Tecnologie di Trattamento: Classificazione (1/3)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Tecnologie di Trattamento: Classificazione (1/3)"

Transcript

1 Tecnologie di Trattamento: Classificazione (1/3) Gli interventi in un sito contaminato possono prefiggersi due diversi obiettivi: l isolamento ed il controllo delle sostanze contaminanti, quando non sia possibile, per motivi tecnologici o economici, la rimozione dei contaminanti; la bonifica (cioè il trattamento o la rimozione delle sostanze inquinanti). L isolamento consiste nell incapsulare la porzione di terreno contaminato, mediante opere di impermeabilizzazione (superficiali, laterali e, se necessario, di fondo), al fine di impedire la propagazione della contaminazione. Questa tipologia di intervento è solitamente utilizzata per tutti quei casi (es. discariche) in cui possa risultare inefficace o estremamente costosa qualsiasi tecnica di bonifica. La seconda tipologia di intervento, la bonifica, richiede invece l applicazione di tecnologie di trattamento del suolo, del sottosuolo e degli acquiferi sotterranei, classificabili in: trattamenti chimico-fisici; trattamenti biologici; trattamenti termici. GM Università Catania 1/102 Tecnologie di Trattamento: Classificazione (2/3) In funzione della movimentazione della matrice contaminata (terreno, acque sotterranee, sedimenti, ecc.), gli interventi di risanamento possono essere classificati in: in-situ: effettuati senza movimentazione della matrice inquinata; on-site: con movimentazione dei materiali inquinati, ma con trattamento sull'area; off-site: con movimentazione dei materiali inquinati e conferimento fuori dal sito ad impianti di trattamento o in discarica autorizzati. I trattamenti on-site e off-site rientrano tra i trattamenti ex-situ. GM Università Catania 2/102 1

2 Tecnologie di Trattamento: Classificazione (3/3) Biopile Landfarming Bioreattori Phytoremediation Bioventing/Estrazione di vapori Lavaggio (soil washing flushing) Desorbimento Bio-sparging/Air sparging Barriere reattive permeabili Attenuazione naturale Biologico Fisicochimico Fisico-chimico Termico Biologico Fisico-chimico Biologico, fisicochimico Insaturo Saturo GM Università Catania 3/102 Trattamenti Biologici (1/3) Un terreno contaminato da sostanze organiche risulta potenzialmente in grado di autodepurarsi, data la presenza naturale nel terreno di microrganismi (principalmente batteri e funghi) capaci di decomporre le molecole organiche. Si deve tuttavia notare che non sussistono quasi mai le condizioni ideali (presenza di un accettore di elettroni, umidità e temperatura ideali, adeguata quantità di nutrienti, etc.) affinché il processo di biodegradazione risulti efficace. I trattamenti biologici hanno quindi la funzione di regolare i parametri che influenzano e favoriscono il processo di autodepurazione, al fine di stabilire le condizioni ottimali per un efficace rimozione dei contaminanti. VANTAGGI. I trattamenti biologici, a differenza della maggior parte delle tecniche di trattamento (che determinano solo l immobilizzazione o il trasferimento dal suolo ad un altro mezzo dei contaminanti) comportano l effettiva rimozione per degradazione delle sostanze organiche inquinanti. GM Università Catania 4/102 2

3 Trattamenti Biologici (2/3) SVANTAGGI. Si potrebbero riscontrare però i seguenti problemi: possibile degradazione incompleta delle sostanze contaminanti; pericolo di formazione di prodotti intermedi o finali più pericolosi di quelli originari; la presenza di elevate concentrazioni di sostanze contaminanti o di metalli pesanti può risultare tossica per i microrganismi responsabili della biodegradazione; lunghi tempi di trattamento. Biodegradazione In senso lato, la biodegradazione è un insieme di trasformazioni di sostanze chimiche mediate da attività biologica. Tali trasformazioni nel terreno richiedono: microrganismi idonei; una fonte di energia, utilizzata per il catabolismo; degli accettori finali di elettroni; una fonte di carbonio, per la sintesi di nuovo materiale cellulare o per il mantenimento. GM Università Catania 5/102 Trattamenti biologici (3/3) Bioagumentation Ai sensi del DM 471/99 (Allegato 3), l'uso di inoculi costituiti da organismi geneticamente modificati (OGM) negli interventi di biorisanamento è consentito limitatamente a sistemi di trattamento completamente chiusi (bioreattori). E' necessario inoltrare richiesta al Ministero dell Ambiente ed ottenere l'autorizzazione. Non sono soggetti a limitazioni particolari, anche per gli interventi di bonifica condotti in sistemi non confinati, gli interventi di bioaugmentation delle comunità microbiche autoctone o di inoculazione con microrganismi o consorzi microbici naturali non patogeni per uomo, animali e piante. GM Università Catania 6/102 3

4 Trattamenti biologici: Biopile (1/4) Sono un sistema ex-situ di trattamento biologico in fase solida, ove si promuove la biodegradazione aerobica agendo su: tenore di O 2 ; carica microbica attiva; ph; macro-nutrienti; umidità; temperatura. Schema di processo Pre-trattamento solidi Escavazione Vagliatura Triturazione Miscelazione con additivi Cumuli statici Cumuli rivoltati Trattamento biologico Riutilizzo solidi Separazione umidità Recupero/distruzione vapori organici Trattamento emissioni gassose Atmosfera GM Università Catania 7/102 Trattamenti biologici: Biopile (2/4) Aerazione dei cumuli statici Biofiltro Strumentazione Aspirazione Insufflazione GM Università Catania 8/102 4

5 Trattamenti biologici: Biopile (3/4) In tal caso i cumuli di terreno (sempre a sezione trasversale triangolare o trapezia) vengono disposti su di una rete di tubazioni forate dalle quali, per azione di una soffiante, può essere insufflata e/o aspirata aria, eventualmente riscaldata per incrementare la velocità di degradazione. Tra il cumulo di terreno inquinato e la rete di tubazioni viene solitamente interposto uno strato del materiale utilizzato come bulking agent, per consentire una più uniforme distribuzione dell aria; un altro strato, sempre dello stesso materiale, viene disposto invece a copertura del cumulo, per contenere le emissioni di polveri inquinate. Una variante a tale sistema consiste nel disporre una serie di strati alternati di terreno contaminato e di materiale granulare da cui immettere e/o estrarre l aria, mentre un sistema di aspersione d acqua, posto in testa al cumulo, consente di regolare l umidità, il ph e di somministrare i nutrienti. Il tutto viene infine coperto da un telo di plastica, per evitare l emissione di composti volatili. GM Università Catania 9/102 Trattamenti biologici: Biopile (4/4) Campo di applicazione ottimale ed efficienze Le biopile trovano applicazione nella rimozione di inquinanti organici facilmente biodegradabili aerobicamente (idrocarburi del petrolio a medio peso molecolare: IPA, BTEX). I rendimenti di rimozione sono assai diversificati per i differenti composti presenti e dipendono molto dalle capacità degradative della biomassa del terreno. Applicati a grossi quantitativi di terreno, richiedono impegno di grandi aree, non sempre facilmente reperibili nei siti da bonificare. Il trattamento in biopile è il sistema più applicato tra i biologici ex situ in tutto il mondo. In molti paesi d Europa sono presenti numerosi impianti di trattamento off site; in Italia ne sono stati da poco autorizzati alcuni. GM Università Catania 10/102 5

6 Trattamenti biologici: Landfarming (1/5) Sono un sistema di trattamento biologico ex-situ in fase solida, ove si promuove la biodegradazione aerobica agendo su: tenore di O 2 ; carica microbica attiva; ph. macro-nutrienti; umidità; Schema di processo Bacino confinato Pre-trattamento solidi Escavazione Vagliatura Triturazione Miscelazione con additivi Trattamento biologico Riutilizzo solidi GM Università Catania 11/102 Trattamenti biologici: Landfarming (2/5) Il materiale viene collocato in un bacino confinato e impermeabilizzato, formando uno strato di spessore inferiore a 50 cm. La fornitura di O 2 avviene mediante rivoltamento periodico con macchine agricole. Il materiale può necessitare di periodica umidificazione, apportando all'occorrenza macronutrienti, biomassa o reagenti in soluzione per l'aggiustamento del ph. Deve essere previsto un sistema di raccolta dell'eventuale percolato. GM Università Catania 12/102 6

7 Trattamenti biologici: Landfarming (3/5) Il terreno da avviare a risanamento, previa rimozione del materiale grossolano, viene addizionato di nutrienti affinché il rapporto C:N:P sia pari a 100:10:1 (condizione ottimale). Dopo aver disposto lo strato di terreno nel bacino, si provvede sia ad un periodico rivoltamento (solitamente a cadenza giornaliera) per favorire il contatto tra microrganismi, nutrienti e contaminati, nonché un efficace ricambio di ossigeno con l atmosfera, che ad una sistematica irrigazione del terreno per mantenere il tasso di umidità ideale. Il bacino di trattamento è dotato di argini di contenimento (in argilla, di altezza non superiore a 1-2 m e con pendenza delle sponde compresa nell intervallo 1:1-1:2) e di fondo impermeabile. Quest ultimo deve essere realizzato con cura per prevenire sia il ristagno nel bacino, che le infiltrazioni (nel terreno sottostante) del percolato. GM Università Catania 13/102 Trattamenti biologici: Landfarming (4/5) Il fondo può essere realizzato, nella configurazione più semplice, sovrapponendo (dal basso verso l alto) i seguenti strati di materiale: I. strato di argilla (come per gli argini) compattata di spessore di circa 30 cm, con la funzione di creare una barriera impermeabilizzante; II. strato di sabbia (30-60 cm), con il duplice scopo di proteggere lo strato impermeabilizzante di fondo e di drenare il percolato prodotto dal terreno da risanare; a tal fine viene inserito nel letto di sabbia un sistema drenante, costituito da una reticolo di tubi fessurati; III. strato di terreno da decontaminare (20-60 cm). Questo deve essere disposto con una pendenza superficiale pari almeno al 2% per evitare il ristagno dell acqua di pioggia (che impedirebbe lo scambio di ossigeno con l atmosfera), che viene quindi raccolta ed allontanata mediante una canaletta posta al piede del bacino. GM Università Catania 14/102 7

