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1 OMNISERVICE ENGINEERING

2 Pagina 2 di 33 DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' PRINCIPALE Attività: (83) Locale di Pubblico Spettacolo Individuata al punto < 83 > del DM 16/2/1982 RIFERIMENTO NORMATIVO DECRETO DEL M.I. DEL 19 AGOSTO Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo. CIRCOLARE DEL M.I. N 24 DEL 26 GENNAIO Impianti di protezione attiva antincendi. Decreto del Ministero dell'interno del 6 marzo Modifiche ed integrazioni al decreto del Ministro dell'interno 19 agosto 1996 relativamente agli spettacoli e trattenimenti a carattere occasionale svolti all'interno di impianti sportivi, nonché all'affollamento delle sale da ballo e discoteche. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007. Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. D.P.R. N 37 DEL 12 GENNAIO Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20, comma 8, delle legge 15 marzo 1997 n 59. DECRETO 4 MAGGIO Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonchè all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco. CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998. D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi. D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. Decreto n. 37 del 22/1/2008.

3 Pagina 3 di 33 Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli edifici.. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 3 novembre Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio.

4 Pagina 4 di 33 Premessa Il progetto prevede la riqualificazione degli edifici annessi a Villa Belvedere destinati a luogo di aggregazione. L'intervento in progetto è volto alla riqualificazione strutturale, architettonica e funzionale dell'area: prevede la demolizione e la ricostruzione degli edifici mantenendo il sedime originario con l'aggiunta di un piccolo corpo di testata. Il complesso architettonico è costituito da un insieme di volumi che si differenziano per forma e altezza a creare un piccolo borgo dove al suo interno si identificano le seguenti funzioni: - Ala Nord: ospita l'auditorium dimensionato per 134 posti a sedere, dotato di piano interrato e i locali di servizio (Attività principale, per essa si richiede il parere di conformità). - Parte centrale: si trova l'atrio d'ingresso principale, un info point, ed uno spazio per il coffee break o catering che può essere attivato in occasione degli eventi di pubblico spettacolo. -Ala sud: dove si trovano le aule per la musica e nell'annesso nuovo corpo di fabbrica, la biblioteca e il laboratorio di scenografia. La parte centrale e l ala sud saranno provvisti di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti verso l'esterno. Inoltre saranno provvisti di impianto di rilevazione incendio, di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche idonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio, un adeguato numero di estintori portatili e di un impianto elettrico di sicurezza, avente come alimentazione primaria un gruppo di accumulatori il tutto per garantire i criteri minimi di sicurezza antincendio e quindi tutelare l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.

5 Pagina 5 di 33 Descrizione generale Come accennato nella premessa gli edifici in progetto ricadono nell area della Villa Belvedere e attraverso di essa avranno l accesso principale i visitatori. Vista l impossibilità di premettere l accesso ai mezzi di soccorso direttamente dalla Villa Belvedere (la viabilità interna della Villa è particolarmente angusta e tortuosa e non permette il rispetto dei requisiti minimi di accessibilità ai mezzi di soccorso dei vigili del fuoco) si è provveduto a prevedere un ingresso pedonale diretto da Via Aquilia Nuova da cui i soccorsi potranno agevolmente raggiungere le diverse aree dell edificio. L area auditorium con il suo atrio è stata separata, dal punto di vista antincendio, dalle rimanenti aree degli edifici attraverso la realizzazione di un filtro a prova di fumo in modo tale da aumentare il livello di sicurezza antincendio compartimentando l area da tutto il resto. L'auditorium ha una capienza di 134 posti a sedere ed è progettato in modo da consentire molteplici utilizzi e quindi può ospitare una conferenza allestendo un tavolo per i relatori ed eventualmente un sistema di proiezione così come può essere utilizzato per una recita teatrale o un evento musicale in quanto è prevista una scena e un "dietro le quinte" accessibili direttamente dal sottostante piano destinato alle prove e ai camerini. Il piano interrato è previsto al di sotto dell'auditorium,. viene raggiunto tramite una rampa carrabile e contiene tutti i locali ad esso funzionalmente correlati ovvero la sala prove ed i camerini per gli attori e/o relatori. Il collegamento con i piani superiori viene garantito da due scale le quali che si relazionano con l'atrio oppure con le quinte. Viene inoltre previsto un ascensore, accessibile dall'esterno per il trasporto del disabile oppure di materiali verso la scena. La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.

6 Pagina 6 di 33 Termini e definizioni I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983. Classificazione L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come d) Auditorio e sala convegno. 2.1 Ubicazione L'attività è ubicata in edificio adiacente con proprie strutture indipendenti. Caratteristiche dell'edificio N. piani edificio = 2 N. piani fuori terra = 1 N. piani interrati = 1 Altezza = 8.3 m (rispetto al piano di calpestio esterno del piano interrato) Elenco piani edificio dell'attività Piano Superficie (m²) Carico incendio (kg/m²) N. spazi calmi Descrizione 1 Piano Fuori Terra Auditorium + atrio 1 Piano Interrato Locali funzionalmente correlati all auditorium ovvero la sala prove ed i camerini per gli attori e/o relatori. L'attività è realizzata e gestita in modo da: - minimizzare le cause di incendio - garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti - limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno del locale - limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui

7 Pagina 7 di 33 - assicurare la possibilità che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo - garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza Descrizione e funzionalità dei piani 1 Piano Fuori Terra = Sala auditorium per pubblici spettacoli 1 Piano Interrato = Sala prove e camerini non acce ssibile al pubblico Accesso all'area L accesso all area sarà consentito dalla viabilità comunale confinante, via Aquilia Nuova, che garantisce i seguenti requisiti: - larghezza non inferiore a 3.50 m - altezza libera non inferiore a 4.00 m - raggio di volta non inferiore a m - pendenza non superiore al 10% - resistenza al carico delle pavimentazioni carrabili tonnellate 20. Isolamento L'attività è separata da edifici adiacenti con strutture di tipo non inferiore a REI Separazioni/Comunicazioni L attività non comunica con altre attività soggette a parere di conformità antincendio. L attività comunica con uno spazio adibito a coffebrek e con n. 3 aule adibite all ascolto di musica. Elenco delle attività con cui si ha comunicazione/separazione Attività Posizione Comunicante - Separata Tipo comunicazione Coffebrek + Aule adiacente Comunicante attraverso filtri a prova di fumo Abitazioni ed esercizi ammessi entro il locale Non è prevista la presenza di abitazione di un custode

8 Pagina 8 di 33 Elenco spazi bar Spazio bar n. Superficie (m²) Uso esclusivo Ubicazione 1 40 NO 1 Piano Fuori Terra 2.3 STRUTTURE E MATERIALI Resistenza al fuoco delle strutture. Altezza antincendi = 8.3 m I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali, sono valutati secondo le prescrizioni e le modalità di cui alla vigente normativa. In allegato è riportato il calcolo del carico di incendio, della Classe dell'attività e dei vari compartimenti e la verifica di resistenza al fuoco delle strutture. Avendo l'edificio una altezza antincendi inferiore a 12 m è assicurata una resistenza al fuoco non inferiore a: - strutture portanti R 60 - strutture separanti REI Reazione al fuoco dei materiali I materiali di arredo e rivestimento, per i quali sono richieste particolari prescrizioni in termini di reazione al fuoco sono installati in conformità alle prescrizioni di sicurezza di cui al Decreto del Ministero dell'interno del 26/06/1984 e ss. mm., in particolare i materiali installati hanno le seguenti caratteristiche: - negli atrii, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, sono usati materiali di classe 1 in ragione del 50% max della loro superficie totale (pavimenti + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti sono impiegati materiali di classe O - in tutti gli altri ambienti, qualora fosse richiesto da esigenze funzionali, sono utilizzati per il rivestimento della pavimentazione materiali di classe 1 ovvero di classe 2; mentre per tutti gli altri materiali di rivestimento è utilizzata una classe non superiore a 1 - i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, ecc.) ove presenti, sono di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1

