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1 . «// ^»tv^^> W. 1NE»ICAZI01«AnTJQUABlA PCL REALE MVSEO ESTENSE 3>: 3i 4 I :

2 AL CANDIDO E BENIGNO LETTORE L amena e sontuosa villa del Catajo (*), situata appie di uoo de' vagbissimi colli Eoganei, alia dittanza di otto miglia incirca da Padova, presso le terme della Battaglia, e non molto luogi da quelle di Abano, e cbe fino dalla sua origine fu dallo Speroni e dal Betussi (i) meritamente cele- (*) Questo luogo di delisie dei Signori Obizzi, col Palazzo ovvero Gastello ivi da esso loro edificato, che veramente i aingolare del tuttu e meraviglioao, fu senza meno coai denominato in riguardo alls meraviglie che del Katay, o aia Catajo ( nome dato alia parte aettentrionale della Gina da popoli settentrionali dell Asia a tempi di Marco Polo), e della capitale di esso avente nel mezzo una bella Fortezza a difesa del Palazzo del Re, narravano i Viaggiatori Yeneziani ed altri de bassi tempi {v. il Milionn di Marco Polo,»d. del Baldelli, Fir, 1837, T. II, p. 869^ e la Raccolta del Ramusio, T. 1, fol. 340, E, Fenez. 1606). (i) Fra le opere del celebre letterato e filosofo Sperone Speroni ( T. I, p. a ) ^ un Dialogo intitolato della laudi del Catajo, che peraltro versa piuttosto intorno ai meriti della Signora Beatrice degli Obizzi, ed e tutto scberzevole. Storico, ma di uno stile alquanto stucchevole, si h il Ragionamento di M. Giuseppe Betussi sopra il Cathaio, luogo dello III. S. Pio Enea Obizzi, stampato primamente in Padova nel 1573, e poscia in Ferrara nel 1669 con giunta del Gonte Fr. Berni.

3 4 brata si per la singolare saa vaghezza come per li preclari dipinti che I adornano, in sul finire del secolo scorso e sul principio del presente crebbe di molto in fama per Tinsigne Museo di Antichita, e per la ricca Armeria, che vi raccohe il Marchese Tommaso Obizzi, ultimo deirulustre sua famiglia, il quale, morto nell anno i 8 o 3, lasoi5 quel luogo di delizie de'suoi roaggiori in eredita alia R. Casa Estense. Que due principal! or* namenti della R. Villa Estense del Catajo furono in poche parole ma degnamente lodati dal celebre Lanzi, che nella Storia Pittorica dell Italia T. Ill, Scuola Venez. Epoc. ii ragionando ( ) dell emolo di Paolo Veronese, Batista Zelotti, dice di Ini : «Una delle pin grand! sue opere ^ al Catajo, villa del Sig. Marchese Tommaso Obizzi, ove intorno al 1570 figurh in varie stanze i fasti di quell antichissima famiglia, e chiarissima in toga e in armi (a). La villa h frequentata sempre da forestieri trattivi dalla sua grandiosita, e dalla fama di queste pittnre e del prezioso Museo di (a) OltTs i fasti della Famiglia Obizzi, diitribuiti in quaranta compartimenti, nelle pnreti di una grandioga sala e di cinque stanze, nel saffitto della detta sala sono tre magnifici quadri rappresentanti la Repubbtica Romana e le eagioni della sua rovina, la Repubblica Veneziana e le cagioni della ana grandezza e roantenimento, e la Monarcbia della Religione Cristiana, cui rendono obbedienza tutte le nazioni della terra. Sono opera del lodato Zelotti ; ma il merito dell invenzione e dei concetti si deve al Conte Girolamo Capo di Lista, nobile Padovano, ed a Bernardino Tomitano ( Setusti, Op. cit. ).. Digitized by CoQgle

4 , Antichita, che yi ba adunato il gia detto Signor Marchese, opera di pocbi anni, ma di un gusto, di una copia, di una rarita di cose che rende onore alio Stato». Sebbene il Lanzi chiami opera di pochi anni Padunar cbe fece il March. Obizzi quelle Antichita, ci6 vuolsi intendere detto in senso assai lato; poiche quello splendido Signore, per un quindici o venti anni almeno, non si rimase dal raccogliere Antichita d'ogni genere si dalle vicine contrade, e si da lontane ( 3 ). Dalle scavazioni, cb egli con tnolta spesa venia facendo nel territorio d Este e ne luoghi d intorno, ebbe alquante Iscrizioni Euganee, Vasi Cinerarii di rame, di vetro e di terra in copia grande, ed altri Monnmenti assai pregevoli. Da Volterra, e da altri luogbi della Toscana, ebbe venti e piu Urne cinerarie Etrusche, Vasi fittili dipinti, Specchi mistici, ed altre rare anticaglie. Molti Sarcofaghi Statue, Iscrizioni, Bronzi, ed altri oggetti antichi, gli pervennero da Roma, segnatamente intorno al 1790, ed altri eziandio da Napoli. Da Venezia, da Padova, dalla Dalmazia e da altre contrade, raccolse parecchi Monument! sepolcrali, ed altri marmi, provenienti dalla Crecia, e buon nutnero di Medaglie Romane e Greche. 5 (3) Il Lanzi medeaimo (Saggio di Lingua Etr. T. II, p. 635) fino dal 1789 acrivera come il Marcbeae Obizzi veniva acqniatando ed agginngendo al auo ricco Mnaeo alcune lacrizioni Euganee ; e continub egli ad aumentarlo fin che ci viase, vale a dire fino all anno i8o3.

5 6 Per tacere delle cose aatiche, cbe al presento piu non si trovano nel Mnseo del Catajo (4)> ^ farsi un idea in generale di quella grande raccolta 1 basta pure considerare, cbe yi si trovano loo e pin Statue, la Torsi, i8a Busti, 3o Teste, Fra le carte del Catajo riguardanti quel Muaeo, ch io (4) potei riacontrare per favore e cortesia dell IUmo Sig. Gav. Conte Luigi Forni, Ajutante di Campo di S. A. R. I Arciduca Francesco IV Duca di Modena ecc. trovasi il Catalogo della Medaglie Consolari ed Imperiali del Muaeo Grimani, acquistate dal March. Tommaso Obizzi nel 1780 per 3ao zecchini. Le Medaglie antiche Romane e Greche da lui raccolte insieme con alquante de tempi di mezzo e recenti, per quanto mi si dice, ascenders alia somma di ia,ooo all incirca. Queste, insieme con circa mille tra statuette ed altri oggetti minori in bronzo, furono trasportate a Vienna, e di 1& a Modena nel i8aa, ove fanno parte del R. Medagliere Estense, cbe, per cura e mnnificenza dell ottimo nostro Principe e delle RR. AA. degli Arciduclii suoi Fratelli, al presente k ricco di oltre a trenta mila Medaglie tra antiche e moderne. E qui mi giovi arvertire come le Greche Autonome per saggio divisamento della lodata A. R. dell Arciduca Massimiliano, cbe dal celebre Sestini venne meritamente appellato splendore e luminare degli studiosi della Numismatica, vi sono disposte per modo, cbe I ordine di esse risponda, per quanto ^ possihile, a quello col quale le varie parti e regioni della terra furono successivamente abitate dalle diverse antiche nazioni, conforme a quanto si raccoglie da prischi monumenti, e segnatamente dalle sante Scritture. E cotale distribuzione, per ci6 cbe riguarda le antiche monece Italiche, in parte confronts con quella cbe tenne il dotto e giudizioso Sig. Caraliere Millingen nell esimia receiite sua opera iiititolata Considerations sur la Numismatique de Vancienne Italie. Florence, Digitized by Google

6 1 5 Eroifl, ao e piu Urne cinerarie Etrnscbe, 8 Sarcofaghi, e 9 Cinerarj Romani di niarmo iigurati^ 64 Bassirilievi, 3o e pin Edicole sepolcrali figurate, 5 Iscrizioni Euganee^ preaso a 100 Romano, 0 ao Creche; senza dire di un buon numero di frammenti, e di que tanti oggetti minori riposti entro i5 Armadj, e di presso a 100 Colonne de piu vaghi e pregevoli marmi antichi, le quali ridotte a perfetto polimento ornano la grande Sala del Museo. Questa e lunga 73 metri e Inrga 5, 80: ed i monumenti vi aono aimmetricamente diapoati lango le pareti tntto alpintorno, e in un filare poato nel mezzo di eeaa, con tale apeaaezza, che non vi rimane quaai nulla di apazio vuoto. In riguardo agli apazj frappoati alle dieci fineatre volte a mezzogiorno, ed ai corriapondenti dell oppoata parete, e delle due altre minori, il Muaeo ai puo conaiderare diviao in XXIV Compartimenti, ne quali i varj Monumenti aono collocati e diapoati per modo che non aolo i Compartimenti ateaai conaiderati a due a due, I uno di rimpetto all altro, ma gli oggetti altreai di ciaacuno Gompartimento, fanai vicendevole riacontro, e ai vaga aimmetria nel tutto inaieme, che I osaervatore per poco non dimentica la mancanza dell ordine scientifico che richiederebhe la diatinzione de tempi, de luoghi e de auhhietti diverai. II Marcheae Tommaao Obizzi, che per ano diletto ebbe raccolti e cost diapoati tanti Monumenti, procurava eziandio, che quella ricca collezione tornaaae a profitto degli atudiosi delparcheologia; e molti di fatti ae ne giovarono, e gliene triba- 7

7 8 tarono le debite lodi. II Lanzi fin dal 1789 lodava la geatilezza di Ini nel comanicargli le rare sue Iscrizioni Euganee scoperte nell agro Estense ( 5 ). II Lanzi medesiroo, dope avere visitato ed ammirato il Museo dell Oblzzi al Gatajo, intorno al 1795, allor ch' egu trattenevasi in Bassano inteso alia econda edizione della sua Storia Pittorica, ne fece quel maguifico elogio rapportato qui sopra (v. Stor. Pittor. T. II, P. I, p. 1^0, ed. di Bassano * ; e V Opere postume del Lanzi, T. I, p. i o 3, a33 ), e poscia ne ricordava una rarissima statuetta di Proserpina con Iscrizione Etrusca, e le diverse maniere de Vasi d Este conservati nello stesso Museo (6). L' inclito Cardinale Stefano Borgia, ( 5 ) n Alquante Iscrizioni di qaesti popoli ( Veneti o tia Eugami) ci han raccolte il Bocchi in Adria, I Orsato a dopo lui il Maffei in Padova : le altre, trovate in Este nel Fadovano, si deono al nobil genio di S. E. il Sig. Conte d Obizzi, che con molta spesa in varie scavazioni h ito acqaistandole e aggiugnendole al suo ricco Museo. B da desiderare che si moltiplichino a segno da potervi, come nelle Etrusche, formar sistema. Assai per6 gli deggiamo; avendo ora per lui una certezza maggiore, che ivi regn6 un alfabeto e un linguaggio a parte, da non confondersi coll Etrusco )). Cosi il Lanzi nel suo Saggio di di Lingua Etrusca ( T. Il, p. 635 e 655 ). (6) 11 Lanzi nelle Disiertazioni dei Vasi antichi dipinti (Firenze i8o6, p. a6), «Altri, dice, da non trascurarsi, qnantunque senza Ggure, osservai nel gran Museo del Catajo, frutto delle scavazioni del Sig. Marchese Tommaso Obizzi in piu luoghi dell antico paese Euganeo». E nella Difesa dell Alfabeto Etrusco ( Memor. per servire alia Star. Utt. e civ, Venezia 1799, Nov. e Die, p. 11, xxsr), a

8 9 allor che nel 1798'! 799 si trattenne ia Padora (v. Memor. di Relig. T. XVII, p. 3 i 4 )«onori» pin volte di sua presenza il ricco Museo del Catajo, come a voce mi accertava il cb. Signor Professore Furlanetto; e insieme con lui il celebre P. Paolino da S. Bartolomeo, che intese ad illustrare una insigne Mnmmia di quel Museo, la quale ora trovasi nel Gesareo di ^Vienna, col suo* libro intitolato Mumiograpkia Musei Obiciani, stampato in Padova nel Non molto dopo, il dotto archeologo Romano Filippo Aurelio Visconti, si conferma della magna sna scoperta dell M equivalente ad S, R PhlereM, tcriv egli, h formola di donarj, fone donum, a PhereS i scritto in una rariaaima atatuetta di Proaerpina ia bronzo, cha adoma il gran Muaeo del Catajo. La vidi, a novamente tono aaaicurato di tal lezinne da S. E. il Sig. Marcheae Tommaso Obizzi, che adun6 e creace aempra quel teaoro di antichitk, a ne prepara attualmente una elegante edizione». Egli tomb a parlare della indicata atatuetta in uu suo Maa. che in parte fu pubblicato dal ch. Inghirami ( JUon. jetr. Ser. II, p. 653), riferendone eziandio I etruaca epigrafe, non per6 eaattamente del tntto, poich6 nella terza voce omiae la aeconda lettera, che 6 q, a lease la prima per S, che nell originale pare anzi 0. La riporta anche il ch. Vermiglioli (Iscriz. Perug. p, 44< a), a cni r ebbe comunicata 1 Obizzi atesso insieme con le Iscrizioni Euganee da zh raccolte. Egli dnbita, che la prima lettera della aeconda voce, anzi che T, aia P, ma nell originate, che ora trovasi nel R. Muaeo Eitense delle Medaglie in Modena, quella lettera 6 un T lampante. La Statnetta in diacorao i di donna vestita di tunica e di manto con melagrana nella sinistra; e in una delle pieghe, che forma il manto al dinnanzi della persona, 6 acritta d alto in basso la ridetta etruaca epigrafe, che in lettere noatre pub rendersi

9 lo porto al Catajo per fare la descrizioae di qael ricco Maseo, (v. Museo Chiaramonti, p. 3a8 ed. Milan.)-, ma nel breve apazio di sua diinora, che fn di quaranta giorni all incirca, non pot^ fame che un semplice inventario, che ivi tnttor si conserva in copia, e suol nominarsi Catalogo del Visconti ( 7 ). Intorno a qnegli anni il dotto anatomico Floriano Caldani, che fu intrinseco del Marchese Obizzi, andava preparando I edizione degli antichi Monu* menti scritti di qnel Museo, la quale peraltro rslthxs TLMSAOE8 cpmb. II brsccio destro, col grsppolo del- I uva nella raano, h un ristauro moderno ed arbitrarto. II Lanzi disse la itatuetta tronca del capo ; ma nell originala non veggo indizio alcuno di attaccatnra del capo ateaao, che peraltro aenibra ritoccato ne capelli. Queata rara e aingolare atatuetta, alta un palmo e mezzo, pu6 in parte com* penaare la perdita di altra simile, che dagli archeologi viene indicata col titolo di Jpollo Estense, e che nel aecolo xvi fu nella Biblioteca del Duca di Ferrara {Lanzi, Saggio T. II, p. 5a5 ). (7) Egli fu propoato a tale incarico da Mona. Gaetano Marini ( v. Mus. Chiaram. 1. c. ), probabilmente per mezzo del Cardinale Borgia (v. Marini, Papiri Diplom. p. 358 ). II Visconti dovette in allora prenderai i diaegni di aicnni monumenti figurati, che gli parvero interesaanti e singolari, siccome quello di una piccola atatuetta in bronzo di un gnerriero con elmo greco, owero corintio, da esso lui pubblicata nel Museo Chiaramonti ( Tao. agg. A. tit, n. 7 ), e che dra ai conserva nel R. Museo Elatense in Modena. Altra inaigne atatuetta proveniente dalla raccolta dell Obizzi, e rappreaentante Marte con patera nella d. e colla galea ornata di due penne, fu da me pubhlicata nel 1809 {Saggio di Oiserv. eec. p. 71). fs> Dit T'

10 non venne altrimenti ad effetto, sia per altre cagioni, sia per la morte del Marchese medesimo avvenuta nel giugno del i8o3 (8). Dopo che la villa del Gatajo venne in possesso della R. Casa d' Este, quelp insigne Museo fu, del pari cbe prima, frequentato da forestieri e in parte illnstrato dai dotti. La bella lapida di C. Antonio Flamine del Divo Giulio fu illustrate dal Caldani in una Memoria ch ei lesse all Accademia di Padova, e che poscia venne inserita nel Poligrafo di Milano nel i8i3 (Anno in, n, 3i ). II dottissimo Sig. Professore Abb. Giuseppe Furlanetto nelle sue giunte e correzioni al grande Lessico Forcelliniano fece uso delle anticbe Lapidi Latine del Museo del Gatajo da se diligentemente riscontrate. lutorno all anno 1824 il dotto Arcbeologo Bavarese (8) Fra le carte autografe del Caldani, che ora ai conservano preaso il lodato Sig, Professore Furlanetto, ve n'ha alquante che riguardano il Museo del Gatajo; e da esse si raccoglie, come le Igcrizioni antiche, ivi raccolte, dovean pubblicarsi distinte in quattro Classi, cib sono Euganee, Etrusche, Greche e Latine ; e come il capopagina e la finale di ciascuna classe dovea ornarsi co disegni de segnenti insigni Monument! : I, le due piramidette Euganee i vasi con igcrizioni Euganee ; II, un uma cineraria Etrnsca con iscrizione il Cinocefalo ; 111, la Musa sedente la tazza di vetro giallo con epigrafe Greca ; IV, il Sarcofago co motti SIC EST, HOC EST, ecc. la veduta del Museo. Non so, so cotale edizione, che dovea ornarsi eziandio colla veduta del Catajo in sul principio, fosse la stessa, che quella elegante edizione, che, a detto del Lanzi, preparavasi fino dal»799 ( V. addietro p. 9 ). Gl indicati Monumenti veggonsi tuttora nel Museo del Catajo, ad eccezione della

11 Signor Thiersch assai diligentemente osservo i monumenti figurati; e presi gli appunti di qnelli che gli parvero pin belli ed importantly ne diede ragguaglio nel sno Viaggio in Italia stain pato in Lipsia nel i8a6 (Reisen in Italien, /, p. 3o4~3ii ); e quindi il Museo Obizzi del Catajo ebbe luogo nell accurato novero de Musei deltalta Italia in- ' serito dal Muller nell esimio suo Manuale dell Archeologia dell Arti {Breslau 1 835, 334: cf.annali delv Jnstit. Archeol. T. V, p. 146 ). II oh. Signor Dottore Emilio Braun, Segretario editore deir Institnto di Corrispondenza Archeologica in Boma, che nel i833 vide ed ammiro quella preziosa raccolta, e con benigna annuenza deil'ottimo nostro Principe Francesco IV, si fece trarre i disegni de monumenti piu important!, era per tazza di vetro giallo, o tia imitante il colore dell ambra, che fa trasportata nel R. Museo Estense in Modena. Fa trovata a Bagnolo nel Bresciano, con altri vasi di vetro, e merita veraniente di essere fatta nota agli eruditi. Ella i di forma cilindrica del diametro di once 5 di palmo romano, ed alta once 3 ed ; i fornita di due manichi, tali da poterla tenere interendo 1 indice in uno di essi ( ef. Mon. ined. Irut. T. /, Tao. 33). Nel fondo, alquanto convesao alio infuort, k ornata di coitolette circolari concentriche e d altre'che s intrecciano a guisa di maglia; e nel corpo ha an giro di costolette vertical! parallele, ed altro con due tralci di vite e dne di edera, con due tabelle a coda di rondine, in una delle qaali leggesi 6NNICON 61IOIHCGN (Ennion fecit), e nell altra MNH0H 0 AFOPAZNa) ( 1. ayopaiov, Emens Meminerit ) ( t/. Franz. Elem. Epigr. Gr. p. 336 ).

12 darle vie piu chiara lace^ ma, non esaendo i di> aegni ateaai riuaciti di quell accuratezza, che oggid'i richiedeaij egli non pote pubblicare che il aolo Sarcofago rappreeentante il ratto di Proaerpina, inaerito nella seconda Decade de Monumenti inediti, ch egli va pubblicando in Lipsia con molto 8UO onore e vantaggio degli studi archeologici (9). In qneati nltimi anni si reed al Catajo anche il * cb. Signor Micali per oaaervarvi aegnatamente le iacrizioni e gli altri monutnenti Euganei, e giovar* sene nelle dotte ane ricerche intorno agli antichi popoli dell Italia. In sul finire i3 dello scorso autunno, per grazioaa ordinazione dell AItezza Reale dell ottimo noatro Principe Francesco 1V> e ad insinuazione del cb. Signor Profesaore Giuseppe Furlanetto, io potei trattenernii oltre a venti giorni al Catajo deliziandomi fra la copia e la varieta de monumenti di quel prezioso Museo, e con la dotta e lieta compagnia del lodato profondo Latinista ed Archeologo (10). Le nostre cure erano principal- (9) Per gingolare gentilezza egli si cotnpiacqne di comunicarmi per lettera la dotta sua illustrazione del Sarcofago suddetto, e insieme la versione di quel tratto del Viaggio in Italia del Thiersch, che riguarda il Museo del Catajo, del quale venni in cognizione nel leggere rh io faceva il Manuals del Muller. (10) E qui mi giovi renders molte e deliite grazie all egregio Signore Antonio Ferrari, Itigegnere di S. A. R. nella Villa del Catajo, cotanto accresciuta ed abhcliita sotto la direzione di lui, il quale non solo con singolnre amorcror lezza ci accolse ospiti, ma inoltre ci prest6 molto ajuto pel riscontro e desciizione de' monumenti, e coll occhio

13 *4 mente rivolte ad un accurato riscontro de monumenti scritti, della maggior parte de quali il ch. Farlanetto aveva gia tratta copia, e che aaranno da esso lui pabblicati ed illustrati nel dotto suo libro delle anticbe Iscrizioni Patavine, che vedra la lace per la fausta contingenza della IV Riunioae degli Scienziati Italiani in Padova nel venturo Settembre. II discreto Lettore pertanto vorra usarmi beni> gno coidpatimento, se poche cose^ e non sempre interameute accertate, io potro dire intorno ai monamenti figurati, sopra descrizioni fatte in si breve tempo e con la mente ad altri oggetti, e senza poter ricorrere alpispezione degli originali ad ogni dubbio che suol venire alia mente nel fare le opportune ricerche per illustrarli. Celestino Caveooni- «uo penpicacfl ebbe teorte alcnne lettere fuggenti, ed altro partioolaritl, che d altronde ci aarebbero tone afuggite. Egli ai compiacqiie ancora di fare nuovi riacontri au monumenti originali ad ogni dubbio che mi veniva poacia alia mente atudiando aopra le templici deicriiioni che di eaii fem tul laogo. Digitized by Google

14 5 ; 1 Compartimento I. fjsso oomprende xix Urne cinerarie Etrascho provenienti da Volterra, parte di tufo e parte di alabastro tenero del paese, ed naa di marmo (ii). Sono tutte ornate di sculture ad alto rilievo, di bnona composizione e talora esegaite con gusto ed, a parere dei dotti, appartengono a tempi Romani, probabilmente al vii ed all viii secolo di (ii) II ch. Inghirami nel diicorrere delle (cavazioni do Sepolcri Etruschi di Volterra, e delk molte Urne che se ne ritraaaero nel tecolo acono, conchiude : n Quindi gi videro corredati di tali Monumenti il Museo del Catajo gpettante allora al Marchete Obizzi di Venezin n ecc. Mon. Etr. Sot. I, ( p. lo : cf. Lcuizi, T. //, p. 269 ). II Lanzi, che accenn6 aiich egli le Urne Etrugche trasportate nel PadoTano ( Saggio, T. II, p. 269 ), gindiziosamente avterte {Saggio, T. II, p. 574b come la tcnola Volterrana, cbe nella icoltiira avanz6 tutte, dovette la sua ecelta agli alabaatri natiri del luogo : ed il ch. Gerhard ( Bullett. Archeol. i83i, 54) osaerta, che il marmo fu d uso poateriore e meno comune in Etruria, e che alquante Ume di marmo si trorano nel Museo Chiusino. La Urne cinerarie Etrugche in terra cotta trovansi piu di frequente presso Chiusi, Montepulciano ( v. Inghirami, Mon. Etr. Ser. I,p. i 5 ) 0 Perugia ( Vtrmiglioli, her. Perug. P. I): e pregevole si ^ il coperchio di un Urnetta fittile proveniente da Cortona con figura feminile glacente gopr eiso, e con 1 epigrafe LARTHIA ()TAN1S in caratteri latini semietruschi, cbe redesi in questo Compartimento, e cbe fu pubblicato dal Gori Mus. Etr. T. Ill ). Altra Uriia, piii plastica istcriata e vie pregevole, trovasi nel Compartimento XVII.

15 i6 Roma (Lanzi, Saggio T. II, p. 57S; Notizie prelim, p. xiii). Rappresentano sahbietti della greoa mitologia, aegoatamente della tragica, e per lo piu casi atroci di nccisioni, forse in rignardo al fatalismo professato dalla filosofia Etrnsca di qne tempi (Lanzi, T. II, p. 567). Cotali Urne non sono altrimenti rare in Toscana, poiche il Lanzi ne vide oltre a 400 ( Notiz. prelim, p. xir ), e 1 Inghirami se ne descrisse 58o, e di nna gran parte ne trasie diligente disegno ( Mon. Etr. Ser. I, p. la); pure non h cosa comnne il vederne tante e di si rara conservatezza trasportate si di lontano: e le varieta delle rappresentazioni, per altro assai ripetute, che in esse si osserva, servono di sovente a vie meglio dichiarare la mitologia e gli scrittori antichi. 1, Troilo ucciso da jichille? Ciovine nudo clamidato galeato a cavallo, e dietro lui Uomo nudo che lo trae preso pe capelli. Dietro a questo, la coscia e il hraccio d altro Uomo nudo; dinnanzi al cavallo, Furia alata, succinta, calzata, che in atto di orrore si pone la destra snl capo: sotto il cavallo, oggetto incerto. Sopra il coperchio, ligura feminile semigiacente (la). Questo per altro si ripetuto suhhietto non ehhe finora interpretazione certa e soddisfacente (o. Inghirapii, Mus. Chiusino, Tav, 147: Vermiglioli, (la) Le Urne, come si trovano collocate ne Musei, talora anche ne Sepolcri in pria rifrugati, non hanno Sempra il loro proprio coperohio. Il subbietto rappresentato in questa meglio si converrebbe al cinerario di un giovine. Digitized by Google

16 > >7 Iscr. Perug. P. I, p. i66 segg. Dempster. I, 68 : Gori /, 134): pure da varj liscontri parmi assai probabile, che rappreaenti la morte di Troilo insidiato ed ucciso da Acbille, mentre cbe il misero giovinetto Troiauo stavasi inteso agli esercizj cavallereschi presso il sacrario di Apollo Tiinbreo, conforme alia narrazioue aeguita da Sofocle nella Bua tragedia intitolata il Troilo (v. Welcker, Annali delv Inst. T. V, p. a53: cf. Braun, Tiberino 184a* p. 3i; Visconti, Mus. Worst. Tao. 3o, n. 14 p. i 34 > ed. Milan.) (i 3 ). La iigura del defunto, che in cotali Urae vedesi recumbente sopra il coperchioj quasi si stesse a mensa, ha la testa di ritratto ed il volto assai pin* gue, conforme ew' obesus Etruscus di Gatullo (Carm. XXXIX, v. ii; cf. Lanzi, Notizie prelim, p. xriii). Le figure virili costautemente sbarbate formano udo degli argomenti della non rimota an* ticbita di queste Urne (cf. Plin. VII, 59). (i3) Lo Scnliaste di Omero {Iliad. XXIV, 257) dice di Troilo oxrv^rjvai vno Aj^iXXeoi; con errore manifesto, die 1' Heyne corresse leggcndo oxt;^tjvat, ed il ch. Welcker Xoy^tv^rirai ( Annali, I, e. ), pure preferirei Xo^V^riva^, giacclis la singolaritk del fatto consiste nelle intidit tese da Acbille al valoroeo giorinetto. Sccondo altri ( Schol. ad Lycophr. v Dares Phryg. c. 33 ) lo spietato Acbille reciae a Troilo il capo ; e forse quel fatto ruol riconoscerti in altra uma etrusca ( Inghir. I, 83 ), ove Acbille, posando il ginocchio sopra il cavallo ed il tronco del cavaliere stra* mazzato a terra, e tenendone il capo reciso nella sinistra, starebbesi col gladio nella d. alzata in atto di minacciare un Troiano, cbe gli vien contra.

