IL RISCHIO CHIMICO NEL SETTORE CARROZZERIE

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1 IL RISCHIO CHIMICO NEL SETTORE CARROZZERIE Studio sull applicazione dei metodi di valutazione del rischio chimico con particolare attenzione alla fase di verniciatura Maggio

2 PREMESSA Nel 2015 il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) della ASL Milano (ora Agenzia di Tutela della Salute -ATS- Città Metropolitana di Milano) ha avviato uno studio di approfondimento in merito all applicazione dei metodi di valutazione del rischio chimico nel comparto carrozzerie, con particolare attenzione posta per la fase di verniciatura. Lo studio nasce come estensione del precedente progetto carrozzerie attività di controllo, sviluppatosi negli anni 2013/2014, che aveva un obiettivo più centrato sulla sicurezza in ambito generale ed il cui esito è pubblicato sul sito istituzionale dell ATS. OBIETTIVO GENERALE Nel comparto carrozzerie il rischio chimico è generalmente riconosciuto come significativo (rilevante). Si è ritenuto, pertanto, opportuno approfondire le nostre conoscenze in merito alle modalità di valutazione del rischio medesimo da parte dei datori di lavoro, con particolare riferimento alla fase di lavoro di verniciatura, stimolando di conseguenza anche un miglioramento all approccio preventivo delle condizioni di igienicità e salubrità nei luoghi di lavoro. OBIETTIVI SPEIFICI 1. analizzare nel metodo il percorso logico/normativo che ha condotto le aziende a definire le singole esposizioni; 2. osservare i punti critici dei processi indagati facendo emergere, ove necessario, eventuali elementi contraddittori o correttamente gestiti; 3. rendere disponibili agli stessi operatori del settore gli aspetti più significativi dell esperienza effettuata per migliorare le specifiche conoscenze. MATERIALI E METODI Il gruppo di lavoro è stato costituito da 4 operatori del servizio PSAL: 1 Tecnico della Prevenzione, 1 Assistente Sanitaria, due laureandi Tecnici della Prevenzione (uno dei quali ha portato come tesi l argomento in oggetto). E stato volutamente coinvolto un limitato numero di aziende (cinque carrozzerie) per favorire un approccio più collaborativo con i datori di lavoro e contestualmente consentire un maggior livello di approfondimento anche in merito alla possibilità di effettuare misurazioni strumentali in corso d opera. Sono così state selezionate cinque carrozzerie con un minimo di 4 addetti, che avessero avuto contatti precedenti con il Servizio PSAL e che potessero garantire: disponibilità documentale: DVR, DVR chimico, schede di sicurezza delle sostanze utilizzate, campionamenti ambientali, programma di sorveglianza sanitaria con idoneità alla mansione; disponibilità all effettuazione di sopralluoghi articolati anche con rilievi ambientali; disponibilità ad osservazioni approfondite in merito alle modalità di svolgimento delle lavorazioni di interesse anche con rilievi fotografici. Periodo temporale di effettuazione del progetto: Giugno - Settembre Nella scelta del periodo estivo ha sicuramente inciso la caratterizzazione climatica, indubbiamente più impegnativa sotto l aspetto valutativo delle condizioni lavorative sia per le alte temperature raggiunte, che per le implicazione nell attuazione delle misure di prevenzione e protezione (uso di adeguati DPI,ecc.). Prima di introdursi nell argomento specifico si rende necessario ripercorrere il ciclo produttivo delle carrozzerie, composto da più fasi o attività tipiche: - accettazione del veicolo e valutazione del lavoro da effettuare; - smontaggio dal corpo vettura delle parti danneggiate; - riparazione/sostituzione delle parti danneggiate; - assemblaggio lamierati (saldatura, imbullonatura, masticiatura, molatura); - preparazione alla verniciatura dell autovettura o suoi componenti (applicazione antirombo e antiruggine, stuccatura a spatola, levigatura, pulitura superfici, mascheratura, sgrassaggio, applicazione fondo, levigatura fine); 2