9 Pagina 9 di 33 - eventuali poltrone o mobili imbottiti sono di classe 1 IM - eventuali sedili non imbottiti realizzati con materiali non combustibili sono di classe non superiore a 2 - qualora esigenze funzionali imponessero l'utilizzo di materiali isolanti in vista, con componente isolante direttamente esposto alle fiamme, sono installati dei materiali con classe di reazione al fuoco non superiore a 1 - eventuali materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco come rivestimenti ecc. sono posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe O escludendo spazi vuoti o intercapedini - eventuali materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco, sono posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi o riempiendo con materiale incombustibile eventuali intercapedini - eventuali controsoffitti nonché materiali di rivestimento e materiali isolanti in vista, posti non in aderenza agli elementi costruttivi, hanno classe di reazione al fuoco non superiore ad 1, sono omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco - eventuali rivestimenti lignei sono trattati con vernici omologate di classe 1 di reazione al fuoco secondo le modalità di cui al D.M. 6/3/ eventuali materiali isolanti installati all'interno di intercapedini sono incombustibili. Qualora fosse necessario installare materiali isolanti combustibili, sono posti all'interno di intercapedini delimitate da strutture realizzate con materiali incombustibili ed aventi resistenza al fuoco almeno REI Materiale scenico Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) qualora si rendesse necessario l'utilizzo di materiali combustibili, sono adottati materiali di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. Essendo il locale con la scena di tipo integrato nella sala, i materiali allestiti nell'area scenica sono di classe di reazione al fuoco non superiore a DISTRIBUZIONE E SISTEMAZIONE DEI POSTI

10 Pagina 10 di Sistemazione dei posti fissi a sedere Essendo l'attività definita all'art. 1, comma 1, del D.M. 19/8/1996 alla lettera d), ai sensi del punto 3.1. del Titolo III del D.M. 19/8/1996, i posti a sedere di tipo fisso sono distribuiti in settori con file e con posti per fila inferiore al massimo ammesso dal titolo III per il tipo di locale cioè: - distanza fra gli schienali inferiore a 1.1 m: non più di 160 posti, con un massimo di 16 posti per fila e non più di 10 file - distanza fra gli schienali almeno 1.1 m: non più di 300 posti, con un massimo di 20 posti per fila e non più di 15 file La distanza tra lo schienale di una fila di posti ed il corrispondente schienale della fila successiva è di almeno 0.8 m. La larghezza di ciascun posto è di almeno 0.5 m nel caso di sedie con braccioli e 0.45 m nel caso di sedie senza braccioli. Le sedie e le poltrone sono saldamente fissate al suolo ed hanno sedile del tipo a ribaltamento automatico o per gravità. E in ogni caso vietato collocare sedili mobili e sedie a rotelle nei passaggi e nei corridoi. Elenco posti Ubicazione 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) Caratteristiche settore Settore n. 1 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 1 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 1 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 1 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 1 Distanza fra gli Fila n. N. posti

11 Pagina 11 di 33 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) 1 Piano Fuori Terra (Sala) schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 1 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso Settore n. 2 Distanza fra gli schienali = 0.8 Tipo posti = Fisso I settori sono separati l'uno dall'altro mediante passaggi longitudinali e trasversali di larghezza non inferiore a 1.2 m. Tra i posti a sedere e le pareti della sala è lasciato un passaggio di larghezza non inferiore a 1.2 m. 4 MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA L'attività e provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti verso l'esterno. Il sistema delle vie di esodo è dimensionato in funzione di quanto previsto dal TITOLO IV del D.M. 19/8/1996. La densità di affollamento tiene conto dei vincoli previsti da regolamenti igienico-sanitari.

12 Pagina 12 di SISTEMA DELLE VIE DI USCITA Generalità L'altezza dei percorsi di esodo è, in ogni caso, non inferiore a 2 m. La larghezza utile dei percorsi è misurata deducendo l'ingombro di eventuali elementi sporgenti con esclusione degli estintori. Tra gli elementi sporgenti non sono considerati quelli posti ad un altezza superiore a 2 m ed i corrimano con sporgenza non superiore ad 8 cm. Le uscite dalla sala sono distribuite con criteri di uniformità e di simmetria rispetto all'asse longitudinale della stessa. I corridoi e i passaggi non sono in pendenza superiore al 12%. In previsione dell'accesso al locale di persone con ridotte o impedite capacità motorie, le rampe ubicate lungo le vie di uscita, non hanno pendenza superiore all'8%. I pavimenti non hanno superfici sdrucciolevoli. Le vie di uscita sono tenute sgombre da materiali che possano costituire impedimento al regolare deflusso delle persone. La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo. Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi a due ante, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico. Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione. I guardaroba sono ubicati in modo tale che il loro utilizzo da parte degli spettatori non costituisca ostacolo alla normale circolazione e al deflusso del pubblico Numero Uscite Essendo l'attività con numero di persone superiore a 150, il numero delle uscite, che dal locale adducono in luogo sicuro all'esterno, è, come previsto dal punto del D.M. 19/8/1996, non inferiore a 2; Essendo l attività con scena integrata nella sala il numero di uscite dalla sala e quelle che immettono in luogo sicuro esterno è, come previsto dal punto 5.3. del D.M. 19/8/1996, non inferiore a 3. Queste sono ubicate in posizioni ragionevolmente contrapposte.

13 Pagina 13 di Lunghezza delle vie di uscita Essendo il locale al chiuso con scena integrata alla sala, la lunghezza massima del percorso di uscita, come previsto dal punto 5.3. del D.M. 19/8/1996, misurata a partire dall'interno della sala fino a luogo sicuro, viene ridotta del 20% rispetto ai 50 m riportati al punto e quindi è non superiore a 40 m. I percorsi interni al locale di pubblico spettacolo, fino alle uscite dallo stesso, sono calcolati in linea diretta, non considerando la presenza di arredi, tavoli e posti a sedere, a partire da punti di riferimento che garantiscano l'intera copertura della sala ai fini dell'esodo, nel rispetto dei seguenti criteri: a) da ciascuno dei predetti punti sono garantiti percorsi alternativi; considerando tali quelli che, a partire da ciascun punto di riferimento, formano un angolo maggiore di 45 gradi b) qualora per esigenze funzionali non a priori prevedibili la condizione di cui alla precedente lettera a) non possono essere rispettate, la lunghezza del percorso misurata fino al punto dove c'è disponibilità di percorso alternativo, è limitata a 15 m 4.4 PORTE Il sistema di chiusura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, installati su ciascuna anta, che consentono l'apertura delle porte con semplice spinta esercitata dal pubblico su una delle ante. Le barre di comando sono applicate orizzontalmente a m 0.90 dal suolo su ciascuna delle porte. Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA - ad un'altezza non inferiore a due metri dal suolo. CALCOLO DELL'AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento. Densità di affollamento