17 . ' i3 II, Pirro ucciso da Oreste a Delfi,, Uomo nndo, che con la d. ferisce di gladio in sul fianco ua Uomo tunicato, succinto ch'egli con la a. tiene afiferrato pe capelli, e che piegando il ginocohio d. sopra un ara, ed alzando con la d. una ruota, cerca invano di difendersi, mentre che una Donna veatita di tunica e manto si sforza di rattenere la ruota stessa. Presso I'uccisore vedesi un Uomo palliato, di prospetto, in atto di stendere la destra dietro il capo di lui. Sopra il coperchio, ligura virile seminuda, adagiata, con patera nella d. e con larga collana che gli ricade. in sul petto {cf. Inghirami, Galler. Omer. Tav. 194 ) Il Miiller (Handbuch $. a) si accorda col ch. Raoul Rochette, e col Greuzer, a riconoscere in simili rappresentanze di urne etrusche V uccisione di Pirro a Delfi., ed avverte come la Ruota, a parere dell Archeologo Francese, e il xvxxoq iavzixo( del Tripode Delfico, e per avviso del Creuzer si e la Ruota di Nemesi (i )< ( 4 Mi dnole di non aver potuto consultare gli scritti dei lodati Archeologi, e d ignorare I interpretazione da essi data ad ogni figura in particolare. La Donna che rat- (14) Propongo per congettura, che la Ruota, colla quale Pirro cerca difendersi, sia uno degli oggetti appeal e dedicati nel tempio, che gli vennero alia mano nel momento dell aggretsione [( Eurip. Androm. v ). Simili Ruole, veggonii appese nell edicole e ne portici {Muller, Annali dell Inst. T. VII, p. aa4 ), talora insieme con bucranj e teschj d altri animali ( Bullettino i835, p. 19s; Gerhard, Archemoros, Taf. I, p. 6); e sembrano appellare a vittorie riportate in guerra e nelle corse de sacri ludi. Digitized by'google

18 I tiene con tatta forza la Ruota, si che Plrro non possa con essa difendersi, forse e la Pitta ; giaceh^ dioflvasi^ che Pirro medesimo fu ucciso da Oresto di concerto co'delfj. II Vecchio vestito di tunica con maniche, e di pallio, che in una delle nostre nrne (n. xix) stando dietro Orestc lo prende pe* capelli, Bark forse il pedagogo che accotnpagno Pirro a Delfi ( Eurip. Androm. v. loqo seq.)\ e I altra Donna, che in altr urna (n. xrii) vedesi presso il vecchio che k in atteggiamento d inor- i ridito, potrehbe dirsi Ermione, che prom essa dal padre suo Menelao a Pirro, e per oracolo di Apollo concessa ad Oreste (Hygin. Fab. ia3; Eurip. Orest. V. i655; Pindar. Nem. rii, 6o) fa la precipua cagione di qnell omicidio (i5). Ill, Congedo estremo. Uomo tnnicato palliato, e Donna velata, stante alia sinistra di lui, in atto di stringersi le destre. AI didietro deiruomo, altro Uomo con le mani nascoste sotto il pallio, o la toga che dir si dehba; al didietro della Donna, altre due Donne relate: presso ciascuno de'due angoli, una Furia alata succinta in atto di stendere (1 5 ) In riguardo al Pileo Frigio del creduto Firm (v. n. XIX, ed Inghir. GalUr.Omer. Tav. 194) io dubitai, che aifnilt urne rappresentar potetaero Troilo uaeiso da Achilla presso Para di Apollo Timbreo, conforme al racconto di Zese (ad Lyeophron. v. 3o6; cf. Annals dell Inst. T. Ill, p. 37a); ma il Pileo Frigio credeai date eziandio ad eroi Greci nelle urne etrutche (o. Zannoni, Illustr. di due Urne Etr. p. 36 ; Xanzi, Spieg. di xsrs Urna Etr. n. 5 ), e fora anche pu6 reputarai galea di cotal forma e simile in parte a quella di Perseo. Nel resto, panni che la morte di Pirro lia figurata * DigrlfPed by Coogle

19 ao la mano verso le due persone di mezzo. Sopra it ooperchio, Donna velata recumbente, con flabello a forma di grande foglia nella d. posata sul ginocchio, e con arroilla al polso d. Che il ripetuto subbietto di cotali rappresentanze sia Testremo congedo, che uno de due coniugi prende dall altro e dalla sua famiglia, e opinione comune dei dotti^ cbe pienamente si conferma per la recente scoperta del grande sarcofago di Ghiusi {Mus. Chiusino, Tav. I 'i) rappresentante un simile congedo, ove tre sono gli uomini e tutti sharbati, conforme alpuso de tempi della scoltura, e tre le donne, oltre la moglie, co nomi soprascritti^ cbe evidentemente mostrano come quella si e la fami* glia del defunto, o defunta che dir si debba. IV, Congedo estremo. Uomo e Donna stanti in atto di stringersi le destre: didietro all Uomo, Giovinetto tunicato suocinto con anfora nella d. e con sacco o fardello sopra la spalla s. e didietro alia Donna, una Ciovane die pare stendere la d. per abbracciarla, e un Ciovinetto togato o pretestato, con porno nella s. in atto di riguardare anche in quell urna edits dall Inghirami (Ser. i, Zoo. 78 ), ove yedesi un Uomo stramazzato morto a terra preuo un ara, ed una Donna scapigliata, cbe tenendo per mano un Uomo dolente, colla d. gli addita una iigura alata sedente fra rami di un arbore al ditopra dell ara, cbe sembra rappresentare il Fato, ancbe in riguardo alle oreccbie ferine ed al volume che tiene nella sinistra. La figura feminile scapigliata forse e la Fitia, o Tetide in atto di confortare Feleo mostrandogli come la morte di Firro era per fatale decreto inevitabile {Pindar. Nam. VII, 64; cf. Dictys IV, i3). Digitized by GoDgle

20 coa aifetto le persone principali. Sopra ii coperchio, Donna velata recumbente con flabello nella d. e con frutto o cosa simile nella s. (i6). II Giovinetto succinto mostra essere un garzoncello, che accompagna il padrone o la padrona nel viaggio per I altra vita, portando seco il viatico ( cf. Inghir. Set. /, Tav. vn, xir, xvnr, p. 6i, 63, 180, et ForceUini v. Saccarius). Quest urna, sendo scolpita in marmo, probabilmente vuol riferirsi a tempi dell Impero Romano. V, Partenza per V altra vita. Uomo vestito di tunica e di clamide a cavallo; e dinanzi a lui Donna velata stante in atto di stendergli la de> stra. Di dietro a questa, altra Donna velata che si pone la destra al petto, ed un Uomo togato con le mani conserte e cadenti al dinnanzi. Sotto il cavallo e un anfora puntuta giacente a terra. Sopra il coperchio, figura virile recumbente con patera nella d. e frutto o cosa simile nella s. e con doppia armilla al polso s. (17). L Anfora che vedesi sotto il cavallo forse appella al Viatico del defunto pel viaggio all altro (16) Nella grossezza del coperchio d nn iscrizione in caratteri Etmschi di forma alquanto incerta, che in lettere nostre pu6 renders! : sa. asir. tsthl. Hm... ma non saprei awicurarne 1 autenticiti, anche in riguardo alia strana pnnteggiatura. (17) Nella grossezza del coperchio, epigrafe Etmsca, che in lettere nostre pu6 renders! s. Ansc,. vsei, ot 6 singolare la prima letters, che ha la forma o posizione stessa del nostro a : ed anche di questa non vorroi gnarentire la sinceritit.

21 tnondo^ del pari che quella che gli porta dietro il garzoncello neh urna precedente (i8). VI, Partenza per V ultra vita^ o Pompa funebre? Uomo togato in qnadriga lenta, e Uomo a cavallo che gli viene incontro. Dietro la quadriga, Uomo tunicato con sacco o fardello sulla spalla s. ed ua Fanciullo togato che porta colla d. una aporta o cosa simile. Dinnanzi ai cavalli, Donna velata e Fanciullino stanti in atto di riguardare verso I Uomo in quadriga; e dietro loro, Uomo e Fanciullo togati, che suonano ciascuno un corno ricurvo. Sopra il coperchio, Uomo seminudo recumhente, che nella d. tieue una patera entro cui e un glohetto, e pone la s. alia lunga collana che gli pende sul petto {v. Gori T. /, Tab. 179; Inghirami, Ser. Vi, Tav. U3, 4- Mus. Chius. Tav. 44 )* Il servo ed il garzoncello, che seguono la qnadriga portando probabilroente il viatico, mi fanno propendere a ravvisarvi la partenza estrema, o il viaggio trionfale del defonto verso I altro mondo. VII, Oreste col capo di Egisto da lui reciso. Due Uomini nudi galeati, con gladio nella d. e scudo oblungo nella s. in atto di piegare il ginocchio sopra un Ara; e uno di esai tiene nella s. (18) In un urna edits dall Inghirami (S. /, Tav. 61) il servo tiene colla t. il cavallo pronto, e colla d. soitiene un vato alquanto diverso. Talora invece dell Anfora sotto il cavallo vedeii un PiUo, che pu6 estere simbolo di viaggio, ed un Serpe, che forse appella alia palingenesis, e agli onori eroici del defunto (v. Inghirami S. 1, p. i 5o*i 5 i MUlUr, Uandb. 481, a). Digitized by Google

22 a3 un capo amano reclso. Presso questo, Uomo bar* bato palliato galeato, cbe lui rigaarda e moatra rattenere una Penna cbe sembra fuggirsene por> tando con ambedue le mani un oggetto incerto Dali altro lato, Uomo undo galeato, con gladio Delia d. e scudo nella a. in atto di riguardare i due peraonaggi di mezzo. Sopra il coperchio, figura giovenile recumbente con patera nella rami, Ser. i, Tai». 58 ). d. (v. Inghir II Muller {Handbuch 2 ) pone come indnbitata dal ch. 1 interpretazione datane dail Uhden e Raoul Rochette, cbe vi liconobbero Create rifuggitoai, inaieme con Pilade, all Ara dopo il avere ncciao Egiato, del quale porta geco capo reciao, preao pe oapelli, conforme al racconto di Euripide ( Electr. 856 ); xapa xit>st\ov, ou^i Topyotot (pspov, axx ov (XTvytvi Ktyurdov (19). VIII, L ombra di Protesilao, che compare a Laodamia, Donna velata coronata recumbente in (19) Non avendo potuto consuuare gli acntti da lodati due Archeologi, ignoro la apiegaaione che east danno alle figure tecondarie. L Uomo barbato, che ata a lato di Oreste, moatra estere a lui fatorevole, e potrebbe dirii quel vecchio aerro della casa paterna, cbe dopo 1 ucciaione di Egiato lo riconobbe. La Donna fuggente e da eaio lui rattenuta, forte i un ancella, che cerca di porre in talro I'escara o timiatere domeatico, affin cbe non reati contaminato (v. Fiseonti, M. P. Cl. T. F, Too. aa: ef. Gerhard, Spiegel, Taf. XlH,i). L Uomo armato, che ata dall altro lato, pii& eaaere nno dei domeatici dj Egiato, che ti armarono contra Create, e poi deaittettero, arendolo riconoaciuto pel figlio di Aga-

23 )»4 letto, dietro il quale vedesi an pilastro sormontato da un emisfero, che stende la destra verso una Figura virile tutta velata, che a lei si accosta. A capo del letto, Uomo giovine togato con monile nella s. pendente, in atto di stendere la destra dietro il eollo della Donna reoumbente. Da ciascun lato, Donna velata in atto di porsi la mano al, capo in segno di orrore. Sopra il copercbio, Donna velata coronata recumbente con patera nella d. e frutto o mustaceo nella s. Tat>. 19 ). ( v. Inghir. Ser. i, Il Lanzi, che di questo frequente tipo vide trenta o quaranta replicbe, vi ravvisava Erifile che riceve da Adrasto o da Polinice il fatale monile, ed Anfiarao, che da esso lei si congeda e parte per la guerra Tebana (v. Inghirami, Ser. i, p. i 83, Tav. 19, 74ecc.), ma non persuade. L Uomo, che tntto velato si accosta al letto della Donna, mostra essere ombra di un morto, e non gia persona viva; ed Anfiarao dovrebbe partire armato. mennone (Eurip. Electr. 844)- In altre urne, ove ricorre lo ttetso tubbietto piu o meno variato (Inghirami., Ser. I, Tav. 56, 58; Ser, VI, Tav, Ah, Fh), panni di ravvisare i ligli di Nauplio accorsi in aiiito di Egisto, come nella pittura di Polignoto ( Pausan, I, aa, 6 ). In altra urna (Inghir. Ser. I, Too. h'j yedesi il trpnco di Egisto, cui Oreste ha reciso il capo, caduto a terra, e dal lato opposto un uomo che si ritira porta ndo via un ordegno, che all Inghirami parre insegna militare, ma che pel riscontro di un vaso antico dipinto ( Millingen, Dio. 4^ parmi senza meno la ) parte superiore di an timiatere, portato altrove afline che non rest! contaminate.

24 La persona, che sta a capo del letto della Donna, tenendo per lo piu un monile nella s., talora mostra eta fanciullesca ( Inghir. Tav. 74); onde non pub altrimenti dirsi Adrasto o Polinice. L oggetto emisferico posto sopra una colonna od un pllastro, che il Lanzi disse cortina propria d Anharao come indovino, pare anzi pigita o cosa simile posta come simbolo di aepolcro (cf. Jnghirami, Tav. I'j e ico). Quindi parmi assolutamente da preferirsi la aentenzii del Muller, che vi ravvisa Protesilao redivivo nel momento che comparisce alia sua Laodamia (Handbuch, 41^, i ). Laodamia e in letto come inferma e siinita pel dolore del perduto marito, e in atto di ornarsi di monile e d altri vezzi, quasi novella sposa, nell'istante cbe.aspetta r ombra di Protesilao; e le due donne, in sembianza di spaventate, saranno due ancelle, od altre della casa, che inorridiscono all apparire dell ombra del defunto, a cui appella il simbolo sepolcrate del pilastro sormontato da pigna o cosa simile (v. il num. X seg.). IX, Elena rapita da Paride. Uomo barbato palliato, con berretto Frigio in capo, che sedendo in seggiola si appoggia al gladio chiuso nella vagina e posato a terra, e che in aria di minaccioso guarda verso una Donna velata che renitente viene come trascinata da un Ciovine nudo cinto di perizoma, ed e seguita da uu Fanciullo nudo cinto di perizoma che si attiene al manto di essa. Dietro ruomo sedente. Nave fornita di aplustre e di timone, entro la quale e un Uomo barbato, vestito di tunica succinta e di clamide, che pone le mani a 5

25 a6 sopra le tpalle dl esso. D1 dietro a1 grnppo della Donna trascinata, Faria tanicata, saccinta e calzata^ con ale al dorao ed al capo, che nella s. fiene una face alzata, e oolla d. protende una corona verso il capo della Donna medesima. A lato dell Uomo sedente, altra simile Furia, che gli pone la d. sopra la spalla s. e con la s. tiene una face. Sopra il coperchio, Donna velata recumbente, ornata di collana e di armille al braccio d. cd al polso 8., la qaale tien nella d. un flabello compo- 8to di foglie, e colla s., ornata di anello nel dito mignolo, una melagrana (ao). Sebbene il dotto Zannoni ( Illustrazione di due Urne Etr. Fir. i8i») molte cose dicesse per provare, che in questo assai ripetuto e variato tipo sia rappresentata Elena tratta a forza davanti a Menelao dopo T eccidio di Troia ; pure rimane sempre piu probabile la sentenza del Morcelli (Indicazione Antiquaria per la Villa Albani, n. i8). (ao) La mtlagrana, attributo proprio di Proserpina, posta in mano alia defunta adagiata sopra I urna, indicar sembra, ch'ella passb, quale novella Proserpina, alle sedi da beati; giacchi aegnatamente le fanciulle morte nubili, avv/s^ot, apvfltvaun, dicevansi divenire spose di Giove Inferno ( v. Sophocl. Antig. 646, 808: Eurip, Iphig. Aid. 461, Aleest. 760, Orest. 1107; cf. Le Jias, Monum. de Moree, p. 170). Per simile modo in urna colorita presso I lnghirami {Ser. fl. Tod, Fa ) la defunta tiene nella destra un papavero semiaperto, flora sacro a Proserpina del pari che a Cerere (Bonarroti, Med. p. 78 ). Del resto quest urna,, a parere del ViKonti, fu in parte ritoccata da mano moderna. Digilizf

26 che vi ravtib6 Elena stessa rapita da Paride (ai). II vederla tratta soo mal ^ado alia nave, non dee fare difficolta ; giacche, se secondo Euripide {Troad. v ) e Colato (de Baptu Helen. 3oS) fugge Elena spontaneamente con Paride, secondo altri pero fu rapita dai servi di esso Paride f Di^ ctys i, 3,' Dares, 10). AIlo Zannoni fece difibcolta I ira dell uomo sedente ; tna vuolsi avvertire, cbe 1' aria minacciosa di Paride rignarda i servi di lui, affinche vie pin si affrettino a compiere il rapimeoto di Elena e de vasi preziosi, cbe in altre repliobe essi portano alia nave, conforme al racconto di Ditti e di Darete. L* Uomo barbato, cbe stando in sulla nave pone affannoso le mani sopra le spalle di Paride, sara probabilmente il 8U0 noccbiere, cbe lo afiretta ad imbarcarsi per timore de terrazzani, cbe presero *7 1 armi contro i rapitori {Dares 1. c. ) U Fanoiullo, cbe si attiene al manto d' Elena, vnol reputarsi nno de figliuoli cb ella avea avuto di Menelao (v. Heyne ad ApoU lod. Ill, ij, i), il qnale in vedersi toglier la ma> dre fa il simile di qnelli di Alcestide {Eurip. Alcest. V. 189 ) : xatssf 9t xsuxev pv^pot skxso* (ai) Il dottisu'tno Sig. Cav. Avellino, scrivendo alio Zannoni (v.la mia Biografia dtllo Zannoni, not. la), ingenuainente gli confeuava di non eatere interamente convinto della ipirgazione da lui data, e che era ancora alquanto diapoato a ritenere la apiegazlone del Morcelli : e pare che pariraente la ritengano tuttora altri profondi Archeologi (Gerhard, Annali, T. Ill, p. J 53, not. 4o5* : Muller, Handbuch, 4i5, 1 ).

27 ; a8 (v. Zannoru I, c, p. Le due Furie, una delle qaali pone la mano d. aopra la spalla di Paride, T altra h in atto d incoronare Elena, mo> strano come 1 ano e T altra cooperar debbono con le funeste Dee all eccidio di Troia e a danni della Grecia. Elena di fatti e delta Erinni di Troia da nn servo Frigio presso Euripide (Orest. 1872): \v(siivai, ^sarrev nepyafiov KnoXXoviov tpivvvv. X, Congedo estremo. Uomo togato e Donna velata stanti in atto di stringersi le destre. Didietro air Uomo, figura feminile tunicata succinta, che porta una face riversa nella d. e pone la s. sopra la spalla di esso uomo. Didietro alia Donna, altre due Donne velate e un Uomo togato stanti in atto di riguardare verso le due figure principali. Dal lato destro, un pilastrino sormontato da una pigna. Sopra il coperchio, Donna vestita di tunica e di manto, recumbente, con flabello nella d. La Furia, che pone la mano sopra la spalla dell Uomo, come in atto d impossessarsene, parrebbfe indicare che il defunto fosse il marito; onde si puo dubitare che il coperchio non sia quello dell urna (v. addietro, not. 12). La pigna posta sopra un pilastro, o una colonna, credesi simbolo di morte e di sepolcro («. la prec. not. 18). XI, Combattimento. Uomo lorioato clamidato a cavallo, che vibra 1 asta contro un Uomo nudo caduto a terra, che cerca ripararsi con lo soudo sotto il ventre del cavallo e un pileo Frigio. Segue altro Uomo nudo clamidato con scudo oblungo nella s. e con asta nella d. in atto di ferire un Uomo stramazzato a terra insieme col suo cavallo: Digitized by Google

28 »9 e di rimpetto ad esso, altro Uonio nodo protetto dallo acudo ia atto di ferirlo col gladio ch ei tiene nella d. alzata. Sopra il coperchio, figura virile recuinbente con patera nella d. e con anello nel- I indioe della s. Nelle scoltore de cinerarj Etruschi, del pari che presso i tragici ed altri sorittori Creci meno antichi (v. Heyne ad Iliad, xxir, *57) i Troiani sogliono combattere da cavallo; onde queato puo dirsi an combattimento tra Creci e Troiani^ tanto piu v ha r indizio del pileo Frigio. XII, Oreste in atto di volersi uccidere? Uomo imberbe tunicato succinto, che tiene il gladio nudo nella d. e la vagina nella a., trattenuto pel bracoio d. da nn Uomo imberbe nudo clamidato, che gli sta di retro. Dionanzi ad esso, una Faria diademata e ornata di due armille per ciascun braccio, che resta nascosta dal ginocchio in giu, e volge contra lui una face ardente. Presso la Furia^ an pilastro sormontato da un vaso : dietro essa, Uomo barbato vestito di tunica e di pallio, in atto di riguardare, ed una Donna giovine vestita di tunica e di manto, ed ornata di due armille per ciascun braccio, che a lui si*attiene, e volge atterrita indietro la faccia; indi altro Uomo barbato nudo clamidato con la d. al petto e con la a. sul capo in sembianza d inorridito. Sopra il coperchio, Donna recumbente, ornata di stefane il capo, e con due armille per ciascun braccio, tenendo un flabello nella d. ed un porno o cosa simile nella s. (aa). (23) Nella grossezza del copercliio, I epigrafe stessa cho Icggeti in Urna del Museo Veronese (p. Ill, a), e che ma-

29 3o Sembra Ore«t«, cbe agitato dalle Furie dopo il matricidio, e non trovando acampo, atava per occiderai, ae il fido aao Pilade non ne Taveaae diaanaao e rattenuto (cf. Eurip. Orest, v. io6a: Muller, Handb. di6, a). La Furia h in atto di emergere dal auolo (v. Micali, Tav. 109: Inghir. Ser. VI, Tav. ^a); e ricorda come ne teatii antichi le Deita infernali vedevanai aorgere come di aotterra (v. Inghir. Ser. I, p. 74-?5: cf. Eurip. Electr. V. 137a ^ cf. Bullettino 184a, p. 34 ) 11 volto, ed i capelli di esaa cadenti ingiu diateai aomigliano a que del Pallore cbe vedeai nelle mo* nete di L. Oatilio Saaerna. Il pilaatro aormontato da vaao cinerario (v. addietro, n. viii e x) appelia al aepolcro ed alia morte di Glitenneatra. La giovine Donna atterrita ^ aenza meno la aorella del furibondo Create, conacia e partecipe del matricidio; il primo de due uomini barbati aara forae un veccbio aervo della reggia di Agamennone, e I altro il pedagogo di Create medeaimo. XII, Congedo estremo. Uomo togato e Donna atolata atanti in atto di atringerai le deatre; didietro all Uomo, giovine auccinto e ammantato di breve toga, cbe tiene pel freno un cavallo drnato di collate ; e didietro alia Donna, altra Donna velata in atto di riguardarli. Sopra il coperchio, Donna recnmbente, col capo ornato di atefane, e con frutto nella d. nifestamente fa ricopiata da quella; tanto pii!i che il coperchio della nostra urna anche d altronde appare ritoccato da mano moderna.

30 II cavallo k simbolo proprio a aignificare il lua* go Yiaggio au'altro mondo. II 3i giovine, cbe lo tiene pronto, ha la togula che indoasavano i littori ed il designatore ne fanerali {Horat. I, Epist. 7, 6; cj. Cicero in Pison. a 3 ). XIV, Oreste e Pilade inseguiti dalle Furie? Dne Uomini nudi, uno volto di faccia e I altro di acbie* na, con lo acudo nella a. e con la d. alzata in atto di achermirai da due Furie alate, succinte^ ornate di doppie arniille ai polai, ciaacuna delle qnali avventa loro al capo una face ardente. Dali altro lato, Uomo nudo che tiene con ambe le mani nn ordegno oblungo, tondeggiante nella parte di retro e aottile al dinnanzi ; ed a piedi di lui, un ara 0 baae quadrata, ed un cane aedente in atto di grattarai il muao con una delle zampe poateriori. L Uomo cbe tiene qnell ordegno, cbe aetnbra parte di nn mobile domeatico, forae dell ara ; ed il cane, che ricorre in altra nrna rappreaentante la morte di Egiato (Inghir, S. /, Tav. S7, v. la prec. not. 19), mi fa propendere a ravviaare in qnesta Oreate e Pilade agitati dalle Furie: pure non mi opporrei a chi li diceaae Eteocle e Polinice eccitati dalle Furie medeaime alia diacordia ed alia guerra (v. Jnghir. S. /, Tav. 91; Ser. FI, Too. Fa: Qori, T. I, Tab. i 4o ). XV, Convivio? Due letti diacubitorj, nel primo de quali h nn Uomo barbato togato colla d. etesa, come in atto di ragionare, e con la a. appoggiata ad un bastone posato a terra, ed a piedi di lui un Giovinetto con acifo nella^d.; e nel aecondo

31 , 3a Bono due figure adagiate, una delle quali 8embr<a di Donna, perche velata, ambedue riguardanti verso 1 Uomo barbato. Dinnanzi at primo del due letti ^ una mensa a tre piedi e sopr'essa un cratere e due ot^o/oat; e dinnanzi at secondo sono due Fanciullini tunicati succinti in atto di slenders! le braccia I uno airaltro, atnbidue rivolti verso I Uomo barbato, conie per ascoltare le parole di lui. Appi^ del secondo letto, Donna velata sedente sopra una seggiola. Da ciascun lato, Figura giovenile tunicata succinta clamidata, che tiene pel freno un cavallo ornato di collare. Una di queste due figure ba la testa velata, non saprei ben dire se dal manto, cbe vedesi annodato con fermaglio in sul petto, a guisa di clamide, o se da altro veto. Sopra il copercbio, Donna recumbente col capo cinto da corona ornata di fiori e con armille ai polsi. II cb. Ingbirami, cbe ne diede i disegni di alcunc altre urne simili a questa, pensa cbe rappresentino Edipo in atto di pronunciare le imprecazioni contra i due suoi figliuoli (M. Etr. Ser. I, Tav. 7a, 73, 8a; cf. Micali, Tav. 107); ma non persuade, percbe i due Fanciullini in quest! monument! sono troppo lontani dall etacbe la favola suppone ne figliuoli di Edipo, cbe disse quelle orrende parole veggendosi ofteso da essi. Inoltre due simili putli, e nello stesso atteggiamento, veggonsi in monument! di subbietto diverse (v. Bottari, Roma sotter. T. p- i ) j in alcune delle nostre urne essi mancano. La barba e lo scettro, cbe di cotal forma ricorre in altre urne Etruscbc,

32 convengono ad un principe o ad altro 33 personaggio autorevole della mitologia ( v. Lanzi, Spieg. di un Urn. Etr.). la un prezioso frammento d urna simile alia nostra (Inghir. Ser. VI, Too. Ni,n.S) dal lato d. e presso I Uoroo barbato veggonsi due littori, un giovinetto che da fiato a due trombe, ed altre due figure, cbe tutte sembrano in atto di aprire una marcia militare, od una pompa trionfale o funebre: e lo stesso parmi indicate nella nostra dai due soudieri che tengono ciasenno un cavallo pronto a partire. Quindi congetturo, che per tal modo siasi voluto rappresentare. un convivio, snsseguito dalla solita pompa funebre; e che il personaggio barbato sia il padre di famiglia, od altri, in atto di encomiare il defuuto nella presenza de suoi. Pure la barba, che suole essere distintivo di personaggi di tempi piu antichi, mi fa propendere a ravvisarvi una famiglia, e segnatamente la moglie, o la madre, affanuata nel raomento di vedere partir per la guerra di Tebe o di Troia il marito, oppure il figliuolo, dopo la letizia del convivio (a 3 ). (a3 ) Pensai pure a Giocasta, che fosse rappresentata nel idomento, che, sparsasi la voce dell imminente duello de suoi due hgliuoli, studiavasi d impedire la partenza di Eteocle, ed hilarem intrepidumque tubarum prospiciebat equum ( Statius, Tlieb. XI, 3a5 ; cf. IF, 841 ). Nel resto, i fatti della guerra Tebana trovansi assai di sovente ripetuti in urne Etrusche. In parecchie di esse vedesi I infelice Edipo caduto ginocchioni a terra presso uno de moribondi figliuoli, sostenuto da uno scudiere ed accompagnato dall amorosa figliuola Antigone {Inghir. Ser. I, Tav. 93, 94; cf. Mtu. Veron. p. V, n. 3 ), che inslernit totos frigentibus artut, o aten- 3

