Informatore scientifico del farmaco giusta causa di licenziamento e diritto di difesa

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Gregorio Ferraro
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1 Informatore scientifico del farmaco giusta causa di licenziamento e diritto di difesa Tribunale di Catania, Di Stefano, 21 giugno 2009 (ord.), D.A. c. M. s.p.a. Le false dichiarazioni in ordine all attività di informazione svolta sono sufficienti a giustificare il licenziamento per giusta causa dell informatore scientifico del farmaco, tenuto conto della posizione di responsabilità del lavoratore all interno dell azienda e del tipo di attività svolta la quale implica non un controllo diretto sull orario di lavoro effettuato ma richiede un affidamento sulle dichiarazioni ed attestazioni dello stesso dipendente in ordine al lavoro svolto 1. L art. 7 l. 20 maggio 1970 n. 300 non comporta per il datore di lavoro un dovere autonomo di convocazione del dipendente per l audizione orale, ma solo l obbligo di consentire al lavoratore, nel termine di cinque giorni dalla contestazione dell addebito, il pieno esercizio del suo diritto di difesa con le modalità ritenute dallo stesso più opportune, e che possono concretizzarsi nelle sole giustificazioni scritte o in dette giustificazioni accompagnate dalla richiesta di essere sentito anche oralmente. In quest ultimo caso il datore di lavoro è tenuto a dar seguito alla suddetta richiesta, allorquando la stessa risponda a effettive esigenze di difesa e allorquando non sia stato possibile soddisfare altrimenti tali esigenze; essendo invece il datore di lavoro esentato da ogni obbligo al riguardo allorquando la richiesta appaia dettata da fini meramente dilatori, sia stata avanzata in modo equivoco, assolutamente generico o immotivato, e allorquando, infine, anche dalla condotta tenuta dal lavoratore, emerga che la sua difesa si è già esercitata esaustivamente attraverso giustificazioni scritte non suscettibili, per la loro compiutezza, di essere completate o anche solo convalidate da nuove e significative circostanze (nella specie il lavoratore aveva compiutamente esposto le proprie difese per iscritto prendendo posizione su ogni singolo addebito ed aveva genericamente dichiarato in attesa di una convocazione per essere sentito personalmente ) ***** *** ***** 1 Massima redazionale. 1

maco giusta causa di licenziamento e diritto di difesa Tribunale di Catania, Di Stefano, 21 giugno 2009 (ord.), D.A. c. M. s.p.a. Le false dichiarazioni in ordine all attività di informazione svolta

2 Il Tribunale di Catania, con l ordinanza allegata, ha rigettato la domanda cautelare promossa dall informatore scientifico di azienda farmaceutica contro il licenziamento per giusta causa motivato su alcune false rapportazioni in ordine all attività svolta. La motivazione del provvedimento in commento contiene due principi di diritto meritevoli di menzione. Il ricorrente aveva infatti, preliminarmente, lamentato la nullità formale del licenziamento, per violazione dell art. 7 l. n. 300 del 1970 in quanto, con la propria lettera di giustificazione aveva chiesto all azienda di essere sentito personalmente mentre la datice di lavoro aveva comunicato il recesso senza consentire le difese orali. In particolare, il ricorrente adduceva che l inciso in attesa di una convocazione per poter essere sentito personalmente, contenuto nella lettera di giustificazione, costituisse una richiesta di audizione personale rilevante ai sensi dell art. 7 l. n. 300 del 1970 la cui violazione avrebbe comportato, ineluttabilmente, la nullità del licenziamento disciplinare. Il Tribunale ha invece disatteso il rilievo uniformandosi all orientamento della Suprema Corte secondo cui la mancata audizione del dipendente provoca la nullità del licenziamento solo qualora l omissione abbia frustrato le effettive esigenze di difesa del lavoratore 2. Nel caso di specie, rilevato che il dipendente si era ampiamente difeso per iscritto e, peraltro, in sede di ricorso d urgenza non aveva aggiunto alcuna significativa circostanza difensiva, il Tribunale ha ritenuto che la richiesta di audizione orale fosse meramente di stile e non ispirata da effettive esigenze di difesa. L eccezione di nullità formale è stata quindi correttamente rigettata in una con la Giurisprudenza delle Sezioni Unite, richiamate in sentenza, secondo cui il datore di lavoro può intimare il licenziamento disciplinare non appena il lavoratore abbia presentato le proprie giustificazioni (a meno che questi non abbia manifestato un esplicita riserva di esercitare ulteriori difese), anche se non è ancora trascorso interamente il termine di 5 giorni dalla contestazione, di cui al comma 5 dell'art. 7 St. lav., in sè applicabile al licenziamento 3. Il ricorrente aveva poi, fra l altro, eccepito la sproporzione fra l addebito e la sanzione ritenendo che l episodio contestato (consistente in false dichiarazioni in ordine all attività svolta) non fosse comunque di per sé di gravità tale da giustificare il recesso per giusta causa. 2 Cass. civ., Sez. lavoro, 28/03/2002, n. 4187, in senso conforme Cass. civ., Sez. lavoro, 13/01/2005, n. 488 la cui massima è riportata in epigrafe e fatta propria dall ordinanza in commento. 3 Cass. civ., Sez. Unite, 26/04/1994, n Peraltro, nel caso di specie, le giustificazioni erano arrivate a ridosso della scadenza del termine a difesa rendendo particolarmente ostica l audizione del dipendente all interno dei termini di legge. 2

