Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio

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1 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE ALLEGATO 3 SCENARIO DI RISCHIO INTERCOMUNALE CARTA RISCHIO IDRAULICO Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio

2 PREMESSA In condizioni particolari correlate a precipitazione copiose e improvvise, risulta difficile operare per la previsione e la mitigazione del rischio idrogeologico in quanto i tempi che intercorrono tra l osservazione dei precursori d evento definiti classici (misure pluviometriche ed idrometriche) e gli effetti al suolo sono più ristretti di quelli richiesti per la definizione del relativo scenario e l adozione delle misure strutturali e di emergenza per la messa in sicurezza della popolazione e dei beni. In questi casi un efficace contributo viene dalla meteorologia applicata alla valutazione del rischio idrogeologico connesso ad una determinata classe di fenomeni definiti estremi. Conoscere in modo quantitativo i parametri atmosferici, in particolar modo l intensità di precipitazione, la sua fase (pioggia, neve o grandine), la tipologia dell evento e la dinamica spaziotemporale dello stesso evento, consente di stimare, sia pur in modo approssimativo, quali saranno i relativi effetti al suolo e le conseguenze per popolazione beni ed infrastrutture. Proprio tale esigenza ha portato, in questi ultimi anni ad un miglioramento dell organizzazione di tali attività. Prima del 2004 le allerte di Protezione Civile venivano emanate a livello centrale, attraverso la cosiddetta Veglia meteo per tutto il territorio italiano. Negli anni è risultato evidente che questo sistema non poteva essere efficace localmente in quanto faceva riferimento a dati determinati su scala nazionale. Nella scia degli eventi calamitosi a ridosso de 2000, è nata l esigenza di creare centri di allertamento locale in rete tra loro e con il Dipartimento di Protezione Civile. E così stata approvata la Direttiva del P.C.M. del 27/02/2004 che prevedeva una rete di Centri Funzionali regionali per l allertamento meteo ma anche per fronteggiare l evolversi delle emergenze idrogeologiche ed idrauliche. Il Centro Funzionale dell Emilia Romagna fa capo ad ARPA-SIM e fornisce: un servizio continuativo di allerta e di supporto alle decisioni delle autorità competenti per la gestione dell emergenza, osservazioni da rete meteo-idro-pluvio, dati radar ed analisi 3D, previsioni numeriche e modellazioni meteorologiche ed idrauliche e dati ed elaborazioni climatologiche. Il Centro Funzionale predispone gli avvisi di condizioni meteorologiche avverse che vengono trasmessi all Agenzia Regionale di Protezione Civile che valutati gli effetti sul sistema antropico, attiva la pertinente fase di attenzione trasmettendo alle strutture del Sistema di protezione civile le allerte. I contenuti delle allerte di protezione civile sono formulati con linguaggio standardizzato e facilmente comprensibile. La fase di attenzione può esser qualificata come: -attenzione moderata (in caso di eventi previsti di intensità tali da costituire pericolo per la popolazione e da provocare possibili danni in aree già individuate a rischio o in porzioni limitate delle zone di allertamento); -attenzione elevata (in caso di eventi previsti di eccezionale intensità, tali da costituire elevato pericolo per la popolazione e da provocare danni gravi sull intera zona di allertamento o su parte di essa); Le Prefetture provvedono a diramare le allerte ai comuni ed al sistema provinciale di protezione civile e a darne riscontro. Gli Enti, tramite i servizi di protezione civile, ricevuta l allerta, provvedono all attuazione delle misure di propria competenza previste dal modello d intervento. L Agenzia Regionale di Protezione Civile, sulla base delle indicazioni ricevute dal Centro Funzionale, provvede a fornire tutti gli aggiornamenti della situazione e nel contempo riceve da Prefetture, Enti locali e strutture tecniche ogni informazione degli effetti sul territorio relativamente all evento in corso. Le allerte sono compilate dall Agenzia sulla base del modello di seguito descritto: 1 Parte