33 34 XVI, Vnso a forma di cratere bacellato, sostenuto da base quadrata, e posto di mezzo a due animali chimerici, aventi corpo di Grifo, testa di pantera, e coma di capra. Sopra il coper^hio, Donna coronata, velata, recumbente, con patera nella d. (a4)> Que'due Animali fantastici, cbe son detti Chimera dal Visconti 3f. ( P. CL T. VII, Too. 44), Tragopani dagli Accademici Ercolanesi ( Pittur. T. V, Tav. 5), e mostri come leoni forniti di coma e di alie dal Buonarroti (Med.p. a65), sembrano equivalere a Crifi, co quali si associano e si scambiano (w. Mus. Capitol. T. IV, p. las. Mionnet, Itecueil PL LXIX, 3: e Cont. delle Mem. di Relig. T. XII, p. 3ia), sembrano posti come a guardia del sepolcro (Inghir. Ser. I, Tav. Mus, Chius, Tav. isg: Gori, T. I, Tav. 1S6), o come sacri a Bacco. XVII, Pirro ucciso da Oreste a Delji, Lo stesso tipo principale, che nella prec. Urna n. II; ma, oltre I Uomo palliate inorridito, che si pone la d. sul capo, Donna tunicata succinta, che stende la d. dendo la destra prorompe in diaperato laroento (Slat. Tlieb. XI, <e. 6o5 ) : e parmi non ai apponeaae al vero il dotto Mullar (Handbueh, $ 4'^> ^)> vi ravviaava I ombra di Edipo, cbe emeraa di aotterra ripeta le iroprecazioni contra gl inlqui figliuoli. (o4) Il ch. Inghirami (Ser. I, Tav. 5i, p. 418 ) aaaeriace, che le figure feminiii adagiate aopra le urne Etruache non trotanai giammai coronate; ma 1 urna ateaaa da eaao lui delineata fa contro tale opinione : e in queate noatre ricorrono tro o piu Donne velate coronate (n. rtu, xr, xri). Digitize" L. Cii iaa d>-

34 Tcrso il gruppo di mezzo. Sopra il coperchio, Uomo ooronato reoumbente^ coa patera nella d. e con artnilla al polso 8. XVIII, Cadmo che uccide il Drago. Uomo armato di lorica lintea pieghettata, di galea crittata e di coturni, con grande scudo nella s., e che nella d. alzata teneva un gladio, ora perduto, in atto di combattere contra un Drago cristato, barbato, che 8i erge sulle sue spire, stringendo fra esse un Uomo vestito di simile tunica, con la testa e con le braccia cadenti per modo che sembra gia morto. Da un lato, Uomo loricato clamidato, con testa nuda, stante quasi di prospetto, con sasso nel pugno d.; e dall'altro lato, ligura succinta galeata, che nella d. alzata stringeva il gladio, ora perduto. Nella faccia laterale a sinistra, Uomo nudo galeato gradiente con avanzo dell aita nella d. Nella faccia laterale a destra, Uomo nudo, galeato, con perizoma o sulligare attoroo ai lombi, stante di prospetto colla d. chiusa in sul petto, e con la clamide pendente dal braccio s. Sopra il coperchio, Uomo coronato recumbente bon grande patera o tazza nella s.. Il mito di Cadmo fondatore di Tebe fu, per tacer-e d altri,di recente illustrate dal ch. Weloker (Bullettino i 84 i> P ). I monumenti, del pari che gli scrittori antichi, variano nella particolarita del modo con cui Cadmo uccise il Dragone; ricordando altri il gladio ed altri un colpo di pietra ( v. Heyne ad Apollod. Ill, 4 > * )» I urna nostra, quasi per accordare insieine le due varie opinioni, da il gladio a Cadmo, ed un sasso, 35

35 , 36 Xtpy.adiov, ad uno de saoi compagni. Cadtno oalza i coturni, forse come uomo peregrino, ed imbraccia qael grande scudo, che sembra appellare alia bellicoaa Tebe da esso lui fondata, cbe da Pindaro Isthm. /* ( I fn delta ), di aureo scudo. Notevole si e gpecialmente la lorica pieghtttata cbe indossa Cadmo, e il suo compagno atretto fra le spire del dragone; poiche sembra illnstrare e confermare 1 opinione di quelli, che dissero la lorica lintea consistente di una tela di lino ripie> gata a molti doppii e resa compatta (v. Forcellini, V. Linteus, n. 3 ). Anche le particolarita del Drago confrontano con le parole di Ovidio {Metam. Ill, 3a, 48 )' Martis anguis erat CRisTis perinsignis et auro... Occupat hos morsu, LONGis COMPLEXIBCS illos. Delle due figure sculte ne lateral! (as) quella, che e astata e gradiente, potrebbe dirsi Marte, cbe da prima si oppose a Cadmo e poscia gli si rese placato: e I altracinta di perizoma, proprio de rittimarii, pare Cadmo in atto di apprestarsi ad immolare la giovenca, oppure alle nozze con Armonia (a6). (as) ife opinione del ch. Inghirami ( Mon. Etr. Ser. I, p. 8a ), che le urne sculte anche ne lati siano da norerarsi fra le piu antiche. (a6) Sa ognuno come il perizoma, o limo, che dall umbilico aggiunger suole fin verso il ginocchio, fu veste propria del popa o vittimario. In un insigne frammento d urna Etrusca {Inghir. Ser. FI, An; cf. Micali Tav. 109) Pilade, in atto di recidere il capo ad Egisto, i cinto del perizoma, probabilmente perchd egli ed Oreste presero parte nel sacrificio dumestico di Egisto alle Ninfe (Eurip. Electr. v. 819). Digitized Google

36 ; 3? XIX, Pirro ucciso da Oreste a Delfi. Lo stesso tipo principale, che nelle precedent! urne n. II e XVII: ma dietro Oreste, Uomo barbate vestito di tunica a Innghe manicbe e di manto, in atto di prendere pe* capelli Oreste medesimo. Vuolsi inoltre avvertire, che Pirro e vestito di tunica succinta e di clamide, ed ha in capo nn pileo Frigio, o galea, cbe dir ai debba, di cotal forma; e che la Ruota, ch egli tiene nella d. alzata, h a sei razzi, e non a quattro, come d ordinario. In ciasenna delle facce laterali, Vaso coperchiato fornito di grand! manichi, della forma del carchesio (v. il mio Saggio, Elenc. not. ii). Sopra il coperebio, Donna recumbente, ornata di stefane, di collana e di due armille al bracoio, con melagrana nella destra (37). In altro mio scritto ( Congett. sopra Specchi Etr. n. Ill) congetturai, che simile perizoma talora sia simbolo di nozze. Lo Scoliaste antico di Stazio (ad Thtb. II, a 83 ; V, 63 ) dice: Czsroir enim cingulum dicitur Veneris, quo utitur ad honeslas nuptias, et quando virgo Cadmo nupserat Harmonie. Egli awerte, che il cesto nnziale era di pelle tale sembra anche il cingolo d Ercole e di Pallade in uno Specchio rappresentante forse le nozze dell Eroe con Ebe, OTTero con essa Pallade ( v. Annali dell Inst. T. Till, Tav. agg. E; cf. Bullett, 184a, p. a8; Bonarroti, Fetri Tav. 37, a ). (37 ) I fori alle orecchie mostrano, che 1 imagine della dehinta fosse ornata di orecchini riportati. Talora veggonsi indicati gli orecchini anche nel sasso stesso ( v. Inghir, Ser. VI, Tao, Gz, V3 ), e sogliono avere la forma come di pala d anello rotonda ; e tali sono pur qnelli della Statuetta della Proserpina Eitense (v. la prec. not. 6). o

37 i8 Compartimento II. N. 4^. Grande Stela sepolcrale od onoraria', alta palmi 6, e larga 5, frammentata nella parte inferiore, con 5 figure scolpite di quasi tutto rilievo} stanti di prospetto. Uomo palliate^ e Donna velata diademata, con anello nel mignolo della d., stante alia sinistra dell Uomo. Alla destra di questo e an Fanciullino, alia s. della Donna e una Fanciullina, ed altra Fanciullina stassi di mezzo ad essi. Le tre figure minori aggiungono circa alle ginocchia delle due magglori, che sono di grandezza quasi al naturale. Sopra esse, nel mezzo, e una tabella quadrata, con corona d olivo, entro cui e la scritta Al disopra dell Uomo k I epigrafe (*) AIONTSIOS EmrONOT TOX XAPHTOS e al disopra della Donna 1 altra (**) MEAITINH ATTAAOX TPT4>AINA tutte e due in una sola linea, cbe riesce come neir architrave del monumento. II contesto delle tre epigrafi viene a dire, cbe il Popolo (forse di una citta dell Asia Minore) coronb di olivo (o di corona d oro di cotal forma) Dionisio figliuolo di Epigonoy nipote di Carete, e Melitina figliuola di Attalo, cognominata Trifena (a8). La forma delle lettere, e (*) Dionjrjiut Epigoni F. Charetis N. ( ) Melitine Attali F. Tryphaena. (a8) La voce 0 AHMOE ha aottinteao il verbo attipavoi, che viene anzi supplito dalla corona entro la quale i scritta la voce stessa; e per lo piu porta all accusative, rare volte, come quivi, i seguita dal nominatiro ( Franz, 1. c. j Mat.

38 lamaniera del panneggiamento, mostrano che queato monameato sia di tempi assai buoni per I arti. II ^edervi rappresentata ua' intera famiglia, i genitori cioe con un figliaolo e con due bglinole, dk indizio di monumento onorario, cbe peraltro puo reputarsi tntt insieme sepolcrale ( v, Franz, Elem. Epigr. Gr. p ). Cicerone ricorda uno psefia* ma degli Smirnei, che fra gli altri onori decretati ad un certo Gastricio, diceva : ut imponeretur aurea corona mortuo (pro Flacco, 3i ) (39). N. a8. Cinerario di forma singolare. Urua di pietra de colli Euganei, di forma cilindrica, alta palmi a, larga 1, con coperohio della stessa pietra, sul quale veggonsi accosciati due cani forniti di collare, ed un leprotto accovacciato dinnanzi a loro. Di mezzo ad essi il coperchio stesso a alza in forma acuminata. Entro Turna trovansi avanzi d ossa bruciate, con frammenti di un vaso di terra nera, e d altro vato fittile ornato di un giro di Veron. 47, 3). La moglie i alia sinistra del marito, come (T ordinario vedesi osservato ne monumenti Greet, a negli Etruschi altres'i. Se la Toce TPT4>AINA non si connetto coi nomi di Melitina, pu6 reputarsi noma di una dalle iigliuole di lei. Essa, per essere velata e diademata, potrebbe credersi sacerdotessa di qualche Dea ( cf. Miu. Veron. p. 47, 5). (39) Questo bel monumento, a tempi del Maffei, che lo pubblicb con qualche inesattezza ( Mas. Veron. 374, 8 ) esisteva in Venezia apud NN. Donatos a Turricellis. Anche il ch. Thiersch non fu a bastante esatto nella descrizione delle Bgure, e nel trascriverne I epigrafe (Reisen in Jtalieni r. la prec. not. 9 }.

39 8 4o chiodetti di rame in esso oonfitti. Qnesto uuirao Taso peraltro mostra easere stato di tale gran> dezza> che non poteva altrimenti capire nel vano deirurnetta. Nel dinnanzi di questa leggesi la seguente epigrafe: DAHALB TI IvnI ANC ANNOR XX HIC. 8ITA EST Questa ancella di Ti. Qiunio, per nome Damale, morta d anni XX, vnolsi probabilmente riportare a' tempi di Augusto, cbe in Este deduase una colonia di legionarii emeriti, dopo la vittoria d Azzio ( V. Furlanetto, Museo d Este p. 46, 96; Bullettino 1839, p. i34)> come puo arguirsi dalla simplicita stessa dell' epigrafe, e da que vasi fit* tili, che sembrano an avanzo degli usi piu antiobi degli Euganei. Anche la forma singolare di queata, e d altre simili urne o cippi del Museo d Eate (v. Furlanetto p. i4'^)> parmi ritratta da quella delle antiche ciate o di vaai ad esse analoghi (3o). (3o) Nel Museo d Este vidi un cippo in forma di alto cilindro recinto da uno o piu cerchi, e con la sommitii acuminata, che sembra imitare il coperchio convesso delle ciste. Nella somraita d altri di que cippi veggonsi due leoni con testa d ariete, o di hue, di mezzo ad essi ; onde rorrei eongetturare che il lepre potto fra due cani sia simbolo della ditcruzione, a cui sono aoggette tntte le cose di quaggiuso, e quindi proprio del tepolcro di una giorinetta. 11 lepre ricorre anche in altri sepolcri d Este ( Furlanetto, p. 167; cf. 171 ), e in un cippo del Museo di Mantora Digi'.izoci hy (ttoo^c

40 , ) 4» N. 36. Due mani colossali, ambedue sinistre. Qaella che tiene il Clobo, simbolo dell Impero del mondo, appartenne seaza dubbio alia atatua oolossale di uno degli August! ; e 1 altra, che setnbra impugnare I estremita della Clava, appella ad un colosso di Ercole, o di Commodo ritratto in sembianza di Ercole medesimo ( v. il seg. Compart. XIV, n. 71 a ). N. 53. Pompa funebre? Due figure virili sbarbate togate e calzate stanti, colle mani nascoste sotto la toga, poste di mezzo a due altre figure togate alquanto minor! aventi il braccio destro fuor della toga. Dinnanzi a loro, figura virile vestita di tunica succiuta e di penula, che nella d. tiene un bacillo steso alio indietro e volto a terra, e nella s. altro bacillo posato sopra la spalla, e (Tom. //, Tao,:i^,p, 161) proveniente da Este, nei lati del quale gone due pillarii, che ginocano con setta palle. Il ch. Sig. Cav. Labu«vi ravvisa il tema genetliaco della fancinlla; e genza oppomii alia felice di lui gpiegazione, Torrei gogpettare, che gi le Sette palle, gimbolo de Sette pianeti, e gl la lepre che in Geminorum parte aerrtxa oritur (Firmic. Math, fill, 8), alludano per ragion gecondaria al nome della giovinetta SEPTVMIA. In altra lapide Egtenge ( Furlanetto p. i 3 i ) g incontra una delle pi^i belle e manifeste allugioni al nome proprio della pergona defunta, bench^ egga non gia ttata arvertita. La donna figurata in atto di porgi la mano alia gpalla ( armuni ainigtra ( v. Alessi, Antichith di Este, p. 184), coga fuori del congneto, allude genza meno al cognome di egga AR&US, che per ci6 gteggo gembra che gi riputagse derivato dal latino ARMFS (cf. Furlanetto, Append, ad ForcelL). Digitized by Coogle

41 4a che livolgesi verso le qnattro figure togate, come per iavitarle ad avaazarsi. Piu innanzi e una figura virile tunicata saccinta stante in atto di tenere pel freno un cavallo bardato e ornato di collare, che pare impaziente di moverai. Dlnnanzi al jca* vallo ^ altra figura vestita di tunica succinta e di penula, tenente come la precedeute due bacilli, uno nella s. posato sopra la spalla, ed altro nella d. steso air innanzi verso altro cavallo similmente guarnito e tenuto da altra figura tunicata succiuta. Dinnanzi a questo secondo cavallo veggonsi altri due uomini togati e calzati, aventi le mani nascoste entro la toga, e in atto di riguardare all' indietro verso i primi personaggi togati. Questo bassorilievo, lungo palmi 9, alto a fa senza dubbio staccato da un sarcofago Etrusco simile a quello si accuratamente delineato dall' Ingbirami (M. Etr.Ser.J,Toi>. 3 ). Sarcofaghi di tal grandezza, come avverte il Lanzi ( T. //,/>. 337), ha Volterra, Chiusi, Montepulciano, Corneto; ma son rarissimi. Di rappresentanza analogs a quella del nostro, citre il sopra indicato dell Inghirami, due ne pubblicb il Sig. Micali ( Monum. Tav. 1 1 a ); ma il nostro h tuttavia singolare per la particolarita della penula de due littori o accensi che dir si debbano, e per 1 intervenimento dei due caoalli. II subbietto di cotali scolture non e ben certo e definite ( Inghirami, e Micali I, c pure. ); sembra assai verisimile, cbe rappresenti una pompa funebre ( cf. Horat. I, Epist- 7, 6; Cic. in Piton. a3; de Leg. II, 4 ), nella quale si facesse mostra delle insegne onorifiche del defunto, che Digitized

42 4» in vita ottenesee nna insigne magistratnra od altri onori municipali (3i). Compartimento III- Armadio I. Cinerarj d Este di Tame. Qnesti i8 Vasi Cinerarj compost! di semplici lastre di rame, con altri 3 simjli che trovansi riposti nell Armadio XV, provengono tutti dal territorio d Este, e sono assai pregevoli, poiche probabilmente spettano per la pin parte a sepolcri Euganei, e confrontano co riti funebri degli Etruscbi. La forma loro per lo pin si accosta a quella di un calato, o sia di un CODO tronco riverso, tranne cbe alcnni si restringono alquanto verso la bocca. II copercbio ora e semisferico, ora pin o meno convesso, e talora piatto. II corpo del vaso consiste ora di una, ora di due lastre, cbe da uno o da ambedne i lati addoppiano e sono fermate per mezzo di una serie di cbiodetti di rame ribaditi ; e per simile modo la lastra del fondo si congiunge al corpo del vaso. Alcuui banno indizio di manicbi gia si attaccati verso la bocca di essi ; altri banno rappezzature fatte ab antico, lo che mostra come servirono ad altr uso, forse sacro, prima di essere riposti ne sepolcri; e (3l) La sedia curule, lo scrigno pe volnmi, ed i pugillari, o libri, che veggonsi ne due tarcofaghi del ch. Micali, inanifettamente accennano a magiatratnra. Nel nostro i due catalli potrebbero forse riferirsi all onore dell E([ixo publico, concesao in vita al defunto. La particolaritk delle figure aventi le mani nascoste sotto la toga si osserva anche in una delle Urne sopra descritte ( Compart. /, n. Ill ).

43 44 tre soqo assai vagamente ornati con borchle o teste di chiodi finti circondate da linee circolari e serpeggianti di globetti e punti, con lavoro a cesello, che al difuori riesce di rilievo ed incavato al didentro. Cotaii ornamenti confrontano quasi pei^ fettamente con quelli, che veggonsi nel coperchio della Cista Etrusca del Museo di Bologna (Schiassit Opusc. di Bologna T. I, Too. 3 : Gerhard, Etr. Spieg. Taf. I, n. 6 ), Simile alia ridetta Cista Etrusoa, e ad altre due trovate, una nell agro Bolognese, e altra nel Modenese, si e quells obe vedesi riposta in quest Armadio fra Cinerarj suddetti, e che parimente proviene dalle scavazioni fatte a spese dell' Obizzi in sul territorio di Este (3a). La soroiglianza si della forma di quests piccola Cista con quella delle tre suddette, come degli ornamenti de tre Vasi cinerarj sopra indicati (3a) Quests piccola Cista ha il corpo composto d ana sola lastra di rame ripiegata sopra se stessa, e congiunta da un lato con chiodetti di rame, e distinto in nove costola di risalto e in dieci zone piano ornate ciascuna da una linea di capolini di chiodetti finti. II coperchio i alquanto ricolmo e omato di un come grande fiore aperto a aa fnglia concentriche che lo coprono fin presso I orlo. L appendice cilindrica, indi acuminata e finiente in un globetto, la quale s alza d in sul mezzo del coperchio, e che serve da press per metterlo e levarlo, parmi assai notevole anche in riguardo allii simiglianza di essa con parecchi cippi sepolcrali di Este e de paesi d intorno. Una piu minuta descrizione di quests Cista fu da me data nolle Osteri^axioni sopra un Sepolereto Etruseo scoperto ntlla collina Modenese ( u. Contin. delle Mem. di Relig, T. XIII). II disegno di essa, e di uno de*

44 45 con que del copefcliio della grande Gista Bolognese, k tale e tanta, che evidentemente appella ad una medesima scuola dell* arte nell Etruria Circumpadana; tanto piu che concerne ad oggetti d uso sacro e di riti sepolcrali, dell osservanza de quali tenacissimi furono gli antichi. Quindi mi sembra, che dall indicato riscontro possa giustamente inferirsi, che gli Euganei ahitatori dell agro Estense, e de circonvicini, avessero nsanze e religione comune con gli Etruschi Circumpadani, a quali senza dubbio spettano le tre Ciste mistiche trovate nel- Tagro Bolognese e nel Modenese (33). Entro la Cista proveniente da Este non trovasi pin che qualche avanzo d ossa umane ahbrnciate ; ma dentro gli altri Cinerarj d Este vedesi per lo pin riposto altro vaso minore httile, insieme con ossa brnciate e divers! piccoli oggetti, e qualche motre Cinerarj forniti de tuddetti ornati, dovrebbe pubbiicarti, inaiema con una breve dichiarazione, nel Volume XIII degli Annali dell Inatituto di Corriepondenza Archeologica, che attualmente atampasi in Roma. (33) Vuolei qui ricordare 1 iniigne Vaeo di rame fornito di manico, a foggia di situla, trovatosi, non son molti anni, in Sul territorio di Trento, cfae porta incise nel manico e nel labbro alcune epigraii in caratteri simili agli Euganei ( V, Inghirami, Lettere i' Etr. ernd., p. aio, Tat>. XII). Esso, del pari die i Cinerarj d Este, consiste di una lastra di rame ripiegata sopra se stessa, e fermata nell unitura delle due estremitii con due s'erie di chiodetti di rame ribaditi, e d altra lastra, che rimboccata sopra quella del corpo, ne forma il foiido.

45 46 neu, che sembra indicarne che 1' aso di essi durasse fioo a tempi di Augasto (34) Compartimento IF> N I CavdUi deue quattro Fazioni Circensi. Sarcofago di marmo proveniente da Roma, lungo (34 Gl indicati piccoli oggetti, che ora troraiui ripoati ) entro i Cinerarj di Este, Terisimilmente perchi trovati entro o vicino ad eati, aono ; x, pallottoline di retro a yarj color! ( alcune delle qnali inaieme aderenti per effetto del calore del rogo ) con traforo per infilzarle ; altre due d ambra; altre groaaolane di terra neraatra non cotta; balaamario di terra cotta del color naturale; 3, piccola accetta di ferro, con fibule pnr di ferro oaaidate; 3, molte laminette di laatra aottiliaaima di rame, di forma rettangolare, o trapezzoidale, con globetti a ceaello, e con nno, due o quattro fori agli angoli, o alia aommiti, per appenderle, od unirle, paaaandovi nn anelletta, in forma di catena o di collana (o. Guattani, Not'iz. 1784, Marzo p. xxn)i altre rotonde traforate nel mezzo per infilzarle ; tubetti di laatra di rame, che talora rireatono un cilindretto di legno; piccolo bolle conaiatenti di tenue laminetta di rame ripiegata aopra ao ateaaa; una delle qnali di forma quadra, con appicagnolo, aimilisaima agli odierni bravi che aogliono portare al collo i bambini ; 4, bronzo, fibule, borchie, anello a foggia di armilla elaatica, una come ranghetta, un orciuoletto con coperchio piatto amovibile pertugiato nel mezzo; un pezzo quadrato, del peao circa di un oncia, che ha indizio di taglio e frattura artificiale in due de lati oppoati, al che embra ataccato da una verga, e pu6 crederai un pezzo di aes rude. In nno dei tre vaai ornati a ceaello i ripoato un aaie onciale con due monete di aecondo bronzo de triumviri monetali di Anguato ; ma queate probabilmente non aaranno atate trovate entro il vaao, benai nella acavazione ateaaa e non lontano da caao (v, la sag. nota 43)- Digitized by Google

46 I I 47 palmi 10 ed alto e largo 3, la col faccia principale e compartita come segue I RK...K ET CREDK I III 1 HOC BST 1 \ «IC X8T ALIVT FIEIU NOIf LICIT I A 3 La prima colonna, comiuciando a sinistra dello spettatore, non avendo quella tabella che vedesi soprapposta alle altre qnattro, Bnisce in un fogliame, che le da I aspetto come di arhore di palma. Ne quattro spazj frapposti alle cinque colonne, sono le seguenti scolture: i, Uomo tunioato succinto, stante, che alza la d. aperta, e colla s. tiene pel freno uu oavallo oruato di torque, o sia collare fornito di lunula, il quale posava la zaropa d. anteriore, ora mancante, sopra un sacchetto pieno e legato verso la hocca, posto per terra. - a, Altro Uomo similmente vestito, che stende la d. verso il primo, e colla s. tiene un cavallo privo di collare, che posava una zaropa, ora mancante, sopra una marra e un altro ordegno corroso, che semhra vaso. - 3, Uomo togato stante di prospetto a lato di un cavallo ornato di collare con lunula, come il primo, e che posava la zampa anteriore destra^ ora mancante^ sopra un sacchetto pieno e legato, posto a terra presso un pilastrino sormontato da altro simile sacchetto. - 4> Homo vestito di breve Digi : by Coogle

47 48 tunioa disciata, che non aggiunge al ginocchio, atante con la d. posata roveacia aul sao petto, te* nendo colla a. un cavallo mancante di collare. In ciaacuno del due laterali, Cavallo bardato con pelle di fiera, atante fra due colonne con capitelli a fogliame. Questo aingolare e cnrioso monumento fu pubblicato, ma ineaattamente, dallo Spon ( Miscellanea eruditae Antiq. Sect. IX, n. XVI, p, Sog, Lugd. i685), e poscia ripetuto dal Montfaucon (Ant. txpl. T. Ill, PI. i63, p. 287). L interpretazione datane dallo Spon, e aeguita dal Montfaucon, e come aegue: Victores, comite palma (35), stant hi quatuor equi, ducentibus servis. Ante duorum pedes visuntur sacci ligati, hordeum ipsis destinatum continentes (36). A me sembra piu verisimile, che i quattro Cavalli cosi figurati, due ornati di collare con lunula, in atto come d' impossessarsi I uno di due sacchetti pieni, e I altro d uno solo, e due mancanti di collare e senza sacchetti, rappresentino le quattro celebri fazioni de giuochi Gircensi, due vincitrici, e due perdenti (cf. For- (35) La prima colonnetta a linistra dello apettatore fu non rettamente delineata dallo Spon come fosae arbore di palma. Nel reato, in altre edizioni della Miscellanea dello Spon, meno complete della aopra indicata, non trovati riferito il nostro monumento. (36) II Montfaucon non fece che sostituire 1 avena all orzo. L ipotesi dello Spon sembra fondata nell opinione degli eniditi, cbe i cavalli vincitori ricevessero la biada dal pubblico (Buonarroti, Fetri, p. i83). Digitized by Google

48 49 Cellini, v. Fjctio; Visconti, M, P. Cl. T. V, Too. 39). I due sacchetti posti vicino al terzo cavallo aembrano appellare al primo e principale premioi tanto piu che VUomo, sendo togato, mostra e«- sere Dominus Factionis, ovvero Factionarius ( v. Gruter. p. 338, 3 ); laddove gli altri tre saranno semplici agitatori, de qaali era distintivo proprio la tunica, conforme a quel di Plinio {IX, Epist. 6): tanta gratia, tanta auctoritas in una vilissima tunica! II premia secondario aark toccato all agitatore del primo cavallo, che pone la zampa sopra un solo sacchetto. Cotali sacohetti, anzi che d orzo o di avena, saranno stati pieni di helle e sonanti monete d oro, conforme al detto di Marziale {X, Epigr. 74, 5 ), ove parla del hravo auriga Gii> cense di nome Scorpo: Quum Scorpus una quindecim graves hora Ferventis AURI victor auferat SACCOS. E che i sacculi, o sia horse di denaro, presso gli antichi avessero cotal forma, e fossero parimente legati presso la hocca, chiaro si pare dal riscontro di simili sacchetti delineati in altri monumenti con cifre numeriche segnate al fuori per indicare la somma in essi contenuta (v. Gori, Thes. Diptych. T. I, p. a8i, etc. e Pitt. d Ercol. T. II, Tao. II, testata; T. V, Tav. XVI, testata; Tav. 84 ecc.). Che poi gli altri due cavalli, privi di torque e di sacchetto, rappresentioo le due fazioni perdenti, si voile forse indicare anche con la particolarita del quarto agitatore iunicato discinto, glacche discinctus si disse d uomo neghittoso e da nulla (v. Forcellini h. v.)', e colla marra, apposta al secondo 4

49 5o cavallo, che pu6 ricordare quel motto proverbiale. Sarculum hinc illo profectusy illinc redisti rutrvm, che valse : Retro res tuae ierunt ( Pompon, ap. Non, I, 66) (37). N, Le Troiane rijuggite all Ara? Donna caduta ginocchioni presso un Ara, e di retro a lei. (87) La marra peraltro potrebbe anche riferirs! alle corta Circensi, od ai giuochi ginnaatici che esercitavanii nel Circo, giacchi un timile ordegno vedeai poato per terra, o in mano di un Genie, in altri baaairilievi rappreaentanti i Circenai ( V. Visconti, M, P, Cl. T. V, Tav, 38, e 40; dip. p, ao8). a Lanzi, Vasi I motti HOC ibt, aic est, alivt FiERt, nor LICET, cbe, Tolendoli riferire alle rappreaentazioni de Circensi, mi rietcivano inesplicabili, ricevono inaspettatamente bella luce da una lacrizione metrica della insigne raccolta del Signor Car. Campana, comunicatami dalla cortesia del ch. Borgheai. Quell epitafio, che h di una Fanciullina di aoli anni 5, meai 7 e giorni aa, qtam mortis ACEaera eripvit LSTra, TERERAMQVE AD TARTARA DvxiT, si conchiudc colla seguente aentenza posta in linea aeparata HOC EBT aic E8T ALIVT FIERI nor FOTEST HOC AD R08 Dal confronto pertanto de due monumenti, come avverte il lodato Sig. Borgbeai, si conosce, che i motti separati del nostro Sarcofago formano riuniti una aentenza morale circa r ineritabilita della morte; di che redesi altreai la connessione di easi colle precedenti parole nzspicz (?) et crede. La rappresentanza poi de Circensi pu6 riferirsi alia brevity di queata vita fuggente, e fors ancbe alle ricompense nella vita avvenire. Le fraai hoc est, sic est, usate per aflermare asseverantemente, confortano 1 opinione di quelli che da esse derivano la denominazione di Lingua d oco e Lingua di si, data dall Allighieri alia Lingua Prorenzalo ed alia Toscana.

