Anoplophora chinenesis Anoplophora malasiaca Anoplophora glabripennis. A cura di Isabella Regazzi

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1 BENVENUTI IN ITALIA! Nuove specie di insetti sono giunte e si sono acclimatate in Italia, ecco alcuni esempi: il cerambice orientale delle latifoglie, il bruco dei gerani e il cimicione delle conifere. A cura di Isabella Regazzi Tra gli insetti esotici vi sono specie che non possono adattarsi alle nostre condizioni climatiche quindi, per quanto possano essere nocivi, se fanno il loro ingresso in Italia i danni che ne risultano rimangono limitati alle derrate importate e agli ambienti impiegati per immagazzinarle. Un esempio è dato dal Prostephanus truncatus o dall Araecerus fasciculatus. Altre specie sono al contrario temibili e, nonostante i controlli delle merci all ingresso del nostro Paese possono superare clandestinamente i confini e trovare un ambiente idoneo al loro sviluppo. Così ha fatto la zanzara tigre, che è giunta viaggiando allo stadio di uova all interno dei copertoni usati; lo stoccaggio all aperto e la pioggia hanno poi consentito lo sviluppo della prima generazione il resto della storia è noto! In molti casi poi lo sviluppo di specie casualmente introdotte è favorito dall assenza di parassiti o predatori specifici che sono presenti nei paesi di origine e lì ne limitano le pullulazioni. Così è successo oltre una decina di anni or sono con l arrivo dell ifantria americana (Hyphantria cunea), che inizialmente generò allarme per la cospicua presenza dei nidi visibili sugli aceri americani, sui gelsi, ma anche su altre piante. Dopo qualche anno però, probabilmente per l equilibrio che si è costituito tra nuova specie e parassitoidi/predatori nostrani, la sua presenza calò notevolmente, rendendo la lotta ormai inutile. Non sempre però si è così fortunati, infatti il microlepidottero degli ippocastani (Cameraria horidella) continua a debilitare le piante attaccate già da qualche anno, imponendo in molti casi la lotta endoterapica. CERAMBICE ORIENTALE DELLE LATIFOGLIE Attualmente un altro insetto che danneggia gli alberi continua a tener cronaca sui giornali, si tratta del coleottero cerambicide Anoplophora chinensis. La sua larva è xilofaga e attacca un elevato numero di essenze arboree e arbustive provocando danni a piante ornamentali in vivaio e latifoglie presenti in viali, parchi e giardini. Probabilmente è giunto dall Asia tramite il commercio di bonsai (alberi in miniatura). È stato segnalato per la prima volta nel 1997 in provincia di Milano e la sua avanzata comprende ormai parte del territorio di Varese e Milano. Questa specie è avvertita come un pericolo già da tempo, tant è che è inserita nella lista da quarantena dalla normativa fitosanitaria vigente (Decreto Ministeriale del 31/01/1996). Scheda bio-etologica SPECIE: Anoplophora chinenesis Anoplophora malasiaca Anoplophora glabripennis

2 NOME VOLGARE: NOME INGLESE: Cerambice orientale delle latifoglie White-Spotted Longhorned Beetle, Asian Longhorned Beetle INQUADRAMENTO SISTEMATICO Classe: Insecta Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae DIMENSIONI Uovo: Larva: Adulto: 5-7 mm di lungh mm mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Le tre specie sono morfologicamente molto simili. A. chinensis e A. malasiaca, presentano tubercoli alla base delle elitre, assenti in A. glabripennis. Per alcuni Autori A. chinensis e A. malasiaca sono una sola specie e la malasiaca è una forma della A. chinensis. L adulto di forma allungata, nero con macchie bianche sulle elitre e con caratteristiche antenne lunghe tipiche dei cerambicidi anch esse nere alternate al bianco. È un buon volatore. Il maschio è più piccolo della femmina ma presenta antenne proporzionalmente più lunghe. La larva è apoda, biancastra, con capo scuro e leggermente schiacciato. La specie, di origine asiatica è presente in Cina, Corea, Giappone e Taiwan. È stata segnalata per la prima volta nel 1997 in provincia di Milano. Attualmente viene riscontrata in parte del territorio di Varese e Milano. HABITAT Viali alberati, parchi, giardini, vivai, coltivazioni di agrumi, ecc.. ABITUDINI ALIMENTARI Specie xilofaga di latifoglie arboree e arbustive. Larva: scava gallerie nel legno delle radici e del fusto di latifoglie, in Lombardia è stata rinvenuta su Acer spp., Aesculus hippocastanum, Betula alba, Carpinus betulus, Corylus avellana, Cotoneaster spp., Fagus sylvatica, Lagerstroemia indica, Platanus spp., Populus spp., Prunus laurocerasus, Quercus robur, Zizyphus sativa, Rosa sp.; nei paesi di origine attacca oltre 60 essenze vegetali, fra cui Alnus, Casuarina, Citrus, Litchi, Malus, Melia, Morus, Pyrus e Salix. Adulto: si nutre della corteccia dei getti dell anno di diversi alberi preferendo Acer saccharinum. CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > pupa > adulto Durata del ciclo: 1-2 anni, variabile in funzione delle condizioni ambientali. N generazioni/anno: 1 o meno. Gli adulti sfarfallano da maggio/giugno alla fine di agosto N uova/femmina: 30-70, deposte singolarmente sulla parte basale del tronco, sulle radici affioranti ma anche su branche principali. Svernamento: come uovo, larva o pupa nel legno.

