Riunione PLENARIA della RETE Nazionale delle Autorità Ambientali e delle Autorità di Gestione
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- Stefania Roberto
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1 Riunione PLENARIA della RETE Nazionale delle Autorità Ambientali e delle Autorità di Gestione Roma martedì 25 novembre 2014 Auditorium Ministero dell Ambiente Roma - Via C. Colombo, 44 Gabriela Scanu
2 Il Contratto di Fiume (CdF) strumento innovativo per la gestione del territorio volontario e basato su processi partecipativi dal basso prevede un ampia mobilitazione degli attori locali di un territorio al fine di individuare un piano d azione condiviso finalizzato ad affrontare le problematiche ambientali di un bacino fluviale, secondo una logica integrata multidisciplinare Consente: una più esaustiva conoscenza dei problemi e delle caratteristiche locali sostegno e responsabilità alle azioni da mettere in campo maggiore consapevolezza della necessità del rispetto dell ambiente e delle regole e degli equilibri della natura che ci circonda Processi decisionali più trasparenti Riduzione conflitti, ottimizzazione messa in atto azioni
3 Il CdF Può essere uno dei vari strumenti da mettere in campo : per reagire al diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà di un territorio reso sempre più drammaticamente vulnerabile dall eccessiva antropizzazione e dalla carenza di manutenzione per la tutela degli ecosistemi acquatici e degli habitat, per il raggiungimento del buono stato di qualità dei corpi idrici presa di coscienza dei risultati limitati che si ottengono se le scelte sono scisse dalla condivisione delle /con le comunità locali necessità di nuove forme di governo del territorio
4 I CdF rappresentano l evoluzione di un quadro normativo nazionale ed europeo consolidatosi attraverso alcune importanti direttive comunitarie Direttiva 2000/60/CE quadro acque* Direttiva 2001/42/Ce sulla Valutazione Ambientale Strategica Direttiva 2003/4/CE sull accesso al pubblico all informazione ambientale Direttiva 2007/60/CE alluvioni*.. *Gli stati membri promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all attuazione della direttiva in particolare all elaborazione, al riesame e all aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici/rischio alluvioni
5 Il Tavolo nazionale dei CdF nasce nel 2007 come gruppo di lavoro del Coordinamento A21 Locali Italiane con l'obiettivo di creare una comunità in grado di scambiare esperienze e promuovere i Contratti di Fiume in Italia. Al tavolo collaborano : Regioni, Province, gruppi di Comuni, associazioni o singole comunità rappresentanti del mondo imprenditoriale che intendono avviare o hanno già avviato strategie per salvaguardare fiumi, laghi e coste marine in modo partecipato e cooperativo Sito web Tavolo Nazionale Contratti di Fiume
6 Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume Il tavolo è stato avviato nel 2007 Milano 2010: 5 Tavolo Nazionale presentata la Carta Nazionale del Contratti di Fiume, Torino 2011, Bologna 2012, Firenze 2013, IX Tavolo Venezia 2014 (riconoscimento nel collegato ambientale) X Tavolo a Milano/Expo 2015
7 Riconoscimento dei CdF IX Tavolo Nazionale Tra le Regioni italiane, 9 hanno adottato la Carta Nazionale dei Contratti di Fiume (Milano, 2010) altre 5 sono in fase di adesione, nelle altre avvio di processi o di politiche di sostegno al loro sviluppo Lombardia CdF Realizzati Piemonte Toscana CdF Attivatii Lazio Friuli Venezia Giulia Veneto Emilia Romagna Umbria Marche Abruzzo Campania Basilicata CdF Annunciatii Calabria Sicilia
8 Richiesta del tavolo nazionale dei CdF di una regia nazionale 2013/2014 al fine di garantire una regia allo sviluppo di tali strumenti nel panorama nazionale, concorrendo così anche alla loro qualità, sarebbe estremamente utile istituire un gruppo di lavoro coordinato con il Ministero dell Ambiente Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume - che raccolga in modo rappresentativo i diversi soggetti - istituzionali e non che sono normalmente coinvolti nei processi di Contratto (istituzioni, associazioni locali, organismi tecnici e di formazione, esperti, etc.)
9 Riconoscimento nazionale dei CdF Roma - 28 febbraio 2014 Riunione Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare e delegazione ristretta del tavolo nazionale dei CdF Condivisione emendamento Parte III del DLgs 152/06 I contratti di fiume concorrono alla definizione e all attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto-bacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.