3 Viene indicata in modo evidente la fase attiva, la data di emissione, il periodo di validità, il livello di attenzione (elevata o moderata), vengono indicati i tipi di evento e le zone di allertamento interessate. Vengono richiamati gli avvisi emessi dal Centro Funzionale e dal Dipartimento di Protezione Civile. 2 Parte Viene descritto e localizzato il fenomeno previsto, riportando il contenuto degli avvisi meteo e di criticità del Centro Funzionale. 3 Parte Vengono descritti gli effetti attesi sul sistema antropico dei fenomeni e delle criticità previste in generale, e, quando possibile, con indicazioni di maggiore dettaglio. 4 Parte Vengono suggerite, quando ritenuto necessario, azioni specifiche da mettere in campo da parte delle componenti e delle strutture operative di protezione civile. In ogni caso le azioni da intraprendere sono quelle indicate sul modello d intervento che fa parte integrante di questo piano. 5 Parte Vengono suggeriti, quando necessario, consigli per il comportamento individuale da diramare ai cittadini delle aree interessate dai fenomeni segnalati. MORFOLOGIA Il territorio dei Comuni dell Unione Terre di Pianura, pianeggiante e attraversato da corsi d acqua risulta a rischio idraulico. Il rischio idraulico, da intendersi come rischio di esondazione di acque provenienti da corsi d acqua naturali o artificiali, e conseguentemente di allagamenti risulta essere prodotto da due fattori: la pericolosità (la probabilità di accadimento di un evento calamitoso di una certa entità) e il danno atteso (inteso come danneggiamento di beni economici e pubblici ma anche perdita di vite umane). La pericolosità è un fattore legato sia alle caratteristiche fisiche del corso d acqua e del suo bacino idrografico, sia alle caratteristiche idrologiche, ovvero intensità, durata, frequenza e tipologia delle precipitazioni, nel bacino imbrifero dal quale si alimenta ogni corso d acqua. Il rischio idraulico inoltre può derivare anche dalle opere idrauliche realizzate dall uomo, qualora vengano meno le condizioni di sicurezza per il funzionamento delle stesse. È necessario pertanto valutare tra i rischi idraulici anche la tenuta degli sbarramenti sui corsi d acqua, l efficienza di manufatti di scolo e scolmatura, la funzionalità dei sistemi di drenaggio delle acque piovane nelle zone urbanizzate e il corretto funzionamento dei sistemi di pompaggio per le aree di bonifica, nonché la perfetta efficienza degli argini di contenimento.