50 figura virile cbe la prende per li capelli. Dall altro lato dell'ara, figura stante con un bambino (?) nella indi altra Donna caduta ginoochioni a terra, altra stante colie mani conserte cadenti al dinnanzi della persona, e figura virile cbe in tutta corsa sopragginngendo, e piegando un ginoccbio a terra, stende la 8. al fianco di essa donna (38). II Visconti vi ravvisb il misfatto di Aiace sopra Cassandra; ma la mancanza del simulacro di Pallade, mi fa pro> pendere a ravvisarvi pinttosto Ecnba, cbe vedendo presa la reggia, insieme con le Figliuole, e con I altre donne, si ricovera all ara, posta nel mezzo della reggia stessa a cielo aperto (^en, JI, SiS), Hie Hecuba et natae nequidquam altaria circum, Praecipites atra ceu tempestate columbae, Condensae etdivomamplexae simulacra sedebant. N. I So. Frammento del fregio della cella del Partenone di Atene? Figura virile giovenile, rappresentata di fianco, e volta a sinistra dello spet* tatore, della- quale pia non ' rimane cbe la parte Si (38) Questo baiborilievo, alto palmi a I e largo 4 I> al Visconti parve di lavoro Greco, si corroso e pien di fratture, che non posso accertare ogni particolare della de- crizione j tanto piu ch esso k collocato in sito ove ha poca luce ed incerta. La fignra stante ritta presso 1 ara, se tiene Teramente un bambino nella come parve ad altri, sara Andromaca col tuo piccolo Astianatte. La figura virile, che sembra piegare un ginocchio a terra, ed appoggiare la sinistra e 1 capo alia persona della donna stante vicino ad essa, potrebbe dirsi Polite, die insegnito da Pirro, fuggendo verso I ara, ivi stesso (den. II, 53a) Concidit, ac vitam multo cum sanguine fudit.

51 dal 5a mezzo insu, Essa appare vestita di tunica senza maniclie, e cinta la fronte di tenia, o sia di benda. II braccio s., che solo si vede, ha il gomito piegato ad angolo alquauto ottuso, e la mano Semiaperta col pollice inarcato, fra il quale e 1 indice vedesi praticato un foro. L omero d. e coperto dal muso di una testa di Cavallo^ che resta al di dietro, e cbe si leva alia stessa altezza che quella del giovine. Nella testa del Cavallo vuolsi avvertire un foro praticato nel luogo ove dovrebhe essere il morso. Dinnanzi alia ridetta figura giovenile ri* mangono le tracce di altra simile figura pur tunicata, che la precede. Questo frammento, che i alto centimetri o, 3S e largo So, a parere del ch. Thiersch (v. la prec. not. 9), h un manifesto frammento del fregio del Partenone di Atene ; poich^ tutto e (Taccordo col fregio del Partenone : il sesto, il soggetto, il rilieoo assai basso, V eccellente e purgato stile delr esecuzione e del trcsttamento (39). II sesto, o sia la dimensioned fattine i debiti ragguagli, sembra realmente confrontare con 1* altezza del fregio della cella del Partenone, che era di piedi 3i (u. Muller, Handb. 118, a, b) (40). Sa ognuno come il (89) Il lodato Sig. Thiersch mostra non arerne preso descriziune a bastanta accorata, dicendo che vi si vede un Giooine a caoallo, nel tutto insume ben conservato; di dietro a lui, una testa di Caoallo; davanti ad esso, parte del dorso di un compagrio che lo precede. Il ( 4 ) lodato Sig. Ingegnere Ferrari, che preso le diniensioni precise del nostro frammento, fece eziandio il Digitized by Google

52 ^ ' ' X 7 '.3 aubbietto di quel magnifico firegio, che ricorreva attorno alia cella per lo spazio di 5a8 piedi, si e la sacra pompa qainquennale delle grandi feste Panatenaiche, e com% vi fau bella mostra i cavalieri, quali in atto di teoere i loro cavalli, e quali montati sopr essi ( v. Tresor de Numism. et Glypt. Bas-Bel. du Parth.). La ragione del rilievo dssai ' basso nelle sculture del fregio medesimo mostra t I accorgimento di Fidia, ohe per tal modo provvide all inconveoiente dell ombre che avrebbero gettate I nna sopra I altra le figure piu rilevate, non rice- f vendo luce che dagl intercolunnj. Lo stile si del * disegno come dell'esecuzione di un lavoro, obe si suppone aver fatto parte della piu grande e nobile composizione, che giammai fosse ideata da uno scultore, non pub essere che puro ed eccellente. Alle ragioni indicate dal ch. Thiersch altra se ne pub aggiungere assai valida; voglio dire della particolarita di que due fori che veggensi nel nostro frammento, uno nel sito del morso del'gavallo^ altro fra il pollice e P indioe della sinistra del Ca- - valiere, che mostra averlo guidato a mano tenendolo per le briglie; giacchb d altra parte consta j seguente ragguaglio. La parte snperiore della figura giovenile stante, che sola rimane dall anca in su, ^ alta Metri 0.35; onde la figura intera ritta sarebbe dell altezza di Metri o. 5. L altezza del fregio della cella del Fartenone 95, i di piedi 3 corrispondenti a Metri i. 08 ; e qiiindi la differenza non sarebbe che di Metri o. las, quale appunto ricbiedesi per lo spazio cbe dee rimanere si al disopra come al disotto delle figure. Digitized by Google

53 come nel freglo del Partenone le brlglie ed altri accessor] erano riportati in metallo ( Muller 1. c. ). Arroge, che i Cavalieri del fregio del Partenone erano per la pin parte vestitl di tunica (Viscontiy Op. var. T. Ill, /» J3a ed. Mil.), appunto come le nostre dne mezze gure; e che ne' frammentl del 'Museo Britannico vejesi fra gli altri un giovine Cavaliere stante presso il suo Cwallo in atio, come semhra, di porsi la corona in capo ( Visconti, 1. c. p. i34)> al quale fa bel'riscontro il nostro','«che cinto la fronte della sacra benda, come vincitore, si mena dietro il suo Cavallo. E che in eifetti i celeti vincitori nelle corse Panatenaiche si cingessero alia fronte una tenia purpurea, ne danno prova non dubbia le pitture de Foii Panatenaici dell antica Vulci (w. Annali delvinst. T. V, p. 75 ). Il modo altresi, col quale un frammento de marmi del Partenone pot^ pervenire alle mani dell Obizzi, facilmente si Spiega; poiche per una parte consta come i non pochi bassirilievi Greci del Museo del Catajo provennero quasi tutti da Venezia, e d'altra parte h noto come poco dopo il guasto fatto al Partenone nel Settembre del 1687, allor che il Doge Morosini fece bombardare I acropoli, furono in parte depredati i marmi di quella rovina (Tresor de Numism. I, c. p. 3) (41 ). C4i) Dopo 1 occupazione di Atene, Tolendo il Morosini staccare dal frontone i cavalli della quadriga di Fallada vincitrice, queati vennero a cadera topr esso la roccia, ore s iafransero : e tutti gli uisciali presero parte alio spoglio ^ ( Tretor de Numism. 1. c. ). Digitized by Coo,qle

54 Compartimento V. 55 Fra Vasi fittili riposti in questo Armadio II notevoli mi' parvero specialmente quelli che provengono da EstCi e cbe ool Lanzi voglionsi appellare Euganei. I soli Ginerarj provenienti da quelle scavazioni dell Obizzi, riposti in questo e in altii Armad}, sono circa 170. La forma loro suol essere quella di nn ollaalta e.strctta, e analoga a quella de pappi Etruschi di Banzano (Gori, Mus, Etr. T. Ill, P. II, Tab. 16): e I altezza varia dai due palmi lino a mezzo palmo. II copercbio e alquanto ricolmo, e prende I aspetto di una patera assai espansa, posta riversa. II colore h quello della creta, o di una tinta rossiccia, o nerastra^ o castanea^ 0 piombiccia ; e di sovente e variato a liste o zone alternativamente giallognole, nerastre e ros> siccie, attorno al corpo del vaso, ed a raggi sopra il copercbio. La superficie e per lo piu liscia, ma talora il corpo e ricinto da cordoni o costolette a rilievo. Alcuni banno yerso la sommita un giro di capolini di cbiodetti di rame coniitti nella creta; e singolare si e quello, cbe attorno al corpo e ri* cinto da dieci costolette rilevate e tutte ornate di cotali cbiodetti, oltre una serie di essi, cbe nella superbcie interna ricorre attorno al labbro. Li ricorda ancbe il Lanzi ragionando dei Vasi antichi dipinti (p. 26). «Altri, dic egli, da non trascurarsi, quantunque senza figure, osservai nel gran Museo del Cattajo, frutto delle scavazioni del Sig. March. Tommaso Obizzi in piu luogbi dell antico paese Euganeo. Segnatamente n ebbe in Este, ove i vasi

55 56 di terra son dipinti di aicnne lilte o fasce di co> lor giallo, violaceo, e rossiccio ; nel resto, di belle forme, leggieri ed anticbi molto ; poiehe con essi insieme non si trovano altre monete fuor che assi Romani, ne altre iscrizioni fuor che Euganee o Latine semibarbare (4^)* Altri quivi ne vidi con alcune protuberanze per tutto il circuito, usati an* che in Grecia, w xvxxo tvxovg { tuberculos) [Athenaeus Dipnos. p. 468,47s), i qnali peraltro, essendo piuttosto chiodetti quivi coniitti, rammen* tan pin veramente i vasi che avean nella superficie otovet xe<faxidat vxer u (4S)> iv Testa semicolossale di Donna con labbra semiaperte. Di tale particolarita veggasi il Winckelmann (Stor. delv Arti, T. /, p. 870, del Fea)> (4a) Entro uno de Cinerarj d Este colorito a liite nerattre e rossiccie trovai riposte i3 Monete Iraperiali di tecondo bronzo, che tone di Augusto, di Vespaiiano, di Domiziano e di Traiano, oltre una di primo bronzo di Augusto con la contromarca NCAFR. Lo stesso loro numero peraltro fa ragionevolmente sospettare, che non fossero esse riposte ab antico entro quel Cinerario ; ma che si trovassero nella scavazione di un sepolcro, che poti appartenere a persone di varj tempi. (43) Di simili cbiodi coniitti, oppure Knti, ornavansi ab antico i vasi, siccome la celebre tazza di Nestore (Iliad. XI, 63a), I impugnature de gladii (Ibid, at)), e gli scettri regali (Iliad. I, ;J^), Edipo in urna Etrusca ha lo scettro per simile mode ornato ( Inghir, Ser. I, 98 ). Dubito peraltro, che qne chiodetti di rame coniitti no' Cinerarj fit till Euganei appellino al prisco e solenne uso do Cinerarj di rame (cf. Sophocl. Electr, v, 54). Digitized by Google

56 : Compartimento VI. 5? N Stela sepolcrale, in forma di Edicola (44)) alta palmi 5 e larga a, con dne pilastri che sostengono un architrave ornato di 4 patere framezzate di tre bucranii. Entro I edicola, Uomo palliato e Donna velata atanti di prospetto, con la testa rivolta in atto di riguardarsi I un I altro. A 1 disotto e I epigrafe (*) (44) premo i Greci fu noma di Calonnn o Cippo sepolcrale. Demetrio Falereo ne limit6 la misura in Atene supra terras tumulum noluit quid statui, nisi columellam, tribus cubitis ne altiorem, out mensam, aut labellam (Cic. de Leg. II, a6: cf. Lanzi, T. II, p. 387 ). Cicerone col nome Mensa pare volease indicare un cippo a foggia d Ara, o una Stela col tipo di due 0 pits persons adagiate a Men^ sa: e colla voce Labetlus indic6 eenza mono qua Vast sepolcrali ornati di bassirilievi, che ne dintomi di Atene trovansi insieme con colonnette, atele, ed altri simili monu> roenti (v. Gerhard, Annali T. IX, p. 118). A cotali Stele, o Cippi, si diede poscia il nome di Aediculae, di una delle qiiali leggesi notata la misnra in una lapida presso il Marini ( Are. p. Soq ) ; item. aedicvlam. fecit. et SIBI. et. avis. POSTEBISQVE. EOnVM. ALT. P. V. LATVM F. II. LOBCVM. p. Ill, Cotale forma prevalse allor che si cominci6 a trihutare al defunto onori divini ed eroici, a quali nella nostra appellano le patera ed i Bucranj ( cf. Mas. Feron. p. LI, 10). A divini onori- tribntati agli Augnsti dopo I Apoteosi sembra riferirsi il Bucranio posto come simbolo del Collegio de Sodali Augustali ( v. Borgkesi, JJecad. VII, OSS. 7 ; cf. Boldetti, Cimit. p. 583 ). (*)... struts Sostrali Atheniensis Filia, Curarum Expert Bona Vale. Boethe Sostrati F. Atheniensis, Bone Vale.

57 TPATH... STPATOT A0HNAIOT TFATHP AATHE XPHSTH XAIPE BOIH0E SaSTPATOr A0HNAIE XPHSTE XAIPE I due defunti sembrano fratello e sorella, dicendosi eutrambi bgliuoli di Sostrato Ateniese. Essi, benche gertnani, potrebbero credersi due coniugi; neque enim Cimoni fuit turpe, Atheniensium summo viro, SOROREM GERMANAil HABERE IN MATRIMO- Nio, quippe cum cives eius eodem uterentur instituto : at id quidem nostris moribus nefas habetur Cornel. Nepos in Praef. ). Intorno alia scrittura ( del nome BOETHVS, BOH0OE, dottamente discorre il Marini {Aro. p. 891) (45). N. 36o. Stela, o sia Edicola sepolcrale, alta palmi 4 e larga a, avente due pilastri che sostengono nn arco, e fornita di fastigio con patera nel mez> zo (46). Entro 1 edicola, Uomo palliato sedente, Tolto a d., e Donna velat^ stante, cbe gli porge la destra : e sopr essi, due Mani desire aperte, alzate. A1 disotto e I epigrafe (*) AHMHPIOS KTHTOr XPHSTE XAIPE (45) La scrittura BOIH0E, per BOH0E, i analoga a quella della voce ^oustov, e d altre ( v. Maittaire Dialect. Gr. p. 'ioo, B ). (46) L arco deir edicola h ornato di segni a foggia di lunette a color rosso, disposti in giro ( v, Annali dell Inst. T. IX, p ). (*) Demetrius Cteti F., Bone Foie. PiQilizRd by

58 H Paciandl cbe la pnbblicb {Diatribe, qua Gr. Anaglyphi interpr. trad. cf. Mon. Pelopon. T. II, p. 23 a, 344 )> 86Dza quaicbe inesattezza, e cbe la.vide in Venezia presso Pietro Basalea Libraio, discorre dottamente del simbolo delle Mani aperte leoate come in atto di preghiera o d imprecazione, sia contra gli Dei, qui innocentem sustulerunt (Gruter. p. 820, i ), sia per chiedere vendetta delle morti violente 59 (v. Ficoroni, Bolla d Oro p. 37: Visconti, M. P. Cl. T. Ill, Tav. aa, p. 108 ed. Mil.) (47)- Nella no»tra edicola, sendo due Mani destre, mostra cbe le imprecazioni siano fatte si da Demetrio, come dalla Donna cbe gli porge la destra, e cbe sara la madre ovvero la moglie di lui. N Madre con due figliuoli supplicanti ad Esculapio: bassorilievo votivo, alto palmi i 4 e lai^ go a. Esculapio adagiato nel lettisternio con corno potorio nella d. alzata, e con patera nella s. Dinnanzi a lui, mensa imbandita : appie del letto, Igia aedente iu trono rivolta verso il padre, e in atto di pascere un serpente : dietro lei, garzoncello nudo stante con urceo nella d.,la quale riesce sopra un cratere o simile vaso. Ivi presso, Donna velata preceduta da due fanciulli in atteggiamento di supplicanti (v. Compart. XX, n. ii 43 ). Qnesto subbietto fu si bene illustrate dopo altri dal dotto Francese Le Bas [Monum. de Moree p. 109 segg.), cbe non mi fa d uopo di piu parole. (47) n Montfauc on, che reput6 cotali mani alluaiva agli Dei Afani (Ant. expl. T. F, PI. 68} Suppl. T. F, PI. 46), fa veramente pieta.

59 xoaiiieg u>(ra( {^cf. Boeckh, Corp. Inscr. n. 194*». : 6o iv Novella Eroe, che arriva agli Elisi bassorilievo alto palmi i } e largo a. Uomo tunicato, clamidato, sopra cavallo bardato di pelle di bera, cbe si accosta ad (in Ara quadrata posta presso an Arbore, attorno al qoale si avvolge ua Serpente cbe si rivolge verso il Gavaliere. Presso I Ara e un Cane, che viene verso il Gavaliere medesiino. II Serpente, ch'e credesi quello delle Esperidi, o il Genio del defnnto, appella agli onori eroici ( Muller, 43 1 a :, Gerhard, ^nnal, T. IX, p. lao. V. altro simile b. r. Comp. XIX, n. na6). Compartimento VII. N. 384* Stela sepolcrale; alta palmi a e larga I 1. Uomo barbato adagiato sopra letto discubitorio con frutto o cosa simile nella s.; e dinnanzi a Ini, mensa a tre piedi. Al di sotto ('*'') :A"MENOC 0EOAWPOTT.. OCMIOC BItoCAE Nella seconda linea senza meno dee leggersi Marini, Arv. p. as; Mas. Veron. p. 873, 10). N Edicola sepolcrale, alta palmi 3 { e larga a con due pilastri che sostengono un architrave ; entro la quale sono due figure virili imberbi palliate, stanti di prospetto, con la d. sul petto, e con ohbietto incerto nella s. oadente. Nell ar- (*)...asmenus Theodori F Qui Honeite Vixit.. Digitized by Google

60 : cbitrave e scritto il seguente distioo in lettere fuggenti (*) ZH2A2WSAEIZHNArA 0SAENAnA2IN0MIi:eEI2 0PEIITO2AKMHNNEOSWNWXETE2HMI0EOTS che vnoui leggere Zt!<ra( e; 9et ^tiv, aya6o( 9 ev axaat vofuadeif, Opsxxof ax(itiv vio{ OP oj(et s( iipibsovi. La Toce &pextoi parmi posta in aignificato di Alumnus (cf. Boeckh, n. 989 io33). II nome proprio, pno mancare, come in altri epitafj metrici ( v. Boeckh, n. ioa6); qnando mai non fosse tale la voce IIATPOBAO coh altra IIATAG, che veggonsi scritte a destra fnori di posto, in direzione obliqua, e con lettere di forma alquanto diversa, si che sembrano agginnte in appresso (48)< 6i (*)]Fitaut decet ofcacta, bonus auiem in omnibus existimatus, Jlumnus iuventa florens abiit ad Semideos, (48) Dopo aver posto lunga attenzione per rilevare le lettere evanide di questo marmo collocato in poca luce, trovo che 1* ebbe glii letto e pubblicato il March. Maffei ( Afuj. Veron. p. 3^5, i ), che lo vide in Venezia apud NN. Contarenos ad S. Eastachii, e lo tradutse : Omnibus aeceptus, postquam vixlsset honeste, Florens aetate, ad Semideos abiit. Egli lease HAAKMHN in principio del pentametro, sia per disattenzione, sia perch^ le prime lettere della voce 0PE11TO2 sono delle piii logore. L Autore del Mss. del Catajo ( n. Kill) lease come segue: <ArATVEASlZHNPOO0EAENATIASlNOM120EIinA- TPOBAC OHFITOSAKMHNNEOIMlNOCETESMIOEOTSnAPAO- Di che si vede, che se 1 edizione d lie Ejiigrali Grecbe,

61 : 6a N Edicola sepolcrale, alta palmi 3 i e larga a, cod due colonne rivestite di foglie, che 'sostengono un architrave; entro la quale e ua Uomo vestito di tunica e di toga che gli vela anche il capo, atante di prospetto con la d. in atto di Bollevare un lemho della sua toga, e con la a. rotta. Neir architrave e la aeguente sempliciasima epigrafe NV- MOENIO- C vuolsi avvertire, che dopo il G rimane un po* di apazio aeoza veatigio alcuno di altra lettera (49^ Compartimento VIII. Armadio III. Seguono i Vasi fittili d Este, de* quali e detto di aopra (Compart. V). Con esai b riposta una piccolisaima Ciita di osso, proveniente eaaa pure da Eate, col coperchio ornato di un fiore a foglie doppie eapanae, aiccome qnello della Ciata che atavati preparando dall Obizzi intorno all anno 1800, non ebbe eifetto, gli atudi noatri non vennaro per ci6 a discapitarne di molto. (49 Ognuno ) si aspetterebbe di vedere il C sussegnito da un F, giusta il consueto, si che 1 edicola sia dedicate MoNio MOENIO Caii Filio. Vorrei sospettare, che I oniissione dell F debba forse ripetersi da influenza dell Etrusco, o dell Euganeo; giacch^ in monumenti Etruschi a Sannitici il nome gentilizio snol essere susseguito dal prenome del padre, senza che vi sia la iniziale della voca corrispondente all F' de Latini ( v. Avellino, Iscriz. Sanni-, iica p. 4 ; yermiglioli, Sep. de Volunnj p. a8). Nel resto, le stele o edicole Italiche, a confronto delle Greche, sono assai rare ( v. Annali dell Inst. T. IX, p. las). - -Digitizes

62 del Museo ( Compart. VII, n. 38a ) mancante di epigrafe, 63 rame descritta di sopra {not. 3a), che merita particolare coosiderazione (So). Compartimento IX. N Stela sepolcrale, alta palmi 4 6 larga 3, nella quale vedesi ana Donna vestita di tunica e di manto, sedente, con la d. posata snl suo ginoccbio, e con la s. in atto di sorreggersi la guancia. A lato di lei e nna Fanciulla atante, cbe le presenta una cassetta : e di ricontro ad essa e un Uomo palliato stante di prospetto, con frutto, o cosa simile nella d. e colla s. cadente. Sopra la Donna leggesi j e sopra I Uomo (*) MOCXeiNAN 'ATPOTNKAHeiOC A4>POAIGIOr epmhc L atteggiamento della Donna, che e come di persoua mesta o pensierosa (M&ller, 43i, a), 8 nno di quelli co quali gli antichi rappresentarono Vestremo addio (5i). (So) No died! gii la deicrizione in altro mio tcritio (Osserv. sopra un Sepolcr. Etr. not. ay), Altra Citta di oaio, aimilmente ornata di Putti all intorno, fa pubblicata dal ch. Gerhard (Etr. Spiegel, Taf. I, 3; XIV). (*) Moschinam Aphrodisii F. Jurunculeius Hermes (Hono- Taoit). L accusativo Moor^ftvav 4 retto dal verbo a^potxtv, oppure exspaoe, sottinteao (t7. Franz. EL Ep. Gr.p. 33i ). (St) Cotale atteggiamento vedesi ripetuto in altra stela e che 4 come segue. Donna velata sedente in trono, con suppedaneo, che posa la d. sopra un pilastrino, 0 colla s. si sorregge la guancia. Dinnanzi a lei, Fanciulla che la riguarda, e Uomo tunicato succinto stante di prospetto.

63 . 64 Negli Armadj IV e V segue la aerie de Vasi d Este, coa altri diversi oggetti fittili; fra quali merita qualche considerazione quella Piramidetta tronca, con foro trasversale verso la sommitd, e con omato di rilievo in una delle due facce maggiori ( 5 a). Compartimento X. iv Base a foggia d Ara, alta palmi 7 e larga 3, con la segnente iscrizione divi ivli flamini C ANTONIO M F VOLT. RVFO FLAMINI divi. AVG COL. CL APRENS ET COL. IVL. PHILIPPF.N3IS EORVNDEM ET PRINClPI ITEM COL IVL. PARIANAE TRIE milit COH. XXxil. VOLVN TARIOR TRIE mil LEG XIII GEM PRAEF EQVIT ALAE I SCVBVLORVM vie vn che porta tulla apalla d. un tacco o cosa simile. Dal lato d. della Donna i un Fanciullino succinto, che similmente sorreggeti la guancia con la s. ( 5a) alta once 81 larga 4 nella base e 3 nella lommita. Altra simile, trovata in sul Modenese, con lettere,, che lette a ritroso danno la roce MANES, fu descricta nel Bullettino Archeologico ( 1841, /> ao ), ove >1 ch. Braun ne accenna altre quattro, provenienti, una da Orcomeno, altra da Atene, due da Palestrina. Alle sei sovra indicate pu6 aggiungersene una settima del Museo di Mantova (T. Ill, Tav, Sb, p. 34) proveniente dall agru Veronese, mancante peraltro del pertugio trasrersale.

