La mamma, per tirare avanti, si era messa a fare la sarta e i soldi che guadagnava lavorando

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1 La storia di Celestino Tanto tempo fa, in un piccolissimo paese di montagna, viveva un bimbo di nome Celestino. Insieme alla sua mamma abitava in una vecchia casetta proprio nel centro del paesello. Non c'era lavoro per tutti e quindi, qualche mese prima, il suo papà era andato a lavorare in America, ma poi nessuno aveva saputo più niente di lui, chissà che fine aveva fatto! La mamma, per tirare avanti, si era messa a fare la sarta e i soldi che guadagnava lavorando

2 anche la notte, erano appena sufficienti per mangiare. Gli abitanti erano talmente pochi che si conoscevano tutti e quel giorno si erano riuniti proprio per festeggiare il compleanno dell'unico bimbo che viveva in quel paesello. Celestino aveva tre anni. Era una fredda giornata d'inverno, tirava vento e pioveva forte già da qualche giorno. Avevano appena spento le candeline quando un forte boato fece tremare le case. Dalla montagna si era staccata una grande frana che sempre più velocemente si diresse verso quelle poche case. Dopo un solo minuto, di quel paesino non esisteva più niente! Neanche una casa era stata risparmiata.

3 I soccorsi arrivarono in fretta, lavorarono due giorni e due notti per cercare di trovare eventuali superstiti e, quando ormai tutti pensavano che non si fosse salvato nessuno, sentirono un pianto di un bambino provenire da sotto un grosso cumulo di macerie. Scavarono anche con le mani e dopo pochi minuti, sotto una grossa trave di legno che li aveva salvati, videro due corpi. Una donna e un bimbo abbracciati. Celestino e la sua mamma vennero subito estratti e portati all'ospedale della vicina città. Il bimbo, protetto dal corpo della mamma, non si era fatto niente, mentre lei, gravemente ferita, non dava segni di vita. Era come se dormisse e nessuno riusciva a svegliarla.

4 Celestino, che non aveva parenti, fu portato in un vicino convento di suore in attesa che la mamma guarisse. I giorni passarono veloci ma la mamma di Celestino non usciva dal coma, non si svegliava e quindi, dopo qualche mese, essendo ormai sicuri che la mamma non si sarebbe mai più ripresa, le autorità decisero che il bimbo sarebbe dovuto andare in un orfanotrofio. Aveva tre anni e mezzo quando fu portato in una città lontana. Vide un grande fabbricato bianco con intorno un bel giardino alberato dove tanti bambini correvano e giocavano. Sembravano felici. Fu consegnato ad altre suore che lo portarono subito sotto quei grandi alberi.

5 Tutti i bambini vennero chiamati e Celestino conobbe così i suoi nuovi amici. Passarono i mesi e gli anni e Celestino, tutte le notti, sognava il volto sorridente della sua mamma e le carezze che lei gli faceva sempre prima di farlo addormentare. Gli avevano detto che i suoi genitori erano morti ma che, con un po' di fortuna, avrebbe trovato altri genitori bravi e buoni come i suoi, che lo avrebbero preso con loro in una nuova casa. Aveva appena finito la terza elementare quando venne chiamato dalla Direttrice dell'orfanotrofio. Si ritrovò in una grande stanza dove, accanto ad una scrivania, vide un uomo ed una donna che lo guardavano sorridendo. Non sembravano cattivi.

6 Nei giorni seguenti si incontrarono parecchie volte fino a quando la Direttrice gli comunicò che quei due signori erano senza figli e avevano deciso di adottarlo. Celestino, che non si era mai trovato bene nell'orfanotrofio, pensò che quella era forse l'occasione buona per uscire per sempre da quel posto, e quindi accettò. Furono sufficienti pochi mesi per rendersi conto che la nuova famiglia non era quello che sperava. Non erano buoni come sembravano, litigavano sempre e poi nessuno gli faceva quelle carezze delle quali aveva tanto bisogno. Celestino voleva scappare via ma non sapeva come fare né dove andare. Sicuramente lo

7 avrebbero ritrovato e poi lo avrebbero riportato nell'orfanotrofio o, peggio ancora, in quella nuova casa che non amava. Era sempre più triste finchè un giorno... Mancavano pochi giorni al Natale e sulla tavola della cucina Celestino vide un giornale aperto. Guardò la prima pagina e restò senza fiato. C'era la foto della sua mamma che sorrideva! A Celestino furono necessari parecchi minuti per leggere tutto l'articolo scritto su quel giornale. Venne a sapere che suo papà era ritornato dall'america dove, per un errore dei giudici, era stato rinchiuso in carcere per cinque anni senza alcuna possibilità di comunicare con l'esterno. Il suo papà, prima di tornare in Italia, aveva

8 comprato un biglietto della lotteria e, con quella fortuna che gli era sempre mancata, questa volta aveva vinto un sacco di soldi. Arrivato nel suo paese aveva saputo della tragedia avvenuta anni prima. Tutti i giorni andava in ospedale a trovare sua moglie, gli teneva le mani e gli parlava con tanto amore fino a quando, come per miracolo, la mamma di Celestino aveva riaperto gli occhi ed era tornata a vivere. Adesso abitavano in una bella casetta in una città che Celestino sapeva non essere distante da dove viveva lui. Lesse anche che loro avrebbero tanto voluto riprendere il figlio dato in adozione ma la legge non lo permetteva. Ormai Celestino era stato adottato regolarmente.

9 Di questa storia non poteva dire niente a nessuno perchè sarebbe stato inutile. Pianse tutta la notte e poi, improvvisamente, gli venne un idea. Prese un foglio di carta e scrisse a Babbo Natale. Gli raccontò la sua storia e gli chiese di aiutarlo a raggiungere i suoi genitori. Adesso si sentiva più tranquillo perchè era sicuro che Babbo Natale avrebbe trovato una soluzione. Tutto accadde la notte della vigilia di Natale, la più magica dell'anno e la mattina dopo, quando Celestino aprì gli occhi, si accorse che gli erano spuntate due belle ali. Non perse neanche un minuto. Si vestì, aprì la finestra e volò via...! Sapeva che la città dove

10 adesso abitavano i suoi genitori era dietro quella montagna che vedeva lontano all'orizzonte e, dopo aver letto il giornale, ricordava benissimo anche quel nome così importante: Via della Felicità numero 28. Celestino volò tutta la mattina e buona parte del pomeriggio fino a quando, arrivato sopra la città che cercava, cominciò a leggere tutti i nomi delle strade. Volava da una strada all'altra come un matto, ci volle molto tempo e molta pazienza ma, dopo tanto cercare, lesse quel nome ed in un attimo atterrò davanti al numero 28. Appena fu con i piedi in terra sentì un formicolio sulla schiena, si girò e si accorse che le ali erano sparite, adesso non servivano più.

11 Con la mano che gli tremava suonò il campanello e, dopo pochi secondi, la porta si aprì. La sua mamma ci mise un solo attimo a riconoscerlo ed urlò dalla gioia. Arrivò anche il suo papà e, piangendo tutti dall'emozione, si abbracciarono forte forte. Quella famiglia così riunita passò un meraviglioso Natale e ancor maggiore fu la felicità quando, dopo pochi giorni, le autorità comunicarono che Celestino sarebbe potuto restare per tutta la sua vita con i suoi veri genitori. Fine