SISTEMA MUSEALE DELLA PROVINCIA DI PADOVA. [V. CARPITA, E. STINCO]

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1 SISTEMA MUSEALE DELLA PROVINCIA DI PADOVA. [V. CARPITA, E. STINCO] 1. I musei della Provincia di Padova e la nascita del Sistema Museale. Con delibera del Consiglio Provinciale n. 68 del 6 giugno , è stato approvato il Regolamento del sistema museale della Provincia di Padova, che riunisce un gruppo di quattro musei di proprietà dell Ente 2. Fra questi, il Museo Provinciale del fiume Bacchiglione a Cervarese S. Croce è ubicato lungo il versante occidentale del territorio provinciale. Il museo di Villa Beatrice d Este di Baone, il Museo geopaleontologico Cava Bomba a Cinto Euganeo e infine il Museo Provinciale delle Macchine Termiche Orazio e Giulia Centanin a Monselice sorgono invece nella zona meridionale della provincia, e non risultano particolarmente lontani sul pino della vicinanza geografica. Cava Bomba a Cinto Euganeo costituisce un significativo esempio di archeologia industriale nella produzione di calce nei Colli Euganei (l antica fornace risale alla seconda meta dell 800), con una esposizione di strumenti originali, impiegati per l estrazione e la lavorazione dei materiali lapidei dei Colli Euganei 3. Al suo interno è anche ospitato il Museo Geo-Paleontologico, le cui raccolte comprendono fossili, rocce e metalli per lo più reperiti nelle aree immediatamente circostanti. La seicentesca Villa Beatrice d Este a Baone 4, presso il Monte Gemola, sorge su un più antico monastero, del quale sopravvive nell attuale struttura qualche labile traccia: un ala della Villa, dopo alcuni significativi interventi di restauro condotti fra gli anni 70 e 80 del 900, accoglie il Museo Naturalistico Provinciale, il cui attuale allestimento, attraverso le collezioni esposte e una documentazione fotografica di supporto, propone una panoramica delle specie vegetali ed animali caratteristiche del territorio euganeo e della pianura circostante. Il Castello medievale di San Martino della Vaneza a Cervarese S. Croce ospita il Museo Provinciale del fiume Bacchiglione 5, con una collezione di reperti archeologici rinvenuti nell area fluviale del Bacchiglione e del territorio immediatamente circostante 6. Nel maggio 2001, è stato infine inaugurato il Museo Provinciale delle Macchine Termiche Orazio e Giulia Centanin a Monselice: la raccolta è custodita entro un grande edificio della metà del 900, in origine impiegato per usi commerciali, e comprende un gruppo di macchine a vapore di proprietà di Orazio 1 D.C.P. 68 del 6 giugno 1994, Regolamento del Sistema Museale della Provincia di Padova. 2 F. COLOMBARA Il Sistema Museale della Provincia di Padova, in Il Sistema Museale Veneto, Atti della III Conferenza Regionale dei Musei del Veneto (Verona, settembre 1999), a cura di L. BALDIN, Treviso, 2000, pp M. GIORGETTI, Iniziative di promozione del Sistema Museale Provinciale, in Dai principi agli impegni in agenda. Politiche per gli standard nei musei, Atti della IX Conferenza regionale dei Musei del Veneto (Venezia 1 2 dicembre 2005), Treviso, 2006, pp < Il Museo geo-paleontologico dei Colli Euganei: Cava Bomba-Cinto Euganeo, a cura di F. Colombara, G. Astolfi, Padova, Cava Bomba a Cinto Euganeo: la fornace, il museo geopaleontologico, a cura di F. Colombara, G. Astolfi, Padova, < Il complesso monumentale Villa Beatrice d Este sul monte Gemola: guida alle mostre naturalistiche, a cura di F. Colombara, A Mazzetti, Padova, < C. PLUTI, Studio preliminare per un progetto di tutela e valorizzazione del territorio del fiume Bacchiglione, Padova, A.M. SPIAZZI, Progetto di ordinamento museale dei materiali fittili rinvenuti nel fiume Baccaglione, Padova, 1989.

