UN NUOVO MONUMENTO MUTINENSE

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1 UN NUOVO MONUMENTO MUTINENSE Angela Donati La necropoli orientale di Mutina, ai margini della via Emilia, in direzione di Bologna, sta riservando negli ultimi anni molte sorprese. Dopo le sei iscrizioni rinvenute nel 2004 delle quali Stefano Santocchini ha riferito nel recente Colloquio Borghesi 1, nel settembre 2007 è venuto casualmente alla luce, a poca distanza, sul lato opposto della strada, un imponente monumento che si collocava un poco arretrato rispetto alla via, in seconda fila 2 (fig. 1). Accanto a questo sepolcro sono state recuperate altre tombe, sprovviste di segnacolo iscritto, e parti di un fregio con corteo marino, smontato in antico dal suo contesto. Il monumento oggetto di questa nota preliminare è costituito da un ara parallelepipeda che poggia su un alto basamento di tre gradoni in calcare, a sua volta collocato su una ampia base e raggiunge l altezza totale di m 4,14: del tutto integro, il sepolcro si trovava sotto uno strato di terra di m 1,50. L iscrizione si distribuisce in due diverse posizioni, nell ara e nel terzo gradino dall alto, un blocco unico alto m 0,30, largo m 2,12, profondo m 1,77, aggettante rispetto ai due gradini che lo precedono 3. Sulla faccia principale di questo blocco, entro uno specchio riquadrato su tutti i lati, è incisa l indicazione delle dimensioni dell area sepolcrale, con lettere di grandi dimensioni (m 0,13), eseguite con la massima cura e con gli stessi caratteri dell iscrizione dell ara; le interpunzioni sono presenti con regolarità. Il testo è il seguente: In fr(onte) p(edes) XX, in ag(ro) p(edes) XXX (fig. 2). 1 Ultimi dati dalla necropoli romana di Mutina: i monumenti iscritti, in corso di stampa. 2 È in preparazione l edizione dello scavo, comprendente i riferimenti sullo smontaggio e il successivo rimontaggio del monumento nel Lapidario romano del Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, situato nel Palazzo dei Musei e confinante con il Lapidario Estense che ospita la collezione epigrafica storica ; nel nuovo Lapidario sono raccolti i monumenti di più recente rinvenimento il cui catalogo è stato pubblicato nel Esprimo il più cordiale ringraziamento a Luigi Malnati, responsabile della Soprintendenza Archeologica dell Emilia Romagna, a Ilaria Pulini, Direttore del Museo Civico di Modena e a Donato Labate, funzionario della Soprintendenza Archeologica che ha seguito con vera competenza il recupero del monumento. 3 Il primo, dall alto, è pure un blocco unico, alto m 0,26, largo m 1,46, profondo m 1,20; il secondo è invece realizzato dalla giustapposizione di due blocchi, alti m 0,26, larghi in totale m 1,70 (m 0,95 + 0,75), profondi m 1,53. Lo zoccolo di base è costituito da più blocchi.

2 164 ANGELA DONATI L indicazione, collocata in una posizione non frequente, ci riporta ad un area piuttosto ampia per Mutina e anche per le città vicine 4, in sintonia con la monumentalità del sepolcro. L ara è alta in totale m 1,80, larga alla base m 1,16 e profonda, sempre alla base, m 0,94; la faccia principale e le due laterali (al centro della quali appaiono le raffigurazioni solite della patera e della oinochoe) sono circondate su tutti i lati da una cornice (larga, in media, m 0,09) costituita da un intreccio di elementi vegetali e fiori, gli stessi che appaiono anche al centro, in alto, nel punto di contatto dei due pulvini, nella faccia principale. Si tratta di un tipo di ara non insolito nell Italia settentrionale 5, e frequente a Modena, anche di dimensioni notevoli e collocate su un basamento a gradoni: ricordo il caso dell ara funeraria di Q. Petronius Q. f. 6, di proporzioni di poco minori a quelle del nuovo monumento, ma ugualmente ragguardevoli. Fig. 1. Il monumento durante la scoperta. Fig. 2. L iscrizione dello zoccolo con l indicazione della pedatura. 4 Si veda la tabella generale da me redatta per tutta la regione in DONATI 1975 (alle pp le considerazioni sulle aree sepolcrali); si veda inoltre CENERINI 2005, pp (alla p. 140 l elenco delle iscrizioni modenesi che però va aggiornato con i dati delle iscrizioni pubblicate in Lapidario romano 2002; DONATI 2002; nonché con i dati delle iscrizioni rinvenute nel 2004, su due delle quali appare la pedatura, e con questa ultima). 5 Presente, fra l altro ad Aquileia (vedi MASELLI SCOTTI 1997); ad Altino (TIRELLI 1997) e in altri luoghi. 6 CIL, IX, 854; Modena 1998, pp (scheda di D. LABATE); Il Museo Lapidario 2005, pp (scheda di M. RICCI, R. TARPINI). La tipologia dei monumenti funerari modenesi è ampiamente descritta in REBECCHI 1998.

