Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia

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1 Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia UTILITALIA in collaborazione con:

2 Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia UTILITALIA imprese acqua ambiente energia 1

3 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Il presente Rapporto è stato elaborato dal Settore Ambiente di Utilitalia con la collaborazione del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell Economia Circolare, dell Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) Il coordinamento delle attività e la stesura finale del Rapporto sono stati curati da Riccardo Viselli, del Settore Ambiente di Utilitalia e da Rosanna Laraia, Direttore del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell Economia Circolare Il Rapporto è stato realizzato a cura di: Letteria Adella (ISPRA), Gabriella Aragona (ISPRA), Irma Lupica (ISPRA), Lucia Muto (ISPRA), Vito Iaboni (Utilitalia), Pasquale De Stefanis (Utilitalia). Si ringraziano Valeria Frittelloni (ISPRA), Jessica Tuscano (ISPRA), Marzio Zanellato (ISPRA) e Patrizia D Alessandro (ISPRA) per la collaborazione fornita. Si ringraziano le Regioni e tutte le imprese che hanno fornito il loro contributo nelle fasi di raccolta e di verifica dei dati. 2

4 Indice INDICE INTRODUZIONE 7 IL RUOLO DELLA TERMOVALORIZZAZIONE NELL ECONOMIA CIRCOLARE 9 1. LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI Il quadro impiantistico nazionale Parco impiantistico in previsione L indagine Utilitalia con la collaborazione di ISPRA La stabilizzazione anaerobica Il trattamento e l utilizzo del biogas I rifiuti trattati e la produzione del digestato LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI FANGHI DI DEPURAZIONE L'indagine Utilitalia con la collaborazione di ISPRA Il questionario di raccolta dati Le caratteristiche e la qualità dei dati ricevuti Il quadro di sintesi degli impianti Il carico inquinante in ingresso agli impianti di depurazione Anno di costruzione e avviamento della linea fanghi Le matrici in ingresso alla digestione anaerobica I trattamenti della linea fanghi La digestione anaerobica Il volume dei reattori della digestione anaerobica I volumi riscaldati dei reattori della digestione anaerobica I tempi di funzionamento La produzione del biogas La composizione del biogas I trattamenti sul biogas L utilizzo energetico del biogas La produzione del biometano L INCENERIMENTO DEI RIFIUTI URBANI L indagine Utilitalia con la collaborazione di ISPRA Il quadro di sintesi La capacità di trattamento degli impianti L età del parco impianti Le apparecchiature di trattamento termico Le tipologie impiegate I combustori a griglia I combustori a letto fluido I forni a tamburo rotante Il trattamento dei fumi 89 3

5 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Le configurazioni adottate I sistemi di rimozioni delle polveri I sistemi di neutralizzazione dei gas acidi I sistemi di riduzione degli ossidi di azoto I rifiuti trattati Il recupero energetico La produzione e la gestione dei residui Il monitoraggio e il campionamento delle emissioni gassose Gli incentivi per la produzione di energia elettrica da impianti 104 di incenerimento di rifiuti urbani 4

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8 Introduzione INTRODUZIONE Il Rapporto sul recupero energetico da rifiuti in Italia è uno studio mirato ad acquisire e analizzare i dati tecnici di progetto ed esercizio caratteristici degli impianti di digestione anaerobica e di incenerimento con recupero di energia dei rifiuti presenti sul territorio nazionale. Tali impianti fanno parte del sistema di gestione integrata dei rifiuti così come delineato anche dalle direttive europee per l attuazione di un modello di economia circolare e, con particolare riferimento a quelli di trattamento termico, fondamentali per il recupero delle frazioni non riciclabili e finalizzati alla minimizzazione del ricorso allo smaltimento in discarica, altrimenti difficilmente contenibile al di sotto del limite del 10% fissato dalle direttive recentemente emanate. Rispetto all edizione del 2014, il Rapporto censisce, oltre agli impianti di incenerimento anche quelli di digestione anaerobica della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata e dei fanghi dal trattamento delle acque reflue. Per tali realtà impiantistiche l indagine documenta anche gli aspetti inerenti le incentivazioni economiche volte a promuovere le energie rinnovabili e l efficienza energetica. Il recupero di energia mediante digestione anaerobica, che consente la produzione di metano di origine biologica, ha un ruolo sostanziale nella massimizzazione delle operazioni di recupero, nel contrasto alle emissioni, con particolare riferimento a quelle climalteranti e nella diminuzione del consumo di combustibili di origine fossile. Il Rapporto conferma l impegno di Utilitalia e dell Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale a diffondere al pubblico le informazioni e le conoscenze relative al settore dei rifiuti. Nello specifico, le informazioni si focalizzano sulle caratteristiche progettuali (capacità di trattamento, tecnologie di trattamento, sistema di depurazione dei fumi e di monitoraggio e controllo delle emissioni) e sulle condizioni operative (tipologia e quantitativo dei rifiuti trattati, recupero energetico termico e/o elettrico effettuato) degli impianti oggetto di indagine. Le informazioni relative agli impianti di digestione anaerobica della frazione organica e agli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani fanno riferimento agli anni 2016 e 2017 mentre, per la sezione relativa alla digestione anaerobica dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue, l anno di riferimento è il Il rapporto, infine, evidenzia come, nella piena attuazione di tutti i passaggi della gerarchia di gestione dei rifiuti urbani, fissata a livello comunitario e pienamente recepita nell ordinamento nazionale, il recupero di energia da rifiuti fornisce un contributo insostituibile per il recupero della quantità di energia intrinsecamente contenuta in materiali il cui riciclaggio risulta non praticabile o per motivazioni di carattere ambientale o per ragioni di natura tecnica o ancora di praticabilità economica. 7

