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2 INDICE 1 INTRODUZIONE PREMESSA GENERALE IL RUOLO DEI COMUNI OBIETTIVI E CONTENUTI DEL PIANO DATI DI BASE: INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED AMMINISTRATIVO DATI GENERALI METEOCLIMATOLOGIA GEOLOGIA GEOMORFOLOGIA IDROGRAFIA SISMICITA RETE VIARIA COLLEGAMENTI FERROVIARI ATTIVITA PRODUTTIVE ANALISI DELLA PERICOLOSITA TERRITORIALE E INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI DI RISCHIO RISCHIO IDROGEOLOGICO PER ESONDAZIONE TORRENTE ARNO RISCHIO IDROGEOLOGICO PER DISSESTI FRANOSI RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO RISCHIO INCIDENTE STRADALE CON CONVOLGIMENTO DI SOSTANZE PERICOLOSE RISCHIO INCIDENTE FERROVIARIO ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE RETI E IMPIANTI TECNOLOGICI INFRASTRUTTURE VIABILISTICHE E DI TRASPORTO SUPERFICI STRATEGICHE AREE DI RACCOLTA E DI ATTESA AREE DI ACCOGLIENZA O DI RICOVERO DI EMERGENZA STRUTTURE STRATEGICHE MEZZI, MATERIALI E RISORSE UMANE RISORSE UMANE MEZZI E MATERIALI SCENARI DI RISCHIO SCENARIO DI RISCHIO PER ESONDAZIONE TORRENTE SCENARIO DI RISCHIO PER INCENDIO BOSCHIVO SCENARIO DI INCIDENTE STRADALE COINVOLGENTE MEZZI CHE TRASPORTANO SOSTANZE PERICOLOSE. S.P. N.341. AUTOSTRADA A SCENARIO INCIDENTE FERROVIARIO 24

3 9 SISTEMI DI MONITORAGGIO E PRECURSORI DI EVENTO PRECURSORI DI EVENTO SISTEMI DI MONITORAGGIO SISTEMI DI MONITORAGGIO/PRECURSORI DI EVENTO PER RISCHIO IDROGEOLOGICO SISTEMI DI MONITORAGGIO/PRECURSORI DI EVENTO PER RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO LA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE, LA SUSSIDIARIETA E GLI ENTI LOCALI L UNITA DI CRISI LOCALE U.C.L IL MODELLO DI INTERVENTO DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI ALLERTA TIPOLOGIA DEI RISCHI ALLERTAMENTO ATTIVAZIONE DELLE PROCEDURE INFORMAZIONE E ALLERTAMENTO DELLA POPOLAZIONE COMUNICAZIONE IN TEMPO DI PACE (FASE PREVENTIVA) COMUNICAZIONE IN FASE DI PREALLARME COMUNICAZIONE IN FASE DI ALLARME COMUNICAZIONE IN FASE DI EMERGENZA COMUNICAZIONE DI CESSATO ALLARME (SEGNALAZIONE DELLA FINE DELL EMERGENZA) VERIFICA E AGGIORNAMENTO DEL PIANO... 40

4 ELENCO ALLEGATI CARTOGRAFICI Allegato 1 Allegato 1bis Allegato 2 Allegato 3 Allegato 4 Allegato 5 Carta di inquadramento amministrativo, sintesi della pericolosità, sintesi delle infrastrutture (scala 1: base topografica Carta Tecnica Regionale); Carta sintesi delle infrastrutture (scala 1: base topografica rilievo aerofotogrammetrico comunale) Carta degli scenari di rischio esondazione T. Arno 2.1 Via Roma, Via Piave 2.2 Via Valtellina. (scala 1:3000- base topografica rilievo aerofotogrammetrico comunale); Carta degli scenari di rischio incendio boschivo 3.1 Via Confalonieri Via Linda Rovera 3.2 Via Mazzini 3.3 Via Malpaga Via Campo dei Fiori (scala 1: base topografica rilievo aerofotogrammetrico comunale); Carta degli scenari di rischio incidente stradale con coinvolgimento sostanze pericolose: 4.1 a) Autostrada A8 in prossimità della sopraelevata Via Roma b) Innesto Via Cavour su /(SP341)Via Roma 4.2 Via S.Alessandro innesto su Via Lombardia (SP341) Rotatoria 4.3 Via Monte Rosa/(SP341)Via Lombardia Rotatoria 4.4 a) Via Lombardia(SP341) civici 52-54(strutture commerciali). b) Intersezione Via Campo dei Fiori/(SP341)Via Lombardia (scala 1: base topografica rilievo aerofotogrammetrico comunale); Carta degli scenari di rischio incidente ferroviario FS 5.1 Stazione ferroviaria FS di Castronno (scala 1: base topografica rilievo aerofotogrammetrico comunale)

5 ELENCO DELLE APPENDICI ALLA RELAZIONE appendice 1-a: appendice 1-b: appendice 2-a: appendice 2-b: appendice 3-a: appendice 4: appendice 5: appendice 6: appendice 7-a: appendice 7-b: appendice 7-c: appendice 7-d: incidente stradale con interessamento di sostanze pericolose: modalita di segnalazione di rischio sui mezzi di trasporto. incidente stradale con interessamento di sostanze pericolose: matrice delle procedure operative. schede a.r.e 2004 aree di ricovero di emergenza schede descrittive aree d attesa organigramma unita di crisi locale u.c.l. elenco gruppo volontari di protezione civile. elenco materiali e risorse a disposizione del comune di CASTRONNO. elenco materiali e risorse a disposizione di detentori privati. scenario esondazione T. Arno, allegati 2.1, 2.2 (scala 1:3.000) - procedure operative. scenario incendio boschivo zone a ridosso delle Vie Confalonieri, Linda Rovera, Mazzini, Malpaga, Confalonieri, allegati 3.1, 3.2, 3.3 (scala 1:3000) - procedure operative. scenario incidente stradale di mezzi che trasportano sostanze pericolose s.p. n. 341 e Autostrada A8, allegati 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, (scala1:3000) -procedure operative. scenario incidente ferroviario, allegato 5.1 (scala 1:3.000) - procedure operative.

