PRI M A DI AN D A R E VIA

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1 1 PRI M A DI AN D A R E VIA Prima di andare via, scuoti i cuscini del divano, raccogli i giornali da terra, raddrizza il tappeto, controlla che le camere siano in ordine e l acquaio in cucina asciutto, chiudi le tende e assicurati che le piante siano state innaffiate, perché nel tempo della tua assenza chiunque entrerà in casa dovrà respirare l armonia che l ha rallegrata. Non ha sens o che ti parli di me, di co m e sto ora. Tutto il dolor e, il mal e s s e r e fisico e mor al e che mi ha lenta m e nt e pros ciu g a t o sono riuscita a tenerlo a ba d a. Ti dissi che no n lotto più per cerc ar mi migliore di ciò che sono, sono se m p r e stata o sono divent at a. No n sono stata una bra v a mo glie, co m p a g n a, do n n a. Fors e una cos a sola o tutte insie m e que st e definizio ni. Ma ora, anc h e se tu mi parlas si o mi insultassi, attan a glia n d o m i con il pes o del mio tradi m e nt o vers o di te e vers o il vinc ol o che ci unisc e, sare b b e co m e se le tue parole entra s s e r o in me per de p o sit ar si sul fond o di un poz z o, uno di quei pozzi di ca m p a g n a in cui tutto sco m p a r e. Ciò che no n si perde è invec e il sentor e feroc e del tuo dolor e, della tua delusio n e, della tua a m a r e z z a, del tuo dispre z z o, del tuo sentirti ferito senz a treg u a. Del tuo disp er d e r e intorno tali sens a zi o ni. E intanto qu a n d o decid o di ess er e leale con te, alm e n o alla fine, e cons e g n a r m i nelle tue ma ni con tutto l im m a n e caric o di resp o n s a b ilità di cui mi acc u s o.. da sola da sola perc h é so anc o r a ricono s c e r e qu alc o s a di buo n o in me tu mi ap o str ofi con e tu no n fai niente per evitarlo. Qu e st o no n può che irrigidirmi. Anc h e se legg er m e n t e. È vero che non si può giustificar e se m p r e l ass a s si n o, m a per tanto tem p o ho pens at o che in fond o ero arra b bi at a con te per av er mi cond otto sulla strad a dell o micidio. Ora no n ho ne a n c h e più qu e sti senti m e nti. So n o ne utr a, terra bruciat a de ntro e intorno. Ma non puoi evitare di farmi pe ns a r e che tu non hai fatto niente per evitare di a m a r mi di un a m o r e afon o, di non farmi sentire desid er at a, di non farmi pian g e r e la notte in silenzio, me ntr e no n ti sei m ai pre o c c u p a t o di entrar e in cas a e tener e il sorriso un po oltre la soglia, m a g a ri la cen a e anc or a dop o, di gu ar d a r mi con gli stes si occhi e m o zi o n a ti dei tuoi mo m e n ti migliori e no n solo in rare occ a si o ni felici, di a m a r mi con gli occhi ap erti, di no n dirmi che così so fare e poi tutto si siste m a, di tener mi stretta fra le brac ci a e gridar mi che per te non and a v o ben e così, ma tu mi avr e sti inse g n a t o ad ess er e migliore perc h é tanto mi puoi rimpro v e r a r e, m a no n di non av er prov at o tutto con te. Fino alla fine. No n sono perfetta e non lo sono m ai stata. No n era nei piani edu c ativi dei miei ge nitori. Loro mi ha n n o inse g n a t o ad ess er e resp o n s a bil e, ad inse g uir e il dov er e e certi valori. Ma no n se m p r e ci sono riuscita. E con qu e st o fallime nt o ho calp e st at o tutto ciò in cui ho cred ut o, ann o dop o ann o. Mi ha n n o detto che no n sono mai stata felice, se no n in occ a si o ni particolari. Io con te ho cre d ut o di ess erlo. Poi mi sono arres a. No n so più su cos a fissar e lo sgu a r d o. Oltre che negli occ hi dei nostri sple n di di figli per cui proprio og gi sono stata subis s at a di co m pli m e nti da do n n e oltre m o d o lonta n e da me e pratica m e n t e sco n o s ci ut e. Se ti dico mi dispia c e mi rispon di che dov e v o pens a r ci prim a. Lo dico inve c e, perc h é no n esiste prim a e dop o per i senti m e nti. Oltre che irrazio n ali, ingo v e r n a bili, sono costa nti e no n mut a n o al precipitar e de gli ev e nti. Non sia m o sba gliati io o te. O forse io lo sono un po. Ma è il tuo e il mio mo d o di a m a r e che è opp o st o. E ora non ho più né la vo glia né la forza di attrav ers a r e l univ er s o per ve nire nella tua gala s si a. So n o alla deriv a in uno sp a zi o imm e n s o e così voglio rima n e r e.