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10 Il ruolo della termovalorizzazione nell economia circolare IL RUOLO DELLA TERMOVALORIZZAZIONE NELL ECONOMIA CIRCOLARE Sul ruolo della termovalorizzazione dei rifiuti nell economia circolare si è espressa la Commissione europea attraverso la Comunicazione del 26/01/2017 n. 34 che, in linea con i principi e gli obiettivi dell economia circolare, chiarisce come debba essere inserita questa forma di gestione, messa in atto per i soli rifiuti non riciclabili, nell ambito dell applicazione della gerarchia di gestione indicata dalla direttiva 2008/98/CE. La comunicazione individua i principali processi di termovalorizzazione: co-incenerimento dei rifiuti in impianti di combustione (ad esempio centrali elettriche) e nella produzione di cemento e calce; incenerimento di rifiuti in impianti dedicati; digestione anaerobica di rifiuti biodegradabili; produzione di combustibili solidi, liquidi o gassosi ricavati dai rifiuti; altri processi, compreso l incenerimento indiretto a seguito di pirolisi o gassificazione. La Commissione Ue precisa che questi processi hanno impatti ambientali differenti e occupano posti diversi nella gerarchia dei rifiuti. Infatti, i processi di termovalorizzazione comprendono operazioni di trattamento dei rifiuti molto diverse, che vanno dallo smaltimento e dal recupero al riciclaggio. Ad esempio, i processi come la digestione anaerobica che determinano la produzione di un biogas e di un digestato sono considerati un operazione di riciclaggio dalla normativa Ue in materia di rifiuti. Dall altro canto, l incenerimento dei rifiuti con scarso recupero di energia è considerato una forma di smaltimento. In mezzo si collocano le operazioni di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti con forte recupero di energia e il ritrattamento dei rifiuti in materiali da usare come combustibili solidi, liquidi o gassosi. Figura 1 Gerarchia dei rifiuti e processi di termovalorizzazione Esempi di processi di termovalorizzazione Prevenzione Prepar. per il riutilizzo Riciclaggio Altro recupero Smaltimento Digestione anaerobica di rifiuti organici se il digestato è riciclato come fertilizzante Operazioni di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti con forte recupero di energia Ritrattamento dei rifiuti in materiali da usare come combustibili solidi, liquidi o gassosi Operazioni di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti con scarso recupero di energia Utilizzo di gas di discarica captato 9

11 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Un passaggio significativo della Comunicazione è rappresentato dal fatto che la Commissione afferma che, nel pianificare la costruzione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, i singoli Stati dovrebbero tenere in attenta considerazione anche le capacità esistenti o pianificate in Paesi limitrofi. Vengono, quindi, in alcuni casi giustificate le spedizioni transfrontaliere di rifiuti che potrebbero contribuire a un impiego ottimale delle capacità già disponibili in alcuni Stati membri. Questo approccio risulta non in contrasto con il principio di prossimità su cui si fonda la normativa dell Ue in materia di rifiuti purché sia utilizzato a valle di un analisi del ciclo di vita con lo scopo di garantire che non vi sia un aumento degli impatti ambientali complessivi, compresi quelli del trasporto di rifiuti. Nella Comunicazione viene, anche, ribadito che per sostenere la transizione a un economia circolare, il finanziamento pubblico della gestione dei rifiuti, a livello sia nazionale sia di UE, dovrebbe essere coerente con l obiettivo di applicare in modo più diffuso la gerarchia dei rifiuti. A livello comunitario la transizione a sistemi più sostenibili di gestione dei rifiuti beneficia di sostegno finanziario, principalmente tramite il cofinanziamento dei Fondi per la politica di coesione, il cui utilizzo comporta il rispetto di pre-condizioni per garantire che i nuovi investimenti nel settore dei rifiuti siano conformi ai piani di gestione dei rifiuti stabiliti dagli Stati membri per prepararsi a conseguire gli obiettivi di riutilizzo e riciclaggio. Pertanto, gli investimenti in impianti di trattamento dei rifiuti residui (ad esempio capacità di incenerimento aggiuntive) potrebbero essere concessi soltanto in casi limitati e ben giustificati, laddove non sussista il rischio di sovraccapacità e gli obiettivi della gerarchia dei rifiuti siano pienamente rispettati. La Commissione Europea distingue, inoltre, gli Stati Membri che dipendono in misura eccessiva dall incenerimento dei rifiuti urbani da quelli con capacità di incenerimento esigue o nulle. Per i primi invita ad adottare misure finalizzate a: introdurre o aumentare le imposte sull incenerimento, specialmente per i processi a basso recupero di energia, garantendo al contempo che le imposte sulle discariche siano più elevate; abolire gradualmente i regimi di sostegno per l incenerimento dei rifiuti e, se del caso, reindirizzare gli aiuti verso processi che occupano posti più alti nella gerarchia dei rifiuti; introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti. Nel secondo caso gli Stati membri dovrebbero adottare una prospettiva di lungo termine e prendere in attenta considerazione i seguenti fattori: l impatto degli obblighi di raccolta differenziata esistenti e proposti e degli obiettivi di riciclaggio sulla disponibilità di rifiuti per alimentare il funzionamento di nuovi inceneritori nel corso del loro ciclo di vita (20-30 anni); la disponibilità di capacità di co-incenerimento in impianti di combustione e in forni per calce e cemento o in altri processi industriali idonei; le capacità esistenti o pianificate in Paesi limitrofi. L Italia, secondo i dati ISPRA, si colloca in una fascia intermedia rispetto agli scenari delineati dalla Comunicazione; infatti, nel 2017, avvia ad incenerimento il 18% del totale dei rifiuti urbani prodotti, mentre smaltisce in discarica ancora il 23%. Le percentuali di smaltimento in discarica rimangono ancora alte nonostante i notevoli progressi registrati nel quinquennio 2013/2017 nel quale si è registrata una diminuzione in quantità del 36,5%. Risulta, invece, residuale l incenerimento dei rifiuti speciali (non di origine urbana) che interessa solo lo 0,9% della quantità dei rifiuti prodotti nell anno 2016, cui si aggiunge l 1,5% di rifiuti recuperati come fonte di energia. Si sottolinea infine che nell ambito del Pacchetto dell Economia Circolare, la direttiva quadro Rifiuti all Art. 11a e la Direttiva Imballaggi all articolo 6a hanno previsto che per il calcolo dei target 10