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5 ENTI DI TUTELA DEI CORSI D ACQUA Il controllo sui corsi d acqua del territorio regionale è affidato al Servizio di Piena e di Vigilanza Idraulica, che sovrintende a tutti i corsi d acqua con opere idrauliche e con linee di navigazione interna (eventualmente esteso anche ad altri corsi d acqua in relazione a particolari situazioni di rischio idraulico). Sull intero reticolo idrografico, la Regione effettua comunque il Servizio di Polizia Idraulica. La vigilanza ed il servizio di piena sulla rete dei canali di bonifica è invece di competenza dei Consorzi di Bonifica istituiti ai sensi della L.R. 42/84. Il Servizio Tecnico Bacino Reno si occupa delle attività di prevenzione e gestione emergenze per la difesa del territorio dai rischi idraulico ed idrogeologico, della gestione e tutela della risorsa idrica e delle aree del demanio fluviale nel bacino idrografico del fiume Reno. L ambito territoriale di competenza comprende la parte occidentale della provincia di Ravenna ed una piccola parte della provincia di Modena e della Provincia di Ferrara. Le principali funzioni del Servizio Tecnico di Bacino sono relative: Assetto idraulico Azioni e lavori pubblici per evitare gli allagamenti del territorio provocati dalle piene dei corsi d'acqua, per prevenire i danni da erosioni fluviali, per garantire la manutenzione delle opere di difesa idraulica; realizzazione e gestione di opere pubbliche di ingegneria idraulica. Emergenze da alluvioni e frane Azioni ed interventi preventivi e di emergenza durante gli eventi alluvionali; Risorse idriche Gestione delle risorse idriche del bacino, sia superficiali che sotterranee, con l'obiettivo di sviluppare un utilizzazione idrica integrata in accordo ai bisogni sociali, alla salvaguardia dell'ambiente ed in conformità con la pianificazione di settore. Il Consorzio della Bonifica Renana è un ente di diritto pubblico che opera secondo la normativa vigente per assicurare lo scolo delle acque, le difese del suolo, la tutela delle risorse idriche e naturali, l irrigazione e la valorizzazione del territorio. Si compone di due comprensori: - 1 Distretto o Comprensorio di Pianura, al quale appartengono i Comuni di Terre di Pianura, costituito da una fitta rete di canali, suddivisi in canali di acque alte, scolanti a gravità, e canali di acque basse, soggetti a scolo meccanico. - 2 Distretto o Comprensorio di Montagna L esercizio delle opere di bonifica idraulica è costituito prevalentemente dal funzionamento delle idrovore o degli impianti di pompaggio per uso irriguo, nonché dalle manovre di regolazione idraulica che, oltre ad essere destinate allo smaltimento delle acque di piena ed all invaso ed allo svaso per l uso irriguo, sono volte a garantire che gli apparati radicali delle colture siano sufficientemente alimentati e non rimangano troppo tempo soffocati dall acqua. Nei momenti di piena, inoltre viene attivato il Servizio di Piena per garantire, oltre alle normali manovre idrauliche, servizi di guardia alle arginature dei canali alti e delle casse di espansione, in collaborazione con il Servizio Tecnico Bacino Reno e con l Agenzia Regionale di Protezione Civile. Le casse di espansione sono opere di accumulo dei volumi idrici comprendenti manufatti idraulici di imbocco e di sbocco, che consentono di ottenere la riduzione della portata di colmo di un onda di piena attraverso il temporaneo invaso di parte del suo volume. Nel Comune di Baricella si evidenzia quella di Gandazzolo.

6 SCENARI IPOTIZZABILI Gli scenari ipotizzabili sono sostanzialmente riconducibili all aumento repentino dei livelli idrometrici dei corsi d acqua, dovuti a precipitazioni atmosferiche di grande intensità e concentrazione nel tempo, rilasci da bacini montani, condizioni di inefficienza della rete scolante o del sistema idraulico complessivo. Da tali scenari consegue rischio di esondazione delle acque su porzioni del territorio per invasione di aree golenali, sormonto o rottura di argini, allagamento di aree urbanizzate o abitate, isolamento di abitazioni o nuclei abitati, danni o crolli a infrastrutture, abitazioni, interruzione di fornitura di servizi (luce, acqua potabile, ecc.), interruzione di strade. Le aree a rischio sono evidenziate nelle cartografie predisposte per i Comuni di Terre di Pianura. FASE DI ATTENZIONE La fase di attenzione viene attivata quando le previsioni e le valutazioni di carattere meteorologico fanno ritenere possibile il verificarsi di fenomeni pericolosi. Essa comporta l'attivazione di servizi di reperibilità e, se del caso, di servizi h 24 da parte della S.P.C. e degli Enti e strutture preposti al monitoraggio e alla vigilanza (ed agli interventi nel caso di incendi boschivi). Ricevuta la mail dal Servizio di Protezione Civile/Prefettura contenente l attivazione della fase di attenzione l operatore informa il Sindaco del/i Comune/i interessato/i, in qualità di autorità di Protezione Civile (o l Assessore Delegato), il/i medesimo/i attiva/no il Servizio Intercomunale di Protezione Civile (SIPC) dando comunicazione al Responsabile del Servizio Intercomunale di Protezione Civile e al Referente Comunale di Protezione Civile. Il SIPC: verifica la reperibilità dei propri funzionari da far confluire nel C.O.M. o nel C.O.C; Se il piano provinciale prevede l'attivazione di un C.O.M., informa i rappresentanti delle strutture confluenti verificandone la reperibilità; Allerta la strutture tecniche e di polizia locale del Comune, anche al fine del concorso all attività di presidio territoriale; In questa fase tramite la Polizia locale o le associazioni di volontariato il SIC provvede al monitoraggio dei corsi d acqua interessati e mantiene i contatti telefonici con il Centro Operativo Regionale o la Prefettura al fine di verificare le notizie e l'evoluzione della situazione. FASE DI PREALLARME La fase di preallarme viene attivata quando i dati pluviometrici e/o idrometrici superano determinate soglie in presenza di previsioni meteo negative e/o di segnalazioni provenienti dal territorio su pericoli incombenti. Essa comporta la convocazione, in composizione ristretta degli organismi di coordinamento dei soccorsi (C.O.R. - C.C.S. - C.O.M. - C.O.C) e l'adozione di misure di preparazione ad una possibile emergenza. Il servizio di vigilanza regionale (COR) controlla l evoluzione del fenomeni e viene attivato h 24. A seguito del ricevimento della mail da parte dell Agenzia Regionale di Protezione Civile, il SIPC provvede a: dare comunicazione al Sindaco/i del Comune interessato/i;

