Foibe, esodo e confine orientale
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- Adolfo Grasso
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1 Foibe, esodo e confine orientale La legge n 92 del 30 marzo 2004 istituisce il Giorno del ricordo «in memoria delle vittime delle foibe, dell esodo giuliano-dalmata dalmata, delle vicende del confine orientale» Foibe ed esodo: eventi cronologicamente non sovrapponibili, né direttamente conseguenti. Conoscere per capire meglio la nostra storia 1
2 Le foibe: cosa sono Il termine «foiba», deriva dal latino fověa,, «fossa» Caverne verticali del Carso e dell Istria profonde decine di metri, spesso a forma di imbuto, talvolta rovesciato Luogo di esecuzioni collettive Sinonimo di morte violenta e di pulizia etnica 2
3 Il problema delle cifre Le interpretazioni più ottimistiche parlano di meno di duemila vittime italiane quelle denunciate dalla pubblicistica di destra La cifra di circa vittime complessive è quella che emerge da studi più recenti Non tutte le vittime vengono «infoibate«infoibate»: gran parte muoiono nei mesi e anni successivi nei campi di prigionia jugoslavi. Le foibe: quando Due fasi distinte e diverse: settembre 1943 maggio
4 Il contesto geopolitico Quello giuliano e friulano è un territorio da sempre conteso, poiché zona di comunicazione tra nord e sud e tra est ed ovest, tra Mitteleuropa e Balcani La regione si caratterizza, tra il XIX e il XX secolo, per una geografia politica «incerta», in cui i confini nazionali sono in continuo mutamento L impero austro-ungarico ungarico 4
5 L Europa dopo Versailles La «bonifica etnica» del fascismo espulsione dagli uffici pubblici degli slavi e avvicendamento con personale italiano italianizzazione dei toponimi e dei cognomi chiusura dei giornali locali o la loro italianizzazione divieto d insegnamento in lingua slovena o croata 5
6 La «bonifica etnica» del fascismo liquidazione del tessuto cooperativo e creditizio slavo ridimensionamento della borghesia slovena persecuzione di istriani, dalmati e sloveni come elementi eversivi, perché nazionalisti La seconda guerra mondiale Nell aprile del 1941 l Italia annette la provincia di Lubiana e parte della costa dalmata. Prende il via un duro regime di occupazione: 1. migliaia di civili vengono deportati nel campo di concentramento di Arbe (Rab), un isola della Dalmazia 2. diverse fonti indicano in circa i morti in Jugoslavia a causa dell occupazione italiana 6
7 La seconda guerra mondiale nella provincia di Lubiana, dall 11 aprile 1941 all 8 settembre 1943, gli italiani avrebbero: 1. fucilato circa ostaggi 2. ucciso oltre persone 3. incendiato case 4. deportato uomini, donne e bambini, 5. devastato 800 villaggi 6. torturato migliaia di prigionieri 7
8 Italiani brava gente? Italiani brava gente? 8
9 Italiani brava gente? La seconda guerra mondiale movimento partigiano jugoslavo: diffuso, precoce e di lunga durata, multietnico sloveni, croati, serbi, bosniaci, macedoni, albanesi condividono una esperienza dalla quale nascerà lo stato jugoslavo postbellico 9
10 La seconda guerra mondiale Movimento partigiano jugoslavo saldatura tra: Guerra di liberazione contro l occupante tedesco e fascista Guerra di classe contro i possidenti terrieri Guerra civile ed interetnica contro gli italiani, considerati espressione del potere fascista La seconda guerra mondiale l area giuliano-dalmata conosce: lo scontro tra occupanti e occupati il coinvolgimento della popolazione civile una violenta guerra civile tra le diverse componenti etniche il ricorso alla violenza diffusa per parte di tutti i soggetti in campo la diffusione dell attività partigiana nei territori istriani e del Carso goriziano e, dalla primavera 1943, anche a Trieste 10
11 Inizia in questo contesto la prima fase delle foibe: settembre 1943 La prima fase dopo l 8 settembre 1943, il movimento partigiano yugoslavo proclama l annessione dell Istria, del Goriziano e della valle dell Isonzo alla Slovenia e alla Croazia obiettivo politico è la «liberazione» dei territori dalla presenza degli italiani 11