12 Il ruolo della termovalorizzazione nell economia circolare di riciclaggio rispettivamente dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio possono essere considerati i metalli recuperati dopo l incenerimento dei rifiuti urbani a condizione che i metalli riciclati rispettino i criteri qualitativi riportati in un atto delegato che deve essere emanato dalla Commissione entro il 31 marzo

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14 La digestione anaerobica dei rifiuti LA DIGESTIONE ANAEROBICA DEI RIFIUTI 1.1 Il quadro impiantistico nazionale La digestione anaerobica rappresenta una tecnica di gestione dei rifiuti in costante crescita nel nostro Paese, grazie anche alle incentivazioni disposte dal DM 23 giugno 2016, che prevede specifiche disposizioni per gli impianti alimentati da biomasse, biogas e bioliquidi provenienti da fonti rinnovabili. In ambito nazionale, il trattamento dei rifiuti in processi di digestione anaerobica può contare, nell anno 2017, su un totale di 55 impianti operativi e, in particolare: 31 impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, costituiti da linee di trattamento integrate e sequenziali che consentono, con il trattamento anaerobico, di recuperare energia rinnovabile sotto forma di biogas o biometano, controllare le emissioni osmogene e stabilizzare le biomasse prima del loro utilizzo agronomico e, con il successivo trattamento aerobico, di trasformare il digestato in ammendante da utilizzare in agricoltura; 24 impianti di digestione anaerobica. Le tabelle 1.1 e 1.3 riportano, rispettivamente, per l anno 2017 e per l anno 2016, il processo di trattamento, il numero di impianti operativi, le capacità di trattamento e le quantità dei rifiuti trattati (frazione organica e altre tipologie di rifiuti), per macro-area geografica, nonché la quantità di biogas e l energia prodotta (Tabella 1.2 per l anno 2017 e Tabella 1.4 per l anno 2016). I 55 impianti operativi nel 2017 (52 nel 2016) complessivamente gestiscono circa 3,4 milioni di tonnellate di rifiuti. La frazione organica da raccolta differenziata, pari ad oltre 2,6 milioni di tonnellate, costituisce il 77,8% del totale gestito da tali impianti. Lo stesso quantitativo (2,6 milioni di tonnellate) rappresenta il 44,8% della frazione organica da raccolta differenziata sottoposta a trattamento biologico a livello nazionale nel 2017 (5,9 milioni di tonnellate). La restante quota, pari al 55,2%, viene avviata a trattamento in impianti di compostaggio. I dati relativi al biogas prodotto (tabella 1.2) sono stati forniti da 47 dei 55 impianti operativi mentre quelli riguardanti l energia prodotta afferiscono a 46 impianti. Il biogas prodotto, a livello nazionale, è pari a circa 258 milioni di Nm 3, di cui circa 195 milioni prodotti dagli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e circa 63 milioni da impianti dedicati di digestione anaerobica. Nel 2017, 3 impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, tutti localizzati nel Nord del Paese, risultano dotati della tecnologia di upgrading della CO 2, pertanto, parte del biogas prodotto dagli stessi è stata utilizzata per la produzione di biometano. L energia elettrica è pari ad oltre 1 milione di MWh/anno, mentre l energia termica si attesta a circa 199 mila MWh/anno. 13

15 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Tabella 1.1 Impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e di digestione anaerobica dei rifiuti, per macro area geografica (tonnellate), anno 2017 Macro area geografica Tipologia di trattamento N. impianti operativi Capacità di trattamento autorizzata Tipologie dei rifiuti trattati Frazione organica da RD Altri rifiuti (1) Totale Rifiuti trattati Nord Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Centro Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Sud Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Italia Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale (1) Rifiuti di carta, cartone, legno, rifiuti dei mercati, rifiuti provenienti da comparti industriali (agroalimentare, tessile, carta, legno), rifiuti da trattamento aerobico e anaerobico dei rifiutai. Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2018 Tabella 1.2 Biogas ed energia prodotta, per tipologia di trattamento, anno 2017 Tipologia di trattamento Biogas prodotto (Nm 3 /a) Energia elettrica (MWh/a) Energia termica (MWh/a) Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione

16 La digestione anaerobica dei rifiuti Tabella 1.3 Impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e di digestione anaerobica dei rifiuti, per macro area geografica (tonnellate), anno 2016 Macro area geografica Tipologia di trattamento N. impianti operativi Capacità di trattamento autorizzata Tipologie dei rifiuti trattati Frazione organica da RD Altri rifiuti (1) Totale Rifiuti trattati Nord Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Centro Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Sud Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Italia Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale (1) Rifiuti di carta, cartone, legno, rifiuti dei mercati, rifiuti provenienti da comparti industriali (agroalimentare, tessile, carta, legno), rifiuti da trattamento aerobico e anaerobico dei rifiuti. Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2017 Tabella 1.4 Biogas ed energia prodotta, per tipologia di trattamento, anno 2016 Tipologia di trattamento Biogas prodotto (Nm 3 /a) Energia elettrica (MWh/a) Energia termica (MWh/a) Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Fonte: ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2018 L analisi dei dati relativi alla capacità di trattamento, aggiornata all anno 2017 (Figura 1.1), evidenzia come tale settore sia caratterizzato da una dotazione impiantistica di taglia media. Il 51% delle unità operative (28 impianti) è, infatti, costituito da installazioni la cui capacità di trattamento è compresa tra 15 mila e 60 mila tonnellate annue, una quota pari al 25% (14 impianti) è dotata di una capacità di trattamento da 60 mila a 200 mila tonnellate annue ed il 7% è costituito da 4 impianti di capacità superiore a 200 mila tonnellate annue. Il resto delle unità operative è costituito da 3 impianti con una capacità di trattamento compresa tra 6 mila e 15 mila tonnellate annue, pari al 6% del totale nazionale, 2 impianti tra 3 mila e 6 mila tonnellate e 4 impianti con capacità di trattamento inferiore a 3 mila tonnellate annue. 15