64 N 65 Quetta bella ed importante Itcrizione proviene dalle rnioe dell antica Troia, ove la yide, forte pel primo, e te la trascriste lo Spon ( Miscell. erud. Ant. p. 175). Egli avverte come nel tuo stetso erano altre due basi simili a questa, tranne cbe neir ultima liuea io una di esse leggevati vie viii^ e nell altra vie ix; e ben si appose spiegando vicuf VII, WCMS VIII, vieuj IX, ma non dovea lasciare in dubbio se debbansi intendere quivi nominati i Vici di Rorna, oppure di Troia ( 53 ). A me pare cosa evidente e certa, cbe i IX, o piu cbe fotsero, Vici d Ilio, o d Alessandria Troade, erigessero ciasebeduno una Status o an Busto al nostro C. Antonio Rufo, per qualche insigne beneiicenza cb' egli facesse o procurasse alia citta. Per simile modo M. Mario Cratidiano, che si approprio tutto il merito della promulgazione di una Legge peonniaria gratissima alia plebe di Roma, venue appo questa in tanto onore e venerazione, che ricatlu (ei) totas statuas dicaverit ( PUn. XXXIII, 46; cf. Seneca de Ira III, i 8 ); e per usare delle parole di M. Tullio ( Offic. Ill, ao ) ; 03XNinrs ricis statuae, ad eas thus et cerei. Di che si pare altresi (53) Egli non avverti le I (inali delle due voci flamiiu e raincipi (lin. 3 «6), che lono legate in nceao coll e col P. Cotali neasi sono da noi indicati quivi ed altrove con lineetta toprapposta alle lettcre collegate. Lo Spon inteae, che C. Antonio Rufo sia detto Principe delle due Colonie Apreiise e Filippente ; e la tua aentenza ebbe in appreuo bella conferma da nuovi nionumenti e dal consenso dei dotti {Orelli, n. 5ia; Borghesi, Lett. mss. to Gennaio 1 8^a ).

65 66 la ragione della forma delvara data alle basi delle atatue^ ovvero de busti dedicati al nostro G. Antonio Rufo (54). N Offerte e Ubazioni funebri. Facciata di un sarcofago, larga palmi 5 ed alta 4 b con bassorilieto arohitettonico rappresentante il prospetto di un Tempietto avente quattro colonne spirali con capitelli compositi, ed una Porta sporgente all infuori, fornita di due modiglioni cbe sostengono una oornice. Le due valve della Porta sono chiuse, e restano internate di molto. Dai lati stanno due Camilli, o sia garzoncelli^ ben cbiomati, vestiti di tunica fornita di maniche, e succinta per modo che aggiunge a pena al ginocchio. Quello, che e alia 8. dello apettatore, tiene un Simpnlo nella d. ed una Patera nella s. in atto di fare libazione dinnanzi la Porta suddetta; e I altro, cbe rimane alia destra di chi rignarda, soatiene con ambe le mani un Caneatro, o simile recipiente, di forma qnadrata, mancante di sponda nel dinnanzi^ e che in parte appare pieno di frutta. La forma del Protiro, avvertita dal cb. Furlanetto, prende luce e conferma dal riscontro di un (54) Non 10, te i tnddetti riicontri d! Cicerone, di Seneca, e di Plinio, che col nostro Monumento si scambian lace, sieno stati avvertiti dal Caldani, che, come intesi dal ch. Furlanetto, ne scrisse una illuatraeione inserita nel Poligrafo (Anno III, n. 3 i; Agoito i 8 i 3 ). Nel resto, i Flamini e le Flaminit, o Flaminiche, erano persona per lo piu ricchissime ( v. Journ. der Savaas 1837, p. 714, n. XX.XFII; cf. Marmi Modtn. p. lao).

66 67 Vaso Greco dipinto {MilUngen, Di\>. PL XIX), e da Callimaco (Epigram. XXV), obe fa dire ad un defunto ineritato di onori eroici : Idpvfiai pwpg pucpo( txt npo0tpa(. La Porta stessa, e la forma di Tempietto, si scambiano luce con quel luogo di Pausania (III, 19, 3), ove racconta come il Sepolcro d Jacinto, cbe era in forma di Ara, area dal lato sinistro nna Porta di bronzo, che serviva per farvi le annue libazioni eroiche, evaytiovai (cf. Pausan. VIII, 16, 3). II Camillo, cbe h in atto di fare libazione, mostra cbe ancbe il defunto sepolto in questo Sarcofago ottenesse gli onori eroici; e similmente Paltro, cbe porta offerte di frutta (55). Notevole mi parve altresi la forma del canestro quadrato con una sponda alta, e due decrescenti, ed aperto al dinnanzi, forse percbe i frutti e fiori in esso riposti facessero piu bella mostra, e vie piu facilmeate potessero versarsi sopra il sepolcro (56). (55) Il nostro Monumento conferma ed illuitra quel passo controverso d Igino (Fab. 104 ), ove leggeai come Laodamia, fattosi un simulacro del defunto suo Proteiilao, lo ripose nel talamo e con riti sacri occultamente lo venerara; di che si fn accorto un garzoncello (famulus), cum matutino tempore poxa ei adtulisset ad sacrificia. Il Munckero non dovea neppnre per semplice dubbio proporre la letters prunas inrece di poma. Cotali offerte, come avverti lo Staoeren, chiamavansi eyxapxa ttxij (Schol. insophocl. Traehin. v. nsq ). (56) Simile Canestro qnadrato, aperto al dinnanzi, e pieno di frutta, vedesi portato da un Satiro cinto di perizoma in un Baccanale ( Mut. P. Cl. T. V, Tav. 7 ; cf.

67 68 Compartimento XI N Putti che si esercitano in varj Giuoehi del Ginnasio: Sarcofago lango paltni 5 { ed alto I i. Diciotto sono i Patti, veetiti tutti di tanica disciata, e disposti in quattro grappi. Nel I aono 5 Patti, dae de'qaali sedeati per terra presso nn acervo di oggetti ohianghi, sa qaali uno di essi pone la mano; e tre stanti, ano che gaarda attentamente tenendo il pugno deatro chinso, altro ohe ai accoata alia bocoa il pagno chinao, ed altro che atende la mano verso uno dei due se> denti. Nel II due Putti lottanti stanai di mezzo a due altri, che tengono le mani naacoste aotto la este. Nel III son cinque Putti, uno de qnali ai avanza cheto e chino verso an altro, ohe ritirandoai 81 volge a riguardarlo. Nel IV son quattro Putti, due de quali ai volgono indietro a riguardare i Putti del precedente III grnppo. In ciaacuno de lateral] e un Grifo accosciato. Nel II gruppo la lotta mi parve manifesta ; e nel III forse ^ rappresentato un pugue, che colla fierezza sua atterrisce 1 avversario, il qnale ritirandosi da di che ridere ai Putti del IV gruppo. Span, Miscell. p. 7 fig. 3 et p. a6 : Mon. ined. deu Inst. T. Ill, Tav. 18). Tra frammenti di Vaai fini roui, timili agli Aretini, acoperti in Modena nel i 83a (v. BiiUett. 1837, p. 14 ), ve n era uno che indicava un Vaio di forma quadrangolare e con la sponda imitante I orlo di un caneatro, che per ci6 ttesso pu6 credersi arere aervito da fruttiera nelle mente de nottri antichi. Digitized by Coogle

68 Nel I sospettai, che sia iigurato I atto di trar le sort! per comporsi in coppie ( v. Zannoni, Gall, di Fir. Ser. IF, Tav. 120 ); ma in tale ipotesi le tabelle dovrebbero essere riposte entro un vaso, che le occultasse. Siccome in tempi meno antichi il Cinnasio serviva anche agli esercizi letterarj; cosi dnbito^ che qne Putti siano intenti a quella maniera di giuoco, colla quale insegnavasi anticamente I alfabeto a Fanciullini (57). N Stela sepolcrale, alta palmi 2 j e larga 2, con bassorilievo rappresentante un Uomo ed nna Donna recumbenti a mensa. AI disotto, la se> guente epigrafe assai iogora (*) ZWEIMOE An... a... N. 65a. Genii delle IV Stagioni : facciata di sarcofago, larga palmi 10 ed alta a. Alle due estremita sono due mascheroni di profile con folta e lunga cbioma; e nel mezzo rimane un quadro liscio chiuso da cornice, obe dovea contenere 1 iscrizione, la quale non sara atata eseguita. Di qua e di la dal quadro suddetto sono due qnadrilunghi, ciascbeduno con due figure, che rappresentano le IV Stagioni dell' Anno, non senza 69 (67) Non excludo, scrire Quintiliano, id quod tst notum, irritandae ad discendum infantiae gratia, xamsrja etiam umsakru touma! in lusum offerre (Quinctil. Inst. T, i,a6). E S. Girolamo ( Epist. 107, n. )' 4 Fiant ei littsxa* arxmat.vkl saraiieae, et suit nominibus appellentur. Ludat in eis, ut et lusus ejus eruditio sit. (*) Zosimus Ap.. 3:.. Si la rozza scoltnra, e si la forma delle lettere appellano a tempi della decadenza inoltrata.

69 ; 70 qaalche notevole partlcolarita (^8). Cotnincianilo a sinistra di chi guarda (conforme all andamento della scrittura latina) vedesi una figura giovenile vestita di tunica con maniche^ succinta^ e con pileo frigio in capo, appoggiantesi da una rupe, tenendo nella d. un ramo di pianta palustre. Di rimpetto ad essa e un altra figura giovenile ignuda ornata di corona, che pare di fiori, e di una grossa e lunga collana messa a tracolla, che similmente adagiata pone la d. sopra un canestro pieno di fiori, e tiene nella s. una pianta fiorita, che par narciso. Nell altro quadrilungo vedesi altra figura giovenile ignuda, appoggiata ad una rupe, con piocola pelle d animale che gli pende a tracolla in sul petto, e con petaso in capo nella d. tiene una falce messoria leggermente cur* vata, e pone la s. sopra un canestro pieno di spighe posato sul suo ginocchio: a piedi di essa sorgono due spighe, ed ivi presso e un lepre, che rimane mezzo nascosto, in atto di rodere un frutto. Dirimpetto ad essa e un altra figura giovenile semigiacente, coronata di pampini, e vestita di tunica succinta che le lascia scoperto I omero d. e parte del petto : ella tiene la d. sopra un ca- (58) Sono noteroli legnatamente gli attributi della State. La pelle, che le attravcrsa il petto, sembra una maniera di Oeptexpiov, che talora era di pelle ( v, Interpr. ad Hesyeh, V. Qtpiaxov). Singolare si e la falce messoria (secula) per esiere si leggermente curvata : e simile vedesi presto il Gori ( ImcT. Etr. T. 1 1, Tav. 3a; cf. Mongez, last. Royal, T. Ill, PI. 4), ma non intiera. Digitized by

70 , nestro pieno di ava posato sul sno poocchio, e Delia 8. ha il pedo pastoreccio nodoso. La' ragione principale, ch ehhero gli anticbi di ornare i loro sepolcri colle figure o co simboli delle IV Stagioni deli anno, ci viene indicate da Orazio (/F, Od. VII, 7): Jmmortalia ne speres monet Annus [v. Marmi Moden. p. i 43 ). Compartimento XII. N Merita pnre considerazione qnel busto semicolossale di Minerva con bellissima testa antica. Compartimento XIII. N Statua di Sabina (?) sedente, maggiore del naturale. vestita di ona 80ttile tunica talare, di aopravveste che non aggiunge che poco al di aotto del petto, e di un ricco manto che gettato in su gli omeri forma come due casoate al dinnanzi sopra ciascuna spalla, e che girando dietro le schiene viene a coprire la coscia e la gamba destra e la sola coscia sinistra. Ha i capelli increspati sulla fronte, e parte raccolti in una treccia che gira.attorno al capo a guisa di diadema; e posa i piedi nudi sopra setnplici solee senza indizio alcuno di correggiuoli. Nella d. alquanto alzata tiene nn volome, e pone la s. sopra la coscia tenendo il manto cogli ultimi tre diti piegati, laddove il pollice e 1 indice restano aperti e distesi. Il ch. Thiersch, che si accorda col Visconti a ratvisarvi le sembianze di Sabina moglie di 71

71 7» Adriano, la pone nel novero delle poche Statue di Donne sedenti che possano dirsi di boon lavoroy ed il panneggiamento, del pari che il portamento della persona, spira veramente singolare decoro ed eleganza (69). Compartimento XIV. N Testa semicolossale di Cornmodo con pelle di leone soprapposta alia galea. Dopo che Tinsano Augusto voile farsi credere novella Ercole, i Romani altrettaronsi a dedicargli un popolo di (69) II Indato Sig. Thiersch avverte, che la testa e antica, e che, a cagione della patina del marmo, non pud discernersi se sia attaccata, 0 no', ma dopo una dlligente ispezione il Sig. Ingegnere Ferrari mi accerta, che nel collo scorgesi chiaramente 1 attaccatura della testa. Lo steaso Signor Thiersch soggiunge : Nella d. alzata tiene il rotolo; colla s. addita la coscia: motse poco antiche; ma la d. con parte del bracrio mi parve di rooderno rittanro i ed il volume forse le fu dato arbitrariamente, per fame una Musa, che assisa in fondo alia gran eala signoreggiasse, per cosi dire, tutto il Museo. In origine forse tenea nella d. qualche altro attributo per rappresentare Sabina in semhianza di deita benefica. Il plii volte lodato Sig. Braun mi avverte, che nella Villa Alhani sono due Statue feminili sedenti, analoghe alia nostra ; I una delle quali comunemente credesi rappresentare Agrippina j e I altra, che tiene in roano hori sempro vivi, e che ha la chioma acconciata quasi nel modo stesso che la nostra, h linora incognita. Del rimanente, quella sopravveste, che il Sig. Thiersch chiama tunica che giunge fino all' umbilico, parmi anzi una maniera di prplo, ovvero 1 fniissaxoidiov (v. Midler, Handb. J. d Ereol. T. 11, Tav ). 33g, 4- Bronzi Digitized h;.- (

72 1 ) (60) Notevole mi parve anchs la pardcolariti della barba, che nel nostro busto non rireste che il solo labbro superiore, sia per indizio di eta giovenile, sia in riguardo a costumi della Germania vinta e pacificata. In monete (lell anno 180 Commodo, di ritorno in Roma dalla Germania, vedesi effigiato Eques pacificatoris babita, siccome nel bassorilievo che oma il guanciale della galea nel nostro busto ; ma non saprei ben dire se fin da quel tempo venisse egli rappresentato in sembianza d Ercole. L atteggiamento del captivo nudo sedente, che, eonserte insieme le dita, con ambe le mani si stringe il ginocchio ( avpnxoxfi ^sipov), b tntto proprio di persona dolente e pensierosa ( v. Letronn«, Joum. dts Savons 1839, p, 53 1; Midler Handb. $. 335, statue, cbe )o rappresentassero sotto le sembianze dell Eroe; e quelle statue, poco dope atterrate per decreto del Seoato Romano, furono in parte restituite da Ciuliano I ad istanza de pretoriani (Echhel, T. VII, p. ia6; Visconti, M. P. Cl. T. VI, Tav. 5 ). Non trovo notizia d'altro simile busto di Commodo, tranne quello che fu portato in Francia dal Gardinale di Roano ( v. Mas. Capit. T. II, p. 45); ed il nostro e singolare ancbe in cib, cbe la pelle leonina h addossata alia galea, nel cui guanciale ( buccula 73 destro e scolpito a bassorilievo rimperatore paludato a cavallo in atteggiamento di paoificatore, con nn prigionlero nudo sedente mesto per terra a'piedi di lui (60). N Giovinetto sedente di mezzo alle nove Muse', facciata di sarcofago, larga palmi 5, alta i f. 6, 6 ). Del resto, il ch. Thiersch prese abbaglio n«d dire quests Testa colossale di guerriero Romano mu.nita di pelle d orso. 11 busto aggiunto ad essa i moderno.

73 74 Le died figure sono dlspoite nell ordine gaente a. * I. * II Gioyinetto, sedente in seggiola sostenuta da zampe di leone, h vestito di tunica fornita di maniche, che ollrepassano di poco il gomito, e di pallio che lo ricopre dal mezzo in giu, lasciando Bcoperto I omero destro fin sotto il petto; stende la d. atteggiata al gesto infesto pollict,, e tiene nella s. i pugillari aperti. 1 Di retro a lui e Melpomene coturnata, con maschera tragica nella d. ; a e dinnanzi ad esso stassi Urania tenendo nella d. il radio, col quale tocca il globo celeate che ella soatieue colla s. 3 Segue Clio, che nella s> tiene un libro, o pugillare, che dir si debba, e con la d. intinge il calamo nel calamajo posato sopra un sosteguo, che ha la forma di mezza fanciulla finiente a modo d erma. Tra Clio ed Urania h uno Sciatere, o sia Orologio Solare posato sopra un pilastrino (61). 4 Presso Clio e Euterpe, che rivolge il guardo in alto, e tiene nella d. una tibia fornita di sette pivuoli e di sei fori, e nella s. altra tibia fornita di sei od (61) Questo attribnto di Clio, che nella rozza scoltura a prirao aapetto non i ben cbiaro, fa rilevato dal ch. Fur* lanetto, cbe pochi giorni dopo me ne indicara altro conaimile, che vedeii in nno degli antichi marmi Patayini>

74 , '?S otto pivnoli e di olnquo fori, Ella stassl di mezzo a due pilastrioi sormontati ciascuno da una maschera, uoa delle quali aembra avere oorna caprine. 5 Segue Talia, che colla d. tiene una maschera gtovenile avente chioma folta e inanellata, posata sopra an pilastrino, e colla s. tiene il pedo pastoreccio. 6 La susseguente Musa, che con ambe le mani sostiene una cetra, in atto di toccarne le corde colle dita della d., pub dirsi Terpsicore. 7 L altra, che vien dopo, e che tiene il gladio nella d. alzata, parmi seuza meno Calliope, Musa dell epopeia. 8 Ella riguarda verso la susseguente Musa, che nella d. alzata tiene una corona contesta di foglie, e si pone imperiosamente la s. al fiancoj e che probabilmente pub dirsi PoUnnia. 9 L ultima Musa che e volta quasi di schiena, e che nella d. tiene uno struniento dti corde, della forma quasi dell* odierna chitarra (w. Bottari, Rom. Sotterr. T. II, p. 63, n. 38 ), qiiando si ammettano per buone le denominaziobi precedent!, sarebbe Erato. Tutte e nove le Muse sono vestite di tunica e di manto, non perb senza qualche particolare diitinzione (62). Notevoli sono le vesti di Talia, Musa (6a) Melpomene ed Enterpe hanno la tunica cinta; laddove Urania, Clio e Terpsicore 1 hanno discinta. La tunica di Folinuia, cadendo giu dall' omero d., latcia il petto in parte icoperto. Il manto di Calliope la ricopre interaroente; e <piello di Erato, per lo contrario, le lascia tcoperto tutto il braccio d. e parte degli omeri ( v. Visconti, Op. var. T. IV, Too, 9; Mus. P. Cl. T. I, Tav. d agg. Ba; T. IV, Toe, 14 ).

75 Tab. 49, fig. a: cf. Inghirami, Pasi fitt. Tao. 184 ). della Commedia; poiche il manto non la ricopre che dal mezzo ingid e non oltrepassa la meta della gamba, e la tunica stretta e come aderente alia persona, e fornita di lunglie maniche, e tutta piena di spessi trafori, che le danno I aspetto come di maglia. Questo si e quell abito. teatrale, lavorato a maglia, che si ponevano indosso gli attori per meglio rappresentare le membra pingui ed irsute di Sileno nutritore di Bacco ( Visconti, Mas. P. Cl. T. I, Tao- 45, p. a5a ed. Mil.). Dai Greci fu detto aypfivov, e cosi da Polluce ( iv, 116) e descritto: TO d'liv nxtiypa epuiv dixrvodsi; nspi xav to a»p,a (63). Vuolsi ancora avvertire, che Talia ha calzari ornati a scacchetti, scutulati (v, Forcellini h. v. ), che aggiungono hno a mezzo le gambe; e che Melpomene ed Euterpe sono ornate di grossa armilla intorno* al polso della mano, siccome Clio, Melpo- (63) Sebbene 1 aypfivov fosse gi& state riconoscinto dal Winckelmann ( Mon. ined. n. aoo ) indosso a Sileno disteso per terra, e tenente due tibie come Talia, e poscia piu distintamente dal Visconti; pure il dotto Muller ( Handbuch $ 3 q 3, 3 ) prese grave abbaglio dicendolo arnese, o sia lorica, ed attribuendolo a Melpomene, da esso lui detta geharnischt. Egli fu tratto in errore dallo Spon ( Mtseell, p. 46) e dal Montfaucon ( Ant. expl. T. /, Tab. 61 ), ai quali parve thorax ferreus, o indizio di persona tutta piena di ferile. Che la Musa vestita di cotale maglia sia Talia, e non gia Melpomene, 1 ebbe avvertito il Visconti ( M. P. Cl. T. /, Tao. 45, p. asa; T. IP, Tao. 14, p. 99 ); e tanto confermasi pel riscontro del nostro bassorilievo, senza dire di altri simili( Mas. Peron. p. 93, i : Mon. Matth. T. lily Digmzca by Google

76 mene ed Urania nolle Pitture Ercolanesi ( T. II, Tap. a, 4; ^ ) Tutte e nove le nostre Mnse hanno la chionia stretta da tenue tenia, e due penne ritte in snlla fronte, che appellano alle Sirene da esso loro vinte e spennaechiate. Fra gli attributi dati alle Muse nel nostro sarcofago^ nuovo forse e singolare si ^ qnello del gladio che Calliope tiene nella d. alzata, e che par riferirsi al primo e principale poema epico, cioe allv/ta^e, che nell'apoteosi di Omero h figurata appunto con gladio nella destra. Anohe la corona sostenuta dalla penultima Musa, ch io supposi essere Polinnia, forse non ha altro riscontro che nella Polinnia dei denarii di Q. Pomponio Musa, cinta il capo di corona fomita di lemnisci svolazzanti (w. Borghesi, Decad. VI, ossero. I ) (64)* Del resto, assai frequenti sono i sar- 77 (64) In simile sarcofago del Museo Veronese (p. 98, i) Clio intinge parimente il Calamo nel Calamajo sostenuto da iin erma; e in altri monument! cotale Calamajo e dato a Calliope {Mas. P. Cl. T. IV, Tav. 14, p. 99; Mus. Capit. T. IV, p 141 ). Che poi la Musa scrivente col Calamajo si nel sarcofago nostro, e si in cjucllo del Museo Veronese, sia veramente Clio, ne Siamo aicertati dall'npposto Orologio tolart, attrihuto proprio della Musa che presiede all Istoria {Visconti, Mus. P. Cl. T. IV, p. 97, 98). Euterpe ha similmente una 0 due Maschere, ma poste a suoi piedi, in altri monumenti ( Mon. Matthei. T. Ill, Tab. 49» Mus. Veron. p. 98, l); c sembrano appellare alia drammatica, oisia all azione si trngica come comiea, eolita accompagharsi col suono delle tibie proprie di essa Euterpe. Ella ha il guardo rivolto in alto, forse per indicare come anehe gl inni ill lode degli dei e degli era! eantavansi al suono delle tibie ( V. Mus. Capit. T. IV, p. 147; Athen p. 6a6).

77 *?8 cofaghi antichi ornati^ come il nostro, della ima> gine di an giovinetto Poeta, Oratore, o Musico, sedente, quasi novello Apollo, fra il ooro delle noto Muse : e la ragione principale di cio parmi ne ia indicate da quel M. Sempronio Nicocrate, Musico e Poeta, che cosi conchinde il suo epitafbo {Fabrettifp-'io^i ra. 48 ): KAI META TON 6ANAT0N MOrCAI MOT TO C(i>MA KPATOTCIN. Compartimento XV. N. 74^- C^ppo sepolcrale largo palmi a I, alto a ), con bassorilievo rappresentante doe coningi recumbenti a mensa, con garzoncello che porge al> I Uomo una tazza, e tiene nella s. un oenochoe. A 1 disotto e I epigrafe (*) CTNOEPOTCA APAGONIKOr XPHCTH XAIPE N Corsa delle bighe delle IF Fazioni Circensi, guidate da Putti: Sarcofago Inngo palmi 6 ed alto 1 1. In questa si ripetuta Tappresentanza, troppo bene adattata a simboleggiare la carriera (curriculum) della vita umana, una delle IV bighe vedesi costa ntemente rovesciata, probabilmente per accennare alia vita del fanciullo o giovinetto defunto, miseramente interrotta nel pid hello e lieto momento. N Cineraria a forma di olpe senza manico, del color della creta cotta, con liste rossiccie parallele attorno al corpo, alto palmi i i e largo 1 (*) Sjrmpheruta Agathonici F., Bona Foie. Digitized by Google

78 79 Delia bocca, con iacrizione in caratteri latlni aemibarbari inoiai attorno al collo del vaso ( 65 ). Compartimento XFI. iv Tavoletta di atorio, alta e larga mezzo palmo all'incirca, con baaaorilievo di stile assai buono rappresentante due figure feminili vestite di tunica e di manto, nna aedente sopra una Ciata in atto di stendere la d. verso I altra atante dinnanzi a lei in atto di porsi la mano alia booca e di riguardare in alto. Proviene da Altino. Si la Ciata, come la d. accoatata alia bocca in segno di ailenzio, aembrano riferirsi alle cerimonie de Mi- (65) A qneato Cinerario appella il Lanzi (Vast dip. p. a6) ove dice, che coivaii d E«te non si fuor che assi trorarono altre monete Romani, n^ altre itcrizioni fuor che Eaganet o Latina semiiariare, paella del nostro Vaso forte pu6 leggerai rovgoniai'iigiorili riliad'vgiinia'dmvsioi, e tpiegarti FOVGONIA FEGIOREI FILIA FYGENIAe FILO- MVSIOI. 11 Cinerario i tenza dubbio di donna, giacche insieme cogli avanzi dell ossa bruciate vi tono entro riposte at pallottole di terra nera non cotta, traforate per infilzarle, il collo di un balsamario di vetro, 4 Asti Romani, e a monete di tecondo bronzo, una di Augusto, altra di Vetpasiano. Notevoli mi parvero anche certi rozzi candelabri fittili, due 0 tre piattellini, sostenuti da due o tre fust! che sorgono da nno stesso piede, ed hanno aspetto come di un cespo di funghi. Vi sono pure alcune rozze tazze a doppia coppa, una delle quali serve da piede, e rivolta che fosse alio in su, aervirebbe essa pure da coppa : e queste ne danno un idea delle tazze dette dai Greci aikpucvxaxioi: giaccbi Aristotile ( Hilt. Aaim. IX, 40 ) paragona ad esse le doppie cellettq de favi dells api {of. Iliad. A, 584). a

79 8o storl di Bacco o di Ccrcrd (c/«gerhard) Etr^ Spiegel) Taf. /> i ; XIJI, XIX). N> 790. Epigrafe ginnastica di Atene, Tavoletta di marmo greoo, alta pilmi a i e larga i i, ornata di faatigio con acroterj e patera nel mezzo di es80 (*) - Em KA.' ATTAAOX- AP XONTOS KOSMHTHS E4>HBWN lepets > 0E OT KAI 0EAS EIPHNAI OS3 HAIANIEXS EfHBETEN ATTOT TIOS AIONTSIOS EIPIINAIOT HAIANl ETS ErTMNAZIAP XHSE TON ENIAT TON TOTS E^HBOTS ^<I>Ar STPATOAAOS 4>TAAS10S EFENoN TO E4>HBOI AIAKO SIOI KAI ATO Bonum Faclwn. Claudio Attalo Archonte, Cosmetes Ephthorum (Fuit) Sacerdos Dei Et Deae Uenaeus Irenaei F. Paeanieus, Ephebiam Indeptus Eit Eiasdem Films Dionysius Irenaei F. Paeanieus, Gymnasiarcha Annuus Ephehorum Fuit Flavius Stratolaus Phylasius, Facti Sunt Ephebi Ducenti Et Duo. Digitized by Google