6 1 INTRODUZIONE 1.1 PREMESSA GENERALE Con l entrata in vigore della Legge 24 febbraio 1992 n. 225 Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile e del Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59 che individuano le competenze del Comune e le attribuzioni del Sindaco in materia di Protezione Civile, l impegno del Comune in materia di Protezione Civile non risulta più limitato all intervento operativo del soccorso ma è sempre più orientato alle attività di previsione e prevenzione dei rischi presenti sul territorio. In relazione alla necessità di adeguare il proprio Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile alla normativa vigente ed in particolare alla Legge 267/1998 che sancisce l obbligo di realizzare piani di emergenza specifici per i siti individuati e classificati "a rischio idrogeologico ed alla Legge regionale 22 maggio n. 16 Testo unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile, l Amministrazione Comunale di Castronno (Provincia di Varese) ha conferito ai propri uffici l incarico per la redazione del Piano suddetto. 2 IL RUOLO DEI COMUNI Una corretta individuazione del ruolo del Comune nell'ambito della Protezione Civile è possibile mediante una lettura congiunta delle varie normative in materia. In particolare l'articolo 15 ( competenze del comune ed attribuzioni del Sindaco ) della Legge N. 225/92 istituzione del Servizio nazionale della Protezione Civile assegna al Comune un ruolo da protagonista in tutte le attività di protezione civile (previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell'emergenza), soprattutto nella fase di gestione dell'emergenza. Al comma 3 infatti si stabilisce che il Sindaco, che è Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi di una situazione d'emergenza, acquisite le opportune e dettagliate informazioni sull'evento, assume la direzione dei servizi di soccorso (nel caso di eventi localizzati e limitati all'ambito comunale ex art. 2 lett. a) e b) Legge 225/92 ) e assistenza alla popolazione colpita e provvede all'adozione dei necessari provvedimenti. Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del coordinamento ed impiego di tutte le forze disponibili. Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione Civile (Legge 225/92, ibidem). Ulteriori funzioni in materia di protezione civile sono attribuite al Sindaco dal D. Lgs 31/03/98 n. 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle 1

7 Regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge n. 59 Art. 108 Comma 1, b) in base al quale sono attribuite ai Comuni le funzioni relative a: 1. attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; 2. adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; 3. predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste... sulla base degli indirizzi regionali; 4. attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; 5. vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; 6. utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. L obbligo di realizzare piani di emergenza specifici per i siti individuati e classificati "a rischio idrogeologico" è poi sancito dalla Legge 267/1998, mentre la Legge 265/1999, art. 12 trasferisce al Sindaco il dovere di informare tempestivamente la popolazione sulle situazioni di pericolo o connesse alle esigenze di protezione civile. I successivi cambiamenti normativi (Legge Costituzionale 3/2001 di modifica del Titolo V della Parte II della Costituzione Italiana), hanno progressivamente spostato competenze e responsabilità verso gli Enti Locali, recepite dalla Legge Regionale del In questo senso, alle Amministrazioni Comunali ed in particolar modo alla figura del Sindaco, sono affidate le seguenti attività: direzione e coordinamento del soccorso alla popolazione. Per tali compiti il Sindaco può avvalersi dei Vigili del Fuoco o di associazioni di volontariato comunali o intercomunali; creazione di una struttura comunale di protezione civile, anche formando un gruppo comunale o convenzionandosi con una associazione; realizzazione di un piano comunale di emergenza, anche associandosi con altri comuni per la realizzazione di un piano intercomunale; raccolta dati ed istruttoria delle richieste di risarcimento per danni ad infrastrutture, beni privati, insediamenti produttivi a seguito di evento calamitoso. La legge regionale indica anche quali sono le responsabilità operative ed amministrative in caso di evento, indicando come autorità di protezione civile per il territorio di competenza: il sindaco il Presidente della Provincia il Presidente della Giunta Regionale Queste figure lavorano di concerto con le forze statali, in particolare con le Prefetture, e si occupano sia della parte operativa (soccorsi), sia della parte di comunicazione alla popolazione ed agli organi di informazione. 2

8 3 OBIETTIVI E CONTENUTI DEL PIANO Il Piano Comunale di Protezione Civile (o Piano di Emergenza), d ora in poi indicato semplicemente come Piano, vuole configurarsi come strumento operativo che, in caso di eventi calamitosi o emergenze di rilievo, consente di coordinare le attività delle strutture municipali del Comune, nel quadro delle competenze di tutti gli Enti ed Organi istituzionalmente preposti alla Protezione Civile. In altri termini il Piano, dopo aver delineato gli scenari di rischio correlabili ad eventi calamitosi naturali o derivanti dall attività antropica, individua le disponibilità di personale e mezzi nell ambito comunale, assegna i compiti e definisce le procedure di intervento in caso di emergenza. Al fine di conseguire gli scopi di cui sopra il presente Piano risulterà così articolato: caratterizzazione fisica e socio-amministrativa del territorio; definizione degli scenari di rischio (dipendenti da fattori antropici e naturali che insistono sull area geografica in esame) correlati agli elementi vulnerabili presenti sul territorio; descrizione degli organi e delle strutture comunali; definizione delle risorse; definizione di modelli di intervento specifici per ciascuna tipologia degli scenari individuati. Il modello di intervento individua i compiti e le interazioni tra le strutture coinvolte nella gestione dell emergenza e la loro composizione e competenza territoriale. Identifica inoltre le fasi nelle quali si articola l intervento di protezione civile e pertanto deve contemplare, nei diversi gradi (preallarme, allarme, emergenza): le modalità di segnalazione e di verifica degli eventi calamitosi (con apposita modulistica allegata); le attivazioni delle procedure di emergenza; il coordinamento delle operazioni di soccorso; l informazione e la formazione della popolazione ed attività collegate. Il Piano nel suo complesso risulterà pertanto articolato dall insieme della presente relazione tecnica, degli elaborati cartografici a corredo e della apposita sezione di appendici. 4 DATI DI BASE: INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED AMMINISTRATIVO In questa sezione verranno esposte alcune considerazioni generali relative alle caratteristiche fisico-politiche del territorio comunale, propedeutiche alle successive fasi di individuazione degli scenari di rischio, di valutazione delle esigenze e della programmazione degli interventi. 3