8 GM Università Catania 15/102 Trattamenti biologici: Landfarming (5/5) Campo di applicazione ottimale ed efficienze Valgono considerazioni analoghe a quelle fatte per le biopile. Stante l'altezza massima dello strato di terreno trattabile, le superfici richieste sono notevolmente superiori a quelle necessarie per le biopile o, alternativamente, sono necessari tempi molto più lunghi per il risanamento di un fissato volume di materiale. A fronte di una minor ingegnerizzazione del sistema di trattamento rispetto alle biopile, con conseguente diminuzione dei costi di investimento (il costo del bacino può comunque essere rilevante!), il landfarming comporta un minor controllo dei parametri di processo. Ciò si riflette in genere su più lente velocità di rimozioni dei contaminanti e il raggiungimento degli obiettivi di risanamento in tempi di trattamento più lunghi. Può essere indicato per contaminazioni diffuse di inquinanti assai facilmente degradabili aerobicamente, in basse concentrazioni e molto superficiali (trattamento in situ). Trattamenti biologici: Bioreattori (1/5) Si tratta di sistemi chiusi, ove si promuove la biodegradazione agendo su: tenore di idonei accettori di e-; cosubstrati carica microbica attiva; macro-nutrienti; contenuto di solidi; biodisponibilità; ph; temperatura. Sono disponibili sistemi a fase: solida, simili a reattori per il compostaggio della frazione organica di rifiuti (nel seguito non presi in esame); semi-solida (slurry), simili per alcuni aspetti ai trattamenti a fanghi attivi delle acque reflue. I bioreattori sono veri e propri reattori in cui il terreno, dopo aver subito una serie di pretrattamenti, viene sottoposto alle condizioni ideali per la degradazione biologica dei contaminanti. Esistono in commercio due tipologie di reattori: reattori in fase semisolida: il terreno viene trattato portando il contenuto ponderale d acqua a valori compresi tra il 60% e il 90%; reattori in fase solida: il contenuto ponderale d acqua tra il 10% e il 20%. GM Università Catania 16/102 8

9 Trattamenti biologici: Bioreattori (2/5) GM Università Catania 17/102 Trattamenti biologici: Bioreattori (3/5) Un tipico schema di impianto per il risanamento dei terreni contaminati prevede le seguenti fasi di trattamento: I. doppia vagliatura: la prima per ottenere una pezzatura minore di mm; la seconda (in un idrociclone) per separare la frazione limosa-argillosa, successivamente avviata al reattore in fase semisolida, da quella ghiaiosasabbiosa destinata invece al reattore in fase solida o a processi di compostaggio o landfarming. In tal modo è possibile concentrare la contaminazione in un volume ridotto, è stato infatti sperimentalmente dimostrato che la frazione fine del suolo contiene oltre il 90% della massa di contaminanti originariamente presenti nel terreno. GM Università Catania 18/102 9

10 Trattamenti biologici: Bioreattori (4/5) II. condizionamento della frazione fine: la frazione fine di terreno, dopo essere stata miscelata con acqua e nutrienti, viene sottoposta alla correzione del ph e della temperatura, in modo da portarne i valori rispettivamente negli intervalli ottimali 4,5-8,8 e C; III. trattamento: la sospensione fangosa in uscita dalla fase di condizionamento viene avviata al bioreattore dove, sottoposta ad intensa agitazione e ad aerazione, si svolge l attività degradativa. L agitazione contribuisce ad incrementare la velocità di trattamento per le seguenti ragioni: rompe gli aggregati residui di particelle; favorisce il desorbimento dei contaminanti dalla matrice solida del terreno; contribuisce a migliorare il contatto tra microrganismi, contaminanti e nutrienti; stimola il passaggio in fase gassosa delle sostanze volatili eventualmente presenti; IV. separazione delle fasi: completata la biodegradazione, la miscela in uscita dal bioreattore viene avviata ad un unità di separazione solido-liquido. Il terreno decontaminato costituente la frazione solida viene riutilizzato, mentre la fase acquosa, previo opportuno trattamento, viene scaricata in fognatura o ricircolata nel bioreattore. GM Università Catania 19/102 Trattamenti biologici: Bioreattori (5/5) Campo di applicazione ottimale ed efficienze Tale tecnologia è indicata infatti nel caso di contaminazioni da IPA, da idrocarburi ad alto grado di alogenazione e da pesticidi, ottenendo rendimenti di rimozione superiori al 90% in tempi dell ordine di giorni o settimane. I costi di trattamento risultano però decisamente più alti rispetto agli altri trattamenti biologici, in quanto la fase di pretrattamento spinto del materiale in ingresso e di separazione delle fasi all uscita del bioreattore incidono notevolmente sul costo finale. Il dimensionamento è impegnativo, in ragione dei molti fattori che possono risultare limitanti per il processo e richiede un non semplice scale-up di prove di laboratorio, nelle quali siano state individuate le condizioni ottimali per il trattamento. Come unica tecnologia è stata applicata essenzialmente negli USA, con dimostrazioni in campo o in casi reali di piccole dimensioni. Tra le maggiori applicazioni vi è l'uso per il trattamento biologico di inquinanti organici biodegradabili nelle frazioni fini derivanti da lavaggio fisico. GM Università Catania 20/102 10

11 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (1/15) Sono tecnologie in situ basate sulla ventilazione dell'insaturo, operata mediante pozzi (generalmente verticali) finestrati nella zona insatura, ai quali viene applicata una differenza di pressione (positiva o negativa) rispetto al valore atmosferico; tale operazione induce nel sottosuolo una perturbazione (gradiente) del campo di pressione, che costituisce la forza motrice del flusso di gas nel sottosuolo. La ventilazione della zona insatura induce fenomeni fisici di trasporto dei contaminanti. Il flusso di aria indotto nel sottosuolo produce anche un ricambio dei gas interstiziali, che vengono sostituiti da aria ambiente con ossigeno a saturazione; possono pertanto essere promossi i meccanismi di biodegradazione aerobica eventualmente limitati da condizioni di anaerobiosi. La principale differenza tra le due tecnologie risiede proprio nel potenziamento dei differenti meccanismi di rimozione, essenzialmente di tipo fisico per SVE e di tipo biologico per BV. GM Università Catania 21/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (2/15) ΔP (>0 o <0) rispetto a P atm P P atm Zona insatura Zona satura Advezione Diffusione Dispersione meccanica Biodegradazione aerobica meccanismi fisici meccanismi biologici SVE BV GM Università Catania 22/102 11

12 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (3/15) Schema di processo (SVE) GM Università Catania 23/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (4/15) Schema di processo Soffiante Fusti con Carbone Attivo Granulare Separatore aria/acqua Contenitore per acqua separata GM Università Catania 24/102 12

13 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (5/15) Permeabilità intrinseca del terreno alta bassa Pressione di vapore dei contaminanti bassa alta Biodegradabilità aerobica dei contaminanti Screening preliminare per SVE e BV Stop <70 Pa a 20 C Biodegradabilità aerobica dei contaminanti k < m 2 (< sabbie fini limose) alta bassa alta bassa SVE + BV SVE BV Stop GM Università Catania 25/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (6/15) Dimensionamento dell'impianto E' necessario: determinare la profondità pozzi e fenestratura; determinare la portata d'aria ottimale; stimare il numero dei pozzi necessari a coprire l intera area contaminata, ottimizzarne la dislocazione e la modalità di funzionamento; dimensionare, nel caso di SVE, la sezione di trattamento dei vapori. Il dimensionamento dell impianto viene effettuato sostanzialmente su basi GM Università Catania 26/102 empiriche, cioè sulla estrapolazione dei dati da test pilota. 13

14 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (7/15) Profondità e fenestratura dei pozzi Generalmente la profondità dei pozzi corrisponde alla profondità massima alla quale si riscontra contaminazione. Operando in aspirazione, si potrebbe verificare la risalita del livello piezometrico nell'intorno del pozzo, che non deve comunque raggiungere il suo tratto filtrante. La fenestratura viene effettuata generalmente in corrispondenza di tutto lo strato di terreno contaminato. GM Università Catania 27/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (8/15) Test pilota di bioventing e SVE Il test pilota consiste nell insufflaggio o nell aspirazione di aria attraverso il pozzo pilota e nella successiva misurazione nei micropiezometri posti a distanze crescenti dal pozzo di parametri quali: temperatura, O 2, CO 2, P, VOC, al fine di determinare le caratteristiche idrogeologiche del sito e quindi R p o R o. P a (r,z; t) O 2, CO2(t) Q v (aspirazione/iniezione) z 1 z 2 z 3 r3 r 1 r2 Nel caso di BV il parametro fondamentale è la distanza R o, detta "raggio di influenza dell'ossigeno", fino alla quale si riesce a mantenere un tenore di ossigeno nell'aria interstiziale al di sopra del 5% v/v. GM Università Catania 28/102 14