12 La prima fase Contrasti politici: Stato italiano e fascismo coincidono rivolta contro il regime di occupazione militare Contrasti sociali: campagna povera, a maggioranza croata, contro i centri urbani, italofoni proletariato rurale contro borghesia urbana La prima fase Contrasti etnici L insurrezione, violenta ma disorganizzata, si estende contro tutti gli italiani, identificati con il potere fascista etnicizzazione della lotta politica Tra l 8 settembre e i primi di ottobre 1943, vengono uccise e «infoibate«infoibate»» circa 500 persone 12
13 La notizia a Asti I martiri di Istria e Dalmazia solennemente celebrati Funzione solenne in San Secondo celebrata dal Vescovo Mons. Rossi, alla presenza del prefetto Celio, delle «autorità cittadine, politiche, civili e militari e i rappresentanti del locale Comando tedesco» per ricordare «i 471 Caduti d Istria e di Dalmazia [ ] martoriati dalla barbarie bolscevica soltanto perché rei di essere italiani. [ ] I martiri delle foibe non trovano riposo. Attendono la vittoria. E con essi tutti i caduti in guerra, tutti i Caduti per l Italia. [ ] I martiri d Istria saranno ricordati; i martiri d Istria saranno vendicati. Noi li vendicheremo combattendo. «Asti repubblicana», 5 febbraio 1944 La prima fase Il quadro che ne deriva è il seguente: forte diffidenza dei giuliani nei confronti dei partigiani slavi timore che se avessero vinto avrebbero scatenato il terrore contro la popolazione italiana tedeschi e repubblichini usano queste paure per alimentare il nazionalismo italiano 13
14 La prima fase in ottobre l esercito tedesco occupa l area la Venezia Giulia, il Friuli e la provincia di Lubiana sono annessi al Reich. Comanda le SS della zona Lotario Globocnik, già sterminatore di ebrei in Polonia La seconda guerra mondiale i tedeschi applicano per venti mesi la tecnica «del ferro e del fuoco» nei confronti di ogni tentativo di opposizione creano alla periferia di Trieste un campo di concentramento con funzioni miste (transito, detenzione e sterminio): la Risiera di San Sabba, in cui vengono uccise più di persone la guerra e l occupazione nazista e fascista della Jugoslavia producono, tra il 1941 ed il 1945, morti, pari al 10% della popolazione tra questi circa ebrei nei soli territori controllati dagli ustascia croati, sostenuti da tedeschi e fascisti 14
15 L insurrezione nell aprile 1945 le truppe jugoslave entrano nei maggiori centri della Venezia Giulia e si spingono fino alla linea dell Isonzo mentre la IV armata jugoslava si muove verso la città, il Cln di Trieste avvia l insurrezione popolare gli scontri tra tedeschi e partigiani italiani si svolgono mentre le organizzazioni comuniste filoslovene si adoperano per favorire l ingresso delle truppe jugoslave L insurrezione I reparti jugoslavi entrano a Trieste il primo maggio 1945 L occupazione della Venezia Giulia è così importante per Tito da anticiparla rispetto alla liberazione di Zagabria (8 maggio) e Lubiana (11 maggio) 15
16 Inizia in questo contesto la seconda fase delle foibe: maggio 1945 La seconda fase repressione senza accertamento delle responsabilità individuali ma in virtù dell attribuzione di una colpa collettiva presunzione di una colpevolezza etnico- politica a Trieste e Gorizia si contano non meno di diecimila arresti molti vengono assassinati, altri incarcerati o deportati, altri ancora liberati 16
17 La seconda fase centinaia di militi della Repubblica sociale italiana, di sbandati tedeschi di slavi collaborazionisti, una volta catturati, vengono passati per le armi solo una parte degli arrestati viene «infoibato»» nei primi giorni di maggio molti finiscono nei campi di concentramento sloveni e croati, in condizioni igienico-sanitarie disastrose La seconda fase L epurazione della società giuliana colpisce: gli esponenti del fascismo e del collaborazionismo i vertici amministrativi dei poteri civili locali i dirigenti dei partiti politici italiani e sloveni non comunisti i soggetti sospettati di potenziale opposizione gli esponenti dell economia e della società triestina 17