9 4.1 DATI GENERALI Il Comune di Castronno è ubicato nella porzione centro orientale della Provincia di Varese, a circa 10 Km a sud est rispetto al capoluogo. I limiti amministrativi sono, da nord procedendo in senso orario, con i comuni di Brunello, Morazzone, Caronno Varesino, Albizzate, e Sumirago. La superficie complessiva del territorio comunale è pari a 3,74 Km2, di cui circa 2,24 Km2 (60 %) costituiti da superficie urbanizzata (destinazione mista residenziale e produttiva) con verde privato (orti e giardini); il resto del territorio è coperto da aree ad uso agricolo, a prato stabile e da bosco ceduo. Il comune è costituito da due centri abitati principali separati fisicamente dalla valle del Torrente Arno. Il nucleo storico di Castronno è ubicato nel quadrante sud orientale del territorio comunale mentre il nucleo di Sant Alessandro è situato nel quadrante nord occidentale. La zona industriale si è sviluppata invece lungo il tracciato della Autostrada A8 e della Strada Provinciale 341. Nell ambito del territorio comunale si individuano oltre che il nucleo di Castronno e di Sant Alessandro le località Collodri, Cascine Maggio, Cascinazza, Castellazzo e Gazza. La popolazione residente al 31/08/2012 è pari a unità, di cui uomini e donne, distribuita in nuclei familiari. La popolazione residente al 31/12/2011 è pari a unità, di cui uomini e donne, distribuita in nuclei familiari. 4.2 CENNI DI METEOCLIMATOLOGIA Il Comune di Castronno si inserisce nell ambito prealpino, con clima tipicamente continentale caratterizzato da forti escursioni termiche diurne, piogge piuttosto abbondanti (spesso superiori ai 1000 mm/anno) e concentrate soprattutto nel semestre estivo, anche se in realtà il clima dell area varia in modo sostanziale da zona a zona sia a causa delle diverse altitudini sia per effetto dell esposizione. Mediamente, la ventosità è ridotta e sono frequenti gli episodi temporaleschi estivi. In particolare Castronno situato nel settore collinare, compreso tra i primi rilievi montuosi a Nord di Varese e l alta pianura, presenta una climatologia fortemente influenzata dalla presenza dei laghi. In tali aree la temperatura invernale risulta infatti più elevata, in media di circa 2 C, rispetto a quella del settore di pianura, con un ridotto numero di giorni di gelo, mentre in primavera, estate ed autunno, la zona dei laghi risulta in media di 1 2 C più fresca rispetto al settore di pianura. Relativamente alle precipitazioni si osserva che la zona dei laghi presenta un massimo estivo (giugno-luglio) ed uno autunnale molto simili fra loro. Il clima può essere così caratterizzato: piovosità annua elevata distribuita in particolare nelle stagioni intermedie, con minimi di piovosità in inverno; piovosità annua di circa 1500mm, ed in particolare i mesi più piovosi sono maggio e ottobre ( circa 170mm) mentre quelli più asciutti sono dicembre, gennaio e febbraio ( circa 80mm). la temperatura non raggiunge i valori estremi del clima continentale a causa della mitigazione dei laghi e delle brezze locali. L umidità relativa è elevata in prossimità delle zone lacustri e diminuisce mano a mano che ci si allontana da esse; la ventilazione prevalente è quella delle brezze, 4

10 il vento caratteristico di queste zone è il Fohn che in alcune giornate può raggiungere anche i 25/30 nodi. forte attività elettrica durante i fenomeni temporaleschi. 4.3 CENNI DI GEOLOGIA Ad un primo inquadramento a grande scala il settore di indagine ricade in una posizione definibile di transizione fra le formazioni carbonati che mesozoiche che costituiscono i rilievi montuosi a nord del Lago di Varese e l alta pianura terrazzata che, verso sud, tende a raccordarsi al Livello Fondamentale. Il territorio comunale di Castronno ricade quindi nella fascia centro-orientale dell Anfiteatro del Verbano, caratterizzato da una successione di cordoni e cerchie moreniche concentriche, a formare modesti rilievi collinari, intervallati a pianalti di origine fluvioglaciale. Il substrato roccioso su cui vengono a poggiare i depositi continentali quaternari (Gonfolite) è generalmente sepolto o affiorante limitatamente alle scarpate dei terrazzi o delle valli maggiormente incise individuabili nei settori posti a monte rispetto a quello di indagine. In relazione alle formazioni geologiche presenti, interamente costituite da depositi quaternari continentali aventi origine glaciale, fluvioglaciale e fluviale, ci si trova dunque in una fascia definibile di transizione fra le unità del substrato roccioso indicativamente presenti a nord del Lago di Varese e l alta pianura che si sviluppa procedendo verso sud a partire da Gallarate. Questi depositi costituiscono i terrazzi più antichi del Fiume Arno in cui si individuano sia fasce glaciali costituite da till di ablazione e di alloggiamento con abbondante matrice sabbioso-limosa che depositi fluvioglaciali a prevalenza di ghiaia media con matrice sabbiosa, talvolta cementata. Nell area di pertinenza della piana alluvionale del Fiume Arno prevalgono invece i depositi alluvionali attuali e recenti (Unità postglaciale) costituiti da alternanza di livelli e/o lenti di ghiaia e sabbia, con locali intercalazioni di orizzonti di limi, argille e torbe legati alla deposizione in occasione di piene. 4.4 GEOMORFOLOGIA Dal punto di vista geomorfologico Castronno si colloca in un ambito collinare ed è caratterizzata dalla presenza di dossi morenici incisi da depressioni vallive più o meno pronunciate, sviluppate in direzione Nord-Sud e parzialmente colmate da depositi alluvionali. Nell area di esame si distinguono tre zone con differenti caratteristiche geomorfologiche: ZONA OCCIDENTALE costituita dal dosso morenico su cui si sviluppano gli abitati di Brunello, S. Alessandro e di Caidate; delimitata verso oriente da un orlo di scarpata morfologico a pendenza moderata. L'area è solcata da alcuni corsi d'acqua a regime torrentizio ed aventi direzione di percorrenza Ovest-Est. ZONA CENTRALE costituita dalla valle del t. Arno nella quale ricade parte dell abitato di Castronno ed in particolare costituisce la zona a maggiore vocazione industriale; caratterizzata dalla valle alluvionale del torrente Arno che è alimentata nel territorio di Castronno da affluenti sia in sponda idrografica destra che in sponda idrografica sinistra. ZONA ORIENTALE costituita dal dosso morenico su cui si sviluppano gli abitati di Morazzone e di Castronno; interessata da incisioni vallive più marcate nel settore meridionale, Roggia Riale e Valle Scirona, che manifestano localmente modesti fenomeni di erosione attivi e dissesti legati all'azione fluviale. 5