3 UN NUOVO MONUMENTO MUTINENSE 165 Il testo è inciso con caratteri regolari, ductus profondo e deciso; si notano due lettere più alte (si tratta di due I ) alla linea 2, un nesso alla fine della linea 4 e un apice tonico alla linea 6; le lettere vanno degradando gradualmente dalla linea 1 alla linea 6 7 ; manca l adprecatio ai Mani, forse non ancora presente nell epigrafia cittadina, sostituita dalla formula v(iva) f(ecit), riferita alla dedicante. Ecco il testo (fig. 3): V(iva) f(ecit) / Vetilia (mulieris) l(iberta)/ Egloge sibi et / L(ucio) Valerio Q(uinti)/ f(ilio) Constanti, / decurioni Mut(inae), viro/ optumo et carissimo et / L(ucio) Valerio L(uci) lib(erto) Constanti / filio piissimo, Apollinar(i)/ et Augustali. L iscrizione si colloca nella prima metà del I secolo d.c., uno dei momenti nei quali la città conosce buona capacità economica e una grande vivacità sociale 8, caratterizzata dalla presenza di una numerosa componente di origine libertina 9, che tende ad esaltare la propria situazione con monumenti di grandi dimensioni e con la frequente presenza del ritratto. Il desiderio di autorappresentazione è chiaramente esplicitato in questo monumento anche dalla presenza della formula v(iva) f(ecit): la donna, una liberta, pone il monumento per sé e per gli altri componenti della sua famiglia, il marito e il figlio. Da notare che il marito (definito correttamente vir) non è il patrono della donna in quanto porta gentilizio diverso, è un ingenuo ed ha anche svolto in città il ruolo di decurione; il figlio della coppia è invece liberto del proprio padre, e la sua Fig. 3. L iscrizione dell ara. appartenenza ad una famiglia di peso è sottolineata dal fatto che, malgrado la sua origine, ha rivestito le funzioni di Apollinaris e di Augustalis, spesso associate ed entrambe, ma soprattutto la prima, prevalentemente ricoperte da liberti M 0,12 alla linea 1; m 0,09 alla linea 2; m 0,06 alle linee 3 e 4; m 0,045 alla linea 5; m 0,04 alla linea 6 e seguenti. 8 Come emerge chiaramente dai dati archeologici, dalle numerose iscrizioni e dall articolata messe di scrittori. Tutte le notizie che la letteratura fornisce sulla città sono ora criticamente raccolte in CALZOLARI Sulle caratteristiche della società modenese si veda DONATI Modena è, fra le poche città nelle quali sono presenti gli Apollinares, quella che presenta la documentazione più ampia. Nel volume indicato in preparazione alla nt. 2 il problema degli Apollinares modenesi sarà trattato da Milena Ricci che su tale argomento ha discusso la tesi di laurea presso l Università di Bologna.

4 166 ANGELA DONATI Vetilii e Valerii non sono diversamente noti a Modena, dove comunque almeno questi ultimi dovevano avere residenza, considerata la carica di decurio svolta dal marito di Vetilia Egloge 11, che doveva essere già stata manomessa nel momento nel quale si instaurarono i rapporti con L. Valerius Q. f. Constans, mentre la nascita del figlio deve porsi dopo la ratifica dell unione fra i due, come sembrerebbe mostrare la sua posizione di liberto del padre, del quale ripete tutti e tre gli elementi onomastici 12. BIBLIOGRAFIA CALZOLARI 2008 = M. CALZOLARI, Città dell Aemilia: Mutina. Le fonti letterarie di Modena romana, Modena. CENERINI 2005 = F. CENERINI, L indicazione della pedatura nelle iscrizioni funerarie romane dell Emilia Romagna (regio VIII), in Terminavit sepulcrum. I recinti funerari nelle necropoli di Altino (Atti del Convegno Venezia 3-4 dicembre 2003), a cura di G. CRESCI MARRONE, M. TIRELLI, Roma, pp CORBIER 2008 = M. CORBIER, Famille et integration sociale: la trajectoire des affranchi(e)s, in La fin du statut servile? Affranchissement, libération, abolition (Actes du XXX e Colloque du GIREA), II, Besançon, pp DONATI 1975 = A. DONATI, Scrittura, società e cultura: le iscrizioni romane, in Storia della Emilia Romagna, a cura di A. BERSELLI, Bologna, pp DONATI 2002 = A. DONATI, Epigrafia a Modena. Novità e problemi, «Il Carrobbio», 28, pp DONATI 2005 = A. DONATI, L officina lapidaria mutinense, in Il Museo Lapidario, pp FABRE 1981 = G. FABRE, Libertus. Patrons et affranchis à Rome, Rome. Il Museo Lapidario 2005 = Il Museo Lapidario Estense. Catalogo generale, Venezia. Lapidario romano 2002 = Lapidario romano dei Musei Civici di Modena, Modena. MASELLI SCOTTI 1997 = F. MASELLI SCOTTI, I monumenti sepolcrali del Museo di Aquileia, in Monumenti sepolcrali romani in Aquileia e nella Cisalpina, «Antichità Altoadriatiche», 43, pp Modena 1988 = Modena dalle origini all anno Mille. Studi di archeologia e storia, II, Modena. 11 Il cognomen di Vetilia, indeclinabile alla greca viene comunemente collegato ad una origine della donna dall Oriente, ma la sua diffusione a Roma è molto ampia, soprattutto nel I secolo: vedi SOLIN 1982, p Si tratta di una situazione anomala; si vedano FABRE 1981; MOURITSEN 2005; CORBIER 2008.

5 UN NUOVO MONUMENTO MUTINENSE 167 MOURITSEN 2005 = H. MOURITSEN, Freedmen and Decurions: Epitaphs and Social History in Imperial Italy, «Journal Roman Studies», 95, pp REBECCHI 1998 = F. REBECCHI, I monumenti funerari, in Modena 1988, pp SOLIN 1982 = H. SOLIN, Die griechischen Personennamen in Rom. Ein Namenbuch, II, Berlin. TIRELLI 1997 = M. TIRELLI, I monumenti funerari di Altinum, in Monumenti sepolcrali romani in Aquileia e nella Cisalpina, «Antichità Altoadriatiche», 43, pp