15 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (9/15) La progettazione del test pilota, deve partire dallo studio del modello concettuale del sito e deve essere impostata secondo le seguenti linee guida: I pozzi di immissione devono generalmente: interessare tutto lo spessore della contaminazione; essere attestati a diverse profondità, nel caso di terreni non omogenei o con una distribuzione verticale discontinua della contaminazione; devono preferibilmente essere integrati con l impianto di bonifica definitivo. Nel caso di portate d aria insufflate elevate, la zona indagata deve essere opportunamente coperta per evitare fughe di gas in atmosfera o deve essere previsto un sistema di Vapour Extraction. GM Università Catania 29/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (10/15) Le prove pilota vengono generalmente condotte utilizzando: 1 pozzo di estrazione o iniezione; almeno 3 pozzi di monitoraggio posti lungo differenti direzioni e distanze dal pozzo di aspirazione/iniezione. Configurazione per SVE Schema di impianto pilota PE = pozzo di estrazione M i = pozzo di monitoraggio GM Università Catania 30/102 15

16 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (11/15) Test a gradini di portata Serve a determinare le caratteristiche di funzionalità dei pozzi, cioè la portata di aria estratta/iniettata in funzione della P applicata a testa pozzo (durata: qualche ora). (Q v ) Curva caratteristica del sistema Q v =Q v (ΔP) (ΔP) GM Università Catania 31/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (12/15) Test a portata costante Si applica una portata di estrazione/iniezione costante e si misurano le pressioni indotte nei pozzi di monitoraggio, nonché (per SVE) la concentrazione degli inquinanti nell aria estratta. T=giorni P a (r,z; t) Q v (aspirazione/iniezione) In estrazione, concentrazione di inquinanti nel gas estratto z 1 z 2 z 3 r3 r 1 r2 GM Università Catania 32/102 16

17 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (13/15) Test respirometrico Una volta riossigenato il sottosuolo, il sistema di aerazione viene spento; quindi, si misurano le concentrazioni di O 2 e CO 2 nell'aria interstiziale in funzione del tempo. O 2, CO 2 (t) Impianto spento dopo riossigenazione del terreno z 1 z 2 z 3 r3 r 1 r2 GM Università Catania 33/102 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (14/15) Portata d aria per Impianto Full-scale Per SVE, una portata adeguata agli scopi è quella che determina il ricambio del gas interstiziale della zona contaminata 1-3 volte/d. E' in genere più alta (3-5 volte) di quella utilizzata in BV, nelle stesse condizioni.per BV, la portata ottimale di aria Q V (m 3 /d) è stimata da: k O V θ a Q V = Δ O k O = tasso di consumo dell ossigeno (%O 2 v/v /d); V = volume di terreno trattato (m 3 terreno); θa = porosità del terreno occupata dall'aria (m 3 aria/ m 3 terreno); Δ O = differenza tra la concentrazione iniziale di ossigeno nel terreno e quella post-ventilazione (%O 2 v/v). GM Università Catania 34/102 17

18 Trattamenti biologici: Bioventing e SVE (15/15) Campo di applicazione ottimale Terreni: con elevata permeabilità intrinseca (>10-14 m 2 ); omogenei, senza percorsi preferenziali del flusso. Contaminanti: solventi alifatici clorurati (SVE); BTEX, idrocarburi leggeri, fenoli non clorurati (BV, SVE). GM Università Catania 35/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (1/12) Consistono nell iniezione di un flusso d aria nella zona satura per: trasferire i contaminanti volatili presenti nel sottosuolo saturo al flusso di aria iniettato; ossigenare la zona satura e intensificare i processi di biodegradazione aerobica. A seconda della predominanza di un meccanismo sull'altro si parla rispettivamente di Air sparging e Bio-sparging. L aria iniettata, arricchita degli eventuali contaminanti volatili strippati, migra fino alla zona insatura, dove può essere intercettata e rimossa attraverso un sistema di SVE. GM Università Catania 36/102 18

19 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (2/12) Schema di processo GM Università Catania 37/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (3/12) La tecnica di air sparging bio sparging, indicata quando la contaminazione interessa sia la zona satura che quella non satura del terreno, consiste nell immissione, direttamente nell acquifero (mediante pozzi di iniezione di piccolo diametro), di aria compressa. Quest ultima agisce sui contaminanti presenti secondo i due meccanismi, in funzione delle caratteristiche dei contaminanti stessi, elencati di seguito: le sostanze altamente volatili che si trovano disciolte nella fase liquida o adsorbite sulle particelle di terreno, grazie alla loro volatilità, passano in fase gassosa e migrano verso la zona non satura. I contaminanti estratti vengono quindi biodegradati direttamente nella zona insatura, qualora sia previsto un sistema di ventilazione del terreno atto a fornire l ossigeno necessario all attività dei microrganismi, oppure vengono estratti in superficie, mediante pozzi in depressione, e successivamente scaricati in atmosfera dopo gli opportuni trattamenti; le sostanze non volatili vengono biodegradate direttamente nell acquifero, grazie all apporto di ossigeno realizzato dall aria compressa. GM Università Catania 38/102 19

20 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (4/12) Permeabilità intrinseca del terreno Screening preliminare per SVE e BV alta bassa Costante di Henry dei contaminanti bassa alta Biodegradabilità aerobica dei contaminanti Stop < 10-5 atm m 3 mol -1 a 20 C Biodegradabilità aerobica dei contaminanti k < 10-9 m 2 (<sabbie) alta bassa alta bassa AS + BS AS BS Stop GM Università Catania 39/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (5/12) Profondità e fenestratura dei pozzi La profondità dei pozzi si estende generalmente fino a 2 m sotto la zona da trattare. La fenestratura ha inizio generalmente 1-1,5 m al di sotto della zona da trattare e si estende per cm. Nel caso di contaminazione da prodotto libero con γ>γ acqua, alcuni pozzi vanno estesi fino alla base dell'acquifero. GM Università Catania 40/102 20

21 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (6/12) Campo di applicazione ottimale: terreni ghiaiosi o sabbiosi, omogenei, senza percorsi preferenziali del flusso; spessore della zona insatura < 15 m; acquiferi poco profondi. Contaminanti rimovibili: solventi alifatici clorurati; BTEX, idrocarburi leggeri, fenoli non clorurati. Sono tecnologie ampiamente applicate negli Stati Uniti e in tutta Europa, dove è stata applicata per la prima volta in Germania nel 1980 per la rimozione di solventi clorurati. GM Università Catania 41/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (7/12) Test pilota di airsparging Il test pilota consiste essenzialmente nell insufflaggio di aria attraverso il pozzo principale e nella successiva misurazione nei micropiezometri posti a distanze crescenti dal pozzo di diversi parametri, al fine di determinare le caratteristiche idrogeologiche del sito e quindi il raggio di influenza. Temperatura; Variazioni di pressione indotte; Ossigeno disciolto; CO 2 ; Livello di falda; Concentrazione di VOC; Conducibilità idraulica. GM Università Catania 42/102 21

22 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (8/12) In particolare il test pilota consentirà di determinare quelle che vengono definite: zona di influenza (ZDI), ovvero la porzione di terreno entro la quale si osserva una variazione del livello piezometrico rispetto alla condizione naturale; zona di trattamento (ZDT), ovvero la porzione di terreno dove si ha una condizione di saturazione di aria e quindi una potenziale di rimozione dei contaminanti. GM Università Catania 43/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (9/12) Analogamente a quanto visto per il bioventing la progettazione del test pilota, deve partire dallo studio del modello concettuale del sito e deve essere impostata secondo le seguenti linee guida: I pozzi di immissione devono generalmente: interessare tutto lo spessore del plume; essere attestati a diverse profondità, nel caso di terreni non omogenei o con una distribuzione verticale discontinua della contaminazione; devono preferibilmente essere integrati con l impianto di bonifica definitivo. GM Università Catania 44/102 22

23 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (10/12) I pozzi di monitoraggio devono essere disposti radialmente dal punto di immissione ed essere in numero sufficiente per valutare tutti i parametri di controllo necessari. La pressione di iniezione P i teorica minima può essere valuta con la seguente relazione: P i = rgh + P f + P s Dove: H= altezza idrostatica sopra il punto più depresso del pozzo; P f = pressione d ingresso filtro tratto fessurato; P s = pressione d ingresso del terreno. Q=8-40 m 3 /h Deve essere prevista un pressione massima di insufflaggio per evitare fessurazioni del terreno pari a 0,15-0,2 atm per metro lineare di terreno sovrastante il livello di iniezione. GM Università Catania 45/102 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (11/12) Funzionalità pozzo Incrementando la pressione di iniezione P i, la portata di aria iniettata resta a zero finché non viene superata per lo meno P h ; da questo valore in poi, la portata aumenterà più o meno velocemente in dipendenza dalla permeabilità del terreno. Curva caratteristica in matrici con più o meno macroporosità GM Università Catania 46/102 23