17 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Figura 1.1 Distribuzione degli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e di digestione anaerobica per capacità di trattamento (t/a), anno /7% 14/25% 28/51% t/a - < t/a t/a - < t/a t/a < t/a t/a - < t/a t/a - < t/a 4/7% 2/4% 3/6% Fonte: ISPRA La figura 1.2 riporta la distribuzione territoriale delle capacità di trattamento degli impianti operativi nell anno L analisi dei dati mostra che gli impianti sono, in prevalenza, concentrati nelle regioni del Nord; la Lombardia è la regione con maggiore numero di impianti (14, pari al 25,6% del totale nazionale) dotati di una capacità di trattamento pari ad oltre 1,1 milioni di tonnellate, che costituisce il 28,9% di quella nazionale (circa 4 milioni di tonnellate). Segue il Veneto con 10 impianti (18,3% del totale nazionale), con una capacità di trattamento di 1 milione di tonnellate, pari al 25,2% del totale nazionale. In Emilia-Romagna ed in Piemonte, ciascuna con 6 impianti operativi, le capacità di trattamento si attestano, rispettivamente, a 521 mila tonnellate (13,1% del totale) ed a circa 456 mila tonnellate (11,5% del totale). Friuli-Venezia Giulia, Campania ed Umbria, ognuna con 2 unità operative, sono caratterizzate da capacità di trattamento pari, rispettivamente, a 311 mila tonnellate (7,8% del totale), 123 mila tonnellate (3,1% del totale) e 120 mila tonnellate (3% del totale). In Trentino-Alto Adige, dove gli 8 impianti operativi costituiscono il 14,5% del parco impiantistico nazionale, la capacità di trattamento complessiva, pari a circa 78 mila tonnellate, rappresenta il 2% di quella complessiva. La Puglia con una capacità di trattamento di 87 mila tonnellate, la Sardegna (oltre 51 mila tonnellate), la Liguria (45 mila tonnellate) ed il Molise (oltre 27 mila tonnellate) sono tutte dotate di un solo impianto operativo. Anche in Sicilia è presente un unico impianto operativo, in esercizio dalla fine di giugno del 2017, la cui capacità di trattamento (3 mila tonnellate) costituisce lo 0,1% di quella nazionale. 16

18 La digestione anaerobica dei rifiuti Figura 1.2 Distribuzione della capacità di trattamento autorizzata (t/a) degli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e di digestione anaerobica, per regione, anno 2017 Totale Lombardia Veneto Emilia-Romagna Piemonte Friuli-Venezia-Giulia Campania Umbria Puglia Trentino-Alto-Adige Sardegna Liguria Molise Sicilia Fonte: ISPRA 55 14; 25,6% ; 28,9% 10; 18,3% ; 25,2% 6; 10,9% ; 13,1% 6; 10,9% ; 11,5% 2; 3,6% ; 7,8% 2; 3,6% ; 3,1% 2; 3,6% ; 3,0% 1; 1,8% ; 2,2% 8; 14,5% ; 2,0% 1; 1,8% ; 1,3% 1; 1,8% ; 1,1% 1; 1,8% ; 0,7% 1; 1,8% 3.070; 0,1% Il grafico in figura 1.3 mostra l andamento dei quantitativi di rifiuti complessivamente gestiti attraverso i processi di digestione anaerobica, nel biennio , con il dettaglio riferito alla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata (umido + verde). L analisi dei dati denota un evoluzione del settore sia riguardo alle quantità complessive, sia alla sola frazione organica; infatti, nel 2017, la quantità totale dei rifiuti avviati a trattamento (circa 3,4 milioni di tonnellate), indica, nel confronto con il 2016 (circa 3 milioni di tonnellate), una differenza di circa 423 mila tonnellate, corrispondente a un aumento del 14,2%. Anche la quota dei rifiuti organici, che passa da 2,3 milioni di tonnellate ad oltre 2,6 milioni di tonnellate (pari al 77,8% del totale trattato), evidenzia una crescita di circa 320 mila tonnellate, pari al 13,8%. Il grafico in figura 1.4 analizza l andamento dei quantitativi delle frazioni organiche selezionate, per tipologia di trattamento, nel biennio L analisi dei dati evidenzia come gli impianti di trattamento integrato, grazie alla combinazione dei due processi anaerobico e aerobico, rappresentino, negli ultimi anni, il tipo di gestione che più contribuisce alla progressione delle quantità delle frazioni organiche selezionate avviate a recupero che, tra il 2016 ed il 2017, sono interessate da un incremento di circa 282 mila tonnellate, corrispondenti al 13,6%. Anche il settore della sola digestione anaerobica risponde in maniera significativa alla crescente domanda di trattamento delle frazioni organiche evidenziando, nello stesso periodo, una progressione di oltre 38 mila tonnellate, pari al 15,5%. 17

19 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Figura 1.3 Quantitativi dei rifiuti trattati da impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico e di digestione anaerobica, anni (t/a) Input totale quota RU Fonte: ISPRA Figura 1.4 Trattamento della frazione organica da raccolta differenziata, anni Trattamento integrato anaerobico/aerobico Digestione anaerobica Totale Fonte: ISPRA 18