2 Centanin, (risalenti tra la fine dell Ottocento e primi del Novecento), utilizzate per lo più nel settore agricolo 7. L istituzione del Sistema Museale, come esplicitato nel Regolamento, approvato con la citata delibera 68/1994, rispondeva all esigenza di «valorizzare e promuovere» i beni culturali e ambientali presenti sul territorio di competenza provinciale, sulla base delle disposizioni della L. 142/ La specificità delle raccolte, presumibilmente già in una fase progettuale, aveva orientato i promotori del sistema a definirne un articolazione tematica interna, in almeno quattro sezioni, ciascuna avente una precisa destinazione 9 : 1. La sezione naturalistica che «promuove lo studio, la documentazione, la valorizzazione della flora, della fauna, della geologia e della paleontologia del territorio provinciale, anche in rapporto all educazione ambientale». 2. La sezione storico-archeologica invece «provvede a raccogliere, conservare, documentare e valorizzare le testimonianze e i materiali relativi alla storia e dell archeologia del territorio provinciale, anche in rapporto alle tematiche educative». 3. La sezione etnografica ed antropologica «cura la raccolta, la conservazione, la documentazione e la valorizzazione degli atti ed oggetti della cultura materiale, delle tradizioni e dei costumi relativi al territorio provinciale, anche in funzione didattica». 4. La sezione arti visive infine «promuove e valorizza nelle forme opportune la produzione artistica provinciale, presente e passata, anche in rapporto all educazione artistica» 10. Venivano in tal modo venivano chiariti gli specifici ambiti di interesse del sistema, teso certamente alla salvaguardia del patrimonio presente sul territorio di pertinenza della Provincia, ma in una prospettiva forse non del tutto esauriente; per quanto ampi infatti, i settori inizialmente individuati non esauriscono e non potrebbero farlo del resto - il potenziale culturale di un territorio che, in generale, per sua natura, si presta difficilmente a eventuali ripartizioni di genere. Nello stesso regolamento venivano quindi menzionati gli immobili di proprietà della provincia e aventi destinazione a vincolo museale, presso cui risultano localizzati tre dei musei appartenenti al Sistema: Cava Bomba a Cinto Euganeo, la Villa Beatrice d Este a Baone, il Castello di San Martino della Vaneza a Cervarese di S. Croce. Si aggiungeva poi un altro particolare, disponendo che il «Sistema museale provinciale può suddividere le proprie collezioni in varie sedi», purché si tratti di immobili di proprietà dell Ente o ad esso concessi in uso e aventi il vincolo di destinazione a musei 11. In assenza di ulteriori elementi, non è chiaro in che termini dovesse intendersi questo concetto di suddivisione delle raccolte: di certo si tratta di un aspetto 7 < 8 L. 142 dell 8 giugno 1990, Ordinamento delle autonomie locali. 9 Regolamento del Sistema Museale della Provincia di Padova (D.C.P. 68/1994), art. 1, comma Per queste citazioni si veda il Regolamento del Sistema Museale, art. 2, commi Regolamento del Sistema Museale della Provincia di Padova (D.C.P. 68/1994), art. 3, comma 1. A tal fine il regolamento individua tre immobili di proprietà provinciale con vincolo di destinazione a museo: Cava Bomba a Cinto Euganeo, Villa Beatrice d Este a Baone e il Castello di San Martino della Vanezza a Cervarese S. Croce.