14 Pagina 14 di 33 a) nei locali, di cui all'art. 1 del DM 19/8/1996 comma 1, lettere d), pari al numero dei posti a sedere ed in piedi autorizzati, compresi quelli previsti per le persone con ridotte o impedite capacità motorie L'attività avrà una massimo affollamento pari a: Piano Persone in Persone Persone Persone con TOTALE Piedi Sedute nella Scena Handicap (persone) 1 Piano Fuori Terra Sala 1 Piano Interrato locale prove Capacità di deflusso - c.d. = 50 per gli edifici a quota compresa tra più o meno 1 m rispetto al piano di riferimento: spazio a cielo scoperto dal quale si accede 0,35 m - c.d. = 37.5 per gli edifici a quota compresa a -7.5 m rispetto al piano di riferimento -0,35 m Si ha, la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula: - moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano) Numero moduli necessari Piano Moduli necessari 1 Piano Fuori Terra - Auditorium 1 Piano Interrato Sala prove Max Quota piano affollamento Tra -0,35 m e m Capacità deflusso Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito: (N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la lunghezza del percorso di esodo fino a luogo sicuro). Elenco uscite Auditorium Ubicazione Uscita N. Larghezza (m) Lunghezza (m) Adduzione N. moduli

15 Pagina 15 di 33 1 Piano Fuori Terra Auditorium 1 Piano Fuori Terra Auditorium 1 Piano Fuori Terra Auditorium Luogo sicuro Luogo sicuro Luogo sicuro 3 Elenco uscite Sala prove Ubicazione Uscita N. Larghezza (m) Lunghezza (m) Adduzione N. moduli 1 Piano Luogo sicuro 4 Interrato Sala prove 1 Piano Interrato Sala prove Scala protetta 3 Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile Piano N. Totale Moduli Persone Evacuabili Max Affoll. Ipotizzabile 1 Piano Fuori Terra- Auditorium 1 Piano Interrato Sala prove SCALE Il collegamento fra il piano interrato, sede della sala prove, con il piano superiore viene garantito da due scale che si relazionano con l'atrio oppure con le quinte. Elenco scale Ubicazione N. Larghezza (m) Tipologia Protezione 1 Piano Scala N Interna Protetta Interrato 1 Piano Scala N Interna Protetta Interrato

16 Pagina 16 di 33 Le scale sono realizzate in conformità alle definizioni del punto 4.5. del D.M. 19/8/1996. Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala sono congrue con quanto previsto al punto del D.M. 19/8/1996. Le scale hanno le seguenti caratteristiche geometriche: - i gradini sono a pianta rettangolare, ed hanno pedate ed alzate di dimensioni costanti, rispettivamente non inferiore a 30 cm (pedata) e non superiore a 18 cm (alzata) - le rampe delle scale hanno non meno di tre e non più di quindici gradini - le rampe delle scale hanno larghezza non inferiore a 1.2 m - i pianerottoli hanno la stessa larghezza delle rampe - nessuna sporgenza è realizzata nelle pareti delle scale per un'altezza di almeno 2 m dal piano di calpestio - i corrimano lungo le pareti non sporgeranno più di 8 cm e le loro estremità sono arrotondate verso il basso o rientrare, con raccordo, verso le pareti stesse - i vani scala sono provvisti superiormente di aperture di aerazione con superficie non inferiore a 1 m², con sistema di apertura degli infissi comandato automaticamente da rivelatori di incendio oppure manualmente in prossimità dell'entrata alle scale, in posizione segnalata 4.6 Ascensori Gli impianti di sollevamento sono conformi alle specifiche disposizioni vigenti. Descrizione Lunghezza vano corsa (m) Ascensore 3.90 Per una migliore descrizione vedasi la relazione dell attività secondaria riportata nel proseguo. 5 DISPOSIZIONI PER LA SCENA Tipo Scena = integrata con la sala

17 Pagina 17 di 33 La scena, contiene unicamente gli scenari; gli spezzati e gli attrezzi necessari per lo spettacolo del giorno sono collocati in modo da non ingombrare i passaggi e rendere accessibili le attrezzature ed i mezzi antincendio. I depositi a servizio del locale di pubblico spettacolo non hanno alcuna comunicazione con la scena e con le aree riservate al pubblico. I camerini ed i locali riservati agli artisti non sono posti in diretta comunicazione con la scena. E imposto il divieto di fumare nella scena e sue dipendenze, salvo che per esigenze sceniche. Classe di reazione al fuoco dei materiali Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) sono impiegati materiali combustibili di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. non superiore a 1. Nella scena sono presenti non più di 10 persone. Essendo la scena, di tipo integrato con la sala, e non avendo la stessa delle uscite di sicurezza appositamente realizzate, l'affollamento, sulla base del quale vengono dimensionate le vie di uscita del teatro, tiene conto, oltre che del pubblico, anche degli artisti e del personale di servizio alla scena (vedi il calcolo del deflusso in caso di emergenza). Lo spazio riservato al pubblico è posto a una distanza dalla scena di almeno 2 m. Gli scenari sono di tipo fisso e di classe di reazione al fuoco non superiore a 1. La sala è dotata di un efficace sistema di evacuazione fumi e calore (vedasi in allegato il calcolo dei EFC secondo UNI9494) realizzato a regola d'arte. 12 AREE E IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO 12.2 DEPOSITI

18 Pagina 18 di 33 Il deposito e i laboratori a servizio del locale di pubblico spettacolo sono realizzati con strutture aventi resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e dispongono di accesso diretto dall'esterno; eventuali comunicazioni con il locale, da realizzare per esigenze funzionali sono protette da infissi aventi resistenza al fuoco non inferiore a REI 60, muniti di congegno di autochiusura. Il locale destinati a magazzino dispone di aerazione diretta verso l'esterno mediante aperture di superficie non inferiore ad 1/40 di quella in pianta. Elenco depositi Deposito Superficie n. (m²) Sup. aerazion e (m²) Ubicazione Carico incendio (kg/m²) Piano interrato Vedasi in allegato il calcolo del carico d incendio IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO E VENTILAZONE Impianti localizzati Il fluido refrigerante dell'armadio condizionatore a servizio dell'attività è del tipo non infiammabile né tossico. Non è altresì impiegata apparecchiatura a fiamma libera. Condotte Le condotte sono realizzate in materiale di classe 0 di reazione al fuoco; le tubazioni flessibili di raccordo saranno di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. Le condotte non attraversano: - luoghi sicuri, che non siano a cielo libero - vani scala e vani ascensore - locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio Qualora per esigenze funzionali le condotte attraversano strutture che delimitano i compartimenti, nelle condotte stesse è installata, in corrispondenza degli attraversamenti,

19 Pagina 19 di 33 una serranda avente resistenza al fuoco pari a quella della struttura che attraversano, azionata automaticamente e direttamente da rivelatori di fumo. Negli attraversamenti di pareti e solai, lo spazio attorno alle condotte è sigillato con materiale di classe 0, senza tuttavia ostacolare le dilatazioni delle stesse. Dispositivi di controllo L'impianto di condizionamento è dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l'arresto dei ventilatori in caso d'incendio. L'impianto è provvisto di dispositivi termostatici di arresto automatico dei ventilatori in caso di aumento anormale della temperatura nelle condotte. L'intervento dei dispositivi di sicurezza, sia manuali che automatici, non consente la rimessa in marcia dei ventilatori senza l'intervento manuale dell'operatore. Caratteristiche impianto di condizionamento: - tipo: Centralizzato - potenza: 56 [kw] potenza frigorifera, 63 [kw] potenza termica. Caratteristiche impianto di ventilazione: - tipo: Localizzato - potenza: 2000 [mc/h] nell auditorium e 1000 [mc/h] nella sala prove SERVIZI IGIENICI Il locale è dotato di un adeguato numero di W.C. per uomini e donne, segnalati da appositi scritte indicatrici, e distribuiti in modo da ben servire ogni ordine di posti. Il numero dei bagni latrine, e orinatoi è in ogni caso non inferiore al minimo previsto dall'art. 121 e seguenti della Circolare del M.I. n. 16 del 15 febbraio 1951: - una latrina per ogni 300 persone e due orinatoi per ogni 300 persone. Ogni latrina, compresi gli ambienti destinati agli orinatoi, è preceduta da un'antilatrina.

