La monetazione dei Flavi. Caratteri generali e aspetti tipologici Samuele Ranucci

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2 358 La monetazione dei Flavi. Caratteri generali e aspetti tipologici Samuele Ranucci La lunga tradizione nello studio della monetazione dei Flavi ha prodotto, nel tempo, numerosi lavori dedicati all organizzazione delle complesse serie monetali emesse da Vespasiano, Tito e Domiziano nell arco dei ventisette anni di regno della dinastia, dal 69 al 96 d.c. La tendenza generale degli studi, fino al XIX secolo, è l elaborazione di cataloghi sistematici con criteri volti a un rapido riconoscimento degli esemplari. In questo filone si inserisce tra gli altri Cohen che, nella sua Description historique 1, elenca ancora le monete nell ordine alfabetico dei tipi del rovescio. Gli anni tra le due guerre del secolo scorso vedono l edizione del secondo volume, comprendente i regni dei Flavi, di The Roman Imperial Coinage (= RIC II) e del catalogo del British Museum (= BMCRE II). Questi due repertori presentano per la prima volta i materiali in ordine cronologico, ordinati per zecche, metallo e nominali. Le introduzioni generali di questi volumi costituirono i primi saggi sulla monetazione flavia, basati sulla nuova organizzazione dei dati e capaci di fornire un miglior strumento di ricerca storica 2. La necessaria revisione, a distanza di più di ottant anni, del lavoro di Mattingly e Sydenham ha dato luogo alla recente nuova edizione della prima parte, quella relativa agli anni 69-96, di RIC II. L atteso lavoro di Carradice e Buttrey preceduto da importanti contributi che ne annunciavano e preparavano l edizione 3 rivede, emenda e correda di una nuova introduzione l ormai datato catalogo degli anni venti del secolo scorso. L incipit della nuova edizione sottolinea la complessità e il fascino della monetazione dei tre imperatori flavi: the coinage of the Flavian emperors was amongst the most varied, interesting and attractive ever produced by Romans. La grande varietà della monetazione di questo periodo emerge anche dall esame delle numerose emissioni provinciali, recentemente oggetto di una nuova sistemazione (Roman Provincial Coinage, vol. II = RPC II) 4. I cataloghi delle emissioni romane imperiali e di quelle provinciali hanno permesso di chiarire o definire meglio alcuni problemi aperti circa le cronologie, l attribuzione alle zecche e la localizzazione di queste ultime, mettendo in evidenza, tra l altro, il complesso fenomeno della produzione di monete per l Oriente nella zecca di Roma e, viceversa, di monete romane imperiali nelle province 5. Il quadro complessivo dei luoghi di produzione delle monete è alquanto articolato. La zecca di Roma coniò per tutto il periodo seguendo il sistema monetale tradizionale, introdotto dalla riforma augustea, che prevedeva nove nominali: aureo e quinario aureo, denario e quinario d argento, sesterzio e dupondio di oricalco, asse di rame, semisse di oricalco e quadrante di rame 6. A Roma furono altresì prodotti, con minor continuità, altri nominali destinati alla circolazione in Oriente; si tratta principalmente di monete d argento cistofori, didracme, dracme ed emidracme ma anche di monete di metallo vile 7. Alla luce delle attuali proposte attributive il quadro della monetazione romana imperiale dei Flavi può essere delineato, in estrema sintesi, secondo lo schema proposto nella tabella 1 8. L inizio del regno di Vespasiano presenta, come prevedibile, la situazione più complessa, con emissioni in Spagna (Tarraco?) e in Oriente. L assenza dell imperatore fino all ottobre 70 ha fatto dubitare che la produzione stessa di monete vespasianee a Roma fosse iniziata prima di questa data 9, ma appare probabile che l arrivo nell Urbe delle forze di Vespasiano, il 20 dicembre 69, possa aver determinato le prime emissioni già sul finire di quell anno. Aurei e denari con legenda IMP CAESAR VESPASIANVS AVG, senza ulteriori titolature e da considerarsi precedenti a quelli del 70 con l indicazione del secondo consolato (COS ITER), sembrerebbero infatti ascrivibili al periodo tra la fine del 69 e il gennaio La produzione di monete in un numero elevato di zecche è frutto, da un lato dell eredità dei regni precedenti, dall altro della situazione contingente che necessitava, dopo la guerra civile, di un aiuto alle finanze e della promozione del nuovo imperatore. Dopo i primi anni di regno di Vespasiano prevale tuttavia la tendenza ad accentrare a Roma la produzione monetaria. Il volume delle emissioni prodotte nella capitale del- TABELLA 1 Emissioni romane imperiali di Vespasiano Roma AV AR AE d.c. Spagna AV AR AE d.c. Balcani (emissioni militari) AV AR d.c. Egitto (Alexandria?) AV d.c. Giudea AV d.c. Siria (Antiochia) AV AR - 70 d.c. Lugdunum AV AR AE d.c. Siria (Antiochia) AV AR d.c. Ephesus AV AR d.c. Asia Minore (Ephesus?) AR - 76 d.c. Lugdunum - - AE d.c. Asia Minore (Ephesus?) - - AE d.c. Emissioni romane imperiali di Tito Roma AV AR AE d.c. Roma e Tracia? (monete di restituzione) - - AE d.c. Zecca orientale (Tracia?) - - AE d.c. Emissioni romane imperiali di Domiziano Roma AV AR AE d.c. Zecca orientale (Tracia?) - - AE d.c. Emissioni provinciali coniate a Roma Cappadocia - AR d.c. Siria (Antiochia) - - AE 74 d.c. Cipro - - AE d.c. Asia Minore - AR d.c. Cappadocia - AR - 94 d.c. Asia Minore - AR - 95 d.c. l impero fu maggiore di quello ipotizzabile per tutte le altre zecche messe insieme 11. Nei regni di Tito e Domiziano la monetazione imperiale fu prodotta quasi esclusivamente a Roma, con la sola eccezione, tra l 80 e l 82, di emissioni di bronzi in Oriente (Tracia?). Gli standard ponderali e il tenore del metallo nobile delle monetazioni flavie seguono due tendenze differenti prima e dopo la riforma domizianea dell anno 82. Durante i regni di Vespasiano e Tito sembrano essere adottati gli standard introdotti dalla riforma neroniana del 64, progressivamente alleggeriti di peso e tenore 12. La principale riforma monetaria di Domiziano interrompe questa prassi e riporta la quantità di argento del denario e il peso dell aureo ai livelli augustei 13. In questa occasione fu probabilmente licenziato ed esiliato il responsabile delle attività della zecca, il (procurator) a rationibus. Il personaggio, un liberto imperiale entrato nell ordine equestre sotto Vespasiano e verosimilmente chiamato Tiberius Iulius Augusti libertus [---], è altrimenti noto perché padre di Claudio Etrusco e citato da Stazio (Silv. III, 3) 14. Una seconda riforma domizianea abbassa leggermente gli standard del metallo nobile nell anno in cui l imperatore acquisisce la carica di censore, l 85. A differenza dei precedenti due regni pare che il peso e il tenore decisi dalle riforme domizianee furono seguiti con maggior rigore, senza le fluttuazioni e il progressivo svilimento che caratterizzarono i regni precedenti 15. La zecca che produsse la maggior parte delle monete flavie, l officina Monetae, fu probabilmente interessata dall incendio che per tre giorni devastò la città nell e la sede fu spostata dall Arx Capitolina, dove si trovava dall epoca repubblicana, alla Regio III. L edificio nel quale fu trasferita la