7 allertare i referenti Comunali di Protezione Civile le strutture operative, gli operatori di vigilanza e le associazioni di volontariato secondo le modalità previste nel Piano Intercomunale; comunicare i contenuti dell allerta di Protezione Civile a tutti coloro che risiedono o svolgono attività nelle aree a rischio; predisporre una intensificazione dell attività di ricognizione con particolare riferimento alla viabilità; predisporre azioni propedeutiche allo sgombero delle popolazioni residenti nelle aree a rischio; informare l Agenzia Regionale Protezione Civile e Prefettura su eventuali problemi rilevati sul proprio territorio. FASE DI ALLARME La fase di allarme viene attivata quando i dati pluviometrici e/o idrometrici superano determinate soglie, con previsioni meteo negative e segnalazioni di fenomeni pericolosi incombenti o in atto provenienti dal territorio. La fase di allarme viene attivata dall Agenzia Regionale Protezione Civile (S.P.C.) sulla base della stima dei livelli di criticità e della valutazione dei dati relativi alle precipitazioni, alle previsioni meteorologiche ed ai livelli idrometrici forniti dall'arpa SIM Centro funzionale nonché da eventuali informazioni su elementi di pericolo o dissesto in atto provenienti dal territorio e forniti dai Comuni e/o dalle strutture preposte alle attività di presidio territoriale e alla vigilanza, in questa fase, l evento si è verificato o ha elevate probabilità di verificarsi e quindi occorre attivare tutte le necessarie misure di salvaguardia dei beni e della popolazione, il servizio di vigilanza regionale (COR) controlla l evoluzione del fenomeni ed è operativo 24 ore su 24. A seguito del ricevimento dell informazione dell avvenuta attivazione della fase di allarme da parte dell Agenzia Regionale di Protezione Civile, il SIPC, i COC e i COM convocati al completo dispongono: l invio delle squadre a presidio delle vie di deflusso, si avvalgono delle attrezzature del personale dipendente dei vari Enti e dei volontari di Protezione Civile a disposizione per le attività di vigilanza e pronto intervento l invio delle squadre a presidio degli argini dei corsi d acqua, dei canali di bonifica e delle altre aree interessate; di volontari nelle aree di attesa; di uomini e mezzi presso le aree di ricovero o i centri di accoglienza della popolazione; di uomini e mezzi per l'informazione alla popolazione; lo sgombero delle aree interessate dalla piena del corso d acqua in atto e se necessario forniscono assistenza alla popolazione per un ricovero temporaneo nelle aree o nelle strutture coperte previste nel Piano Intercomunale; se necessario, l emanazione di un ordinanza di chiusura delle scuole presenti sul territorio comunale o nelle aree interessate; se necessario, l emanazione di un ordinanza di sgombero degli edifici a rischio inondazione; l aggiornamento con la Prefettura, l Agenzia Regionale Protezione Civile, sulle attività svolte e sulle precauzioni adottate;