20 Pagina 20 di 33 Sia la latrina che l'antilatrina sono ventilate direttamente dall'esterno ovvero attraverso un chiostrino di ventilazione. Tutte le antilatrine sono munite di un lavabo ad acqua-corrente, scarico libero a chiusura idraulica. Il pavimento delle latrine ed antilatrine è impermeabile, declive verso un chiusino idraulico per lo smaltimento delle acque di lavaggio. Le pareti sono piastrellate in modo da risultare lisce e lavabili. I vasi sono raccordati ai tubi collettivi o di caduta mediante tubo a sifone (chiusura idraulica), con branca montante a sua volta raccordata a tubo esalatore, onde evitare risucchi. Il serbatoio d'acqua funziona automaticamente in modo periodico o a flussometro. In conformità all'art. 123 della Circolare del M.I. n. 16 del 15 febbraio 1951, la scena è servita da servizi igienici, distinte per uomini e donne, in prossimità dei camerini per gli artisti, in numero non inferiore a una latrina ogni 15 persone per donne o di una ogni 20 per uomini. 13 IMPIANTI ELETTRICI 13.1 Generalità Gli impianti del locale di pubblico spettacolo sono realizzati in conformità alla normativa vigente. In particolare ai fini della prevenzione degli incendi sono adottate le seguenti precauzioni: - non costituiscono causa primaria di incendio o di esplosione -non forniscono alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura è compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali - sono suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema - dispongono di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e nei quali sono riportate chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono

21 Pagina 21 di 33 I seguenti sistemi di utenza dispongono di impianti di sicurezza: - illuminazione - allarme - rivelazione - impianti di estinzione degli incendi La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza è attestata con la procedura di cui alla normativa vigente, mediante la presentazione del certificato di conformità, rilasciato dall'impresa esecutrice dei lavori e, del collaudo tecnico dell'impianto rilasciato da un tecnico abilitato Impianti elettrici di sicurezza E realizzato un impianto elettrico di sicurezza, avente come alimentazione primaria un gruppo di accumulatori. Il dispositivo di carica degli accumulatori è di tipo automatico, tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'alimentazione di sicurezza è automatica ad interruzione breve (inferiore a 0.5 s) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione; ad interruzione media (inferiore a 15 s) per impianti idrici antincendio. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consente lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario. L'autonomia minima non sarà inferiore a: - rivelazione e allarme: 30 minuti - illuminazione di sicurezza: 1 ora - impianti idrici antincendio: 1 ora L'impianto di illuminazione di sicurezza è in grado di assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti accessibili al pubblico.

22 Pagina 22 di 33 Sono installate anche delle singole lampade con alimentazione autonoma in grado di assicurare il funzionamento della lampada stessa per almeno 1 ora Quadri elettrici generali Il quadro elettrico generale è ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalato e protetto dall'incendio. 14 SISTEMA DI ALLARME L'attività è munita di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche idonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. Il comando di attivazione del sistema di allarme è ubicato in un luogo continuamente presidiato. 15 MEZZI E IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI 15.1 Estintori L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta Ufficiale n. 28 del ) e successive modificazioni. Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano: - in prossimità degli accessi - in vicinanza di aree di maggior pericolo Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza. Caratteristiche tecniche - disposti 1 ogni 200 mq di pavimento, o frazione, con un minimo di 1 estintore per piano - capacità estinguente non inferiore a 13A - 89B Elenco estintori

23 Pagina 23 di 33 Piano N. Tipo Classe 1 Classe 2 1 Piano Fuori Terra 4 Polvere chimica 13A 89B 1 Piano Interrato 2 Polvere chimica 13A 89B 15.3 Impianto idrico antincendio E' presente, nell auditorium un impianto idrico antincendio e i naspi correttamente corredati sono: - distribuiti in modo da consentire l'intervento in tutte le aree dell'attività - collocati in ciascun piano - dislocati in posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori ne agevoleranno l'individuazione a distanza Ogni naspo è corredato da una tubazione semirigida lunga 20 m, realizzata a regola d'arte. Rete di tubazioni L'impianto idrico antincendio è costituito da una rete di tubazioni in acciaio non legato UNI 8863 Serie Media. Dal montante si alimenterà un anello da cui è derivato, con tubazione di diametro interno non inferiore a DN25 mm, un attacco per Naspi. La rete di tubazioni è indipendente da quella dei servizi sanitari. Le tubazioni sono protette dal gelo e dagli urti, ove se ne ravveda la necessità. La rete è di tipo ad anello. Numero montanti = 1 Tipo montanti = Incassati Alimentazione E' predisposta una vasca di accumulo, opportunamente dimensionata. L'impianto idrico antincendio è alimentato da elettropompa e da una motopompa ad azionamento automatico in caso di mancata alimentazione elettrica.

24 Pagina 24 di 33 Caratteristiche idrauliche N. naspi = 4 - alimentazione in grado di alimentare in ogni momento i 2 maspi in posizione idraulica più sfavorita - portata per ognuno non inferiore a 35 l/min (Naspi) - pressione non inferiore a 1.5 bar in fase di scarica - alimentazione con autonomia non inferiore a 60 min Calcolo volume riserva idrica: Volume minimo necessario NASPI = (2 * 35 * 60) / 1000 = 4.20 m³ Volume minimo necessario TOTALE = 4.2 m³ Volume riserva idrica PRESENTE = 5 m³ L'impianto mantenuto costantemente in pressione è munito di attacco UNI 70, per il collegamento dei mezzi dei Vigili del fuoco, installato all'esterno in posizione ben visibile e facilmente accessibile ai mezzi di soccorso. In allegato si riporta il calcolo di dimensionamento della rete di alimentazione. IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI In considerazione dei potenziali rischi di incendio è stata rilevata la necessità di installare un impianto di rivelazione di incendio; questo è progettato e realizzato a regola d'arte, in conformità alla Circolare del Ministero dell'interno n. 24 del 26/1/1993, e quindi alle norme UNI Caratteristiche tecniche: - la segnalazione di allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati determina una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio nella centrale di controllo e segnalazione, la quale è ubicata in ambiente sempre presidiato (portineria) - l'impianto consente l'azionamento automatico dei dispositivi di allarmi posti nell'attività entro i seguenti tempi: a) 2 minuti dall'emissione della segnalazione di allarme proveniente da due o più rivelatori o dall'azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione di incendio

25 Pagina 25 di 33 b) 5 minuti dall'emissione di una segnalazione di allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale di allarme non sia tacitata dal personale preposto Lungo le vie di esodo e in luoghi presidiati, sono installati dei dispositivi manuali di attivazione del sistema di allarme; questi sono installati sottovetro in contenitore ben segnalato. E' altresì installato un martelletto per permettere l'agevole rottura del vetro di protezione del pulsante di attivazione manuale del sistema di allarme. L'impianto è a servizio dell'intera attività. IMPIANTO DI EVACUAZIONE DI FUMO E CALORE Per le esigenze connesse, alla riduzione dei tempi dell evacuazione delle persone in caso di incendio, è realizzato un impianto di evacuazione del fumo e del calore, conforme alle norme UNI-CNVVF La determinazione delle caratteristiche dell impianto, il calcolo del numero dei singoli EFC, sono effettuati, in conformità alle suddette norme. L'impianto è a servizio dell'intera attività. 17 SEGNALETICA DI SICUREZZA E' installata cartellonistica di emergenza conforme al D.Lgs. n. 81/2008, avente il seguente scopo: - avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte - vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo - prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza - fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, o ai mezzi di soccorso o salvataggio - fornire altre indicazioni in materia di sicurezza E' segnalato l'interruttore di emergenza atto a porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività.

