PROVVEDIMENTI RECENTI IN MATERIA DI APPRENDIMENTO PERMANENTE E TIROCINI SCHEDA DI RIEPILOGO

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1 PROVVEDIMENTI RECENTI IN MATERIA DI APPRENDIMENTO PERMANENTE E TIROCINI SCHEDA DI RIEPILOGO Ad integrazione di quanto emerso in occasione del workshop organizzato da Italia Lavoro in tema di qualità delle politiche per l occupazione giovanile, svoltosi lo scorso 2 ottobre a Roma, si riepilogano di seguito i principali provvedimenti approvati recentemente in sede di Conferenza Unificata e di Conferenza Stato-Regioni in materia di apprendimento permanente e, più in generale, in attuazione di quanto previsto dalla legge Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita (L.92/2012). Si tratta dei seguenti provvedimenti normativi: 1. Intesa in materia di apprendimento permanente; 2. Accordo concernente la definizione del sistema nazionale di orientamento permanente; 3. Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al Quadro Europeo delle Qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF); 4. Decreto Legislativo n.13 del 16 febbraio 2013 in materia di apprendimento non formale e informale; 5. Linee guida in materia di tirocini. La proposta di regolamento dei Fondi posta dall'unione Europea, per il prossimo ciclo di programmazione , prevede il ricorso ad una serie di condizionalità tematiche ex-ante motivate dall'esigenza di garantire che siano presenti le condizioni necessarie ad assicurare l'efficacia degli investimenti. L approvazione dei diversi provvedimenti riepilogati in questa breve scheda, consente di poter rispondere alla condizionalità ex ante riferita all obiettivo tematico 9, finalizzato ad incentivare gli investimenti degli Stati nelle competenze, nell istruzione e nell apprendimento permanente e, nello specifico, alla condizionalità 9.3: esistenza di un quadro politico nazionale e/o regionale per l'apprendimento permanente in linea con gli orientamenti politici a livello dell'unione. Tra i criteri di adempimento di quest ultimo ambito, si evidenziano misure per ampliare l'accesso all'apprendimento permanente, anche attraverso l'utilizzo efficace di strumenti di trasparenza (Quadro europeo delle qualifiche, Quadro nazionale delle qualifiche, Sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale, Quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell'istruzione e della formazione professionale) e lo sviluppo e l'integrazione di servizi per l'apprendimento permanente (istruzione e formazione, orientamento, convalida). 1 In tema di certificazione delle competenze, il livello di attuazione previsto del sistema sarà elemento chiave per il giudizio di soddisfacimento o meno della condizionalità da parte della CE. 1. Intesa in materia di apprendimento permanente 2 Come previsto dalla L. 92/2012, le politiche relative all apprendimento permanente sono determinate a livello nazionale con Intesa in sede di Conferenza Unificata. Pertanto, il 20 dicembre u.s. è stata sancita tra Governo, Regioni ed Enti Locali l Intesa concernente le politiche per l'apprendimento permanente e gli indirizzi per l'individuazione di criteri generali e priorità per la promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali. Le politiche in materia di apprendimento permanente si realizzano prioritariamente attraverso l integrazione territoriale dei servizi di istruzione, formazione e lavoro, anche con la promozione ed il sostegno alla realizzazione di reti territoriali che comprendano 1 COM (2011) 615 final Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio ; 2 ai sensi dell'art. 4, commi 51 e 55, della legge 28 giugno 2012, n. 92. Repertorio Atti 154/CU del 20 dicembre

2 l insieme dei servizi pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro attivi sui territori, nonché dei poli tecnico professionali 3. A partire da questa considerazione, l Intesa sottolinea come per l attuazione delle politiche nazionali per l apprendimento permanente nell ambito delle reti territoriali previste dalla legge, sia importante privilegiare misure che prevedano il coinvolgimento, anche tramite partenariati, delle parti sociali e della società civile; misure che utilizzino strumenti di trasparenza quali, ad esempio, il Quadro Europeo delle Qualificazioni, il Quadro Nazionale delle Qualificazioni, Sistema Europeo di Crediti per l'istruzione e la formazione professionale; e misure finalizzate a migliorare la pertinenza dell'istruzione e della formazione anche in riferimento al mercato del lavoro e alle esigenze di specifici gruppi di destinatari. L Intesa istituisce altresì presso la sede della Conferenza Unificata il Tavolo interistituzionale sull apprendimento permanente, composto dalle stesse Istituzioni firmatarie e dal Ministero dell economia e delle finanze. Il Tavolo ha funzioni di raccordo e monitoraggio degli interventi in materia, in particolare in merito agli obiettivi specifici delle reti territoriali (come indicato al punto B.4 dell Intesa) ed elabora proposte per la definizione di standard minimi e linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l apprendimento permanente e all organizzazione delle reti territoriali. 