3 Durata vita adulto: circa 40 gg. DANNI A differenza della maggior parte dei cerambicidi, questa specie attacca anche piante sane. Le piante colpite, a causa delle gallerie che vengono prodotte alla base del tronco e nelle radici, subiscono un indebolimento strutturale con possibilità di schianti o stroncamenti. I fori di farfallamento, circolari e con Ø di mm, costituiscono una potenziale via di ingresso agli agenti patogeni. Oltre ai fori e alla rosura che si accumula alla base degli alberi attaccati, questi presentano disseccamenti apicali dovuti all erosione trofica degli adulti. LOTTA Per conseguire l eradicazione nelle zone in cui tramite il monitoraggio si è stabilita la sua presenza con certezza, è necessario seguire le varie fasi di lotta previste dallo specifico decreto regionale della Lombardia n. 731/2004. L eliminazione delle larve avviene tramite l abbattimento delle piante ospiti, con l'asportazione e incenerimento o la devitalizzazione del cippo e dell'apparato radicale, in questo caso seguita da protezione in loco con rete metallica per un paio di anni. La prevenzione su tutto il resto del territorio si attua attraverso la normativa fitosanitaria vigente (Decreto Ministeriale del 31/01/1996 ) sulla quarantena, per cui esiste una lista di specie considerate a rischio di introduzione. È necessario il controllo delle importazioni affinché non si introduca l'insetto stesso o qualsiasi materiale che lo possa contenere, in particolare piante arboree, bonsai compresi, e legname. Il materiale maggiormente a rischio è rappresentato dai bonsai, legname e imballaggi provenienti dall'asia orientale. Il pericolo maggiore è rappresentato dall'introduzione di uova, larve o pupe nascoste nel legno. BRUCO DEI GERANI Chi volesse piantare nel proprio balcone un essenza facile da far crescere e che necessiti poche cure, non può più appellarsi al geranio, da qualche anno è arrivato in Italia un fitofago specifico di questa pianta. Si tratta del lepidottero licenide Cacyreus marshalli, una specie originaria del Sud Africa, accidentalmente introdotta con l importazione di Pelargonium. È stata segnalata per la prima volta a Roma nel 1996 e da allora si è progressivamente espansa in tutta Italia quasi sicuramente col commercio interno delle piante ornamentali. Nei paesi di origine questa specie risulta poco dannosa ai gerani coltivati perché viene contenuta da vari predatori e parassitoidi tra cui imenotteri braconidi del genere Apanteles e di ditteri tachinidi. Scheda bio-etologica SPECIE: NOME VOLGARE: NOME INGLESE: Cacyreus marshalli Bruco dei gerani o bega del geranio geranium bronze

4 INQUADRAMENTO SISTEMATICO Classe: Insecta Ordine: Lepidopterae Famiglia: Lycenidae DIMENSIONI Uovo: Larva: Crisalide: Adulto: 0,3-0,5mm Ø 6-8 mm 9 mm mm aa CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE L adulto ha le ali screziate di bruno, marrone e bianco con disegni caratteristici. L ala posteriore presenta estroflessione simile a quella dei papilionidi, ma di dimensioni più ridotte. È diurno, termofilo e predilige volare nelle giornate calde e soleggiate. La larva è ovale e grassoccia, pelosa di colore verde pallido, può presentare o meno delle bande dorsali e laterali longitudinali violacee. Le uova sono circolari, depresse, di colore bianco-verdastro con una trama a rilievo sul lato superiore. La specie, di origine sudafricana ed è giunta in Europa già dal 1987 nell isola di Maiorca, è arrivata successivamente in Italia, a Roma nel 1996, tramite il commercio di piante ornamentali. Ora è presente in tutta la penisola e nelle isole del nostro Paese. HABITAT Vivai, serre, balconi, terrazze, aiuole, parchi, giardini e vie urbane. ABITUDINI ALIMENTARI Specie fitofaga specifica dei gerani (Pelargonium spp.e Geranium spp.). Larva: All inizio conduce vita endofitica e si ciba dei germogli fiorali e di altre parti tenere agli apici delle piante poi scava gallerie discendenti nel fusto delle piante, infine fuoriesce e si nutre delle foglie. CICLO BIOLOGICO Uovo > larva > crisalide > adulto Durata del ciclo: 30 gg a 30 C, 60 gg a 20 C. N generazioni/anno: Nei paesi caldi di origine ne fa 5-6. Il numero varia in funzione della latitudine e dell andamento climatico. Inoltre le generazioni si accavallano. N uova/femmina: diverse decine deposte singolarmente, anche 5 per foglia Svernamento: come larva all interno dei fusti, dove rallenta la sua attività senza entrare in diapausa. DANNI Le piante attaccate, smettono di fiorire, sfoltiscono e disseccano laddove i fusti sono stati visitati dalle larve. Alla base delle ramificazioni si notano i grossi fori di uscita dei bruchi.