3 - verniciatura (preparazione dei prodotti vernicianti e loro applicazione a spruzzo, appassimento, essiccazione, pulizia aerografo, eventuale distillazione solvente); - montaggio dei componenti (iniezione di prodotti antiruggine nelle parti scatolate, montaggio delle parti meccaniche, sgrassaggio sedi vetri, applicazione di primer e mastice/sigillante sedi vetri, montaggio vetri/accessori); - lucidatura, rimontaggio e finitura. Nelle aziende più articolate è possibile trovare figure professionali specializzate che operino solamente in una delle fasi sopra descritte. Nelle attività più piccole, invece, è frequente che gli addetti vengano adibiti a tutte le lavorazioni. Dati gli obiettivi generali e specifici dello studio, sono state approfondite le fasi di lavoro di più specifico interesse ovvero la fase di preparazione delle vernici e la fase di verniciatura: 1 preparazione della vernice: la fase di preparazione/miscelazione delle vernici in genere viene svolta in locali specificamente organizzati ed attrezzati: possono essere il locale tintometro o, in alcuni casi, box miscelazione vernici o paint room. Questi box sono ambienti realizzati con strutture prefabbricate dotate di impianto elettrico, banchi di lavoro ed impianto di aspirazione. In generale oltre allo stoccaggio dei prodotti sono presenti un PC ed una bilancia per pesare con precisione al grammo i diversi ingredienti. La tipologia dei prodotti e le modalità di utilizzo sono comuni a tutte le realtà osservate. 2 verniciatura: la fase di verniciatura è anch essa effettuata in ambienti dedicati presenti in tutte le carrozzerie: le cabine di verniciatura. Nella stessa postazione viene eseguita anche la fase di essicazione della verniciatura. Tali cabine sono dotate di propri impianti elettrici e di sistemi di ventilazione: l aria viene immessa nella cabina con un flusso verticale dall alto verso il basso, favorendo in tal modo l abbattimento delle nebbie createsi dalla verniciatura; queste vengono captate su appositi filtri posti sul pavimento della cabina. Il sistema è associato a gruppi riscaldanti, in genere di tipo elettrico o a gas metano, che svolgono la funzione di essiccamento. 1) Sopralluogo L intervento nelle carrozzerie è stato effettuato tramite sopralluoghi durante i quali si è presa visione della documentazione di specifico interesse e sono stati osservati luoghi e lavorazioni in essi svolte. Gli operatori hanno effettuato misure strumentali per la rilevazione di alcuni parametri ambientali (temperature, umidità relativa) ed hanno provveduto all applicazione diretta dei metodi di analisi Anarchim e Movarisch. 2) Misure strumentali Per un completo e corretto studio del processo di valutazione del rischio sono stati acquisiti i seguenti parametri ambientali: 1) velocità di cattura delle cappe di aspirazione degli inquinanti presenti nel locale tintometria (fase di preparazione delle vernici); 2) efficacia della portata degli impianti per l abbattimento delle nebbie prodotte nella cabina di verniciatura; 3) considerata la necessità di utilizzo di DPI particolarmente coprenti durante la fase di verniciatura, si è ritenuto opportuno misurare anche la temperatura ambientale ed il tasso di umidità relativa presenti nei locali di lavoro, confrontandole poi con quelle rilevate in ambiente esterno lo stesso giorno. Le misure sono state effettuate utilizzando la strumentazione in dotazione al Servizio: globotermometro, anemometro e psicrometro. 3

4 3) Metodi di analisi Per la valutazione del rischio chimico sono stati applicati i metodi Movarisch (elaborato delle Regioni Emilia Romagna, Toscana e Lombardia) ed Anarchim (elaborato dall Istituto INRS francese equivalente di INAIL). Essi sono due tra i più diffusi metodi disponibili per dimostrare il conseguimento di un adeguato livello di prevenzione e protezione secondo quanto previsto dall art. 225 D. Lgs. 81/2008. Per l applicazione dei modelli si è reso necessario specificare il preparato di riferimento al fine di poter effettuare un confronto tra i risultati ottenuti. E essenziale riconoscere che tali modelli sostituiscono in alcun modo il processo di valutazione del rischio chimico. RISULTATI DELLO STUDIO Dall analisi dei DVR è emerso che tutte le carrozzerie coinvolte nel progetto hanno strutturato la valutazione del rischio sulla base di gruppi omogenei o di fasi lavorative. E stato pertanto verificato che quanto descritto nei singoli DVR fosse effettivamente applicato nell organizzazione aziendale al fine di accertare una reale coerenza tra descrizione delle mansioni e ricostruzione dell esposizione (passaggio fondamentale sia per lo sviluppo corretto del presente studio che per effettuare una corretta valutazione dei rischi più in generale). Sulla base dei sopralluoghi effettuati questa coerenza è stata sempre rilevata. Analisi dei DVR Di seguito si riporta lo schema del ciclo lavorativo così come viene identificato anche nei programmi di sorveglianza sanitaria avviati dai medici competenti. In esso si riconosce l articolazione delle mansioni e delle fasi lavorative di nostro interesse: addetto officina meccanica, addetto carrozzeria e addetto verniciatura. Dato che le modalità operative nelle carrozzerie sono sempre più in evoluzione è possibile che le attività di meccanica e carrozzeria vengano sovrapposte costituendo un unico gruppo omogeneo. Lattoniere, montatore, addetto carteggiatura, smerigliatura e assimilabili Addetto officina meccanica/carrozzeria Preparazione vernici applicazione vernici appassimento/essicazione lucidatura Addetto verniciatura Gli agenti chimici in uso durante la fase di verniciatura sono suddivisibili in categorie di composti quali paste, diluenti, trasparenti, fondi, catalizzatori e vernici. Analizzando la fase di miscelazione delle sostanze è emerso che il quantitativo di vernici utilizzato risulta essere preponderante rispetto alle altre sostanze; per tale motivo si è ritenuto opportuno valutare con più attenzione la composizione chimica delle vernici stesse. In commercio risultano esserci sia vernici a solvente 4

