALUE OPTION: VARIAZIONI DEL PROPRIO MERITO CREDITIZIO 14 AZIONI RIMBORSABILI RISORSE PATRIMONIALI OGGETTO DI IMPEGNI DI ACQUISTO A TERMINE COMPUTABILI NEL PATRIMONIO DI BASE ALTRI FILTRI PRUDENZIALI POSITIVI 20 TOTALE DEGLI ELEMENTI POSITIVI DEL PATRIMONIO DI BASE ELEMENTI NEGATIVI AZIONI O QUOTE PROPRIE 30 AVVIAMENTO 32 ALTRE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI PERDITA DEL PERIODO 36 ALTRI ELEMENTI NEGATIVI RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI 37 RETTIFICHE DI VALORE DI VIGILANZA RELATIVE AL "PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE A FINI DI VIGILANZA" 38 ALTRI 40 FILTRI PRUDENZIALI: DEDUZIONI DEL PATRIMONIO DI BASE FAIR VALUE OPTION: VARIAZIONI DEL PROPRIO MERITO CREDITIZIO 42 RISERVE NEGATIVE SU TITOLI DISPONIBILI PER LA VENDITA TITOLI DI CAPITALE E QUOTE DI OICR 44 TITOLI DI DEBITO 46 PLUSVALENZA CUMULATA NETTA SU ATTIVITA' MATERIALI 48 RISORSE PATRIMONIALI OGGETTO DI IMPEGNI DI ACQUISTO A TERMINE NON COMPUTABILI NEL PATRIMONIO DI BASE ALTRI FILTRI NEGATIVI 52 TOTALE DEGLI ELEMENTI NEGATIVI DEL PATRIMONIO DI BASE PATRIMONIO DI BASE AL LORDO DEGLI ELEMENTI DA DEDURRE VALORE POSITIVO PATRIMONIO DI BASE - ELEMENTI DA DEDURRE INTERESSENZE AZIONARIE IN ENTI CREDITIZI E FINANZIARI SUPERIORI AL 10% DEL CAPITALE DELL'ENTE PARTECIPATO INTERESSENZE AZIONARIE 03 STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE 05 STRUMENTI INNOVATIVI DI CAPITALE E STRUMENTI NON INNOVATIVI DI 06 CAPITALE CON SCADENZA STRUMENTI IBRIDI DI PATRIMONIALIZZAZIONE 09 STRUMENTI SUBORDINATI 11 INTERESSENZE AZIONARIE IN ENTI CREDITIZI E FINANZIARI PARI O INFERIORI AL 10% DEL CAPITALE DELL'ENTE PARTECIPATO INTERESSENZE AZIONARIE 30 STRUMENTI NON INNOVATIVI DI CAPITALE 32 STRUMENTI INNOVATIVI DI CAPITALE E STRUMENTI NON INNOVATIVI DI 33 CAPITALE CON SCADENZA STRUMENTI IBRIDI DI PATRIMONIALIZZAZIONE 36 STRUMENTI SUBORDINATI 38 PARTECIPAZIONI IN SOCIETA' DI ASSICURAZIONE PARTECIPAZIONI 44 STRUMENTI SUBORDINATI 46 ECCEDENZA DELLE PERDITE ATTESE RISPETTO ALLE RETTIFICHE DI 50 VALORE COMPLESSIVE PERDITE ATTESE RELATIVE AGLI STRUMENTI DI CAPITALE E ALLE ESPOSIZIONI VERSO OICR NEL CASO DI SOTTOSTANTI RELATIVI A/O TRATTATI COME STRUMENTI DI CAPITALE DEDUZIONI DERIVANTI DA CARTOLARIZZAZIONI 52 DEDUZIONI RELATIVE AL RISCHIO DI REGOLAMENTO SU TRANSAZIONI NON DVP 54 TOTALE ELEMENTI DA DEDURRE 90 PATRIMONIO DI BASE Ammontare del patrimonio supplementare e di quello di terzo livello: Ammontare del patrimonio di vigilanza: Importi in EUR