11 Nel territorio comunale non si osserva la presenza di orli di frana associati ed eventi attivi o quiescenti di grandi dimensioni. Presenza di alcuni fenomeni di ridotte dimensioni, osservabili nella porzione Sudorientale del comune, in corrispondenza della Valle Scirona e delle sponde del relativo torrente. Presenza di fenomeni franosi attivati nel recente passato e riattivabili dall azione erosiva del torrente Scirona che modella pareti subverticali e talora aggettanti. La sponda destra del torrente, appare interessata da fenomeni franosi di lieve entità rispetto a quella ricadente in territorio comunale di Caronno Varesino dove, in virtù della maggiore altezza spondale, si assiste a fenomeni franosi di crollo di maggiore entità. 4.5 IDROGRAFIA L'IDROGRAFIA generale dell'area è quella tipica del settore collinare di transizione verso l'alta pianura, dove i corsi d'acqua hanno inciso i depositi quaternari, morenici e fluvioglaciali, dando luogo a valli spesso profondamente incise. L'elemento idrografico principale è rappresentato dal Torrente Arno, la cui ampia vallata occupa il settore centrale del territorio comunale di Castronno e marginalmente la porzione centro-occidentale del territorio comunale di Morazzone. Il suo bacino di pertinenza raccoglie le acque superficiali provenienti dagli adiacenti versanti morenici, caratterizzati da impluvi in alcuni casi fortemente incisi tipici di ambiti territoriali a permeabilità superficiale piuttosto scarsa. Nella porzione centro-meridionale e sud-orientale dell area sono presenti i corsi d acqua: Roggia Riale, affluente sinistro del T. Arno, presenta un alveo piuttosto inciso con versanti ripidi talora interessati da modesti dissesti di natura erosiva. la R. Riale confluisce in sponda destra della R. Scirona. Roggia Scirona, a valle della località Castellazzo, scorre nell omonima valle, modesti episodi di erosione spondale e da limitati fenomeni franosi, a sua volta confluente in sponda sinistra nel t. Arno in prossimità del confine meridionale del territorio di Castronno. Il regime idraulico di questi corsi d'acqua è prevalentemente torrentizio ed alla loro alimentazione concorrono, oltre alle acque meteoriche, anche le acque sotterranee con numerosi punti di risorgiva e zone umide. Durante i periodi scarsamente piovosi gli alvei risultano interessati da circolazione idrica di debole portata di origine mista - sorgentizia e fognaria bianca. Nei bacini della Roggia Riale e della Valle Scirona eventi meteorologici particolarmente intensi determinano il dilavamento dei versanti, l'intasamento degli alvei e la riduzione dei tempi di corrivazione. Ristagni idrici (che si riattivano a seguito di intense precipitazioni) ubicati in piccole aree depresse in presenza di litotipi superficiali poco permeabili e riscontrabile in zone non antropizzate. 4.6 SISMICITA Nello studio geologico per il PGT Vigente, redatto dallo Studio Venegoni di Busto Arsizio, sulla base dei criteri individuati dall ALL.5 della D.G.R. 8/1566 del 22/12/2005 e successivo aggiornamento sono state analizzate le condizioni locali che potrebbero influenzare la pericolosità sismica di base variando la risposta di un terreno alle sollecitazioni sismiche previste. 6

12 Il grado di approfondimento della risposta sismica locale dipende dalla classificazione sismica in cui ricade il territorio in oggetto: il comune di Castronno appartiene alla ZONA SISMICA 4 (minor grado di rischio sismico). Per tale zona la normativa regionale prevede tre gradi di approfondimento. Dallo studio si ricava che per il Comune di Castronno gli approfondimenti di 1 livello sono redatti con i dati esistenti individuati nelle carte di analisi e inquadramento dello studio geologico e la successiva realizzazione della carta della pericolosità sismica. Il 2 livello sono obbligatori solo per edifici strategici e rilevanti in quanto sono presenti in modo continuo scenari che comportano amplificazioni di tipo litologico, geometrico o topografico, ovvero, per gli edifici di interesse strategico e le opere infrastrutturali che possano assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso per edifici strategici e rilevanti in progetto su tutto il territorio comunale (d.d.u.o n.19904/03). Il 3 livello evidenzia che lo scenario Z1c (Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi) si ubica in corrispondenza di porzioni di territorio comunale attualmente in edificati e inedificabili. 4.7 RETE VIARIA Per quanto concerne la rete viabilistica del territorio comunale le arterie principali sono rappresentate da: Autostrada A8 Milano-Varese : attraversa in direzione Nord-Sud il lato occidentale del comune di Castronno; Strada provinciale n. 431: attraversa in direzione Nord-Sud il lato centrooccidentale del comune di Castronno. La strada comunale S.Alessandro con innesto sulla SP 431 collega Sumirago- Caidate alla frazione di S. Alessandro e Castronno, così come la SP 341 collega le località Cascine Maggio e Gazza all abitato di Castronno. Da segnalare sono inoltre le Vie Brughiera che collega il comune di Morazzone con il centro storico di Castronno avente direzione Nord-Sud, nonché la Via Collodri che collega la frazione S. Alessandro con la località Collodri ed il comune di Brunello. Inoltre la frazione S. Alessandro è collegata con comune di Brunello dalla Via L. Rovera e con il comune di Sumirago, frazione Caidate, con la Via Confalonieri. Infine la Via Cavour che collega il centro storico del comune di Castronno con il comune di Caronno Varesino 4.8 COLLEGAMENTI FERROVIARI Il territorio comunale di Castronno è attraversato in direzione Nord-Sud dalla linea ferroviaria Varese-Gallarate delle Ferrovie dello Stato. La stazione si trova all interno del territorio comunale in Via Stazione a ridosso del centro facilmente raggiungibile percorrendo la via Varesina (S.P. n. 341), e le Vie Cavour e Brughiera di collegamento con Caronno Varesino e Morazzone. 4.9 ATTIVITA PRODUTTIVE Le attività produttive possono essere considerate come un insieme di processi che,utilizzando risorse energetiche ed idriche, trasformano materie prime in prodotti finiti, producendo al contempo rifiuti, scarti ed emissioni inquinanti in acqua e atmosfera. Regione Lombardia ha individuato in Provincia di Varese quattro 7

