V^ CONFERENZA REGIONALE DEL VOLONTARIATO

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1 V^ CONFERENZA REGIONALE DEL VOLONTARIATO DELL EMILIA ROMAGNA (Bologna - 5 febbraio 2005) I rappresentanti delle 2357 organizzazioni di volontariato, iscritte nel registro regionale e nei registri provinciali, sono stati invitati a partecipare alla V^ Conferenza regionale volontariato, su un documento redatto dalla Regione e approvato dalla Conferenza regionale del Terzo settore. Il volontariato dell Emilia Romagna, che avrebbe dovuto essere il protagonista principale di questa Conferenza, non ha potuto scegliere i temi su cui discutere e confrontarsi e non ha potuto nemmeno esprimere un parere preventivo sul documento base proposto alla discussione. Eppure, la legge regionale 37/96, ancora in vigore, al 1 comma del 1 articolo (nel quale si riprende il testo della legge quadro nazionale 266/91) fissa in modo netto le seguenti finalità: La Regione E.R. riconosce il valore sociale e la funzione dell attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne sostiene lo sviluppo salvaguardandonel autonomia e ne favorisce l apporto originale per il conseguimento delle finalità di caratteresociale, civile e culturale individuate dalle leggi dello Stato e dallo Statuto regionale. Noi pensiamo che escludere la partecipazione diretta del volontariato alla preparazione della Conferenza, privandolo della possibilità di scegliere i temi da sottoporre alla valutazione e di avanzare autonome proposte alla discussione, non sia il miglior modo possibile per sostenerlo, per salvaguardarne l autonomia e per favorirne l apporto originale al conseguimento delle sue finalità. Va sottolineato, inoltre, che l articolo 18, della legge ancora in vigore, affida al Comitato paritetico regionale volontariato-istituzioni pubbliche (composto dai rappresentanti del volontariato e degli enti locali) il compito di individuare e proporre le problematiche di rilievo da sottoporre all attenzione della conferenza regionale e alla discussione a livello provinciale. Questo Comitato, composto da rappresentanti democraticamente eletti in ogni conferenza provinciale, non solo non è stato coinvolto nella preparazione della conferenza regionale, ma ne è già stata decretata la cancellazione visto che, nel progetto di legge che dovrebbe essere approvato in tempi brevi, è del tutto scomparso, mentre il livello di partecipazione, tra volontariato e regione, è tutto concentrato nel rapporto tra Regione e Terzo settore. Inoltre, mentre si modifica la legge regionale, cancellando un organismo verso il quale il giudizio del volontariato poteva essere positivo, contemporaneamente si conferma tutta la parte della legge sulla composizione e sui poteri attribuiti al Comitato regionale gestione fondi, benché nel volontariato, da più parti, e da diversi anni, siano state espresse critiche e formulate proposte di modifica. Già tre anni or sono, nella Conferenza regionale di Forlì, e anche nel corso degli anni precedenti, erano state avanzate perplessità e riserve su un Comitato composto da 15 membri, di cui soltanto 4 in rappresentanza del volontariato. E riserve e critiche riguardavano anche l obbligo per i Centri di servizio di rispondere al Comitato, non soltanto sul buon uso del denaro proveniente dal fondo regionale (che può essere richiesta del tutto comprensibile e giustificata), ma soprattutto per l obbligo di dover rispondere, a questo stesso Comitato, nel merito dell attività svolta a favore e al servizio del volontariato e della loro reale rappresentanza nei confronti del volontariato locale.

2 Per queste motivazioni, si chiede: a) che in futuro le conferenze provinciali e regionali siano promosse e organizzate con la piena, fattiva e consapevole partecipazione delle rappresentanze del volontariato; b) che sia mantenuto in vita, e sostenuto nel suo funzionamento, il Comitato paritetico regionale volontariato-istituzioni pubbliche e sia sollecitata e favorita la costituzione dei Comitati paritetici provinciali; c) che venga modificata la composizione del Comitato gestione fondi, sulla base dei nuovi poteri chela devoluzione ha affidato alle regioni, garantendo la presenza di un rappresentante del volontariato, per ogni provincia, da eleggere nel corso delle conferenze provinciali; d) che i Centri di servizio per il volontariato presentino al Comitato di gestione la relazione tecnico contabile per il necessario controllo sulla correttezza dei conti presentati; e) che i Centri di servizio presentino la relazione sull attività svolta ad una assemblea di tutte le organizzazioni di volontariato presenti sul territorio provinciale, al comitato paritetico provinciale e a quello regionale; f) che sia attribuito al Comitato paritetico provinciale, in accordo con gli organismi di rappresentanza del volontariato a livello provinciale, il compito di istituire ed anche quello di rinnovare i Centri di servizio per il volontariato. ***********