2. Accordo concernente la definizione del sistema nazionale di orientamento permanente 4 Considerata l Intesa riguardante le politiche per l apprendimento permanente, sopra citata, e preso atto delle indicazioni dell Unione Europea sia sul tema specifico dell Orientamento, sia nel quadro complessivo delle politiche di lifelong learning, il 20 dicembre 2012 è stato sancito un Accordo in Conferenza Unificata tra il Governo, le Regioni e gli Enti Locali con il duplice fine di: promuovere una strategia nazionale di Orientamento permanente nel campo dell educazione, della formazione professionale e dell occupazione; ed elaborare delle linee guida per la qualità e l integrazione dei servizi di orientamento. L Accordo prevede la costituzione a livello nazionale, presso la sede della Conferenza Unificata, di un Gruppo di lavoro Interistituzionale sull orientamento permanente composto dalle Istituzioni firmatarie dell accordo stesso, svolgente funzioni quali: l elaborazione di Linee di indirizzo generale e di proposte per la individuazione di Standard Minimi dei servizi di orientamento; la definizione di strumenti di monitoraggio relativi all attuazione delle politiche e degli interventi di orientamento; assicurare il coordinamento tra i diversi livelli nazionali ed il collegamento con le reti europee competenti in materia di orientamento (in particolare con l European Lifelong Guidance Policy Network - ELGPN). L art. 4 dell Accordo in questione prevede che la proposta di Linee guida nazionali dell orientamento (sulla base di obiettivi esplicitati) e la proposta per la individuazione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori, anche con riferimento alle funzioni e ai servizi di orientamento attualmente in essere nei diversi contesti territoriali e sistemi dell Istruzione, della Formazione e del Lavoro, siano elaborate dal Gruppo di lavoro entro il 30 giugno Tali proposte di linee guida nazionali dell orientamento e di individuazione di standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori saranno pertanto presentati dal Gruppo di lavoro anche al Tavolo interistituzionale sull apprendimento permanente. 3. Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al Quadro Europeo delle Qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF) 5 Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dell istruzione, dell'università e della ricerca, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in data 20 dicembre 2012 hanno sancito un Accordo che: 3 di cui al comma 33 dell art. 4 della legge n. 92/2012; 4 Accordo, ai sensi dell articolo 9, comma 2, lett. c) del decreto legislativo 28 agosto 1997, n Repertorio atti n. 152/CU del 20 dicembre Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF) di cui alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 ai sensi dell articolo 4, comma 1 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n Repertorio atti n.252/csr del 20 dicembre

3 - adotta il primo Rapporto nazionale di referenziazione al Quadro Europeo delle Qualificazioni (EQF) (Allegato A all Accordo), prendendo in considerazione le qualificazioni di riferimento nazionale allo stato attuale rilasciate da autorità pubbliche (Stato, Regioni e P.A.); - prevede la referenziazione dei titoli del sistema educativo pubblico italiano agli otto livelli del Quadro Europeo delle qualificazioni per l apprendimento permanente, secondo un prospetto riportato nel Quadro sinottico di referenziazione (Allegato B all Accordo). Il Rapporto nazionale, da considerarsi un lavoro in progress, alla luce delle recenti innovazioni introdotte dalla riforma del mercato del lavoro 6, testimonia il processo di referenziazione al EQF svolto in Italia, in risposta alla Raccomandazione del 23 aprile 2008 della Commissione Europea. Elaborato dal gruppo tecnico di esperti che ha curato il processo