14 4. ADEGUATEZZA PATRIMONIALE INFORMATIVA QUALITATIVA Il processo di auto-valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP Internal Capital Adequacy Assessment Process) implementato dalla Banca persegue la finalità di misurare la capacità della dotazione patrimoniale di supportare l operatività corrente e le strategie aziendali in rapporto ai rischi assunti. Sulla base di tali prerogative, nel corso del 2011, la Banca ha definito e implementato il proprio ICAAP secondo le modalità di seguito descritte. Per capitale interno si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che la Banca ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso; per capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla Banca, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico. La Banca determina il capitale interno complessivo mediante un approccio basato sull utilizzo di metodologie semplificate per la misurazione dei rischi quantificabili, assessment qualitativi per gli altri rischi rilevanti, analisi di sensibilità semplificate rispetto ai principali rischi assunti e la sommatoria semplice delle misure di capitale interno calcolate a fronte di ciascun rischio (building block approach). I rischi identificati sono classificati in due tipologie: a) rischi quantificabili, in relazione ai quali la Banca si avvale di apposite metodologie di determinazione del capitale interno: rischio di credito e controparte, rischio di mercato, rischio operativo, rischio di concentrazione e rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario; b) rischi non quantificabili ovvero difficilmente quantificabili, per i quali, non essendosi ancora affermate metodologie robuste e condivise di determinazione del relativo capitale interno non viene determinato un assorbimento patrimoniale, bensì vengono predisposti adeguati sistemi di controllo ed attenuazione: rischio di liquidità, rischio residuo, rischio derivante da cartolarizzazioni, rischio strategico, rischio di reputazione. I coefficienti prudenziali al 31 dicembre 2011 sono determinati secondo la metodologia prevista dall Accordo sul Capitale Basilea 2, adottando il metodo standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e dei rischi di mercato. Per il rischio operativo viene utilizzato il metodo di Base. In base alle disposizioni di Vigilanza, nell ambito della metodologia standardizzata le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito e di controparte), un ammontare del patrimonio di vigilanza pari ad almeno l 8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio. Con riferimento ai rischi di mercato la Cassa Raiffeisen é tenuta inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività riguardante gli strumenti finanziari e le valute. 14

15 Il capitale interno a fronte del rischio di concentrazione e del tasso d interesse del portafoglio bancario viene quantificato secondo le indicazioni fornite appositamente dalla Banca d Italia per le Banche che adottano le metodologie di quantificazione semplificate. L esposizione complessiva ai rischi della Banca con riferimento tanto alla situazione rilevata al 31 dicembre 2011 quanto a quella stimata al 31 dicembre 2012, risulta adeguata rispetto alla dotazione patrimoniale corrente e a quella già pianificata. INFORMATIVA QUANTITATIVA Requisito patrimoniale relativo a ciascuna delle classi regolamentari di attività per il rischio di credito con il metodo standardizzato: ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ENTI TERRITORIALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ENTI SENZA SCOPO DI LUCRO ED ENTI DEL SETTORE PUBBLICO ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA BANCHE MULTILATERALI DI SVILUPPO ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA INTERMEDIARI VIGILATI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA IMPRESE ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI ESPOSIZIONI SCADUTE ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO ESPOSIZIONI SOTTO FORMA DI OBBLIGAZIONI BANCARIE GARANTITE ESPOSIZIONI A BREVE TERMINE VERSO IMPRESE ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OICR) ALTRE ESPOSIZIONI Totale Importi in EUR Requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato: i) rischio di posizione; 0 ii) rischio di regolamento; 0 iii) rischio di controparte; 0 iv) rischio di concentrazione; 0 - le altre attività: v) rischio di cambio; 0 vi) rischio di posizione in merci. 0 Requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi: Requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi Coefficienti patrimoniali totale e di base (Tier-1 ratio): Coefficienti patrimoniali totale e di base (Tier-1 ratio). 12,74 12,66 15

16 5. RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI INFORMATIVA QUALITATIVA A. Definizione di crediti scaduti e deteriorati utilizzato a fini contabili Coerentemente con quanto dettato dalla normativa IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento o gruppo di strumenti finanziari. Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio. Sono classificate tra le sofferenze le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; tra le partite incagliate le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo; come crediti ristrutturati le posizioni per la quali la banca acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, ad una modifica delle condizioni contrattuali originarie. In seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza e dell introduzione dei principi contabili internazionali, sono state incluse tra i crediti ad andamento anomalo anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 180 giorni. La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a sofferenza, è affidata al reparto Fidi. Detta attività si estrinseca principalmente nel: - monitoraggio delle citate posizioni in supporto alle agenzie di rete alle quali competono i controlli di primo livello; - concordare con il gestore della relazione gli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure piani di ristrutturazione; - determinare le previsioni di perdite sulle posizioni e - proporre agli organi superiori competenti il passaggio a sofferenza di quelle posizioni che a causa di sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione. La definizione adottata da parte della Cassa Raiffeisen dei crediti scaduti e deteriorati è coincidente con quella di vigilanza fornita dalla Banca d Italia. B. Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all intensità degli approfondimenti ed alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio. L ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. 16

