Pensieri e azioni del Risorgimento italiano/

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1 Pensieri e azioni del Risorgimento italiano/

2 Il pensiero democratico - repubblicano

3 Gli inizi di Giuseppe Mazzini Mazzini all epoca dell arresto Dopo l esito negativo dei moti del , la Carboneria entrò in una una crisi profonda e emersero tutti i difetti delle iniziative rivoluzionarie guidate dalle società segrete. In questa fase l ideale dell unità italiana come obiettivo da ottenere attraverso una vera lotta di popolo si diffuse tra gli attivisti italiani di orientamento democratico. Tra di essi emerse con forza la figura di Giuseppe Mazzini (Genova, 1805)

4 L esilio in Francia Mazzini era stato carbonaro, e per questo esiliato dalle autorità sabaude a Marsiglia, in Francia. Nella città francese egli maturò il suo ideale politico a contatto con altri esuli italiani democratici, come Filippo Buonarroti, e con le idee più avanzate della cultura politica francese.

5 Mazzini aveva un idea sostanzialmente religiosa dell azione politica. Dio era un essere non trascendente, ma uno spirito insito nella storia, e si identificava con l umanità La fede nella libertà e nel progresso dell umanità era per lui una fede religiosa. Gli individui e le nazioni avevano diritti da conquistare e doveri da rispettare I popoli avevano una missione da compiere, ed erano strumento di un progetto divino: lo slogan mazziniano più noto era infatti Dio e popolo.

6 I principi ispiratori del pensiero di Mazzini Mazzini riteneva che fosse indispensabile l unione tra gli individui per realizzare il bene di tutti. Al di sopra dell individuo c era la famiglia, al di sopra della famiglia si poneva la nazione, al di sopra della nazione esisteva l umanità intera. il bene comune sarebbe derivato da una associazione degli individui tra loro nazione) e delle nazioni tra loro umanità

7 La nazione e l Italia La nazione era un unità culturale e spirituale,in primo luogo, e di conseguenza, etnica e territoriale. L Italia unita come nazione doveva guidare le nazioni oppresse abbattere i pilastri dell Antico Regime: Impero Asburgo e Stato pontificio promuovere un moto di liberazione universale La prima Roma (degli imperatori) aveva unificato l Europa la seconda Roma (dei papi) aveva assoggettato l Europa a un unica autorità religiosa la terza Roma avrebbe promosso un unità morale e sociale di tutti i popoli della terra.

8 Il programma politico di Mazzini Il programma politico di Mazzini era chiaro: l Italia doveva rendersi indipendente, unitaria e repubblicana. L insurrezione di popolo, di tutto il popolo senza distinzione di classi, era l unica via attraverso la quale l Italia poteva diventare unita e indipendente. Nessuno spazio per idee come la lotta di classe, in quanto esse tendevano a dividere l unità spirituale del popolo,base indispensabile dell azione insurrezionale.

9 La fondazione della Giovine Italia Fondazione della Giovine Italia, Marsiglia, giugno 1831 Un organizzazione che chiarisse ai suoi affiliati gli obiettivi da ottenere e propagandasse chiaramente i suoi principi era lo strumento per realizzare l insurrezione popolare. Questa organizzazione doveva così svolgere un opera di educazione politica dei suoi iscritti e del popolo in generale. Su questi presupposti nacque la Giovine Italia in Francia nel 1831

10 Le parole d ordine della Giovine Italia 26 GIUGNO MARSIGLIA - Mazzini nello Statuto e nell Istruzione generale per gli affratellati del 1832 stabilisce che i colori della società sono il bianco, il rosso, il verde e propone delle scritte: libertà, uguaglianza, umanità per un lato, e per l altro unità e indipendenza. Altre sezioni, come quella la cui bandiera è conservata a Genova, usano unione, forza e libertà!. Il movimento aveva anche un periodico.