26 Pagina 26 di 33 Sono apposti cartelli indicanti: - le uscite di sicurezza dei locali - gli idranti posizionati all'interno dei locali - gli estintori posizionati all'interno dei locali Sono installati cartelli di: - divieto - avvertimento - prescrizione - salvataggio o di soccorso - informazione in tutti i posti interni o esterni all'attività, nei quali è ritenuta opportuna la loro installazione Sono installati in particolare i seguenti cartelli: - divieto di usare fiamme libere - divieto di depositare sostanze infiammabili o combustibili - divieto di eseguire riparazioni o prove motori - divieto di parcheggiare veicoli con perdite anormali di carburante o lubrificante - divieto di fumare 18 GESTIONE DELLA SICUREZZA 18.1 Generalità Il responsabile dell'attività provvede affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza, ed in particolare che: - i sistemi di vie di uscita vengano tenuti costantemente sgombri da qualsiasi materiale che possa ostacolare l'esodo delle persone e costituire pericolo per la propagazione di un incendio

27 Pagina 27 di 33 - prima dell'inizio di qualsiasi manifestazione venga controllata la funzionalità del sistema di vie di uscita, il corretto funzionamento dei serramenti delle porte, nonché degli impianti e delle attrezzature di sicurezza - vengano mantenuti efficienti i presidi antincendio, eseguendo prove periodiche con cadenza non superiore a 6 mesi - vengano mantenuti costantemente efficienti gli impianti elettrici, in conformità a quanto previsto dalle normative vigenti - vengano mantenuti costantemente in efficienza i dispositivi di sicurezza degli impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento - vengano presi opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali manutenzioni e risistemazioni - venga fatto osservare il divieto di fumare negli ambienti ove tale divieto é previsto per motivi di sicurezza - nei depositi e nei laboratori, i materiali presenti vengano disposti in modo da consentirne un agevole ispezionabilità 18.2 Chiamata dei servizi di soccorso La procedura di chiamata dei servizi di soccorso è indicata, a fianco di qualsiasi apparecchio telefonico dal quale questa chiamata sia possibile. In prossimità dei telefoni pubblici, il numero dei vigili del fuoco (115) è esposto bene in vista Informazione e formazione del personale Il responsabile dell'attività provvede affinché, in caso di incendio, il personale sia in grado di usare correttamente i mezzi disponibili per le operazioni di primo intervento, nonché ad azionare il sistema di allarme e il sistema di chiamata di soccorso. Tali operazioni sono chiaramente indicate al personale ed impartite anche in forma scritta. Tenendo conto delle condizioni di esercizio, il personale è chiamato a partecipare almeno due volte l'anno a riunioni di addestramento e di allenamento all'uso dei mezzi di soccorso, di allarme e di chiamata di soccorso, nonché a esercitazioni di evacuazione dell'immobile sulla base di un piano di emergenza opportunamente predisposto.

28 Pagina 28 di 33 In caso di incendio, il personale è tenuto a svolgere le gestenti azioni: - applicare le istruzioni che gli sono state impartite per iscritto - contribuire efficacemente all'evacuazione di tutti gli occupanti del locale di pubblico spettacolo 18.4 Istruzioni di sicurezza All'ingresso della struttura sono esposte bene in vista precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed in particolare una planimetria dell'edificio per le squadre di soccorso che indichi la posizione: - delle scale e delle vie di evacuazione - dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibile - dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità - del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione - del quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme - degli impianti e locali che presentano un rischio speciale A ciascun piano è esposta una planimetria d'orientamento, in prossimità delle vie di esodo Piano di sicurezza antincendio Tutti gli adempimenti necessari per una corretta gestione della sicurezza antincendio sono pianificati in un apposito documento, adeguato alle dimensioni e caratteristiche del locale, che specifica in particolare: - i controlli - gli accorgimenti per prevenire gli incendi - gli interventi manutentivi - l'informazione e l'addestramento del personale - le istruzioni per il pubblico

29 Pagina 29 di 33 - le procedure da attuare in caso di incendio 18.6 Registro della sicurezza antincendio Il responsabile dell'attività o personale da lui incaricato, provvede a registrare i controlli e gli interventi di manutenzione sui seguenti impianti ed attrezzature, finalizzate alla sicurezza antincendio: - sistema di allarme ed impianti di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi - attrezzature ed impianti di spegnimento - sistema di evacuazione fumi e calore - impianti elettrici di sicurezza - porte ed elementi di chiusura per i quali è richiesto il requisito di resistenza al fuoco E inoltre oggetto di registrazione l'addestramento antincendio fornito al personale. Tale registro è tenuto aggiornato e reso disponibile in occasione dei controlli dell'autorità competente. REGISTRO DEI CONTROLLI E predisposto un registro dei controlli periodici, dove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi alla efficienza degli impianti elettrici, di illuminazione, di sicurezza, dei presidi antincendi, dei dispositivi di sicurezza e di controllo delle aree a rischio specifico e della osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari ambienti dell'attività, nonché le riunioni di addestramento e le esercitazioni di evacuazione. Tale registro è mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte del comando provinciale dei vigili del fuoco.

30 Pagina 30 di 33 DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' SECONDARIA Attività: (95) Ascensori e Montacarichi Individuata al punto < 95 > del DM 16/2/1982 RIFERIMENTO NORMATIVO Decreto del M.I. del 15 settembre Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007. Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. D.P.R. N 37 DEL 12 GENNAIO Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20, comma 8, delle legge 15 marzo 1997 n 59. DECRETO 4 MAGGIO Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonchè all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco. CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998. D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi. D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. Decreto n. 37 del 22/1/2008. Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli edifici.. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 3 novembre Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura

31 Pagina 31 di 33 delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio. Premessa La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio riguarda l ascensore, accessibile dall'esterno per il trasporto del disabile oppure di materiali verso la scena. L impianto elevatore è previsto ad azionamento elettromeccanico a funi a frequenza variabile del tipo senza sala macchine. Termini e definizioni I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983. Classificazione L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come Ascensore. Disposizioni generali Le pareti del vano di corsa sono costituiti da materiale non combustibile. L'intelaiatura di sostegno della cabina è realizzata con materiale non combustibile. Le pareti, il pavimento ed il tetto sono costituiti da materiali di classe di reazione al fuoco non superiore a 1. 3 Vano di corsa Le pareti del vano di corsa dell'impianto di sollevamento sono di tipo protetto. 3.2 Vano protetto Per il vano di corsa sono soddisfatti i seguenti requisiti: - la porte di piano, d'ispezione e di soccorso sono a chiusura automatica ed hanno le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del compartimento REI 60.

32 Pagina 32 di 33 5 Aerazione del vano di corsa, delle pulegge di rinvio e/o degli ambienti contenenti il macchinario L'aerazione del vano di corsa è permanente e realizzata mediante aperture, verso spazi scoperti, non inferiori al 3% della superficie in pianta del vano di corsa e dei locali, con un minimo di 0.20 m². Superficie vano corsa = 4.45 m² Superficie di aerazione del vano corsa = 0.20 m² Dette aperture sono realizzate nella parte alta dei locali da aerare. Inoltre, sono protette contro gli agenti atmosferici e contro l'introduzione di corpi estranei (animali vari, volatili ecc.) e tali da non consentire il passaggio di una sfera di diametro maggiore di 15 mm. 6 Misure di protezione attiva In prossimità dell'accesso agli spazi è disposto un estintore di classe 21A-89BC, idoneo per l'uso in presenza di impianti elettrici. Dimensioni interne della cabina Larghezza: 1.40 m Profondità: 1.50 m Altezza interna: 2.20 m Larghezza accesso (posto sul lato minore): 1.10 m 9 Norme di esercizio E' apposto presso ogni porta di piano un cartello con l'iscrizione "Non usare l'ascensore in caso di incendio".