zecca, verosimilmente tra l 81 e l 84, è infatti identificabile con i resti conservati sotto la chiesa di San Clemente 17. È possibile che Vespasiano si sia occupato direttamente dell attività della zecca sull Arx all inizio della sua carriera senatoria. Il cursus honorum del futuro imperatore deve aver infatti compreso una delle cariche del vigintivirato, che, come noto, era stato regolato in età augustea e prevedeva, oltre ai tresviri monetales (o IIIviri aere argento auro flando feriundo) altri diciassette magistrati: tresviri capitales, quattuorviri viarum curandarum e decemviri stilitibus iudicandis. L ipotesi, avanzata da Buttrey 18, che Vespasiano possa aver ricoperto proprio la carica di triumvir monetalis potrebbe ricevere una prova indiretta dalla particolare attenzione che l imperatore sembra aver avuto nei confronti dei tipi monetali storici e in particolare di quelli tiberiani. Le possibili date in cui Vespasiano avrebbe ricoperto la carica sarebbero il 28 o il quadriennio 31-34, appena prima o subito dopo il tribunato militare. Nel 28 non vengono emesse monete bronzee datate, mentre dal alla fine del regno di Tiberio furono coniate monete raffiguranti il globo con timone e il caduceo alato. Il fatto che questi due tipi non ricorrano più nella monetazione romana imperiale finché non si ritrovano insieme, su quadranti vespasianei del 74 19, è quantomeno una interessante coincidenza. D altro canto è stato notato che le cariche di IIIvir monetalis e Xvir stilitibus iudicandis sembrerebbero le meno probabili perché maggiormente ambite rispetto alle altre e solitamente riservate a rampolli di importanti famiglie senatorie 20. Resta fatto innegabile, a prescindere dalle magistrature ricoperte nel cursus honorum, che il regno di Vespasiano abbia una monetazione dagli aspetti particolarmente innovativi e mostri attenta cura alla scelta dei tipi. La discussione circa l influenza dell imperatore nella monetazione e l impatto dei tipi monetali sulla popolazione è questione aperta, ma nel caso di Vespasiano e di tutta la dinastia flavia l influenza sembra diretta e decisiva 21. La tipologia della monetazione flavia introduce nuovi elementi e consolida aspetti stilistici e di contenuto che caratterizzeranno le monete dei successivi due secoli: l uso del ritratto per la promozione dinastica; l introduzione di un grande numero di tipi e legende che ricordano realizzazioni e imprese dell imperatore e la parallela riproposizione di tipi monetali storici; la rappresentazione di edifici e monumenti costruiti, ricostruiti o restaurati dai Flavi. La prassi consolidata di raffigurare la testa dell imperatore, o più raramente di un altro membro della famiglia imperiale su tutti i nominali tranne che su quelli più piccoli, viene sviluppata da Vespasiano che condivide, in una scala mai vista prima, i diritti delle monete con i suoi due figli. La raffigurazione dei loro ritratti è parte integrante della deliberata politica di legittimazione della dinastia attraverso l elevazione di Tito a co-imperatore e il conferimento di titoli a entrambi gli eredi. Sembra probabile che l inizio delle abbondanti emissioni per Tito nel 72 sia da porre in relazione alla sua promozione a erede dopo il ritorno a Roma e alla sua partecipazione al trionfo del 71. Un anno dopo, nel 73, fu similmente dato risalto a Domiziano con una abbondante serie di emissioni che coincide con il conferimento della carica di consul ordinarius.apartire dagli anni 72 e 73, quando Tito e Domiziano sono rispettivamente consoli per la seconda volta, le loro teste compaiono con frequenza nella monetazione vespasianea e si trovano anche come tipo del rovescio, per esempio quella di Tito sulle monete emesse in Siria nel ,e insieme affrontate sull oro e l argento del primo periodo vespasianeo a Roma 23. L uso di riprodurre i familiari continua sotto i regni di Tito e Domiziano e si estende ad altri membri della famiglia oltre al Divus Vespasianus. Sono infatti frequenti le raffigurazioni da vivi o divinizzati di altri membri della famiglia: delle due Domitille (moglie e figlia di Vespasiano) 24, di Giulia (figlia di Tito), di Domizia (moglie di Domiziano), del figlio divinizzato di quest ultima (Divus Caesar) e di Vespasianus Iunior (erede adottivo di Domiziano) 25. Le teste si presentano prevalentemente a destra, ma non mancano casi con ritratti a sinistra più frequenti nella seconda metà del regno di Vespasiano e poi con Tito, ma utilizzati anche per Domiziano. I diversi tipi di busto nudo, drappeggiato, con drappeggio sulla spalla sinistra, laureato, con aegis sono talvolta associati ai diversi nominali. L uso della corona radiata a indicare i dupondi, già inaugurato da Nerone e successivamente abbandonato da Galba e Vitellio, viene reintrodotto nel 71 e resterà a indicare i nominali doppi, anche sulle teste degli antoniniani da Caracalla in poi, fino a tutto il III secolo d.c. Fanno eccezione i dupondi di Domiziano Cesare, l erede minore, che sembrano utilizzare per lo stesso proposito un busto drappeggiato 26. I rovesci delle monete presentano una grande varietà, dovuta soprattutto alla pratica del cambio annuale dei tipi per le monete in metallo nobile reintrodotta da Vespasiano, contrariamente all uso imperiale recente, a imitazione del modello repubblicano. Le varie zecche attive durante i primi anni del regno raffigurano tipi dinastici, di vittoria e di pace, originali o presi dal repertorio del circolante. Le iconografie sono simili, ma le diverse zecche sviluppano in modo diverso le proprie versioni. Per esempio il tipo della Iudaea è raffigurato sulle emissioni della zecca di Roma seduto o più di rado sotto una palma, a Lione (Lugdunum) compare un differente tipo di Iudaea sotto la palma e un tipo di Iudaea Devicta, stante e legata accanto alla palma, mentre a Ephesus che presenta costantemente tipi esclusivi di questa zecca lo stesso messaggio è reso con la Victoria che scrive Iudaea Devicta su uno scudo su palma 27. La zecca di Roma, come detto la più importante per volume delle emissioni, presenta sui rovesci annuali delle monete vespasianee d oro e argento e sul metallo vile una grande varietà di tipi per i quali Mattingly proponeva una suddivisione in tre classi principali 28 : a) tipi riferibili a eventi storici e all instaurazione della dinastia, come la Iudaea, il ritorno di Vespasiano e Tito a Roma (NEP 359