5 che vernici acquose. Le prime contengono elevate quote di solvente organico (anche fino al 50%), mentre nelle seconde il mezzo disperdente principale è l acqua con percentuali molto inferiori di solventi organici (fino al 5%). Dall analisi delle schede di sicurezza delle vernici presenti nei cicli lavorativi osservati è emersa la costante presenza di solventi quali stirene, xilene, toluene ed etilbenzene appartenenti alla famiglia degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Nella tabella 1 sono stati raccolti i solventi più rappresentativi; si riportano per ciascuno di essi la specifica classificazione IARC, ACGIH e le frasi H (Hazard statements) di maggiore interesse, con l indicatore biologico di riferimento (indicatori di esposizione) che andremo a ritrovare nei vari programmi sanitari definiti dai medici competenti. ACGIH IARC R FRASI H monitoraggio biologico BENZENE A1 1 45/46 H340 - H350 - H225 - H304 - H315 - H319 - H372 - H412 ac. S-fenilmercapturico nelle urine TOLUENE A4 3 XILENE A4 3 H315 - H317 - H319 - H330 - H334 - H335 - H351 - H 412 H304 - H312 - H315 - H319 - H332 - H335 - H341 - H 351 ac. Ippurico urine, toluene sangue, toluene urine ac. Metilippurico urine, xilene sangue, xilene urine STIRENE A4 2B H226 - H302 - H319 - H315 ac. Mandelico urine + ac. Fenilgliossilico urine, stirene sangue ETILBENZENE A3 2B H304 - H312 - H319 - H332 - H335 Tabella 1 solventi maggiormente presenti nelle vernici ac. Mandelico nelle urine Si noti la presenza di una sola sostanza ritenuta cancerogena per l uomo, presente comunque sempre in concentrazioni inferiori allo 0.1% nelle miscele che la contengono e che pertanto rientra nel capo II del Titolo IX del D.Lgs. 81/08; le altre rappresentano rischi per la salute in ordine ad azioni irritative su cute e mucose e/o azione depressiva sul SNC (la specifica per ciascuna sostanza è riportata nel capitolo sorveglianza sanitaria ). Dall analisi dei DVR, in merito alle modalità di valutazione del rischio chimico, sono emersi dati di interessante lettura che portano a conclusioni contrastanti tra loro. La presenza di un rischio chimico irrilevante per la salute dei lavoratori, determinato dall applicazione dei metodi standardizzati (Movarisch, Anarchim, etc.), contraddice l esito dei campionamenti ambientali effettuati a completamento della valutazione stessa (lettura di esposizione ). In tabella 2 sono riportate le conclusioni seguite alla raccolta ed alla elaborazione dei dati. 5

6 METODO VALUTAZIONE RISCHIO CHIMICO Anarchim Movarisch Anarchim ESITO VALUTAZINE RISCHIO CHIMICO salute considerevol e irrilevante irrilevante sicurezza INDAGINI AMBIENTALI ESITO PIANO DI MIGLIORAMENTO DPI LAVORATORI INF/FORMAZION E LAVORATORI irrilevante no si si si? basso Movarisch irrilevante basso modello Regione basso irrilevante Piemonte Tabella 2: esiti valutazione rischio chimico xilene, acetato di butile, trimetilbenzen e polveri e sostanze volatili polveri e sostanze volatili acetone, xilene, toluene, N-butanolo esposizione no si no esposizione si si si esposizione si si si esposizione si si si Nella tabella 2 sono riportate anche altre indicazioni complementari relative al DVR: predisposizione del piano di miglioramento, fornitura ai lavoratori di Dispositivi di Protezione Individuale, attuazione degli adempimenti relativi alla informazione e formazione dei lavoratori. Dalla elaborazione dei dati acquisiti è emerso quanto segue: tra i modelli di calcolo riconosciuti per la valutazione del rischio chimico sono stati applicati Anarchim, Movarisch e Modello Regione Piemonte; tutte le valutazioni elaborate hanno dimostrato un rischio chimico irrilevante per la salute e basso per la sicurezza. Solo in un caso è stato valutato un rischio irrilevante per la salute dei lavoratori; in un caso manca la valutazione del rischio relativo alla sicurezza; tutte le carrozzerie hanno effettuato indagini ambientali con campionamento ambientale e/o personale delle sostanze aerodisperse nel locale tintometria e cabina forno. Da ciascuna indagine è scaturita una valutazione finale di esposizione ambientale al rischio chimico; in quasi tutti i documenti di valutazione del rischio è presente un piano di miglioramento (nella maggior parte dei casi incompleto); tutti i lavoratori sono stati forniti di DPI (maschere e guanti); tutti i lavoratori sono stati informati/formati sul rischio specifico; tutti i lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica, con ricerca degli Indicatori Biologici di Esposizione (IBE) anche nel caso di valutazione di rischio irrilevante per la salute dei lavoratori. In alcune indagini sono state analizzate sostanze quali xilene, toluene, N-butanolo, acetato di butile, trimetilbenzene, in altre polveri e sostanze volatili in genere. Questa differenza si rivela strategica rispetto all obiettivo di valutazione del rischio chimico nel suo insieme. Infatti, sia la dimostrazione del conseguimento di un adeguato livello di prevenzione/protezione tramite la misurazione degli agenti chimici, che sono causa di rischio per la salute dei lavoratori, che l applicazione dei metodi per la stima del rischio chimico sopra citati sono contestualmente citati nell art. 225 comma 2 del D. Lgs. 81/2008. Essi sono in contrasto tra loro, tuttavia va data loro l appropriata connotazione. I metodi di analisi del rischio chimico devono porsi come obiettivo la dimostrazione del conseguimento di un adeguato livello di prevenzione e di protezione rispetto agli agenti chimici (art. 225 c. 2 D. Lgs. 81/2008). Partendo da questo presupposto, i metodi a disposizione devono essere strutturati in modo tale che l eventuale conclusione di rischio basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute possa essere una affermazione certa (art. 224 comma 2 D. Lgs. 81/2008). 6