18 Il lungo dopoguerra di Trieste dopo aver tollerato per un mese le violenze jugoslave, gli alleati ne impongono la cessazione Truman e Churchill vogliono mantenere il controllo militare e amministrativo di Trieste, Pola e dei territori limitrofi è una parziale contropartita per la «cessione» all esercito sovietico della intera Polonia: la questione triestina non è considerata problema italo-jugoslavo jugoslavo,, ma materia di contrattazione a livello delle due superpotenze, gli Usa e l Urss. 18
19 Il lungo dopoguerra di Trieste A fine maggio 1945 gli jugoslavi accettano la proposta del generale Morgan,, che divide la Venezia Giulia in due zone di occupazione: zona A: Trieste, Gorizia, Tarvisio e Pola sotto controllo alleato zona B: Istria, Fiume, le isole del Quarnaro sotto la giurisdizione jugoslava Solo nell ottobre 1954 Trieste torna italiana 19
20 febbraio 1947, trattato di pace di Parigi: l Italia cede l Istria alla Jugoslavia la valle della Roja e i passi alpini alla Francia Esodo : 1956: circa italiani lasciano l Istria 1. il governo italiano organizza l esodo e lo usa in senso anticomunista 2. chi resta (35.000, di cui a Pola) ) viene indicato come traditore 3. chi parte abbandona i propri beni senza indennizzo 4. gli esuli vengono distribuiti sul territorio nazionale in campi profughi male organizzati 20
21 Esodo un destino che accomuna, nello stesso periodo, 18 milioni di europei: un migliaio di italiani dalla valle Roja 15 milioni di tedeschi dall Urss e altri milioni nel resto del mondo 600 mila palestinesi dalla Palestina 500 mila ebrei dai paesi arabi centinaia di migliaia di indù e musulmani tra India e Pakistan Memoria storia rimozione La rimozione delle foibe dalla storia patria è ascrivibile a diversi fattori, tanto interni quanto internazionali L Italia è un paese sconfitto, che ha condotto una guerra di aggressione I nuovi scenari aperti dalla guerra fredda sconsigliano gli Alleati dal fare anche in Italia un processo analogo a quelli di Norimberga e Tokio 21
22 Memoria storia rimozione nell immediato dopoguerra la Jugoslavia richiede l arresto e l estradizione di 750 italiani, tra ufficiali, sottufficiali, funzionari fascisti, con l accusa di aver commesso crimini di guerra. altre 180 estradizioni le chiede la Grecia e 140 l Albania il governo di Roma rifiuta Memoria storia rimozione Il 19 gennaio 1949, in un promemoria del Ministero degli Esteri italiano si legge: I processi contro i presunti criminali di guerra italiani si svolgerebbero, se fatti ora, contemporaneamente a quelli contro i presunti criminali di guerra tedeschi che stanno per iniziarsi da parte dei tribunali italiani. E poiché le accuse che noi facciamo ai tedeschi sono analoghe a quelle che gli jugoslavi muovono contro gli imputati italiani, si creerebbe una situazione imbarazzante 22
23 L Italia non ha fatto i conti con il proprio passato e le proprie responsabilità: 1. I beni degli esuli sono stati considerati indennizzo di guerra alla Jugoslavia per i danni arrecati durante l occupazione 2. Per ragioni opposte né la sinistra né la Dc hanno avuto interesse a sollevare la questione delle foibe 3. I contrasti tra Tito e Stalin hanno fatto della Jugoslavia un importante interlocutore politico e commerciale 4. La destra ha fatto delle foibe una propria «bandiera», senza riconoscere i crimini commessi dal fascismo nella regione Per gran parte degli italiani la guerra è una vicenda chiusa col trattato di pace del Non per la Venezia Giulia, dove le clausole di quel trattato portano effetti di lungo periodo: la mutilazione territoriale a favore della Jugoslavia un amministrazione militare anglo-americana americana che governa Trieste fino al 1954 l esodo degli italiani dall Istria la crisi e l impoverimento economico dell area 23
24 Per saperne di più M. Cattaruzza, L Italia e il confine orientale, il Mulino S. Capogreco, I campi del duce, Einaudi C. Di Sante, Italiani senza onore: i crimini in Jugoslavia, Ombre corte G. Oliva, Le foibe, Mondadori R. Pupo, R. Spazzali, Foibe, Bruno Mondadori C. Cernigoi, Operazione Foibe. Tra storia e mito, Kappa Kappa Vu C. Vercelli, Il problema storico delle foibe, «Asti contemporanea», n. 10 G. Scotti, L esodo dal litorale adriatico, «Asti contemporanea», n
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