2 2 No n era m ai stata invitata a cen a prim a di qu ella volta. La ser a lei usciv a piuttosto per intess e r e relazio ni diverte nti, per inco ntrar e grup pi sp a uriti di cono s c e n z e più o me n o dur atur e. Talv olta torna v a a cas a incuriosita, spe s s o ann oi at a con il ricord o va g o di co m e la serat a avre b b e potuto svoltar e vers o esiti più interes s a n ti, o con la cons a p e v o l e z z a dei suoi errori: una do m a n d a tropp o insistente, un es pr e s si o n e di du b bi a interpr et a zi o n e, una parol a ma n c a t a che avr e b b e risolto a suo favor e e l avreb b e cons a c r at a me n o rigida, tend e nt e a quel fardello di bra v a rag a z z a che le pen d e v a alle sp alle. Era n o gli anni dell univ er sità, della vita a met à fra l indip e n d e n z a dei primi giorni della settim a n a in una picc ol a cas a di matricole, cias c u n a imp e g n a t a a celar e le profo n d e diversità dietro una perfetta org a ni z z a z i o n e do m e s tic a qu a si a condu zi o n e familiare, e il ritorno del ven er dì po m e ri g gi o a tess er e la tra m a e l ordito di una la vita tutta nelle sue ma ni e in attes a di definizio n e, fra le protettive attenzio ni familiari. Lo cono b b e in un placido fine settim a n a. Nel suo qu artiere. Diversi me si dop o la invitò a cen a. In qu e gli anni, era la prim a v e r a del 1991, una diciottenn e riusciv a in perfetta natur al e z z a a vestirsi, trucc ar si, mu o v e r si co m e se di anni ne av e s s e alm e n o il dop pi o. Sar a n n o stati i volu mi, le spalle imbottite, i cap elli coto n ati, i ferm a gli color ati con i fiocc hi lieve m e n t e patetici de gli anni ottanta che transitaro n o rapid a m e n t e vers o le form e squ a dr at e, ma dalle linee più affus ol at e e me n o evide nti dei primi anni nov a nt a. Un pas s a g g i o dov ut o che dirottav a il sens o estetico di molte giov a ni don n e lung o perc orsi di una prec o c e mat urità, fatta dell imitazio n e di tend e n z e più sobrie, alm e n o nelle intenzio ni. Co sì per lei che, a rived er si sulle foto di qu ei giorni, si trov a tond a e inge n u a, ricop erta di abiti che la fann o anc or a inorridire e sorrider e. Se m p r e la stes s a imm a g i n e di sé, un pas s o prim a di ciò che volev a ess er e, con al fond o de gli occ hi, lì dov e solo poch e pers o n e riusciv a n o a ved e rlo, l abiss o di tutte le sue pa ur e ines pr e s s e. Lei non av e v a anc or a decis o cos a voles s e divent ar e, vers o cos a voles s e indirizz ar e le sue ener gi e. Co n d u c e v a una vita qu a si sev er a che proc e d e v a per obiettivi a temp o deter mi n at o: l univ er sità era uno di qu elli. Per il futuro no n usa v a farsi do m a n d e. Qu ell invito a cen a era al di fuori dei perc orsi che av e v a intrapr e s o. Non av e v a nulla a che spartire con le ser ate in panin ot e c a con i colleg hi di univ er sità, tanto me n o con qu ei poc hi a mici che la inse g ui v a n o da anni. Era tutto al di fuori de gli sch e mi, dei suoi sch e m i. Lui era ap p a r s o co m e una met e or a, una sch e g g i a di una vita lonta n a dalla su a che le attrav ers ò la strad a, pre n d e n d o l a in pien o. Non le intere s s ò sap er e da dov e prov e ni s s e e dov e av e s s e intenzio n e di cond u rl a, quella volta.. per la prim a volta, non volle pens a r e e si fece trascin ar e. Si era n o visti qu alc h e altra volta prim a della cen a, un po m e ri g gi o in particolar e le rima s e impre s s o nella me m o ri a per qu el suo m o d o acc attiv a nt e, sicuro, conforte v ol e, tipico di chi ha alle sp alle la cons u et u di n e di molte plici relazio ni e da cias c u n a riesc e a trarre il ma s si m o, a suo va nt a g gi o. Ne rima s e affas cin at a, perc h é tra il timore di ciò che non cono s ci e la curiosità di os ar e, poté il desid erio di inna m o r a r si di un uo m o che romp e s s e i suoi gesti cons u e ti e le des s e occ a si o n e di confront ar si con il resto del m o n d o. A cen a, pratica m e n t e, no n ma n gi ò. Ricor d e r à se m p r e e solo le frag ole e le sue ma ni eleg a nti, dalle dita lung h e, affus ol at e, agili nel far ruotar e un insuls o porta sig ar ette d arg e nt o e alla fine nell aprire il portafo gli di pelle marro n e. Per anni la soste n n e qu el ricord o, qu elle dita che se m b r a v a n o rag ni che tess e v a n o tele invisibili, lente nel mu o v e r si co m e sag gi a n d o il terreno intorno, sino a co m pi er e i gesti più ba n ali con una legg er a e misterios a gra zia, a lei scon o s ci ut a. Nel suo mo n d o tutto and a v a a velo cità mo d e r a t a face n d o ben attenzio n e ad og ni pas s o ; in quello di qu e st o alien o precipitato nella su a vita se m b r a v a no n ci foss ero osta c oli: un lavor o che non lo face v a mai stare troppi me si ferm o in un punto ge o gr afic o, una famiglia lonta n a e ricordat a con dolc e z z a, a mici e