10 Un Patto che pone al centro la tutela di un bene collettivo
11 Gruppo di lavoro 1 Riconoscimento e requisiti di qualità dei CdF Coordinamento: MATTM ISPRA Gruppo ristretto di coordinamento: soggetti presenti alla riunione del 28 febbraio 2014 c/o MATTM Ministero dell Ambiente ISPRA Coordinamento tavolo nazionale dei CdF Coordinamento A21 Regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Abruzzo, Autorità di bacino di rilievo nazionale ( Po, Tevere, Liri Garigliano Volturno, Adige Alto Adriatico) Associazioni di categoria ambientaliste e di cittadini ( ANBI, Cirf, Legambiente, WWF, Ambiente è Vita"Abruzzo Onlus) Provincia di Teramo, Università di Urbino Commissione Difesa del Suolo ed Urbanistica del Consiglio dell'ordine degli Avvocati di Cosenza, Consorzio Punto Europa (COPE), rappresentanti del mondo imprenditoriale (ECOINGEGNO)
12 Gruppo 2 : Sviluppo dei CdF nella programmazione dei fondi Investimenti e fondi strutturali nei territori fluviali Strumento di finanziamento disponibile alle regioni per proporre politiche integrate. Sviluppi occupazionali e professionali legati a Contratti di Fiume
13 Gruppo 3: Strategie di attuazione dei CdF Acqua Aria Natura Suolo Le azioni messe in campo da un CdF non agiscono solo alla macro-scala ma consentono di definire anche impegni di dettaglio ad esempio per la manutenzione e gestione ordinaria, per creare accordi sull uso dei terreni, per la sicurezza idraulica, per facilitare la fruizione
14 Gruppo 4: Diffusione, Comunicazione e informazione Informazione e comunicazione come strumenti per arrivare alle persone e creare collaborazioni, internazionalizzazione, coinvolgimento dei territori e delle Università.
15 DEFINIZIONI E REQUISITI QUALITATIVI DI BASE dei CdF Definizione Contratti di Fiume (CdF): strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico contribuendo allo sviluppo locale. I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. I CdF concorrono alla definizione e all attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto-bacino idrografico. Rientrano in questa definizione anche i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda, qualora gli strumenti sopra descritti vengano utilizzati ponendo l attenzione a categorie di corpo idrico diverse dal fiume.
16 Requisiti di base dei CdF I CdF Strumenti operativi che producono risultati concreti e monitorabili nel breve/medio periodo, finalizzati a risolvere e affrontare le problematiche ambientali e territoriali di una specifica area integrando e coordinando i piani e i programmi già esistenti e gli interessi di quel territorio e non, piuttosto, come un ulteriore livello di programmazione o pianificazione. Si è ritenuto fondamentale tener conto di criteri che favoriscano: L avvio di processi partecipativi dal basso, in particolare per una esaustiva identificazione dei problemi e per la definizione delle azioni, fondamentali per conseguire risultati concreti e duraturi La coerenza dei CdF al contesto territoriale, sociale e amministrativo in cui si inseriscono ed agli obiettivi di norme, programmi, piani o altri strumenti vigenti su quel territorio.
17 Requisiti di base dei CdF primi risultati attività GdL1 del tavolo nazionale coordinato dal MATTM 1. Requisiti di finalità e coerenza 2. Requisiti di impostazione Finalizzati a chiarire le relazioni tra CdF e normative ambientali, con particolare riferimento alla direttiva quadro sulle acque (Direttiva 2000/60/CE), i relativi obiettivi, le direttive figlie e con i Piani e programmi esistenti sul territorio Riguardano le fasi ritenute essenziali per l articolazione di un CdF
18 1 - Requisiti di finalità e coerenza 1.a) I contratti di fiume contribuiscono al perseguimento degli obiettivi delle normative in materia ambientale, con particolare riferimento alla direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque), che prevede il raggiungimento del buono stato di qualità dei corpi idrici, alle relative direttive figlie e alla direttiva 2007/60/CE (direttiva alluvioni), in quanto utile strumento per la prevenzione e riduzione dell inquinamento, l utilizzo sostenibile dell acqua, la protezione dell ambiente e degli ecosistemi acquatici; la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità nonché per il coordinamento e la coerenza delle azioni e interventi previsti per le suddette direttive. 2.a) I contratti di fiume sono coerenti con le previsioni di piani e programmi già esistenti nel bacino idrografico di riferimento/sub-bacino e per il territorio oggetto del CdF e comunque, qualora necessario, possono anche contribuire a riorientare e migliorare i contenuti degli strumenti di pianificazione locale e sovraordinata, sempre in conformità con gli obiettivi della normativa ambientale di cui al punto precedente.