11 Pensiero e azione Nella stessa Istruzione generale si legge: chiunque voglia «chiamare il popolo alle armi deve potergli dire il perché» Ogni iniziativa insurrezionale doveva coinvolgere il popolo Ogni insurrezione doveva fondarsi su forze italiane. Mazzini riteneva che pensiero e azione fossero inscindibili. Nessuna azione rivoluzionaria aveva senso se alla base non ci fosse stata una fede a ispirarla nessuna teoria rivoluzionaria era valida se non trasformandosi in azione concreta e costante. la cospirazione e l insurrezione, finalizzate a obiettivi giusti, erano comunque valide in sé come testimonianza e esempio, anche se non avevano effettive possibilità di successo.

12 Prime iniziative e prime sconfitte ( ) Primo incontro tra Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi Secondo alcuni calcoli, gli affiliati alla Giovine Italia nel 1833 erano circa Le prime iniziative della Giovine Italia si conclusero tuttavia malamente. Nel 1833 il movimento di Mazzini organizzò nel Regno di Sardegna una cospirazione contro il re Carlo Alberto. Essa fu scoperta e la rete dei mazziniani nel regno fu smantellata. Una seconda azione che doveva culminare con l uccisione di Carlo Alberto, e condotta contemporaneamente in Savoia e a Genova, ebbe di nuovo esito negativo. In essa fu coinvolto il marinaio di Nizza Giuseppe Garibaldi, che condannato a morte, riuscì a fuggire in Sudamerica: 1834

13 Fine e rinascita della Giovine Italia (1840) Mazzini all epoca del primo esilio britannico I fallimenti delle prime iniziative causarono una grave crisi nella Giovine Italia e determinarono contro Mazzini accuse di leggerezza e corresponsabilità nella morte di molti giovani patrioti Mazzini, espulso da Francia e Svizzera, si rifugiò in Gran Bretagna (1837), e affrontò una profonda crisi di coscienza: la tempesta del dubbio Dopo aver fondato nel 1834 la Giovine Europa, ricostituì la Giovine Italia nel 1839 e ricostruì i legami con gruppi clandestini che operavano in Italia

14 Insurrezioni fallite in Emilia-Romagna e Calabria Attilio e Emilio Bandiera La fucilazione dei Bandiera Mazzini disapprovò il progetto di spedizione in Calabria dei due fratelli L idea dell azione insurrezionale di popolo continuava a mantenersi viva in Italia Due tentativi falliti furono organizzati da patrioti emiliani e romagnoli nelle Legazioni Pontificie (1843/1845) Nel giugno/luglio del 1844, i fratelli Attilio e Emilio Bandiera, veneziani ufficiali della marina austriaca, organizzarono una spedizione in Calabria con venti compagni. Volevano suscitare una ribellione dei contadini contro i Borbone, ma trovarono solo indifferenza, e furono arrestati e fucilati (in otto compresi i Bandiera)

15 L emergere del moderatismo Durante gli anni 40,mentre in alcuni stati italiani era in atto un certo risveglio economico, il dibattito politico si fece più intenso. Cominciarono a affermarsi le posizioni dei moderati, che rifiutavano sia il legittimismo conservatore della Restaurazione, sia il radicalismo repubblicano di Mazzini. I moderati ritenevano che il problema italiano si potesse risolvere con un azione graduale e evitando l uso della forza, che suscitava la reazione violenta dell autorità costituita. Intendevano conciliare la causa liberale e patriottica con la religione cattolica principale fattore unitario della nazione italiana e il magistero della Chiesa

16 Il pensiero moderato e il pensiero federalista

17 La corrente moderata Rosmini Manzoni I principali esponenti dei moderati erano don Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, il gruppo riunito intorno alla rivista fiorentina Antologia : G.P.Viesseux, Bettino Ricasoli, Raffaello Lambruschini. Viesseux Ricasolo

18 Il neoguelfismo Si affermò una corrente di pensiero chiamata neoguelfismo che rivalutava il ruolo della Chiesa e del papato nella storia della nazione italiana e le vedeva come difensori delle libertà d Italia Vincenzo Gioberti L opera principale a cui faceva riferimento questa corrente Del primato morale e civile degli italiani fu scritta dell abate torinese V. Gioberti, ex membro della Giovine Italia, e fu pubblicata a Bruxelles nel 1843.