3 3 cono s c e nti onnipr e s e nti nella su a cas a. All inizio ne fu imp a u rita, se ne allonta n ò. Pe n s ò che que st o suo ecliss arsi ba st a s s e a farlo de m o r d e r e dal nu o v o divertim e nt o che lei era convi nt a di rappr e s e nt a r e. Inve c e lui la cerc ò. Co n quel suo mo d o facile e natur ale. Qu a si face n d o l e pes a r e i suoi tente n n a m e n ti. Co sì arrivar o n o alla cen a. Sciorina n d o arg o m e n ti di disc u s si o n e su cui non era n o mai d acc o r d o. Litigar o n o qu ella ser a. Co m e se m p r e sare b b e acc a d u t o nei sette anni suc c e s sivi e poi dur a nt e il loro m atri m o ni o. Il suo mo d o di affrontar e un a que stio n e era effica c e, lei lo av e v a capito dall inizio. Co m e tutto nella su a vita a co m p a rti m e nti stag ni: per lui no n esiste v a n o sfu m at ur e, ma solo evide n z e concr et e. Se foss e un a bitu din e de d otta dalla su a form a zio n e scola stic a e profes si o n al e o ere ditata ge n etic a m e n t e, lei no n lo avre b b e mai capito. Fors e tutte du e le cos e, co m p o s t e in mo d o esplo siv o per lei. Lui non si pone v a do m a n d e, no n si mette v a in disc u s si o n e, ma riusciv a a gu ar d a r e i proble mi o se m plic e m e n t e un film, un a foto, un qu alsi a si accid e nti gli foss e capitato tra i piedi, con lo stes s o impla c a bile e fredd o rigore che lo cond u c e v a diretta m e nt e alla soluzio n e o alla form ul a zi o n e di un giudizio. Per lui tutto il mo n d o intorno era me di a m e n t e pop ol at o da o m br e grigie che non dest a v a n o la sua benc h é mini m a attenzio n e fino a qu a n d o non av e s s e decis o di acc e n d e r e un riflettore ora su di una, ora su di un altra di qu e st e om br e, solo ed esclu siv a m e n t e nel mo m e n t o in cui avr e b b e valutato la nec e s sità di farlo. Non ricord a v a nes s u n o, me di a m e n t e. Un a giran d ol a di volti che dur a v a n o il tem p o di una ser a, al più qu alc h e settim a n a. Fino a lei. Ch e era es atta m e n t e l opp o st o. Qu a n d o iniziaron o ad uscire insie m e lui le rimpr o v e r a v a il suo sgu ar d o mo bile e veloc e, cap a c e di coglier e qu alc h e detta glio o l insie m e anc h e di chi la atterriv a. La sua me m o ri a visiva era tempr at a dallo studio dell arte e della storia, per cui le torna v a utile il ricordo fotogr afico anc h e delle date o della pa gin a del libro da cui atting er e le rispost e per le do m a n d e d es a m e. Un a abilità che con il temp o si era affiev olita cons e r v a n d o l e la curiosità di inda g a r e con gli occ hi. Qu a n d o discute v a n o si sco ntr a v a n o se m p r e sulle mo d alità di scivol ar e de ntro la que stio n e. Lei affronta v a un proble m a sec o n d o una tattica circolar e: ci girav a intorno con diffidenz a iniziale e poi co mi n ci a v a a valutar e il punto migliore per attac c a r e con le sue lenti di ingra n di m e nt o, og ni volta sce n d e n d o più in profo n dità, me dita n d o sulle conn e s si o ni fra i vari ele m e nti di giudizio, le ca u s e e gli effetti di ogni ev e nt u alità, le possibili soluzio ni, le valuta zi o ni finali. Riperc orr e n d o le stes s e stra d e divers e volte, se m p r e con un dubbi o in più, torna n d o indietro, soffer m a n d o s i su quel punto che non era tanto chiaro, interro g a n d o s i sul perc h é no n lo foss e, per poi finalm e nt e arrivar e al noc ci olo dell arg o m e n t o iniziale e spes s o dim e ntic a n d o pure la motiv a zi o n e di tanto ardor e inquisitorio. Lui, ovvia m e n t e, m a nife st a v a in quei lung hi mo m e n ti la su a insoffere n z a, sep p u r e incuriosito da tanto sfac c e n d a t a spec ul a zi o n e intellettiva, fino ad arroc c a r si su posizio ni av v er s e. Inevita bile lo scontro. Co sì co m e la ser a della cen a. Usciti dal ristora nt e già disc ut e v a n o sulla cant a nt e, sugli altri av v e nt ori, su qu ella sens a zi o n e reciproc a di av er sba gliato a volersi ferm ar e lì, in qu el vec c hi o alber g o trasfor m a t o in una pes si m a trattoria sul litorale, tra dun e di sab bi a e più av a nti rovi di mirto e gine stre. Era n o d ac c o r d o sull ide a iniziale, ferm ar si altrov e, ma non sul perc h é non foss er o stati be n e lì e chiss à co m e, riusciro n o a disc ut er e sulla possibilità per un uo m o e una do n n a di uscire insie m e senz a fanta stic ar e sulle asp ettativ e reciproc h e. Lei era convint a che si pote s s e and a r e al di là delle mire sentim e nt ali o dell intenzio n e di far scivolar e la ser at a fra le lenz u ol a di qu alc h e letto; lui era dell av vis o che non si potes s e ess er e sce vri da scopi sec o n d a ri. Su que st o si are n a r o n o, imm e r si entra m bi in un dens o silenzio interrotto dallo sc alar e delle marc e della su a auto. Ma lei non si dette per vinta. Vole v a dim o str ar gli il contrario e sopr attutto non rovin ar e tutto. In un attimo lo convi n s e a de viar e vers o la sco glier a. La notte era sere n a. Cer c a r o n o di av viar e una treg u a diplo m a tic a, certi che quella disc u s si o n e foss e fond a m e n t a l e per il loro cono s c e r si. Lei sce s e dall auto. Lui la seg uì e sentì il piac er e di respirar e l aria sal m a str a e abb a n d o n a r e ogni riserv a. Si lasciar o n o rass er e n a r e dal ritmo costa nt e delle placid e ond e che si frang e v a n o tra i