80 Dopo altri la diede con molta esattezza il sommo filologo Boeckh ( Corpus Inscr. Gr. n. 374, p. 38 o, cf. p. 910). II Sacerdote EOr KAI 6EAS, a parere di lui, vuolsi intendere detto di quello di Apollo Uatpeo;,e di Pallade, deitk principali di Atene(66). N Base cubica alta, larga e profonda pah mi quattro, con la seguente Iscrizione M D M CERERIAE Piet letrtole u St V S FRVTICIA * * Pfellateroleadt Simpulo una Patara un TFiTMELE M STATiNI DORI Questo si e forse Tunico monumento, che ne attesti come la Madre Magna degli Dei appellossi CERERiA, in quanto che era la stessa dea che Cerere, ovvero AvpVfV! Terra-Madre. La figura cubica della gran base sembra appellare alia stabilita della Terra immobile, ed ah opinione de Pittagorici, che riguardavano il cubo del numero 2 8i (66) La ligla D, che nella lin. 6 siissegue il nome EIPENAIOX, equivale al nome stesso posto in genitive, e significa che questo Ireneo era omonitno al padre. Da cotale ingegiiosa e non dubbia interpretazione del Boeckh vengo in sospetto, che anche la sigla Latina consimile, che precede I altra L, indicante Liberto o Liberta di Donna, non stia gia in sense di Caiae, come fu opinions uomniie e volgare anche ab antico, ma sibbene equivalga al gcntilizio della patrona; si che SOSIA J L, ad eseinpio, torni lo stesso che se fosse scritto SOSIA SOSIAE hiberta (cf. Fabretti, p. 3a, n. i5a, i53). Pare che Cicerone (pro Mar. la) fosse d avviso, che il nome Coia venisse accomnn.ito a tutte lo Donne per mcra sottigliezza do Glnreconsulti. 6

81 82 come simbolo di Cibele K.v(}sX>!, t;. Falconet, Acad, des Inscr. T. XXIII, p ; cf. Plutarch, in Theseo sub f. ). N Piccolo Obelisco di pietra giallo^ola, detta nanto di Vicenza, alto palmi 2 e largo 1 nella base, frarnmcntato nella sommita. In una delle quattro facce e un /jcr/zionc Euganea, scritta in due linee ^ovatpoftisov, cioe la prima di basso in alto, e Paltra e converso. Fa pubblicato dal Lanzi (Tao. XVI, n. 9) (67). (67) Cotali Obclischi, o Firamidette, credonti tatti terminal] } e parmi che ci6 si confermi oitervando, che tutti cominciano con la roce E'4'0, la qnale ricorre anche in fine dell epigrafe Euganea del Museo Veronese (p. iu,n. i) in tasso rappresentante itna biga in tutta corsa, ove E'FO potrebbe stare in significato di Meta. A1 Lanzi parve cosa notabile, cbe tutte codeste pietre piramidali sono segnata co Tomani numeri ( T. II, p. 655 ) : ma quelli, che parvero a lui numeri Romani, saranno piu verisimilmente Greci, in sigle numerali vetuste ( v. Franz. El. Epigr. Gr. p. 347 ) Egli fece altra osservazione semplice si, ma giudiziosissima ed importantej Tale a dire, che se I Etrusco alfabeto esclude I O, nell Enganeo e rara e forse ben tarda la vocale V (,Saggio, T. II, p. 635 ). E tanto or si conferma pel riscontro dell insigne Vaso di ramo scopertosi nell agro Tridentino, e per ci6 stesso in sui confini de Rcti Etnischi. Nelle 5 brovi epigrafi in esso incise ricorre la vocale V, ed ^ esclusa la O; onde si pare che quelle voci sono Etrusche, benefit la forma delle lettere abbia piii dell Euganeo che dell Etrusco: o cos'i dev essere, conforme al detto di Livio, che diede origine Greca agli Euganei e Veneti, ed Etrusca ai Reti, quos loca ipsa ejfferarunt, ne quid ex antique, praeter eosftr ztnorje, nec eum incorruptum, retinerent (Lie. V, 33j cf. I, i,et Polyb. II, 17). Quindi pare, che gli Etrusclii Digitized by Coogle

82 Compartimento XVII. 83 N. Zl(^.Ohelisco simile al precedente (N.Biit), ma di macigno cinerognolo di MonSelice, alto palmi 3 e largo 1 nella base. L'Epigrafe Euganea o disposta come nel precedente (68). iv Cineraria fittile di colore cinerognolo, a forma di olla, alto centimetri as, largo 10 nella bocca, 8 nel fondo e aa nel ventre, ov^e incisa una Epigrafe Euganea, tuttora inedita (69). N Cineraria di terra cotta rossiccia, a forma di olla, alto centimetri 14, largo 7 nella boc- Reti, ritenendo la loro lingua originale, prendetiero da vicini Euganei I alfabeto, e che prima della invaaione de Galli I uao della scrittura non fosse a bastante divulgato e comune nell Etruria Circnnipadana. Ancbe le due sigle incise in uno de manichi della Cista Etrusca del P. Museo di Bologna (Opiuc. di Bol. T. I, Tav. Ill) hanno pin della forma Greca arcaica ed Euganea, cbe non dell Etrusca comune. (68) L epigrafe di questo Obelisco, del pari che quelle di un vaso fittile e di un coperchio, sono tuttora inedite; ma il.cb. Furlanetto si propone di pubblicarle insieme con tutte I altre Euganee da s6 raccolte ed accuratamente delineate in carta ogliata. (69) Forse potrebbe leggersi 'L'KRNA CHAPKNO S'. Spetta a Donna, giaceb^ insieme con le ossa bruciate il Vaso contiene frammenti di fibula e di ago crinale. La prima e I ultima lettera forse sono iniziali di prenomi, ueia, o Larcia, e Sexti. Nella parte interna del coperchio di questo vaso sono ripetute le due prime lettere del nome CHAPKNO, o PSAPKNO che legger si debba ; giacchi la prima lettera, che ha qualche somiglianza col greco 'P, puo essere un X di forma arcaica.

83 "4 ca, 6 nel fondo e la nel ventre; con Epigrafe Euganea presso la bocca, cbe il Lanzi lease TAP'KNA fassenov, 6 3 pena osava tradnrre Tarquinia Vasieni o Farieni {Saggio T. IIj p. 655 ). N Urna plastica rappresentante la morte di Troilo? Uomo nndo clamidato galeato con uno scudo ornato di un astro nella s. e con gladio, ora perduto, nella d.^ in atto di ferire un Giovine nudo a cavallo^ che egli tiene preso per li capelli. Di retro al feritore, Uomo barbato, vestito di tunica succinta e di olamidei con pileo tessalico, che, piegando un ginoccbio a terra, stende supplice la d. al ginoccbio di quello. Dinnanzi al cavallo, Uomo nudo clamidato, volto di schiena, cbe con la s. afferra per la chioma il cavallo medesimo, e nella d. pare tenesse il gladio. Di retro a questo, Donna con manto svolazzante in atto di riguardare indietro fuggendo inorridita. In ciascuno de' lateral!, cefib di Leone colla bocca colorita di rosso (cf. Lanzi T. II, p. a68). Posto che rappresenti Troilo ucciso da Achille (v. addietro p. 16), il buon vecchio, che genua amplexus genibusque volutans ( jleneid. Ill, 607 ) cerca salvare il giovinetto, sarebbe il pedagogo di lui, al quale non disconverrebbesi il pileo tessalico, 0 pastoreccio che dir si debba (70). (70) Nel msntre cbe sto scrivendo quests righe, il ch. Braun mi conforta nella proposta interpretazione. a Ella devo appoggiarsi, mi acrive egli, alia pittura vascularia pubblicata dal R. Rocbette ( 2lf. /ra«d. XZIX, i, i), dove vedesi la me> desima composizione, la donna spaventata, che ha fatto cadere per terra il vaao, ed Achille distinto dal chiaro suo nome m.

84 , Compartimento XVUI. 85 N Base, od Ara, alta palmi 3 e larga a, in marmo rosso di Verona, con la seguente Iscrizione ISIDI SIGN HARPOCRATIS C DIDIVS ACVTIANVS DON DED E notevole perchfe confronta col detto <li Varrone {ap. Augustin. Civ. Dei XVIII, 5): In omnibus templis, ubi colebantur Isis et Serapis, erat etiam simulacrum, quod, digito labiis impresso, admonere videretur, ut silentium fieret die e il gesto caratteristico di Arpocrate. TS. 9^3, 944* Una tazza, ed urt olpe od oenochoe, coperte di vera e bella vernice di argento. Questi due Vasi fittili d Este parvero degni di considerazione anche al Lanzi, cbe gl illustro col riscontro di un luogo classico di Ateneo {Dipn. XI, p. 4R0), che parla delle Bguline di Naucrate, ove colorivansi certi calici fino a parere che sian d argento, ei( to doktit sivai apyvpai (71). Di simili se ne rin- (71) II Lanzi ( Fasi dipint. p. a6) chiama questi di Este carchesio e tazza dell agro Padovano; ma paioiimi pinttosto tazza ed oenochoe. La tazza ^ di forma quasi emisferica, fornita di piede e di due manichi slmili ad un S, e ornata nel corpo a squaroe ; ed e alta un mezzo palnio. L'oenochoe, alta un palmo scarso, ha il corpo quasi ovale ed ornato a baccelli trasversali, con cnilo lunghetto, ed ^ fornita di un folo manico. Questa potrebbe appellarsi anche olpe {cf. 3Ion. Ined. dew Inst. I, 26).

85 I 86 vennero in Pesto (Bullettino Arch. 1834,/?. 5a), ed altri analoghi, ma di stile men bello e meno antichi, in Modena (Bullett. i838, p. i3i). Nello atesso Armadio evvi anche nna Lucerna con simile veniice argentina. N. 95a. Anfora Nolana con figure rossiccie sopra fondo nero, alta due palmi riccbi. Due giovani nudi con clamide rigettata dietro le scbiene, e con bastone nella s., ciascbeduno in atto d' insegnire una Donna cbe mostra volere sottrarsi fuggendo. Nel rovescio, due giovani palliati stanti ciascuno dinnanzi al suo ginnasta palliato e tenente il bastone. Nel diritto pub ravvisarsi 1 abuso invalso di virginem rapere (Muller,. 4^9> 2)* N Cratere di Volterra rappresentante due Pigmei che comhattono ciascuno contra una gru, con*figure del color della creta sopra fondo nero. In una delle due facce del vaso e un Pigmeo nudo barbato con gladio nella d. e scndo qnadrilnngo nella s. combattente con una gru che gli pone una zampa sopra il ginoccbio, e gli va contro col rostro: tra la gru ed il Pigmeo vedesi il pileo di lui conico, e fornito di legacce, caduto a terra. Nell altra faccia e ripetuta la stessa rappresentanza, tranne che in luogo del pileo vedesi una clava giacente a terra, e di retro al Pigmeo e un cane stante, che resta visibile solo per meta (7a). (7a) La gnerra de Pigmei collo gru, che dope Omero (Iliad. Ill, 6) fu celebrata dagli anticbi, come e rara ad incontrarsi in altri vasi antichi dipinti (v. Gerhard, Rapporto Vole, p. 1 55, not. 4ao*% Jnghir, Gall. Omar. Too. 54), Digitized by

86 JV. iio5. Venere Genitricc o Pudica: statna di martno alta circa 6 palmi. Ella 6 vestita di sottila tunica, che sembra come portata dall aure allo indietro, si cbe ne contorna le membra e ne adornbra a pena I'ignudo, fornita di corte maniche fermate con bottoncini, una delle quali cadendo sotto I ascella lascia scoperto Pomero d. e parte del petto (v. Apollon. Argon. /, 744)} un lato rimane aperta per modo, cbe lascia discoperto il banco d. coa parte della coscia e della gamba: onde pub dirsi tunica fessa, oxnrio! (d. Muller,. 339). Dal braccio s. pende il manto, che va ad attaccarsi al tronco di sostegno, sul quale stassi colle gambe incrociccbiate un Amorino, mancante di testa e di braccia, che si appoggia alia spalla s. della madre. Il braccio d. di quests, ora in gran parte mancante, andava a posarsi sul banco, ove rimane tuttora parte della mano [cf. M. P. Cl. T /, Tav. aa). I capelli della dea, discriminati in su la fronte, tanno a raccogliersi in un nodo verso la nnca. Cbe questa sia veramente bella e rara effigie di Venere Genitrice, o Pudica, o Giusta, o Verticordia, che dir si voglia, e cosa omai certa e comprovata pel riscontro di parecchi altri monumenti (v. il mio Saggio, El. not. a8$ cf. Bullettino i838, p. ia6). La ragione, per cui I Amo- 87 cosi e frequente e vagamente rariata in que di Volterra (Inghir. Vati fitt. Tav, 357, 358). E pare, ch# i Voltorrani si piacessero di cotali figure nane o pigmee; poich5 ancha in umetta cineraria di Volterra (Ingh. M. Etr. /, 37), rappresentante il viaggio del defunto all altro mondo, le figure son tutte nane, per sino la Furia e il CAaran,

87 88 rino, posato sail omero della Madre in atto di carezzarla, fu scelto come simbolo di Venere Cenitrice e Pudica, pami che fosse acceanata da Virgilio con dire (Georg. II, 5a3): Interea dulces pendent circum oscula nati; Casta pudicitiam servat domus. Egli discorre ivi dell innocente e consolata vita agreste ; ed in pittura Ercolanese (T. V, Too. 4 ) vedesi il bnsto di Venere con Amorino sull omero d. che I accarezza, e con pedo pastoreccio o rustico nella s. (?3). Compartimento XIX. N. Ilia. Frammento di stela sepolcrale con bassorilievo rappresentante due coniugi adagiati mensa. A1 disotto ( ) GXreNHA C<i)THPIXOT XPHCTH XAIPE N Edicola fastigiata sostennta da due pilastri, alta palmi 3 e larga a 1; entro la quale e un Uomo palliato sedente, cbe porge la d. ad a (73) Mi fa meraviglia il Visconti che la disse Musa, nonostante che avesse avvertito 1 Amorino posato sopra 1 omero 8. Il ch. Thiersch mostra non avere osservato que- 8to attribute precipuo di Venere. Del resto, una bellissima statuina di bronzo rappresentante similmente Venere Verticordia, o sia Pudica, uscita di recenta a luce dal suoln dell antica citti d Industria, conservasi nel Gabinetto particolare della Maest4 del Re di Sardegna (v, Bullett. I, c.), e fu illustrata dal ch. Prof. Costanzo Gazzera. (*) Eupenea Soterichi F., Bona Vale. Rignardo all escita del nome feminino in ha veggasi il seguente N. i374i ed il Boeckh n Digitized by (

88 89 altro Uomo palliuto stante. Da lato al primo sta un Fanciullino tanicato succinto con le mani conserte e cadenti al dinnanzi ; e da lato al secondo e un altro Fanciullino similmente vestito, col braccio d. passato in snl petto posandosi la mano sulla spalla s., e con oggetto oblungo nella s. cadente. Al disotto sono I epigrafi (*) 2APAniflNa:E4>TPOT NOTMHNIE EAEATA XPHSTE SAPAHiaNOS XAIPE EAEATA XPHSTE XAIPE Sebbene le voci restino alquanto confuse, sendosi Bcritto in prima Fepitaiio del padre, e poscia quello del figlio nello spazio rimasto Tuoto; pure e chiaro, che Numenio e iiglio di Sarapione oriondo da Elea (cf. Boechh T. /, p. 918, n. 864, it Mus. Veron. p. 374, i ). N Frammento di Bassorilievo, largo palmi a ed alto i f, rappresentante un Ciovine tnnicato clamidato sopra un cavallo bardato con pelle di fiera, che accostandosi ad un ara ardente tiene una patera nella d. Di retro a lui, due Fanciulli ed una Fanciulla, o Ciovinetta. Al disopra, busto radiato del Sole con flagello nella d. alzata, c busto della Luna con due Stello ( cf. Fabretti, p. 383, n. 208 ). II Sole, la Luna e le Stelle, dette bellezze eterne anche dall Allighieri, o sono simbolo CidW Eternila, che rappresentavasi co bn- 8ti del Sole e della Luna in mano ( Eckhelt T. VII, p. 181), oppure significano la Candida luce delle (*) Sarapion Zephyti F, Eleata, Bone Vale. Nununie Sarapionis F. Eleata, Bone Vale.

89 , 90 sedi de beati, che ( Aeneid. VI, 640 ; cf. Boeckh, n. 1067) Solemque suum, sua Sidera norunt. N. iias. Edicola, alta palmi 3 e larga a; entro la quale, Donna velata sedente in trono con Buppedaneo, in atto di porgere la d. ad no Uomo palliato stante di rimpetto a lei. Di mezzo ad essi, Fanciullino tunicato snccinto; e nell indietro, Erma diademato. AI disotto sono I epigrafi (*) IKONION AN APOMAXOr ANTI0XIS2A XPHSTH XAIPE API2T0NIKE API2TAPX0T A0HNAIE XPHE TE XAIPE Nelle nostre Edicole si verifica sempre 1 osservazione de pin accurati Archeologi, che cioe la persona defunta sia la sedente, e non gia la stante (c. Muller,. 43 1, a; Gerhard, Annali T. IX, il p. lao: Boeckh, n. 567). Penso, che defunto posto cosi a sedere, ed in riposo, appelli alia morte considerata come riposo de'miseri mortali (w. Lexica V. h.vanavaii, Karajraixrts, Hirti/ta, Quies, Requies cet. ) : qui labores morte finissent graves ( Eurip. ap. Cic. Tusc. I, 4^ ). N. J119. Bassorilievo votivo ornato di basso fastigio, largo palmi 3 i, ed alto a i, con tre figure. La prima, a s. di chi guarda, e di Donna ( ) Iconium Andromachi F. Antiochissa, Soria Vale. Aristonice Aristarchi F. Atheniensis, Bone Vale. Rignardo all ANTIOXISSA, ed alle due forme diverse del X in uno scesso monumento veggasi il Boecldi (r. 8ai, 49 > cf. Franz p. Digitized by Google

90 terza persona, non e senza e^empi ( Marini, Jrv, p vestita di tunica discinta e di manto, sedente in seggiola fornita di dorsale, con la mano s. stesa e quasi posata sopra il ginocchio, e con la d. fram* mentata: e dinnanzi a lei stassi una Donna tunicata cinta e stolata con face riversa nella d. ed ultra face alzata nella s. ; e dietro questa e una figure, che pare d Uomo barbato, stante in atto di riguardare verso la Donna sedente. Nel fregio e I epigrafe assai corrosa (*) '. TGiaN ANE9HKHN La figura di mezzo tenente le due faci, una ritta e r altra riversa, sembra Proserpina ( v. Built tt. 1841, p. 181); sedente puo credersi Latona, e I'altra un supplicante (cf. Boeckh, n. i94^)> Compartimento XX. N. 114a. Edicola fastigiata, alta palmi 3 e larga i i, rappresentante uu Uomo imberbe vestito di tunica e di palho, sedente ; e dinnanzi a lui, un Fanciullino tunicato succinto, stante in atto come di aspettare un comando. A1 disotto e 1 epigrafe () AIONTSIE AEKAHniOAaPOT AAOAIKET XPHZTE,XAIPE N. ii 49* Edicola fastigiata^ alta palmi 4^ ^ larga 2, rappresentante una Donna velata, sedente in trono coo suppedaneo; e dinnanzi ad essa un 9 * (*)..ythion Dedicavi. L nso della prima, invece della Fabretti p. 498, n. i 85 ). (*) Dionysic Asclepiodori P. Laodicene, Born Vale,

91 1 9a Uomo imberbe palliato stante, ed nn Fanciallino nudo stante in atteggiamento di afflitto, con ana strigile, o cosa simile nella s. cadente : dal lato s. della Donna stassi una Donzella sostenendo con ambe le mani ana cassetta. A1 disotto sono I epigrafi (*) AI0NT21E SiiSTPATOT / spazio lasciato vuoto \ A0HNAIE XPHSTE \ per un ultra epigrafe) AATHE XAIPE POTMA0A MENinnOr ANTI0XIS2A AATHE XPH2TH XAIPE Lo spazio a destra fa verisimilmente lasciato vaoto per porvi a suo tempo 1 epitafio del Fanciallino^ che stassi di mezzo al padre ed alia madre^ tenendo una strigile, simbolo de giuocbi ginnastici V. Annali dew Inst. T. IX, p. lai ( ), del pari cbe V Erma in altra stela ( v. sopra n. iias). N Ippotoo presentato a Cercione? Frammento di Bassorilievo, largo palmi a ed alto i Uomo barbato diademato clamidato sedente in trono (*) Dionysie Sostrati F. Atheniensis, Bone Cararum Expers Vale. Rhumatha Menippi F. Antiochissa, Cararum Expers Bona Vale. 11 nome Rhumatha pare Siriaco di origine (c/. RJiamatha, I. Reg. I, 19), onde essa pu6 ragionevolmente crederai orionda o natira di Antiochia di Siria. Dionisio, dicendosi (iglio di Sostrato ed Ateniese, pu& crederai fratello di Boeto (v. addietro p. 58 ). Nel resto, il solenne aggiunto AATIIO? degli epitafi ai scambia luce coll axpaxoe axvnia, e fisraatafisura xat axvxof di Etcliine {Dialog. HI, ao, aa). DigWzed by Coqgle

92 sostenuto da due Sfiugi; e dinnanzi a lui Uomo imberbe clamidato, che stende la d. composta al gesto infesto pollice (v. addietro p, 74 )> ed a suoi piedi an Fanoiullino, che colla testa aggiunge a mezzo la coscia di lui. Di retro al personaggio sedente stassi un Uomo nudo, che con ambe le mani tiene nn asta ed il manto che gu svolazza attorno al capo; e dal lato sinistro del personaggio sedente e altro Uomo nudo stante con manto similmente svolazzante. Pare Ippotoo portato dinnanzi a Cercione dai pastori di lui, che scmbrano fra se contendere ( v. Hygin. Fab. 187; cf. Winckelmann, M. ined. n. 9a ). iv. II 5a. Edicola fastigiata, con due pilastri che sorreggono un arco; alta palmi 3 i e larga a; entro la quale Uomo palliato sedente in seggiola, con suppedaneo, e Donna velata stante che gli porge la d. Putto a lato dell Uomo, e Fanciiilla a lato della Donna. Al disotto e I epigrafe (*) ropria AS2KAH niaaot A0HNAI E XAIPE II ch. Gerhard ( Annaliy T. IX, p. lao) si fece meraviglia della rarita delle Edicole col tipo dcll Uomo sedente, a confronto di quelle col tipo della Donna sedente: ma nelle nostre 1 Uomo sedente ricorre almeno quattro volte (v. p. 58, 88, 91). (*) Gorgia Aiclepiadis F. Atheniensis, Vale. Riguardo al doppio 2 nel nome A22KAHI11AA0T veggasi il ch. Boeckh (n. 879, i638).

93 1 94 N Frammento di un Papiro del secolo VI, 0 VII, pubblicato da Moas. Marini ( Papiri Diplom. n. i 24> ^9* ) (?4 )* Compartimento XXI. N Statua di Melpomene? alta palmi 5, vestita di tunica e di mezzo peplo, o sia diov la prec. not. 59). Ha i capelli inanellati come la testa dell'apollo dei denarii della Calpurnia e della Marcia, un armilla al braccio s. ed una grossa solea, che pare coturno (75), sotto il piede s. N Statua semicolossale di Iside, alta metri i. 80, di maimo bigio, supplita nelle braccia e Delia testa. Ella e vestita di ampia e ricca tnnica che agginnge fino a terra, e di un manto fornito di frange, che nel dinnanzi viene ripreso all insu e si annoda in sul petto (v. Marmi Mod. p. 176) (76). (74) (( L illustre possessore poco prima di morire mand6 al Sig. Cardinal Borgia questo Papiro in carta ogliata, sopra della quale io il lessi la prima volta. Non ci da che poche sottoscrizioni de testimonj chiamati ad esser presenti all istrumento della vendita di un foiido in vocabulo Paonina, che credo io fosse o nel territorio di Bimini o in quel di Ravenna» (Marini, Op, c. p. 358). (78) Altra simile Statua, creduta di Musa, vedesi al n. i3a8 ; e non saprei ben dire in quale dello due il ch. Thiersch ravvisasse la tunica Dorica. (76) Quests, o I altre statue Egizie del Museo per la piu parte sembrano appartencre all epoca Bomana. A giorni dell Obizzi erano monumcnti assai rari; non cosi a nostri, dopo che, facilitatosi di tanto I accesso all Egitto, se no arricchirono quasi tutti i Musei dcu Europa, Digitized by Google

94 Compartimento XXII. 95 N Edicola sepolcralcf alta palmi 3 e larga a, entro la quale e una Donna sedente in seggiola con suppedaneo, colla d. stesa verso nna cassetta sostenuta da una Fanciulla stante dinnanzi a lei. NelFarea superiore veggonsi due come discbi uniti insieme, con altro un po maggiore ; e Q O sotto la seggiola un calato chiuso col suo O copercbio. Della epigrafe greca non restano che tracce illeggibili. Posto che i due dischi insieme uniti siano cembali Bacchici, e I altro un timpano, il calato sarebbe obbietto sacro; ma forse i talaro da lavori feminili [cf. Giorn. Arcad. T. 18, p. 7a). N Iscrizione votiva alia Salute Augusta per la incolumitd </e Piquenti', in tavola di marmo alta palmi ale larga a, ornata di cornice: SALVTI AVG PRO INCOLV_ MITATE PIQVETST L VENTINARIS LVCVMO ADIECT IVNIC V L L 8 II ell. Furlanetto, che rapporto questa Epigrafe in due luoghi del Lessico Forcelliniano (v. ivnix et piqventes), la illustra col riscontro di Luciano (xipi Ova. a), che dice come si compera dagli Dei la Salute per un giovenco, ^owiov. Nelle monete di Selinnnte, col tipo del sacrificio per la salvezza della citta, vedesi il Bue; siccome anche nella Tavola lliaca per simile contingenza (v. R. Rochette, Mem, Num. p. 40; cf. Boeckh, C. I. n )

95 N. i Satiretto che suona lo Scabillo; fratnmento di b. r. alto paltni i h e largo i. II Satiretto coronato di edera, e con pelle di cerbiatto sulle spalle, sedendo sopra una rupe, suona tutt insieme due tibie, e lo Scabillo col pie sinistro (77). Dinnanzi a lui e una pantera presso un cratere; e dietro lui vedesi in parte una Baccante cbe suona i cembali. N , Due frammenti di bassorilievo in porfido, il primo de quali rappresenta Perseo, che riella d. steta sostiene il capo reciso di Medusa, e I altro Atteone trasformato in cervo (78). JV Ninfa seminuda stante con serpe nella d. e con urna inclinata nella s. posata sopra un pilastrino; statuetta di marmo alta palmi 3 i (79)' (77) Qnesto curioso ordegno da suono conslete di due come solee attaccate insieme soltanto iielle estremiti posteriori, 81 che, premendo col pie la euperiore sopra riiiferiore, fornita di cavita oblunga nel mezzo, ne seguisse un crepito; onde in greco si disse xpovrte^a, e xpovnrxia xa tov av- Xtitev vjtostipata ( Pollux, X, i 53 ). Se ne pu6 vedere la figura presso lo Spon {Mi$c. p. ai. Tab. Reck. cur. ^5; p. 53 e i ), presso altri eruditi citati dal ch. Furlanetto (ad Forcell. v. Scabillus ), che pel primo riconobba lo Scabillo nel nostro marmo. (78) Della figura del Perseo non rimane piii che il solo braccio d. proteso. Di Atteone vedesi parte di un braccio o dell omero; e la testa di lui ha gik prese le forme di quolla di un cervo. Oi rincontro ad essa veggonsi due teste feminili, I una di Diana co capelli raccolti in node al didietro e con liinetta falcata in sul vertice ; e I altra di una Ninfa di lei compagna, che abbassa lo sguardo a terra in sembiaiiza <li dolente. (79) Ha un reticino in testa, e tre rosette sopra la Irontc. Il serpe fu attribuito alle Ninfe, come a dcita locali ( Vise. Digitized by Google