19 il primato morale dell Italia nazione cattolica Secondo Gioberti la fede cristiana e la guida del Papa avrebbe dato alla comunità italiana la sua identità fondamentale Il fatto di essere una comunità cattolica e di ospitare la sede della cattolicità dava al popolo italiano un primato morale sugli altri popoli. La nazione italiana, oppressa dai barbari«contiene in sé medesima, sovrattutto per via della religione, tutte le condizioni richieste al suo nazionale e politico risorgimento».

20 Una guida monarchica e aristocratica Gioberti afferma che il popolo italiano non può agire politicamente perché non è ancora unito. Per raggiungere questa unità d azione esso deve avere una guida «monarchica e aristocratica», che esprime i due elementi fondamentali del genio italico, uno naturale,antico,dorico,etrusco, latino, romano; l altro sovrannaturale, moderno cristiano, cattolico e guelfo.

21 Una federazione guidata dal papa Gioberti sosteneva che politicamente l Italia potesse costituirsi come una federazione degli stati esistenti, che sarebbe stata guidata dal papa, in quanto egli era superiore eticamente a ogni altro sovrano per il magistero del ruolo che esercitava. Questa federazione doveva essere costruita con il consenso dei principi esistenti, doveva essere sostenuta dall opinione pubblica, e sarebbe stata protetta religiosamente dal papa e militarmente dal Regno di Sardegna.

22 Le speranze d Italia e l inorientamento dell Austria Cesare Balbo Punti deboli del discorso politico di Gioberti erano le idee reazionarie del papa di allora, Gregorio XVI, e la mancata indicazione del ruolo dell Austria in questa ipotetica federazione. Il conte piemontese Cesare Balbo segnalò questi errori nel suo libro Delle speranze d Italia (1844), nel quale proponeva la teoria dell inorientamento dell Austria: gli Asburgo approfitterebbero della dissoluzione dell impero ottomano e conquisterebbero i Balcani, concedendo l indipendenza al Lombardo Veneto Il Piemonte avrebbe dovuto portare avanti l iniziativa diplomatica per realizzare questa indipendenza, mentre i sovrani degli altri stati avrebbero potuto concedere riforme

23 La proposta federalistica di Carlo Cattaneo Carlo Cattaneo Una corrente di pensiero federalistica, democratica e repubblicana si diffuse in Lombardia Il suo maggiore esponente era Carlo Cattaneo, che aveva fondato il periodico il Politecnico (1839) Cattaneo rifiutava sia la visione mistica di Mazzini, sia la prospettiva di assorbimento della Lombardia da parte del Piemonte, assolutista e clericale. Condivideva con i moderati l idea di una politica di riforme e sviluppo economico dei singoli stati Egli però aveva l obiettivo finale di fondare in Italia una confederazione repubblicana sul modello degli Usa e della Svizzera. Tale confederazione doveva lasciare ampie autonomie locali e contribuire a creare gli Stati Uniti d Europa.

24 Viva Pio IX Giovanni Mastai Ferretti,papa Pio IX Nel giugno del 1846 diventa papa Giovanni Mastai Ferretti, col nome di Pio IX Egli subito concesse l amnistia ai detenuti politici e agli esiliati, e fu subito considerato il papa liberale. Nel 1847 Pio IX convocò una Consulta di stato come rappresentanza delle province dello Stato Pontificio, e attenuò la censura sulla stampa L entusiasmo e il sostegno per il papa crebbero in tutta Italia e suscitarono la reazione dell Austria.

25 Prova di forza dell Austria (1847) Il Feldmaressciallo Radetzky Nel luglio 1847, Metternich, e il suo generale, feldmaresciallo Radetzky decidono di dare una dimostrazione di forza con un dispiegamento fortissimo di truppe dentro la città di Ferrara (città papale) per intimidire il papa. Carlo Alberto, e altri sovrani italiani, reagiscono duramente e si configura un unione doganale tra Toscana, regno di Sardegna e Stato pontificio.