3 RED), Victoriae, Mars, Pax, Principes Iuventutis, Concordia Augusti; b) tipi definiti programme types, includendo tra questi quelli di significato religioso, come Vespasiano Pontifex Maximus, il Tempio di Vesta, i tipi con strumenti sacerdotali, Salus, Pax, Fides Publica, Aequitas, Ceres, Annona; c) tipi che ripropongono iconografie monetali dei precedenti duecento anni. alla luce degli studi che hanno seguito un primo elenco per i tipi flavi a opera di Hill 35 e soprattutto in seguito al lavoro di revisione generale della monetazione flavia operato da Carradice e Buttrey. La nuova edizione di RIC II ha infatti espunto alcuni esemplari dubbi riportati nei cataloghi precedenti e utilizzati da Hill e altri 36. D altro canto, il rinvenimento di nuovi esemplari ha permesso di confermare l autenticità 1. Tito, sesterzio, d.c., zecca di Roma (RIC II 2, T 184). 2. Tito, sesterzio (rilavorato), d.c., zecca di Roma (RIC II 2, T 165). 3. Tito, dupondio (falso?), di emissioni delle quali si dubitava. La lista che segue intende d.c., zecca di Roma Il breve regno di Tito si distingue principalmente per l ulteriore sviluppo della pratica di riprendere iconografie storiche con l introduzione quindi elencare e discutere brevemente, in ordine topografico secon- (RIC II 2, T 205). delle monete di restituzione. Si tratta di vere e proprie copie che per la do le regiones augustee, gli edifici e i monumenti riprodotti sulle 4. Domiziano, sesterzio prima volta dichiarano l imitazione (REST) di monete precedenti prevalentemente giulio-claudie e le imitano anche negli aspetti stilistici e la equestre di Domiziano e gli altari, tranne l Ara Pacis. La serie di (RIC II 2, D 800). monete flavie (copia rinascimentale?),. Non sono comprese le statue, con l eccezione di quel- tecnici come la forma del tondello 29. Tra le novità tipologiche maggiormente significative anche le monete di consacrazione per il Divus emissioni per i Ludi Saeculares dell 88 d.c è trattata a parte dopo la lista degli altri monumenti. Vespasianus (con un apposito nuovo ritratto) e per Domitilla (con il carpentum, 360 MEMORIAE DOMITILLAE) e le monete per la figlia Giulia. In riferi- mento diretto o indiretto ai giochi per l inaugurazione del Colosseo vengono emesse, oltre ai rari sesterzi che raffigurano il monumento, monete in metallo nobile con l elefante, e le serie cd. pulvinaria, di natura apparentemente religiosa 30. Il principale nuovo tipo sul bronzo è la Iudaea Capta in ricordo del personale contributo di Tito alle vittorie che diedero l impero ai Flavi. Regio III, Isis et Serapis Amphiteatrum Flavium. L Anfiteatro Flavio compare su sesterzi di Tito datati (fig. 1) e su sesterzi di Domiziano per Divo Tito dell Queste monete sono state sottoposte ad analisi a opera di Elkins 40 che le ha suddivise in quattro tipi e ha espunto numerosi falsi elencando quarantadue esemplari autentici. I sesterzi di Tito presentano un primo tipo con l anfiteatro rappresentato con ai lati SCe senza il dettaglio Regio VI, Alta Semita potesi cade dal momento che l analisi dei conî ha documentato che 361 Le prime emissioni di Domiziano proseguono sulla falsariga di quelle di Tito. La monetazione d oro e argento segue l esempio delle precedenti nell inserimento di tutti gli elementi, numerati, della titolatura imperiale. Anche la direzione delle legende, lo stile del ritratto e i tipi del rovescio sono, da principio, gli stessi. La principale monetazione di bronzo fa riferimento alle precedenti monete per Domiziano Cesare. Continua l emissione delle monete di consacrazione, in questo caso per il Divus Titus, e parallelamente si presenta l imperatrice Domizia per dare continuità alla dinastia. Tutto ciò fino all 82. In quest anno grandi novità intervengono in seguito alla riforma monetale. Cessa la produzione delle monete di bronzo e cessa definitivamente la produzione di monete romane imperiali in Oriente. Seguiranno tre anni di sperimentazione nei quali vengono introdotti nuovi tipi. Di questi alcuni verranno poi abbandonati, mentre altri, come i quattro tipi di Minerva o la Germania sconfitta, diventeranno le nuove raffigurazioni stabili del rovescio di denari e aurei, abbandonando la pratica vespasianea del cambio annuale dei tipi. Sul bronzo tra gli altri tipi campeggia la divinità preferita, Minerva, fino all 82. Le emissioni riprendono, dopo lunga interruzione, nell 84 e presentano, soprattutto sui sesterzi, varie scene eroiche o memorabili di Domiziano Germanicus e personificazioni tra le quali la nuova Moneta Augusti 31, adattata e sostituita alla Aequitas molto frequente nei regni precedenti 32. Il nuovo sistema dei tipi si ripete di anno in anno con la sola eccezione dell 88 quando delle emissioni con raffigurazioni speciali commemorano i Ludi Seculares. Sul finire del regno, nel 95-96, compaiono nuovi e rari tipi del rovescio. Tra questi i più significativi riproducono una serie di templi. Il periodo flavio è quello in cui compare con maggior frequenza la raffigurazione di edifici e monumenti nell ambito della monetazione romana imperiale. Già con Vespasiano e Tito, ma principalmente con gli ultimi anni di regno di Domiziano, una serie di edifici pubblici, templi e altri monumenti fanno la loro comparsa sulle monete. In particolare i larghi sesterzi, come già accadeva con Nerone, costituiscono il supporto ideale per queste raffigurazioni. Va tuttavia notato che l incidenza dei tipi architettonici rispetto agli altri è sempre minoritaria 33 ed è spesso rappresentata da emissioni poco o affatto abbondanti. Premettendo che il grado di affidabilità delle rappresentazioni architettoniche sulle monete è stato oggetto di grande discussione 34 si dedicherà loro un attenzione particolare come appare necessario della tribuna imperiale; il secondo e il terzo tipo riproducono l edificio con la tribuna imperiale e affiancato dalla Meta Sudans e da una porticus probabilmente riferibile alle terme di Tito inaugurate insieme all anfiteatro 41. Gli elementi accessori si trovano invertiti nelle due varianti: Meta Sudans a destra e thermae (?) a sinistra nel primo caso, viceversa nel secondo caso. L anfiteatro, visto dall alto di scorcio, occupa sempre il diritto delle monete. Al rovescio compare invariabilmente Tito seduto a sinistra su sella curule, tra armi, con ramo nella destra e rotolo nella sinistra. I sesterzi emessi da Domiziano ripropongono il terzo tipo di quelli di Tito, in un caso utilizzando lo stesso conio di diritto. L occasione dell emissione di queste monete è senza dubbio l inaugurazione dell anfiteatro e i ricchi giochi organizzati per l occasione. Elkins avanza l ipotesi che queste monete rare e dall iconografia così particolare 42 possano essere state distribuite a ciascuno degli spettatori dei giochi inaugurali dell 80 o lanciate alla folla come dono durante gli spettacoli susseguitisi negli anni 80 e 81. L usanza sarebbe stata poi ripresa da Domiziano che avrebbe coniato nuove monete con gli stessi tipi per i giochi in onore del fratello 43. Meta Sudans. La fontana monumentale, situata all incrocio di quattro o cinque regiones augustee, sarebbe riprodotta, oltre che accanto all Anfiteatro Flavio, come tipo principale di sesterzi e dupondi di Tito dell (figg. 2, 3). Il monumento appare in modo diverso sui diversi nominali, con getti d acqua nel primo caso, senza acqua e con base decorata da nicchie e statue nel secondo caso. Le differenze nella raffigurazione non impedirebbero che il monumento raffigurato sia lo stesso 45, ma il problema per queste emissioni è a monte. I tre esemplari in tutto che documentano questi tipi sono stati infatti segnalati come probabili falsi da tempo 46 e così sono considerati in RIC II 2 : per il sesterzio si ipotizza che possa trattarsi di una moneta con Spes rilavorata in epoca moderna; quanto ai due dupondi quello del British Museum appare rilavorato su entrambi il lati, mentre l esemplare di Parigi è ritenuto falso 47. Nell attesa di nuova evidenza