di referenziazione, il Rapporto è il risultato del confronto con il Coordinamento Tecnico delle Regioni e con le Parti Sociali. Il testo si struttura in tre sezioni, rispettivamente: - una prima sezione che descrive il quadro esaustivo dei diversi sistemi e sottosistemi educativi, formativi e professionali (è incluso anche un focus sulle buone pratiche di validazione degli apprendimenti non formali e informali); - una seconda sezione che riporta la Mappatura delle qualificazioni rilasciate nei sistemi e sottosistemi analizzati nella sezione 1; - una terza sezione che illustra il Quadro di referenziazione con l analisi dei criteri europei e le scelte metodologiche e procedurali adottate. Si segnala che la referenziazione delle abilitazioni e dei titoli professionali non risulta rappresentata nel Quadro di Referenziazione (Sez.3) in quanto il processo, avviato con le autorità competenti, è ancora in corso. L Accordo prevede che a partire dal 1 gennaio 2014 tutte le certificazioni delle qualificazioni rilasciate in Italia ricomprese nell elenco allegato al citato accordo debbano riportare il riferimento chiaro al corrispondente livello del Quadro europeo delle Qualificazioni per l apprendimento permanente. L Accordo in questione viene recepito con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca. 4. Decreto Legislativo n.13 del 16 febbraio 2013 in materia di apprendimento non formale e informale L art. 4 (comma 58) della Legge Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita (L.92/2012, c.d. Legge Fornero) prevedeva la delega al Governo ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze. Il Decreto Legislativo n.13, già preso in esame attraverso l Intesa sancita in Conferenza Unificata 7 e pubblicato il 16 febbraio 2013 nella Gazzetta Ufficiale 8, disciplina nell'ordinamento giuridico italiano, una serie di istituti innovativi, quali l'apprendimento 6 Legge 28 giugno 2012, n.92 Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita che prevede l istituzione di un sistema pubblica nazionale di certificazione delle competenze e la definizione di norme generali per l individuazione e la validazione delle competenze acquisite in contesti di apprendimento non formali e informali. 7 Intesa sullo schema di decreto legislativo recante definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, ai sensi dell'articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. Repertorio atti n. 146/CU del 20 dicembre Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, a norma dell'articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. (13G00043) (GU n.39 del ) 15&atto.codiceRedazionale=13G00043&elenco30giorni=true 3

4 permanente e la validazione e certificazione delle competenze acquisite in percorsi non formali o informali, al fine di regolare i servizi pubblici centrali e territoriali di istruzione, formazione e lavoro agli orientamenti e indirizzi comunitari (tra i quali si ricorda la Raccomandazione del Consiglio Europeo del 20 dicembre 2012 in materia di convalida dell'apprendimento non formale e informale, 2012/C 398/01). Tale decreto definisce i principi nel rispetto dei quali opera il sistema nazionale di certificazione delle competenze acquisite dalla persona in contesti formali, non formali o informali. Il decreto istituisce un comitato tecnico nazionale con funzioni di organo competente per la verifica del rispetto dei livelli di servizio e del sistema nazionale, cui spetta il compito di elaborare e proporre delle linee guida 9 per la cooperazione tra gli enti pubblici titolari (amministrazioni pubbliche, centrali, regionali e delle province autonome titolari, a norma di legge, della regolamentazione di servizi di individuazione e validazione e certificazione delle competenze) al fine di promuovere la realizzazione del sistema nazionale. Gli standard minimi di servizio che costituiscono il livello essenziale delle prestazioni da garantirsi su tutto il territorio nazionale sono definiti nel decreto stesso in riferimento al processo d individuazione, validazione e procedura di attestazione e certificazione delle competenze. Il decreto istituisce, inoltre, un repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, che costituisce il quadro di riferimento unitario per la certificazione delle competenze, attraverso la progressiva standardizzazione degli elementi descrittivi dei titoli di istruzione e formazione anche attraverso un sistema condiviso di riconoscimento di crediti formativi europei. Il sistema nazionale