24 Trattamenti biologici: Air Sparging Bio Sparging (12/12) Stima della ZDI (ZDT) Per una fissata portata di iniezione Q v, ZDI si ottiene diagrammando l'innalzamento del livello piezometrico (all'equilibrio) vs. la distanza tra il pozzo di iniezione e il pozzo di monitoraggio ove viene misurato ed estrapolando la retta fino alla distanza in cui l'innalzamento del livello sia inferiore a 1 cm. In genere, la dimensione radiale della ZDI non è più di 15 m. GM Università Catania 47/102 Caso di studio: il sito di Arquata Scrivia (AL) (1/11) DESCRIZIONE DEL SITO Il sito oggetto di studio è ubicato nella zona industriale del Comune di Arquata Scrivia (AL). Sull area in esame, di superficie pari a circa m 2, insiste un deposito di prodotti petroliferi, principalmente biodiesel ed olii combustibili, con una movimentazione di circa t/anno. L attività del deposito consiste nel trasferimento e nello stoccaggio di prodotti petroliferi ricevuti attraverso oleodotto e/o autobotte. STORIA DEL SITO Unico evento rilevante è stato un caso di sversamento di prodotti petroliferi nel GM Università Catania 48/102 24

25 Caso di studio: il sito di Arquata Scrivia (AL) (2/11) VISTA AEREA GM Università Catania 49/102 Caso di studio: il sito di Arquata Scrivia (AL) (3/11) INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO Le indagini effettuate hanno consentito di ricostruire la successione stratigrafica dell area interessata, così schematizzabile (dall alto verso il basso): terreni di riporto e suolo vegetale (1-2 m); alternanze di depositi ghiaiosi (di 8-10 m); substrato marnoso argilloso m m Terreno di riporto e suolo vegetale Alternanza di depositi ghiaiosi e livelli argilloso-limosi Alternanza di depositi ghiaiosi e livelli argilloso-limosi saturi Substrato marnoso argilloso compatto GM Università Catania 50/102 25

26 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Dimensionamento dei test pilota di airsparging e bioventing (4/11) STATO DELLA CONTAMINAZIONE RILEVATA E UBICAZIONE IMPIANTI PER I TEST PILOTA Sondaggi acque con C(Hc)>CMA D.M. 471/99 Sondaggi terreno con C(Hc)>CMA D.M. 471/99 GM Università Catania 51/102 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Dimensionamento dei test pilota di airsparging e bioventing (5/11) DIMENSIONAMENTO DI MASSIMA DEL TEST PILOTA DI AIRSPARGING: caratteristiche dei pozzi p u =1,3 atm Q=10 m 3 /h m GM Università Catania 52/102 26

27 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Dimensionamento dei test pilota di airsparging e bioventing (6/11) DIMENSIONAMENTO DI MASSIMA DEL TEST PILOTA DI BIOVENTING: caratteristiche dei pozzi p u =0,6 atm Q=10 m 3 /h m GM Università Catania 53/102 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Ubicazione test pilota di Air sparging (7/11) Campo prova Air Sparging GM Università Catania 54/102 27

28 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Esito test pilota di Air sparging (8/11) Conc. O2 (mg/l) AS0 AS1 AS2 AS3 AS4 AS5 AS6 AS7 AS8 AS9 AS Raggio d'influenza AS6 - AS7 - AS8 04/11 04/11 04/11 05/11 05/11 05/11 06/11 06/11 06/11 h h h h h h h h h 15:30 18:30 20:30 09:30 15:30 19:30 08:30 10:30 12:30 data e ora m Distanza da AS0 GM Università Catania 55/102 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Applicazione del software Visual MODFLOW 4.0 (9/11) GENERAZIONE DEL MODELLO PER LA SIMULAZIONE Morfologia Diverse caratteristiche idrogeologiche S(830x630m) P i (x,y,z) P1 i (x,y,z) P2 i (x,y,z) Superficie piezometrica GM Università Catania 56/102 28

29 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Applicazione del software Visual MODFLOW 4.0 (10/11) RISULTATI OTTENUTI: Evoluzione temporale del plume t=10 gg t=50 gg t=100 gg t=150 gg t=250 gg t=350 gg t=730 gg t=7300 gg GM Università Catania 57/102 Il sito di Arquata Scrivia (AL): Ubicazione dei pozzi impianto full-scale (11/11) GM Università Catania 58/102 29

30 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione (1/4) La fitodepurazione è una tecnologia innovativa che sfrutta l azione di specifiche specie vegetali per bonificare i terreni contaminati da sostanze organiche ed inorganiche. I meccanismi di rimozione sono diversi, in funzione della tipologia di contaminanti. Nel caso di contaminanti organici, è possibile elencare i seguenti: fitodegradazione: la pianta è in grado di assimilare dal terreno ed eventualmente di degradare gli inquinanti organici moderatamente idrofobi. I contaminanti assimilati vengono quindi metabolizzati, mineralizzati (con formazione di acqua e CO 2 ) o utilizzati dalla pianta per alimentare la sua crescita. La degradazione dei contaminanti organici può avvenire anche nella rizosfera (la zona circostante l apparato radicale delle piante) prima che questi vengano assimilati (Rizodegradazione). In tal caso la degradazione è determinata da un enzima, secreto dalla pianta, in grado di interagire con le sostanze organiche presenti, convertendole in potenziale alimento per la pianta stessa; fitovolatilizzazione: i contaminanti assorbiti dalle piante vengono rilasciati in atmosfera in forma gassosa. GM Università Catania 59/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione (2/4) I meccanismi di rimozione dei contaminanti inorganici sono invece: fitoestrazione: alcune specie vegetali sono in grado di assorbire e concentrare nei propri tessuti (nelle radici, ma soprattutto nella parte aerea) elevate quantità di sostanze inorganiche (Ni, Zn, Cu, Pb, etc.). Le piante raccolte vengono successivamente trattate come rifiuti tossici (si ottiene in tal modo una forte riduzione del materiale da trattare); fitostabilizzazione: le piante immobilizzano, favorendone l adsorbimento o la precipitazione, i contaminanti inorganici nel terreno, senza quindi procedere ad una vera e propria rimozione. GM Università Catania 60/102 30

31 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione La phytoremediation è una tecnologia di bonifica emergente che ricorre all utilizzo di specie vegetali per il trattamento in situ, (ma anche ex situ) di suoli, sedimenti e acque contaminate, sfruttando la complessa interazione tra apparato radicale delle piante, microrganismi e suolo. La presenza della pianta stimola il metabolismo microbico mediante rilascio di molecole organiche (amminoacidi, peptidi) e contribuisce allo sviluppo della rizosfera. La biomassa raccolta, ricca di contaminante, può essere quindi trattata in sicurezza mediante operazioni di essiccamento, polverizzazione o compostaggio. Il volume di rifiuti finali prodotti risulta quindi di gran lunga inferiore rispetto anche ad altre metodologie di bonifica anche più invasive e costose (Raskin et al., 2001). GM Università Catania 61/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Si devono però anche considerare alcuni limiti specifici di tale metodologia, che derivano sia dalla necessità di individuare le condizioni ottimali per la crescita e lo sviluppo dei vegetali, talora difficilmente raggiungibili per le condizioni chimico-fisiche dei suoli contaminati, sia dalla necessità di avere a disposizione ampi margini di tempo per il completamento delle operazioni di bonifica. La principale limitazione della phytoremediation è molto spesso dettata dalla profondità massima alla quale può spingersi l apparato radicale. Questa profondità può variare da 20 cm a oltre 1 m a seconda della specie prescelta. In particolare, il processo di fitoestrazione utilizza piante accumulatrici in grado di assorbire e concentrare nelle parti epigee i metalli presenti nel suolo, in concentrazioni particolarmente elevate. GM Università Catania 62/102 31

32 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Questa tecnica innovativa, a differenza di quelle tradizionali, mantiene inalterata la struttura chimico-fisica del suolo, interferisce moderatamente con l attività batterica degli organismi in esso presenti, rende possibile il recupero della fertilità (Wenger et al., 1996), presenta costi ridotti e riduce l impatto sull ambiente (Rizzi et al., 2003). Il principale svantaggio è costituito dai tempi di intervento, generalmente prolungati. La vasta gamma di contaminanti ai quali è possibile applicare questa tecnologia comprende contaminanti organici, quali idrocarburi, gas condensati, petrolio greggio, composti clorurati, pesticidi e miscele esplosive, e contaminanti inorganici quali i sali, i metalli pesanti, i metalloidi e il materiale radioattivo (ITRC, 1999). GM Università Catania 63/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione (3/4) La fitodepurazione è una tecnologia applicabile con successo solo nei casi in cui la contaminazione interessa gli strati superficiali del terreno e la concentrazione dei contaminanti non è tale da risultare tossica per le piante stesse. Si deve tuttavia notare che sono necessari tempi di trattamento dell ordine di anni e che molto spesso i terreni contaminati non hanno le caratteristiche chimico-fisiche necessarie per l attecchimento delle piante. La tecnologia in esame è ancora in fase di ricerca. Test in serra GM Università Catania 64/102 32