20 La digestione anaerobica dei rifiuti Tale evoluzione evidenzia il crescente interesse che caratterizza il settore della digestione anaerobica, proprio per la possibilità di abbinare al recupero di materia quello di energia. Infatti, oltre alla produzione del digestato da utilizzare come ammendante a valle di un processo di compostaggio, tale tipologia di impianto comporta la produzione di biogas che può essere utilizzato direttamente ai fini energetici per la cogenerazione di energia elettrica e termica, oppure sottoposto ad un processo di rimozione della CO 2, denominato upgrading, che ne permette la trasformazione in biometano e la successiva immissione in rete in luogo del gas naturale o l utilizzo per autotrazione. 1.2 Parco impiantistico in previsione Nel presente paragrafo vengono riportati i dati relativi agli impianti di trattamento anaerobico in previsione, aggiornati all anno 2018, e pervenuti a seguito della somministrazione di uno specifico questionario inviato alle regioni. Va rilevato che non tutte le regioni hanno risposto all indagine e, pertanto, tale analisi non può ritenersi esaustiva; tuttavia, le informazioni acquisite denotano, come evidenziato, la costante evoluzione del settore del trattamento anaerobico anche relativamente alle caratteristiche tecnico gestionali adottate, con particolare riferimento a quelle che prevedono la rimozione della CO 2 presente nel biogas prodotto, ai fini della produzione di biometano. Sono 31 gli impianti in previsione (Tabella 1.5), di cui 21 di trattamento integrato anaerobico/aerobico e 10 di sola digestione anaerobica, distribuiti, prevalentemente, nel Nord del Paese (24 impianti, di cui 7 in Piemonte, 12 in Lombardia, 1 in Trentino-Alto Adige e 2 in Liguria ed Emilia - Romagna), 2 al Centro, in Toscana ed in Umbria e 5 al Sud, di cui 1 in Abruzzo e 4 in Calabria. Va evidenziato che 15 dei 31 impianti sono di nuova costruzione; riguardo ai 16 rimanenti, 4 sono impianti già esistenti, ma sottoposti a ristrutturazione e/o ampliamento delle capacità autorizzate o delle tipologie di rifiuti ammessi a trattamento, 1 nella provincia di Mantova, mai entrato in esercizio, è oggetto di riconversione, 1 nella provincia di Lucca è caratterizzato dalla riconversione della linea di trattamento dei fanghi dell impianto di depurazione comunale già operativo. I 10 rimanenti impianti (3 in Piemonte, 2 in Emilia Romagna, 1 in Abruzzo e 4 in Calabria), tutti operativi, sono oggetto di riconversione da trattamento aerobico a trattamento integrato anaerobico/aerobico. Riguardo all entrata in esercizio, 3 impianti localizzati a Rende, Sant Agata Bolognese e Foligno, risultano già operativi nel 2018 e gli impianti di San Damiano d Asti e Finale Emilia nel Per altri 9 impianti, si prevede l entrata in esercizio tra il 2020 ed il 2022, mentre per i restanti 17 impianti non sono state fornite informazioni in tal senso. 19

21 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Tabella 1.5 Impianti in previsione Regione Provincia Comune Tipologia impianto Tipologia progetto Stato autorizzazione Entrata in esercizio prevista Piemonte TO Pianezza Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto Autorizzazione Dirigenziale n /2016 nd Piemonte TO Rondissone Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto Autorizzazione Dirigenziale n /2018 nd Piemonte VC Santhià Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di compostaggio operativo Autorizzazione AIA n. 35 del 18/1/2016 nd Piemonte VC Vercelli Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto Domanda di avvio giudizio compatibilità ambientale Data di richiesta: 12/2018 nd Piemonte NO San Nazzaro Sesia Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di compostaggio operativo Autorizzazione Dirigenziale n del 14/8/2018 nd Piemonte AT San Damiano d Asti Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di compostaggio operativo Autorizzazione DT del 14/6/2016 fine 2019 Piemonte BI Salussola Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto Autorizzazione Dirigenziale n. 392 del 20/4/2017 nd Lombardia BS Bedizzole Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto da autorizzare Data di richiesta: 8/6/2017 Data prevista per il rilascio: 30/6/2019 2/3 anni dalla data di rilascio dell autorizzazione Lombardia BS Leno Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto da autorizzare Data di richiesta: 16/10/2017 Data prevista per il rilascio: 31/7/2019 2/3 anni dalla data di rilascio dell autorizzazione Lombardia BS Leno Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto in corso di istruttoria verifica VIA richiesta autorizzazione non ancora presentata nd Lombardia MI Legnano Digestione anaerobica nuovo impianto Autorizzazione Dirigenziale n. R.G /2015 Istruttoria di modifica per upgrading a biometano sospesa nd Lombardia MI Marcallo con Casone Digestione anaerobica nuovo impianto Autorizzazione Dirigenziale R.G. n. 6861/2017 del 4/8/2017 nd Lombardia MI Masate Digestione anaerobica nuovo impianto da autorizzare - istruttoria sospesa Data di richiesta: 15/11/2016 nd Lombardia MI Masate Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto da autorizzare - istruttoria sospesa Data di richiesta: 8/1/2019 nd Lombardia PV Bascapè Digestione anaerobica nuovo impianto in corso di istruttoria tecnica Data di richiesta: 18/10/2018 nd 20