33 Pagina 33 di 33 ALLEGATI 1) CALCOLO DEL CARICO D INCEDIO 2) CALCOLO DELLA RETE DI ALIMENTAZIONE NASPI 3) CALCOLO EVACUATORI DI FUMO

34 1) CALCOLO DEL CARICO D INCEDIO

35 RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO

36 GENERALITA' COMPARTIMENTI La presente relazione di calcolo del carico di incendio è relativa a n 2 compartimenti aventi le presenti dimensioni Nome Compartimento Area [mq] Auditorium 250 Deposito salsa prove 8 RIFERIMENTO NORMATIVO Per il calcolo del carico di incendio si applicano le presenti norme tecniche di prevenzione incendi: - Circolare del M.I. n.91 del 14 Settembre Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura di acciaio destinati ad uso civile. - Decreto del Ministero dell Interno del 6 Marzo Calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture portanti in legno. - Decreto del Ministero dell Interno del 8 Marzo Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendio al fine del rilascio del Nulla Osta Provvisorio di cui alla Legge n 818 del 7/12/ Lettera Circolare del Ministero Interno del 26 Novembre 1990 Prot. n 20689/4122. Resistenza al fuoco di strutture portanti in legno CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO Il calcolo del carico di incendio, viene effettuato con il metodo previsto dalla Circolare del Ministero dell'interno n 91 del 14/9/1961; viene determinato il carico di incendio dei vari compartimenti, considerando i quantitativi di materiale combustibile presente all'interno degli stessi, risultanti da una analisi dei carichi termici. Successivamente viene determinata la classe da attribuire ai singoli compartimenti, sulla base del valore precedentemente calcolato, moltiplicato per il valore del coefficiente riduttivo K valutato sulla base degli indici di riduzione riportati nelle tabelle della predetta Circolare 91/61. La normativa vigente impone, per il calcolo del carico di incendio l'adozione della seguente formula: Pag. 2 / 9 OMNISERVICE

37 dove: q = Carico di incendio espresso in Kg Legna / mq g i = Peso in Kg del generico fra gli n prodotti presenti all interno dei locali H i = Potere calorifico (Kcal/Kg) del generico fra gli n prodotti di peso g i A = Superficie del compartimento in mq La CLASSE dell edificio è data dal prodotto fra il carico d incendio e il coefficiente riduttivo K per tenere conto delle condizioni reali dell incendio. Si elencano i materiali combustibili e i rispettivi poteri calorifici considerati, per i singoli compartimenti. ELENCO MATERIALI COMPARTIMENTO: Auditorium Il calcolo del carico di incendio è effettuato considerando i valori riportati dalla letteratura specialistica di settore, in quanto risulta molto difficoltoso effettuare una analisi corretta dei carichi termici, pertanto sono stati riportati i valori dal volume "La prevenzione incendi nella piccola e media industria" dell'ing. Giacomo Elifani e dal volume "Manuale di prevenzione incendi" di Leonardo Corbo. Per l'attività in considerazione, cioè " TEATRO "la letteratura riporta il seguente valore: CARICO INCENDIO = 340 MJ / mq Applicando la (1) si ricava il presente carico di incendio: CARICO DI INCENDIO = Kg-Legna/mq ELENCO MATERIALI COMPARTIMENTO: Deposito Materiale Quantità Pot. Calorifico Totale (*)Armadio a 2 ante + contenuto Kcal/Pz Abiti Kcal/Kg (*)Sedia metallica Imbottita Kcal/Pz (*)Tavolo Medio Kcal\cad Pag. 3 / 9 OMNISERVICE

38 (*)Scaffale In Legno (per mq frontale) Kcal\mc Nel compartimento sono presenti elementi composti (Contrassegnati da *) che vengono considerati come materiali singoli, per essi si considera il potere calorifico medio. Applicando la (1) si ricava il presente carico di incendio: CARICO DI INCENDIO = [Kg-Legna / mq] CALCOLO DEL COEFFICIENTE RIDUTTIVO K COMPARTIMENTO: Auditorium Indice Descrizione K 1 ALTEZZA DELL'EDIFICIO E DEI PIANI 1.1 Altezza totale dell'edificio Altezza dei piani 1 2 SUPERFICIE INTERNA DELIMITATA DA MURI TAGLIAFUOCO 2.1 Superficie compartimento 2 3 UTILIZZAZIONE DELL'EDIFICIO E DEI LOCALI 3.1 Natura dei materiali e delle sostanze Destinazione dei locali Uscite a distanza superiore a 20 m 4 4 PERICOLO DI PROPAGAZIONE 4.1 Distanza dagli altri edifici 1 5 SEGNALAZIONE, ACCESSIBILITA' E IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO 5.1 Squadra interna di soccorso Impianto sprinkler Avvisatore automatico in diretto collegamento con la 0 caserma VV.F 5.4 Guardiania permanente con telefono Impianto interno di idranti senza guardiania Impianto esterno di idranti in prossimità dell'edificio Estintori senza guardiania Tempo Richiesto per l'arrivo dei VV.F Difficoltà di accesso interno non avente rapporto con l'altezza dell'edificio 3 Somma Indici Valore k q Classe Kg-Legna/mq Classe: REI 15 Pag. 4 / 9 OMNISERVICE

39 CALCOLO DEL COEFFICIENTE RIDUTTIVO K COMPARTIMENTO: Deposito Indice Descrizione K 1 ALTEZZA DELL'EDIFICIO E DEI PIANI 1.1 Altezza totale dell'edificio Altezza dei piani 1 2 SUPERFICIE INTERNA DELIMITATA DA MURI TAGLIAFUOCO 2.1 Superficie compartimento 0 3 UTILIZZAZIONE DELL'EDIFICIO E DEI LOCALI 3.1 Natura dei materiali e delle sostanze Destinazione dei locali Uscite a distanza superiore a 20 m 0 4 PERICOLO DI PROPAGAZIONE 4.1 Distanza dagli altri edifici 1 5 SEGNALAZIONE, ACCESSIBILITA' E IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO 5.1 Squadra interna di soccorso Impianto sprinkler Avvisatore automatico in diretto collegamento con la 0 caserma VV.F 5.4 Guardiania permanente con telefono Impianto interno di idranti senza guardiania Impianto esterno di idranti in prossimità dell'edificio Estintori senza guardiania Tempo Richiesto per l'arrivo dei VV.F Difficoltà di accesso interno non avente rapporto con l'altezza dell'edificio 3 Somma Indici Valore k q Classe [Kg-Legna / mq] Classe: REI 60 Pag. 5 / 9 OMNISERVICE

40 RESISTENZA AL FUOCO STRUTTURE PER COMPARTIMENTO: Auditorium Le caratteristiche di resistenza al fuoco degli elementi portanti e di separazione tra i compartimenti antincendio sono rispondenti ai criteri e alle modalità specificate nella Circolare del Ministero dell'interno n 91 del 14 Giugno Il compartimento sarà verificato per raggiungere un REI minimo 60: STRUTTURE DI COMPARTIMENTAZIONE Le pareti di compartimentazione sono realizzate con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60: pareti separatorie con guardaroba Laterizi forati con intonaco normale di spessore uguale a 20 cm intonaco di tipo sabbia - gesso per uno spessore di 3.00 cm Applicando le regole previste dalla tabella 2 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che il compartimento è verificato per REI: 60 pareti separatorie con servizi igienici e con vano scala Laterizi forati con intonaco normale di spessore uguale a 30 cm intonaco di tipo sabbia - gesso per uno spessore di 3.00 cm Applicando le regole previste dalla tabella 2 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che il compartimento è verificato per REI: 180 STRUTTURE PORTANTI La struttura portante dell'edificio è realizzata con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60 cemento armato con copriferro uguale a 3 cm Applicando le regole previste dalle tabelle 5 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che le strutture portanti del compartimento sono verificate per REI: 60 STRUTTURE ORIZZONTALI Le strutture orizzontali dell'edificio saranno realizzate con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60 elementi in calcestruzzo armato precompresso con soffitto sospeso per uno spessore minimo, comprensivo della cappa del pavimento non combustibile e del soffitto, di cm 37 Applicando le regole previste dalle tabelle 3 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che le strutture orizzontali del compartimento sono verificate per REI: 180 Pag. 6 / 9 OMNISERVICE