96 97 N * Ratio di Proterpina; ip sarcofago di marmo, proveniente da Roma, lango palmi 8, alto a i e largo altrettanto (edito dal ch. Braun^v, addietro p. i3). Nel mezzo della faccia principale vedesi PIn> tone in quadriga velociasima, undo e con manto STolazzante attorno al capo. Egli tiene colla d. le redini dei cavalli (8o), e colla s. stringe e sostiene Proserpina vestita di tunica e di manto similmente svolizzante, la quale gettando la testa e le braccia all indietro sembra in atto di tentare di sottrarsi al rapitore e di cbiedere aita {v. Claudian. IJy ao5 ). Sul carro, dinnanzi a Plutone, e un Amorino che tiene due redini, una per mano, e cbe si 3f. P. Cl. T. Ill, Tav. 43; cf. Spon,Misc. p. 3i ). L epigrafe Greca, die vedesi incisa da mano moderna sopr esso il pilastrino, fn ricopiata da un marmo antico pi^eniento da Smirne e pubblicato dal Patin in Padova nel io85 (D» tribus InscT. Gr. ). Per simile frode di un falsario ( R. seg ) vedesi ricopiata I epigrafe del busto di Teofrasto di Villa Albani sopra il sostegno di una Statuetta feminile vestita di tunica e di manto, e cinta il capo di strofio, con la a. al fianco e con la d. appoggiata ad una mensoletta ornata di Mascbera, cbe per ci6 stesso sembra rappresentare Melpomene. (8o) 11 ch. Braun avverte, cbe I Amorino stante in sul carro n ha prese due redini della quadriga, mentre che Plutone ne tiene le altre due u ; e poi soggiunge : a Noi qnivi abbiamo, conforme all usanza che tuttora mantiensi ne paesi meridionali, due maniere di redini, I une che ser- Tono a rattenere i cavalli, e 1 altre a guidarli M. Il lodato Big. Ferrari, dopo nuova ispezione del monumento, mi scrive, cbe i qaattro cavalli di Plutone hauno ciascuno la loro bri^ia, cbe sembra doppia, ma atloccata nello stesso punto. 7

97 98 volge indietro a riguardare Proserpina. Dal lato destro di Flutone sono due figure^ che restano in parte coverte dai cavalii. Puna di Donna vestita di tunica e di manto e cinta il capo di stefane, con porno o simile frutto nella d. e con oggetto oblungo nella s., e I altra di Putto, di cut non apparisce che il capo di retro alia Donna stessa (8i). Di retro a Proserpina vedesi una Donna vestita di tnnica e di manto, e cinta il capo di alta stefane, che piegando un ginocchio a terra, posa la d. sopra un calato ripieno di iiori, e stende in alto la 8. (82). Attorno a lei sono tre Amorini alati, uno che vola al disopra teneqdo con amhe le mani nna face ardente, altro che stende la d. al petto di essa, ed altro al hasso che colle mani si attiene al manto della medesima. Di dietro al detto gruppo ^ Cerere con due faci accese, una per mano ( 83 ), (81) Il ch. Braun vi ravvisa Venera a bastanta caratte rizzata pel diadema e per I j^morino, ehe curiosetto guata dal disopra dell omero della madre. n Venere, dic egli, precede il carro di Flutone mostrando tutta gioiosa il porno, del quale gustato che abhia Proserpina, apparterr^ per sempre al tenebroso sposo che I ha rapita n. Flutone presto Claudiano ( Rapt. Pros. II, 290 ), per consolare Proserpina, fra I altre promesse, le dice; et fulvis temper dilabere pomit. (8a) Il ch. Braun vi riconosce Artemide, insignita di corona somigliante al polo; e pensa ch ella alzi la s. in atto di voler soffermar Cerere desolata. lo dubito, che sia in atto di voler porgere alta alia rapita compagna, e che ne venga distolta dai due Amorini che le stanno attorno, mentre un terzo volante al disopra ostenta la face dell Imeneo. 83 ( ) La face, che Cerere tiene nella s., resta in direzione quasi perpendicolare, laddove I altra face b in direzione orizzontale. Digitized by Google

98 in h'tga di serpenti alati e cristati^ che sono guidati da una iigurina femiuile tunioata succinta stante in sui carro dinnanzi alia Dea (84)> Dinnanzi alia ([uadriga di Plutone e Mercurio clamidato, distinto dal suo petaso alato e dal caduceo ch egli sostiene nella d., inentre che colla s. prende una deile briglie de cavalli. Segue Pallade galeata, Vestita di tnnica feasa, che le lascia acoperta la gainba e parte della coscia s. (85), e di manto, in atto di stendere verso Plutone la d., nella quale tiene un rauio di olivo, o di alloro che dir si debba. Al disotto de cavalli appaiono le tre teste del Cerbero, ed il tronco e una delle estremita serpentine del Gigante Encelado, che con ambe le braccia protese in alto stende le mani fino a toe* care il ventre del cavallo sinistro esterno della quadriga (86). Ivi presso, sotto le zampe de cavalli. 99 (84) ^ qucita una delle Ore, ministre di Ccrere, sicrome avvertl il Visconti ( Mas. P. Cl. T. F, Tav. 5 ). Nel trono Amicleo vedevansi iiisieme figniate Cerere «Proserpina con Plutone; e sopra esse le Parche e le Ore con Fenere, Pallade e Diana (Pausan. Ill, 19, 4)i delta, die quasi tutto ricorrono iie moanmentl del ratio di Proserpina. (85) Pallade lia similmente scoperta la gamba d. e parte del f eniore in un b. r Mattelano ( T. Ill, Tab. 5)j ondo la tunica di lei vnulsi dire <t/ioso( ( v. addieiro p. 87 ). ( 86 ) Il ch. Braun dice, die il Gigante <( stende le braccia come per accogliere i due Sposi li : ma parmi piiittosto in atto di volere allontanare da se il cavallo die lo calpesta, conforme al detto di Claudiano ( R. Pros, II, i56): graui~ basque gemenlem Enceladum calcabat equis-, lentatque movers debilis, et fessis serpentibus implicat axem (cf. Zannoni, Gall. Fir. Ser. IF, T. HI, p. aa5).

99 , 100 e una figura fetniaile seminuda recumbente, che tiene con ambe le mani un cornucopia (87). In ciascuna delle due facce laterali corrente, col capo cinto di stefane (88). h una Sfinge alata Fra molti antichi sarcofaghi, ne quali vedesi fi> gurato il Ratto di Proserpina, Tcrisimilmente per appellare alia morte immatura di fanciulle nubili o di giovani spose ( v. la prec. not. ao; e Visconti, M. P. Cl. T. V, Tao. 5 ), il nostro tiene forse il prinio vanto, sia per la singolare aua integrita, sia per la copia delle figure. Ma il principale pregio di esso, siccome avverte il ch. Braun (Mon. ined. Decade II, Tav. 4)9 i'' consiste^ che Pallade manifestamente favorisce Plutone, e mostra congratularsi con esso lui del felice esito dell intrapresa, offerendogli un ramo di alloro, otvero di pacifico olioo (89); laddove in altri simili monumenti, sia per difetto di conservatezza, sia per abbaglio degl interpreti, pareva che Pallade costantemente si opponesse al ratto della vergine sua compagna (90). (87) In quests figura, che talora ha presto di s^ un bore, altri ravrisano la Terra, altri la Sicilia personificata. (88) Il ch. Braun, osservando come le Sfingi, che d ordinario reggonti accotciate, quivi sono in aito di correre penaa che si volesse cosl indicare I ingresso de luoghi inferi ingombro di Sfingi e d altri mostri. (89) A me parve ramo di olivo, che potrebbe indicare come Pallade, che da prima si oppose a Plutone, veggendo potcia la espressa annuenza del padre Giove, si rese placate al rapitore di Proserpina. (90) Da varii racconti degli scrittori antichi, tranne Claudiano, non ben si conosce, se Pallade si opponesse o coope- Digitized by Google

100 loi iv Frammento di Edicola, alto palmi i } e largo i; entro la quale e Cibele tutulata, rappresentata di prospetto^ atante di mezzo a due leoni sedenti, con timpano nella d. e cornucopia nella a. Dal lato deatro di essa staaai una figura virile imberbe clamidata^ con nrceo nella d. e diretro a lui una fancinllina, che reata fuor dell* edicola (rf. Accad. Etr. Carton. T. II, Tav. JC/j). A1 diaotto h P Epigrafe (*) ANAEinOAIS XAIPE Parmi che la defnnta, di nome Avalixoiit, conraase al rapimento. Ne monumenti, per quanto pu6 arguinene dai ditegnij mi pare che generalmente Pallade fatoriaca Plutone ogni qual volta ella stani dinnanzi alia quadriga, e che per lo contrario gli si opponga quando rimane di retro alia quadriga medesima, Aucora mi parre notevole il sareo-» fago Matteiano, ore Pallade stende la d, alia persona di Proserpina, come per aottrarla al rapitore, e Venera le pone la mano sopra la spalla, come per avrertirla del rolere contrario di Giore, che yedesi sedente in alto in atto di sea-. gliare un fulmine colla sinistra; poichi cotale rappresentanza manifestamente confronta col racconto di Claudiano ( R. Pr. //, aas ). II poeta, dopo arere narrate come Pallade, del pari che Diana, si oppose a Plutone, brandendo I asta, soggiunge che ella non se no rimaneva, ni luppiter, aetera vulto, pacificas rubri torsiiset fulminis ala<, eonfeisus socerum... invitae eesiere Dea». In monete d lrcania di Lidia (PMarin, Ree. PI. i3o, n. 3) Minerva, stante di retre al earro di Plutone, ribra I asta colla d., e colla a. mostra voler aiferrare una delle rota del carro raedesimo, O ^naxipolit, Fat*. La voce XAIPE b in lettere thggenti, e dnbbie; ed altri vi lesse TAPI, Digitized by Coogle

101 103 veniente a Cibele, del pari che hva\i9opa a Cerere, fosse cosi rappreseatata sotto le sembianze della Madre degli Dei, e che il marito sia ritratto quale novello Atide in atto di fare libazioni alia consorte divinizzata. Per simile modo una Donna di nome AHMa vedesi ritratta in sembianza di Cerere, AHMHTHP, con grande face nella d. stante fra due ancelle (Mus. Veron. p. 53, n. 4 )- N Edicola fastigiata, axla. 3 e larga 1 con b. r. rappresentante una Donna tunicata velata stante di prospetto, con Fanciulla che stando dal lato 6. di essa le presenta una cassetta. Nel fregio dell edicola e I Epigrafe ( ) Eni«I>ANHA noatkpatots XAIPE Compartimento XXIII. N Cinerarj di vefro. Qnesti Cinerarj, die forse furono fatti di si fragile materia per accennare alia fralezza della vita umana, sogliono trovarsi riposti entro altro Vaso maggiore di terra cotta, siccome di quello contenente le ceneri di Torcuma, Liberta di Tiberio, mi accertava il ch. Furlanetto, cbe si dottamente ne illustro il vaghissimo monumento (91). Anche i nostri spettano per (*) Epipharua Polycratis F. Vale. (91) Antico Monumento sepolcrale da pochi anni scoperto presso la citta di Padova. Padova, i838, in foglio. La controversa voce toon del secondo verso di quell elegante epigramma, che dice ; Condor humo multis nota Toreuma toots, preude Bella luce dal riscontro dell epitafio di un Liberto Digitized by Google

102 : : io3 lo piu a tempi dell Impero; poiclie in tre <li quelli trovati in Este^ e similmente in altri provenienti da Adria e dalla Dalmazia, trovansi riposte monete imperiali di secondo bronzo da Augusto lino ad Adriano. Hanno la forma di Amphora, di Stamnos, di Cymbe {cf. M. ined, delv Inst. T. I, Tav. a6, n. lo; Tao. 27, n. 28, 5 o), o sia di olla a due maniclii, di pentola^ e di guastada. L altezza loro varia dai i 5 ai 87 centimetri ; e la larghezza del corpo talora eccede I altezza medesima. N Fra varii piccoli oggetti di bronzo riposti in queste due vetriere, notevoli sono quattro Specchi Etruschi, provenienti da Volterra con figure a graffito nella faccia riversa, o sia con-' cava. Tre hanno la solita Fortuna alata, ed nno ha i Dioscuri stanti 1 uno dirimpetto all altro colle mani dietro le schiene ( cf. Gerhard, Etr. Sp. Taf. XXXI, XLF) (92). Compartimento XXIF. N Iscrizione sacra, in tavola alta palmi 2 I, e larga i con cornice: di Tiberio, che li chiama Ti. Claudius EsquUina Jug, L. Tiberinus, e che lodando le stesio dice ( Murat, p. 655, i Burmann. Jnthol. Bat. T, II, p. syi ) Quis bona non hilari vidit convivia voltu, Atquo meos mecum pervigilare loaos? (92 ) In altre vetriere de Compartimenti precedent! aono certi tondini di bronzo omati a circoli concentric! di rilievo, cbe sembrano capsule da simili Specchi rotondi (v. Gerhard, Etr. Sp. Taf. XX). Evvi pure uno Specchio metallieo di forrrsa quadrilunga, che in parte serba tuttora la ina lucentezza ( Compart. XVII, e XIX ).

103 io4 BELENO AVG VIB1V8 ABASCANT VS llllll. VIR AQVIL DONVM DED Belenus o Belinus fa nome di ana delta del Norico^ venerata segnatamente in Aquileia, ove riputavasi Apollo (Forcell. et Fuflon^ in Ltexic.)» Snole deriyarsi dal greco ma forse meglio potrebbe dedarsi dall orientale Bel, Baal, appellatito di varie delta, e speclalmente del Sole a dell Astro di Giove (Qesenius, Lexic. Hebr.)', tanto plu, che Erodlano ( VIII, 3 ) lo dice N. 148 a. Edicola sepolcrale, alta palml 5 1 e larga i con fignra virile palliata stante di prospetto, e sott essa 1 Epigrafe corrosa... K::2ISAPX... XAIPE N. i483. Caccia del Leone, e d^ altre fiere: sarcofago dl forma ovale lungo palml g, alto 3 e largo quasi altrettanto. Simile a questo, tranne pocbi particular!, si e un bassorillevo della Galleria Clustiniani {Parte II, Tav. i36; cf. Montf. Ant. expl. T. Ill, PL 173 ). Le teste delle duo persone principali, 1 una d Uomo e I altra di Donna, furono lasoiate cosi a pena abbozzate da chi sculse 1 arna, affin che altri potesse ritrarvi le sembianze del due coniugi che 1 acqaistassero Digitized by Google

104 io5 per essere sepolti in essa ( v. Mtu. P. Cl. T. IV, Tav. is, p. 110 ) (93). N Baccante in atto di danzare sonando due cembali: frammento di bassorilievo, alto palmi 5 e largo 3, mancante nella parte inferiore dal ginoccbio in gin. Qnesta bella figura di presso cbe tutto rilievo, sendo volta quasi di scbiena, colla testa gettata all indietro [laxa cervice, e coi oapelli in parte sparsi in su la cervice, fa tale spicoo, ed ha si vera e vaga movenza, cbe a cbi la rignarda pare proprio, ch elia si stacohi dal mar* mo, e cbe al sopragginngere di esso Ini ella arrest! il passo e sospenda per un istante la danza e il snono. E vestita di an manto, cbe le lascia scopeno il braccio e 1 omero d. e cbe d in sull omero s. ricadendo sal banco rimane stretto da uno strobo, o sia cordone, cbe la ricinge sott esso il petto. Una corona d edera fornita de suoi corimbi le cinge vagamente la cbioma. Ha le mani (98) Le veiti ed il costume de cacclatori hanno del barbanco ; e segnatamente I Uomo barbato, cbe redesi prostrato otto il leone, ha la cbioma arricciata ed acconciata per modo cbe lomiglia di molto a quella di Giuba I re di Numidia, quale redesi ritratta nolle monete di lui. Quindi mi nasce il sospetto, cbe simili caccie, nelle quali primeggiano un Uomo a carallo ed una Donna armata a modo di Amazone, o di Roma, appellino alia caccia di Enea e di Didone. notevole altresl il vedere conginnta la caccia dell OriO eon quella del Ltona e del Cinghiale, giacch^ ricorda I antica qnistione degli Orsi Numidici (u. Cuvier ad Plin. Till, 54 ). Altri in simili caccie credono simboleggiate le Stagioni dell Anno [^Buonarroti, Tetri p. 17a, cf. p. 8).

105 io6 elevate airaltezza della testa, e tlane in ciascuna dl esse un cembalo; si che pu6 dirsi rappresentata nel momento stesso, che ana delle Baccanti Ercolanesi (T. I, Tav. ai), tranne che quella vedesi figurata di prospetto (94). N Fra le impronte di antiche Figuline riposte in questo quadro, pregevole si e segnatamente quella di forma circolaie con foglia nel mezzo, che riesci nuova anche al ch. Borgbesi (9S). N.. i 5 oo. Edicola sepolcrale, alta palmi 3 e larga 1 nella quale e una Donna sedente velata in atto di acconciarsi il velo colla s. Al disopra dell arco dell' edicola e 1 Epigrafe (*) EPflTION AHMHTflOr EPMOnOAITIS (q4) Notevole mi panre anche la particolarita degli occhi della nostra Baccante aventi le pupille segnate con forellino e lineetta incaoata. Cotali occhi, giccome avvcrte il Winckelmann ( Star, dell Art. T» III, p. a63 ed. del Fea ), sono un raffinamento messo in uso piu comnnemente nel tempo dell arte gia declinata. Qnel punto, e il giro della pupilla, fu fatto anche nel bel fiore dell arte greca, ma in rilievo, come vedesi nelle medaglie di Gierone, di Filistide, di Alessandro, e del padre di lui, Filippo II. (95) Avendogliela io comunicata per averne schiarimento, cosi mi rispose : tt Mi era ignota 1 nltima fignlina ; e se ella proviene da Roma, ove molte furono dette Salarie dalla via su cui erano situate, potri leggersi SALaria TIberii O...F... Fecit Serous BIN, dob RINosimus o RlNobalus, o altro simile nome servile. (*) Erotium Demetrii F. Hermopolilis, Digitized by

106 ) II T nella i lin. e fornito al disopra di due apici si che pare nesso di un T con un T (i;. Franz, p. 246), ed il ^ e di tal forma (v. Franz, p. 344, f. a), che appella a tempi della decadenza inoltrata. Filare in mezzo della Sola. N. i 5o 8. Ecate, 0 %ii. Diana triforme. Le figure di quasi intero rilievo aderenti ad un fusto, 0 colonnetta alta circa tre palmi, che resta di mezzo ad esse, sono tutte e tre vestite di tunica fornita di mezze maniche, e di sopravveste ( tnudin>,oidu)v che aggiunge poco al disotto del petto : e sono calzate di caligae, o sia scarpe che coprono la forma del piede. La I tiene una Face accesa nella s. ed un timpano, o disco che sia, nella d. ahhassata, ed ha lunghe trecce, e un calato 0 polo in testa, che rimane mezzo coverto dal velo. La II tiene un frutto nella d. posata sul petto, ed ha la s. distesa all ingiu. La III ha le braccia similmente distese all ingiu, e posa le mani sopra due pilastrini. Fra la I e la II figura in alto vedesi una figurina feminile vestita come le tre maggiori con la d. cadente all ingiu, e con la s. alzata per sostenere un disco 0 *impano posato sopra il suo capo; e fra la III e la I e una colonnetta sormontata da un Panisco o Fauno, mancante delle braccia colle qnali sosteneva un disco, con entro un* offa o pane a tre tagli, posato sopra il suo capo, ed apple della colonnetta medesima e un cane. Di mezzo alle tre figure principali si leva un calato, 0 modio, che

107 ; ' io3 dir 81 debba, ricinto da an cercbio Terso la lommita (96). N. i5ii. Ara alta palmi 5, larga % nel basa- ' mento 6' 1 nel tronco, con la aegaente Isorizione votiva Q VIBIVS L F DIANAE V 8 EISDEM ARAM D S F C* L arcaismo eisdem per idem, e la mancanza del cognome, ne danno argomento a credere, che il monumento spetti al vii od alpviii secolo di Roma. N Mezza figura virile giovenile, conservata fin sotto I'ancbe, con manto (ifiarto*) che lascia 8coperto il petto e 1 fianco destro. Colla s. tiene il manto, che gli ricade d in sa la spalla al dinnanzi; e 1 braccio d., ora in gran parte mancante, era alquanto steso. Il ch. Thiersch lo dice frammento di graitdioso e bello stile. N. isa5. Marts giovine statua di marmo alta palmi 4> *Ii singolare conservatezza. La figara e di davoro assai buono e diligente, ma an po troppo gracile e svelta; ed in rigaardo alia forma della galea, e al sago sottoposto alia lorica, pub dirti di stile Romano (97) e de' tempi della decadenza. E (96) Lungo ditcono richiederebbe 1 illuttrazione di quetto, mittico timulacro, chs in moui particolari differiice dagli altri ad easo analoghi (v. Jnnali dell Inst. T.XIl, p. 5 i, tegg.); e d altra parte il ch. Braun mi avverte, che il nostro sark pienamente illuatrato dal dotto e giadizioso Sig. Car. Gerhard, che ne tiene un diaegno da sk comunicatogli. (97) Sopra il sago egli veate la lorica fomita di pendagli, e la clamide : ha la galea di foggia Romana, sormontata Digitized by Google

108 L 109 Unto li oonferma coosiderando la forma delle lettere della aeguente Iscrizione incisa sopra la base: DEO SANCTO MARTI Q FABIVS E>/TYClflANVS PATRON ET Q Q P P DE V0 POSVIT N. i5a8. Cippo sepolcrale, consistente di tre pezzi, alto palmi 5 krgo 3 nel mezzo e 3 j nella base, con busto virile togato entro ana nicohia^ e con la seguente Epigrafe al disotto T PETRONI L PRIAMl TESTAMENTO SVO. FIERI IVSSIT Mi parve notevole per la scoltura de lateral!, in oiascuno de quali e nn Genio alato stante con face riverta nella d., il quale con la s. si sorregge la testa alquanto inclinata, e si appoggia ad un da nna Sfinge alata, dal coi dorso a alza una cresta a fo» gliame, e le eeree vagamente allacciate con striaco di cuojo ( cf. Mas. Chiaramonti, Tav. A, III, n, a, p. 3a4 ed. Mil, ). Nella d. impugna il capulo del gladio fatto per modo, che vi si potetse inserire la lama di metallo; e nella s. imbraccia il clipeo ornato di mascbera gorgonea alata. La vagina del gladio sospesa a traeolla gli 'pende in sul banco s. Colla gamba s. e colla clamide la status, per ragion di rinforzo, si attacca ad un tronco nodoso avente una parte notevole spoglia di corteccia con 5 linee parallele incite (o. Guattani, Notix Aprile Tav. III). L epigrafe fu data dal Muratori {p. ^5, 6), cbe la pose Romae in hortis Carpensibus sub slaiua armata. Nell ultima lines egli rettamente lease QuinQuennalis PerVetuus, non considerando la lacuna indlcatavi dal Doni, la quale in eiletti non b che un intersdzio lasciatuvi per ragioue di un difetto del marmo.

109 y I lo cippo, o vaso conico ticoverto da un panno cadente fornito di fiocchi agu angoli (98). N Torso d Ercole nudoy maggiore del naturale, che si appoggia ad un sostegno, dal quale pende la spoglia del leone. II ch. Thiersch ne loda 1 eccellente lavoro, e segnatamente il dorso, ove forza e morbidezza trovansi con mirabile accordo insieme congiunte. N. i544- Sileno accosciato, so fn unabase quadrata ornata nel dinnanzi di un cefib leonino (99). iv. i55i. Frammento di Statua virile giovenile clamidata, cbe al Visconti parve di ottimo stile. (98) Questo panno ricords I antichisiinia usanza di ricoprire di un ricco velo le Urns cintrarit, siccome di tjnelle di Fatroclo e d Ettore leggesi in Omero ( Iliad. XXIIl, )»54 '; XXIV 796 ). L Heyne asseriva, che i Cinerarj lalciavansi coil Tolati solo pel tempo che serbavansi in casa; ma ne epolcri trovansi Urne cineraria con avanzi di velo adcrente alia superficio esterna di esse (c. Fermiglioli, Iscr. Perug. P. I, p. 187, ed. a). (99) Standosi egli cosl accosciato posa le mani sopra le sue ginocchia, ed ha le labbra semiaperte, mostrando i denti superiori in atto di sogghigno. Una pelle, che pare di capro o d ariete, gli copre la sommitk del capo e 1 dosso per mode, che le zampe anterior! e la testa dell animale gli ricadono in sul petto> e la coda riesce in quella parte, ove sogliono esserne forniti i quadruped!. Sopra la detta pelle h ricinto a traverse di un giro di globstti, che sembrano figurare una tenia di lana, che gli ricade in sul ventre. Analoga si d la positura di un Sileno, o d altro deastro bao chico, in un Bronzo d Ercolano (T. II, Too. 88). Pare il llaxxoaesxtjvofy che era t>iv issav d^ptassatspot (Pol~ lux, IF, 143. cf. Muller $. 386, 5). Digilize^by-Google

110 ; til N. i554- Cibele sedente; statuetta di marmo, alta palmi a, tutta di un pezzo con la sua base, Della quale e la seguente Epigrafe votiva in let* tere evanide (*): MHTEPA 0EON llepramhnhn NeiKH4>OPOS.. - lalan npost TIM t La Dea e tutulata e velata, colle braccia e culle inani nascoste sotto il manto, e con panno triangolare in snl petto ornato di dieci come pigne o mandotle, disposte in linee decrescenti a 4> 3, a, i. Uno dei due leoni, sedenti a Uto di lei, alza la testa e la zampa d. anteriore verso di essa, come in atto di farle festa. Le dieci mandorle probabilmente appellano a quelle, cbe la Dea fece nascere dal sangue di Atide ( v. Winckelmann, M. ined. n. 8; Arnobius V, 7). N. i5b8. Torso virile giovenile, di grandezza al naturale, con manto cbe lascia scoperto il petto e r omero destro. Il bracoio s. si ripiega dietro le schiene^ e di sotto il manto traspare la mano cbiusa applicata a mezzo il dorso (100). (*) Matrtm Deorum Pergamenen Nicephorus Privatim Ex Jussu (P) Honoroffit. Nella i Uuea la voce Tispyaptivtiv i certa, bencbi -il ch. Thiench non la rilevaste per intero nella a pare fosie Kai lalan ; e nella 3 sembra doverti leggere IIPOllTa/fiaTt TlMa ovvero stimi^cs ( cf. Franz, p. 335, n, 8) (loo) Di che potrebbe forse argoirsi, cbe qaesto nianno rappresentasse un Niobide nel momento di sentini ferito alle ipalle. Il dotto e giudizioio Zannoni {Caller, di Fir. Ser. IF, T, II, p. 88), nell illuttrare una status probabil-

111 N. i56i. Cippo in forma di Edicola, alto palmi 6 e largo a i ; coo dae basti togati, uno d Uomo e r altro di Doana, e sotto essi T Epigrafe P COELIV8 Q F BOM APER EPIDIA C F SECVNDA Nel timpano h un Vaso con entro una pianticella, posto di mezzo a due Uccelli ; e in oiascano dei dne lateral! h an Vaso con entro una pianta fogliuta, di alto fusto. Cotale ornato, che e fuor del consueto, sembrami allusive al nome di EPIDIA, in rigoardo al retore C. Epidio maestro di M. Antonio e di Augusto, ne cui commentarj JRBORES loquutae quoque reperiuntur ( PUn.XVII, 38, a; v. la prec. not. 3o ) (loi). meote ipettante alia famiglia di Niobe, avverte che a il tomroo Thorwaldaen nel conaiderarla rivolse particolaraente gli occhi alia mano che preme il tergo; e disse che queata mosaa provava, che la mono era II pasta a mostrare che il tergo era stato ivi ferito U. A conferma dell avvertenza del Thortraldaen egli ricorda i bassirilievi del tempio di Figaglia, ove n un Centauro ferito da un Lapita i preciaamente nel medesimo atteggiamento U (cf. Inghir. Mon. Etr. Ser. /, Too. IX, 6 ). (loi) L Uomo ha un Antllo nel mignolo della a. e la Donna ne ha due, uno nei mignolo, ed altro nel primo articolo dell* indice della a. (e. Bronzi d' Ereol. T. Il, p. 3zS). In lapide del Museo d Este Satria Armis (o. Furlaa. p. i3i ) ha due Anelli, uno nell indice, ed altro nell anulare della ainistraj e Ziuxonia Teriia ( Furl. p ) ne ha quattro, due nell indice, uno nell anulare, e altro nel mignolo della a. Anche la noatra Epidia ruolai credere Estense, in riguardo alia tribu Romilia, a cui fu aacritto il marito di lei F. Celia Apro.

