Centro Studi Malattie degli Alberi

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1 In questo numero: Patologia vegetale: le malattie della radice in vaso Chimica agraria: i terricci e la concimazione Tecnica colturale: Impatiens N. Guinea Il dottore in serra: immagini di casi critici Periodico scientifico del settore florovivaistico a cura della redazione tecnica di TERFLOR snc Via delle pozze Capriolo BS Tel fax Con la collaborazione scientifica di Dr Fiorenzo Pandini Agronomo Dr Roberto Stucchi Agronomo Prof. Marco Torselli Docente Chimica Agraria Dr Nicola Bonomelli Agronomo praticante Chantal Camoni perito agrario Stefano Losio perito agrario Roberto Di Terlizzi perito agrario Centro Studi Malattie degli Alberi qualità... convenienza... assortimento... efficienza... servizio. questa è la Esami e Sopralluoghi Analisi di laboratorio Perizie e Stime tecniche e legali Consulenze Interventi di recupero e risanamento Brescia Milano VIA BRESCIA 126/A MONTICHIARI TEL FAX info@flormercati.it

2 Chimica agraria I terricci e la concimazione Di Roberto Di Terlizzi - Perito Agrario Tecnico TERFLOR Chi coltiva conosce l'importanza della concimazione e come punto di partenza sa che la coltivazione in piena terra (campo) richiede concimazioni completamente diverse nei tempi, nelle dosi e nei materiali rispetto a quella in vaso (terriccio torboso). Il terriccio da vaso è fisicamente e chimicamente diverso dal terreno di campo. Nel numero precedente avevamo parlato di queste differenze. Oggi vedremo alcuni problemi relativi alla concimazione del terriccio torboso in contenitore e vedremo come alcune convinzioni diffuse siano in realtà scorrette. Vediamo innanzitutto di separare la concimazione di base e quella di copertura. Più precisamente, teniamo separate: 1) concimazione del terriccio prima dell'invasatura 2) concimazione di copertura a coltura avviata Carenza in microelementi in ciclamino (a sinistra). (foto Dr Stucchi). LA CONCIMAZIONE DI BASE Quale è la concimazione di base ideale per un terriccio? Risposta: la concimazione di base non è indispensabile. Tutto dipende dal piano di concimazione che il produttore adotta. Carenza di potassio in primula. (foto Dr Pandini) Sembrerà strano e farà storcere il naso a molti ma una piantina ripicchettata non richiede concimi nei primi giorni di radicazione. Una talea o una semente sono addirittura danneggiate dal concime nelle prime fasi di allungamento radicale. Solo per il fosforo si è dimostrato un effetto benefico nelle prime fasi della radicazione. Anzi, il concime, nelle primissime fasi della radicazione, può solo essere un freno ad un forte affrancamento. La radicazione iniziale è infatti legata solo alle riserve della talea o della piantina. Varia poi da pianta a pianta la quantità di riserve disponibili prima che la piantina entri in stress nutritivo. Sappiamo però con certezza che nelle prime settimane dall'invaso un ciclamino, una poinsettia, un pothos, ecc.. non richiedono concime. Alcune specie, come il geranio e il crisantemo, valorizzano la presenza della concimazione di base ma la maggior parte delle colture (almeno il 70%) si affrancano bene senza concimazione nei primi 15 gg. Questo discorso vale per la concimazione a pronto effetto cioè ad effetto immediato: io bagno e all'istante sciolgo il concime di base messo nel terriccio. Diverso discorso merita la concimazione di base con i concimi a lento effetto o con quelli organici. Nel primo caso lo scopo dell'aggiunta di kg/mc di concime a lento effetto ha lo scopo di liberare nei mesi una regolare quantità di fertilizzante semplicemente con le irrigazioni.