3 estremamente delicato, dal momento che preservare l integrità delle raccolte, sarà superfluo ribadirlo, costituisce un essenziale presupposto nonché una indiscussa priorità per una corretta conservazione. Contestualmente il Regolamento stabiliva che la Provincia di Padova interagisse con analoghe strutture di Enti locali, presenti nel proprio territorio per coordinare e programmare le attività dei musei del sistema (art. 3). In questo senso, come si coglie nel dibattito che ha preceduto l approvazione dello stesso Regolamento, si intendeva individuare uno strumento per superare le carenze di risorse (finanziarie e professionali) delle strutture presenti sul territorio. Tale interazione, ormai prossima a trovare una concreta attuazione con la costituzione del Sistema Museale Provinciale, si considerava anche nella prospettiva futura di istituire una struttura museale di ben più ampia portata. A questo riguardo non vengono purtroppo offerti ulteriori riferimenti sulla sua possibile configurazione poiché si allude solo sinteticamente al ruolo che tale struttura avrebbe dovuto svolgere: «coordinamento, consulenza, esistenza e programmazione» delle sedi museali di proprietà comunale presenti nel comprensorio provinciale. È comunque interessante rilevare che già nel 1994 i promotori del Sistema provinciale padovano, pur procedendo all attivazione di un progetto riguardante nell immediato esclusivamente i propri musei, fossero ben consapevoli delle condizioni di difficoltà in cui versavano molteplici sedi museali presenti sul territorio, benché di pertinenza di altri Enti locali; ed è ancora più significativo che individuassero come possibile strategia di intervento per potenziare le condizioni e la fruibilità dei musei del territorio la costituzione di una logica di interazione fra i musei. Pertanto, sembra che già nella fase progettuale si ragionasse in una prospettiva di medio-lungo termine. La valorizzazione e promozione dei beni culturali e ambientali presenti sul territorio di competenza provinciale, per ritornare alle finalità istituzionali del Sistema, erano da conseguirsi mediante una serie di attività. Il Regolamento provvede inoltre a normare, nelle sue linee essenziali, le attività del sistema museale (art. 4: accessibilità e fruibilità, apparati didattici, riprese e calchi, attività e manifestazioni). Ribadendo la necessità di ispirarsi ad un principio di larga fruibilità del proprio patrimonio, come è ovvio compatibilmente con le esigenze di conservazione dei materiali, si fornivano alcune indicazioni, comunque di massima, riguardanti sia le collezioni 12, sia i contenitori museali (cfr. art. 4, comma 6). Sul piano strettamente organizzativo e di gestione finanziaria, il Regolamento stabiliva che gli oneri per il funzionamento del sistema e per l incremento e la conservazione delle collezioni gravassero sulla Provincia (art. 7). Il Sistema museale in questo caso rispondeva all esigenza di operare in un ottica strutturata sul piano amministrativo ed economico, per far si che i musei coinvolti potessero fruire di servizi in un ottica complessiva e di difficile realizzazione singolarmente. Il Sistema museale, per l adempimento delle proprie finalità istituzionali, opera su più livelli di intervento. In ogni caso, non si è scelto di adottare una formula giuridica autonoma per il sistema museale, probabilmente ritenendo più agevole configurarlo come parte integrante dell amministrazione provinciale. 12 Successivamente prevede l incremento delle collezioni del sistema attraverso acquisti (art. 5) e precisa le modalità di gestione delle opere acquistate o concesse a titolo gratuito (art. 6).

4 I quattro musei del Sistema risultano infatti dipendenti dalla struttura organizzativa della Direzione Servizi culturali e offerta scolastica dell Ufficio Cultura e Offerta Scolastica della Provincia, che svolge quindi il ruolo di centro amministrativo e di coordinamento del Sistema. Anche sul piano delle professionalità, le figure preposte al suo funzionamento, rientrano nella pianta organica dell ente proprietario 13. La funzione di coordinamento delle attività del sistema è demandata alla figura del Direttore del sistema museale, avente la funzione di sovrintendere e coordinare le attività di sistema in collaborazione con il competente Capo Settore (art. 8, comma 3): «sovraintende alle sezioni museali, è