41 CONCLUSIONI In definitiva le strutture verificate, risultano avere la presente resistenza al fuoco: TIPO STRUTTURA RESISTENZA AL FUOCO REI Compartimentazione 60 Portanti 60 Orizzontali 180 L'intero compartimento risulta pertanto verificato per REI: 60 Pag. 7 / 9 OMNISERVICE

42 RESISTENZA AL FUOCO STRUTTURE PER COMPARTIMENTO: Deposito Le caratteristiche di resistenza al fuoco degli elementi portanti e di separazione tra i compartimenti antincendio sono rispondenti ai criteri e alle modalità specificate nella Circolare del Ministero dell'interno n 91 del 14 Giugno STRUTTURE DI COMPARTIMENTAZIONE Le pareti di compartimentazione sono realizzate con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60: Laterizi forati con intonaco normale di spessore uguale a 20 cm intonaco di tipo sabbia - gesso per uno spessore di 3.00 Applicando le regole previste dalla tabella 2 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che il compartimento è verificato per REI: 60 STRUTTURE PORTANTI La struttura portante dell'edificio è realizzata con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60 cemento armato con copriferro uguale a 3 cm Applicando le regole previste dalle tabelle 5 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che le strutture portanti del compartimento sono verificate per REI: 60 STRUTTURE ORIZZONTALI Le strutture orizzontali dell'edificio saranno realizzate con i presenti materiali al fine di raggiungere un REI di verifica minimo 60 elementi in calcestruzzo armato precompresso con soffitto sospeso per uno spessore minimo, comprensivo della cappa del pavimento non combustibile e del soffitto, di cm 37 Applicando le regole previste dalle tabelle 3 della Circolare del M.I. n 91 del 14 settembre 1961 si ottiene che le strutture orizzontali del compartimento sono verificate per REI: 180 CONCLUSIONI In definitiva le strutture verificate, risultano avere la presente resistenza al fuoco: Pag. 8 / 9 OMNISERVICE

43 TIPO STRUTTURA RESISTENZA AL FUOCO REI Compartimentazione 60 Portanti 60 Orizzontali 180 L'intero compartimento risulta pertanto verificato per REI: 60 Pag. 9 / 9 OMNISERVICE

44 2) CALCOLO DELLA RETE DI ALIMENTAZIONE NASPI

45 RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO DI UN IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO DI TIPO A IDRANTI L impianto è a servizio dell attività: pubblico spettacolo 1

46 RIFERIMENTO NORMATIVO Agli impianti idrici antincendio si applicano le seguenti norme tecniche: Norma UNI "Impianti di estinzione incendi: reti di idranti" Norma UNI 9489 Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia Norma UNI 9490 "Apparecchiature per estinzione incendi. Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio" Circolare del Ministero dell'interno n 24 MI.SA. del 26/1/1993. Impianti di protezione attiva antincendio. D.M. 30/11/1983 Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. Legge n. 46 del 5/3/1990 norme per la sicurezza degli impianti D.P.R. n Regolamento di attuazione della Legge n 46 del 5/3/1990 in materia di sicurezza degli impianti. Sono state considerate inoltre le seguenti norme tecniche emanate dall UNI UNI 802: Apparecchiature per estinzione incendi - Prospetto di tipi unificati UNI 804: Apparecchiature per estinzione incendi - Raccordi per tubazioni flessibili UNI 805: Apparecchiature per estinzione incendi - Cannotti filettati per raccordi per tubazioni flessibili UNI 807: Apparecchiature per estinzione incendi - Cannotti non filettati per raccordi per tubazioni flessibili UNI 808: Apparecchiature per estinzione incendi - Girelli per raccordi per tubazioni flessibili UNI 810: Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a vite UNI 811: Apparecchiature per estinzione incendi - Attacchi a madrevite UNI 813: Apparecchiature per estinzione incendi - Guarnizioni per raccordi e attacchi per tubazioni flessibili UNI 814: Apparecchiature per estinzione incendi - Chiavi per la manovra dei raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili UNI 6363: Tubi di acciaio, senza saldatura e saldati, per condotti di acqua UNI 7125: Saracinesche flangiate per condotti di acqua. Condizioni tecniche di fornitura UNI 7145: Gaffe per tubazioni a bordo di navi - Prospetto dei tipi unificati UNI 7421: Apparecchiature per estinzione incendi - Tappi per valvole e raccordi per tubazioni flessibili UNI 7422: Apparecchiature per estinzione incendi - Requisiti delle legature per tubazioni flessibili UNI 8478: Apparecchiature per estinzione incendi - Lance a getto pieno - dimensioni requisiti e prove UNI 8863: Tubi senza saldatura e saldati, di acciaio non legato filettabili secondo UNI- ISO 7.1 UNI 9485: Apparecchiature per estinzione incendi - Idranti a colonna soprasuolo di ghisa UNI 9486: Apparecchiature per estinzione incendi - Idranti sottosuolo di ghisa UNI 9487: Apparecchiature per estinzione incendi - Tubazioni flessibili antincendio di DN 45 e 70 per pressioni di esercizio fino a 1.2 MPa UNI 9488: Apparecchiature per estinzione incendi - Tubazioni semirigida di DN 20 e 25 per NASPI antincendio UNI 9489: Apparecchiature per estinzione incendi - Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia UNI 9490 : Apparecchiature per estinzione incendi - Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio 2

47 UNI EN 671-1: Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - Naspi antincendio con tubazioni semirigide UNI EN : Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - Idranti a muro con tubazioni flessibili GENERALITA' SULL'IMPIANTO La rete di idranti comprenderà i seguenti componenti principali: alimentazione idrica; rete di tubazioni fisse, ad anello, permanentemente in pressione, ad uso esclusivo antincendio; valvole di intercettazione; idranti e/o Naspi. PROGETTAZIONE DELL'IMPIANTO Dati di progetto La misurazione e la natura del carico di incendio, l'estensione delle zone da proteggere, la probabile velocità di propagazione e sviluppo dell'incendio, il tipo e la capacità dell'alimentazione disponibile e la presenza di una rete idrica pubblica predisposta per il servizio antincendio sono fattori di cui si è tenuto conto nella progettazione della rete di idranti. DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI Il calcolo idraulico della rete di tubazioni consente di dimensionare ogni tratto di tubazione in base alle perdite di carico distribuite e localizzate che si hanno in quel tratto. Il calcolo della rete idrica antincendio è stato eseguito sulla base dei dati geometrici (lunghezze dei tratti della rete, dislivelli geodetici, diametri nominali delle tubazioni). La procedura di calcolo impiegata ha portato alla determinazione di tutte le caratteristiche idrauliche dei tratti (portata, perdite distribuite e concentrate), della prevalenza totale, della portata totale e quindi della potenza minima della pompa da installare a monte rete.. E' stata inoltre eseguita la verifica della velocità massima raggiunta dall'acqua in tutti i tratti della rete; in particolare è stato verificato che essa non superi in nessun tratto il valore massimo di m/sec. Perdite di Carico Distribuite Le perdite di tipo distribuito sono state valutate secondo la seguente formula di Hazen- Williams: dove: = coefficiente di Hazen - Williams secondo il sistema S.I. H d = perdite distribuite [bar] Q = portata nel tratto [l/min] L = lunghezza geometrica del tratto [m] D = diametro della condotta [mm] C = coefficiente di scabrezza Tubo C (Nuovo) C (Usato) A8M - ACCIAIO non legato UNI 8863 Serie Media