13 Metadistretti, ovvero aree tematiche d intervento non limitate territorialmente, e caratterizzate da una forte integrazione fra diversi settori. L ambito a cui appartiene CASTRONNO ricade in un area sovralocale che manifesta la presenza di imprese legate alla produzione e lavorazione dei metalli in particolare specializzate nello stampaggio a caldo dell acciaio. Circa il 14% delle imprese della Provincia che operano nel settore della produzione e lavorazione dei metalli si trova nel distretto della Valle dell Arno. Circa il 21% degli addetti totali della Provincia nel settore di produzione e lavorazione dei metalli opera nel distretto della Valle dell Arno, con un tasso di specializzazione classico (addetti settore di produzione e lavorazione metalli/addetti manifatturiero) che supera il 32%.(dati aggiornati al Censimento 2001). Nel territorio comunale non vi è evidenza di attività produttive impattanti. La zona industriale a compresa lungo la valle dell Arno, adiacente alle zone industriali dei comuni limitrofi (Brunello Morazzone Gazzada) risulta inoltre ben inserita nel territorio, collocata al di fuori dell area residenziale e da essa disgiunta tramite idonei filtri e fasce di mitigazione. Nel territorio oggetto del presente studio non sono presenti aziende a rischio di incidente rilevante, classificate sulle base dei criteri stabiliti dal D.Lgs. 334/99 che recepisce i disposti della Direttiva 96/82/CE. I contenuti esposti nel presente capitolo sono cartografati in allegato 1 Carta di inquadramento territoriale ed amministrativo alla scala 1: su base topografica stralciata dalla Carta Tecnica Regionale. 5 ANALISI DELLA PERICOLOSITA TERRITORIALE E INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI DI RISCHIO In relazione alle caratteristiche geologiche, idrografiche, fisico-climatiche, socioeconomiche e di dinamica idro-geomorfologica del territorio comunale emerse nel corso del capitolo precedente, nonché in base alle notizie storiche relative ai potenziali elementi di pericolosità analizzati, si ritiene che le principali situazioni di emergenza possano essere correlate ai seguenti eventi: a) RISCHIO IDROGEOLOGICO PER ESONDAZIONE TORRENTE ARNO: potenziale esondazione del Torrente Arno in corrispondenza degli insediamenti industriali posti a nord-ovest del territorio comunale in via S. Alessandro/Via Valtellina al confine con il Comune di Brunello e della Zona Commerciale e campi sportivi comunali posti in Via Piave/Via Roma. Si rimanda alle schede di dettaglio relative agli scenari di rischio contemplati, riportate negli allegati 2.1, 2,2 e appendice 7a; b) RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO: potenziale innesco di incendi boschivi (colposi e/o dolosi) nelle aree boscate interessanti la zona ad est, nord-est, del territorio a ridosso dei Comuni di Sumirago Caidate di Brunello e sino a lambire la parte ad est dell autostrada, interessando la Via Confalonieri, la Via Rovera, la Via Mazzini. Potenziale innesco anche nella zona nord-ovest del territorio comunale nella zona Malpaga tra Via Campo dei Fiori, Via Malpaga, Via Dolomiti. Si rimanda alle schede di dettaglio relative agli scenari di rischio contemplati, riportate negli allegati 3.1,3.2, 3.3 e appendice7.b. c) RISCHIO INCIDENTE STRADALE CON COINVOLGIMENTO DI SOSTANZE PERICOLOSE: potenziali incidenti stradali coinvolgenti mezzi che trasportano 8

14 sostanze pericolose lungo la SP 341 sul tratto Via Roma, Via Lombardia e all incrocio con la Via S. Alessandro e l uscita Autostrada A8 interessate da traffico pesante. Per quanto concerne la descrizione approfondita dei modelli di intervento e delle procedure operative da adottare nelle singole situazioni di emergenza, si rimanda agli elaborati cartografici di Allegato 4.1, 4.2, 4.3, 4.4 e all appendice 7c. d) RISCHIO INCIDENTE FERROVIARIO: potenziale incidente ferroviario coinvolgenti due mezzi, di cui uno in sosta in stazione ed un treno merci in arrivo, Per quanto concerne la descrizione approfondita dei modelli di intervento e delle procedure operative si rimanda all allegato 5 e all appendice 7d. Si premette, inoltre, che il presente Piano è stato sviluppato secondo una trattazione dedicata per ciascun evento considerato singolarmente, tralasciando gli scenari conseguenti alla concomitanza di scenari multipli (piano multirischio). Quanto detto non deve assolutamente indurre a trascurare l eventualità dello sviluppo di scenari multipli e combinati dalla compresenza di più eventi calamitosi simultanei e casualmente connessi, oppure conseguenti l uno dall altro, oppure ancora che si possano determinare eventi che non è possibile preventivare a priori. 5.1 RISCHIO IDROGEOLOGICO PER ESONDAZIONE TORRENTE ARNO Il rischio esondazione più grave è connesso alla presenza, nella porzione occidentale del territorio comunale, del Torrente Arno, oggetto in passato di numerosi episodi di esondazione correlate a fenomeni di piena conseguenti a precipitazioni particolarmente intense e prolungate. Per quanto riguarda il Torrente Arno le fasce di pericolosità fluviale sono quelle cartografate dal PAI (Piano stralcio per Assetto Idrogeologico). Per la zona a monte, il limite della "Fascia B" (porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi dell'evento di piena di riferimento), si estende occupando tutte le aree depresse circostanti il torrente fino alla base del terrazzo. Per la zona a sud dello svincolo autostradale, il limite di Fascia "A" e "B" sono coincidenti in quanto il tracciato del corso d'acqua è strettamente incassato e vincolato da opere di sponda, mentre il limite di Fascia "C" si estende fino agli orli morfologici presenti. Il rischio idraulico legato all esondazione de Torrente Arno interessa perlopiù a Nord aree prative e boscate compresa nel tratto tra l alveo del torrente e il tracciato autostradale sino a lambire la zona industriale in Via Valtellina in prossimità dell innesto su Via S.Alessandro mentre a Sud coinvolge alcune infrastrutture di origine antropica fatta eccezione per l autostrada stessa. Il rischio principale che potrebbe vedere coinvolte strutture ed edifici residenziali/industriali è legato alla presenza dei ponti di Via Piave e in area industriale a ridosso dell Autostrada. Durante gli eventi di piena infatti, le acque fluviali tracimano e rimangono incanalate nella stretta fascia di territorio compresa tra l'autostrada, posta a quote maggiori rispetto alle aree circostanti, e la base del pendio morenico ad est dell'autostrada. Essendo la luce del ponte stesso, sottodimensionata, potrebbe venire ulteriormente ridotta per l'accumulo di materiali detritici trasportati dalle acque. 5.2 RISCHIO IDROGEOLOGICO PER DISSESTI FRANOSI Relativamente al rischio frana sul territorio comunale si possono verificare dissesti di varia tipologia (scivolamenti indotti da scalzamento al piede per erosione 9