il tipo va quindi espunto da quelli autentici. Resta tuttavia aperto il problema cronologico determinato dalla raffigurazione di questo monumento sui sesterzi con l Anfiteatro Flavio che sembrerebbero documentarne la costruzione da parte di Tito. Questo dato non trova conferma nelle fonti che attribuiscono il monumento a Domiziano 48. Templum Gentis Flaviae (?). Il tempio fu certamente edificato da Domiziano sul luogo della casa dove era nato nel 51. Non c è accordo sull identificazione del luogo esatto in cui sorgeva l edificio né sul suo aspetto 49. Le monete chiamate in causa per questo tempio sono un aureo 50 e due sesterzi 51 (fig. 4), che rappresentano un tempio o un sacello con due colonne su podio, fiancheggiato da due vittorie, con statua maschile togata seduta. L edificio è stato descritto solitamente come tempio rotondo o, in alternativa, come sacello retto da quattro colonne e con tetto piramidale. Forti dubbi sussistono circa l autenticità sia dell aureo, noto da un solo esemplare dato per probabile falso in RIC II 2, che dei sesterzi. Di questi si conoscono tre esemplari: due sono certamente copie realizzate per fusione. Dell unico sesterzio coniato si ipotizza che sia un falso rinascimentale, ma non è escluso che possa trattarsi di un esemplare autentico 52. In tal caso, con i forti interrogativi che permangono circa l autenticità di questo tipo monetale, è stato ipotizzato che potrebbe rappresentare un aedicula per il Divo Vespasiano scelta come rappresentazione dell intero tempio 53. Torelli 54 ha posto l attenzione su un sesterzio che riproduce un grande edificio a tre piani, l ultimo dei quali presenta una facciata con dieci colonne per la quale propone l interpretazione come tempio decastilo (fig. 19) (si veda infra: Domus Flavia). Darwall-Smith 55 non riconosce una rappresentazione del tempio o di parte di esso in questo o nei precedenti tipi monetali. Regio VIII, Forum Romanum Porta Triumphalis. Sesterzi di Domiziano del (fig. 5) riproducono un arco quadrifronte sormontato da quadrighe di elefanti. Per l arco in questione sono state ipotizzate differenti identificazioni e localizzazioni. Hill ha proposto di riconoscervi l Arcus Domitiani all incrocio tra la Via Lata e il Vicus Pallacinae, vicino all attuale piazza Venezia 57. Una successiva analisi ha portato a identificare questo arco con quello descritto da Marziale (VIII, 65, 6-10) accanto al Tempio della Fortuna Redux 58. L arco sarebbe identificabile con la Porta Triumphalis, attraverso la quale i cortei dei trionfatori entravano in città. La porta sarebbe da collocare tra i templi di Fortuna (Redux) e Mater Matuta presso l attuale area sacra di Sant Omobono 59. Il tipo monetale si trova, con leggere varianti, in altri sesterzi databili agli anni 85 e Ciò ha portato a ipotizzare che l arco fosse riprodotto con cadenza quinquennale in occasione degli anniversari di regno dell imperatore. L i- questi sesterzi sarebbero falsi e riprodurrebbero il tipo del rovescio del abbinato a differenti diritti 60. Templum Divi Augusti (?). Un tempio ottastilo riccamente decorato e con iscrizione IMP CAESAR sull architrave è riprodotto su denari domizianei databili agli anni Il tipo ricorda raffigurazioni simili su monete di Caligola e Antonino Pio (nel secondo caso con due colonne in più). L identificazione con il Tempio del Divo Augusto è proposta da Hill 61, che ipotizza una ricostruzione domizianea del monumento in seguito all incendio dell 80, non documentata da altre fonti. Tutti gli esemplari finora esaminati si sono tuttavia rivelati dei falsi suberati 62 rendendo quindi inconsistente la documentazione numismatica domizianea 63. Equus Domitiani. La colossale statua equestre di Domiziano, eretta nel 91 e collocata al centro del Foro Romano, è rappresentata su sesterzi del (fig. 6). Il tipo monetale è descritto da Mattingly e Hill 65 come Domiziano a cavallo, con eccessiva cautela forse basata sulla conoscenza di un solo esemplare scarsamente leggibile ritenuto allora unico. La raffigurazione riproduce chiaramente la statua descritta da Stazio nelle Silvae (I, 1), completa dei dettagli: la piccola statua di Minerva dietro la criniera e la testa di Rhenus sotto la zampa anteriore 66. Aedes Vestae. Il Tempio di Vesta, ricostruito dopo l incendio del 64, è riprodotto, e identificato, su assi di Vespasiano con legenda VESTA, datati 72 e 73 ed emessi anche a nome di Tito e di Domiziano 67 (figg. 7, 8). L edificio, a differenza di quelli fin qui esaminati, non è costruito in epoca flavia, né si conoscono interventi di restauro vespasianei, ma si è supposto che l imperatore possa averlo dotato di una nuova statua di culto. La statua che appare nel tipo monetale è infatti stante con simpulum e scettro, mentre l iconografia dominante del periodo precedente la vede seduta 68. Un secondo tipo monetale riproduce un tempio simile, rotondo e con quattro colonne come il primo, ma affiancato da due statue e con statua di culto con Palladium e scettro. Il tipo si trova su aurei datati (e 74?) emessi da Vespasiano per sé e per i figli 69 (fig. 9). Per il tempio riprodotto su queste monete è stata proposta da alcuni l identificazione con il Tempio di Vesta sul Palatino 70 o più recentemente con un monoptero collegato al Tempio di Apollo 71 mentre per altri le differenze

4 5. Domiziano, sesterzio, (RIC II 2, D 796). 6. Domiziano, sesterzio, (RIC II 2, D 797). 7. Vespasiano, asse, 73 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 601). 8. Vespasiano per Tito, asse, 73 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 640) Vespasiano per Tito, aureo, 73 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 558). 10. Vespasiano, sesterzio, d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 996). 11. Vespasiano, sesterzio, d.c., zecca di Lugdunum (RIC II 2, V 1293). 12. Tito, cistoforo, d.c., zecca di Roma (RIC II 2, T 515). 13. Domiziano, cistoforo, 82 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 842). 14. Domiziano, denario, (RIC II 2, D 815). 362 delle due raffigurazioni sarebbero irrilevanti 72. Una nuova variante di asse del 73, descritta ma non riprodotta in RIC II 2, riporterebbe l edificio con le statue ai lati, così come compare negli aurei 73. Marta, nella piazza del Collegio Romano, fu edificato da Domiziano 87.Il monumento, da riconoscere su denari domizianei assegnati alle serie del (fig. 16), è raffigurato come un edificio rotondo su podio, con due colonne su ciascun lato della statua di culto elmata. Il tetto appare ornato di globi e palmette, su architrave liscio. una cornice metallica come medaglione) 100, sono state avanzate altre interpretazioni del tipo monetale. Nash propone di riconoscervi la Domus Tiberiana, estensivamente ricostruita da Domiziano 101, ma la maggior parte degli studiosi 102 ritiene che si tratti della parte cerimoniale della grande residenza di Domiziano sul Palatino, la Domus Flavia, vista dal Clivus Palatinus. Il complesso edilizio che oltre al palazzo ufficiale di rappresentanza comprendeva la Domus Augustana, l abitazione privata dell imperatore, e lo stadio sarebbe stato edificato, sotto la direzione dell architetto Rabirio, dal