7 In generale i metodi sono costruiti in modo da essere cautelativi. Essi devono dare un risultato negativo quando il rischio è presente o potrebbe esserlo. Quest ultimo caso, infatti, compromette la dimostrazione di un adeguato livello di prevenzione e protezione. E importante ricordare che tali metodi di analisi del rischio hanno un limite che è costituito dalla possibilità di stimare esposizioni solo per sostanze chimiche corredate da schede di sicurezza; è invece possibile applicare tali metodi di valutazione per i sottoprodotti chimici che si creano, volontariamente o involontariamente, durante un processo di lavorazione e per i quali esistono schede di sicurezza. Ne consegue pertanto che per queste specifiche realtà diviene fondamentale ricorrere alla valutazione del rischio tramite campionamenti ambientali. Considerato che il datore di lavoro può ricorrere, ove possibile, sia a misure quantitative dell agente inquinante sia ai sistemi di stima del rischio chimico, dovrà provvedere all effettuazione di una sintesi finale tra i due risultati ottenuti, specialmente se discordanti, dichiarando quale sia in ultima analisi l esito della valutazione del rischio. Come si può osservare nella tabella 2 questo decisivo passaggio per il completamento della valutazione del rischio è stato colto da nessuna azienda. Paradossalmente l assenza di questo elemento equivale all assenza di valutazione del rischio. La conclusione della valutazione del rischio è poi fortemente legata, per sua natura, ai conseguenti provvedimenti che la norma definisce in merito a misure specifiche di protezione e prevenzione sino al tema della sorveglianza sanitaria. Se la valutazione del rischio segue un percorso di criteri corretti nel processo di analisi, anche le misure di miglioramento che ne conseguono saranno esposte a criticità qualitative. Rilevazione parametri ambientali Di seguito si riporta uno schema delle modalità di esecuzione delle rilevazioni dei parametri microclimatici effettuate. Sonde Globotermometro Parametri microclimatici T globo C Termoigrometro UR % Anemometro a filo caldo V aria m/s Tempo di acclimatamento sonde prima misurazione 30 min successive 20 min strazione puntuale dei valori: 3 registrazioni successive, 1 minuto una dall'altra e media dei tre valori otte Modalità 160cm "naso operatore" "da bocca aspirante" (cappa, proboscide ecc.) h "punto di emissione" (barattolo di prepazione miscela) h "pistola" 30cm<h<150cm Schema modalità rilevazioni parametri microclimatici In tabella 3 sono riportati i parametri ambientali rilevati durante i sopralluoghi con specifica del mese di riferimento. Esterno TINTOMETRIA CABINA VERNICIATURA/FORNO V aria V aria MESE T Globo UR T Globo UR da bocca aspirante punto di emissione T Globo h "tappetino di cattura" h "pistola" luglio ,5 1,7 0, ,15 0, ,2 0, ,15 0,05 giugno 31, ,5 0, ,1 0,2 giugno ,5 0, ,2 0,2 settembre , ,2 0,2 settembre ,4 0,3 Tabella 3: misure di temperatura umidità relativa e velocità dell aria UR 7

8 I dati rilevati possono essere così riassunti: Velocità di aspirazione dell aria Tra gli indicatori dei metodi di analisi del rischio chimico sono citati i sistemi di controllo dell inquinante, tra i quali gli impianti di aspirazione localizzata. I dati di letteratura, in base al tipo di inquinante presente, stabiliscono che durante la fase di lavoro in tintometria ci debba essere una velocità di cattura dell aria tra i metri/secondo; mentre per la fase di lavoro in cabina di verniciatura la velocità di abbattimento delle nebbie prodotte dalle pistole a spruzzo deve essere di metri/secondo (si veda I sistemi di aspirazione localizzata per la bonifica degli ambienti di lavoro di Ing. Bruno Thieme Clinica del lavoro L. Devoto dell Università degli Studi di Milano). Dalle nostre rilevazioni è emerso quanto segue: locale tintometria o velocità dell aria alla cappa di aspirazione: 0 m/s - 1,7 m/s o velocità dell aria al punto di emissione = 0 cabina di verniciatura o velocità dell aria al tappetino di cattura: 0,1m/s - 0,4 m/s o velocità dell aria tra 0,30 cm e 2,00 metri di altezza dal pavimento (zona di utilizzo della pistola a spruzzo): 0,05m/s - 0,3 m/s. Questi dati, se paragonati con i valori di riferimento riportati nello schema seguente, indicano chiaramente che anche dopo manutenzioni recenti e verificate la velocità di cattura degli inquinanti, nelle diverse situazioni operative, è sempre risultata insufficiente presso tutte le carrozzerie. VALORI DI RIFERIMENTO PER VALUTAZIONE DELL'EFFICACIA DEGLI IMPIANTI DI ASPIRAZIONE GENERAZIONE DELL INQUINANTE ESEMPIO DI ATTTIVITA VELOCITA DI CATTURA (m/s) L inquinante entra, a velocità trascurabile, in aria calma L inquinante entra, a bassa velocità, in aria leggermente mossa Sgrassaggio evaporazione di colle o vernici Saldatura galvanica decapaggio riempimento di contenitori con prodotti liquidi o solidi verniciatura a spruzzo a bassa pressione, nastri trasportatori 0,25/0,50 0,50/1,00 Verniciatura a spruzzo L inquinante, generato energicamente, entra in aria in rapido insaccatura automatica movimento nastri trasportatori 1,00/2,50 Per ogni categoria è indicato un intervallo di velocità: la scelta del valore dipende da fattori come le condizioni delle correnti d aria nell ambiente, la tossicità dell inquinante, la continuità della lavorazione, l entità delle portate in gioco Schema valori di riferimento di efficacia degli impianti di aspirazione Temperatura e tasso di umidità E importante sottolineare che i parametri di temperatura e umidità relativa oltre che in ambiente di lavoro sono stati rilevati, nella stessa giornata, anche in ambiente esterno; ciò ha permesso di mettere a confronto le condizioni microclimatiche nei vari ambienti lavorativi con le rispettive condizioni ambientali esterne. In generale le temperature ambientali esterne e quelle interne ai locali di lavoro risultano simili. Nel periodo estivo (luglio-settembre) la temperatura interna ai locali di lavoro varia tra i 20 e i 40 C, quindi con un ampio margine di oscillazione che sicuramente va ad incidere sull attività lavorativa. All interno del locale tintometria la temperatura più alta rilevata è stata di 37.5 C, mentre in cabina forno risulta essere di 40 C. Anche per il tasso di umidità si può parlare generalmente di 8