4 4 ciottoli della piccol a conc a dov e loro era n o seduti. Le indicò un gra p p ol o di stelle, poi anc or a un altro. Lei si lasciò guid ar e alla ricerc a di Orione, poi si scostò da lui e tornò in auto. Lui si scu s ò per la tensio n e acc u m u l at a. Prov a v a qu alc o s a di indefinibile. Co minci a v a ad av er pa ur a che qu e st a storia gli si stes s e insinu a n d o fra le fitte ma glie della su a vita, be n calibrata sulla resiste n z a tena c e a tutto ciò che potes s e dest a bilizz ar e la su a piac e v ol e esiste n z a epic ur e a. Ebb e un attimo di cedi m e nt o. Le diss e che era tutta la ser a che desid er a v a poterle dar e un ba cio. Gli sare b b e bast ato sfiorarle la fronte, stabilire un fug a c e cont atto intimo e rispettos o allo stess o temp o, con chi lo av e v a sfidato e battuto in un ca m p o a lui tropp o noto per prev e ntiv ar e una sco nfitta. Lei inve c e gli acc a r e z z ò le labbr a con le sue. Perc h é non c è miglior vittoria che la res a delle ar mi di fronte al ne mi c o che ricon o s c e di av er pers o. In realtà fu lei a dim o str ar gli di av er pers o. E lui no n lo avr e b b e mai capito. I me si che se g uiro n o furono se g n ati dall affan n o di rincorrersi: lei intuì giorn o dop o giorno che no n ce l avre b b e fatta a stabilire un a relazio n e privilegiat a. Sa p e v a di attrarlo forte m e nt e, perc h é lei era tutto il contrario di ciò a cui lui era abitu at o. Ma sap e v a anc h e che avvicin arsi a lei eq uiv al e v a a cost a nti rinunc e e picco n at e contro l ego c e ntris m o che lo ani m a v a allegr a m e n t e. Qu e st a logic a inevita bile le dav a forza per and a r e av a nti e nello stess o temp o le suc c hi a v a tutte le ener gi e. Molte sere lo attes e inutilme nt e. Altrettante notti, tornat a a cas a dop o ess er e uscita con lui, continu a v a a va g a r gli intorno con i pe nsi eri, conc e ntr a n d o lo sgu a r d o sul tond o perfetto della su a tazz a di latte fredd o in cui cerc a v a cons ol a zi o n e. Perc e pi v a le sue riserv e, l altale n a di attrazio n e e volo nt à di tenerla a distan z a, l inva d e n z a della sue a micizie prec e d e nti nella loro relazio n e fragile, il suo desid erio di tenerla al fianc o nelle occ a si o ni ufficiali senz a m ai farla partecip e della sua vera vita. Più di tutto capiv a che di lei no n parla v a m ai con ness u n o dei suoi a mici o colleg hi e per tutti lei era una delle tante capitate nella rete. Co m e tutte avv olte in un alone di mistero protettivo: sentiv a lo sgu a r d o di chi cerc a v a di capire, oss erv a n d o l a, che tipo di rapp orto av e s s e stabilito con lui e più i me si trasc orr e v a n o e più que st a curiosità diven n e fastidios a, oscillan d o tra valuta zi o ni anc h e poc o cortesi sul suo conto. Si sep ar a r o n o, si ritrov ar o n o, m a trasc ors e qu a si un ann o prim a che lui decid e s s e di ced erl e alm e n o una parte della su a libertà. Nel fratte m p o lei av e v a ben capito che quella notte, tra gli sco gli, in me n o di un or a av e v a abb a n d o n a t o i suoi pro g etti indefiniti e si era leg at a ani m a e corp o a qu e st o uo m o che forse no n l avre b b e mai res a del tutto felice, ma di cui per lung o tem p o non avr e b b e sap ut o fare a me n o. Ci mise qu a si venti anni a capire che lo av e v a a m at o proprio per la fragilità che na s c o n d e v a dietro l imm a gi n e fiera che oste nt a v a. Ci mise troppi anni a co m p r e n d e r e che di lui era stata inna m o r a t a per un tem p o inim m a g i n a bil e, tropp o lung o per poter resister e alle innu m e r e v o li batta glie che avr e b b e dov ut o ing a g gi ar e con il resto della vita e che non avre b b e sap ut o tener e a ba d a altri ne mi ci più temibili. Si acc ors e, infine, che ess er e inna m o r a t a di un uo m o no n ba st a per sentirsi a m at e, che occorr e chiu d er e il cerc hio con il pass a g g i o vers o un a m o r e mat ur o e cons a p e v o l e, cost a nt e, recipro c o. Le ultime batta glie le avr e b b e pers e tutte, lei non era più in gra d o di soste n e rl e. Av e v a pers o cont atto con la realtà del loro a m o r e farino s o. Sar e b b e stata sco nfitta dalla sua stess a nec e s sit à di ess er e final m e nt e og g etto di un a m o r e inco n di zio n at o, co m e lei gli av e v a offerto giorn o dop o giorn o a partire da qu ella notte a mar e. Infine capì che no n ba st a ess er e affas cin at a da un uo m o se m p r e straor din a ri a m e n t e intere s s a nt e, ma che av e v a lenta m e n t e prosciu g at o tutte le risors e d a m o r e. E in ultima an alisi pens ò di non av erlo mai a m at o abb a st a n z a. Lui le si scoprì poc o alla volta. Trop p o ba n al e per racc o nt arlo: lei no n si stupì qu a n d o la realtà delle cos e le ap p a r v e chiar a m e n t e. Lui era co m e diviso in du e parti perfetta m e nt e opp o st e. La sicure z z a e la fluidità del suo and a r e per il mo n d o era n o la cons e g u e n z a di se gr et e tensio ni, di un groviglio di pe nsi eri acc u m u l ati ne gli anni, certez z e da cui si sare b b e liberato vole ntieri se av e s s e trov ato motiv a zi o ni valide da opp orr e a certi suoi acc a ni m e n ti. Il suo mo n d o non pren d e v a in