principio del regno per essere terminato nel Torelli propone di riconoscere su questi sesterzi il Tempio della Gens Flavia 104. Darwall-Smith esclude questa ipotesi adducendo a motivazione il fatto che le emissioni flavie presenterebbero sempre le sole facciate degli edifici sacri 105. Questa affermazione è smentita dalle raffigurazioni prospettiche di templi sulle monete per i Ludi Saeculares (si veda infra). Monumenti non localizzabili Arcus Vespasiani (?). Un raro sesterzio di Vespasiano datato al (fig. 22) mostra una scena di sacrificio con l imperatore incoronato da Vittoria. Sullo sfondo un arco trionfale apparentemente quadrifronte visto di scorcio, con sopra due figure stanti. La legenda che accompagna la scena è VICTORIA AVG S C, da mettere in relazione alla vittoria giudaica. Kleyner propone di identificare le due statue sull arco come maschili e le attribuisce al Genius Senatus, a sinistra con capelli lunghi e barba, e al Genius Populi Romani, a destra con cornucopia e patera. La localizzazione del monumento è ignota e la lettura dei dettagli iconografici, comprese le statue sull arco, da verificare. Il monumento raffigurato è con buona probabilità 115 uno degli archi trionfali eretti per Vespasiano e Tito dopo la presa di Gerusalemme ai quali accenna Dione Cassio (LXV, 7, 2). 363 Aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini. Il Tempio di Giove Capitolino, distrutto durante gli scontri tra i seguaci di Vitellio e di Vespasiano nel 69, fu ricostruito a partire dal 21 giugno 70 (Tac. Hist. IV, 53). Nuovamente distrutto dall incendio dell 80 fu riedificato e inaugurato da Domiziano. L edificio vespasianeo è identificabile con quello raffigurato su monete della zecca di Roma, assi del e sesterzi del (fig. 10), e della zecca di Lugdunum, assi del (fig. 11). Il tempio appare esastilo con le tre statue di Giove, Giunone e Minerva visibili tra le colonne. Alcune varianti distinguono le raffigurazioni sui vari nominali e tra le zecche 77. Il tempio domizianeo apparirebbe già su un sesterzio e un cistoforo di Tito con legenda CAPIT RESTIT, entrambi databili agli anni (fig. 12). L edificio è rappresentato nel primo caso con sei colonne, nel secondo con quattro. Queste raffigurazioni sarebbero da considerare come dichiarazione di intenti, forse da mettere in relazione all inizio dei lavori di restauro 79, e il monumento raffigurato sarebbe il progetto del tempio 80. Un altro cistoforo emesso in Asia, questa volta da Domiziano, riprodurrebbe nuovamente il tempio nell 82 d.c 81 (fig. 13) come tetrastilo e con legenda CAPIT RESTIT come i cistofori di Tito. Sembra probabile che il tempio dovette essere completato entro la metà del decennio e non entro l 82 come è stato suggerito 82. Alcune emissioni dell 88, per i Ludi Saeculares, sembrano riprodurre l edificio sullo sfondo delle scene religiose (si veda infra). L ultima raffigurazione del tempio si troverebbe infine, con sei colonne e iscrizione IMP CAESAR sull architrave, su denari del (fig. 14). Regio IX, Circus Flaminius Ara Pacis Augustae (?). Il monumento augusteo è riconoscibile e inequivocabilmente identificato dalla legenda PACIS su un raro asse domizianeo datato dell 86 (COS XII) (fig. 15). L esemplare citato e riprodotto da Hill 84 è riportato in Cohen e nei cataloghi del secolo scorso 85. Carradice e Buttrey comprendono la moneta in RIC II 2, riproducendo lo stesso esemplare da Parigi, che tuttavia è segnalato come falso 86. Aedes Minervae Chalcidicae. Il Tempio di Minerva collocabile nel Campo Marzio tra il Serapeo e la Porticus Divorum, sotto la chiesa di Santa Aedes Isidis (Iseum). Il Tempio di Iside Campense è riprodotto su sesterzi vespasianei del 71 (COS III) 89 (fig. 17) ora tutti attribuiti alla zecca di Roma 90. Il motivo della rappresentazione del monumento non edificato da Vespasiano, ma già in epoca repubblicana 91 sarebbe da individuare nell episodio che vede Vespasiano e Tito essere accolti al tempio la notte precedente il loro trionfo 92. Dell edificio è raffigurata la facciata tetrastila, su podio, con frontone semicircolare. Un altro sesterzio del 73 (COS IIII CENS) 93 riprodurrebbe il tempio. La moneta non è stata tuttavia recepita in RIC II 2 ed è data come non verificata nella tabella di concordanze con l edizione precedente 94. Il tempio, distrutto dall incendio dell 80, è ricostruito da Domiziano, ma non si conoscono tipi monetali di questo imperatore che raffigurano il nuovo edificio 95. Aedes Serapis (Serapaeum). Del santuario a Iside e Serapide in Campo Marzio ricostruito da Domiziano resta documentazione numismatica relativa al Serapeo. Denari domizianei 96 (fig. 18), appartenenti alla serie avente come soggetto vari monumenti negli ultimi anni di regno dell imperatore (95-96), riproducono un tempio tetrastilo su podio, apparentemente con capitelli con foglie di loto, e statua di culto con modius affiancata da Cerbero 97. Regio X, Palatium Domus Flavia (?). Rari sesterzi domizianei datati agli anni (COS XVII) 98 (fig. 19) riproducono in modo prospettico un edificio composto da tre piani. Il primo livello presenta un ampia porta al centro, forse con un portico, e due porte più piccole ai lati. Il piano intermedio ha una porta al centro, affiancata da tre nicchie per parte. Il piano superiore contiene una fila di dieci colonne sotto un frontone con due figure che tengono un oggetto non identificabile. Di fronte alle colonne tre figure (statue?). Questa struttura è stata originariamente interpretata come tempio decastilo edificato su doppio basamento a rappresentare il Capitolium sul Colle Capitolino 99. Accantonato il dubbio che si tratti di un falso, dopo il rinvenimento di un esemplare da scavo archeologico a Bonn (peraltro inserito in Sacrarium Minervae (?). Numerosi sesterzi di Domiziano raffigurano l imperatore con patera nell atto di sacrificare su un altare collocato di fronte a un sacello con una piccola statua di Minerva. Le monete, emesse nell 85, 86 e (fig. 20), farebbero riferimento, come proposto da Scott e ripreso da altri 107, a un sacrarium dedicato alla dea da collocare nelle stanze di Domiziano. Il tipo monetale sarebbe, secondo Mattingly 108, da mettere in relazione alle vittorie contro le tribù germaniche. Il titulus di Germanicus compare dall 83 sulla monetazione domizianea. Aedicula Vestae (?). Il sacello di Vesta sul Palatino è stato da alcuni identificato con quello raffigurato su aurei del (fig. 9) (si veda supra Aedes Vestae). Regio XI, Circus Maximus (?) Sacellum Magnae Matris (?). Un sacello tetrastilo con tetto piano, statua femminile stante e una seconda figura femminile sul tetto a cavallo di un leone, è riprodotto su denari di Domiziano con legenda IMP CAES attribuiti agli ultimi anni di regno, (fig. 21). La figura sul tetto appare identificabile con Cybele, e conseguentemente così è stata identificata anche la statua all interno. Hill 110 propone di riconoscere nell edificio un sacello di Magna Mater (Cybele) da collocare nella Regio XI.Lo stesso edificio sarebbe riprodotto anche su sesterzi di Traiano che raffigurano il Circo Massimo 111. Darwall-Smith condivide l identificazione della statua, ma è scettico sull