di certificazione delle competenze è oggetto di monitoraggio e valutazione da parte del MLPS, del MIUR e delle amministrazioni pubbliche, centrali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano (in qualità di enti pubblici titolari della regolamentazione di servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze), che potranno avvalersi della collaborazione di ISFOL, INVALSI, INDIRE, ANVUR e dell Unione nazionale delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura Il Decreto, che entrerà in vigore il 2 marzo 2013, specifica infine, che fino alla completa implementazione del Repertorio nazionale (e comunque per un periodo di norma non superiore ai 18 mesi), gli enti pubblici titolari continueranno ad operare, in materia di individuazione e validazione e certificazione delle competenze, nell ambito delle disposizioni del proprio ordinamento. 5. Linee guida in materia di tirocini In riferimento al dispositivo del Tirocinio, lo scorso 24 gennaio 2013, in sede di Conferenza Stato-Regioni è stato approvato l'accordo sul documento recante "Linee guida in materia di tirocini" 10 che definisce il quadro di riferimento nazionale in materia di tirocini ad oggi, intervenendo in maniera significativa su aspetti importanti (durata, indennità, sanzioni previste). Le Linee-guida nascono alla luce dell Intesa Stato-Regioni che diede luogo alle "Linee guida per la formazione nel 2010" 11 e del documento di lavoro "Un quadro per la qualità dei tirocini", adottato dalla Commissione Europea il 18 aprile del 2012 nell ambito della Comunicazione Verso una ripresa fonte di occupazione 12 che poneva la questione della qualificazione del dispositivo del tirocinio, quale strumento fondamentale per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. 9 Tali Le linee guida saranno adottate con decreto del MLPS, di concerto con il MIUR, il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e il Ministro dell economia e delle finanze, sentito il Ministro per lo sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza unificata e sentite le parti economiche e sociali. 10 ai sensi dell'art. 1, comma 34, della legge n. 92/2012. Repertorio Atti n.1/ CSR del 24 gennaio del 17 febbraio COM (2012) 173 final, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, Verso una ripresa fonte di occupazione, 4

5 Le nuove regole si applicano alle seguenti tipologie di tirocini extracurriculari: tirocini formativi e di orientamento svolti da diplomati, laureati, tirocini di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro per inoccupati e disoccupati, anche in mobilità o beneficiari di ammortizzatori sociali, tirocini di orientamento e formazione oppure di inserimento/reinserimento in favore di disabili, persone svantaggiate e richiedenti asilo politico o titolari di protezione internazionale. Sono esclusi, pertanto, dalle nuove regole i tirocini curriculari (quelli inseriti nei percorsi formativi di atenei e scuole), i periodi di pratica professionale e per l accesso alle professioni, tirocini transnazionali realizzati nell ambito di specifici programmi europei (LLP) e i tirocini estivi. Le Linee guida introducono: - una durata massima, diversa in base alla tipologia di tirocinio formativo, che non può essere superata, pena la possibile conversione del tirocinio in rapporto di lavoro subordinato; - l obbligo di corrispondere al tirocinante una indennità di partecipazione non inferiore a 300 euro lordi mensili (la percezione di tale indennità non comporterà la perdita dello stato di disoccupazione eventualmente posseduto dal tirocinante); - il divieto di utilizzo del tirocinante per attività lavorative per le quali non sia necessario un periodo formativo e per sostituire i lavoratori con contratti a termine o lavoratori assenti per malattia, maternità o ferie; - un numero massimo di tirocini attivabili dal soggetto ospitante. Il documento prevede la presenza di due tutor: un tutor didattico-organizzativo e un tutor tecnico. Introduce, infine, misure di vigilanza e una disciplina sanzionatoria per abusi o usi distorti del tirocinio da parte delle aziende. Le Regioni e le province autonome dovranno recepire le disposizioni contenute nelle linee guida all interno delle proprie normative regionali/provinciali in materia di tirocini entro la fine di giugno Nell attesa, la materia dei tirocini rimane regolata dalle rispettive normative regionali e in via residuale dall art.18 della L. 196/97. 5

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