15 torrentizia di sponda, smottamenti, colate etc.) di dimensioni generalmente marginali e contenute e a carattere corticale o superficiale. Tali forme sono concentrate in corrispondenza dei versanti del Torrente Riale a valle di Via Cacciatori delle Alpi presso il confine comunale con Albizzate in zone inedificabiliate ed inedificabili La valle del Torrente Riale in particolare, è caratterizzata da un contesto morfologico con presenza di evidenti situazioni di problematicità relative ad alcuni settori dei versanti a maggiore acclività, i dissesti determinatisi in passato sono stati risolti con idonei argini spondali. Non si evidenzia pertanto la necessità di approfondimenti cartografici. 5.3 RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO Il territorio comunale di Castronno è coperto per oltre il 30 % della superficie complessiva da aree prative e da bosco, soprattutto ceduo, per cui non si può trascurare la possibilità di sviluppo di incendi (sia per cause naturali che dolosi). Le aree boscate si concentrano ai margini dei centri abitati in particolare nel settore orientale al confine con Morazzone e settore occidentale ai confini con Brunello e lungo i versanti della valle del Torrente Arno. È stata segnalata presso la sezione Incendi boschivi del Corpo Forestale dello Stato e dal Gruppo Comunale di Protezione Civile un area boscata che in passato ha subito incendi anche se di ridotte dimensioni e che si ritiene particolarmente soggetta per tipo di vegetazione e condizioni climatiche ed atmosferiche ad essere interessata da fenomeni di incendio. Le aree vulnerabili coincidono con le superfici boscate ma per l eccezionalità dell evento e in considerazione del fatto che le superfici boscate interessano solo parzialmente aree urbanizzate (a destinazione industriale) o infrastrutture di servizio, ad esso viene attribuito un grado di rischio medio-basso. 5.4 RISCHIO INCIDENTE STRADALE CON CONVOLGIMENTO DI SOSTANZE PERICOLOSE Per quanto concerne gli incidenti stradali tale tipologia di evento è uno dei rischi maggiormente difficili da gestire, in quanto situazioni difficili da prevedere nel tempo e nello spazio, dal momento che presentano dinamiche pressoché immediate ed improvvise (istantanee); molto spesso coinvolgono direttamente la popolazione (automobilisti e/o residenti) e, soprattutto se i mezzi coinvolti trasportano sostanze pericolose, possono coinvolgere porzioni di territorio potenzialmente molto estese (corsi d acqua, fognature, contaminazione dell aria e diffusione dell inquinante per azione del vento, ecc.). In relazione alle caratteristiche della rete viabilistica del Comune di Castronno, interessata dalla strada provinciale di collegamento tra Varese e i centri altamente industrializzati dell area gallaratese, il rischio di incidenti stradali che coinvolgano mezzi che trasportano merci pericolose è da considerarsi medio-elevato in relazione soprattutto al consistente numero di mezzi pesanti che quotidianamente percorrono nelle due direzioni soprattutto l autostrada A8 e la S.P. n. 341 (Allegato 1). In particolare il tracciato della S.P. 341 costituisce, l arteria a più elevata vulnerabilità, oltre che valida alternativa alla rete autostradale; lungo questa, i punti critici possono essere individuati in corrispondenza delle sue intersezioni con le 10

16 strade comunali. In particolare con Via Monte Rosa, con Via Cavour, con Via Campo dei Fiori e con Via S. Alessandro. La possibilità che si verifichino incidenti, anche senza il coinvolgimento di mezzi che trasportano sostanze pericolose è fortemente aumentata, nel periodo da ottobre a primavera inoltrata, da condizioni meteorologiche avverse, quali ad esempio neve abbondante, pioggia intensa o vento molto forte. Il rischio è fortemente aumentato ogni qualvolta gli incidenti coinvolgono mezzi di trasporto contenenti sostanze che, a seguito dell evento, possano esplodere o incendiarsi generando effetti quali ustioni, onde d urto per spostamento d aria e irradiazione di calore, oppure sostanze con caratteristiche di tossicità tali da determinare situazioni di esposizione pericolose per la popolazione nel caso vengano rilasciate in atmosfera. Il rischio connesso alle infrastrutture di trasporto stradale è generalmente sottovalutato, nonostante possa dar luogo ad effetti incidentali paragonabili a quelli possibili negli impianti fissi, in assenza, oltre tutto, di preparazione specifica del personale e di presidi di sicurezza attivi e passivi tipici di uno stabilimento che tratta merci pericolose. Pur essendo praticamente impossibile esaminare in maniera preventiva ciascuno dei possibili scenari, è bene sempre considerare che l entità del rilascio, nel caso di trasporto con autocisterne, può essere rilevante (fino a litri) e l area interessata dall emergenza, a seconda della sostanza trasportata, può raggiungere anche dimensioni dell ordine del chilometro dal luogo del rilascio, sia per l effetto di esplosioni che della diffusione di nubi di vapori infiammabili o tossici. In via del tutto indicativa è comunque ragionevole ipotizzare che le tipologie dei prodotti pericolosi movimentati siano riconducibili prevalentemente a sostanze infiammabili liquide (benzina o carburante in genere) o gassose (GPL). Un ulteriore approfondimento relativamente al trasporto su strada di merci e/o sostanze pericolose viene proposto in appendice 1-a e 1-b. 5.5 RISCHIO INCIDENTE FERROVIARIO L incidente ferroviario nella tipologia di eventi legati ai trasporti è uno dei rischi maggiormente difficili da gestire, in quanto situazioni difficili da prevedere nel tempo e nello spazio, dal momento che presentano dinamiche pressoché immediate ed improvvise (istantanee); spesso coinvolgono passeggeri e popolazione nel caso si tratti di treni merci che trasportano sostanze pericolose, possono coinvolgere porzioni di territorio potenzialmente molto estese (corsi d acqua, fognature, contaminazione dell aria e diffusione dell inquinante per azione del vento, ecc.), in relazione alle caratteristiche della rete ferroviaria del Comune di Castronno, interessata in direzione Nord-Sud dalla linea ferroviaria Varese-Gallarate delle Ferrovie dello Stato (Allegato 1). Pur essendo praticamente impossibile esaminare in maniera preventiva un possibile scenario, è bene sempre considerare che l entità del rilascio, nel caso di trasporto di cisterne, può essere rilevante e l area interessata dall emergenza, a seconda della sostanza trasportata, può raggiungere anche dimensioni dell ordine del chilometro dal luogo del rilascio, sia per l effetto di esplosioni che della diffusione di nubi di vapori infiammabili o tossici. In via del tutto indicativa è comunque ragionevole ipotizzare che le tipologie dei prodotti pericolosi movimentati siano riconducibili prevalentemente a sostanze infiammabili liquide (benzina o carburante in genere) o gassose. 11