22 La digestione anaerobica dei rifiuti Lombardia PV Giussago e Lacchiarella Digestione anaerobica nuovo impianto in corso di istruttoria verifica VIA richiesta autorizzazione non ancora presentata nd Lombardia PV Vellezzo Bellini Digestione anaerobica Ampliamento impianto esistente operativo in corso di istruttoria tecnica Data di richiesta: 9/3/2017 Data prevista per il rilascio: 1 semestre 2018 nd Lombardia MN Borgo Mantovano Digestione anaerobica Riconversione impianto esistente non operativo Autorizzazione Dirigenziale n. PD/1414 del 27/10/ /05/2021 Lombardia LO Villanova del Sillaro Digestione anaerobica Riconversione parziale impianto esistente operativo in corso di istruttoria tecnica Data di richiesta: 24/5/2018 nd Trentino-Alto Adige BZ Lana Digestione anaerobica Ristrutturazione impianto esistente operativo Autorizzazione n del 13/4/2018 estate 2021 Liguria IM Taggia Trattamento integrato anaerobico/aerobico nuovo impianto Autorizzazione D.D. n.114 del 2/5/2018 inizio 2020 Liguria SV Cairo Montenotte Trattamento integrato anaerobico/aerobico Ampliamento impianto esistente operativo in corso di istruttoria verifica VIA Data di richiesta: 1/2/ /10/2021 Emilia - Romagna BO Sant Agata Bolognese Trattamento integrato anaerobico/aerobic Riconversione di impianto esistente di compostaggio operativo DET-AMB e successive modifiche 2018 Emilia - Romagna MO Finale Emilia Trattamento integrato anaerobico/aerobic Riconversione di impianto esistente di compostaggio operativo AIA determina n.1757 del 03/04/ Toscana LU Viareggio Digestione anaerobica Adeguamento linea fanghi dell impianto di depurazione comunale di Viareggio in corso di istruttoria tecnica Data di richiesta: 13/5/2017 nd Umbria PG Foligno Trattamento integrato anaerobico/aerobico Nuovo impianto AIA Det. Dirig. n 71 del 10/01/2017, del 19/10/2018 e 618 del 29/01/ Abruzzo CH Cupello Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di TMB e compostaggio operativo Autorizzazione n. 218 rilasciata con Determinazione DPC025/186 del 28/9/ Calabria CS Rende Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di TMB e compostaggio operativo Autorizzazione AIA n del 17/8/2018 operativo dal 28/8/2018 Calabria CS Rossano Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di TMB e compostaggio operativo Autorizzazione AIA n del 13/6/ /01/2021 Calabria CZ Catanzaro Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di TMB e compostaggio - operativo solo come TMB Autorizzazione AUR n del 17/5/ /06/2020 Calabria RC Reggio Calabria Trattamento integrato anaerobico/aerobico Riconversione impianto esistente di TMB e compostaggio - operativo solo come TMB nd nd Fonte: ISPRA - Utilitalia 21

23 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA La capacità di trattamento complessiva degli impianti in previsione risulta pari a 1,7 milioni di tonnellate (Tabella 1.6, Figura 1.5). Il parco impiantistico è costituito, prevalentemente, da unità di medie dimensioni (20 impianti, pari al 65% del totale censito), con una quantità autorizzata compresa tra 15 mila e 60 mila tonnellate. 8 impianti, pari al 26% del totale, sono dotati di una capacità di trattamento superiore, compresa tra 60 mila e 100 mila tonnellate, mentre 2 unità (pari al 6% del totale) sono caratterizzate da una capacità superiore a 100 mila tonnellate annue. Per un solo impianto tale dato non è disponibile. 22

24 La digestione anaerobica dei rifiuti Tabella 1.6 Quantità e tipologie dei rifiuti autorizzati degli impianti in previsione Regione Provincia Comune Quantità autorizzata (t/a) Frazione umida (200108) Tipologie dei rifiuti trattati (t/a) Verde (200201) Fanghi Piemonte TO Pianezza (1) (1) Piemonte TO Rondissone (2) (2) (2) Piemonte VC Santhià (3) (4) Piemonte VC Vercelli nd nd nd nd Piemonte NO San Nazzaro Sesia nd nd nd nd Piemonte AT San Damiano D Asti Piemonte BI Salussola Lombardia BS Bedizzole (5) (6) Lombardia BS Leno (7) (6) Lombardia BS Leno Lombardia MI Legnano Lombardia MI Marcallo con Casone (8) (8) (8) (8) Lombardia MI Masate Lombardia MI Masate (9) (10) Lombardia PV Bascapè Lombardia PV Giussago e Lacchiarella Lombardia PV Vellezzo Bellini (11) Lombardia MN Borgo Mantovano nd nd nd Lombardia LO Villanova del Sillaro (12) nd nd nd nd Trentino-Alto Adige BZ Lana (13) Liguria IM Taggia Liguria SV Cairo Montenotte Emilia - Romagna BO Sant Agata Bolognese Emilia - Romagna MO Finale Emilia Toscana LU Viareggio nd (14) (14) (14) Umbria PG Foligno Abruzzo CH Cupello Calabria CS Rende Calabria CS Rossano Calabria CZ Catanzaro Calabria RC Reggio Calabria Totale Altro (1) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER e e si riferisce a rifiuti e/o altre matrici biodegradabili qualificabili come sottoprodotti dalla vigente normativa. (2) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , , , e rifiuti dell industria agro alimentare, dell industria del legno e della carta e si riferisce a rifiuti e/o altre matrici biodegradabili qualificabili come sottoprodotti dalla vigente normativa. (3) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER e ; i: fanghi da trattamento effluenti dell industria agro alimentare, dell industria della carta e dal trattamento acque reflue urbane ed industriali, fino ad un massimo di t/a; i rifiuti da industria agro alimentare, da industria tessile e da trattamento anaerobico dei rifiuti, fino ad un massimo di t/a. (4) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , gli imballaggi in legno, i rifiuti dell industria del legno e della carta, i rifiuti di legno provenienti da operazioni di demolizione e le ceneri identificate dal codice EER , queste ultime fino ad un massimo di t/a. (5) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , , rifiuti da industria agro alimentare e da trattamento anaerobico dei rifiuti. (6) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , e (7) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , e rifiuti da trattamento anaerobico dei rifiuti. (8) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , , , rifiuti da industria agro alimentare e tessile. (9) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , , fanghi e rifiuti da industria agro alimentare. (10) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , rifiuti da industria del legno e della carta e rifiuti da trattamento anaerobico dei rifiuti. (11) La quantità autorizzata comprende i rifiuti identificati dai codici EER , , , , , , fanghi e rifiuti da industria agro alimentare, da industria della carta e tessile, rifiuti da trattamento aerobico e anaerobico dei rifiuti, fanghi da trattamento acque reflue urbane ed industriali. (12) L impianto è autorizzato anche al trattamento e effluenti zootecnici per un quantitativo di t/a. (13) I fanghi identificati dal codice vengono utilizzati solo come inoculo nel processo di digestione. (14) L impianto è autorizzato al trattamento dei rifiuti identificati dai codici EER e per un quantitativo complessivo di m3, fanghi di supero provenienti dalla linea di trattamento delle acque per un quantitativo complessivo di m3 e da altri rifiuti non specificati per un quantitativo complessivo di m3. Fonte: ISPRA - Utilitalia 23