3 Nel secondo caso l'aggiunta di concimi organici al terriccio nel momento della miscelazione delle torbe, argilla, perlite, pomice ha due scopi: 1) garantire una lenta ma costante liberazione di microelementi, azoto, calcio, magnesio e potassio nel tempo (solitamente ferro e fosforo sono carenti negli organici); 2) fare da starter (da avvio) alle popolazioni microbiche utili del terriccio. E' soprattutto questa seconda funzione quella più nobile e utile nei concimi organici aggiunti al terriccio: la nascita di colonie microbiche fungine e batteriche utili capaci di colonizzare il terriccio. Queste popolazioni di microbi non patogeni riescono a competere con alcuni parassiti fungini radicali (es: Fusarium, Phytophtora) non lasciando loro lo spazio per aggredire la radice. Il materiale organico principe in questo effetto utile che potremmo chiamare immunorepressore è la cornunghia. Non da meno è il sangue o comunque i concimi da carniccio. Il mercato solitamente mette in circolazione terricci pronti all'uso con una concimazione di base a pronto effetto a base di ternari idrosolubili a titolo micro. Le dosi standard variano da 750grammi a 1,5 kg di concime solubile al metro cubo di terriccio e l'effetto può essere sentito dalle piante nei primi gg dall'invasatura (in funzione del numero di bagnature fatte). Chi lavora invece in terricci non concimati in partenza deve però sapere che il piano delle concimazioni deve partire con almeno 2 settimane di anticipo rispetto alla coltivazione tradizionale. La mia esperienza mi ha insegnato che la partenza senza concimazione di base (purché l'azienda sia attrezzata e organizzata per concimare poi con criterio) garantisce un avvio migliore del ciclo. Sta poi a chi coltiva capire come procedere dal secondo mese dall'invaso. LA CONCIMAZIONE DI COPERTURA Quali concimi? Quali dosi? Quali programmi? Risposta: non esiste un programma rigido, esistono però regole base che si devono conoscere. Le piante vivono utilizzando una ventina di elementi chimici in misure diverse: azoto, calcio e potassio sono quelli assorbiti in misura massima, magnesio e fosforo vengono in seconda battuta, i microelementi vengono assorbiti in misure bassissime rispetto ai primi cinque. Come esempio possiamo dire che fatto 100 il consumo di azoto, calcio o potassio abbiamo un consumo pari a per il fosforo o il magnesio, 2-3 per il ferro, 1-2 per il manganese e meno di 1 per gli altri microelementi messi insieme. Esistono calcoli chimico-agronomici che un tecnico può fare in serra, coltura per coltura, da cui poi derivano dosi e epoche di concimazione. Stress vegetativo per cause multiple da carenza nutrizionale, asfissia radicale da eccesso idrico, bassa luminosità. (foto Di Terlizzi). Un caso clamoroso che ricordo riguarda un produttore di bromelie che aveva gravi problemi in coltivazione imputati prima al terriccio, poi all'acqua, poi all'aria. Il danno abbiamo poi scoperto che era causato dallo stesso produttore che aveva eliminato dal piano di concimazione il nitrato di calcio su suggerimento di un collega straniero. "il calcio è veleno per le bromelie" diceva l'olandese.