33 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Parcelle di 500 m 2 seminate con Brassica (mostarda) e Girasole GM Università Catania 65/102 GM Università Catania 66/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Le piante generalmente si sviluppano diffondendo le radici nel terreno, mentre in superficie producono foglie e materiale ligneo. In base ai meccanismi fisiologici della loro crescita, le piante utilizzano il biossido di carbonio nella fotosintesi per lo sviluppo della biomassa e per produrre energia, rilasciando ossigeno nell ambiente circostante. Le sostanze nutritive inorganiche essenziali alle piante (N, P, K, Ca, Mg, S, Fe, Cl, Zn, Mn, Cu, B, Mo), sono catturate dalle radici come componenti disciolti nella fase liquida del terreno. Questi elementi sono indispensabili per la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle piante, e vengono assorbiti in modo passivo, attraverso il flusso di traspirazione, o in modo attivo, attraverso il trasporto delle proteine associate alla membrana delle radici. Una volta all interno del sistema radicale, le sostanze nutritive disciolte circolano all interno del resto della pianta attraverso il sistema vascolare noto come xilema. 33

34 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Oltre a questi nutrienti essenziali, anche altri composti inorganici non essenziali (come diversi contaminanti comuni quali il sale, il piombo, il cadmio, l arsenico ecc.) possono essere assorbiti. Poiché questi altri composti non sono essenziali per la pianta, e potrebbero essere tossici ad alte concentrazioni, la pianta attiva altri meccanismi per trattenere o stabilizzare i composti estranei e prevenire il loro trasferimento nelle sezioni più sensibili, cioè quelle aeree. Uno dei meccanismi principali, è quello di accumulare l elemento inorganico non essenziale nei vacuoli delle cellule della pianta, che funzionano parzialmente come ricettacoli per l immagazzinamento. Un altro meccanismo è quello di legare i composti inorganici al suolo o alle superfici radicali, per prevenire il loro ingresso nel sistema della pianta. GM Università Catania 67/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Per ciò che concerne la produzione, per fotosintesi, dei materiali vegetali, si è potuto verificare come il biossido di carbonio che dall atmosfera penetra nelle cellule vegetali attraverso gli stomi (aperture microscopiche delle foglie), viene assimilato al materiale vegetale con l ausilio degli agenti riducenti durante la fotosintesi. Tali prodotti vengono trasferiti all intera pianta, fino al sistema radicale, attraverso un altro sistema di vasi definito floema. I prodotti che di solito vengono essudati dalle radici includono: amminoacidi, enzimi, proteine, acidi organici, carboidrati e altro materiale cellulare. Gli organismi presenti nel terreno, compresi batteri e funghi, hanno la tendenza a crescere nelle zone più vicine alle radici a causa della presenza di carbonio arricchito nel sottosuolo. GM Università Catania 68/102 34

35 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Si è dunque formata una relazione simbiotica poiché gli organismi vengono alimentati dalle radici attraverso varie sostanze, tra cui carbonio, ossigeno e altri elementi inorganici necessari alla loro crescita. In questo ambiente di terreno arricchito, questi organismi forniscono una barriera protettiva intorno alle radici che distrugge potenziali agenti patogeni prima che possano venire in contatto con le radici. Inoltre questi organismi possono rinforzare l assorbimento delle sostanze nutritive essenziali della pianta ed estendere l efficacia del sistema radicale per l assorbimento di acqua all interno delle piante. La regione che comprende il suolo, le radici e i suddetti organismi si chiama rizosfera e si estende all incirca da 1 a 3 mm dalla superficie delle radici. La proliferazione degli organismi nella rizosfera può essere di tre o quattro ordini di grandezza in più della percentuale degli organismi presenti nei terreni privi di vegetazione. GM Università Catania 69/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione La relazione simbiotica ha un effetto sinergico e costituisce il meccanismo principale per l eliminazione dei contaminanti organici nell ambiente tramite le tecniche di phytoremediation. Inoltre nella parte epigea della pianta si verifica un complesso procedimento di scambio dei gas, che prende il nome di traspirazione, e avviene attraverso gli stomi delle foglie. Il biossido di carbonio entra, mentre escono ossigeno e vapore acqueo, che viene generato dal flusso di traspirazione che si origina nel momento in cui il sistema radicale assorbe l acqua del terreno e finisce nel momento in cui l acqua evapora nell atmosfera attraverso le foglie. Il processo attraverso cui l acqua passa dalle radici alla parte aerea fino alle foglie viene definito traslocazione. L intero processo si verifica principalmente a causa dell azione della forza equilibrante tra l acqua in forma liquida nelle foglie, e l acqua in forma gassosa (umidità) GM nell atmosfera. Università Catania 70/102 35

36 GM Università Catania 71/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Nel campo della phytoremediation sono diversi i meccanismi che possono essere utilizzati nelle differenti condizioni ambientali del sito. L uso di uno specifico meccanismo dipende da diversi fattori, compresa la natura del contaminante, le condizioni del sito, gli obiettivi della bonifica e le norme regolamentarie. I processi fisiologici, descritti nel paragrafo precedente, sono la base per le diverse procedure fitotecnologiche da impiegare. In particolare, la capacità delle radici di trattenere determinati elementi inorganici nella zona radicale viene definita fitostabilizzazione. Anche l essudazione dei prodotti di fotosintesi nella rizosfera può infatti determinare la fitostabilizzazione di composti organici. In alternativa, i prodotti essudati possono indurre la biodegradazione accelerata dei composti organici grazie agli organismi del terreno. Nell ambito della phytoremediation questo processo si chiama rizodegradazione. Trattamenti Biologici: Fitodepurazione La capacità delle piante di assorbire e traspirare grandi quantità di acqua dal sottosuolo può essere usata in phytoremediation per esercitare il controllo idraulico dei terreni contaminati. Questo controllo si usa per prevenire il trasferimento in orizzontale o la lisciviazione in verticale dei contaminanti. Durante l assorbimento dell acqua per via traspirazionale, i contaminanti organici e inorganici disciolti possono penetrare nella pianta dove sono sottoposti a diverse reazioni: la fitodegradazione, dove i composti organici, una volta all interno della pianta, possono essere trattati con vari enzimi autoprodotti dalle piante; la fitoestrazione, dove gli elementi inorganici sono assorbiti ed accumulati nei tessuti della pianta; la fitovolatilizzazione, dove i contaminanti con l assorbimento e la successiva traspirazione vengono volatilizzati attraverso le foglie. GM Università Catania 72/102 36

37 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Schema dei diversi processi di Phytoremediation GM Università Catania 73/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione La phytoremediation può dunque essere basata su diversi meccanismi della pianta che possono indurre la degradazione, la rimozione (attraverso accumulazione o dissipazione) o la immobilizzazione del contaminante. Definire questi meccanismi è importante per poter analizzare i differenti processi che avvengono nelle piante, e le vie di contaminazione del contaminate, dove si verifica la decontaminazione e cosa può essere fatto per ottimizzare il processo di fitodepurazione. GM Università Catania 74/102 37

38 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione In particolare tali meccanismi possono essere così classificati: Degradazione 1. Rizodegradazione 2. Fitodegradazione Accumulazione 1. Fitoestrazione 2. Rizofiltrazione Dissipazione 1. Fitovolatilizzazione Immobilizzazione 1. Controllo idraulico 2. Fitostabilizzazione GM Università Catania 75/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Per Rizodegradazione, detta anche fitostimolazione, si intende la scomposizione dell agente inquinante nel suolo attraverso la naturale bioattività della pianta nella rizosfera (Figura 9). Questa bioattività deriva dalle proteine e dagli enzimi prodotti dalle pianta o dagli organismi presenti nel suolo quali batteri o funghi. I contaminanti organici, potenzialmente pericolosi per gli uomini, come alcuni idrocarburi del petrolio o certi solventi clorurati, possono essere metabolizzati direttamente da queste proteine o enzimi fino alla degradazione, alla metabolizzazione o alla mineralizzazione. Molti di questi contaminanti possono essere degradati fino ad ottenere prodotti innocui o trasformati in una fonte di nutrimento ed energia per le piante o gli organismi. GM Università Catania 76/102 38

39 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Contemporaneamente, le sostanze naturali rilasciate dalle radici delle piante (come zuccheri, alcoli, carboidrati, acidi) contengono carbonio organico che fornisce nutrimento agli organismi, rinforzando quindi le loro attività biologiche. Queste sostanze stimolano quindi gli organismi alla biodegradazione dei contaminanti organici. La rizodegradazione è dunque una relazione di tipo simbiotico sviluppata tra le piante e i microrganismi del suolo. Le piante forniscono le sostanze nutritive necessarie ai microbi per proliferare mentre i microbi rendono l ambiente del terreno più salutare per la proliferazione delle radici. Questa è la via principale per la bonifica dai contaminanti organici dove suolo e acque contaminate vengono bonificate dall ambiente arricchito della rizosfera. GM Università Catania 77/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione Con il termine Fitodegradazione si fa riferimento all estrazione dei contaminanti, generalmente organici, dal suolo e dall acqua e alla loro successiva trasformazione, da parte della pianta, in sostanze non tossiche (Figura 10). Le piante trasformano i contaminanti organici attraverso diversi processi interni di metabolizzazione che inducono la degradazione. I contaminanti vengono degradati nella pianta e i prodotti della degradazione successivamente immagazzinati nei vacuoli o incorporati nei tessuti della pianta. L assorbimento diretto dei composti organici da parte delle piante si è dimostrato un efficiente procedura di rimozione per i siti contaminati da composti chimici organici moderatamente idrorepellenti. Una delle caratteristiche chimiche che influenzano l assorbimento dei composti organici in una pianta è il coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua, Kow. GM Università Catania 78/102 39