5 5 consi d er a zi o n e la deb ol e z z a, i tenten n a m e n ti, il soffer m a r si su di un pe nsi er o mole st o. Ep p u r e qu a n d o dentro di lui defla gr a v a la nec e s sità di una scelta che romp e v a gli argini della sua sicur e z z a, la su a soffere n z a divent a v a ma nifest a e allora preferiv a rifugiarsi nella solitudine, nella cura di sé, nel silenzio con gli a mici, perc h é tutto rima n e s s e confin ato nel suo privato più intimo. Era abitu at o a recitare il suo ruolo fino alla fine, se inevita bile, ma certe volte pre n d e v a una pau s a anc h e da se stess o. Era fatto di una fibra tena c e, era fiero fino all ecc e s s o, tanto da coltivar e una dignità oss e s si v a che gli imp e di v a di racc o nt ar e i suoi dolori, le a m a r e z z e, quei lung hi salti nel buio che fu costretto a co m pi er e, a volte senz a ne a n c h e valutar n e i pericoli. No n avr e b b e mai sentito l urge n z a di cerc ar e conforto tanto da chie d e r e di ess er e asc oltato. Mai, ne a n c h e nei mo m e n ti peg gi ori. Al più gli occhi acc e n n a v a n o un rossor e e divent a v a n o cristallini. Poi si pas s a v a il pal m o della ma n o sul viso, dalla fronte fino a chiu d erl a sul me nt o, e tutto pas s a v a. Ma lei av e v a imp ar at o a sentire le sue lacrim e scorr erle de ntro co m e un rivo che si trasfor m a in casc at a per poi ripren d e r e la cors a reg ol ar e dop o il dirup o. Lei quelle lacrim e m a s c hi e e invisibili le av e v a ricono s ci ut e co m e lava inca n d e s c e n t e che sedi m e nt a v a n o sulla su a ani m a e lo avr e b b e r o soffoc at o di rabbi a. Dice v a di non av er biso g n o di ness u n o, di bast ar e a se stess o. Co sì av e v a imp ar at o. Epp ur e qu a n d o riusciv a ad abb a s s a r e la gu ardi a e per m ett e v a a qu alc u n o di pen etr ar e la cortina invalic a bile che av e v a eretto intorno, prov a v a una dolc e z z a che stenta v a a ricono s c e r e e che lo intimoriv a. Abile nel procur ar e cons e n si e nel diffond e r e sicure z z a, era a m mir at o per la su a deter mi n a zi o n e, per la lealtà con cui pers e g ui v a i suoi obiettivi. App ariv a spe s s o irrag giu n gibile e per que st o gli uo mi ni o lo allonta n a v a n o o imp ar a v a n o a fidarsi di lui profo n d a m e n t e. Le do n n e che gli si avvicin a v a n o lo face v a n o per il puro gusto della conq ui st a. Co n il temp o lo avr e b b e r o rispettato e definito un po eg oist a, m a torvo e affas cin a nt e. No n sare b b e mai stato ricord at o, certo, per ess er e un uo m o dalla battuta facile, piuttosto per qu el suo mo d o eleg a nt e di ess er e parco nei senti m e nti e avv e z z o a farsi rincorrer e e conc e d e r e tutto. Co n lei fu divers o. Le per mi s e di av vicin arlo sin dov e ness u n o era riuscito. La spro n ò a cerc ar e la chia v e per av er e acc e s s o alle sue stanz e rec o n dite, quelle dei ricordi. Ed og ni volta che lei riusciv a a sup er ar e una soglia invalic at a, lui tratten e v a ge miti di soffere n z a che si tra m ut a v a n o in ostilità di qu alc h e giorn o vers o di lei. Si acc or g e v a di ce d e rle parti di se stess o e que st a lenta erosio n e della su a ani m a torm e nt at a lo av viliva. Lui av e v a una cons a p e v o l e z z a sev er a dell a m o r e. Non pote v a ess er e un don o gioios o, da cui atting er e in mis ur a cost a nt e, perc h é a m a r e per lui era privarsi della libertà, rend e r e partecip e un altro ess er e vive nt e delle sue altale n e di sens o, delle sue tensio ni, di quelle bolle di temp o pien e delle sfide che av e v a inga g gi at o con il mo n d o, significa v a racc o nt a r e le sue delusio ni, rend er si vulner a bile. Lei lo avr e b b e fatto pian g e r e: lui lo imm a gi n ò e tanto bastò. In oltre un ann o e me z z o tutto qu e st o acc a d d e. Ave v a n o biso g n o uno dell altra, ma ciasc u n o per diluire perc orsi opp o sti. Lei lo a m ò per redi m e rlo dalla su a solitudine. Si inna m o r ò del suo dolore e subli m ò in lui il desid erio di sentirsi indisp e n s a bil e per qu alc u n o. Non si chies e m ai se da v v e r o sare b b e stato disp o st o a tutto per lei: pens ò che rend e rl a parte cip e della su a vita, in ma ni er a se m p r e più intima, foss e una prov a d a m o r e sufficiente a col m a rl a di tutti qu ei mo m e n ti in cui la dista n z a fra loro no n era solo una costa nt e chilo m etric a. Lui la a m ò per lo stess o eg ois m o che lo av e v a plas m a t o, perc h é era una bocc at a d aria pura, perc h é gli da v a un altra pos sibilità. Fu incuriosito per anni da certi suoi mo di di fare inus u ali a met à strad a fra un mo n d o fanta stico, dov e tutto era ridotto nelle dim e n si o ni e ass u m e v a significati opp o sti alla realtà, e una vitalità dal sap or e un po pas s at o che lei racc o nt a v a ess er e ere dità di nonn e tropp o oper o s e. Si affidò a lei nelle cos e pratich e e arrivò a fidarsi di lei qu a si total m e nt e qu a n d o si acc ors e che ess er e a m ati pote v a anc h e significar e sm etter e di ess er e in continu a tensio n e vers o l irrag giu n gi bile. E, sopr attutto, perc h é ess er e a m ati senz a dar e la stes s a misur a in ca m bi o, finalm e nt e lo rico m p e n s a v a di lung h e e antich e attes e.