25 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Figura 1.5 Distribuzione degli impianti in previsione, per capacità di trattamento (t/a) 1; 3% 2; 6% > > < > < nd 8; 26% 20; 65% Fonte: ISPRA La produzione annua di biogas prevista raggiunge 116,7 milioni di Nm 3 (Tabella 1.7, Figura 1.6). L 83,4% (circa 97,4 milioni di Nm 3 ) sarà destinata alla produzione di biometano che interessa 28 dei 31 impianti censiti. Una percentuale del 5,1% (circa 6 milioni di Nm 3 ) sarà utilizzata per la produzione cogenerativa di energia elettrica e termica, il 2,1% (2,4 milioni di Nm 3 ) nella produzione di energia elettrica e l 1,3% (1,5 milioni di Nm 3 ) nella produzione di energia termica. Per una quota dell'8,1% (9,4 milioni di Nm 3 ) non sono state fornite informazioni di dettaglio sull impiego del biogas prodotto. Per 8 impianti non è stato fornito il dato sul quantitativo di biogas previsto ma solo indicazioni sulle modalità di impiego. In particolare, sono 6 le unità che utilizzeranno il biogas prodotto interamente ai fini della produzione di biometano, mentre i restanti due impianti ne prevedono l impiego in parte per la produzione di biometano ed in parte per la produzione cogenerativa di energia elettrica e termica destinata agli autoconsumi. 24

26 La digestione anaerobica dei rifiuti Tabella 1.7 Produzione annua ed impiego del biogas degli impianti in previsione Regione Provincia Comune Produzione e impiego biogas (Nm3) Produzione annua produzione energia elettrica produzione energia termica produzione cogenerativa produzione biometano Piemonte TO Pianezza nd nd nd Piemonte TO Rondissone nd nd nd Piemonte VC Santhià nd nd Piemonte VC Vercelli Piemonte NO San Nazzaro Sesia nd nd Piemonte AT San Damiano D Asti (1) (2) (3) Piemonte BI Salussola Lombardia BS Bedizzole Lombardia BS Leno Lombardia BS Leno Lombardia MI Legnano nd nd Lombardia MI Marcallo con Casone Lombardia MI Masate nd nd Lombardia MI Masate nd nd Lombardia PV Bescapè Lombardia PV Giussago e Lacchiarella Lombardia PV Vellezzo Bellini Lombardia MN Borgo Mantovano Lombardia LO Villanova del Sillaro nd nd Trentino-Alto Adige BZ Lana Liguria IM Taggia Liguria SV Cairo Montenotte Emilia - Romagna BO Sant Agata Bolognese Emilia Romagna MO Finale Emilia nd nd Toscana LU Viareggio nd nd nd nd Umbria PG Foligno Abruzzo CH Cupello nd nd Calabria CS Rende nd nd nd Calabria CS Rossano Calabria CZ Catanzaro Calabria RC Reggio Calabria Totale (1) La produzione di biogas prevista si pone tra 8 e 11 milioni di Nm3/anno. (2) Per la produzione cogenerativa di energia elettrica e termica sarà impiegato il 40% del biogas prodotto. (3) Per la produzione di biometano sarà impiegato il 60% del biogas prodotto. Fonte: ISPRA 25

27 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Figura 1.6 Impiego del biogas degli impianti in previsione 1,5; 1% 2,4; 2% 6; 5% 9,4; 8% Produzione biometano Produzione energia termica Produzione energia elettrica Produzione cogenerativa nd 97,4; 83% Fonte: ISPRA - Utilitalia La produzione complessiva di biometano prevista, il cui dato è disponibile per 17 dei 28 impianti che impiegheranno il biogas a tal fine, è pari a circa 67 milioni di Nm 3 (Tabella 1.8, Figura 1.7). Per quanto riguarda le modalità di impiego, l analisi dei dati mostra come l immissione in rete di distribuzione, prevista per 7 impianti, pari al 25%, rappresenti la tipologia di utilizzo del biometano più frequente. Segue l autotrazione (5 impianti, 18%) e l immissione in rete di distribuzione e di trasporto e nella rete di trasporto, ciascuna prevista per 4 impianti, pari al 14% delle unità censite. L immissione in rete di distribuzione ed autotrazione è prevista, infine, per 3 impianti (11%). Per 5 impianti, infine, non è stata fornita alcuna informazione in merito. 26

28 La digestione anaerobica dei rifiuti Tabella 1.8 Produzione annua ed impiego del biometano degli impianti in previsione Regione, Provincia Comune Produzione biometano Produzione annua (Nm 3 ) Piemonte TO Rondissone nd nd Modalità utilizzo Piemonte VC Vercelli nd Immissione in rete di distribuzione autotrazione Piemonte NO San Nazzaro Sesia nd Immissione in rete di distribuzione Piemonte AT San Damiano D Asti Immissione in rete di distribuzione Piemonte BI Salussola nd nd Lombardia BS Bedizzole Immissione in rete di distribuzione Lombardia BS Leno nd Lombardia BS Leno nd Immissione in rete di distribuzione Lombardia MI Legnano nd Immissione in rete di distribuzione Immissione in rete di trasporto Lombardia MI Marcallo con Casone Immissione in rete di distribuzione Immissione in rete di trasporto Lombardia MI Masate nd Immissione in rete di distribuzione Immissione in rete di trasporto Lombardia MI Masate nd Immissione in rete di distribuzione Immissione in rete di trasporto Lombardia PV Bescapè Immissione in rete di trasporto Lombardia PV Giussago e Lacchiarella Immissione in rete di distribuzione Autotrazione Lombardia PV Vellezzo Bellini Immissione in rete di distribuzione Autotrazione Lombardia MN Borgo Mantovano Autotrazione Lombardia LO Villanova del Sillaro 300 Autotrazione Liguria IM Taggia nd Immissione in rete di trasporto Liguria SV Cairo Montenotte nd Immissione in rete di distribuzione Emilia Romagna BO Sant Agata Bolognese Immissione in rete di trasporto Emilia Romagna MO Finale Emilia Immissione in rete di distribuzione Toscana LU Viareggio nd Umbria PG Foligno Autotrazione Abruzzo CH Cupello Immissione in rete di distribuzione Calabria CS Rende Immissione in rete di trasporto Calabria CS Rossano Autotrazione Calabria CZ Catanzaro Autotrazione Totale Fonte: ISPRA - Utilitalia 27