40 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione I composti chimici che si sono dimostrati accessibili alla pianta sono generalmente caratterizzati da valori di log Kow tra 1 e 3,5. Altri fattori che influenzano la capacità di certi composti chimici di rendersi accessibili alle radici delle piante sono l idrorepellenza, la polarità, le proprietà di assorbimento, e la solubilità. Per la bonifica dei contaminanti organici per via vegetale, il composto deve entrare in contatto con le radici delle piante e deve essere disciolto nell acqua presente nel suolo. I composti chimici idrorepellenti (log Kow > 3,5) generalmente non sono abbastanza solubili nell acqua oppure sono così strettamente legati alla superficie delle radici da non poter essere facilmente trasferiti alle piante. Sono soprattutto il benzene, metil-benzene, etil-benzene e cilene (BTEX), i solventi clorurati e gli alifatici a catena corta ad avere un valore di log Kow compreso tra 1 e 3,5 e che li rende disponibili alla fitodegradazione. GM Università Catania 79/102 GM Università Catania 80/102 Trattamenti Biologici: Fitodepurazione L efficienza dell assorbimento dipende anche dalle proprietà del suolo, dalle proprietà fisico-chimiche del contaminante nel suolo, dalla speciazione chimica, oltre che dalla capacità della pianta. Una volta che il contaminante viene assorbito, la pianta potrebbe immagazzinare il composto e i suoi sottoprodotti nella sua biomassa tramite la lignificazione (legame covalente del composto nella lignina della pianta) o metabolizzare, mineralizzandolo, il composto in biossido di carbonio e acqua. Enzimi specifici prodotti dalla pianta, responsabili della degradazione dei contaminanti nei tessuti vegetali sono rappresentati: dalle dealogenesi, che rimuovono i sottogruppi degli alogeni dai composti quali i solventi clorurati; dalle ossigenasi, che catalizzano l ossidazione dei contaminanti organici quali gli idrocarburi alifatici; dalle nitroreduttasi, che riducono i gruppi che contengono azoto nei composti esplosivi come il tritolo (TNT). 40

LE BONIFICHE AMBIENTALI rimedi ai danni generati dalla chimica

LE BONIFICHE AMBIENTALI rimedi ai danni generati dalla chimica Water & Soil Remediation Srl v. Donatori di Sangue, 13 Levata di Curtatone (MN) LE BONIFICHE AMBIENTALI rimedi ai danni generati dalla chimica Water & Soil Remediation Srl Relatore: Dott. Stefano Danini

Dettagli

Tecnologie di Trattamento: Classificazione (1/3)

Tecnologie di Trattamento: Classificazione (1/3) Fondo Sociale Europeo REGIONE SICILIA Assessorato Regionale BB.CC.e P.I. Ministero della Pubblica Istruzione Corso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore Tecnico Superiore per i sistemi di raccolta

Dettagli

BONIFICA. Tecnologie di bonifica: - Chimiche - Fisiche - Biologiche - Termiche 1

BONIFICA. Tecnologie di bonifica: - Chimiche - Fisiche - Biologiche - Termiche 1 BONIFICA - intervento necessario al risanamento di situazioni di contaminazione create da eventi accidentali o a seguito dell individuazione di fenomeni di inquinamento derivanti da attività lavorative.

Dettagli

SPERIMENTAZIONE DI TECNOLOGIE DI BIORISANAMENTO

SPERIMENTAZIONE DI TECNOLOGIE DI BIORISANAMENTO SPERIMENTAZIONE DI TECNOLOGIE DI BIORISANAMENTO SARA BORIN DIPARTIMENTO DI SCIENZE PER GLI ALIMENTI, LA NUTRIZIONE E L AMBIENTE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Sara.borin@unimi.it GRUPPO DI MICROBIOLOGIA

Dettagli

Siti contaminati: rischi ambientali, tecniche e costi di risanamento

Siti contaminati: rischi ambientali, tecniche e costi di risanamento Consulta provinciale dei Geologi di Parma 22 Giugno 2011 Siti contaminati: rischi ambientali, tecniche e costi di risanamento Dott. Geol. Giovanni Dondi (ECOVIVA S.a.s.).) ECOVIVA S.a.s. Via Passo della

Dettagli

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di Tecnologie di Chimica Applicata LA CORROSIONE Nei terreni

Dettagli

Cos'è e come funziona una discarica.

Cos'è e come funziona una discarica. Cos'è e come funziona una discarica. La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane. La

Dettagli

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione

Dettagli

ACQUA, ARIA E TERRENO

ACQUA, ARIA E TERRENO ACQUA, ARIA E TERRENO PREMESSA Gli impianti d irrigazione a goccia svolgono un ruolo fondamentale negli apporti irrigui alle colture. Se utilizzato correttamente permette un sano sviluppo della pianta

Dettagli

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ] Idrogeologia Oltre alle proprietà indici del terreno che servono a classificarlo e che costituiscono le basi per utilizzare con facilità l esperienza raccolta nei vari problemi geotecnici, è necessario

Dettagli

Biogas Leachate Recovery. Progetto Life+ 2009

Biogas Leachate Recovery. Progetto Life+ 2009 S.p.A. www.gaia.at.it Biogas Leachate Recovery Progetto Life+ 2009 PROGETTO BIOLEAR : costruzione, coltivazione, chiusura e recupero ambientale della discarica Progetto BioLeaR: idea, obiettivi e risultati

Dettagli

Pump & Treat Barriere idrauliche

Pump & Treat Barriere idrauliche Università di Roma Tor Vergata Laura magistrale in Ingegneria per l ambiente e il territorio Corso di Bonifica dei Siti Contaminati Pump & Treat Barriere idrauliche Renato Baciocchi A.A. 2012 2013 Definizione

Dettagli

INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca

INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca La ricerca come strumento per lo sviluppo aziendale: sinergia tra università e industria

Dettagli

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS RELAZIONE TECNICA BIO-DESOLF ECOCHIMICA 1 di 14 ECOCHIMICA SYSTEM s.r.l. - 36051 CREAZZO (VI) - Via Zambon 23

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

L H 2 O nelle cellule vegetali e

L H 2 O nelle cellule vegetali e L H 2 O nelle cellule vegetali e il suo trasporto nella pianta H 2 O 0.96 Å H O 105 H 2s 2 2p 4 tendenza all ibridizzazione sp 3 H δ+ O δ- δ+ 1.75 Å H legame idrogeno O δ- H H δ+ δ+ energia del legame

Dettagli

L AERAZIONE IN SITU PER IL RISANAMENTO DELLE VECCHIE DISCARICHE DI RIFIUTI SOLIDI URBANI

L AERAZIONE IN SITU PER IL RISANAMENTO DELLE VECCHIE DISCARICHE DI RIFIUTI SOLIDI URBANI L AERAZIONE IN SITU PER IL RISANAMENTO DELLE VECCHIE DISCARICHE DI RIFIUTI SOLIDI URBANI Raffaello Cossu,, Roberto Raga 1 Andrea Dal Maso, Moreno Zanella 2 1 Dipartimento IMAGE Università di Padova 2 Spinoff

Dettagli

Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto

Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto L'acqua inquinata Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto il suolo (falde acquifere). Va tenuto

Dettagli

Emissioni di composti volatili non metanici dalle discariche dell area vasta di Giugliano: il progetto BioQuAr RISULTATI PRELIMINARI

Emissioni di composti volatili non metanici dalle discariche dell area vasta di Giugliano: il progetto BioQuAr RISULTATI PRELIMINARI Emissioni di composti volatili non metanici dalle discariche dell area vasta di Giugliano: il progetto BioQuAr RISULTATI PRELIMINARI Premessa I composti organici non metanici (COV), pur rappresentando

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

MITTENTE: Soggetto obbligato DESTINATARI: Comune di Provincia di Struttura ARPAT di Azienda USL di

MITTENTE: Soggetto obbligato DESTINATARI: Comune di Provincia di Struttura ARPAT di Azienda USL di MODULO_E Trasmissione dati relativi all intervento di messa in sicurezza operativa (MISO) o all intervento di bonifica o messa in sicurezza permanente (MISP) effettuato. MITTENTE: Soggetto obbligato DESTINATARI:

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II Scuola Politecnica delle Scienze di Base Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL

Dettagli

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE 1 PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE Sono le perdite di carico (o di pressione) che un fluido, in moto attraverso un condotto, subisce a causa delle resistenze

Dettagli

INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN)

INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN) INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN) Premessa: Nel periodo compreso fra la seconda metà di dicembre 2013 e la prima di febbraio 2014, sul

Dettagli

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante Esperimenti sulla crescita delle piante unità didattica 1 La candela accesa Durata 60 minuti Materiali per ciascun gruppo - 1 candela - 1 vaso di vetro - 1 cronometro - 1 cannuccia - fiammiferi - 1 pezzo

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

MACCHINE UTENSILI Impianti di aspirazione localizzata

MACCHINE UTENSILI Impianti di aspirazione localizzata MACCHINE UTENSILI Impianti di aspirazione localizzata 3.6.6.4 (scheda di approfondimento) MACCHINE UTENSILI impianti di aspirazione localizzata Sulle macchine che utilizzano oli minerali interi sono necessari

Dettagli

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati

ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati ATTIVITÀ 2.02 : Opere necessarie e produzione nuovi dati 2.02.4 - Svolgimento di campagne di misura sul campo I dati raccolti all interno del Progetto Eur-eau-pa sono stati organizzati in due differenti