responsabile della conservazione delle collezioni, coordina l utilizzazione del personale assegnato, collabora con il competente Capo Settore nell attuazione delle funzioni di propulsione dell attività museale in base agli indirizzi dell Amministrazione, redige annualmente la relazione consuntiva dell attività del sistema museale, formula indicazioni al Capo Settore per il programma da proporre in sede di Bilancio annuale e pluriennale». Il Direttore a sua volta partecipa di diritto alla Commissione scientifica del Sistema, nominata ogni quattro anni dal Presidente della Provincia; la Commissione ha funzione consultiva sulla gestione tecnica e scientifica del sistema ed è composta da cinque esperti sui temi legati al sistema (artt. 9 e 10) 14. Nel caso del Sistema Museale Provinciale di Padova, quindi la gestione delle strutture museali rientra direttamente nel quadro delle competenze dell amministrazione provinciale che è chiamata ad esercitare le proprie funzioni sul piano amministrativo e scientifico. 2. La gestione dei servizi aggiuntivi. La gestione dei servizi presso il sistema è affidata in concessione a terzi: dopo l iniziale affidamento alla Società Cooperativa Turismo e Cultura di Rovigo 15, attualmente il concessionario è la cooperativa bolognese Le Macchine Celibi 16. Il personale della cooperativa si occupa in particolare dell apertura/chiusura delle sedi museali, secondo quanto richiesto dalla stessa Amministrazione, dell organizzazione di visite guidate, della pulizia dei locali, della gestione dei servizi di biglietteria, bookshop, sorveglianza. Anche la programmazione delle attività didattiche rientra fra i compiti affidati: a questo proposito, gli operatori della cooperativa promuovono periodicamente un programma di iniziative differenziate in relazione alle sedi museali, articolando la propria offerta in base alla tipologia di pubblico. Un attenzione particolare è rivolta all organizzazione di laboratori didattici, differenziati a seconda della specifica tipologia del Museo 17, e di escursioni per gruppi organizzati che si svolgono nel territorio euganeo. 13 È comunque previsto in certi casi e per certe funzioni il coinvolgimento di personale esterno alla Provincia, tra cui personale volontario (art. 8, comma 4) 14 La Commissione scientifica si esprime in particolare sul piano da proporre all Amministrazione in occasione della formulazione del Bilancio annuale e poliennale, in merito agli incrementi delle raccolte, nonché sulle iniziative a carattere divulgativo e di scambio con i soggetti operanti nell ambito del Sistema museale stesso. 15 < 16 < La durata del servizio, secondo quanto si legge nel Capitolato d Oneri per il Servizio di gestioni dei Musei Provinciali, in allegato al Bando di Gara, si estende dal 1 aprile 2004 fino al 20 giugno Per un elenco delle attività, si veda nel dettaglio: <

5 3. Altre azioni di sistema Una parte preponderante della attività del Sistema si concretizza nell attuazione di interventi di coordinamento, promozione e valorizzazione del patrimonio. L adozione di iniziative volte a perfezionare il grado di fruibilità delle sedi museali aderenti al sistema si è rivolta sostanzialmente in alcune precise direzioni, provvedendo in primo luogo ad uniformare gli orari di apertura delle quattro strutture. Anche il regime tariffario è omogeneo, ma non è previsto un biglietto unico per l accesso ai quattro musei del sistema: la relativa distanza geografica almeno fra i tre musei di Monselice, Baone, Cinto Euganeo, in regime di orari di apertura simili, potrebbe tuttavia agevolare una dinamica di rimando da parte dei visitatori. Molteplici sono comunque le iniziative nel settore tariffario, proprio per articolare l offerta in relazione alle fasce d utenza e rendere i musei più appetibili. Accogliendo una richiesta avanzata dagli studenti delle scuole medie superiori, nel 2000 la provincia, su iniziativa dell Assessorato alle Politiche Giovanili, ha realizzato il progetto Carta Giovani, un iniziativa da allora rinnovata di anno in anno: la tessera, distribuita gratuitamente a tutti i giovani dai 14 ai 25 anni che frequentano un istituto di Istruzione Superiore o un altro Corso di Istruzione, permette di accedere a prezzo ridotto alle quattro sedi del Sistema Museale provinciale e ai Musei gestiti dal Settore Musei e Biblioteche del Comune di Padova, di entrare gratuitamente