9 valori simili sia in ambiente esterno che interno. Risulta solo un caso nel mese di luglio in cui il tasso di umidità nel locale tintometria risulta ampiamente più alto (37.5 UR) rispetto a quello rilevato in esterno (28 UR)ed in cabina di verniciatura (32 UR). In un contesto simile l elemento differenziale è costituito dal vestiario e DPI utilizzati. Il lavoratore in generale è dotato di scarpe e tuta da lavoro; quando opera nel locale tintometria deve utilizzare anche maschera semi-facciale, occhialini e guanti; in cabina di verniciatura questa dotazione è ulteriormente implementata dall utilizzo di una sovra tuta ad ulteriore protezione dal rischio chimico. In queste situazioni il datore di lavoro deve tenere conto sia dell efficacia dei Dispositivi di Protezione Individuale utilizzati che del rischio indotto dall utilizzo dei vari presidi; essi spesso comportano una condizione operativa confortevole per quanto riguarda le condizioni ambientali. Infatti, in questi ambienti di lavoro si è potuto osservare il raggiungimento di temperature pari a C con tasso di umidità relativa del 50% e oltre, per un tempo di verniciatura normalmente stimato in almeno 20 minuti di lavorazione; a ciò si aggiunga l ulteriore affaticamento dell operatore legato ad una significativa attività fisica. Questo aspetto merita di essere approfondito, oltre che nella rilevazione dei parametri microclimatici, anche attraverso l analisi degli indici microclimatici di comfort e discomfort termico tenendo conto dell impegno fisico dei lavoratori. Ovviamente MOVARISCH ed ANARCHIM prevedono la compilazione di indici che possano pesare il comfort del lavoratore durante l utilizzo dei DPI. Tuttavia tale elemento è da considerarsi superfluo nel processo di valutazione dei rischio, in quanto devono essere gestiti anche i rischi indotti dai provvedimenti di tutela adottati. Modelli di rilevazione del rischio chimico Gli operatori del Servizio PSAL hanno provveduto ad applicare i sistemi MOVARISCH ed ANARCHIM nelle attività svolte in tintometria e cabina di verniciatura. Per il loro utilizzo è stato necessario stabilire uno standard che potesse rappresentare la gran parte delle preparazioni normalmente effettuate in questi ambiti lavorativi. In particolare si è deciso per una miscela di sei prodotti per un peso totale di 680 grammi. Tra le sostanze presenti nel preparato troviamo xilene, etilbenzene, acetato di n-butile, butanolo che sono alcune tra quelle elencate in tabella 1 e per le quali sono stati svolti campionamenti ambientali. In merito alle quantità utilizzate è bene sapere che generalmente gli attuali tintometri consentono di effettuare preparazioni inferiori ai 50 gr di prodotto, in quanto vi è garanzia sul raggiungimento della corretta tonalità di colore desiderata. Inoltre è molto raro effettuare preparazioni che abbiano un peso effettivo di più di 1300 gr equivalente alla verniciatura completa di un veicolo di medie dimensioni. Le successive tabelle n.4 e n.5 presentano i risultati dei metodi di analisi MOVARISCH e ANARCHIM con l inserimento delle informazioni derivanti dalle schede di sicurezza del preparato identificato come standard. In esse, inoltre, sono riportati tutti gli elementi contenuti nelle sostanze ad eccezione della prima in quanto composta al 99% da acqua. Per una migliore lettura dei risultati riportati si riporta la seguente legenda: Rischio irrilevante per la salute - colore verde Rischio nell intervallo di incertezza - colore nero (solo per MOVARISCH) Rischio accettabile ma superiore all irrilevante per la salute - colore giallo Rischio accettabile - colore rosso 9

10 Tabella di comparazione risultati MOVARISCH e ANARCHIM in Tintometria Modelli di calcolo MOVARISCH ANARCHIM Indice Inalatorio Cutaneo Cumulato Inalatorio Cutaneo Cumulato Sostanza 1 Sostanza 2 2-butossietanolo/3,00% 2-butanolo/5,00% Sostanza 3 Hexamethylene diisocyanate/15% 2-butossietil acetato/25% 3-etossipropionato di etile /25% xilene/12,50% etilbenzene/20% Sostanza 4 2-butossietanolo/15% 3-etossipropionato di etile /70% xilene/20% Sostanza 5 etilbenzene/25% acetato di n-butile/10% Sostanza 6 2-butossietanolo/50% xilene/12,50% Tabella 4 : comparazione risultati Movarisch e Anarchim in Tintometria 10

11 Tabella di comparazione risultati MOVARISCH e ANARCHIM in Cabina Verniciatura Modelli di calcolo MOVARISCH ANARCHIM Indice Inalatorio Cutaneo Cumulato Inalatorio Cutaneo Cumulato Sostanza 1 Sostanza 2 2-butossietanolo/3,00% 2-butanolo/5,00% Sostanza 3 Hexamethylene diisocyanate/15% 2-butossietil acetato/25% 3-etossipropionato di etile /25% xilene/12,50% etilbenzene/20% Sostanza 4 2-butossietanolo/15% 3-etossipropionato di etile /70% xilene/20% Sostanza 5 etilbenzene/25% acetato di n-butile/10% Sostanza 6 2-butossietanolo/50% xilene/12,50% Tabella 5: comparazione risultati Movarisch e Anarchim in cabina verniciatura Sia in tintometria che in verniciatura MOVARISCH restituisce differenti gradazioni del rischio secondo il tipo di sostanza, differenziando per via di esposizione. Si osservi che gli indici maggiori sono attribuiti a quelle sostanze in cui è presente lo xilene in miscela con altri elementi. ANARCHIM, invece, tende a concludere il processo attribuendo ai diversi composti un grado di rischio alto (indice di intervento 1 = intervento immediato) anche nel caso della prima sostanza che è composta al 99 % da acqua. Questi dati inducono a ritenere che i diversi sistemi tendono a costruire una concatenazione di indicatori che conducono a risultati sostanzialmente paragonabili se nel caso del solo rischio cumulato. Tale esperienza è stata replicata anche su diversi scenari per diverse condizioni operative e i risultati ricavati sono similari a quelli sopra esposti. L indicazione generale che sembra emergere è che i metodi di analisi affrontino il tema del rischio chimico, dovuto a sostanze con schede di sicurezza, in modo indipendente e correlabile. 11