26 Succede un 48

27 Il 1848, anno delle rivoluzioni europee Il 1848 fu un anno molto importante in cui l Europa fu attraversata da numerosi moti rivoluzionari di grande ampiezza e intensità. I moti si estesero in quasi tutti gli stati e i territori europei, dall Italia alla Francia, dall impero Asburgo alla Confederazione germanica. Le uniche due potenze europee che non furono coinvolte dall ondata rivoluzionaria furono Russia e Gran Bretagna (in cui però si rivoltò l Irlanda).

28 Il 1848 in Europa

29 Dalla Sicilia all Italia In Italia le rivoluzioni del 1848 cominciarono in Sicilia, dove il 12 gennaio si sollevò la città di Palermo, che rivendicava l autonomia dell isola dal Regno borbonico. Il re Ferdinando II concesse inaspettatamente una Costituzione del regno delle Due Sicilie. Tale concessione non placò il moto siciliano e provocò in tutta Italia agitazioni per ottenere la costituzione.

30 Lo Statuto albertino Struttura dello Statuto emanato da Carlo Alberto Pressati dall opinione pubblica dei loro stati, anche Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e Pio IX decisero di concedere costituzioni ai rispettivi sudditi. La costituzione di Carlo Alberto, lo Statuto, prevedeva una Camera dei deputati, eletta su base censitaria ristretta) un Senato di nomina regia una stretta dipendenza del governo dal sovrano

31 La Repubblica veneta di Daniele Manin Daniele Manin proclama la Repubblica Veneta in Piazza S. Marco a Venezia A Venezia, controllata dagli austriaci, una grande manifestazione popolare costrinse il governatore a liberare i prigionieri politici, tra cui Daniele Manin (17 marzo 1848) Alcuni giorni dopo una rivolta degli operai dell Arsenale, sostenuta da ufficiali e marinai della marina asburgica, riuscì a avere la meglio sui soldati austriaci. Il 23 marzo si costituì un governo provvisorio guidato da Manin, che proclamò la costituzione della Repubblica veneta.

32 Le «cinque giornate» di Milano B.Verazzi, Combattimento a Palazzo Litta (1848) A Milano la tensione antiaustriaca che montava da settimane portò all insurrezione del 18 marzo, in cui il palazzo del governo fu assaltato. L insurrezione durò dal 18 al 22 marzo 1848, che costituiscono le cinque giornate di Milano. Per la prima volta borghesi e popolani lottarono insieme innalzando barricate in tutta la città contro il contingente austriaco guidato da Radetzky. Operai e artigiani ebbero un ruolo decisivo nel sostenere il peso degli scontri, che portarono alla morte di quattrocento persone

33 Il governo provvisorio e il progetto di unione con il Piemonte Cattaneo formalizza il rifiuto dell armistizio proposto dal governatore austriaco di Milano Un consiglio di guerra composto prevalentemente da democratici e guidato da Carlo Cattaneo si pose alla guida dell azione. Il 22 marzo fu formato un governo provvisorio, nel quale entrarono anche aristocratici moderati, tra cui il conte Casati. Il governo cominciò a progettare un unione con il Piemonte, il che portò Cattaneo a abbandonarlo Radetzky, temendo un intervento del Piemonte, ritirò le truppe da Milano e decise di spostarle le truppe ai confini tra Veneto e Lombardia, nel cosiddetto quadrilatero formato da quattro fortezze: Verona, Legnago, Mantova e Peschiera Il 23 marzo il Piemonte dichiarò guerra all Austria.