29 RAPPORTO SUL RECUPERO ENERGETICO DA RIFIUTI IN ITALIA Figura 1.7 Impiego del biometano degli impianti in previsione 5; 18% 3; 11% 7; 25% Immissione in rete di distribuzione e autotrazione Immissione in rete di distribuzione Immissione in rete di trasporto Immissione in rete di distribuzione e trasporto Autotrazione nd 4; 14% 5; 18% 4; 14% Fonte: ISPRA 1.3 L indagine Utilitalia in collaborazione con ISPRA Nel presente paragrafo vengono illustrati i risultati di una prima indagine, condotta nel 2017 (i dati rilevati si riferiscono all anno 2016), dove viene analizzata la dotazione impiantistica e le caratteristiche tecnico gestionali relative agli impianti di digestione anaerobica. Le informazioni sono state ottenute attraverso la somministrazione di uno specifico questionario ai gestori degli impianti, articolato in 4 sezioni: 1. Informazioni generali (informazioni anagrafiche, estremi autorizzativi, tipologia di impianto ed eventuale produzione di biometano). 2. Informazioni tecniche (certificazioni, capacità di trattamento, anno di costruzione/primo avviamento/ristrutturazione, modalità di stabilizzazione anerobica/aerobica, trattamento correnti gassose, depurazione dei reflui liquidi, sequenza dei trattamenti ed utilizzo del biogas/biometano). 3. Dati di esercizio (ore di funzionamento, rifiuti trattati, produzione e destinazione del digestato, ammendanti prodotti, ouput del trattamento, produzione e utilizzo biogas, produzione energia elettrica/termica, produzione biometano, consumi). 4. Dati economici. Va evidenziato che non tutti gli impianti hanno risposto al questionario e che l analisi, pertanto, non è riferita all intero parco impiantistico nazionale ma ad un campione costituito da 24 impianti (27 linee di trattamento) e, in particolare: 13 impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico; 11 impianti di sola digestione anaerobica (6 impianti per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata e 5 impianti per il trattamento dei fanghi di depurazione e di altri rifiuti provenienti dall industria agro alimentare). 28

30 La digestione anaerobica dei rifiuti I dati raccolti attraverso tale indagine, pur non descrivendo l intero contesto nazionale, forniscono, comunque, una prima analisi di dettaglio sulla dotazione impiantistica, sui processi e sulle tecnologie di trattamento che caratterizzano il settore della digestione anaerobica, rappresentando una utile base di studio per ulteriori approfondimenti su questa tipologia di trattamento dei rifiuti. Per quanto attiene ai dati economici, invece, le informazioni pervenute si sono rivelate insufficienti per poter delineare un analisi in tal senso. La tabella 1.9 riporta, per ogni impianto, le informazioni relative alla tipologia, alla capacità di trattamento autorizzata, all età ed alle linee di trattamento. Come evidenziato, il campione analizzato è costituito da 24 impianti, di cui 22 localizzati al Nord e 2 al Sud del Paese, dotati di una capacità di trattamento complessiva di oltre 2 milioni di tonnellate. Tale dato, nella maggior parte degli impianti che hanno partecipato all indagine, è riferito alla capacità di trattamento complessiva e non alle singole linee di trattamento. Il grafico in figura 1.8, che analizza la capacità di trattamento degli impianti, evidenzia come la dotazione impiantistica del campione analizzato sia caratterizzata da installazioni di taglia mediogrande. In particolare, il 50% degli impianti esaminati (12 impianti) è costituito da unità di medie dimensioni, dotate di una capacità di trattamento compresa tra 15 mila e 60 mila tonnellate annue. Il 25% (6 impianti), è invece caratterizzato da una capacità di trattamento più elevata e compresa tra 60 mila e 200 mila tonnellate annue, mentre il 13% (3 impianti) è costituito da impianti con una capacità di trattamento superiore o uguale a 200 mila tonnellate. I tre rimanenti impianti sono dotati di capacità di trattamento inferiori a 15 mila tonnellate annue. L analisi dei dati relativi alla distribuzione territoriale della capacità di trattamento del campione esaminato è riportata nel grafico in figura 1.9. La Lombardia, con 5 impianti operativi (21% del totale), rappresenta la regione dotata della maggiore capacità di trattamento (oltre 767 mila tonnellate, pari al 37,2% della capacità complessiva), segue l Emilia-Romagna con 6 unità operative (25% del totale) e una capacità di trattamento di 523 mila tonnellate, pari al 25,3% del totale. In Friuli-Venezia Giulia, la capacità dell unico impianto operativo, pari a 280 mila tonnellate per anno, rappresenta una quota del 13,5% di quella complessiva, mentre in Veneto, dove sono localizzati 4 impianti (17% del totale), risulta pari ad oltre 265 mila tonnellate e rappresenta il 12,8% del totale. Il Piemonte è dotato di 3 impianti operativi (17% del totale) con una capacità di 153 mila tonnellate, pari al 7,4% di quella complessiva, mentre il Trentino-Alto Adige, con uguale numero di unità, rappresenta la regione con la minore capacità di trattamento (oltre 19 mila tonnellate, pari allo 0,9% del totale). In Campania ed in Molise, ciascuna dotata di 1 impianto, le capacità di trattamento pari, rispettivamente, a 33 mila tonnellate ed oltre 27 mila tonnellate, rappresentano nella prima l 1,6% e nella seconda l 1,3% di quella complessiva. 29

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