48 Perdite di Carico Localizzate Le perdite di carico localizzate sono dovute: ai raccordi, curve, Ti e raccordi a croce, attraverso i quali la direzione del flusso subisce una variazione di 45 o maggiore (escluse le curve ed i Ti su cui sono direttamente montati gli erogatori); alle valvole di controllo e allarme (per le quali le perdite di carico da assumere sono quelle specificate dai costruttori o nei relativi certificati di prova) e a quelle di non ritorno Le perdite localizzate sono state trasformate in "lunghezza di tubazione equivalente" come specificato nella Norma UNI 10779, ed aggiunte alla lunghezza reale della tubazione di uguale diametro e natura. Nella determinazione delle perdite di carico localizzate si è tenuto conto che: quando il flusso attraversa un Ti e un raccordo a croce senza cambio di direzione, le relative perdite di carico possono essere trascurate; quando il flusso attraversa un Ti e un raccordo a croce in cui, senza cambio di direzione, si ha una riduzione della sezione di passaggio, è stata presa in considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione di uscita (la minore) del raccordo medesimo; quando il flusso subisce un cambio di direzione (curva, Ti o raccordo a croce), è stata presa in considerazione la "lunghezza equivalente" relativa alla sezione d'uscita. E' stato inoltre dato un limite alla perdita unitaria massima (per metro di tubo) che si desidera ottenere nelle tubazioni. Si è posta tale perdita pari a 0.01 bar/m. Per il calcolo viene impostata la prevalenza residua minima da assicurare al terminale di erogazione idraulicamente più sfavorito, nell'ipotesi che tutti i terminali della rete eroghino simultaneamente una portata minima che verrà meglio specificata nel paragrafo seguente. A tal proposito, non è superfluo specificare che, nel calcolo che viene di seguito riportato, sono stati considerati esclusivamente quei terminali che, secondo norma, nel loro funzionamento simultaneo dovranno garantire al bocchello sfavorito le condizioni idrauliche minime appena citate. 4

49 DATI DI CALCOLO DELLA RETE Per l'individuazione degli elementi della rete si è proceduto alla numerazione dei nodi e dei lati dei tratti. La rete è stata progettata con 1 anelli anche disposti a maglia, aventi quindi uno o più lati in comune. Per la determinazione delle grandezze idrauliche della rete a maglia è stato utilizzato il metodo iterativo di Hardy-Cross, in cui le portate iniziali fittizie sono state determinate mediante un sistema di equazioni di moto ai tratti (DeltaP = K x Q x Q ) e di equilibrio ai nodi (Sum (Q) = 0). Una volta definite le portate iniziali si è avviata la reiterazione di Hardy-Cross tenendo conto nei lati comuni delle portate correttive fittizie dei due anelli che fanno capo ai lati comuni stessi. Il processo iterativo viene concluso quando tutte le portate correttive dei vari anelli risultano inferiori a Per la determinazione delle pressioni si è, infine, proceduto analogamente mediante sistema. Le tubazioni utilizzate per la costruzione della rete antincendio sono: Sigla A8M Sigla ACCIAIO non legato UNI 8863 Serie Media Numero Tratto Rete Nodi Lunghezza [m] Tipo Materiale Tubi Stato Tubi A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo A8M Nuovo La geometria della rete, in termini di nodi e di erogatori, è la seguente: Nodo Erogatore Tipo Erogatore Attivo Quota Nodo [m] Portata Richiesta [l/min] Prevalenza Minima [bar] 8 Naspo No Naspo Si Naspo Si Naspo No Per le diramazioni si avrà: Numero Tratto Nodi di estremità Lunghezza [m] Dislivello [m] Stato Tubi Velocità max prog. [m/sec] Nuovo Nuovo

50 Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Sono stati considerati anche i pezzi speciali inseriti in ciascun ramo della rete così come il dislivello geodetico che esiste tra la rete stessa. La seguente tabella mostra la tipologia e il numero dei pezzi speciali inseriti in rete, che generano perdite di carico concentrate, in particolare le lettere indicano: A = Curve a 45 B = Curve a 90 C = Curve Larghe a 90 D = Pezzi a T o Croce E = Saracinesche F = Valvole di non ritorno Numero Tratto Nodi A B C D E F DN Per i nodi ai quali sono collegati degli erogatori, considerando le perdite dovute alla manichetta e alla lancia installati, si avrà: Nodo Tipo Erogatore Lunghezza Manichetta [m] Diametro Bocchello [mm] Perdita Carico Aggiuntiva [bar] 8 Naspo Naspo Naspo Naspo

51 RISULTATI DI CALCOLO E' stato effettuato il calcolo con i dati del paragrafo precedente, nell'ipotesi di limitazione della velocità dell'acqua nei tubi al valore massimo di m/sec. Sono stati ottenuti i seguenti risultati: Numero Tratto Nodi Lunghezza [m] Lunghezza equivalente [m] Perdita distribuita [bar] Perdita concentrata [bar] Perdita totale [bar] Numero Tratto Nodi Portata [l/min] Velocità [m/sec] DN D. Interno Tubo [mm] Numero Tratto Codice Nodo Iniziale Prevalenza Nodo Iniziale [bar] Quota Nodo Iniziale Codice Nodo Finale Prevalenza Nodo Finale [bar] Quota Nodo Finale

52 Per i terminali sono stati ottenuti i seguenti risultati: Nodo Terminale Tipo Erogatore Portata Reale [l/min] Prevalenza Reale [bar] Lunghezza Manichetta [m] 8 Naspo Naspo Naspo Naspo L'alimentazione idrica è assicurata da un gruppo di pompaggio costituito da una elettro pompa da una pompa pilota e da una motopompa Le caratteristiche minime che l alimentazione dovrà avere, per alimentare la rete antincendio in questione, garantendo al terminale idraulicamente sfavorito le minime condizioni di portata e prevalenza, sono: PREVALENZA MINIMA = 2.98 bar PORTATA MINIMA = l/min Dato il valore di portata massima richiesta dall impianto, la riserva idrica analitica necessaria a garantire una durata di funzionamento di min, è 5.00 m3. 8

53 3) CALCOLO EVACUATORI DI FUMO

54 6 - DIMENSIONAMENTO DEGLI EFC Dati generali A S [mq] = 220 Superficie compartimento a soffitto h [m] = 4,00 Altezza locale h C [m] = 0,00 Altezza cortina contenimento h=h-(y+h c ) [m] = 2,00 Zona con presenza di fumo Altezza minima della zona libera da fumi y o y c 6.2.b - As 1600 mq o bordo inferiore cortina con altezza minore dello strato di fumo y C [m] = 1,14 y C = y+ h/2((as-1600)/1600) h/2 [m] = 2,00 y C [m] = 2,00 altezza corretta libera da fumo (> 2m, >h/2) yc [m] = 2, Durata convenzionale prevista di sviluppo dell'incendio Tempo di allarme: T A [min] = 5 (Durata convenzionale - presenza di persone) Tempo inizio operaizoni: T I [min] = 15 (Tempo medio per squadra esterna) T TOT [min] = 20 Tempo totale Superifcie convenzionale d'incendio, gruppi di dimensionamento Velocità sviluppo incendio = Normale 3 Gruppo di dimensionamento = Dimensionamento (y C o y) / h = 0,5 Arrotondato allo 0,025 α = 1,00 S UT [mq] = 2,20

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