34 L intervento di Carlo Alberto a Milano Carlo Alberto di Savoia Carignano, re di Sardegna Carlo Alberto dichiarò guerra all Austria per tre motivi La pressione di liberali e democratici che pensavano di poter liberare l Italia dagli Asburgo, che stavano subendo contemporaneamente analoghi rivolgimenti in Ungheria, Boemia e nella stessa Vienna L aspirazione della monarchia sabauda a allargare il proprio dominio verso la Lombardia, ricca e evoluta il timore che il Lombardo Veneto diventasse un centro di azione repubblicana (governo provvisorio a Milano unito alla Repubblica Veneta)

35 Carlo Alberto a Milano e guerra contro gli Asburgo Medaglietta che raffigura i due eroi dei liberali moderati, Carlo Alberto e Pio IX, i cui volti pendono da un cordone tricolore il 26 marzo 1848 le truppe sabaude entrarono a Milano tra l entusiasmo della popolazione cittadina. Lo stesso Mazzini giunge a Milano e appoggia Carlo Alberto in nome dell indipendenza italiana, mentre Carlo Cattaneo rompe definitivamente con il governo lombardo. Si apre anche la guerra tra Asburgo e Savoia, al cui esercito si aggregarono anche corpi misti (militari e volontari) provenienti da Toscana, Stato pontificio e Regno delle Due Sicilie, giunti con l autorizzazione dei rispettivi sovrani (Leopoldo II, Pio IX, Ferdinando II)

36 Tramontano gli entusiasmi Gli entusiasmi iniziali si spengono però nei mesi successivi. Pio IX decise di ritirare le sue truppe dalla guerra contro l Austria, in quanto era una potenza cattolica, seguito poi dal Granduca di Toscana e da Ferdinando II Le operazioni di guerra furono condotte piuttosto fiaccamente da Carlo Alberto, il cui unico obiettivo vero era annettersi il Lombardo Veneto.

37 I plebisciti di annessione al Piemonte I piemontesi erano soprattutto decisi a portare avanti l annessione dei territori lombardo - veneti, che avvenne attraverso plebisciti Alla fine di luglio 1848 si formò il primo governo italiano che comprendeva ministri di tutti i territori appena annessi La decisione di procedere all annessione mentre la guerra contro gli Asburgo era ancora aperta e incerta rese contribuì a indebolire l iniziativa di Carlo Alberto, contestata da democratici e repubblicani

38 La I guerra di indipendenza/fase 1 La battaglia di Curtatone ebbe come principali protagonisti i volontari toscani guidati da Giuseppe Montanelli. Anche Garibaldi rientrò dal Sudamerica e si mise a disposizione del governo provvisorio lombardo Le operazioni di guerra procedettero a fasi alterne. Tra aprile e maggio 1848 l esercito misto guidato dai piemontesi vinse a Goito, Monzambano, Valeggio e Pastrengo, nella zona del mantovano alcune battaglie non decisive La resistenza strenua dei giovani universitari toscani a Curtatone e Montanara permise ai piemontesi di conquistare la fortezza di Peschiera, una delle quattro del quadrilatero. A quei successi seguirono settimane di stallo, durante le quali gli austriaci fecero affluire uomini e mezzi in quantità per riprendere le ostilità Carlo Alberto voleva combattere la sua guerra, senza lasciare spazio ai democratici

39 La I guerra di indipendenza/2: la sconfitta di Custoza La sconfitta piemontese a Custiza Il 22 luglio iniziò la controffensiva austriaca. Le incertezze del comando sabaudo favorirono vittoria degli austriaci a Custoza, vicino a Verona, il 25 luglio 1848, nell unica grande battaglia campale del conflitto sabaudo - asburgico Carlo Alberto in un primo tempo si ritirò a Milano e decise di non difendere la città. Rientrò in Piemonte e il 9 agosto il generale sabaudo Salasco firmò l armistizio con l esercito asburghese.