6 6 La co m p e n e tr a zi o n e delle loro ani m e no n avv e n n e m ai in que gli anni, tanto me n o dop o. Co struiro n o un eq uilibrio prec a rio che se m br ò tragh ettarli lenta m e nt e vers o decisio ni definitive. Fu co m e il ciclo lunar e di cui sua no n n a le racc o nt a v a per inse g n a rl e le stagio ni della vita. Lei av e v a imp ar at o che tutto ha un suo perc or s o, un inizio e una fine sere n a. La luna seg n ò il temp o delle do n n e della sua famiglia per dec e n ni prim a di lei: av e v a acc o m p a g n a t o i lavori nei ca m pi e la lievitazio n e di pa n e e focac c e, l identifica zio n e di giorni propizi, i cicli me stru ali, i riti di fertilità, la scelta del sess o dei figli e la predizio n e del futuro per sua nonn a e per le sue sorelle, per la ma dr e di su a non n a e anc or a prim a per tutte le don n e che fluttua v a n o nel suo sa n g u e ridotte in invisibili identità chimic h e. Era n o le stess e fem mi n e stra m b e che av e v a n o pers o i sog ni dietro il ca m m i n o della luna che lei atten d e v a con stup or e og ni notte sere n a. Lei a m a v a la falce della luna cala nt e. Su o no n n o le av e v a inse g n a t o a ricon o s c e r e le fasi lunari dalla curv a che dise g n a v a in cielo: luna cres c e nt e form a una D, luna cala nt e una C. Ma l attes a era tutta per la luna pien a, per qu ella luce bian c a che di notte le infon d e v a fiducia, me ntr e spia v a il sonn o dei suoi figli o li pren d e v a fra le bracci a per allattarli. Poi, prim a di tornar e a letto, facev a fatica a stac c a r si da qu el chiar or e, dalla imm a g i n e irreale che cons ol a v a i du b bi e le do m a n d e ines pr e s s e. Le scintille di luna che brillav a n o sulla sup erficie ner a del m ar e legg er m e n t e incre s p at o, qu el pez z o di mer a vi glia tra le frond e de gli alberi, incor niciato dalla finestra della sua ca m e r a da letto, la riempi v a n o di tutto ciò che lui non avr e b b e m ai potuto darle. All inizio prov ò a sve gliarlo, a racc o nt a r gli di qu ella m a gi a di cui si sentiv a imp a st at a, di qu ella stran a sens a zi o n e di ess er e imm e r s a in un univ er s o che no n co m p r e n d e v a, m a che avv e rtiv a fin de ntro le sue fibre più profo n d e. Qu e sti pe nsi eri la stordiv a n o sino a svu ot arl a, per riempirla subito dop o della cons a p e v o l e z z a che una luna tanto mer a vi glio s a no n pote v a stars e n e in cielo senz a un motiv o be n precis o e che forse brillav a così solo per lei in qu elle ore solitarie. Lui le rispon d e v a stranito, a met à fra l inco m p r e n si o n e ed il torpor e del sonn o. Al mattino non ricord a v a nulla, forse di ess er si sve gliato. Ma di lei no n ricorda v a, delle sue parole, dei significati arc a ni di certe espr e s si o ni che non avr e b b e asc oltato da nes s u n a anc h e dop o. Lei pe ns ò che non foss e abitu ato a certi perc or si strani della me nt e, a qu ella sm a ni a di sce n d e r e in profo n dità, di attrav er s a r e le parole e scindern e i significati, al suo mo d o di oss er v a r e e curios ar e tra le cos e della vita per co m p r e n d e r n e le ca u s e fino ad arrest ar si esterref atta e sco nfitta di fronte alla bellezz a del cre at o, foss e la natur a o un se m plic e pe n si er o o la volo nt à pro digio s a di tutti gli uo mi ni che ha n n o scritto la storia del mo n d o. Certe volte lei si arre n d e v a all evide n z a che la su a esiste n z a foss e perfetta m e n t e inutile, un po ano ni m a, priva di motiv a zi o ni rileva nti che potes s e r o disting u e rl a dalla moltitudine di altre vite. No n era a m bi zio n e, m a cons a p e v o l e z z a che le sfug gis s e qu alc o s a di importa nt e, il sens o dei suoi anni, il suo futuro. Per qu e st o era affas cin at a dalle biogr afie: santi, uo mi ni di ventur a, statisti, ere miti, me dici, streg h e, attori, scienzi ati, po eti, scultori, reg n a nti, pittori, architetti, cond ottieri di tempi imm e m o ri. Le g g e v a di loro e pe ns a v a che avre b b e r o rag giu nt o l imm o rt alità anc h e solo attrav ers o l ide a che, lei, si sare b b e fatta di loro. No n avr e b b e mai voluto imitarn e le scelte, m a imp ar ar e la loro tena ci a. Co n lui pe ns ò di av er co mi n ci at o a sca v a r e le fond a m e n t a della sua imm o rt alità, di av er seg n a t o l inizio di un perc ors o che sare b b e and at o oltre loro du e. Inve c e ann o dop o ann o si acc ors e che lui no n avr e b b e potuto aiutarla e no n perc h é no n ne av e s s e voglia, co m e all inizio lei sos p etta v a. In realtà, se m plic e m e n t e, lui non avv e rtiv a le sue stes s e esig e n z e perc h é non era n o parte del suo viver e. Per lui esiste v a n o i fatti e no n i pres u p p o s ti, la realtà delle cos e e no n il desid erio di ca m bi a rle. Ave v a un cos pic u o sens o di acc etta zi o n e e rispetto del destino. Non cred e n d o evid e nt e m e n t e nella pos sibilità che ne esiste s s e da v v e r o mai alcun o per ciasc u n uo m o, non pote v a far altro che pe ns a r e di non osta c ol arlo nel suo cors o. Lui sentiv a l oggi e il do m a ni co m e nec e s s a ri, il pas s at o co m e un pes a nt e gru m o di anni di cui no n sap e v a più ben e che farse n e. Il suo lavor o, ad ese m p i o, lo av e v a decis o nell età in cui molti sono in bilico tra pe nsi eri incerti di futuro. Lui av e v a chiaro, inve c e, ciò di cui no n avre b b e fatto a me n o e