8 In accordo con le Forze dell Ordine, individuano i blocchi al sistema viario dell area interessata dall emergenza al fine di consentire l accesso ai soli autorizzati, definendo contestualmente percorsi alternativi; Predispongono uomini e mezzi per la comunicazione alla popolazione del cessato allarme. GESTIONE DELL EMERGENZA In caso di rottura o superamento degli argini dei corsi d acqua insistenti sul territorio e conseguente allagamento di aree, il SIPC, in sinergia con il COC, attiva le seguenti procedure: soccorrere eventuali persone infortunate, coadiuvando l intervento dei servizi di emergenza; coadiuvare i Vigili del Fuoco nelle operazioni di recupero e salvataggio di individui e animali, verificandone la presenza sui tetti degli edifici, sui terrazzi e alle finestre dei piani elevati; verificare l eventuale allagamento di abitazioni civili o strutture pubbliche e la necessità di sgombero temporaneo degli occupanti; regolare l accesso veicolare alle aree allagate presidiando le strade circostanti la zona colpita regolando il traffico in modo da evitare intasamenti e consentire il transito dei mezzi di soccorso; liberare le strade da ostacoli o da autovetture che ostruiscano la carreggiata; coadiuvare l allestimento di aree di prima accoglienza, ristoro e medicazione per la popolazione; intervenire, in accordo con i servizi responsabili della gestione dei corsi d acqua, per contenere, delimitare o interrompere il deflusso delle acque dagli argini, dai fontanazzi o dalle aree allagate; a tale scopo si avvale della collaborazione dei servizi tecnici e, se necessario, ordina la requisizione dei mezzi operativi di proprietà privata effettuare servizio antisciacallaggio; In caso di sgombero prolungato di abitazioni allestire, se del caso, le Aree di Raccolta, servendosi dei tecnici comunali del Settore Lavori Pubblici e dei volontari reclutati; assistere e informare la popolazione nelle aree di raccolta, utilizzando gli operatori del Settore Servizi Sociali; verificare la disponibilità, e se necessario disporre la requisizione, di posti letto presso le strutture recettive della zona e predisporre con la collaborazione dei servizi sociali il trasferimento degli sfollati entro tali strutture In caso di emergenza prolungata e di estensione sovracomunale In caso di eventi alluvionali estesi e prolungati nel tempo, che per loro natura ed estensione comportano l intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria, il coordinamento delle operazioni di emergenza viene attuato dalla Prefettura, dal Servizio Regionale Protezione Civile o dal Servizio Regionale Piena. In tali circostanze, il SIPC organizza le risorse messe a disposizione dai Comuni, sia in termini di personale che di strutture, coordinandosi con i suddetti enti.

9 SUPERAMENTO DELL EMERGENZA Al termine dell intervento di messa in sicurezza o di rimozione del pericolo potenziale per la cittadinanza, comunicato alla popolazione il cessato allarme,il Referente del Servizio dispone l intervento dei volontari della Protezione Civile per il ripristino delle condizioni di sicurezza dei luoghi In particolare il personale si occuperà di rimuovere eventuali oggetti, macerie o altri materiali rimasti sulla carreggiata o nelle aree adiacenti per ripristinare le condizioni ordinarie di viabilità e traffico. Nel caso di precedente evacuazione di abitazioni, organizza le operazioni di rientro nelle case, con particolare riguardo alla presenza di anziani o disabili. In accordo con i competenti tecnici di ARPA, dispone la diffusione di messaggi alla cittadinanza in merito ai comportamenti da assumere nei giorni seguenti. Il SIPC al termine dell emergenza, si accerta, mediante contatto con gli enti gestori, del corretto ripristino dei servizi essenziali nell area colpita dalla calamità (utenze elettriche, acqua potabile, fognatura, approvvigionamento gas). A conclusione dell evento, il Referente del SIPC o il ROC redige un report dell evento, compilando apposito modello, i cui dati saranno utilizzati a fini statistici e per le successive revisioni del Piano Intercomunale di Protezione Civile.

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