40 La rivoluzione nella Roma papalina Pellegrino Rossi, primo ministro dello Stato pontificio, fu assassinato nel novembre 1848 La situazione dell Italia nella seconda metà del 1848 era ancora in divenire. Venezia, la Toscana, la Sicilia erano ancora governate dagli insorti, mentre il Lombardo Veneto era stato recuperato dagli Asburgo e il Regno di Sardegna era rientrato nei suoi confini. A Roma le pressioni dei democratici, delusi dopo il ritiro di Pio IX dall azione antiasburgica, convinsero il papa a attuare una politica decisamente più moderata e meno aperta alle istanze liberali. Egli nominò primo ministro Pellegrino Rossi, un liberale moderato. Rossi fu però assassinato in un attentato organizzato da alcuni democratici radicali. Pio IX, intimorito da questo atto, abbandonò Roma e si rifugiò a Gaeta. La vacanza del potere favorì la presa del potere da parte dei democratici

41 Nascita della «Repubblica Romana» Proclamazione della Repubblica romana il 9 febbraio 1849 Bandiera della Repubblica romana All inizio del 1849 in tutto lo Stato pontificio fu eletta a suffragio universale un Assemblea costituente, a maggioranza democratica, con il compito di dare a quei territori una nuova costituzione (fra gli eletti anche Mazzini e Garibaldi) Il 9 febbraio l Assemblea dichiarò decaduto il papa dal suo potere temporale; annunciò che lo Stato avrebbe assunto il nome glorioso di repubblica romana ; avrebbe adottato come forma di governo la democrazia pura ; avrebbe stabilito con il resto d Italia le relazioni che esige la nazionalità comune. Il progetto più ampio dei costituenti romani era di realizzare la Costituente italiana, per realizzare l unità nazionale su basi democratiche (e non monarchiche e dinastiche)

42 Il centro dell azione democratica italiana Mazzini La Repubblica romana divenne il centro dell azione democratica, in cui giunsero i principali esuli e cospiratori italiani. A Roma si trovarono contemporaneamente: Mazzini, Garibaldi, Saffi, Mameli, Pisacane, Cernuschi e Manara (protagonisti delle cinque giornate ) Goffredo Mameli Garibaldi Carlo Pisacane Enrico Cernuschi

43 Le riforme della Repubblica romana La Repubblica romana cercò di realizzare un progetto di laicizzazione dello Stato e di rinnovamento politico e sociale. Abolì i tribunali ecclesiastici Confiscò i beni del clero Avviò un progetto di riforma agraria che prevedeva di affittare alle famiglie più povere una parte dei fondi confiscati (riforma unica nel suo genere durante le rivoluzioni ottocentesche italiane)

44 La battaglia della Bicocca (23 marzo 1849) La battaglia della Bicocca e l abdicazione di Carlo Alberto Vittorio Emanuele II, Re di Savoia dal 1849 Nel marzo di quell anno Carlo Alberto tentò un ultima sortita contro gli austriaci, ma di nuovo il suo esercito, pur superiore in uomini, fu sconfitto, questa volta a Novara, battaglia della Bicocca. In seguito a questa sconfitta Carlo Alberto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II

45 La reazione contro la Repubblica romana Pio IX al tempo dell esilio a Gaeta Pio IX da Gaeta chiese aiuto alle potenze cattoliche perché lo aiutassero a riprendere i suoi territori. Asburgo,Spagna, Regno di Napoli, e la nuova Repubblica francese presieduta da Luigi Napoleone Bonaparte, risposero alla richiesta. I francesi mandarono a Roma un corpo di spedizione molto nutrito di uomini Nel giugno 1849 i francesi attaccarono la città Luigi Napoleone, nipote di Napoleone Bonaparte e presidente della Repubblica francese

46 La resa della Repubblica romana Mazzini, Saffi e Armellini in una famosa immagine dei triumviri che guidarono la Repubblica romana I repubblicani guidati da un triumvirato composto da Armellini, Mazzini e Saffi, resistettero ai francesi per più di un mese. Questa difesa a oltranza, a cui partecipò attivamente Garibaldi, fu una testimonianza politica e ideale di grande significato, anche se destinata a concludersi con la resa. I democratici riuscirono approvare la Costituzione prima di arrendersi: essa diventò un documento simbolo della politica democratica, e un modello alternativo rispetto agli Statuti monarchici di ispirazione moderata. La resa della repubblica avvenne all inizio di luglio del 1849.

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