17 Gli elementi emersi nel corso del presente capitolo trovano riscontro sugli allegati cartografici 1 alla scala 1: su base cartatecnica regionale. 6 ANALISI DELLE INFRASTRUTTURE In questa sezione vengono analizzate e descritte le principali infrastrutture insistenti sul territorio comunale di Castronno (VA), sia intese come linee vita (cioè quelle infrastrutture indispensabili al funzionamento dei servizi alla popolazione in tempo di pace ed in situazioni di emergenza o post-emergenza) che come servizi, superfici e strutture strategiche (cioè quelle attrezzature che in situazione di emergenza e post-emergenza possono essere utilizzate per l assistenza alla popolazione e la gestione dei mezzi operativi). Il censimento delle infrastrutture presenti sul territorio è il primo passo indispensabile nella stesura del piano di emergenza comunale in quanto sia gli scenari di rischio che i relativi modelli di intervento sono strettamente connessi sia alla possibile interazione con i servizi esistenti e/o gli edifici essenziali vulnerabili che al potenziale utilizzo dei manufatti e/o delle aree disponibili in caso di necessità. Più in dettaglio, nel seguito, sono state elencate e sintetizzate le principali infrastrutture utili ai fini della gestione delle emergenze nell ambito del territorio comunale, classificabili nelle seguenti categorie: - reti e impianti tecnologici; - infrastrutture viabilistiche; - infrastrutture di trasporto; - superfici strategiche; - strutture strategiche. Gli elementi descritti trovano riscontro cartografico e territoriale nell Allegato 1 alla scala 1: RETI E IMPIANTI TECNOLOGICI Relativamente al sistema Reti ed Impianti Tecnologici, sul territorio comunale, in base ai dati forniti dall Amministrazione Comunale e dagli Enti Gestori, è possibile individuare i seguenti elementi: Rete di alimentazione elettrica a media e bassa tensione (Enel Distribuzione s.p.a.), uniformemente distribuita sul territorio urbanizzato e per mezzo di interconnessioni in porzioni non urbanizzate, soprattutto a W verso il comune di Sumirago; Rete di distribuzione Gas metano a bassa pressione, (Ente Gestore ENELGAS) uniformemente distribuita sul territorio urbanizzato e per mezzo di interconnessioni in porzioni non urbanizzate; Rete di distribuzione acquedotto, anch essa uniformemente distribuita sul territorio urbanizzato e per mezzo di interconnessioni in porzioni non urbanizzate. Relativamente al servizio acquedotto comunale, sul territorio sono presenti n. 3 pozzi ad utilizzo idropotabile, ubicati tutti nelle adiacenze di Via Mazzini. Lungo la rete di approvvigionamento idrico sono adeguatamente distribuiti gli idranti per le necessità antincendio. 12

18 6.2 INFRASTRUTTURE VIABILISTICHE E DI TRASPORTO Oltre all inquadramento viabilistico, ai fini della gestione delle emergenze, risulta importante censire ed individuare quelle infrastrutture a supporto della viabilità che possono costituire limiti o interferenze alla gestione delle emergenze in considerazione della necessità di movimentare risorse, attrezzature, materiali e popolazione. La loro importanza è orientata alla corretta gestione della rete viabilistica in caso di emergenza, evitando interferenze negative e/o sfruttandone le potenzialità. Alcune di queste infrastrutture, quali gli attraversamenti minori dei corsi d acqua, possono inoltre costituire elementi di pericolosità nel caso di insufficienza idraulica e rappresentare un ostacolo alle operazioni di soccorso oppure rischi specifici per tracimazione delle acque. In particolare le infrastrutture viabilistiche maggiormente significative presenti sul territorio comunale sono: N.1 ponte carrabile sul Torrente Arno su S.P. n.341 (via Roma) in prossimità del confine con il comune di Albizzate e Sumirago; N.2 ponte carrabile sul Torrente Arno su Via S. Alessandro in prossimità degli insediamenti industriali e l abitato di S.Alessandro; N.3 ponte carrabile sul Torrente Riale su via Brughiera; N.4 ponte carrabile sul Torrente Riale su via Cavour; Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto esulano dal sistema viabilistico tradizionale e risultano dedicate essenzialmente alla movimentazione di mezzi, materiali e persone. Le infrastrutture di trasporto possono essere sia permanenti (stazione ferroviaria, stazione autobus o tram, etc..) che temporanee (piazzole elicotteri provvisorie, attracco barche non amministrato, etc..) e possono rappresentare importanti punti di collegamento per gli approvvigionamenti e/o le evacuazioni preventive della popolazione anche a livello extra-territoriale. 6.3 SUPERFICI STRATEGICHE Le superfici strategiche ai fini della prevenzione e gestione di un emergenza di protezione civile generalmente si riferiscono ad una porzione di territorio in area aperta in cui possono venire svolte le attività di soccorso alla popolazione durante un emergenza, non assimilabile ad un edificio o fabbricato, che soddisfa almeno uno dei seguenti requisiti: è una buona base logistica per i soccorritori e per i mezzi/materiali utilizzati; è un area adeguata per ospitare un congruo numero di persone. con riferimento all orientamento normativo in materia, le aree idonee vengono individuate in funzione dei seguenti requisiti di massima: posizione baricentrica rispetto all'area servita ed ai rischi considerati; assenza di rischi per lo scenario considerato (es. inondazione, attività industriali a rischio, etc.); dimensioni sufficienti per accogliere almeno alcune decine di persone; posizione in prossimità di un nodo viario o comunque facilmente raggiungibile anche da mezzi di grandi dimensioni; per le aree di accoglienza o ricovero, disponibilità di collegamenti con le principali reti di servizi (acqua, energia elettrica, smaltimento di acque reflue, gas, etc.). per le aree di accoglienza o ricovero, ubicazione in un area idonea ad eventuale espansione. 13