12 preparaz. auto stuccat/scarteggiatura attività di verniciatura Oltre ai metodi di analisi del rischio chimico è stato possibile studiare anche alcuni campionamenti effettuati dalle singole carrozzerie i cui risultati sono riportati nella seguente tabella. carrozzerie All. XXXVIII D. toxnet twa anno anno anno 2007 Lgs. 81/2008 camp. mg/m3 mg/m3 camp. mg/m3 mg/m3 ind. Amb. ex 152/2006 camp. mg/m3 mg/m3 mg/m3 prep vernici vernici (cab vern) mg/nm3 1,02 (Limite 3) polveri (carteggiatura) mg/nm3 0,71 (Limite 3) saldatrice (saldatrice) mg/nm3 0,88 (Limite 10) acetone P.a. 5, metil isobutil chetone xileni P.p. 19 5,37 P.p. <0,005 <0, toluene P.a. 3, n-butanolo n-butilacetato P.p. <0,005 <0,05 P.a. 2, trimetilbenzene P.p. 8,26 2, acetato di n-butile P.p. 47,29 17,47 P.p. <0,005 <0, nafta frazione leggera P.p. 9,76 7,08 <0,1 400 etilbenzene P.p. <0,004 <0, polveri inalabili P.p. 0,86 0, butossietanolo P.p. 0,305 11, butossietilacetato P.p. <0,007 <0, acetone metil isobutil chetone P.a. 1, xileni P.a. 8, toluene P.p. 1,43 P.a. 2, n-butanolo P.a. 1, n-butilacetato P.a. 21,1 710 polveri inalabili P.p. 0,49 0, stirene monomero P.p. <0,74 85 altri SOV P.p. 0,66 xileni CA. 0, acetato di n-butile CA. 0,6 710 trimetilbenzene CA. 0, nafta frazione leggera CA. 1, legenda tipo di campionamento P: personale p:passivo a:attivo A: ambientale CA. centro ambiente Osservando la tabella sopra riportata si nota che nella carrozzeria N. 1 vi è alcun tipo di campionamento, mentre nella carrozzeria N. 4 vi è una campagna di analisi che riguarda l esposizione dei lavoratori ma gli inquinanti immessi in ambiente ai sensi del D Lgs. 152/2006. Le altre carrozzerie, invece, hanno provveduto ad analizzare le sostanze chimiche che costituiscono le loro materie prime, tutte dotate di schede di sicurezza (SDS). Tali campionamenti possono rappresentare una verifica del grado di rischio che i metodi di analisi attribuiscono ad ogni singolo agente chimico. Tuttavia, come già ricordato, nessuna carrozzeria ha provveduto ad effettuare un documento di sintesi dei risultati ottenuti con le due modalità di studio del rischio. Si osservi, inoltre, che solo in un caso il campionamento è stato effettuato anche sulle polveri inalabili, prendendo in considerazione anche le sostanze inquinanti dotate di SDS che rappresentano l altra componente per una corretta valutazione del rischio chimico. Esse sono sottoprodotti derivanti da reazioni, prodotti indesiderati e agenti dovuti a lavorazioni del ciclo produttivo. I dati a disposizione sono tutti ampiamente sotto il TLW-TWA. Tuttavia, l indicazione di maggiore interesse è costituita dalla sostanziale assenza di analisi relative alle polveri, il che porta a constatare come il rischio chimico sia affrontato ancora in modo parziale rispetto ai potenziali inquinanti presenti in tutto il ciclo lavorativo. 12

13 SORVEGLIANZA SANITARIA NEL COMPARTO CARROZZERIE In questo capitolo prenderemo in considerazione la tipologia della sorveglianza sanitaria avviata c/o le carrozzerie coinvolte nello studio. In tabella n. 6 sono riassunti, per ciascuna carrozzeria, i rischi valutati per il gruppo omogeneo verniciatori con i relativi programmi di sorveglianza sanitaria predisposti dai medici competenti. CARROZZERIA VALUTAZIONE RISCHI GRUPPO VERNICIATORI 1 polveri, MMC, posture, r. chimico, r. biologico. SORVEGLIANZA SANITARIA PERIODICITA' IDONEITA' ALLA MANSIONE antitetanica tutti annuale si 2 polveri, rumore, vibrazioni, vernici. spirometria, audiometria tutti annuale audiometria biennale si 3 polveri, rumore, vibrazioni, r.chimico, postura, fibre minerali. spirometria, audiometria tutti annuale si 4 fisici, r.chimico, biologico. antitetanica, audiometria, spirometria tutti annuali audiometria biennale si 5 r. chimico, r. biologico antitetanica, tutti annuali audiometria biennale si Tabella 6: rischi per gruppo omogeneo e relativi programmi di sorveglianza sanitaria * esami bioumorali: funzionalità epatica, renale, glicemia, emocromo con formula, esame urine ** indicatori biologici di esposizione: ac.ippurico urinario, ac. Mandelico, ac. Metilippurico, fenolo urinario L analisi di confronto tra i dati riportati nella precedente tabella evidenzia elementi di particolare interesse: 1. difformità tra le carrozzerie nell individuazione dei rischi a cui sono esposti i lavoratori afferenti al gruppo omogeneo verniciatori; 2. alcune incongruenze tra valutazione dei rischi e programmazione del piano di sorveglianza sanitaria; 3. i programmi di sorveglianza sanitaria risultano essere sovrapponibili tra loro, soprattutto nella parte relativa al monitoraggio biologico (esami bioumorali e IBE) anche nel caso in cui il rischio chimico venga valutato come irrilevante. 13

