Particolare di una mappa di Santena del 1728 Legenda: C = Castello e giardino dei Benso T =Castello e giardino dei Tana X = Chiesa parrocchiale

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2 Particolare di una mappa di Santena del 1728 Legenda: C = Castello e giardino dei Benso T =Castello e giardino dei Tana X = Chiesa parrocchiale B =Torrente Banna b = Rio Santenassa S = Strada principale, oggi Via Cavour e Via Sambuy

3 1. Il nucleo originario del parco risale ai primi del Settecento, quando venne costruito il Castello dei Benso. Un mappa del 1728 mostra, di fronte al palazzo, un giardino con aiuole e bordure fiorite: sulla collina è indicata la vigna con la vecchia cascina La Margheria, di cui oggi resta solo il pozzo, ed il resto è terreno agricolo.

4 Particolare di una mappa di Santena del 1762 Legenda: C = Castello dei Benso G1 = Giardino lato Parco G2 = Giardino lato Chiesa X =Chiesa parrocchiale

5 2. Un'altra carta storica del 1762 conferma l'esistenza di un giardino davanti al Castello, privo di aiuole e delimitato da filari di alberi, ancora oggi riconoscibili in alcuni platani monumentali. I sentieri sono rettilinei con siepi di carpini e bossi. 3.Nel 1795 i marchesi Cavour alzano l'argine di destra del Torrente Banna, per limitare i frequenti allagamenti del parco. Allo stesso periodo risale la costruzione della Cascina Nuova.

6 4. Un dipinto di fine Settecento mostra l'area davanti al Castello ancora delimitata da filari di alberi, ma utilizzata come prato: in primo piano si vedono contadini dediti alla raccolta del fieno. Disegno di fine Settecento, attribuito ail' Abate Borson

7 5. Ancora una carta del 1797 ci mostra il Parco Cavour utilizzato in gran parte a scopo agricolo. Il giardino davanti al Castello è tenuto a manto erboso e sono ancora presenti i vialetti alberati rettilinei. Particolare di una mappa del Parco Cavour del 1797 Legenda: C = Castello dei Benso G = Giardino davanti al Castello V = Vigneto sulla collinetta P = Parco N = Cascina Nuova

8 6. Nell'Ottocento l'aspetto del Parco cambia completamente. sparisce l'aspetto geometrico, sostituito da una sistemazione più libera, di gusto più romantico, in cui le piante hanno una disposizione priva di simmetria, apparentemente spontanea. Il Castello Cavour visto dal Parco. in un dipinto dell'abate Borson o della marchesa Filippina de Sales del 1825 circa

9 7. Nel 1830 il padre di Cavour incarica Xavier Kurten, direttore del parco di Racconigi, della sistemazione definitiva del Parco di Santena, secondo la moda del giardino all'inglese. Il Kurten dispone gli alberi, isolati o a gruppi, nella fascia attorno al prato centrale e lungo il perimetro esterno, nasconde i muri di confine con boschetti folti e disegna sentieri sinuosi, che permettono di vedere il Castello da prospettive sempre diverse. Il Castello Cavour visto dal Parco, in un disegno di Augusto Benso, 1845 circa

10 8. Nel Novecento tutta l'area del Parco diventa terreno agricolo, utilizzato dai gestori della Cascina Nuova. I marchesi Visconti Venosta, discendenti dei Cavour, frequentano poco la tenuta di Santena, e si limitano a fare semplice manutenzione. Nel 1947, alla morte del marchese Giovanni Visconti Venosta, la Città di Torino eredita tutto il Complesso Cavouriano. In vista delle celebrazioni di Italia '61, il nuovo proprietario fa abbattere e sostituire un centinaio di alberi. Risale a quegli anni l'apertura del parco al pubblico.

11 Il Parco Cavour nel Novecento. Sullo sfondo uno scorcio della Cascina Nuova.

12 9. Segue un lungo periodo privo di interventi per mancanza di soldi, finché nel 1978 un albero si schianta al suolo, uccidendo una donna con la figlia neonata. Il grave incidente provoca l'immediata chiusura del Parco, in attesa di prowedimenti straordinari. Vengono abbattute duecento piante, ma passano oltre trent'anni prima di poter mettere in sicurezza tutto il percorso del Parco. A causa degli elevati costi di gestione e manutenzione, solo oggi possiamo finalmente passeggiare di nuovo tra gli alberi secolari piantati dai Benso, grazie soprattutto ai volontari dell'associazione Amici della Fondazione Cavour, che si sono prodigati per la riapertura del Parco e che vigilano per salvaguardarlo dal degrado e dall'abbandono.