19 2 - Requisiti di impostazione (1) 2.a) condivisione di un Documento d intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi di massima, stabiliti anche per il perseguimento degli obblighi cui all articolo 4 della direttiva 2000/60/CE e delle direttive figlie, le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro condivisa tra gli attori che prendono parte al processo. La sottoscrizione, di tale documento, da parte dei soggetti interessati dà avvio all attivazione del CdF 2.b) messa a punto di una appropriata Analisi conoscitiva preliminare integrata per gli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF come ad es.: la produzione di una monografia d area o Dossier di caratterizzazione ambientale, territoriale e socio-economica (messa a sistema delle conoscenze), la raccolta dei Piani e Programmi (quadro programmatico) e l analisi preliminare sui portatori di interesse e reti esistenti tra gli stessi. 2.c) definizione di uno Scenario strategico che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio di interesse, riferito ad un orizzonte temporale di medio lungo termine
20 2 - Requisiti di impostazione (2) 2.d) definizione di un Programma d Azione (PA) con un orizzonte temporale ben definito e limitato (preferibilmente di massimo tre anni), alla scadenza del quale, sulla base delle risultanze del monitoraggio di cui al successivo punto 2.g), sarà eventualmente possibile aggiornare il contratto o approvare un nuovo PA Il PA indica agli obiettivi per ogni azione e gli attori interessati i rispettivi obblighi e impegni i tempi e le modalità attuative le risorse umane ed economiche necessarie, nonché la relativa copertura finanziaria una descrizione sintetica del contributo delle singole azioni al perseguimento delle finalità di cui alle direttive 2000/60/CE, 2007/60/CE e 42/93/CEE
21 2 - Requisiti di impostazione (3) 2.e) messa in atto di processi partecipativi aperti e inclusivi che consentano una reale condivisione d intenti, impegni e responsabilità tra i soggetti aderenti al CdF 2.f) sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizza le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisce gli impegni specifici dei contraenti 2.g) attivazione di un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti 2.h) Informazione al pubblico. I dati e le informazioni sui contratti di fiume devono essere resi accessibili al pubblico, come richiesto dalle direttive 4/2003/CE sull'accesso del pubblico all'informazione e 35/2003/CE sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali su piani e programmi ambientali attraverso una pluralità di strumenti divulgativi utilizzando al meglio il canale a Web
22 Attività future GdL1 Definizione di una checklist ad hoc per la verifica della rispondenza dei CdF ai requisiti di base Identificazione di un ristretto numero di indicatori sintetici in grado di testare l efficacia dei CdF rispetto al raggiungimento degli obiettivi specifici e strategici, previsti nel CdF stesso, nonché di valutare l effettiva capacità del CdF d incidere positivamente sugli obiettivi di area vasta di seguito un esempio delle tipologie di indicatori utili per un adeguato monitoraggio dei CdF, sulle quali si intende orientare i lavori: di processo di risultato d impatto di spesa di rispetto degli impegni presi dagli attori di coinvolgimento degli attori nell attuazione delle azioni/misure del PDA ecc.
23 Previsione di un Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume (ONCF) presso il Ministero dell Ambiente/ISPRA e collegato all attività del Tavolo Nazionale dei CdF allo scopo di fornire un quadro aggiornato sull effettivo utilizzo e funzione su scala nazionale dei CdF e di valutarne qualità e risultati. riceve dati e informazioni dai soggetti responsabili dei CdF Accessibile al pubblico In corso di valutazione organizzazione costi finanziamento.
24 Riflessioni finali le leggi di settore non sono sufficienti alla realizzazione di una efficace azione di tutela dei corsi d acqua come indicato anche nel Piano della salvaguardia delle risorse idriche europee, (COMM UE 14 novembre 2012) occorre integrazione tra la politica di gestione delle acque e le altre politiche (agricola, politica energetica, ecc). e necessario cambiare modello di sviluppo e di pianificazione del territorio attraverso politiche integrate maggiore coinvolgimento dei cittadini e delle forze produttive presenti nei territori favorendo processi dal basso per migliorare la conoscenza delle criticità e la scelta delle soluzioni migliori, ma anche per aumentare la consapevolezza del valore del bene acqua In questo contesto i CdF possono portare il loro contributo
25 Gabriela Scanu
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