ipotesi attributiva 112. Templa incerta. Un denario domizianeo del riproduce un tempio ottastilo con statua seduta non meglio identificata e iscrizione IMP CAES sull architrave 116 (fig. 23). Mattingly 117 proponeva una identificazione come Tempio dei Divi Vespasiano e Tito. Hill 118 propone di identificare l edificio come Templum Iovis Victoris ipotizzando che si trovasse all angolo orientale del Palatino, ma la ricostruzione topografica recente vede l area della grande sostruzione realizzata da Domiziano occupata da giardini, gli Adonaea, e da un tempio solo a partire da Elagabalo 119. Darwall-Smith 120 ipotizza invece che la moneta domizianea possa raffigurare il Tempio di Iuppiter Custos da collocare su un basamento individuato e demolito sotto l attuale via del Tempio di Giove. In questo caso la collocazione appare improbabile per le ridotte dimensioni della terrazza che sarebbero insufficienti ad accogliere l edificio 121. Un secondo tempio, tetrastilo, con porta chiusa e corona sul frontone, è riprodotto su un denario di Tito dell 80 (TRP IX IMP XV COS VIII PP). Della moneta è noto un unico esemplare, già nella collezione Gnecchi, suberato e ritenuto un falso antico anche sulla base della legenda anomala del diritto: IMP TITVS CAE VESPASIANVS AVG P M invece di IMP TITVS CAES VESPASIAN AVG P M 122. Columna Rostrata Octaviani. Aurei e denari di Vespasiano e Tito, datati al (fig. 24) restituiscono il tipo monetale di rovescio di un denario ottavianeo 124 che mostra Ottaviano (?) ammantato stante a sinistra con lancia e parazonium e legenda IMP CAES. I tipi flavi differiscono leggermente dal prototipo per l assenza del mantello e una evidente corona

5 15. Domiziano, asse (falso), 86 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 494). 16. Domiziano, denario, (RIC II 2, D 814). 17. Vespasiano, sesterzio, 71 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 117). 18. Domiziano, denario, (RIC II 2, D 812). 19. Domiziano, sesterzio, (RIC II 2, D 799). 20. Domiziano, sesterzio, 85 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 277). 21. Domiziano, denario, (RIC II 2, D 813). 22. Vespasiano, sesterzio, 71 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 212). 23. Domiziano, denario, (RIC II 2, D 816) Vespasiano, denario, 79 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, V 1066). 25. Domiziano, sesterzio, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 609). 26. Domiziano, sesterzio, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 608). 27. Domiziano, asse, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 625). 364 radiata. Hill propone di riconoscere in entrambi i tipi la colonna rostrata eretta nel Foro dopo la battaglia di Nauloco o quella eretta nell Area Apollinis dopo la battaglia di Azio. La corona radiata sarebbe stata aggiunta dopo la divinizzazione di Augusto. Mattingly, sulla base della corona, proponeva, di riconoscere sulle monete flavie una rappresentazione del Colossus 125. Ludi Saeculares Sulle monete domizianee emesse nell 88 compaiono tipi realizzati in occasione della celebrazione dei Ludi Saeculares 126. L unico monumento raffigurato su aurei e denari è il cippus, con iscrizione LVD SAEC FEC o COS XIIII LVD SAEC FEC, da solo o con candelabro-bruciaprofumi e araldo 127. Sulle emissioni in metallo vile è invece riprodotta una ricca serie di scene relative ai tre giorni di celebrazioni: 1-2) riti preliminari, distributio suffimentorum 128 e acceptio frugum 129 (figg. 25, 26); 3) riti del primo giorno, il sacrificio a Giove o Giunone 130 (fig. 27); 4) riti del secondo giorno, la preghiera delle matrone 131 (fig. 28); 5) riti del terzo giorno, sacrificio ad Apollo e Diana 132 (fig. 29); 6) riti della prima notte, sacrificio alle Moire 133 (fig. 30); 7) riti della seconda notte, sacrificio alle Ilizie 134 (fig. 31); 8) riti della terza notte, sacrificio alla Terra 135 ; 9) scena di processione 136. A questi si aggiungerebbe una scena di adlocutio documentata da un solo esemplare del Museo Archeologico Nazionale di Napoli 137. Nei primi sette casi compaiono edifici a fare da sfondo alla scena principale 138 : templi tetrastili nelle scene 1, 2 e 4, templi esastili nelle scene 3, 5 e 6, e una struttura complessa nella scena 7. I templi tetrastili, rappresentati sempre in veduta prospettica da sinistra o da destra, sono stati variamente riferiti al Tempio di Giove Capitolino 139 o a quello di Ops 140. I santuari esastili, sempre visti di fronte, sono stati attribuiti ancora a Giove Capitolino 141 o al Tempio di Apollo Palatino per la scena del sacrificio ad Apollo e Diana 142 o al Tempio di Giove al Tarentum o di Giove Statore al portico di Ottavia 143. Recentemente Scheid ha supposto che le differenze nel numero delle colonne siano dovute a mere esigenze figurative, con i templi che a seconda dell angolazione divengono tetrastili o esastili, e che non ci sia la volontà di rendere le particolarità architettoniche, bensì il solo intento di mostrare che i riti si svolgevano davanti a un luogo di culto pubblico 144. L esame d insieme delle raffigurazioni dei riti notturni che si svolgevano al Tarentum 145, ha portato a proporre una identificazione degli sfondi delle scene con sacrificio alle Moire e alle Ilizie e a spiegare l insolita assenza della quinta architettonica nel sacrificio alla Terra. La ricostruzione del complesso nel quale si svolgevano questi riti, come temenos addossato con il lato occidentale al Tevere e delimitato a est da due templi (da mettere in relazione con l ara di Dite e Proserpina) e a sud dal Trigarium, porterebbe infatti a vedere sullo sfondo del sacrificio alle Ilizie i due templi separati da un arco, uno solo dei quali farebbe da sfondo al sacrificio alle Moire. Le due scene si svolgerebbero in luoghi differenti dell area sacra e sarebbero quindi rappresentate da diverse angolazioni. Il sacrificio alla Terra, senza monumenti sullo sfondo, si svolgerebbe in un terzo luogo più lontano dai monumenti. L identificazione come coppia di templi per il tipo architettonico più complesso, basata anche sul confronto con un frammento della Forma Urbis, non è l unica proposta. Altri riconoscono nella raffigurazione un porticato a due piani 146, caratteristico delle vie del Campo Marzio; un teatro ligneo 147 ; una costruzione effimera, come una scenae frons o un ninfeo 148 o una serie di tre edicole 149. La rapida scorsa dei tipi monetali flavi con raffigurazioni architettoniche mostra un quadro tutt altro che definitivo circa le identificazioni degli edifici e dei monumenti che queste a vario titolo riproducono. La speranza è che la visione d insieme di queste emissioni, a trenta anni di distanza dall elenco datone da Hill 150, possa da un lato evidenziare le questioni ancora aperte stimolando la ricerca in questa direzione, dall altro invitare alla cautela nell utilizzare tipi monetali di dubbia autenticità ancora recepiti, ma segnalati, in RIC II Domiziano, sesterzio, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 610). 29. Domiziano, asse, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 624). 30. Domiziano, dupondio, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 628). 31. Domiziano, dupondio, 88 d.c., zecca di Roma (RIC II 2, D 621)