Il ricorrente aveva infatti, preliminarmente, lamentato la nu

3 Anche questa eccezione è stata rigettata dal Tribunale sul rilievo che il rapporto di lavoro a distanza, quale è quello dell informatore scientifico del farmaco, implica un rapporto fiduciario particolarmente intenso proprio per il fatto che il dipendente non è quotidianamente soggetto si controlli datoriali. Per tale ragione, la falsa rapportazione in ordine all attività svolta costituisce, secondo il provvedimento in commento, comportamento in aperta violazione dei doveri di correttezza e fedeltà da solo fondante il licenziamento per giusta causa. Anche tale principio è condivisibile e, del resto, in linea con i precedenti assimilabili nella Giurisprudenza di legittimità 4 e di merito 5. Anche tale capo motivazionale è condivisibile: tenuto conto della posizione di responsabilità del lavoratore all interno dell azienda e del tipo di attività svolta la quale implica non un controllo diretto sull orario di lavoro effettuato ma richiede un affidamento sulle dichiarazioni ed attestazioni dello stesso dipendente in ordine al lavoro svolto, qualora le dichiarazioni rese dal dipendente non siano rispondenti al vero, non può non ritenersi irrimediabilmente compromesso il rapporto fiduciario che è alla base del rapporto di lavoro. 4 Nel comportamento del dipendente di un azienda farmaceutica, avente la qualifica di propagandista medico - scientifico, che documenti falsamente di aver effettuato visite e interviste ad alcuni medici, è ravvisabile una grave violazione della fiducia che sta alla base del rapporto di lavoro, tale da legittimare il licenziamento per giusta causa (Cass. civ., Sez. lavoro, 14/05/1998, n. 4881, nello stesso senso, Cass. civ., Sez. lavoro, 04/05/2005, n e Cass. civ., Sez. lavoro, 05/11/1994, n. 9173). 5 La falsa compilazione dei rapporti giornalieri, contenenti dati non veritieri in ordine a contatti commerciali tenuti, è aggravata dalla consapevole volontà di alterare la corretta rappresentazione delle ore lavorate e delle mansioni svolte. Tale condotta costituisce violazione ai fondamentali obblighi di collaborazione e di trasparente indicazione dell'attività svolta (che derivano dal contratto di lavoro), di entità tale da determinare la rottura irreversibile del vincolo fiduciario (Trib. Genova, 21/07/2003 in Mass. Giur. Lav., 2004, 6, 12). Costituisce giusta causa di licenziamento la falsa attestazione da parte di un informatore medico scientifico degli orari di visita ai medici (Trib. Firenze, 28/01/1987, in Toscana Lavoro Giur., 1987, 304). 3

Per tale ragione, la falsa rapportazione in ordine all attività svolta costituisce, secondo il provvedimento in commento, comportamento in aperta violazione dei doveri di correttezza e fedeltà da

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