5 Se si sezionano questi fusti noteremo l interno annerito, in via di putrefazione e pieno di escrementi. Quindi la parte superiore anche se ancora verde presto disseccherà. LOTTA La prevenzione si attua in primo luogo evitando di comprare piante malate. Un irrigazione non eccessiva (2 volte la settimana durante la fioritura) e senza bagnare la parte aerea sfavorisce l insediamento del parassita. Sempre in via preventiva utilizzare insetticidi per contatto per controllare le larve neosgusciate da eventuali deposizioni, per esempio clorpiriphos-metile ogni tre settimane oppure insetticidi di origine naturale quali Bacillus thuringiensis var. kurstaki o spinosad. In fase di attacco già in atto la lotta si attua con insetticidi citotropici quali ad esempio acephate, dimetoato, malathion e fenitrothion. CIMICIONE AMERICANO DELLE CONIFERE Un altro insetto che ha creato allarme in questi ultimi anni è il cimicione americano delle conifere, un rincote coreide il cui nome scientifico è Leptoglossus occidentalis. È stato segnalato per la prima volta in Veneto e poi in Lombardia nello stesso anno, il Da allora si è diffuso giungendo in Friuli Venezia Giulia, in Trentino Alto Adige, Lombardia ed altre zone del nord superando anche le frontiere (Svizzera e Slovenia). Più che per i danni, non riscontrati in modo apprezzabile ai fiori e ai semi di conifere, la specie ha creato allarme per l invasione autunnale di abitazioni in prossimità di boschi. Infatti verso settembre-ottobre gli adulti si aggregano numerosi in luoghi riparati per superare i rigori invernali. Scheda bio-etologica SPECIE: NOME VOLGARE: NOME INGLESE: Leptoglossus occidentalis Cimicione americano delleconifere Western conifer seed bug Leaf footed conifer seed bug INQUADRAMENTO SISTEMATICO Classe: Insecta Ordine: Rhynchota Famiglia: Coreidae DIMENSIONI Uovo: Adulto: mm di lungh mm CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Insetto oblungo di colore bruno-rossiccio con lunghe antenne ed emielitre attraversate da una linea chiara a zig-zag. Addome sotto le elitre a strisce trasversali gialle e nere. Le zampe posteriori sono lunghe con i femori a margini dentati ed una caratteristica espansione a forma di foglia in corrispondenza delle tibie. Se disturbato, l insetto emette un liquido maleodorante.

6 Le uova sono cilindriche, giallo-arancione e scuriscono verso la schiusura. Specie rinvenuta per la prima volta in Italia nel 1999 in Friuli Venezia Giulia si è acclimatata ed è già presente in diverse regioni del nord. HABITAT Zone boschive, parchi, giardini, vivai, ecc In inverno gli adulti possono penetrare numerosi negli edifici per cercare luoghi idonei allo svernamento. ABITUDINI ALIMENTARI Pungono gli strobili e i semi, sia verdi che maturi di oltre 30 specie di conifere, soprattutto pini tra cui Pinus strobus, P. sylvestris, P. nigra, P. mugo, Picea spp.. Può danneggiare anche le colture di pistacchio (Pistacia vera) CICLO BIOLOGICO Uovo > neanide > ninfa > adulto Durata del ciclo: variabile in funzione delle condizioni ambientali. N generazioni/anno: 1-3 in funzione della latitudine e dell altidudine. N uova/femmina: fino a circa 70, deposte in file sugli aghi delle conifere o in prossimità delle gemme e dei coni Svernamento: come adulti in gruppi numerosi in luoghi riparati, tra cui abitazioni. DANNI Ad oggi in Italia non sono stati evidenziati danni apprezzabili generati da questa specie. Non danneggia piante adulte. Sono possibili invece danni negli impianti da seme con perdite di oltre il 40%. I semi colpiti diminuiscono notevolmente la germinabilità. LOTTA Fino ad oggi non è stato necessario eseguire interventi fitosanitari. Per le presenze negli edifici è utile attuare mezzi preventivi anti-intrusione, quali reti alle finestre, sigillature ed eliminazione di fessure, crepe e anfratti. CONCLUSIONI Quelli che ho riportato sono solo alcuni casi di specie introdotte e acclimatate. L aumento dei traffici commerciali e dei contatti tra le diverse zone del mondo ha anche incrementato la probabilità di questi eventi. Bisogna continuare a vigilare auspicando maggiori controlli e tempestiva diffusione delle informazioni. Enunciazione facile nei principi, ma assai complessa nell attuazione pratica. Certamente la formazione degli addetti ai lavori dovrà avere una visione globale dell entomologia e della patologia vegetale il che comporta un notevole impegno sul piano professionale e rende ancor più pericoloso il diffondersi degli apprendisti stregoni. Il pericolo non è nel non sapere, ma nel credere di sapere.

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