6 366 note 1 Cohen La fondamentale innovazione nell organizzazione delle serie monetali è sottolineata in Carradice 1998, pp Basti citare, tra gli altri, i principali contributi e monografie degli stessi Carradice (1983, 1993, 1998) e Buttrey (1972, 1980); lo studio sulla monetazione bronzea vespasianea di Kraay (1978) e quello sulle monete di restituzione di Komnick (2001); tra i cataloghi di grandi collezioni museali, HCC e BNC. 4 Colpisce, per esempio, la maggior abbondanza di emissioni flavie provinciali rispetto a quelle giulio-claudie, nonostante l arco cronologico sia molto più breve. Cfr. RPC II, p. XIII. 5 RPC II, pp. 8-13; RIC II 2, pp Con l eccezione di rarissimi multipli domizianei in oro e argento. Cfr. Toynbee 1985, p Cfr. Carradice, Cowell Lo schema non comprende, naturalmente, la lunga serie di emissioni provinciali. Per una lista delle città che emisero monete cfr. RPC II, pp L abbreviazione AE, adottata nello schema, identifica tradizionalmente le emissioni in metallo vile, sia esso bronzo, oricalco o rame. 9 RPC II, p RIC II 2, pp. 19, RIC II 2, p. 4. Per l analisi del volume delle emissioni dei tre imperatori ibidem, pp , , RIC I 2, pp ; RIC II 2, pp RIC II 2, pp L augurio con il quale si chiude la parte del poema di Stazio dedicata al Balneum Claudii Etrusci (et tua iam melius discat fortuna renasci; Silv.I, 5, 65) è visto come una discreta allusione alle vicende di Etrusco che accompagna il padre in esilio e al loro ritorno a Roma; cfr. Nauta 1995, p Per gli aspetti numismatici cfr. Carradice Per il personaggio cfr. da ultimo Zeiner 2005, p Analisi condotte con diverse tecniche per stabilire la percentuale di metallo prezioso nelle monete flavie hanno dato, soprattutto per Vespasiano, risultati non definitivi che oscillano dal 79% al 90% di argento nei denari. Cfr. RIC II 2,p.3 per la bibliografia di riferimento, in particolare Walker Per gli anni delle due riforme domizianee cfr. Carradice, Cowell D.C. LXVI, 24; Suet. Tit. VIII. 17 Coarelli 1994; Coarelli 2008, pp , , Lo spostamento della zecca in questo periodo è ampiamente documentato, ma vale la pena tornare brevemente sull argomento. Colpisce infatti che in RIC II 2 non siano messe in relazione a questo fatto eccezionale, né l assenza di emissioni databili dal 1 luglio 80 alla fine del regno di Tito, né l interruzione della coniazione di moneta bronzea domizianea per quasi due anni e neppure l introduzione, nell 84 dei nuovi tipi tra i quali la personificazione della Moneta Augusti. Nell introduzione al regno di Tito del volume di Carradice e Buttrey si accenna al problema e si ricorda che è stato ipotizzato che l incendio potrebbe aver interrotto le operazioni di zecca, ma si lascia intendere che la zecca possa aver continuato la sua attività ininterrottamente nell Questo sarebbe desumibile dal gettito abbondante della prima metà dell 80 e dell inizio del regno di Domiziano e dalla recente scoperta di un esemplare unico di denario, frutto di errore, che abbina un rovescio degli ultimi denari di Tito (ante 1 luglio 80) a un diritto della prima emissione del regno di Domiziano (post 13 settembre 81); Cfr. RIC II 2, pp. 185 e (D) 6. Entrambi gli argomenti non sembrano tuttavia probanti e l ipotesi che le monete di metallo nobile di Tito con titolatura TRP IX IMP XV COS VIII siano state prodotte fino all 81 resta tale. Similmente si noti che le emissioni in bronzo (oricalco e rame) hanno la sola indicazione del consolato e non sono quindi databili meglio che all La già citata produzione di monete in metallo vile in Oriente negli anni 80-82, caso unico per i regni di Tito e Domiziano e più abbondante per il primo (RIC II 2, pp. 4-5), può forse essere ricondotta alle vicende che coinvolsero la zecca di Roma in quel periodo. 18 Buttrey 1972, in part. pp RIC II 2, p. 111, n Cfr. Levick 2005, pp Crawford (1983) sostiene che l influenza dell imperatore sulla monetazione sarebbe stata minima e il ritratto imperiale sarebbe l unico elemento importante della tipologia monetale e dubita che gli altri elementi possano aver avuto una diffusa intellegibilità. Posizioni opposte sono in Ehrhardt 1984 e Wallace-Hadrill 1986 e in merito alla monetazione flavia in particolare in Carradice (1993, p. 174) e Darwall-Smith (1996, pp ). 22 RIC II 2, V RIC II 2, V 15, 16. Il tipo monetale riproduce lo schema utilizzato per i ritratti dei suoi figli da Vitellio, del quale non si evitano deliberatamente i tipi. 24 Della prima non compare il ritratto, ma la si ricorda con la raffigurazione del carpentum abbinata alla legenda MEMORIAE DOMITILLAE. RIC II 2 T Raffigurato solo su monete provinciali della zecca di Smirne, con legenda OUESÄASIANOS NEWTEROS, datate circa d.c. RPC II, nn Causando peraltro maggiori errori di zecca e non pochi problemi nell identificazione dei nominali. Cfr. Carradice 1981, RIC II 2,p RIC II 2, pp RIC II, pp Va notato che la tendenza di Mattingly e altri all interpretazione forzata dei tipi è stata oggetto di forti critiche negli studi contemporanei. Fondamentale sull argomento la confutazione a opera di Buttrey (1972) della tesi di Laffranchi (1911) e Grant (1950) definita da Carradice anniversary theory. Emblematica la definizione di quest ultimo circa l approccio di Mattingly ai tipi monetali: virtually every one of which had to be explained in terms of a relationship to the ruler or a current event. Even when the design was obviously copied from a much earlier (e.g. Roman republican) coin, the occasion for the copying still required explanation (Carradice 1998, p. 96). 29 RIC II 2, pp Cfr. Komnick 2001, la cui classificazione è adottata in RIC II 2, T RIC II 2, pp Si veda nota RIC II 2,p Burnett 1999, pp. 156, Sull argomento si vedano tra gli altri Hackens 1972, Ehrhardt 1984, Hill 1989, pp. 7-8 e Burnett 1999, con bibl. prec. 35 Hill 1979; Hill Cfr. Darwall-Smith 1996, in part. pp , , Il riferimento ai singoli esemplari è indicato, seguendo lo schema di RIC II 2, con l iniziale dell imperatore seguita dal numero della moneta. 38 RIC II 2, T IMP T CAES VESP AVG P M TR P P P COS VIII = 1 gennaio settembre RIC II 2, D 131; Hill 1979, p. 205; Hill 1989, pp Elkins Darwall-Smith 1996, pp. 88, In riferimento alla peculiarità della visione aerea dell anfiteatro e alla rappresentazione assolutamente inusuale dei monumenti circostanti. 43 La quantità totale delle monete emesse dai cinque conî del diritto noti per i sesterzi di Tito assommerebbe a non più di sesterzi. La cifra sarebbe paragonabile agli spettatori che l edificio poteva contenere stando ai cataloghi regionari. Elkins (2006, pp ) propende per una distribuzione scaglionata nel tempo, ma non esclude la possibilità del donativo in unica soluzione. 44 RIC II 2, T 165, 205. Hill 1979, p. 206; Hill 1989, pp Vedi RIC II 2, p. 209, nota 22 per il sesterzio e p. 211, nota 32 per il dupondio. 45 Darwall-Smith 1996, p Cohen 1880, p. 450, n. 246: Toutes les médailles au même type que j ai vues en grand bronze sont fausses ou suspectes. 47 RIC II 2, p. 209, nota 22 e p. 211, nota 32; Hill 1979, p. 206 (conosce solo l esemplare di Londra); Giard 1998, n. 28 (false). 