4 Questo però non sapeva che nel corpo di una bromelia sana abbiamo il 2,5 % di azoto, il 3,5% di potassio e quasi il 2,0% di calcio. Se coltivo con acqua piovana (zero calcio ) in torba acida (zero calcio ) e non uso il nitrato di calcio almeno 1-2 volte al mese come riesco a dare calcio alle mie piante? Nel complesso chi coltiva deve rispettare le dosi e controllare il funzionamento del miscelatore con un salinometro. Per esperienza posso dirvi che almeno il % dei miscelatori che ho controllato nelle serre dei miei clienti sono starati del 25-30% in più o in meno. Tornando ai concimi esiste la possibilità di impiegare miscele già pronte es ( micro, micro, ) come anche possiamo risparmiare e ricorrere ai monotitolati cioè alle basi che le industrie dei concimi mettono nelle loro miscele (es: nitrato ammonico, fosfato potassico, nitrato di calcio, nitrato di potassio..). Usando le basi posso risparmiare anche il 50-60% rispetto al costo delle miscele già pronte ma sono obbligato ad avere la consulenza di un tecnico per evitare pasticci anche gravi in serra. Oltre a dover rispettare i rapporti N-P-K-Ca-Mg-micro delle esigenze della coltura dobbiamo conoscere le tabelle di miscibilità dei prodotti. Il nitrato di calcio è per esempio perfettamente miscelabile con quello di potassio o di magnesio ma non con i fosfati o i solfati in genere. La chimica è purtroppo una scienza rigida e perfetta: chi non la conosce intossica le piante o le mette in carenza. Azione dei concimi sul ph Ogni concime ha un'azione più o meno spinta sul ph del terriccio. Esistono concimi acidificanti e concimi ad azione contraria cioè alcalinizzanti. Esistono poi anche concimi neutri e questo vale sia per le miscele come per i monotitolati. Quale concime scegliere a questo proposito? La scelta è legata a: tipo di pianta, ph all'invaso del terriccio, Ustioni fogliari su crisantemo causate da eccesso di salinità. (foto Dr Pandini) Ustioni da uso improprio di urea-fosfato (concime molto acido) ad alto dosaggio. Una miscela a 2g/l di urea-fosfato genera ph 2 e ustiona le foglie: chi lo usa deve bagnare il vaso e non il fogliame. (foto Dr Stucchi) ph e durezza da carbonati dell'acqua. Quest'ultima voce è quella che crea maggiori sorprese in quanto non è tanto il ph dell'acqua l'handicap principale quanto la durezza da calcare presente nell'acqua. Per esempio, un'acqua dolce e poco salina come quella piovana può avere ph anche estremi senza creare turbamenti al ph del terriccio in quanto la sua forza chimica è in pratica nulla. Un'acqua salina e dura riesce invece a scompensare anche di molto il ph del terriccio al punto che le piante, oltre certi valori, vanno incontro al blocco dell'assorbimento dei microelementi, del fosforo, del ferro. L'acqua piovana, priva invece di calcare, riesce con il tempo a causare cadute di ph e genera carenze di calcio e magnesio da compensare con il piano di concimazione.

5 Tra i concimi acidi (abbassano il ph) ricordiamo: solfato ammonico fosfato ammonico solfato potassico Tra quelli alcalini (alzano il ph): nitrato di calcio nitrato di magnesio fosfato bicalcico E' possibile un'analisi della salute nutrizionale delle piante? Certamente si. Esistono tre metodi per avere informazioni sulla correttezza del piano di concimazione che stiamo seguendo: a) le analisi del terriccio, b) le analisi fogliari, c) la consulenza di un tecnico qualificato. La terza soluzione è la meno affidabile in quanto sono pochi i veri tecnici nel settore e a parte questo un bravo tecnico potrebbe valutare il piano di lavoro ma non avrebbe la certezza che Voi lo stiate seguendo davvero correttamente. Pesate, epoche, miscelatori..a volte sono sregolati senza che lo si sappia mentre sulla carta tutto potrebbe sembrare in ordine. Anche le analisi del terriccio potrebbero non dare risultati affidabili perché a volte un problema è vecchio di settimane e magari il terriccio che analizzate è stato concimato perfettamente 2 giorni A sinistra viola in eccesso di fertilizzazione con accumulo salino nelle zone basse del pane di terra (1,85ms/cm 1,0:1,5 in acqua). A destra pianta coetanea a salinità idonea (0,55 ms/cm). (foto Dr Pandini) prima dell'analisi : in questo caso l'analisi diventa una fotografia di un momento e non il filmato della vita della coltura. Anche le analisi fogliari possono sviarci dalla soluzione nel caso per esempio di condizioni luminose o termiche o parassitarie capaci di debilitare la pianta anche se la concimazione è perfetta. In questi casi l'analisi fogliare legge il contenuto dei succhi fogliari ma non vi dice se la pianta ha una malattia radicale o se siamo in presenza di carenza luminosa o basse temperature. Morale: la bacchetta magica intesa come il singolo colpo d'occhio non esiste in serra poiché un'analisi anche sofisticata può dare risultati affidabili ma non utili. I fattori che possono alterare la crescita delle piante sono molti e vanno esaminati complessivamente tutti insieme. Solo a questo punto si potrà capire quale è l'analisi migliore. Ho visto al proposito centinaia di casi male interpretati con produttori o tecnici improvvisati che si accanivano contro un concime o un terriccio o una malattia quando magari l'handicap era di altra origine. Per valutare la condizione nutrizionale di una pianta servono purtroppo conoscenze tecniche di alto profilo che vanno dalla chimica, alla fisica, alla botanica, alla fisiologia, alla patologia. Solo una di queste non basta e il problema deve sempre essere visto nel suo complesso.