ai Musei dell Ateneo patavino e di ottenere agevolazioni presso numerose associazioni culturali, cinema, librerie, ristoranti, scuole di lingua, agenzie di viaggi, palestre, negozi, autoscuole 18. Nell agosto 2006 è stato sottoscritto un accordo tra la provincia di Padova e il Comune di Ferrara per rendere valide le proprie carte giovani nei rispettivi ambiti territoriali 19. La Provincia ha inoltre aderito all iniziativa comunale della PadovaCard che integra l offerta museale del Comune di Padova con quella dei trasporti, dei parcheggi e di altri servizi turistici 20. Nell ambito della promozione, si inserisce la realizzazione, nel novembre del 2005, del primo portale dei Musei della Provincia di Padova. Il sito web non è comunque dedicato in via esclusiva ai quattro Musei del Sistema, ma riunisce tutte le 65 istituzioni museali presenti sul territorio provinciale: per ciascuna è disponibile una scheda identificativa che riporta un breve profilo storico (origine ed evoluzione della raccolta) e le informazioni riguardanti gli orari, i recapiti, i servizi per i visitatori (compresa la possibilità di utilizzare una piccola mappa virtuale interattiva per programmare il percorso di viaggio). Il sito permette anche, mediante l impiego di una maschera di ricerca, di conoscere i musei aperti in un dato periodo ed è 18 L istituzione della CartaGiovani è avvenuta con Delibera della Giunta provinciale n. 14 del 31 gennaio Con D.G.C. n. 629 del 25 settembre 2000 (Progetto Carta Giovani : ingresso agevolato ai Musei Civici ed alle sedi espositive. Adesione del Comune di Padova e collaborazione con la Provincia di Padova) il Comune di Padova ha aderito all iniziativa (si veda la scheda sui Musei civici di Padova in < Per i Musei dell Università si rinvia alla scheda sui Musei universitari di Padova, ibidem. 19 < 20 La Card, acquistabile al costo di 14 euro, ha una validità di 48 ore e permette di accedere gratuitamente alla Cappella degli Scrovegni, ai Musei Civici Eremitani, al Palazzo della Ragione (in presenza di mostre solo fino alla Pietra del Vituperio), al Piano Nobile Caffè Pedrocchi, agli Oratori di S. Michele e S. Rocco, alla Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca, all Orto Bottanico, al Battistero del Duomo, all Odeo Cornaro e al Museo del Risorgimento, nonché Palazzo Zuckermann. É possibile anche usufruire di riduzioni presso altri monumenti patavini, utilizzare i parcheggi pubblici e le linee di bus urbani ed extraurbani APS, noleggiare biciclette. < Si rinvia comunque alla scheda relativa ai Musei Civici di Padova.

6 inoltre arricchito da due sezioni pensate appositamente per le famiglie e le persone diversamente abili: vengono infatti segnalati tra i siti museali quelli che prevedono facilitazioni per i più piccoli (sezione: baby accoglimento) e quelle strutture che si rivelano più facilmente accessibili (sezione: muse-abile) 21. Sempre nell ottica di favorire un ampia opera di informazione e promozione, negli ultimi anni, la Provincia ha promosso una serie di pubblicazioni, dedicate alle sue quattro sedi museali ma anche al patrimonio culturale del proprio territorio: musei, castelli, ville, cicli pittorici, monasteri, giardini e zone naturalistiche e archeologiche. L Assessorato alla Cultura ha inaugurato nel 2005 l iniziativa Musei letterari, per promuovere all interno dei Musei della Provincia, la lettura di opere letterarie di epoca contemporanea, scegliendo esponenti dei più diversi generi letterari: attraverso la presentazione di novità letterarie si intende far conoscere il patrimonio museale. L iniziativa Promozione dei Musei Provinciali coinvolge anche le associazioni culturali e gli enti che operano sul territorio e prevede numerose forme di pubblicizzazione e diffusione del materiale informativo nelle scuole, nei luoghi deputati al turismo e via web, ma anche il potenziamento della segnaletica stradale relativa alle sedi museali 22. Il sistema museale della provincia di Padova non si è fino ad oggi ampliato oltre alle quattro sedi già elencate, ma sono in cantiere le aperture di due futuri musei, tra cui il Museo di Storia della Medicina a Padova e il Museo Vivente degli Insetti a Brusegana. Il primo progetto è sostenuto dalla regione Veneto 23, dalla provincia e dal comune di Padova, dall Università degli Studi e dall Azienda ospedaliera e dall Azienda ULSS n. 16 di Padova, dallo