3 Ferrara 8/2/2005 Al Presidente del Consiglio Regionale Al Presidente della Giunta Regionale Al Presidente della Commissione Consiliare Ai Presidenti delle Province dell E.R. Ai Coordinamenti Provinciali del Volontariato Si trasmette copia dell ordine del giorno che il sottoscritto ha presentato nel corso della V^ Conferenza regionale del volontariato che si è tenuta a Bologna sabato 5 febbraio. Questo ordine del giorno è stato firmato da oltre 40 rappresentanti di altre organizzazioni di volontariato, di diverse province, presenti alla Conferenza. L ordine del giorno è stato posto in votazione, a conclusione della Conferenza, ed è stato approvato dalla maggioranza relativa dei rappresentanti delle organizzazioni presenti. Si chiede che il Consiglio regionale, in sede di valutazione finale del progetto di legge attualmente in discussione, tenga conto delle indicazioni e delle proposte che sono state condivise da una parte considerevole del volontariato regionale. V^ CONFERENZA REGIONALE DEL VOLONTARIATO DELL EMILIA ROMAGNA (Bologna - 5 febbraio 2005) I rappresentanti delle 2357 organizzazioni di volontariato, iscritte nel registro regionale e nei registri provinciali, sono stati invitati a partecipare alla V^ Conferenza regionale volontariato, su un documento redatto dalla Regione e approvato dalla Conferenza regionale del Terzo settore. Il volontariato dell Emilia Romagna, che avrebbe dovuto essere il protagonista principale di questa Conferenza, non ha potuto scegliere i temi su cui discutere e confrontarsi e non ha potuto nemmeno esprimere un parere preventivo sul documento base proposto alla discussione. Eppure, la legge regionale 37/96, ancora in vigore, al 1 comma del 1 articolo (nel quale si riprende il testo della legge quadro nazionale 266/91) fissa in modo netto le seguenti finalità: La Regione E.R. riconosce il valore sociale e la funzione dell attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne sostiene lo sviluppo salvaguardandone l autonomia e ne favorisce l apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuate dalle leggi dello Stato e dallo Statuto regionale. Noi pensiamo che escludere la partecipazione diretta del volontariato alla preparazione della Conferenza, privandolo della possibilità di scegliere i temi da sottoporre alla valutazione e di avanzare autonome proposte alla discussione, non sia il miglior modo possibile per sostenerlo, per salvaguardarne l autonomia e per favorirne l apporto originale al conseguimento delle sue finalità.

4 Va sottolineato, inoltre, che l articolo 18, della legge ancora in vigore, affida al Comitato paritetico regionale volontariato-istituzioni pubbliche (composto dai rappresentanti del volontariato e degli enti locali) il compito di individuare e proporre le problematiche di rilievo da sottoporre all attenzione della conferenza regionale e alla discussione a livello provinciale. Questo Comitato, composto da rappresentanti democraticamente eletti in ogni conferenza provinciale, non solo non è stato coinvolto nella preparazione della conferenza regionale, ma ne è già stata decretata la cancellazione visto che, nel progetto di legge che dovrebbe essere approvato in tempi brevi, è del tutto scomparso, mentre il livello di partecipazione, tra volontariato e regione, è tutto concentrato nel rapporto tra Regione e Terzo settore. Inoltre, mentre si modifica la legge regionale, cancellando un organismo verso il quale il giudizio del volontariato poteva essere positivo, contemporaneamente si conferma tutta la parte della legge sulla composizione e sui poteri attribuiti al Comitato regionale gestione fondi, benché nel volontariato, da più parti, e da diversi anni, siano state espresse critiche e formulate proposte di modifica. Già tre anni or sono, nella Conferenza regionale di Forlì, e anche nel corso degli anni precedenti, erano state avanzate perplessità e riserve su un Comitato composto da 15 membri, di cui soltanto 4 in rappresentanza del volontariato. E riserve e critiche riguardavano anche l obbligo per i Centri di servizio di rispondere al Comitato, non soltanto sul buon uso del denaro proveniente dal fondo regionale (che può essere richiesta del tutto comprensibile e giustificata), ma soprattutto per l obbligo di dover rispondere, a questo stesso Comitato, nel merito dell attività svolta a favore e al servizio del volontariato e della loro reale rappresentanza nei confronti del volontariato locale. Per queste motivazioni, si chiede: a) che in futuro le conferenze provinciali e regionali siano promosse e organizzate con la piena, fattiva e consapevole partecipazione delle rappresentanze del volontariato; b) che sia mantenuto in vita, e sostenuto nel suo funzionamento, il Comitato paritetico regionale volontariato-istituzioni pubbliche e sia sollecitata e favorita la costituzione dei Comitati paritetici provinciali; c) che venga modificata la composizione del Comitato gestione fondi, sulla base dei nuovi poteri chela devoluzione ha affidato alle regioni, garantendo la presenza di un rappresentante del volontariato, per ogni provincia, da eleggere nel corso delle conferenze provinciali; d) che i Centri di servizio per il volontariato presentino al Comitato di gestione la relazione tecnico contabile per il necessario controllo sulla correttezza dei conti presentati; e) che i Centri di servizio presentino la relazione sull attività svolta ad una assemblea di tutte le organizzazioni di volontariato presenti sul territorio provinciale, al comitato paritetico provinciale e a quello regionale; f) che sia attribuito al Comitato paritetico provinciale, in accordo con gli organismi di rappresentanza del volontariato a livello provinciale, il compito di istituire ed anche quello di rinnovare i Centri di servizio per il volontariato. *********** Giancarlo Crociani Centro per la tutela dei diritti dei malati. Ferrara

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