17 I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell esposizione creditizia. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore. I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita - e cioè di norma i crediti in bonis sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee con caratteristiche simili in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, che consentono di stimare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa sui parametri di probabilità di insolvenza (PD probabilità di default) e di perdita in caso di insolvenza (LGD loss given default) e i flussi così calcolati sono attualizzati sulla base del tasso effettivo di ciascun rapporto. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate con riferimento all intero portafoglio di crediti in bonis alla stessa data. Le attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall Ufficio Contenzioso e Legale, in staff alla Direzione Generale. INFORMATIVA QUANTITATIVA Esposizioni creditizie lorde totali e medie, distinte per principali tipologie di esposizione: Totale Media ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ENTI TERRITORIALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ENTI SENZA SCOPO DI LUCRO ED ENTI DEL SETTORE PUBBLICO ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA BANCHE MULTILATERALI DI SVILUPPO ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA INTERMEDIARI VIGILATI ESPOSIZIONI VERSO O GARANTITE DA IMPRESE ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI ESPOSIZIONI SCADUTE ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO ESPOSIZIONI SOTTO FORMA DI OBBLIGAZIONI BANCARIE GARANTITE ESPOSIZIONI A BREVE TERMINE VERSO IMPRESE ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OICR) ALTRE ESPOSIZIONI Posizioni verso cartolarizzazioni Totale esposizioni Importi in EUR Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio Strumenti derivati Operazioni SFT/LST Totale 17

18 Distribuzione per settore economico: Attività di rischio per Attività di rischio cassa fuori bilancio Strumenti derivati Operazioni SFT/LST Totale Governi e Banche Altri enti publici Societa finanziarie Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Totale esposizioni Importi in EUR Distribuzione per vita residua dell intero portafoglio: WÄHRUNG: EUR Tipologia/Durata residua a vista fine a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi fino a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni von über 5 Jahren bis zu 10 Jahren oltre 10 anni durata interdeterminat a 1. Attività per cassa Titoli di debito con opzione di rimporso anticipato - altri Finanziamenti a banche Finanziamenti a clientela c/c altri finanziamenti con opzione di rimborso anticipato altri Passività per cassa Debiti verso clientela c/c altri debiti con opzione di rimborso anticipato - altri Debiti verso banche c/c altri debiti 2.3 Titoli di debito con opzione di rimborso anticipato - altri Altre passività con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari Con titolo sottostante Opzioni posizione lunghe + posizione corte - altri derivati posizione lunghe + posizione corte 3.2 Senza Titolo sottostante Opzioni posizione lunghe + posizione corte - altri derivati posizione lunghe posizione corte Importi in 1000 EUR 18

19 Währung: USD Tipologia/Durata residua a vista fine a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi fino a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni von über 5 Jahren bis zu 10 Jahren oltre 10 anni durata interdeterminata 1. Attività per cassa Titoli di debito con opzione di rimporso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche Finanziamenti a clientela c/c - altri finanziamenti con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa Debiti verso clientela c/c altri debiti con opzione di rimborso anticipato - altri Debiti verso banche c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari Importi in 1000 EUR Währung: CHF Tipologia/Durata residua a vista fine a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi fino a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni von über 5 Jahren bis zu 10 Jahren oltre 10 anni durata interdeterminata 1. Attività per cassa Titoli di debito con opzione di rimporso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche Finanziamenti a clientela c/c - altri finanziamenti con opzione di rimborso anticipato - altri Passività per cassa Debiti verso clientela c/c - altri debiti con opzione di rimborso anticipato - altri Debiti verso banche c/c - altri debiti Titoli di debito con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari Importi in 1000 EUR 19