Stato 24 e prevede il recupero dell antico Ospedale di San Francesco Grande, eretto a Padova al principio del 400, per istituirvi il Museo di Storia della Medicina e della Salute. L edificio, di proprietà della provincia di Padova accoglierà il patrimonio scientifico posseduto dall Università, dall Azienda Ospedaliera e dall Azienda ULSS n. 16 di Padova, ma anche di qualsiasi altro soggetto pubblico o privato. Nel luglio del 2007 la Giunta regionale ha 21 < 22 < 23 L.R. 5 del 28 gennaio 2000, art. 54 (Contributo per la realizzazione del Museo della Medicina a Padova. «1. Al fine di portare a compimento il Museo della Medicina all interno dello stabile, sito in Via San Francesco, di proprietà della provincia di Padova, la Giunta regionale è autorizzata a concedere per l esercizio 2000 un contributo alla provincia di Padova di lire di lire). Con D.G.R del 28/03/2000 (Museo per la Storia della Medicina in Padova. Partecipazione e contributo regionale. L.R. n. 5 del 28 gennaio 2000, art. 54) la Giunta regionale ha riconosciuto la rilevanza e la consistenza delle testimonianze legate alla storia della medicina e dell attività medica, individuando Venezia e Padova come i due centri più rappresentativi. In questo quadro si inserisce dunque l intervento della Regione, teso a promuovere la cooperazione fra i diversi soggetti istituzionali interessati. Con D.G.R del 14/09/2001 (Museo della Storia della Medicina e della Salute in Padova. Accordo di programma) è stato firmato l Accordo di Programma Quadro tra Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Padova, Università degli Studi di Padova, ULSS 16 di Padova, per definire i rispettivi obblighi e ambiti di intervento: la Provincia in particolare si sarebbe assunta l onere dei procedimenti per le gare di appalto dei lavori e delle forniture, per la stipulazione dei contratti, per la direzione e assistenza dei lavori (APQ in allegato alla D.G.R. (art. 4). Nel luglio del 2007 è stata approvata la L.R. n. 18 del 27 luglio 2007, Musei di Storia della medicina nella Regione Veneto, con cui la Giunta ha stabilito di partecipare in qualità di socio fondatore, alla Fondazione Museo della Scuola Grande di San Marco e della Sanità (a Venezia) e la Fondazione Museo della Storia della Medicina e della salute di Padova. 24 Con la Legge 237/1999, Istituzione del Centro per la documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee e di nuovi musei, nonché modifiche alla normativa sui beni culturali ed interventi a favore delle attività culturali, è stato erogato all'amministrazione provinciale di Padova - per l anno un contributo di lire per realizzare, d'intesa con l'università degli studi di Padova, del Museo della Storia della Medicina e della Salute di Padova (art. 5).

7 approvato la legge Musei di storia della medicina nella Regione del Veneto, diretta a disciplinare la partecipazione della Regione Veneto, in qualità di socio fondatore, alla Fondazione Museo della Scuola Grande di San Marco e della Sanità a Venezia e alla Fondazione Museo della Storia della Medicina e della Salute di Padova, quest ultima avente il compito di gestire e valorizzare il Museo della Storia della Medicina e della Salute di Padova. 25. Tuttavia il futuro Museo di Storia della Medicina e della Salute non potrà far parte del sistema museale provinciale né di quello universitario, a causa dell eterogeneità degli enti fondatori e gestori. Ciò meriterebbe forse un adeguato momento di riflessione in sede istituzionale; è pur vero infatti che l elevato numero di soggetti coinvolti nel progetto potrebbe comportare non poche difficoltà in termini di gestione del previsto museo. Ma è altresì evidente che in una simile circostanza sarebbe opportuno tenere in considerazione le realtà sistemiche che al momento risultano essere attive nel territorio padovano, e cioè il Sistema Museale Provinciale, il Sistema Museale di Ateneo, i musei civici. In linea di principio sarebbe infatti auspicabile che, laddove siano operative simili realtà, la costituzione di ulteriori sedi museali non venga considerata isolatamente, ma comunque in una logica di integrazione con l esistente. Di ampia portata, sotto molteplici punti di vista, è un secondo progetto condotto dalla Provincia con il sostegno finanziario dello Stato e dei privati, relativo alla costituzione del Museo Vivente degli Insetti; il progetto, legato