7 7 av e v a capito anc h e che il suo lavor o avr e b b e dov ut o ess er e parte integr a nt e della sua vita o me glio divent ar e la sua vita. Per que st o non avr e b b e mai potuto condi vid e r e le strate gi e di pensi er o che lei gli prop o n e v a : per lui non esiste v a n o vie strette e tortuo s e, inerpic at e fra esig e n z e e tenta zio ni, corrisp o n d e n z e e attes e, esplor a zi o ni di limiti e nu o vi orizz o nti. Per lui tutto era stato line ar e. Per lei tutto era un gioc o dell oc a, con tanto di salta un giro e torna alla parte n z a. In tutti i loro anni insie m e lei ca m bi ò più volte il punto di vista su di lui: partì dalla convin zi o n e che foss e ass ol ut a m e n t e sup erficiale per ap pr o d a r e alla certez z a che foss er o co m e du e univ er si par alleli, perfetta m e nt e sincro niz z ati, che mai si sare b b e r o congi u nti e pen etr ati. Di que st o, nel suo profo n d o, anc h e lui ne fu cons a p e v o l e già prim a che le cos e precipitas s e r o, senz a mai av er e il cora g gi o di a m m e tt erlo. Sp e s s o, infatti, si era chiesto cos a lo tratten e s s e dal non ass e c o n d a r e quel sens o di oppr e s si o n e che partiva da lei e lo facev a fre m er e sino a string er e le labbr a per un attimo, tra la stizz a e il ranc or e profo n d o. Dur a nt e i primi tempi insie m e no n si cap a cita v a di acc ettar e da lei l umiliazio n e di no n ess er e più pa dr o n e inco n di zio n a t o della sua vita; poi si acc or s e che avr e b b e potuto gestire una don n a inna m o r a t a tanto da chie d e rle di ess er e la su a riserv a di aria pura, di acq u e chet e a cui atting er e un po di pac e e ciò ba stò a tacitare le sue avv er si o ni per que sti suoi mo di bizz arri di conc e pir e il fluire delle cos e; infine la ritenn e un punto di riferim e nt o opp ortu n o. Di lei imp ar ò a fidarsi e nello stess o tem p o ad av er pa ur a. Perc h é fino alla fine quel suo mo d o sottile e tortuo s o di stare al m o n d o lui no n sare b b e mai riuscito a co m p r e n d e rl o o forse solo ad acc ettarlo. No n era una que stio n e di a m o r e, di qu a ntità, di qu alità.. loro si a m a v a n o sec o n d o ciò che av e v a n o imp ar at o vole s s e dire a m a r e. Ciò che li divise fu l incap a cit à di imp ar ar e a farlo nella stess a m a ni er a, atting e n d o uno dall altro, ced e n d o all imp uls o di aste n e r si per timore di fallire. Pur ess e n d o insito nell indol e fem mi nile il cora g gi o di os ar e, rischia n d o di rag gr a n ell ar e solo un pug n o di nulla, a lei non ba st ar o n o diciotto lung hi anni per sco nfig g e r e quel m a ni p ol o di ge ni che res er o lui poc o gen e r o s o in a m o r e, co m e se tutto dov e s s e ess er e ricond otto alla sicure z z a di ricev er e alm e n o du e volte ciò che si acc e n n a v a a dar e. Lei ci prov ò con l ostina zi o n e della pas sio n e, di un inna m o r a m e n t o durato tropp o a lung o e che and ò per molti anni in una sola direzio n e, con la certez z a di poter mo dific ar e o anc h e solo sm u s s a r e qu elle asp erità che la facev a n o sentire estra n e a dal suo cuor e, con la sper a n z a che la costru zio n e di una famiglia potes s e mitigar e le loro difficoltà. Ma alla fine si arre s e da v a nti all evid e n z a che dall altra parte i sinto mi di mal e s s e r e si era n o co m e can cr e ni z z ati in patolo gi e concl a m a t e, ricono s ci ut e e do m a t e nell a m bito di legg er e disfunzi o ni facilm e nt e gestibili a costo di brevi perio di di silenzio. Fu co m e se picc ole crep e av e s s e r o rigato i solai della loro cas a: alle prim e prest ar o n o attenzio n e, salv o pe ns a r e che foss ero nor m a li qu a n d o dive nt ar o n o tante e restar o n o se m p r e lì, senz a and a r e né av a nti né indietro. Qu a n d o l inton a c o co mi n ci ò a sbriciolarsi, puliron o con deter mi n a zi o n e senz a acc or d a r si su interv e nti radic ali di ristruttura zi o n e, provv e d e n d o con misur e d urg e n z a, og n u n o sec o n d o le proprie esig e n z e tra la ciec a cap a r bi et à e l insoffere n z a agli and a m e n ti provvis ori. Un giorno qu alsi a si, invec e, il soffitto cad d e giù. Re st aro n o a gu ar d a r e qu ello squ a r ci o di tufo e cielo inca p a ci di tocc ar si e di rea gire se non per mettere a riparo i figli da crolli più gra vi. Poi lei no n sopp o rt ò più tanta polv er e. Perc h é lei era abitu at a all ordin e, al profu m o dei ma z z etti di lav a n d a che sua nonn a racc o glie v a per rinfres c a r e la bianc h e ri a di coto n e spes s o e ruvido, ai pa vi m e nti puliti su cui ca m m i n a r e a piedi nudi, alla confusi o n e di una cas a ar m o ni o s a, al fuoc o che brucia v a le bucc e di ara n c e d inv ern o dop o pran z o con le finestre spal a n c a t e per togliere l odor e di cucin a me ntr e le si riempi v a n o le narici di odor e di fredd o e di fum o, alle parole sottov o c e che racc o nt a v a n o tutto e confid a v a n o i pensi eri di una famiglie che si allarg a v a n o oltre le pareti do m e s tic h e, alle rug h e sulla fronte che si