112 1 13 N. 1S76. Putti e Genii allacacciadi varie fiere, che sembrano appellare alle fatiche di Ercole (loa): sarcofago di forma ovale lungo palmi 5, largo ed alto 1 I- N. i586. Simulacra di Diana triforme, consistente di tre statuette alte due palmi ^ insieme unite co dossi, ciascuna delle quali tiene nella d. una face riversa, e nella s. una face ritta, alto palmi a, con base quadrata, alta un palmo, in una faccia della quale e la seguente Epigrafe DEANAE CEL CE ITID I FLAVIVS SI NVS POS Molto pregevole si e questo rozzo, ma raro ed (loa) Nella faccia principals son dieci Putti, due nudi alati, ed otto vestiti di tunica a lunghe maniche e di clamide, cinque a pie e cinque a cavallo, che armati d aata s accompagnati da cani combattono contra un Leone, nn Cinghiale, ed altra fiera che pare Orso: e presso ciascuna delle due estremitii k un Cervo ed un Cavallo. Nella faccia opposta sono due arbori fronzuti, fra quali due Putti alati in atto di ferire un Toro furioso ; ed nn altro Putto alato, che con la d. vibra I asta contro un Cccellaccio, ch ei dene preso per la coda con la s., e che gli si volge contro col forte rostro. In ciakuna delle due faces lateral! i nn Putto nudo tenente una Clara ; e sott uno di essi k una Pantera ID atto di riguaidare \erto lui. La Clava, e 1 Uccello, che potrebbe dirsi Stinfalide, e similmente il Leone, il Cinghiale ed il Toro, che potrebbono dirsi que di Neraea, d Erimanto, e di Greta, ne danno qualcbe argomento a credere, che la caccia del nostro Sarcofago appelli alle principal! fiere ucciie da Ercole. 8

113 : ti4 import ante momimento, che ne pone lott occhio la vera forma del simulacro di Diana Celcea, o Celceitide, che veneravasi segnatamente in Atene, e che portato via da Serse^ fu poscia da Alessandro, insieine con le statue di Armodio e di Aristogitone, restituito all antica sna sede (io3). Ingresso al Museo N. I. Cippo sepolcrale in forma di. colonnetta sormontata da una Pigna, con la seguente Iscrizione APPVLEIA ARETVSA C. TROSlO LiBERALl MATER PONiT MIL PRAF, TORIAE GOHORTIS Vl ANN xvim Dal riscontro della forma singolare di questo Cippo confermasi, che le Colonncftc e Pilastrini sormon- (ic3) II ti'gio vul-ato delle cdizioiii di Arriano (Exped. Atcxandr. FI I, 19, 4)> rlifi narra il fatto, hanno r«?f A/»rfH((Voc rifc Kcpxairii; to s9nc : ma pel riscontro di nn' Isrrizione Grcca { Pariaud. Mon. Ptlopon. T. I, p. 8; Boeckh, C. T,n. >947) dedicata APTRMIAI KEAKAIA* fu confermata la lettera de migliori codici, che hanno Ks/lxa«ac, la quale ora riceve nuova conferma dal riscontro del nostro marmo. In osso Diana k detta CELCEITIS, che torna lo stesso che Kt/.xaia ; giacch^ Diana stessa fu detta Aqcri;T(;, Limnatis, che equivale a Kipvaia. Cotale nome pare derizato da quello di nn luogo detto KsAxi; onde pot6 dirsi KcXx.r;tri(, del pari che i.ekxata, siccomo da si fece tanto il derivato Sskttvti'irt i, che I altro - tgiezr-^ GlJi^gle

114 tati <t : da una Pigna, che ricorrono ia Urne Gincrarie Etrusche (v. addietro, p.»5), siano veramente simbolo di Sepolcro. N. III. Frammento «li cippo sepolcrale, alto palmi 3 e largo 4>- colla seguente epigrafe mancanto delle prime righe VXORI M ALLIO M F IIOSTILIAE N-F FESTO FILIO CL- SRVERAE F-N-S-N-C isinguiare si e questo iiionuinento in rigiiarilo alle sigle deir ultima linea, che dagli editori riirono. 'HeXtivatni; (Stephan de Urb. h. v. ). La sovra inclicata Iscrizioiie Greca, probahilmciitc di Atone, pnrla di uii Orologio di JicatOf insieme con la lua colonna e base, a Diana Celcea, e il nostro Simulacro di Diana Celceitide mo8traii<1o<.cla triforme, o sia in sembianza A'Ecate (die si erode cosi b- giirata in riguardo alle tre stagioni cd alle tre parti in cui a1> antiro dividevasi I anno e la notte ), ne indica la raginne particolare di qnel donnrio, l)n dottu mio amico propose di di leggere msanae esleiae, in riguardo a Celeia non ignot.i t'ra le deo del Norieo; ina non s.ipea poi die dirsi del snssegnente ceitidi : e d' altra p.iite, il nostro nioniiineiito, seiido di marnio greeo statnario, proliabiluientc pro'ienn ill Cretia.

115 ' tenne ' ^.. i i 'it male spiegate, o crednte di diaperata interpretazione (104). Pure, col sussidio de riacontri, che ' nell antiquaria ne prestano cio cbe Pesperienze nella fisica, mi parve poterle cosi spiegare: ijow Fui, Fui, Nora Sum, Nora Curo; e non ne dubito punto, dopo cbe la proposta interpretazione ot- I aasenso del sommo Borghesi. Fra le molte formole di cotali sentenze della filosofia Epicurea, cbe ricorrono negli epitafj pagani de tempi dell Impero (io 5 ), bastami rapportare le tre sfeguenti: NON FVI FVI MEMINI NON 8VM NON GYRO {Gruter. 938, 8 ); non FVERAM NON SVM NESCIO NON AD ME PERTIN (Gruter. 819, 4 HMHN FENOMHN ); HMHN OTK EIMI TOSATTA (Schiassi, Guida al Mu- I seo di Bologna, p. 117) (106). (104) II ch. Abbate Guarini (Comment. XF, p. 55 ) na diede qiieata bizzarra interpretazione : Nomen Familiarum Non SequituT Nostrum Conditoriam; ed il Coleti (Notae et Siglae, p, Wj5 ) non fu piii Felice dandone quest altra; Ne Fodias, Frangas, Ne Spolies, Ne Contrectes. L Autore del Mat. del Catajo, che si conaerva presso il ch. Furlanetto, li contenta di dire : Nemo est qui explicet. (10 5 ) Molte ne raccolae il dottissimo Mona. Marini (her. Alb. p. 116, 147, 180). Singolare si ^ il seguente epitafio Cristiano, proveniente dal cimitero di Calepodio ( Mat, Script. Vatic. T. F,/>. 43 a, 6): NON FVIMVS ET FVIMVS NON SIMVS NON DESIDERAMVS VSQVE HIC DEDVCIMVR FILVMENETI IN PACE. Forge quel biion Cristiano, non avendo alia mano altra lapide, prese quella gia preparata con tale gentenza gentilesca; siccome altri Cristiani servironsi di marmi gii preparati col titolo pagano DIS MANIBVS. (106) Che I uso di cotale sentenza fosse invalso anche nel paese degli Eugaiiei, chiaro si pare da una lapide del Miueo d Esce (Furlanetto, p. > 48 ).

116 II 7 N. VIII. Base quadrate con cavita, forse per riporvi le c^eri (107), e con coperchio, ovvero $nidtifia [cf. Pausan. II, 7, 3 ), emisfepico, in sul quale e scolpito un Gagnolino dormiente fornito del suo collare. Nella base k il seguente Epitafio: CVSONIA M F POSILLA VIVA SIBI FECIT ET PASSENAE OSTI F ENOCLIAE MATRl CVSONIAE O L Nella qbarta linea I osti, anzi che prenome, sembra cognome, o nome di liberto (v. Museo tpeste p. 79; Marmi Moden. p. 260). N. XXXI. Cippo sepolcrale, alto palmi 6 I e largo 3 con la seguente Iscrizione non intera TERENTIAI CHRTS- OLIA GRAPHE A 1 disotto delpepigrafe e una Mascbera barbata coronate di edera e di pampini; ed un tiaso Baccbico, consistente di una Baocante cbe danza tenendo un tirso nella d., di un Satiretto che auona una zampogna a quattordici canne (loo), e (107) Simili incavi ricorrono in altri Monumenti fepolcrali provenienti da Eite ( n. II, VII, P. Aiiaius, P. F. Rom. Rufus. C. Caesio. C. F. Rom. ). Vie piu tingolare si k il Cippo sepolcrale di Sacidia (n. XLII), che ha la forma di una Colonnetta, alta palmi 5 sopra 2 } di diametro, ed incarata quasi per una meta della sua altezza ( v. addiotro p. ^). (108) Coridone (Virgil. Eel. II, 36) si vanta di una^ Zampogna a sette canne : Est mihi disparihut septm compaeta cicutis Fistula. Qnella del nostro Satiretto ne ha un». ''V Digitized by Coogle

117 I ai vaghi vigneti di Calaone : lij di una Pantera che posa la zatnpa sopra un cratere posto giacente per terra. N. XLII. Cippo terminate, alto palini 3 e largo 3 i, con I' Iscrizione CAPVT LIMITIS LONRICONiS PERMVTATVM EXDD Spetta probabilmente ad uno del Limiti delp agro coloniale di Ateste. Siccome da prima le controversie intorno a confini degli Atestini co Vicentini e co Patavini furono definite da due Proconsoli Roraani ex senati consvlto ( p. Morcelli, Op. Epigr. T. I, p. 238 ; Furlan. Mus. d Este p. 29); cosi, dopo dedotta la colonia Azziaca in Este, la permutazione del capo del Limite Lonricone (109) si fece per Decreto dei Decurioni, clie numero doppio, forte per poter fare due diverse ottave. L Epigramoia greco intitolato Siringa, che auole attribuirsi a Teocrito o a Simmia Rodio, tendo compntto di ai versi a mano a mano decrescenti, tuppone una Siringa, o tia Zampogna, consistente di altrettante canne, dedicate a Pane. II nottro monumento, che proviene da Este ( Alesii, p. 191), intieme con altri due ( n. i 536, i 555 ), ornati ne laterali, I uno di pampini e d edera, e 1 altro di due Baccanti danzanti, ricorda quel di Marziale (X, Epigr. 98) intorno Si prior Euganeas, Clemens, Helicaonis oras, Pictaque pampineis videris area iugis. (109) Forse e nome proprio di luogo, ovvero del possessore. Siculo Flacco (Nom. Agr. et Limit.) fra le varie formole delle Iicrizioni terminali pone anche quetta : esdditrm ST conmyrdiyss rno ero, alia quale era soggiunto il nome del proprietario. Nolle antiche carte Nonantolane trovanli ri- *Oigilized by Google

118 nelle colonie e ne'municipii avevaoo autotiik analoga a quella del Senate in Roma. iv. LXIII. Due Ore j o Ninfe^ co'^simboli delle quattro Stagioni delv Jnrio, frd* quali e il Troco colla sua Chiavcy o sia Elatere. Gippo sepolcrale, alto palmi 8, largo 4 ^ profondo 3 {y con tre figure di mezzo rilievo stanti entro tre nicchie, una di prospetto, e Faltre due lateral!, sostenute da quattro pilastri, si che il mouumento ha 1 aspetto come di un tetrastiloy o di una triplice edicola (no). Nella nicchia anteriore e principale vedesi un Uomo barbato togato staute con la d, scoperta, cbe dovea tenere un volume, come puo arguirsi anche dallo scriguo rotondo posto a** piedi di lui dal lato sinislro (in). Nella nicchia laterale, a cordati presso a 4^ luoghi detti Limiti, con aggiunti diversi ( Ttrahoschi, Dlz. Tupogr. v. Limes )j fra* quali Limes DecimanuSycha manift^stamcnte appella alia divisione di quell* agro fattasi allorcli^ Modena fu dedotta Colotiia Roniana. (no) Proviene dal territoriu d*este; poich^ I Alessi {p. 1 ^ 1 ), che ne diede un ro^zo e poco esatto disegno, attesta che a* suoi giorni era a Villa di Villa, luogo distante an cinque miglia dalla cittk. (iti) Questa nicchia principale, sia per dare m^ggiore altezza alia fignra del defunto, sia per goffaggine didpartefire, consiste di due pilastri e di un frmitone manrante delp architrave che lo lostenti. Sopra gli acroterj, di qua e di Ik dal frontone, veggonsi due leoni posati, come a guardia del sepolcro. Nella sommita sonn due inravi forsp per fermarvi altro masso, che formasse il solito ent^r^l^a amiininato. Nel resto, la particolarita della harba del defiinto mostra, che il monumento non sia anteriore a* tempi degli Antonini, e quindi prcgevole anche in ci6, chc ne da a ilivedere < unlc si fosse in alloia la condizione deirarti ncllo regioni Traspadane.

119 lao linistra dello ipettatore, e una Figura fetninile calzata e vestita di tunica a lunghe maniche, e di manto cbe le lascia scoperto I omero d. e parte del petto. Ella par diademata; e nella d. abbassata tiene an Lepre preso per le zampe anteriori, e nella s. alzata ba forse un Tirso Baccbico. Nell altra niccbia laterale, a destra di cbi riguarda, vedesi altra Figura fetninile, la quale e scalza, e quasi ignnda, cou manto, cbe le copre la gamba e la coscia s. e parte ancor della gamba e della coscia d., e cbe passando didietro alia persona e sostenuto dal braccio di lei d. per un lembo cbe le ricade d in sul gomito. Essa ba i capelli sciolti e svolazzanti verso la parte sinistra; colla d. alzata ella sostiene un manipolo di Spigbe, e colla s. abbassata tiene i due ordegni, cbe qui veggonsi delineati, e cbe formano il piu bel pregio di questo grandiose monumento. Da prima io presi le suddette due figure feminili per Baccanti (ua); ma poscia considerando (tia) II Tirso e il Lepre sono actributi consueti dello Baccanti ( cf. Micali, Tav. 69, j ); le Spighe potrebbero appellare alle etrette reiazloni tra Cerere e Bacco ( Buonarroti, Med. p. 44* ), ed il Troco trovasi conglunto ad un Tirso 0 ad altri attributi Baccbici ( Winckelmann, M. ined. n. i94)* Mi giovi peraltro avvertire, cbe quello, cbe mi parve Tirso, potrebb' essere altra cosa, sendo iri il sasso assai corroso e danneggiato.

120 , laitneglio ogni particolare vi ratviaai djie Ore, o Ninfe, o Baccanti, tenenti ciaacheduna due nmboli delle quattro Stagioni ( cf. Buonarroti, Vetri p. 6^. II Lepre e il Tirso in mano della prima appeliano alle caccie autunnali, ed alle orgie de' Baccanoli, solite celebrarsi d' Inverno e aegnatamen^e alle calende di Cennajo (ii3); e coai le Spighe ed il Troco in mano della seconda appeliano alia mes$e estiva, ed ai giuochi ginnastici soliti ripigliarsi in primavera, fra quali avea luogo distinto il Troco (it4)- E tanto si conferma considerando il diverso vestire delle due Donne ; poiche, siccome quella, che supposi tenere i simboli dell Autunno e deir Inverno, convenientemente e calzata di caligae, e ben vestita, segnatamente dal lato oorrispondente al simbolo dell Inverno; cost 1 altra, die supposi tenere i simboli della Primavera e delp Estate, in riguardo ai tepori e calori di quelle due Stagioni, bene sta che sia scalza, e senza veste, tranne quel manto leggiero, cbe a pena le vela la parte inferiore dal lato corrispondente al simbolo della Primavera. (113) Blolti luoghi de Santi Padri, che riprendono que Cristiani, che alle calende di Gennajo, seguendo le male usanze de Gentili, ai mascheravano e prendevano parte alle orgie de Baccanali, pomono vederai riportati ne Leaaici del Macri e del Ducange (v, Cervului, Charimrium), (114) Oridio deacrivendo i lieti eaercizj della gioventti Romans in anl principio della dolce e deaiata Primavera, dice fra I altre cose (III, Trist. la, ao) : Nunc pila, mine celcri volvitur orbe thocufs.

121 1 22 Che poi quel grande Cerchio, nel quale sono inscriti due Anelli mobili e vaganti, e di cui non resta visibile che un segmento, sia il Troco; e die r altro ordegno, sia la Cliiave, ovvero Elatere, per sospiugerlo, parmi che ad evidenza si comprovi col riscontro di altri Monument! e degli Scrittori antichi (ii5). (ii5) Nei principali Monument! a me not! il Troco ^ rappreseiitato ne seguenti modi. 1, Cerchio nel quale tono inseriti tre anelli morihili, e die ndia parte auperiore ha un battaglio pur mobile pendente da una come fune hon tcsa attaccata a due anelli gtretti inseriti nel Cerchio medesimo ( Dassoril. SepolcT. di Tivoli, Winckelm. M. ined. n. 194 ) il) Cerchio semplice, alto a mezza statnra, portato da un giovine ignudo, che in ciascuna mano tiene un ordegno simile ad un 3 rirerso fornito di globetto nelle due estremiti (Gemma Stosch. Winck. 1. c. n, iqs). Ill, Cerchio a color di metallo, nel quale sono inseriti tre larghi Anelli morihili, posto vicltio ad un Vaso di metallo, a cui i appoggiata una liinga Vcrga, che nella sommit^ si divide in due (Pitt. d Ercol. T. il, Tav. testata). IV, Due Cerchi di color di rame, ne quali spno inseriti due Anelli stretti anzi che no, e attorno alia grossezza de quali si avrolge un come filohe stapeggiante, post! ricino a tre Vasi di metallo, ad uno de'qu91i sono appoggiate due lunghe Aste o Verghe fornite nella sommit^ di uno come &>rdaliso ( Pitf. d Ercol. T. Ill, Tav. 14 e i5 testate)^\, Cerchio a color di bronzo, nel quale tono inseriti due Anelli della forma come di un calice di Core, appoggiato ad un erma barbato coronato (Pitt. d Ercol. T. Ill, Tav. 36). VI, Cupido con Kpixor; o Tpoxoi in una mano, e con Verga nell altra (Muller, Handbuch.. 891, 4- cf. 43o, 1). VII, Adolescent avec un Cerceau dans les mains, qui converse avec un autre adolescent assis ( Coppa Vulc. Bonaparte, Mas. Etr. n. 760 ).

122 1 II giuoco del Troco, die era proprio non solo de^ i anciulli^ ma eziandio de^ giovani atleti^ conusteva nel sospingere oon destrezza un grande Cerchio di bronzo oppur di ram^^ per farlo rotolare in dlrezione or rettllinea^ ora obliqua. La grandezza ordiuaria e.regolare del Gerebio era tale, cbe il diametro di esso agginngesse dal piede VIII, Un adoleso^it nud agitt d* une main un Cercle gymnasti^ua^ et d V autre il tient par Us oreilles un lievre vieant {Coppa Vulc* 1. c. n«loisj cf. Gerhard^ Rap* Vole, p. ^ nou 4^5 ). La gemma del fiyres rappresentante un giovine, che porta un grando Gerebio poaato aopra la spalu a*, e che nella d. tiene un ordegno limile alle odieme lacchette da giuocare al volante, benche fosse riportata cono antica dal Winckelmann (/. c* n* 196), i lavoro noderno del Pichler, come avrertono gli Editor! delle Opere del Winckelmann m^esimo {T, F, p. 47»> Prat. ). Anche la figura del Troco rapportata dal Mercuriale ( Art, Gymn. Ill, 8) non fa antorita, sendo stata contraffatta da quel mariuolo del Ligorio, che gliela diede, dicendola ritratta dal sepolcro di un Comico posto in su la via Tiburtina, che e quello stesso datoci poioia fedelmente dal Winckelmann {M, ined. n, 194)* II principale framuoghi degli antichi Scrittori, che riguardano il giuoco del Troco, si e quello di Antillo conservatoci da Oribasio {Collect, VI, a6), e rapportato in greco dal Mercuriale (Art. Gymn. Ill, 8), che lo ritrasse da un codice Vaticanoj ed k come segue: VtXa<juQva ds 0 Kpixot xfip diapetpov xov c; xov av0pokov, o^xe xo vrl/of avxov psyps xov paaxos e^lxessadai* sxavvstrbai 9b pxf xata pt}xog, axxa xaxa JceTcXavijpevop, (7x0 9b 0 sxaxijp ai9iipov^, IvXiPov Xa[l9jv. Tovg psvxos Xsstxovf xpixovg, xovg jtsptxeiusvovg to xpox^t eystioav ttveg Bsrai n pitxovg TO 9s ovx oviag e/fi, axx* 0 ipo<poc» 0 yipops-

123 ; by 1 24 fino a mezzo il petto della persona; ma talora non aggiungeva piu che a mezza statura. Attorno al Cercbio d'ord.inario erano inseriti due o tre Anelii larghi e movibili per modo, che potessero yagare per tutta la periferia; e talora, oltre gli Anelii v.era anche un Battitojo mobile, ma non^vagante se non cbe pel tratto di un piccolo segmento del voi avrev, dta/vaiv spyatszai xai widortiv vv La versione datane dal Mercurlale medetimo k come segue : Hahtat vero Circulus diametrum hominis longitudine minorem, ita ut ipsius altitudo usque ad mammas pertingat; neque secundum longitudinem, sed in transeersum impillatur: sit autem Impulsor ferreus, ligneam ansam habens. NonnulU tenues Annulos rotae circumpositos superoacaneos esse puta^ runt; at hoc minime ita se habet ; quinimmo sonitus ab ipsis genitus relaxationem atque voluptatem animo parit. Antillo stesso avverte, che sub initium rectos impellere Cricos opertet ; ubi autem corpus incatuerit, tunc exsiliendum et discurrendum ; sub finem vero recti iterum impeuendi sunt, ut statum, quern exercitatio parawit, tueamur: e pr»- scrire cotale esercizio salutare come gioverole aegnatamente, ut intenta corpora molliantur turn revolutionibus, turn etiam figurarum corporis varietate. Gli altri Scrittori antichi, che ne accennarono alcune particolarita intorno al Troco, aono Orazio ( III, Od. 24, 56 : Ep. ad^ Pison. v. 38o ), Ovidio (Trist. II, 486; III, 12, ao; Art. Ill, 383), Properzio {III, El. j 4, 6), Marziale {XI, ai, a; XIV, 168, 169), Artemidoro ( Onirocr. II, 87 ) ed Acrone ( ad Horat. 1. c. ). Fra modern!, oltre Winckelmatin e gli Accademici Ercolaneai, citati qui aopra, ne diacorrono con molta erudizione il Meuraio {de Lud. Gr. v.tpoxoi), e lo Schneider (Lexie. Gr. V. Kptxr/Xaoia, Tpo/oc ), non per5 aenza quakho ineaattezza, per non avere fatto gli opportuni riacontri de' monumenti antichi.' _ * CjOOgle

124 e I 2S Cercliio; oppure un Filone tu rnetallo avvollo a guisa di serpe attorno alia periferia per niodo, che restasse mobile e vagante. Per dare i iinpuuo al grande Gerchio^ e per dirigerlo regolannente net corso, facevasi uao di un ordeggo di ferro, ovver d acciaro, curvo nell eatreraita, e d ordinario fornito di ana presa o aia manico di legno (ii6). II grande Cerchio appellavaai Kpixo(, ovvero Tpo/o(, Trochus; gli Anelli in esso inseriti dicevansi Tkpixoi Xmroi, Annuli; P ordegno per sospingerlo, e farlo riaonare, e detto EXartip da Antillo, e Clavis adunca da Properzio: e 1 nome greco del giuoco era %putt;ia(7la, che vale sospingimento e direzione del Cerchio. II giuoco atesso non solo usavasi per trastullo puerile, e per esercizio palestrico; ma veniva eziandio prescritto dagli antichi medici per un priiicipio d igiene, si in riguardo a movimenti salutari della persona, com anche rispetto al sollievo (Icll animo pel grato suono, che rendevano il Cerchio e gli Anelli inaestrevolmente percossi ed agitnti cow Elatere, o Chiave (Oribas.l. c.). (ii6) 11 manico facevasi di legno probabilmente alhnche r ordegno riescisae meno pesante, e piu comoda la presa di esso, e perchi la mano e U braccio del giuocatore non si risentisse troppo della vibrazione e tremore del ferro fors^ anebe perch^ il ferro stesso dopo la percossa desse suono pi i forte e continuato. Vuolsi ancora avvertii^, che nel nostro monnmento non appare indizio di manico aggiunto alia Chiave; e che la grossezza della Chiave eccede alcuii poco quella del Cerchio, mentre dal qui apposto disegne purrebbe anzi tutto il contrario.

125 t * ah Ora, tornando al nostro Monumento, dal segmento che resta visibile chiaro si pare come it grande Gerchio riesciva di tale grandezza, che posato in terra aggiungesse appnnto a mezzo il petto della persona, conforme a cio che prescrive Antillo. Ancura i due Anelli sono tali quali vengono indicati da Marziale con dire ( XIV, 169 ); Garrulus in laxo cur Annulus orbe vagatur? Ma il pregio suo principale si e di pome sott occhio la vera forma di quella, che da Properzio (III, 14,0) vien detta Clavis adunca Trochi. II Poeta, nel descrivere le Faiiciulle Spartane, che si esercitavuno nella palestra, dice : Quurn pila veloci fallit per brachia iactu, Increpat et versi clavis advnca trochi. Niuno dei commentatori a me noti rettamenlc spiego questo verso; ed il Kuinoel, che e forse il piu recente, vie piu si dilunga dal vero, supponendo che la voce adunca sia in quarto caso, c che significhi gli Anelli disposti attorno al Troco (117). Lo Schneider ( Lexic. Gr. v. Tpo/o; ) rettamente spiego Clavis adunca in senso d ordegno ricurvo, col quale si dava impulse al grande Gerchio; ma ne egli, ne altri, ch io mi sappia, seppe dime perche mai quell ordegno si appellasse Chiave. Ora pel riscontro del nostro monu- (117) 11 verbo increpat ^ qui usato in aignificato non gia attivo, ma sibbene neiitro, come presso Macrobio ( Somn. Scip. II, I ) : Cum inckspat tunultuaria et nullis modis gubernata collisio, fragor turbidus el inconditus offendil auditum. -G-

126 I mento chiaro si pare, che cotal nome gli fii imposto in riguardo alia singolare soroiglianza dell estremita di esso con I ingegno delle antiche Cliiavi (ii8). Questo, ed altri riscontri di sopra accennati^ ponno servire come di an saggio deltutilita singolare, che dal confronto de Monument! ne deriva alio stndio ed alia illnstrazione degli Scrittori anticbi. Della quale verita di fatto sembra non fossero per lo addietro generalmente a bastanza persuasi quegli egregi filologi dell inclita nazione germanica, cbe ne diedero di si dotte ed accurate edizioni de Classici Greci e Latini. a7 (xi8) Una Chiave antica fornita d^ingegno eimile all o* strema parte dell* Elatere del nostro monumento pu6 risconcrarsi preeso il Boldetti {Cimit, Crist, p. 36). In fig. uma Etrusca (Jnghir, Ser, /, Toq. 6i) vedesi un giovine tenente nella s. un ordegno di questa forma, in atto di attentamente ascoltare nna persona velata, che ^ in 8ul momento di partire per Ualtro roondo : ed io sospetto, che sia un hgliuolo, a cui il padre, nel dargli restremo addio, ha consegnato la Chiave della casa, e lo ammonisce perchi sia anch egli buon padre di famiglia.

127 ERRATA CORRIGE Pag. 6 lin. 14 atcendeva aicendevano u 9» 14 PhereS PfdereS U II» 16 latorno all anno i 8a - 4 Nell anno i8ai» a8» 8 Av(sAs»a( AvssZsvas» 34 U i 5 tembrano poiti... laranno poiti» 4 'I? pillarii pilarii n ** 4? 3RE...E Altri vi leatasic E6.. )) I) 70 5 appoggiantesi da una. appoggianteli ad una M 75 It I pivuoli piuoli -H- Digitized by Google J

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