all esistenza della Sezione Specializzata per la bachicoltura dell I.S.Z.A. (Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, istituto di ricerca del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali), è nato dall idea dell Amministrazione di valorizzare un peculiare patrimonio scientifico legato al territorio 26. Prevede lo spostamento dell Istituto nell edificio della Bigattiera e il recupero e la trasformazione per scopi museali del fabbricato della Stazione Bacologica risalente al Il nuovo museo potrà così ospitare le collezioni dei bachi da seta e collezioni, viventi e non, di altre specie di insetti con forte organizzazione sociale (quali api e formiche), nonché materiale scientifico e didattico 27. Lo stanziamento complessivo previsto per l intera operazione è di 7 milioni e 385 mila euro ed è stato possibile grazie all impegno congiunto della Provincia, che destina al progetto anche l immobile di sua proprietà, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo 28 e dello Stato 29. Secondo quanto riportato da un recente comunicato stampa (febbraio 2007), pubblicato on-line sul sito della Provincia 30, l apertura del Museo è prevista per l autunno del L.R. n. 18 del 27 luglio 2007, Musei di storia della medicina nella Regione del Veneto, artt Museo degli insetti alla Bacologica, «il Padovano. Periodico della comunicazione pubblica della Provincia di Padova», XXXVII, n. 10, febbraio 2004; Intesa per il Museo degli insetti, «Il Gazzettino online», venerdì 24 settembre 2004 (< 27 Nell attesa che i lavori vengano portati a compimento, è stata predisposta sul portale della Provincia una scheda con alcune note informative sul costituendo Museo: < 28 La Fondazione si è impegnata a erogare Euro. 29 Il contributo statale è stato stanziato con la legge 264 dell 8 novembre 2002, art. 16 (Istituzione del Museo bacologico di Padova): «1. E autorizzata la concessione di un contributo di euro per ciascuno degli anni 2002, 2003, 2004 in favore della Provincia di Padova per la realizzazione del Museo di Padova». 30 <

8 In conclusione dunque, il Sistema della Provincia di Padova è stato formalmente istituito e avviato nel Lo strumento normativo di riferimento è costituito dal Regolamento, che ne definisce il profilo gestionale, chiarendone altresì le finalità. Si tratta per questo motivo di uno dei pochi casi nel panorama regionale in cui un soggetto (in questo caso un Ente territoriale) promuove e costituisce formalmente ex-novo un sistema museale, differenziandosi quindi da quei casi in cui il sistema è istituito senza un atto ufficiale di costituzione. Il Sistema risponde al proposito di valorizzare (anche in virtù delle competenze riconosciute alle Province dalla L. 142/1990) il patrimonio dei musei di sua proprietà presenti nel comprensorio: in sostanza si tratta di quattro strutture museali, ciascuna delle quali sviluppa un determinato tema, sempre in relazione al proprio territorio, che rappresenta quindi il fattore caratterizzante di questa realtà: il Museo Geo-Paleontologico di Cava Bomba (Cinto Euganeo), il Museo Naturalistico Provinciale di Villa Beatrice d Este (Baone), il Museo Provinciale del fiume Bacchiglione (Cervarese S. Croce), il Museo Provinciale delle Macchine Termiche Orazio e Giulia Centanin (Monselice). Il Sistema sul piano organizzativo si colloca nell ambito dell Ente di pertinenza (Provincia di Padova- Assessorato alla Cultura) che per la sua gestione si avvale di proprie risorse economiche e professionali: per quanto riguarda invece la gestione dei servizi aggiuntivi e delle attività didattico-divulgative, quest ultima è stata affidata in concessione alla cooperativa Le macchine celibi. Nel proposito di potenziare il livello di fruibilità dei musei coinvolti, si è provveduto a uniformare gli orari di apertura e il regime tariffario per l accesso alle sedi in questione. Le attività del sistema si esplicano fra l altro nella predisposizione di attività divulgative e didattiche (come si è detto) e nella programmazione di iniziative promozionali, per la cui diffusione il sistema si avvale, in aggiunta ai più tradizionali canali di comunicazione (brochures, depliants informativi), del portale web, che tuttavia non riguarda soltanto i quattro musei provinciali, ma comprende tutti i musei presenti nel comprensorio padovano.

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