8 8 scio gliev a n o in sorrisi e occ hi lieti, a gu a d a g n a r si la conte nt e z z a con la fatica e a gust ar e la sod di sf a zi o n e delle picc ol e cos e. Di fronte alla const at a zi o n e di un a m o r e inaridito, intanto, lui rea gì con un silenzio imm o bile. Non era eg ois m o, ma sper a n z a che gu ar d a r e altrov e pote s s e ess er e un valido antidoto. De cis e di no n dar e tropp a importa n z a a certi m al e s s e ri, occ a si o n a li e prop e d e u tici alla cres cita della loro relazio n e. Ritenn e piuttosto che lei foss e in una delle sue fasi dec a d e n ti, che foss e tollera bile tutto a patto di lasciarla in pac e, ignor ar e certe stran e z z e e ar m a r si di pazie n z a. Ave v a voglia di string erla, ma pote v a asp ettar e. Anc h e perc h é av e v a impie g at o tutto il suo bu o n sens o per no n confo n d e r e il tradi m e nt o con le inevita bili resp o n s a bilità di cui sap e v a dov e v a farsi carico. Av e v a a m m e s s o le sue colp e, era cons a p e v o l e di non av erle dato tutto ciò di cui lei av e v a biso g n o, era stato leale e la gu ar d ò fisso ne gli occhi qu a n d o lo a m mis e con can d o r e. Ma sentiv a di av er fatto tutto il pos sibile. Ora non sap e v a and a r e av a nti se lei non lo av e s s e cond otto per m a n o. E ciò di cui lei parla v a, a lui se m br a r o n o le solite giostre di parole e astra zio n e. Le av e v a assic ur at o, con la deter mi n a zi o n e di cui face v a sfog gi o qu a n d o si cime nt a v a con qu alsi a si cos a gli foss e sco n o s ci ut a, che era n o solo cong ettur e disfattiste, che c era tanto di buo n o in loro, che malgr a d o le ferite gron d a s s e r o u m or e ap pic cic o s o, lui sap e v a gu ar d a r e oltre se solo lei ne av e s s e avuto voglia. Era il mo d o più sinc er o e tener o di a m a rl a e avre b b e voluto che lei lo co m p r e n d e s s e senz a farsi qu elle noiosis si m e do m a n d e. Qu ella sconci a lacer a zi o n e nella loro cas a sare b b e stata per lei, inve c e, il più pe n o s o tradi m e nt o vers o se stes s a prim a di tutto: non av er sap ut o provv e d e r e per tem p o al disa stro finale, no n av er gestito con garb o il fallime nt o delle sue sper a n z e. No n ress e il disordin e di una vita confus a tra delu sio n e e inco m p r e n s i o ni, la m a n c a n z a dell odor e della co m plicità, di pe nsi eri co m u ni e obiettivi rag giu nti a costo di picc oli sacrifici d a m o r e. Non ress e le parole taciute per quieto viver e e qu elle rugh e ai lati della bocc a che dive nt a v a n o solchi di a m a r e z z a, i silenzi che infarciv a n o le ser ate, i desid eri che ingig a ntiv a n o le loro om br e. Di qu e st o lui av e v a solo intuizio n e. E pa ur a. Di av er pers o la sua occ a si o n e migliore o più se m plic e m e n t e di no n av er sap ut o condurr e il gioc o co m e avr e b b e voluto. Sp e s s o pe ns ò di av er pres o un abb a glio con lei, di av erla consid e r at a tutto ciò che gli era ma n c a t o per acc or g e r si che ciò che cerc a v a era altrov e. La dete st ò per le sue convin zi o ni ass olutiste, per la deter mi n a zi o n e con cui cond u s s e gli ultimi an ni della loro vita e per quel suo mo d o inso p p o rt a bile di ess er e dista nte, pere n n e m e n t e altrov e. Qu a n d o lei gettò lonta n o da sé ogni pos sibilità di me di a zi o n e, riuscì a costruire una barriera trasp ar e nt e che lui consi d er ò invalica bile e per que st o odiò i suoi mo di allentati, lo sgu ar d o sde g n o s o, le parole voluta m e n t e taglienti e le opinio ni scaltre. L ultima vac a n z a insie m e fu un a via di me z z o tra un indiffere nt e e scialbo tentativo di rimo nt a e il desid erio di far felici i loro figli. Lo spa zi o ridotto di una barc a a vela tenn e uniti i corpi in un abbr a c ci o che invec e riverb er ò i loro limiti: lui le confidò che con lei avr e b b e pers o la su a famiglia; lei avre b b e voluto sentirsi dire che perde v a la do n n a che av e v a a m at o. Ma qu e st o fu solo un detta glio, or m ai. Lo se g uì oltre la pass e r ella e fissò la su a imm a gi n e me ntr e la gu ar d a v a dalla ba n c hi n a : la figura snella, la polo blu, le ber m u d a e i piedi sc alzi, quel suo imm a n c a b il e incarn at o bruno, i cap elli ven ati di bian c o e gli occ hi ali scuri in una ma n o. Co ntinu a v a a piac erle, forse anc h e più di qu alc h e ann o prim a. Il loro dim e n a r si tra i senti m e nti lo av e v a reso più asciutto nel fisico e gli era vals o un alon e di malinc o ni a intorno agli occ hi che se m b r a v a n o interro g ativi e dolcissi mi. Lei chius e gli occhi nello stes s o istante in cui indo s s ò i suoi ray- ba n: era l unico mo d o che cono s c e v a per

9 9 imp e dire a quella fastidios a liquidità di rigarle il volto. E no n pote v a per m ett er si di pian g e r e, lì, tra bors e di tela e bimbi da cons ol ar e. Di lei, lui ricord ò quella definizio n e delle oss a che spor g e v a n o ecc e s si v e da troppi me si, l espre s si o n e affrant a e la bellezz a or m ai sfilacci at a. E i suoi cap elli sottili, mo s si da ond e irreg ol ari che sce n d e v a n o lung o la schie n a, spes s o tenuti legati da un nod o sulla nuc a, in cui si era n o impigliati tanti sottili rag gi di sole. La notte in cui si ba ciar o n o per la prim a volta il cale n d a ri o seg n a v a luna nuo v a : quella ser a, inve c e, c era n o tropp e nuv ol e e lei pens ò che la luna non l avreb b e voluta ne a n c h e cerc ar e. Pian s e r o e si cerc ar o n o, ma tutta la dolc e z z a che in lei era stata fatale, qu ell uo m o in lacrim e non la trovò più. La do n n a che av e v a di fronte no n era più il vas o di cristallo attrav ers o cui av e v a gu ar d at o al futuro, m a solo cocci di vetro affilati. Lo allonta n ò prim a di poterlo ferire di nu o v o. A lei se m br ò l unico mo d o per continu a r e ad a m a rlo. Ma per alcu ni uo mi ni e do n n e ness u n a sep ar a zi o n e può eluder e pro m e s s e e asp ettative. Co ntinu a r o n o a cerc arsi anc or a, ma girav a n o in tond o sec o n d o direzio ni opp o st e. E que st a da n z a insta n c a bile fu l atto d a m o r e più alto di cui furon o cap a ci. Pa ol a Rus s o

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