14 Possiamo confermare che dalla lettura delle relazioni sanitarie emergono dati riferibili ad alterazioni del monitoraggio biologico nei lavoratori considerati esposti, infatti sono state riscontrate limitazioni alle idoneità specifiche per mansione. Gli esami bioumorali per la valutazione della funzionalità epatica (transaminasi, GGT e ALP) sono sempre risultati dentro i limiti di norma per tutti i lavoratori sottoposti ad indagine, così come gli IBE hanno sempre dato esiti al di sotto dei valori limite di riferimento. A sostegno di ciò si riportano le tabelle contenenti i riferimenti agli IBE indagati nei lavoratori di ciascuna carrozzeria nel periodo CARROZZERIA 1 Ac FMCapturico I.T (esposti >25) Ac Mandelico F.T. (esposti >400) Ac Ippurico F.T Ac Metilippurico F.T. (esposti >1,50) Fenoli urinari F.T. (da 0 a 250) Acetone urinario F.T. (esposti>50) (g/g) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (mg/l) lavoratore 1 <2,0 39,47 0,06 0,015 3,97 0, CARROZZERIA 2 Ac. Metilippurico F.T. (esposti> 1.50) Ac Ippurico F.T Ac. Metilippurico F.T. (esposti> 1.50) Ac Ippurico F.T Ac. Metilippurico F.T. (esposti> 1.50) Ac Ippurico F.T (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) lavoratore 1 <0,01 0,41 <0,20 <0,20 <0,05 0,51 lavoratore 2 <0,20 0,3 <0,05 0,17 lavoratore 3 <0,01 0,47 <0,20 <0,20 <0,05 0,46 lavoratore 4 <0,01 0,4 <0,20 0,37 <0,05 0,93 lavoratore 5 <0,05 0,89 lavoratore 6 <0,20 0,42 <0,05 0,95 lavoratore 7 <0,01 0,45 <0,20 0,26 <0,05 0,36 CARROZZERIA 3 Ac Ippurico I.T Ac Ippurico F.T. Ac Ippurico I.T Ac Ippurico F.T. Ac Ippurico I.T Ac Ippurico F.T. (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) lavoratore 1 0,38 0,57 0,11 0,16 0,47 0,51 lavoratore 2 1,34 0,44 0,96 0,33 1,06 0,25 lavoratore 3 1,4 0,49 0,3 0,16 / / lavoratore 4 0,5 0,49 0,25 0,41 0,42 0,27 lavoratore 5 0,25 0,26 0,11 0,12 0,18 0,25 lavoratore 6 / / / / 0,75 1,05 CARROZZERIA 4 Ac. Ippurico I.T. (esposti > 1,60) Ac. Metilippurico I.T. (esposti> 1.50) Ac. Ippurico I.T. (esposti > 1,60) Ac. Metilippurico I.T. (esposti> 1.50) Ac. Ippurico I.T. (esposti > 1,60) Ac. Metilippurico I.T. (esposti> 1.50) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) lavoratore 1 0,39 0,021 0,55 <0,015 lavoratore 2 0,34 <0,015 0,34 0,208 0,29 <0,015 CARROZZERIA 5 Ac. Mandelico I.T. (esposti> 400) Ac. Mandelico Ac. Mandelico I.T. Ac. Mandelico F.T. Ac. Mandelico F.T. (esposti > (esposti> 400) (esposti > 400) I.T. (esposti> 400) 400) Ac. Mandelico F.T. (esposti > 400) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) (g/gcr) lavoratore lavoratore lavoratore 3 10 / < <5 lavoratore 4 <5 < <5 <5 Visti gli esiti di esposizione in tutti i casi osservati si ritiene debba essere rivista la periodicità ed il tipo di accertamenti sanitari da effettuare, correlandoli al mantenimento delle condizioni operative, o alla variazione di un qualunque elemento del ciclo produttivo che possa determinare una differente esposizione professionale agli inquinanti. Inoltre, per quanto osservato durante i 14