19 Tali aree non sono soggette a servitù permanente: come anticipato esse infatti sono utilizzate in emergenza per un periodo di tempo di alcuni giorni o settimane; pertanto sebbene ne debba essere garantita in ogni caso la disponibilità immediata nelle emergenze, le stesse ovviamente sono utilizzabili in tempo di pace per altri fini. Sulla base delle attività che in ognuna di esse si dovranno svolgere vengono distinte in: - Aree di attesa: nelle quali accogliere la popolazione prima della fase parossistica dell evento o nell immediato post-evento; - Aree di ammassamento (solitamente definite a livello intercomunale o provinciale): nelle quali convogliare i soccorritori, le risorse ed i mezzi di soccorso della popolazione; - Aree di accoglienza o di ricovero di emergenza: nelle quali installare i primi insediamenti abitativi e le strutture di accoglienza per la popolazione colpita. L elenco e le caratteristiche delle aree di emergenza individuate nell ambito del territorio comunale sono descritte dettagliatamente in Appendice 2a e 2b; mentre la loro localizzazione nel dominio territoriale di interesse, è visibile in Allegato 1bis AREE DI RACCOLTA E DI ATTESA Le aree di attesa sono i luoghi di prima accoglienza (in generale piazze, slarghi della viabilità, parcheggi, aree verdi, spazi pubblici e privati ritenuti idonei e non sensibili agli scenari di rischio individuati) in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive, o successivamente al verificarsi di un evento calamitoso (con tempi di utilizzo in genere limitati fra alcune ore o qualche giorno), raggiungibili attraverso un percorso sicuro possibilmente pedonale. Qui vengono svolti i controlli necessari a cura del personale della Polizia Municipale, dell Ufficio Anagrafe e del Servizio Sanitario. Queste aree devono essere indicate con precisione e chiarezza alla popolazione, anche mediante delle esercitazioni e la divulgazione di materiale informativo. Le aree di attesa devono essere necessariamente individuate dai Sindaci nel territorio di propria competenza. Nell ambito del territorio comunale di Castronno sono state identificate e segnalate ai fini dell emergenza di protezione civile le seguenti aree di raccolta ed attesa: CAMPO DA CALCIO COMUNALE con accesso da Via Piave, per una superficie scoperta complessiva di circa mq 5000 con pavimentazione in terra battuta ed in erba; PLESSO SCOLASTICO DI VIA MONTE GRAPPA con accesso da Via Monte Grappa, Via Campo dei Fiori, per una superficie scoperta complessiva di circa 6000 mq con pavimentazione in erba e asfaltata; PARCO COMUNALE C/O Villa Puricelli Situato in Via Sacro Monte, per una superficie scoperta di circa mq con pavimentazione in terra ed erbosa in parte coperta da alberi ad alto fusto; CAMPO DA CALCIO Oratorio Parrocchiale con accesso da Via Sacro Monte, per una superficie scoperta complessiva di circa 6300 mq con pavimentazione in terra battuta e asfalto; PARCHEGGIO VIA S. ALESSANDRO antistante Industrie De Molli SpA, area pianeggiante di circa mq 2000; PARCHEGGIO VIA ROMA n.8 ex Supermercato TIGROS, area pianeggiante,completamente asfaltata, di circa mq.800; PARCHEGGIO AREA FERROVIARIA (STAZIONE) Via Stazione, area pianeggiante, asfaltata a ridosso del centro, di circa mq

20 COMUNE DI CASTRONNO Provincia di Varese ID OBJECTID CODTIPO CODDETT DENOMINAZIONE INDIRIZZO COD COMUNE COD UTILIZ VULNERAB SUP UTILE ANNOTAZ CAMPO CALCIO COMUNALE VIA PIAVE // PLESSO SCOLASTICO VIA MONTE GRAPPA // ORATORIO VIA SACRO MONTE // PARCO VILLA PURICELLI VIA SACRO MONTE // ID OBJECTID CODTIPO CODDETT DENOMINAZIONE ATTREZZATA TENDOPOLI CONTAINER CAPPERSON POSTI LETTO COD PAVIM CAMPO CALCIO COMUNALE PLESSO SCOLASTICO ORATORIO PARCO VILLA PURICELLI Tabella 1 superficie strategica dbf regionale 1 15

21 6.3.2 AREE DI ACCOGLIENZA O DI RICOVERO DI EMERGENZA Le aree di ricovero di emergenza (o di accoglienza) sono quelle superfici in cui potrà essere sistemata la popolazione costretta all evacuazione, per periodi più o meno lunghi a seconda del tipo di emergenza ovvero in cui è possibile pianificare l allestimento delle opere di urbanizzazione e la successiva disposizione di moduli abitativi di soccorso, finalizzati al ricovero della popolazione evacuata dalle abitazioni colpite e non più agibili. L individuazione di settori di territorio idonei ad ospitare aree di ricovero di emergenza per moduli abitativi di protezione civile è legata a fattori di natura funzionale, morfologico-idrogeologica ed urbanistica, alla valutazione dello scenario di rischio ed all impostazione globale della pianificazione di emergenza. Le aree di accoglienza devono essere necessariamente individuate dai Sindaci nel territorio di propria competenza. Per quanto riguarda il territorio comunale, le infrastrutture maggiormente adeguate ad essere destinate ad area di ricovero di emergenza sono i Campi Sportivi Comunali in via Piave, ed il Plesso Scolastico di Via Monte Grappa, il Campo Sportivo dell Oratorio ed il parco di Villa Puricelli in Via Sacro Monte. Campo sportivo comunale: Il campo sportivo comunale destinato ad attività calcistica dilettantistica occupa una superficie di circa mq 5000 con pavimentazione in erba naturale e terra battuta. Si trova a circa 600 m dal centro abitato e risulta collegato con strade di buon calibro alla SP341 (raggiungibile attraverso Via Piave in direzione di Via Roma). L area è attrezzata e servita di rete acquedottistica, fognaria, elettrica e gas metano. L ospitalità potenziale, attraverso strutture abitative di emergenza (container, tendopoli, prefabbricati, etc.), può variare tra circa 180 e circa 300 persone in relazione alle tipologie di infrastrutture e di servizi essenziali da installare. In caso di necessità è possibile utilizzo del campo di calcio adiacente in terra battuta nonché la tensostruttura, l area di ricovero di emergenza può essere potenziata fino a poter ospitare tra circa 40 e circa 80 persone in aggiunta. Plesso Scolastico, Via Monte Grappa: Occupa una superficie di circa mq 6000 costituito da tre edifici Scolastici, la Palestra Comunale un area a verde con pavimentazione in erba naturale strada di distribuzione interna. Si trova a circa 300 m dal centro abitato e risulta collegato con strade di buon calibro alla SP341 (raggiungibile attraverso Via Campo dei Fiori). L area è attrezzata e servita di rete acquedottistica, fognaria, elettrica e gas metano. L ospitalità potenziale, attraverso strutture abitative di emergenza (container, tendopoli, prefabbricati, etc.), può variare tra circa 150 e 200 persone, è possibile attrezzare anche la palestra comunale posta, su due paini, che permetterebbe di ospitare altre 50/70 persone. Oratorio: Il campo sportivo destinato ad attività ludico-sportive occupa una superficie di circa mq 6300 con pavimentazione in erba naturale e terra battuta. Si trova a circa 200 m dal centro abitato e risulta collegato attraverso la Via Sacro Monte, con strade di buon calibro, alla SP341. L area è attrezzata e servita di rete acquedottistica, fognaria, elettrica e gas metano. L ospitalità potenziale, attraverso strutture abitative di emergenza (container, tendopoli, prefabbricati, etc.), può variare tra circa 100 e circa 150 persone in relazione alle tipologie di infrastrutture e di servizi essenziali da installare. 16

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