Dettagli

Caratteristiche delle acque naturali

Caratteristiche delle acque naturali Caratteristiche delle acque naturali Acque meteoriche: contengono in soluzione i gas costituenti l atmosfera; non contengono generalmente sostanze solide ed organiche; risorsa quantitativamente marginale

Dettagli

Acqua azzurra, acqua chiara. Istituto Comprensivo della Galilla Scuola Media Dessì - Ballao

Acqua azzurra, acqua chiara. Istituto Comprensivo della Galilla Scuola Media Dessì - Ballao Acqua azzurra, acqua chiara Istituto Comprensivo della Galilla Scuola Media Dessì - Ballao Proprietà fisiche Ecosistemi acquatici Origine della vita Ciclo dell acqua Acqua Scoperte Sensazioni Leggi La

Dettagli

DAF - FLOTTATORI AD ARIA DISCIOLTA

DAF - FLOTTATORI AD ARIA DISCIOLTA ECOMACCHINE S.p.A. Via Vandalino 6 10095 Grugliasco (TO) Tel.: +39.0114028611 Fax: +39.0114028627 Email: ecomacchine@ecomacchine.it Web: www.ecomacchine.it DAF - FLOTTATORI AD ARIA DISCIOLTA I distributori

Dettagli

TUTELA ED UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE IN AMBITO PRODUTTIVO : GESTIONE DI UN REFLUO INDUSTRIALE Verona, 22 Ottobre 2009 Relatore: dott.ssa Bacuzzi Lorena ... CHI SIAMO opera nel settore della depurazione

Dettagli

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 447 Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo

Dettagli

SISTEMI di ABBATTIMENTO. e DEPURAZIONE ARIA

SISTEMI di ABBATTIMENTO. e DEPURAZIONE ARIA SISTEMI di ABBATTIMENTO e DEPURAZIONE ARIA UNA REALTÀ DI TICOMM & PROMACO LA DIVISIONE IMPIANTI Con un esperienza maturata da oltre 15 anni nel settore del trattamento e depurazione aria, la Divisione

Dettagli

Stato di attuazione interventi di riqualificazione

Stato di attuazione interventi di riqualificazione Impianto di Scarpino Stato di attuazione interventi di riqualificazione Genova, 28 aprile 2015 I punti fondamentali Stabilità della discarica Scarpino 1 e Scarpino 2 Bilancio idrico dell area di Scarpino

Dettagli

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali Le opere di difesa Le opere di derivazione delle acque superficiali Le opere di immissione nelle acque superficiali I corsi d acqua ricevono svariati apporti liquidi derivanti dalle attività antropiche,

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:

Dettagli

I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa

I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa La normativa che disciplina la necessità di sottoporre a trattamento le acque reflue di origine meteorica è il D. Lgs. 152/06 (Testo Unico Ambientale)

Dettagli

NON E un PROJECT FINANCING. E un PROJECT FINANCING

NON E un PROJECT FINANCING. E un PROJECT FINANCING NON E un PROJECT FINANCING E un PROJECT FINANCING Se a pag. 20 della Relazione Tecnica Descrittiva relativa alla Discarica SIBERIE, è stato riportato il capitolo: BARRIERA GEOLOGICA nella pag. 21 (vedi

Dettagli

PROCEDURA DI OMOLOGA DI UN NUOVO RIFIUTO PRESSO L IMPIANTO DI DEPURAZIONE CO.R.D.A.R. VALSESIA S.P.A.

PROCEDURA DI OMOLOGA DI UN NUOVO RIFIUTO PRESSO L IMPIANTO DI DEPURAZIONE CO.R.D.A.R. VALSESIA S.P.A. PROCEDURA DI OMOLOGA DI UN NUOVO RIFIUTO PRESSO L IMPIANTO DI DEPURAZIONE CO.R.D.A.R. VALSESIA S.P.A. La procedura di seguito descritta ha lo scopo di definire le modalità e le responsabilità di omologa

Dettagli

Bio-San. Il futuro dei trattamenti per contenitori igienico-sanitari femminili

Bio-San. Il futuro dei trattamenti per contenitori igienico-sanitari femminili Bio-San Il futuro dei trattamenti per contenitori igienico-sanitari femminili Il problema con i trattamenti attuali per i contenitori igienici femminili è che spesso causano problemi maggiori di quelli

Dettagli

LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE

LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE Incontro con il Dipartimento di Medicina Sperimentale 24 aprile 2008 Settore Prevenzione e Protezione L uso in sicurezza delle Un

Dettagli

Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse

Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse Le caratteristiche tecniche richieste per ottenere il conto termico. Antonietta Serra, responsabile sezione Termotecnica presso Istituto Giordano Spa

Dettagli

L INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI DEL TERRENO PER MIGLIORARE LA CONCIMAZIONE

L INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI DEL TERRENO PER MIGLIORARE LA CONCIMAZIONE L INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI DEL TERRENO PER MIGLIORARE LA CONCIMAZIONE Dr.Agr. Paolo Bortolami ARPAV Settore per la Prevenzione e la Comunicazione Ambientale Servizio valutazioni ambientali e degli

Dettagli

L EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI ESTRAZIONE DI OLIO DI OLIVA: DAL TRE FASI AL DUE FASI

L EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI ESTRAZIONE DI OLIO DI OLIVA: DAL TRE FASI AL DUE FASI L EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI ESTRAZIONE DI OLIO DI OLIVA: DAL TRE FASI AL DUE FASI La centralità del sistema estrattivo di tipo continuo risiede nell estrattore ad asse orizzontale, dove la pasta gramolata

Dettagli

6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000

6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000 pag. 217 6. Risultati Di seguito si riportano i risultati relativi alle diverse simulazioni di diffusione atmosferica degli inquinanti effettuate. In particolare sono riportati i risultati sotto forma

Dettagli

2. La fase del processo di stabilizzazione della frazione organica

2. La fase del processo di stabilizzazione della frazione organica 2. La fase del processo di stabilizzazione della frazione organica Foto 6), mediante il quale l attività metabolica di particolari microrganismi, naturalmente presenti in al raggiungimento della cosiddetta

Dettagli

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov...

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov... A.O.O. Provincia di Roma Servizi di Tutela Ambientale Anno Classificazione Fascicolo.. N.. DATA. Modello I-5bis (Provincia Modello_E-bis Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Civitavecchia

Dettagli

Alunno...classe...data...

Alunno...classe...data... ERIICA DI EDUCAZIONE TECNICA UN MONDO NEL SOTTOSUOLO LA RETE DI DISTRIBUZIONE DEL GAS IMPIANTI DOMESTICI MANUTENZIONE E SICUREZZA DELL IMPIANTO A GAS DOMESTICO Esercizio n. 1 - Rispondi alle seguenti domande:

Dettagli

Alto livello igienico

Alto livello igienico La separazione fra aree che necessitano livelli igienici diversi viene definita zoning. Lo studio del zoning diventa molto importante nella prevenzione contro l entrata di potenziali contaminanti in specifiche

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10 STABILIMENTO DI TARANTO Febbraio 2007 Analisi energetica dello Stabilimento Siderurgico ILVA di Taranto Lo stabilimento siderurgico di Taranto consuma, nel suo assetto attuale, c.a. 181.000 Tj/anno in

Dettagli

I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA

I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità Valeria Frittelloni ISPRA Analisi della Commissione europea sulla conformità del DM 27 settembre 2010 inclusione del codice

Dettagli

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA Con le modifiche apportate dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 al

Dettagli

Impianti di Soil Washing

Impianti di Soil Washing Impianti di Soil Washing Bonifica terreni e sedimenti co La tecnica del Soil Washing Come funziona il Soil Washing Il Soil Washing è un processo di lavaggio dei sedimenti e terreni contaminati, generalmente

Dettagli

Campionamento ed analisi di composti volatili in matrici alimentari

Campionamento ed analisi di composti volatili in matrici alimentari Campionamento ed analisi di composti volatili in matrici alimentari Lo studio dei composti volatili di un alimento ha l obiettivo di fornirne la caratterizzazione del profilo aromatico, permettendo in

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

La scuola integra culture. Scheda3c

La scuola integra culture. Scheda3c Scheda3c Gli ELEMENTI DEL CLIMA che caratterizzano le condizioni meteorologiche di una regione sono: la temperatura, la pressione atmosferica, i venti, l umidità e le precipitazioni. La temperatura è data

Dettagli

INDAGINI ED INTERVENTI PER LA BONIFICA DELLE VECCHIE DISCARICHE. Dipartimento IMAGE, Università di Padova

INDAGINI ED INTERVENTI PER LA BONIFICA DELLE VECCHIE DISCARICHE. Dipartimento IMAGE, Università di Padova INDAGINI ED INTERVENTI PER LA BONIFICA DELLE VECCHIE DISCARICHE Dipartimento IMAGE, Università di Padova Indagini conoscitive per la bonifica delle vecchie discariche analisi della situazione ambientale

Dettagli

DISCARICA DI CA LUCIO DI URBINO. Relatore: Ing. UGOLINI DANIELA

DISCARICA DI CA LUCIO DI URBINO. Relatore: Ing. UGOLINI DANIELA DISCARICA E IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI CA LUCIO DI URBINO Relatore: Ing. UGOLINI DANIELA 01/07/2009: CESSIONE RAMO D AZIENDA FILIERA DISCARICA E FILIERA COMPOSTAGGIO A MARCHE MULTISERVIZI S.p.a.: C.M.

Dettagli

Fig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana.