15 sopralluoghi, è possibile ipotizzare l attuazione della valutazione dei rischi per gruppi omogenei ma per fasi lavorative poiché, spesso, lo stesso lavoratore inizia e conclude il ciclo di lavorazione dell automezzo (accettazione, lavori di carrozzeria, lavori di verniciatura, rifinitura e consegna). Non a caso il programma di sorveglianza sanitaria spesso presenta il gruppo omogeneo carrozzeria e i sottogruppi omogenei carrozziere e verniciatore ; e dove tali gruppi risultano essere divisi i programmi di sorveglianza sanitaria sono sostanzialmente sovrapponibili. Infine, abbiamo ritenuto interessante effettuare un confronto tra i valori degli IBE da noi trovati (tutti sotto il TLV-TWA) e i dati presenti in letteratura. E stato così recuperato un lavoro presentato il 16/10/2003 al Convegno Nazionale di Modena Valutazione del rischio chimico nelle carrozzerie artigiane (F. Borgogni, C. Aprea - ASL 7 Siena). Lo studio prevedeva l applicazione dell iter valutativo e di misura individuato dalle norme UNI EN 689/97 e 482/98 ad un campione significativo di autocarrozzerie artigiane; i campionamenti si sono protratti per il periodo di tempo compreso tra il 1998 e il Per quanto di nostro interesse, i risultati del monitoraggio biologico eseguito per la valutazione dell esposizione a VOC ha dato sempre valori di concentrazione inferiore al TLW TWA o prossima al limite di rilevabilità. E nello specifico possiamo confermare che i dati riferiti all acido mandelico ed ippurico del nostro studio risultano sovrapponibili ed anche inferiori a quelli rilevati nel progetto presentato al Convegno di Siena. CONCLUSIONI Di seguito si riporta la tabella riassuntiva di quanto esposto nel presente documento, con rappresentazione dei punti fondamentali dell esperienza svolta. METODO VALUTAZIONE RISCHIO CHIMICO ESITO VALUTAZINE RISCHIO CHIMICO INDAGINI AMBIENTALI ESITO Anarchim considerevole no? Movarisch Anarchim ISPRA/ISPESL modello Regione Piemonte irrilevante irrilevante irrilevante irrilevante xilene, acetato di butile, trimetilbenzene polveri e sostanze volatili polveri e sostanze volatili acetone, xilene, toluene, N- butanolo esposizione esposizione esposizione esposizione SORVEGLIANZA SANITARIA antitetanica spirometria, audiometria spirometria, audiometria antitetanica, audiometria, spirometria antitetanica, Gli esiti delle valutazioni del rischio chimico effettuate tramite applicazione dei modelli di analisi teorizzano una esposizione dei lavoratori ad un rischio irrilevante (tranne che per un caso) in contrapposizione all osservazione di assenza di inquinanti aerodispersi valutata tramite 15

16 campionamenti ambientali. Si osservi che tali campionamenti hanno sempre preso in considerazione l analisi delle sostanze studiate per mezzo dei metodi sia con campionamenti specifici (ad esempio xilene, acetato di butile, trimetilbenzene) che per mezzo di uno studio per categoria di sostanze (sostanze volatili), oltre che inquinanti chimici dotate di SDS (polveri). Gli esiti delle indagini ambientali confermano il grado di rischio chimico così come stimato dai metodi di analisi. I datori di lavoro consentono una ricerca protratta nel tempo degli IBE specifici sottoponendo i lavoratori ad un campionamento biologico annuale all interno di un programma sanitario più ampio anche se, per mezzo di un limitato confronto con dati disponibili in letteratura, si osserva come gli IBE siano comunque sotto i TLV-TWA ed in alcuni casi al di sotto della sensibilità dello strumento di analisi stesso. Il percorso sin qui presentato consente di osservare che la valutazione del rischio chimico e la conseguente programmazione della sorveglianza sanitaria sono caratterizzati da alcuni elementi di criticità: 1. il documento di valutazione dei rischi organizzato secondo la ricostruzione per gruppi omogenei è talvolta coerente con la realtà osservata: spesso il lavoratore esegue tutte le attività tipiche del ciclo produttivo della carrozzeria; 2. i metodi di analisi del rischio chimico portano ad un esito di esposizione stimata che spesso necessita di ulteriori approfondimenti ed interventi che sovente vengono attuati; 3. le campagne di misurazione quantitativa degli inquinanti dispersi in ambiente possono essere svolte solo su sostanze corredate da schede di sicurezza come osservato, ma devono considerare anche altre fonti di rischio chimico (es. polveri); 4. le misurazioni quantitative di agenti chimici con schede di sicurezza conducono a risultati coerenti con il rischio stimato per mezzo di metodi di analisi; 5. l utilizzo dei metodi di analisi e le campagne di misurazione degli inquinanti per la valutazione del rischio chimico necessitano, quindi, di una analisi di sintesi che possa definire chiaramente a quale conclusione si è giunti; analisi che deve essere necessariamente riportata nel DVR; 6. i metodi di analisi del rischio chimico, per gli impianti tecnologici di abbattimento degli inquinanti presenti in tintometria e nella cabina di verniciatura, partono dal presupposto che essi siano sempre efficaci ; 7. durante i sopralluoghi, invece, si è potuto constatare che tali impianti tecnologici sono risultati inefficaci; 8. la programmazione della sorveglianza sanitaria viene formulata sulla base di gruppi omogenei così come descritti nei Documenti di Valutazione dei Rischi anche se le lavorazioni vengono organizzate in modo differente come sopra ricordato; 9. la sorveglianza sanitaria prevede sempre il ricorso ad esami bioumorali ed indicatori biologici di esposizione ostante vi siano campionamenti di inquinanti, ed anche metodi di analisi del rischio, i cui risultati fanno ritenere che vi sia una cautelativa sovrastima del rischio. 10. Infine le analisi sugli IBE vengono ripetute annualmente ostante il mantenimento delle condizioni operative e valori analitici con indicatori di situazioni espositive senza controllo. Tuttavia gli IBE rivestono importanza al fine di verificare l assorbimento totale delle sostanze volatili, anche attraverso vie diverse da quella respiratoria. Perché il monitoraggio biologico abbia valore occorre particolare attenzione ai metodi di analisi e di raccolta dei liquidi biologici, che deve essere eseguita nei momenti opportuni, tenendo conto del metabolismo della sostanza che si vuole monitorare. 16

17 Hanno partecipato allo sviluppo del presente studio: Ugo Piva Tecnico della Prevenzione - Ss Medicina del Lavoro Flavia Borello Assistente Sanitaria - Ss Medicina del Lavoro Bertaccini Alessandro tesista corso di laurea Tecniche della Prevenzione Sanna Fabio Tecnico della Prevenzione Il documento finale è stato redatto a cura di: Ugo Piva e Flavia Borello 17

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