20 Währung: JPY Tipologia/Durata residua a vista fine a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi fino a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni von über 5 Jahren bis zu 10 Jahren oltre 10 anni durata interdeterminata 1. Attività per cassa Titoli di debito con opzione di rimporso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche Finanziamenti a clientela c/c - altri finanziamenti con opzione di rimborso anticipato - altri Passività per cassa Debiti verso clientela c/c - altri debiti con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche c/c - altri debiti Titoli di debito con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività con opzione di rimborso anticipato - altri 3. Derivati finanziari Importi in 1000 EUR Währung: altre Tipologia/Durata residua a vista fine a 3 mesi da oltre 3 mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi fino a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni von über 5 Jahren bis zu 10 Jahren oltre 10 anni durata interdeterminata 1. Attività per cassa Titoli di debito con opzione di rimporso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche Finanziamenti a clientela c/c - altri finanziamenti con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa Derivati finanziari Importi in 1000 EUR 20

21 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela: Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Esposizioni/Controparti Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio Espos. Netta Rettifiche val. Specifiche Rettifiche val. di portafolio A. Esposizioni cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività detoriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) Totale (A+B) Importi in 1000 EUR Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni Esposizioni ristrutturate scadute A. Rettifiche complessive iniziali di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazione in aumento B.1 rettifiche di valore B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 13 1 B.3 altre variazioni in aumento C. Variazione in diminuzione C.1 riprese di valore da valutazione C. 2 riprese di valore da incasso 22 C.3 cancellazioni C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 13 1 C.5 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali di cui: esposizioni cedute non cancellate 0 Importi in 1000 EUR 21

22 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione Totale Totale Voci/Componenti reddituali Utili Perditi Risultato netto Utili Perditi Risultato netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche Crediti verso clientela Attività finanziarie disponibile per la vendita 499 (36) (4) Titoli di debito 9 (12) (3) 4 (4) Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. 490 (24) Finanziamenti Attività finanziarie detenute sinoa alla scadenza Totale attività 499 (36) (4) Passività finanziarie 1. Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione 4 (47) (43) 4 (5) (1) Totale passività 4 (47) (43) 4 (5) (1) Importi in 1000 EUR Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Spezifiche di portafoglio Spezifiche di portafoglio Operazioni/Componenti reddituali Cancellazioni altre Totale (2010) Totale (2011) A B A B A. Crediti verso banche Finanziamenti titoli di debito B. Crediti verso clientela (5) (1.902) (40) (703) (1.923) - Finanziamenti (5) (1.902) (40) (703) (1.923) - titoli di debito C. Totale (5) (1.902) (40) (703) (1.923) Importi in 1000 EUR 22

23 6. RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO INFORMATIVA QUALITATIVA A. Denominazione delle agenzie esterne di valutazione del merito di credito e delle agenzie per il credito all esportazione prescelte In tale contesto, tenendo conto delle proprie caratteristiche operative, al fine di verificare gli effetti in termini di requisiti patrimoniali riconducibili alle diverse opzioni percorribili, la Banca ha utilizzato al 31/12/2011 le valutazioni del merito creditizio fornite dall ECAI denominata Moody s Investors Service Spa per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio Amministrazioni centrali e banche centrali, nonché indirettamente - di quelle ricomprese nei portafogli Intermediari vigilati, Enti del settore pubblico e Enti territoriali. Il downgrading applicato a ottobre 2011 dall'agenzia Moody s ha portato il giudizio dell'italia da Aa2 ad A2 e, rispetto al mapping della Banca d'italia, determinato per i rating a lungo termine il passaggio alla classe di merito di credito 2. Nell ambito della metodologia standardizzata per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ciò ha comportato un aggravio della ponderazione delle esposizioni verso intermediari vigilati italiani con durata originaria superiore ai 3 mesi e degli enti del settore pubblico (dal 20 al 50%). Tale declassamento ha trovato riflesso anche nelle ponderazioni delle garanzie rilasciate da tali controparti. Il successivo ulteriore declassamento, a febbraio 2012, non ha determinato il passaggio alla classe di merito di credito successiva e il conseguente aggravio delle ponderazioni applicabili. B. Classi regolamentari di attività per i quali ogni agenzia esterna di valutazione del merito di credito o agenzia per il credito all esportazione viene utilizzata Nell ambito della metodologia standardizzata per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, laddove una valutazione del merito di credito sia stata attribuita ad uno specifico programma di emissione o linea di credito cui appartiene la posizione che costituisce l esposizione, tale valutazione viene utilizzata per determinare il fattore di ponderazione da applicare all esposizione. La Banca non fa ricorso a tali tipologie di valutazioni. 23

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