48 Cfr. Darwall-Smith 1996, p. 217 che riprende Hill (1979, p. 206) ipotizzando che il monumento sia raffigurato allo stato di progetto. Sulla esistenza di una meta più antica, di età giulio-claudia, documentata da recenti scavi e da una lettera di Seneca, si vedano Zeggio, Pardini 2007; Coarelli 2008, pp Darwall-Smith 1996, pp ; Coarelli 2008, pp , 311. Si rimanda anche al contributo di Eugenio La Rocca nel presente volume per le recenti acquisizioni sul monumento. 50 BMCRE II, n. 229 (95-96 d.c.); RIC II 2, p. 323, nota Rispettivamente BMCRE II, p. 388, n. * e p. 407, n. *, datati d.c. e d.c. Per il secondo sesterzio (RIC II 2 D 800) cfr. RIC II 2, p. 324, nota RIC II 2, p. 324, nota 92; Carradice 1979, pp Carradice 1979, pp Torelli 1987, pp Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, D Hill 1979, p. 207; Hill 1989, p Coarelli 1968, pp Carradice 1979, pp ; Darwall-Smith 1996, pp ; Coarelli 2008, p Più di recente è stato proposto di identificare la Porta Triumphalis domizianea con l Arco di Portogallo, lungo la Via Lata, all altezza dell Ara Pacis. Cfr. Liverani 2005, in part. p Per la teoria dell anniversario cfr. Hill 1989, p. 51. Per l identificazione come falsi cfr. Carradice 1979, p Questi sesterzi, ancora utilizzati tra gli altri in Volpe, Loreti 2001, sono assenti in RIC II Hill 1979, p. 208 e Hill 1989, pp Carradice 1983, p. 40; RIC II 2, p. 319, nota Richardson 1992, p. 157; Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, D BMCRE II, p. 406, n. ; Hill 1979, p. 208; Hill 1989, p Castagnoli 1953,p ; Carradice 1979, pp ; Darwall-Smith 1996, pp Hill 1979, p. 208; Hill 1989, pp ; Cecamore , p. 28. Assi di Vespasiano: RIC II 2, V ; per Tito: RIC II 2, V ; per Domiziano: RIC II 2, V 492, Cecamore , pp Il tipo statuario sarebbe quello riprodotto nei denari vespasianei RIC II 2, V 360 (= BMCRE II, n. 71) e ora anche in un denario della zecca di Antiochia (RIC II 2, V 1556). 69 Aurei di Vespasiano: RIC II 2,V , 524, , 704; per Tito: RIC II 2, V 510, 530, , 708; per Domiziano: RIC II 2, V 537,559. Gli aurei RIC II 2, V 704, 708, entrambi unici e con insolita legenda del diritto, sarebbero i soli databili al 74 d.c., cfr. RIC II 2, p. 109, note 134 e 135, tutti gli altri hanno la stessa cronologia degli assi con tipo simile: d.c. Hill (1979, p. 217) cita aurei databili al d.c. assenti in RIC II Hill 1979, pp ; Hill 1989, pp ; Cecamore , p Cecamore 2002, pp BMCRE II, p. XXXVI; Küthmann, Overbeck 1973, nn RIC II 2, V 600 (senza immagine = Sternberg Auktion 11, 20/11/1981, lot. n. 605; non vidi). 74 RIC II 2, V 323, 491, 598, RIC II 2, V 714, 740, 817, 886, 996, RIC II 2, V 1239, Per la descrizione delle varianti e la discussione del tipo cfr. Darwall-Smith 1996, pp Le monete descritte come dupondi sono riportate come assi in RIC II RIC II 2, T 172, Come documentato dagli Acta Arvalium per il 7 dicembre 80 d.c. (CIL VI, ). 80 Hill 1979, pp ; Hill 1989, pp ; Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, D Hill 1979, p. 210; contra, Darwall-Smith 1996, pp RIC II 2, D 815; cfr. Darwall-Smith 1996, pp per un tentativo di spiegazione della legenda sull architrave. 84 Hill 1979, p. 211; Hill 1989, p. 63, fig Cohen 1880, n. 338; BMCRE II, p. 383, n. ; RIC II, p. 196, n RIC II 2, D 494 (Paris, faux, 43). 87 Per le fonti epigrafiche e letterarie circa la cronologia, l identificazione del tempio e l associazione al tipo monetale cfr. Castagnoli 1960, pp RIC II 2, D 814. Per l attribuzione si vedano anche Hill 1979, pp ; Hill 1989, p. 28, fig. 38 (con diversa cronologia per la moneta: 94 d.c.); Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, V , Precedentemente Roma, Tarraco e Lugdunum: BMCRE II, 572+, 659+, 780, 812//. 91 Cfr. Coarelli 2008, p Si rimanda al contributo di Gasparini nel presente volume per la discussione sul monumento. 92 Hill 1979, p. 212; Hill 1989, pp ; Darwall-Smith 1996, p RIC II, p. 78, n RIC II 2, p L unica rappresentazione architettonica avvicinabile alla sfera isiaca è in un denario del d.c. che riprodurrebbe un Tempio di Cybele (si veda infra: Aedes Magnae Matris). 96 RIC II 2, D Hill 1979, p. 212; Hill 1989, p. 29; Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, pp BMCRE II, p. 406*, RIC II, p. 205*. 100 Haberey 1960, pp Forti dubbi sull autenticità sono espressi in Hill 1979, pp e Hill 1989, pp Carradice (1979, pp ) considera il tipo autentico analizzando i tre esemplari conosciuti. 101 Nash 1958, pp Giuliani 1977, pp ; Carradice 1979, pp ; Darwall-Smith 1996, pp Per la ricostruzione cfr. Coarelli 2008, pp Torelli 1987, pp Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, D 277, 355, 399, 467, Scott 1935, pp ; Hill 1979, p. 217; Hill 1989, pp (lararium); Darwall-Smith 1996, p BMCRE II, p. XCIII. 109 RIC II 2, D Hill 1979, pp ; Hill 1989, pp RIC II, p. 284, n Il sacello sarebbe riconoscibile nella piccola costruzione a destra dell obelisco centrale. 112 Darwall-Smith 1996, p RIC II 2, V Kleiner 1989; Kleiner 1990, in part. pp Darwall-Smith 1996, pp Concorda con il riferimento alla fonte letteraria, ma non si pronuncia circa l ipotesi ricostruttiva di Kleiner. 116 RIC II 2, D BMCRE II, p. LXXXVIII. 118 Hill 1979, pp ; Hill 1989, pp Coarelli 2008, pp Per una raccolta delle ipotesi sulla collocazione del Tempio di Giove Vincitore cfr. Cecamore 2002, pp Darwall-Smith 1996, p La terrazza, di m, ospitò forse il basamento dell altare della gens Iulia. Cfr. Coarelli 2008, p Hill 1979, pp RIC II, p. 118, nota *. Assente in RIC II RIC II 2, V , T 9-10, 27-8, RIC I 2, p. 60, n. 271 (circa a.c.). 125 BMCRE II, p. XLII. 126 RIC II 2, D (14 settembre - 31 dicembre 88 d.c.). 127 RIC II 2, D Anche sui dupondi RIC II 2, D Sesterzi, RIC II 2, D Sesterzi, RIC II 2, D Dupondi, RIC II 2, D 620; assi, RIC II 2, D Sesterzi, RIC II 2, D Dupondi, RIC II 2, D 618; assi, RIC II 2, D Dupondi, RIC II 2, D 619, Dupondi, RIC II 2, D 621; assi, RIC II 2, D Sesterzi, RIC II 2, D Sesterzi, RIC II 2, D Dupondio, RIC II 2, D 622. Breglia 1964, p. 299, tav (Napoli, 7165); Grunow Sobocinsky 2006, pp , tav. 2, fig. 5. La moneta presenta il diritto dei dupondi domizianei dell 88 d.c., ma appare anomala rispetto alla serie con iconografie relative ai Ludi per l assenza della sigla S C, che compare invariabilmente nell esergo del rovescio delle altre emissioni. In questo esemplare l esergo è occupato dall ultima parola della legenda così ricostruibile: [COS XIIII] LVDOS SAECVL FECIT. 138 Per la lunga discussione sull iconografia di queste monete cfr. Scott Ryberg 1955, pp ; Hill 1961; Pighi 1965; Coarelli 1977; Di Manzano 1984; La Rocca 1984, pp ; Coarelli 1997, pp ; Scheid 1998a, in part. pp , Scott Ryberg 1955, pp ; Hill 1961, pp ; Hill 1979, p. 210; Hill 1989, p Di Manzano 1984, pp ; solo in relazione alle scene con sacrificio a Giove e preghiera delle matrone. 141 Scott Ryberg e Hill, cfr. nota Di Manzano 1984, p Hill 1961, pp Scheid 1998a, pp Con l unica eccezione dello sfondo architettonico della scena con sacrificio alle Ilizie. 145 Coarelli 1997, pp Scott Ryberg 1955, pp Hill 1979, p. 213; Hill 1989, p. 46, 148 La Rocca 1984, pp Di Manzano 1984, p Hill

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