Fig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana. ACTION 2: Banca dati e implementazione del GIS, Definizione delle caratteristiche dei siti potenziali per l applicazione del metodo di RA degli acquiferi con particolare attenzione alla metodologia di

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile Antincendio Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile realizzato secondo gli Standard Regionali in materia di Formazione per la Protezione Civile D.G.R. 4036/2007 - Scuola Superiore di

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO

SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO Il datore di lavoro deve provvedere affinché le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di

Dettagli

Microbiologia delle acque reflue & Depurazione delle acque

Microbiologia delle acque reflue & Depurazione delle acque Microbiologia delle acque reflue & Depurazione delle acque 1 Acque reflue - acque di scolo di origine domestica o industriale che non possono essere smaltite in laghi o torrenti senza una preventiva depurazione

Dettagli

COMBUSTIBLE ECOLOGICO 100% - NOCCIOLINO NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE

COMBUSTIBLE ECOLOGICO 100% - NOCCIOLINO NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE Il NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE è un prodotto naturale, ottenuto solo ed esclusivamente con procedimenti meccanici durante la lavorazione delle olive. Durante la

Dettagli

DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software

DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software Il calcolo di questo parametro dinamico può essere effettuato attraverso le classiche prove sismiche in foro del tipo DOWN-HOLE oppure con metodi innovativi indiretti.

Dettagli

FREEPCB LIFE 03 / ENV / IT/000321. OSCAR DEL BARBA ARPA Lombardia

FREEPCB LIFE 03 / ENV / IT/000321. OSCAR DEL BARBA ARPA Lombardia LIFE 03 / ENV / IT/000321 Eliminazione di PCBs (bifenili policlorurati) dalla catena alimentare con tecniche di Bioremediation applicate a superfici agricole Milano, 12 settembre 2006 OSCAR DEL BARBA ARPA

Dettagli

Gli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione

Gli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione Gli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione Riferimento normativo Per la progettazione degli impianti di scarico si fa riferimento alla normativa europea composta da 5 parti.

Dettagli

Di seguito si allegano alcuni disegni progettuali con le principali quote e alcune visualizzazioni in 3D. 2/13

Di seguito si allegano alcuni disegni progettuali con le principali quote e alcune visualizzazioni in 3D. 2/13 PROGETTO 014 (www.ps76.org) Fase di prototipazione 1/13 Introduzione La seguente relazione ha l obiettivo di fornire una visione generale su quanto è stato finora realizzato sia sotto l aspetto costruttivo

Dettagli

Rischio idrogeologico Uso delle barriere mobili durante le esondazioni.

Rischio idrogeologico Uso delle barriere mobili durante le esondazioni. Rischio idrogeologico Uso delle barriere mobili durante le esondazioni. Premessa Purtroppo, durante gli eventi calamitosi che si verificano durante le emergenze idrogeologiche, succede spesso che le barriere

Dettagli

LEGGE DI STEVINO. La pressione non dipende dalla superficie della base del recipiente

LEGGE DI STEVINO. La pressione non dipende dalla superficie della base del recipiente LA PRESSIONE NEI LIQUIDI DOVUTA ALLA FORZA PESO In condizioni di equilibrio la superficie libera di un liquido pesante deve essere piana ed orizzontale. Liquido di densitàρ Ogni strato orizzontale di liquido

Dettagli

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. La riclassificazione economica dello SP: La gestione dell impresa viene idealmente scomposta in aree omogenee di attività Le attività e le passività, i

Dettagli

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO. Normativa di riferimento: La gestione delle terre e rocce da scavo può avvenire:

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO. Normativa di riferimento: La gestione delle terre e rocce da scavo può avvenire: ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO Normativa di riferimento: art. 186 del D.Lgs. 152/06 D.G.R.V. N. 2424 del 08/08/2008 art. 20, comma 10-sexies del D.L. 29/11/2008 n. 185 La gestione

Dettagli

ebook Linee guida sul locale batterie Seguici su:

ebook Linee guida sul locale batterie Seguici su: ebook Linee guida sul Seguici su: Introduzione Le batterie di accumulatori stazionari sono la sorgente di energia di riserva più adeguata per l applicazione nei sistemi statici di continuità e possono

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

COME SI RISOLVE IL PROBLEMA DELL UMIDITA DI RISALITA DAL TERRENO

COME SI RISOLVE IL PROBLEMA DELL UMIDITA DI RISALITA DAL TERRENO COME SI RISOLVE IL PROBLEMA DELL UMIDITA DI RISALITA DAL TERRENO Un problema, di qualsiasi natura esso sia, per poter essere risolto in modo definitivo deve essere affrontato alla sua base. Ovvero una

Dettagli

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE 1. PREMESSA La presente verifica idraulica fa riferimento alla precedente verifica allegata al progetto preliminare approvato con Deliberazione del Giunta Municipale n. 113 del 19.09.2011, con la quale

Dettagli

Essiccatori ad adsorbimento rigenerati a caldo

Essiccatori ad adsorbimento rigenerati a caldo Essiccatori ad adsorbimento rigenerati a caldo Soluzioni di sistemi innovativi Perché l aria compressa pulita e asciutta è importante In quasi tutti i settori dell industria l aria compressa è uno strumento

Dettagli

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante IDRAULICA LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante 2 LEGGE DI STEVIN Z = ALTEZZA GEODETICA ENERGIA POTENZIALE PER UNITA DI PESO p /

Dettagli

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione

Dettagli

Proprieta meccaniche dei fluidi

Proprieta meccaniche dei fluidi Proprieta meccaniche dei fluidi 1. Definizione di fluido: liquido o gas 2. La pressione in un fluido 3. Equilibrio nei fluidi: legge di Stevino 4. Il Principio di Pascal 5. Il barometro di Torricelli 6.

Dettagli

Bonifica in situ. matrice suolo.

Bonifica in situ. matrice suolo. Bonifica in situ Decontaminazione da VOC clorurati: la case history del porto di Rotterdam n di GiuseppeProsperieJaapdeRijk, MWH S.p.A. Per la bonifica dell area del porto di Rotterdam, contaminata principalmente

Dettagli

Produzione del caldo e del freddo: energia dal sole e dalla terra

Produzione del caldo e del freddo: energia dal sole e dalla terra Produzione del caldo e del freddo: energia dal sole e dalla terra Impianto fotovoltaico L impianto fotovoltaico, posto sulla copertura dell edificio, permette di trasformare l energia solare in energia

Dettagli

1. PREMESSE. 1.53.11.1_Piano_gestione_fase_avviamento_E.doc 1

1. PREMESSE. 1.53.11.1_Piano_gestione_fase_avviamento_E.doc 1 1. PREMESSE Il presente documento costituisce il piano con le modalità operative da seguire per la gestione della fase di avvio e collaudo delle nuove opere di progetto per evitare disservizi nel funzionamento

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento...

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... 4 GLI INDICI DI LIQUIDITA L analisi procede con la costruzione

Dettagli

Tubi di Drenaggio. con flangiatura elicoidale continua sull intera lunghezza.

Tubi di Drenaggio. con flangiatura elicoidale continua sull intera lunghezza. Tubi di Drenaggio DRENAGGIO dei TERRENI L adozione dei tubi Spirodrain è la miglior soluzione per risolvere qualsiasi problema di drenaggio dei terreni e di raccolta delle acque sotterranee. I tubi Spirodrain

Dettagli

Soluzioni per il risparmio idrico per i WC

Soluzioni per il risparmio idrico per i WC Soluzioni per il risparmio idrico per i WC Per un utenza standard di tipo residenziale che utilizza cassette di risciacquo di tipo convenzionale (da 9 a 12 litri per risciacquo), il 30% dei consumi di

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione Abbiamo visto che i composti organici e le loro reazioni possono essere suddivisi in categorie omogenee. Per ottenere la massima razionalizzazione

Dettagli

Lavori intelligenti per il risparmio energetico

Lavori intelligenti per il risparmio energetico Città di San Donà di Piave Assessorato all Ambiente SPORTELLO ENERGIA Lavori intelligenti per il risparmio energetico SOLARE TERMICO Un impianto a collettori solari (anche detto a pannelli solari termici

Dettagli

3.4 Fase 4: Monitoraggio del sistema

3.4 Fase 4: Monitoraggio del sistema 3.4 Fase 4: Monitoraggio del sistema Durante l esecuzione della prova sono stati monitorati, con frequenza di 48 ore effettuato dal Dott. Fabio Brogna, dal Dott. Enrico Guastaldi, dal Dott. Giovanni Liali,

Dettagli

PROCESSI DI STAMPA Aspetti legati alla salute dei lavoratori

PROCESSI DI STAMPA Aspetti legati alla salute dei lavoratori PROCESSI DI STAMPA Aspetti legati alla salute dei lavoratori Marco Fontana - Roberto Riggio Struttura Semplice 20.02 Igiene industriale Utilizzo di agenti chimici nelle lavorazioni di stampa metalli pesanti

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

ADDITIVO SPECIFICO PER LA PROTEZIONE E LA PULIZIA DEL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE GPL

ADDITIVO SPECIFICO PER LA PROTEZIONE E LA PULIZIA DEL SISTEMA DI ALIMENTAZIONE GPL DESCRIZIONE La sensibilizzazione sulle problematiche ambientali, gli incentivi di carattere economico ed una dimostrata riduzione dei costi di esercizio spingono sempre di più gli automobilisti ad installare

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli