Siria. il Medio Oriente in fiamme le ragioni della prima guerra civile musulmana. Al centro della prima guerra civile musulmana

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1 Al centro della prima guerra civile musulmana il Medio Oriente in fiamme le ragioni della prima guerra civile musulmana Siria

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3 autobomba

4 I francesi non credono nell unità del Signore del Cielo e della terra e hanno abbandonato ogni religione Affermano che tutti gli uomini sono uguali in umanità e simili nell essere uomini; che nessuno ha alcuna superiorità o merito sugli altri; e che ognuno dipende dalla propria anima e decide della propria vita Sono esclusivamente dediti al male e alla dissolutezza, cavalcano il destriero della perfidia e dell arroganza e nuotano nel mare degli errori e dell empietà raccogliendosi sotto il vessillo di Satana Funzionario dell Impero Ottomano, descrivendo i Napoleonici

5 Oriente e Occidente: alcune ragioni della distanza XVI-XVII secolo: si produce l accelerazione occidentale (vele e cannoni) Valori della rivoluzione francese - libertà, uguaglianza, fraternità sono concetti occidentali che riescono a trovare una traduzione nel mondo musulmano - LAICITA è un concetto occidentale intraducibile NB 1. per i sudditi dell Impero Ottomano l unico criterio d identità e di appartenenza ad una comunità era la fede (non la lingua, il territorio di nascita o di residenza o la discendenza «etnica») 2. L obbedienza alla dinastia regnante si deve in quanto incarnazione politica dell Islam, unica fonte di diritto e di legislazione

6 prima della Grande Guerra non esisteva, nei tanti popoli che componevano l Impero Ottomano, una «memoria storica» precedente alla conquista da parte dell Islam

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8 Sistema dei mandati: territori che si affidavano temporaneamente all assistenza amministrativa di una potenza europea, fino a quando non fossero stati in grado di governarsi da soli: 1. Iraq ( ), alla GB 2. Palestina ( ) e Giordania, alla GB 3. Siria ( ) e Libano, alla Francia

9 «il Medio Oriente? Una regione in cui c è sempre un popolo in più e uno Stato in meno» Alfred Thayer Mahan (1902)

10 area vastissima, caratterizzata nel XX secolo da un numero elevatissimo di conflitti

11 le ragioni storiche di questo grandissimo numero di conflitti 1. Affermarsi del nazionalismo, presso molti gruppi (sempre «un popolo in più») 2. Creazione degli Stati-nazione (sempre «uno Stato in meno») 3. Grandezza del passato storico, anche quello islamico e pre-islamico-> rafforza la tendenza espansionistica di molti di questi Stati-nazione, gli uni ai danni degli altri 4. Utilizzo della presenza di Israele per legittimare l aspirazione alla leadership tra le nazioni dell area 5. Centralità geopolitica in ragione delle enormi riserve naturali di petrolio, che inserisce nel gioco già complesso gli interesse delle grandi potenze (a loro volta «strumentalizzate» da questo o quel dittatore)

12 il Medio Oriente negli anni della «guerra fredda» Caratteri generali

13 il ruolo fondamentale dei militari tradizione che trae origine dall Impero Ottomano, il quale - nel XIX secolo - cercò di «agganciare» la modernità occidentale affidandosi all esercito I militari sono spesso il gruppo sociale più istruito (molti di loro studiano all estero, nelle accademie militari di West Point o di Mosca) sono sensibili ai modelli di modernizzazione proposti dall Occidente: quello capitalistico americano o quello a economia pianificata dell URSS sanno gestire la complessa macchina amministrativa degli stati nazionali moderni numerosi colpi di Stato: Siria, Iraq, Persia, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Sudan

14 il prototipo del «golpista illuminato»: Gamal Abd el Nasser 1952: colpo di Stato militare che abbatte re Faruq 1956: nazionalizzazione del canale e crisi di Suez 1958: fusione tra Siria, Yemen ed Egitto, nascita della Repubblica Araba Unita (fino al 1961) 1967: guerra dei sei giorni con Israele 1970: muore NB: grandi progetti di modernizzazione del paese (es. diga di Assuan) e contrapposizione radicale all Islam politico (messi fuorilegge i Fratelli Musuilmani)

15 idee-guida elaborate e diffuse dal «nasserismo» Nazionalismo arabo - sorta di «bandiera» nazionalista, sventolata come una identità riconquistata - promuove la lotta contro Israele, descritto come nuova forma di colonialismo in terra araba Panarabismo - Si ricollega alla concezione musulmana della Umma (nb: ideale continuamente smentito dalle numerose guerre tra paesi arabi) Socialismo arabo - Colpi di stato per porre fine alla corruzione -> regimi a «partito unico», considerato il modello di Stato che meglio consente di erogare benefici (nb: non sono diritti dei cittadini) - Negata la possibilità della lotta di classe, il socialismo si traduce solo nel ruolo dominante dello Stato in politica e nell economia Laicismo nella prassi: non viene negata la possibilità di essere credenti, ma l Islam non può avere voce in capitolo nella politica, nell istruzione o nei tribunali

16 unica eccezione: Arabia Saudita unico paese che fa risalire la fonte della sua legittimazione all Islam (e a quello più rigoroso e purificato, il wahhabita) la dinastia regnante è custode dei luoghi santi di Mecca e Medina

17 l ascesa dell Islam radicale

18 Fin dalle origini l Islam fonde religione e politica; non vi sono stati movimenti secolarizzatori («date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio») l Islam è sempre fondamentalista e integralista Per l Islam, come è stato per alcune confessioni cristiane, il nodo è sempre quello del ruolo della religione rispetto alla sfera secolare Sunniti (sunna=tradizione): l erede di Maometto deve essere deciso attraverso una consultazione tra i primi seguaci del profeta, quindi dalla «comunità religiosa» Sciiti (sh it Ali, il partito di Ali): La continuità della guida di Maometto può essere assicurata solo dai parenti dello stesso Maometto, suoi discendenti di sangue; quindi da un principio dinastico

19 interpretare radicalmente l Islam serve a legittimarsi come soggetto politico, in genere come oppositori del potere costituito

20 all origine del radicalismo politico: il movimento dei Fratelli Musulmani - Hasan al-banna, un insegnante riformista fonda nel 1928 il movimento a Ismailia (Egitto) - Ruolo importante nel favorire il colpo di stato dei militari nel Nel 1966 viene impiccato Sayyed Qutb, intellettuale che reinterpreta in forma radicale il movimento («combattere i militari perché apostati») - Anni 70-80: diffusione del movimento in tutto il Medio Oriente NB: 1. progressivamente è stato abbandonata la ricerca di un punto di sintesi tra modernità e Islam, per rinchiudersi nelle verità della tradizione (per quanto ovviamente rivisitate) 2. Propongono la Shari a e puntano sul ruolo dello Stato (identificato con la Umma)

21 la lunga crisi dei regimi militari modernizzatori 1. il venire meno del modello marxista : intervento URSS in Afghanistan (forte imbarazzo rispetto all ideale della Umma, quindi della difesa della comunità musulmana) : crollo dell URSS : vittoria completa di Eltsin, accelerata transizione al capitalismo e smantellamento dell industria di Stato

22 La lunga crisi dei regimi militari modernizzatori 2. crisi e controindicazioni del modello capitalista : fine del lungo periodo di crescita dell economia internazionale, crisi del capitalismo e del modello occidentale 1. Le nuove leadership hanno fin lì agito come se le condizioni positive dell economia internazionale fossero stabili, non sapranno reagire al cambiamento 2. Emergere di un economia agricola globale, con i prodotti agricoli del «primo mondo» molto meno costosi di quelli del «terzo mondo» (la massiccia urbanizzazione riduce la forza lavoro agricola) 3. Forte crescita demografica non sostenuta da paralleli aumenti della produzione agricola

23 la lunga crisi dei regimi militari modernizzatori 3. la globalizzazione e i suoi frutti avvelenati - Anni 90: crisi del mercato dei prezzi petroliferi. Dal momento che i paesi arabi produttori di petrolio non hanno diversificato le loro economie, si devono fare forti tagli allo stato sociale - Anche i regimi militari del Medio Oriente aprono al mercato attraverso sempre più vaste liberalizzazioni (ritirata dello Stato e, soprattutto, venire meno del suo ruolo di redistribuzione) - Chi si indebita con le organizzazioni finanziarie internazionali (Banca mondiale e FMI) è costretto a introdurre sempre nuove misure liberiste - Economie sempre più orientate a soddisfare le esigenze dei mercati internazionali, il che favorisce l aumentare delle differenze tra le diverse zone dello stesso paese (es. la Tunisia, sempre più dipendente dall economia del turismo con abbandono delle zone interne)

24 accordi di Camp David (1979) L Egitto diviene filo-americano, abdica così al ruolo di leader del mondo arabo

25 invasione sovietica dell Afghanistan (1979) Moltissimi giovani arabi corrono a combattere coi mujahidin, ricevono armi dagli USA e indottrinamento radicale di matrice wahhabita

26 Iran (1979)

27 anni 90: i dittatori «aprono» ai movimenti radicali Saddam Hussein Mubarak Chandli Benjdid Gheddafi

28 il detonatore della destabilizzazione: il fallimento americano in Iraq

29 fallito il progetto di state-building Invasione americana nel 2003: messi sotto processo tutti i vertici del regime, epurazione dai ruoli statali dei militanti del partito Scioglimento del partito Bath (partito del risorgimento arabo socialista, in Iraq vicino al modello totalitario fascista) L Amministrazione americana si affida alla leadership sciita, maggioritaria nel paese (ma sempre sottomessa, anche perché abitante la zona più povera del paese); il premier Al-Maliki porta avanti una politica di discriminazione nei confronti della minoranza sunnita Nel nord del paese comandano di fatto i Curdi, con una sorta di stato indipendente Ribellione sunnita, forte dell appoggio economico delle monarchie del Golfo e capace di «reinventare» come jihadisti gli ex ufficiali e funzionari del passato regime (soprattutto dal 2007)

30 Attacco alla base italiana di Nasiriya 12 novembre morti italiani e 58 feriti

31 conseguenze geopolitiche La disgregazione dell Iraq, seguita dalla sua riformulazione su basi etniche ha avuto come conseguenze: 1) Forte irrequietezza degli stati sunniti (l Iraq era il «baluardo orientale» contro l espansionismo sciita iraniano) 2) Progressivo crescere dell irrilevanza politica degli stati sunniti (i principali attori dell area sono diventati l Iran, Israele, la Turchia) 3) Crearsi di uno scontro tra due blocchi: l Iran e i suoi alleati (Siria, Hezbollah libanesi e Hamas in Palestina) Israele, Stati Uniti, stati arabi sunniti (a partire dall Arabia Saudita e dall Egitto)

32 2010: le primavere arabe

33 17 dicembre 2010: il ventiseienne tunisino Mohamed Bouazizi si da fuoco per protesta contro le angherie della polizia; casi simili di emulazione in Algeria, Egitto, Giordania, Marocco e Bahrein 14 gennaio 2011: il presidente Ben Ali lascia il paese Disordini in Algeria: il governo riesce a bloccarli riducendo fortemente i generi di prima necessità 23 gennaio 2011: proteste a Sana a, in Yemen 25 gennaio 11 febbraio 2011: grandi proteste di piazza Tahrir al Cairo, alla fine il presidente egiziano Mubarak si dimette 14 febbraio 2011: disordini in Bahrein e Giordania 16 febbraio 2011: proteste a Bengasi in Libia

34 Amina Sboui

35 la tragedia siriana

36 Siria La Siria è frutto degli accordi di Sykes-Picot, che smembrò la Siria storica (comprendente anche Libano, Giordania e Palestina) Paese composito dal punto di vista etnico: maggioranza di arabi sunniti, minoranza alawita (13% ca.), cristiani (10%), drusi (3%) e curdi (9%), e poi turkmeni, circassi e armeni I vincoli etnici e confessionali si estendono fuori dai confini dello Stato siriano, arrivando in Libano e in Turchia 1970: colpo di Stato che porta al potere Hafez al Assad, della minoranza alawita (che aveva alle spalle una lunga storia di sopraffazioni) Hafez al Assad si lega a Mosca, dal 1979 l Iran non più filoamericano diventa alleato della Siria 1990: l appoggio dato agli USA in occasione della prima guerra in Iraq fornisce alla Siria la possibilità di intervenire in Libano (che diventa una sorta di suo protettorato)

37 Bashar al-assad Diviene presidente nel 2000 Adotta politiche neoliberiste, privilegia gli interessi di Damasco e Aleppo a scapito del sud agricolo del paese; ridimensiona il potere dei vertici del partito e rafforza una stretta oligarchia Alleanza con la Turchia di Erdogan (la Siria è la via al Medio Oriente per Ankara) : forte siccità che aggrava il malessere e favorisce l emigrazione Marzo 2011: iniziano le proteste in Siria (i manifestanti sono da lui definiti agenti stranieri), che inizialmente hanno il carattere di rivolta rurale

38 dalla protesta pacifica al conflitto armato Intervento molto duro delle forze di sicurezza contro la protesta pacifica, che è partecipata ma scarsamente organizzata La protesta inizia ad essere organizzata dall estero (Turchia, Qatar, Francia e USA); si crea il Consiglio nazionale siriano (dominato dai Fratelli musulmani), ampiamente sovvenzionato dalla Lega Araba la protesta si militarizza, nascono milizie varie formate da ex militari LA SOLLEVAZIONE POPOLARE, ALIMENTATA DA ISTANZE DEMOCRATICHE, ECONOMICHE E SOCIALI, DIVIENE UN CONFLITTO SEMPRE PIU CONNOTATO DAL PUNTO DI VISTA ETNICO TATTICA DI ASSAD: fomentare le paure delle minoranze rispetto al rischio di una Siria dominata da sunniti radicali, l esercito gli rimane sostanzialmente fedele

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40 l internazionalizzazione della crisi 2011: antichi alleati si schierano contro Assad (Turchia, Qatar, poi anche l Arabia Saudita che guarda con sospetto all amicizia con l Iran) Stati Uniti e Lega Araba lavorano per creare zone «cuscinetto» (in sostanza «santuari» per l opposizione ad Assad), il tentativo si infrange sul veto all ONU di Cina e Russia Si crea una pericolosa polarizzazione: Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna dalla parte dei ribelli; Russia, Cina e Iran dalla parte di Assad

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42 le motivazioni degli attori regionali

43 Turchia La stabilità della Siria è cruciale per la Turchia: 1. l aggravarsi della situazione può destabilizzare i suoi equilibri interni 2. La Siria è lo sbocco naturale e obbligato verso il Levante arabo Prima della guerra la Turchia seguiva una strategia di penetrazione economico-commerciale, l obiettivo era creare una zona di libero scambio con Siria, Libano e Giordania La guerra impensierisce la Turchia a causa del pericolo curdo (l obiettivo turco è che le rivendicazioni dei curdi siriani trovino soddisfazione dentro la Siria futura; l autonomia funzionerebbe da forza centripeta verso i curdi turchi) La scelta della Turchia la pone in rotta di collisione con Russia e Iran, due suoi importanti partner economici

44 Russia e Cina Motivazioni interne: - sono paesi che reprimono il dissenso interno e non vogliono precedenti - Mosca è molto preoccupata per l espansione del radicalismo islamico (Cecenia, Caucaso, un terzo della sua popolazione è musulmana) Motivazioni esterne: - per la Cina, l Iran rappresenta un contrappeso allo strapotere USA in una zona molto importante per le sue risorse energetiche; - la Russia ha in Damasco l ultimo alleato in Medio Oriente (vi è l unica base navale russa nel Mediterraneo, nel porto di Tartus) - La Russia non vede di buon occhio l espansionismo turco in un area che ritiene di sua competenza

45 Stati Uniti Far cadere Assad può indebolire sensibilmente l Iran, per convincerlo a cedere sul terreno dei negoziati sul possesso dell energia atomica Politica ambigua: esclude la soluzione negoziale (non ammette Russia e Cina in possibili trattative di pace), sostiene apertamente i ribelli, ma non intende agire militarmente in prima persona Fine 2012: gruppi di ribelli disconoscono la leadership dei Fratelli Musulmani e dei gruppi salafiti (sostanzialmente accettata dagli Usa) e affermano di volere creare uno Stato islamico in Siria

46 la spettacolare comparsa sulla scena di DAESH (o ISIS)

47 Il territorio di DAESH (stato islamico di Siria e Iraq)

48 la storia di Daesh Le origini del gruppo risalgono ad al-qāʿida in Iraq ( ), poi rinominata "Stato Islamico dell'iraq" ( ) A partire dal 2012 lo Stato Islamico dell'iraq è intervenuto nella guerra civile siriana, contro il governo di Assad Nel 2013, avendo conquistato una parte del territorio siriano e avendo scelto come propria capitale Raqqa, ha cambiato nome in Stato Islamico dell'iraq e della Siria (ISIS). Nel 2014 ha espanso il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa in giugno di Mossul), proclamando la nascita del "califfato" il 29 giugno Dapprima alleato di al-qāʿida, rappresentata in Siria dal Fronte Al-Nusra, l'isis se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014 e ne è diventato il principale concorrente per il primato nel jihad globale

49 conclusioni All inizio delle proteste con una forte componente di natura economica, territoriale era generale la convinzione di poter provocare la caduta di Assad pacificamente, avviando una transizione democratica I gruppi armati che subito si creano contro l esercito di Assad trasformano la situazione in un vicolo cieco, il loro bisogno di armi li spinge ad essere sempre più dipendenti dai paesi stranieri 1. Canalizzando armi e soldi solo verso i gruppi che possono meglio soddisfare le rispettive esigenze e mire, i paesi stranieri hanno favorito l ulteriore frammentazione del fronte dei ribelli 2. La forte ingerenza delle potenze sunnite (Arabia Saudita e Qatar in testa) ha favorito la trasformazione della guerra civile secondo i connotati della lotta settaria tra sunniti e sciiti

50 il dramma dei rifugiati Siria: 20 milioni di abitanti 12 milioni di siriani sono stati costretti a lasciare le loro case 8 milioni sono sfollati interni 4 milioni sono rifugiati in Turchia (2 milioni), Libano (1 milione) o Giordania ( ) (1,7% dei siriani in fuga) hanno chiesto asilo politico in UE

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